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La strage di Regnano del 23 novembre 1944.pdf - Aicod

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per completare il liber nelle parti mancanti, don Tomaselli ha preferito non farlo, sostenendo che<br />

gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra riaprono ferite ancora non guarite- (DIAFERIA, p. 438).<br />

Voglio notare il fatto suddescritto perché utile all'indagine su eventuali ipotetiche connivenze o<br />

collaborazioni <strong>di</strong> abitanti <strong>del</strong> paese con gli autori <strong>del</strong>la <strong>strage</strong>. Già in precedenza, infatti, don<br />

Tomaselli avevano rilevato la presenza <strong>di</strong> informatori dei tedeschi, probabilmente locali, senza<br />

tuttavia farne i nomi e tenendo sul generico il ragionamento. Infatti, trattando dei fatti avvenuti in<br />

<strong>Regnano</strong> nel giorni 8-9-10-11-12 agosto 1944, in reazione all'avvenuto convegno dei capi <strong>del</strong>la<br />

resistenza appenninica ed apuana da cui sarebbe scaturita, alla fine <strong>di</strong> settembre, la Divisione<br />

Garibal<strong>di</strong> "Lunense", cosi scrive: "9 agosto. Dopo il triste avvenimento <strong>del</strong> 4 maggio per circa due<br />

mesi la vita in paese trascorse relativamente calma e tranquilla non verificandosi che incidenti<br />

insignificanti. <strong>La</strong> preoccupazione però <strong>del</strong> domani e 1 'incubo <strong>di</strong> cose poco liete gravava<br />

incessantemente sull'animo <strong>di</strong> tutti, tanto più che azioni <strong>di</strong> molestia notturne e <strong>di</strong>urne effettuate<br />

incessantemente da patrioti annidati nelle vicinanze <strong>del</strong> Monte Tondo, ci mettevano nel pericolo<br />

continuo e gravissimo <strong>di</strong> rappresaglie da parte <strong>di</strong> truppe tedesche i cui coman<strong>di</strong> già da tempo<br />

guardavano a noi e consideravano <strong>Regnano</strong> come a sede <strong>di</strong> assembramenti e a covi <strong>di</strong> Partigiani e<br />

quin<strong>di</strong> come a nemico acerrimo loro. <strong>La</strong> nostra preoccupazione si mutò in terribile apprensione<br />

quando nella notte fra 1'8-9 agosto fummo svegliati <strong>di</strong> soprassalto da un improvviso crepitio <strong>di</strong><br />

fucili e mitragliatrici. Si trattava <strong>di</strong> truppa tedesca <strong>di</strong> azione contro le così dette bande partigiane<br />

giunte a <strong>Regnano</strong> proprio in quella notte <strong>di</strong>etro informazione <strong>di</strong> qualche spia. E' necessario<br />

premettere che la sera precedente il fatto, era stato indetto un Consiglio <strong>di</strong> Capi Patrioti con<br />

appuntamento in <strong>Regnano</strong>, per <strong>del</strong>iberare questioni e problemi loro propri inerenti alle loro<br />

attività. Ora patrioti capi o meno <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>ntorni avevano affluito numerosi in quella sera in<br />

paese credendo che non vi fosse luogo più sicuro per il loro convegno. Ma ci fu purtroppo chi si<br />

fece un dovere <strong>di</strong> far presente al Comando tedesco i fatti <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> e naturalmente il Comando<br />

tedesco si trovò in maggior dovere <strong>di</strong> inviare i suoi emissari armati per sorprendere <strong>di</strong> notte tempo<br />

i patrioti e soffocarne ogni velleità <strong>di</strong> resistenza nel sangue e nella <strong>di</strong>struzione. Fu la salvezza <strong>del</strong><br />

paese e dei Patrioti una donna <strong>di</strong> Montefiore che accortasi <strong>di</strong> un certo movimento <strong>di</strong> truppe sulla<br />

strada, venne in sospetto che si trattasse <strong>di</strong> un'azione sii <strong>Regnano</strong>. Non indugia più oltre, ma con<br />

coraggio veramente ammirabile affronta i pericoli <strong>di</strong> quella notte burrascosa e corre in paese ad<br />

avvisare i Patrioti e le famiglie interessate <strong>del</strong> grave pericolo che incombe su <strong>di</strong> loro. Sicché<br />

quando giungono i tedeschi sicuri <strong>del</strong> fatto loro, i Patrioti erano giù sia monti " (DIAFERIA, p374<br />

375).<br />

Quei fatti <strong>del</strong>l'agosto produssero una rappresaglia il 10 agosto che tuttavia non fece vittime fra la<br />

popolazione, che fu assembrata in piazza <strong>del</strong>l'Oratorio <strong>di</strong> S. Croce a <strong>Regnano</strong> Villa, ma portò al<br />

minamento e alla <strong>di</strong>struzione o lesione <strong>del</strong>le case <strong>di</strong>:<br />

Giuseppe Salvatori, <strong>di</strong>strutta<br />

Anna Salvatori, lesionata<br />

Tommaso Bertolucci, lesionata<br />

Ernesta Gervasi, lesionata<br />

Ippolito Malaspina, lesionata<br />

Antonio Bizzari, lesionata,<br />

Fratelli Gervasi, lesionata.<br />

Rilevo, dal passo succitato, che nel paese <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> si sospettava l'esistenza <strong>di</strong> un (o più, non si<br />

sa) informatore italiano bene a conoscenza dei movimenti dei partigiani.<br />

Noto infine, per precisare il carattere <strong>di</strong> <strong>strage</strong> in<strong>di</strong>scriminata e <strong>di</strong> civili che, dal Comune <strong>di</strong> Casola,<br />

il 5.2.1945, fu inviata una lettera alla Prefettura <strong>di</strong> Apuania a Pontremoli in cui si chiedeva per iI<br />

familiari <strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>la <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> un'assistenza affermando: “è noto che le persone<br />

decedute (in massima parte persone anziane e capi famiglia,) nulla avevano a che fare con i<br />

partigiani (8).<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>: una testimonianza<br />

Un testimone sopravvissuto alla <strong>strage</strong> ha rilasciato una ricostruzione dei fatti che così si riassume<br />

la causa <strong>del</strong>la rappresaglia fu l'attacco al presi<strong>di</strong>o tedesco <strong>di</strong> Montefiore (presso l'abitazione <strong>di</strong><br />

Ariante Bartolí) realizzato grazie alla collaborazione <strong>di</strong> un soldato russo alleato ai partigiani <strong>di</strong><br />

nome "Milenko", avvenuto all'alba <strong>del</strong> 22 <strong>novembre</strong> '44 (sia il Tomaselli che il nostro testimone<br />

datano l'azione al giorno precedente la <strong>strage</strong>, il 22 <strong>novembre</strong>, anche se il Tomaselli riporta

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