#Casa&Design

L’Architetto:
Ristrutturazione, restauro, riuso:
sono queste le parole del futuro.
Guardando una vecchia casa degli anni
‘60 spesso si prova solo sconforto,
perché tutto, dalla divisione degli spazi
interni, agli impianti, alle finiture, è antiquato,
inefficace e brutto.
Quello che molte volte ci troviamo a
spiegare, trovando comprensibile diffidenza,
è che queste case possono
tornare a vivere. Non solo: queste
case spesso hanno caratteristiche
introvabili nelle nuove costruzioni, le
quali non sempre sono di buona qualità
e tendono a essere molto standardizzate
e impersonali. Senza entrare in
questioni tecniche, e solo per fare due
esempi, i muri portanti molto spessi,
oramai in disuso, ci danno un comfort
termico estivo ottenibile con i più costosi
materiali utilizzati nella moderna
bioedilizia. I soffitti alti ci liberano da
quei maledetti 270 cm, che possono
andare bene nella camera da 14 mq
ma che sono insopportabili e opprimenti
in un soggiorno da 60 mq. E poi
quegli spazi ampi!
In questo lavoro avevamo a che fare
con 150 mq tutti su un piano, divisi in
5 locali da 25 mq più un paio di corridoi
e due bagni. Demolendo solo in parte
una parete portante e modificando
un vano porta, abbiamo ottenuto una
bellissima e moderna zona giorno
allungata, con la cucina separata da
una porta in vetro, ma collegata visivamente
al salotto, un’area conversazione
e lettura con il nuovo camino e
una zona TV. Nella zona notte, tre camere
da 25 mq ci hanno permesso di
ricavare tutti quegli optional che nelle
case di recente costruzione non rientrano
per questioni di spazio: ampie cabine
armadio con una parete dedicata
alle scarpe, bagno padronale con doccia
e sauna, un angolo multimediale e
una piccola zona fitness.
Tutto questo non è inaccessibile, ma
si devono fare le scelte giuste, senza
sprecare denaro inutilmente.
Un grande divano crea una zona per la TV ed una per la
conversazione: lo spazio è ben suddiviso, ma rimane unico.
Sullo sfondo, la cucina è separata da una grande porta in vetro.
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