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FUCILI<br />
Cartucce .375 H. & H. Magnum della RWS con palla da 300 grani blindata. Poco sopra il fondello<br />
è visibile il “belt” o cintura; la .375 H&H è stata la seconda munizione in assoluto nella storia a<br />
farne sfoggio, nel 1912, dopo la sfortunata .400/375, sempre di Holland & Holland, nel 1905<br />
Rosata di cinque colpi ottenuta da cinquanta<br />
metri di distanza, usando cartucce RWS con<br />
palla completamente blindata da 300 grani<br />
bontà dello scatto dell’arma, ho ottenuto<br />
buone rosate, considerando<br />
soprattutto le dimensioni dei bersagli<br />
cui per solito il .375 H&H è<br />
destinato, e vista anche la varietà<br />
delle cartucce provate, essendo<br />
esse sia di marche diverse che in<br />
entrambi i classici pesi di 270 e<br />
300 grani. Parte della leggenda del<br />
.375 Holland & Holland Magnum è<br />
basata sul fatto che, secondo molti<br />
suoi utilizzatori, con tale calibro<br />
si possano sparare cartucce le più<br />
svariate per marche e pesi di palla,<br />
colpendo però sostanzialmente<br />
sempre nello stesso punto mirato,<br />
pur senza dovere ritarare gli organi<br />
di mira a ogni cambio di munizionamento.<br />
Ciò ovviamente non è sempre<br />
vero, ma, per mia fortuna, lo è<br />
nel caso della mia carabina Weatherby<br />
Mark V Synthetic.<br />
E ora, dopo avere tanto parlato<br />
della Weatherby Mark V Synthetic<br />
e specialmente della leggendaria<br />
cartuccia .375 Holland & Holland<br />
Magnum, giungo finalmente a trattare<br />
dell’ambito cui esse, soprattutto<br />
la seconda, indissolubilmente<br />
appartengono, ossia la caccia grossa<br />
africana, e della indimenticabile<br />
esperienza in tale contasto da me,<br />
insieme a esse, vissuta.<br />
46|<strong>Diana</strong> <strong>Armi</strong><br />
La prova a caccia<br />
Più importante della salute, più importante<br />
dell’amore, più importante<br />
del lavoro. Più importante dell’aria<br />
stessa che respiriamo, dell’acqua che<br />
beviamo, del cibo che mangiamo. Al<br />
di sopra perfino della sublime, suprema<br />
musica di “Tristano e Isotta” di<br />
Richard Wagner, al di sopra di tutto vi<br />
è il Safari africano. E da che mondo è<br />
mondo il Safari africano ha significato<br />
soprattutto una cosa: bufalo cafro! A<br />
ciò io stavo pensando mentre lunedì<br />
3 agosto 2009 atterravo a Hoedspruit,<br />
Sud Africa, per una caccia al bufalo<br />
cafro nella Boston Game Reserve, assai<br />
vicina al famoso Parco Kruger. Io<br />
che in vita mia non avevo mai cacciato<br />
animali, all’infuori di vespe, mosche,<br />
tafani e del partecipare ogni estate al<br />
tentato, purtroppo mai riuscito, sterminio<br />
programmatico delle insopportabili<br />
zanzare, mi accingevo allora a tentare<br />
di coronare il sogno di una vita: per<br />
l’appunto la caccia al bufalo cafro. Da<br />
sempre appassionato di grossi calibri<br />
ma assolutamente disinteressato alla<br />
selvaggina italiana e, più in generale,<br />
europea, io, nella mia mania di grandezza,<br />
che mi aveva portato a possedere<br />
come mia prima arma corta un<br />
revolver Smith & Wesson calibro .44<br />
Magnum e, come prima arma lunga,<br />
addirittura una carabina Weatherby in<br />
calibro .460 Weatherby Magnum, non<br />
potevo non volgermi, come mia prima<br />
caccia in assoluto, all’animale che tutti<br />
i cacciatori da me conosciuti nella<br />
mia giovinezza, indicavano senz’altro<br />
come il più pericoloso in assoluto, il<br />
mitico, leggendario bufalo cafro. Per<br />
i motivi poc’anzi esposti e complice<br />
anche un’inarrestabile allergia alla burocrazia<br />
italiota, non ho mai nemmeno<br />
preso la licenza di caccia, per cui avrei<br />
cacciato con un’arma prestatami dal<br />
mio Professional Hunter.<br />
Era costui Ray Kemp della Lalapa Safaris<br />
(www.lalapasafaris.co.za; ray@<br />
lalapasafaris.co.za), mentre l’Outfitter<br />
ossia l’organizzatore e il sovrintendente<br />
del tutto era Philip Oosthuizen<br />
della Ebony Wild Safaris (ebonywild@<br />
vodamail.co.za), socio in affari del simpaticissimo<br />
Frank Voos, il proprietario,<br />
beato lui, dell’intera riserva di caccia,<br />
che avrebbe anche svolto mansioni<br />
d’autista. Con tali professionisti, assai<br />
validi e seri, mi trovai benissimo, anche<br />
perché, pur senza saperlo, mi resero<br />
assai felice quando mi indicarono<br />
tutti quanti, in base alla loro cospicua<br />
esperienza, il bufalo cafro come l’animale<br />
potenzialmente più pericoloso<br />
in assoluto, proprio le parole che agognavo<br />
tanto sentirmi dire. Poiché pen-