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La radioattività - ZyXEL NSA210

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<strong>La</strong> Tabella dei nuclidi<br />

(da Wikipedia)<br />

Vedi anche tabella degli isotopi: http://it.wikipedia.org/wiki/Tabella_degli_isotopi<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 1


<strong>La</strong> radioattività<br />

A.H. Becquerel (1896) scopre l’emissione di<br />

radiazioni da parte dell’uranio e osserva la<br />

differenza tra questo fenomeno e altri già<br />

conosciuti come l’emissione di raggi X e la<br />

fosforescenza.<br />

Il fenomeno viene poi osservato dai suoi allievi<br />

Pierre e Marie Curie con gli elementi attinio,<br />

polonio, radio e torio (1898) e fu da essi<br />

denominato radioattività.<br />

E.Rutherford (1897) riesce e descrivere la<br />

radioattività in forma di radiazioni α (+), β - , β + , e γ,<br />

osservando pure la capacità ionizzante di queste<br />

radiazioni con possibili effetti fisiologici sul corpo<br />

umano.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 2


Stabilità nucleare e radioattività<br />

Determinate combinazioni di protoni e neutroni portano a<br />

nuclei stabili (non radioattivi); la presenza di un numero<br />

diverso di neutroni rispetto ad un determinato numero di<br />

protoni può portare a nuclei instabili che si stabilizzeranno<br />

mediante l’emissione di radiazioni (radioattività) fino a<br />

raggiungere una combinazione stabile.<br />

Nuclei stabili possono divenire instabili, quindi radioattivi,<br />

se colpiti da neutroni veloci che riescono ad entrare nel<br />

nucleo generando instabilità ed emissione α o β.<br />

Se i neutroni veloci vengono adeguatamente moderati il<br />

loro ingresso in nuclei relativamente pesanti (massa<br />

nuclidica > 60) può dar luogo alla divisione del nucleo<br />

(fissione nucleare).<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 3


<strong>La</strong> stabilità dei nuclei<br />

Curv a di stabilità de i nuclidi<br />

130<br />

120<br />

110<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0 20 40 60 80 100<br />

num e ro a t o m ic o Z<br />

Z=N<br />

Nst<br />

Con il crescere del numero atomico (Z) aumenta il numero di neutroni (N) necessari<br />

alla stabilità. Con più di 83 protoni non è più possibile avere stabilità.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 4


Stabilità nucleare e radioattività<br />

Determinate combinazioni di protoni e neutroni portano a<br />

nuclei stabili; la presenza di un numero diverso di neutroni<br />

può portare a nuclei instabili che si stabilizzeranno<br />

mediante l’emissione di radiazioni fino a raggiungere una<br />

combinazione stabile.<br />

L’analisi accurata delle radiazioni α e β permette di<br />

misurarne carica e massa:<br />

• le radiazioni α sono costituite da particelle con carica e<br />

4<br />

massa equivalente a nuclei di elio ( 2<br />

He ).<br />

• le radiazioni β - sono costituite da particelle con carica e<br />

massa equivalente all’elettrone (elettroni ad alta energia),<br />

• le radiazioni β + sono costituite da particelle con carica<br />

equivalente al protone e massa equivalente all’elettrone.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 5


Stabilità nucleare e radioattività<br />

Dopo la scoperta del protone e del neutrone (1932) viene<br />

chiarito che durante i processi di decadimento il nucleo può dar<br />

luogo ai seguenti fenomeni:<br />

• perdere un gruppo di due protoni e due neutroni (emiss. α )<br />

• trasformare un neutrone in un protone (emissione β - )<br />

• trasformare un protone in un neutrone (emissione β + )<br />

In tutti i casi cambia il numero atomico, quindi si producono<br />

elementi diversi da quelli di partenza.<br />

<strong>La</strong> prima trasformazione di un elemento in un altro era riuscita<br />

già a Rutherford (1919) che ottenne O-17 bombardando N-14<br />

con particelle α.<br />

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I decadimenti radioattivi<br />

Decadimento α : viene espulsa dal nucleo una<br />

particella di carica positiva composta da due protoni<br />

4<br />

e due neutroni (un nucleo He ).<br />

Si forma un nucleo di un nuclide di un altro elemento<br />

con un numero atomico inferiore di 2 unità e con<br />

numero di massa inferiore di 4 unità.<br />

2<br />

Il decadimento α è frequente con numeri di massa > 200<br />

(confronta la Tavola periodica LiLu2 sotto “Table of Selected Radioactive Isotopes”)<br />

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n p + e - +<br />

−<br />

ν e<br />

I decadimenti radioattivi<br />

Decadimento β - : viene espulso dal nucleo<br />

un elettrone ad alta energia più un neutrino.<br />

Un neutrone legato del nucleo si trasforma in un protone.<br />

Si forma un nucleo di un nuclide di un altro elemento<br />

avente un numero atomico superiore di un’unità.<br />

Il numero di massa del −nucleo rimane invariato.<br />

60 60<br />

Es: Co→<br />

Ni + e<br />

− + ν e<br />

27<br />

28<br />

p<br />

p + e -<br />

n + e + + ν<br />

n + ν<br />

Decadimento β + ; viene espulso dal nucleo un positrone<br />

(antiparticella dell’elettrone) e un neutrino.<br />

Un protone legato si trasforma in un neutrone.<br />

Si forma un nucleo di un nuclide di un altro elemento<br />

avente un numero atomico inferiore di un’unità.<br />

Il numero di massa del nucleo rimane invariato.<br />

56 56 +<br />

Es: Co→<br />

Fe + e +ν<br />

27<br />

26<br />

Cattura elettronica (EC) : viene catturato un elettrone<br />

da parte di un protone legato che si trasforma in neutrone<br />

emettendo un neutrino.<br />

57 57<br />

Es: Co→ Fe +ν<br />

27<br />

26<br />

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Radioattività naturale<br />

I decadimenti nucleari sono processi naturali che<br />

avvengono nei materiali minerali per la presenza di<br />

elementi con isotopi radioattivi naturali come uranio (U-<br />

238), radio (Ra-226), polonio (Po-210), torio (Th-232) e<br />

nell’aria per la presenza di radon (Rn-222) che danno<br />

decadimenti α .<br />

Anche nel nostro corpo, in quello di tutti gli animali e nei<br />

vegetali vi è radioattività per la presenza naturale di<br />

nuclidi radioattivi del potassio (K-40) e del carbonio (C-<br />

14) che danno decadimento β.<br />

Alcuni nuclidi radioattivi presenti in natura derivano dal<br />

decadimento di altri, come Rn-222 prodotto dal<br />

decadimento del nuclide Ra-226 a sua volta dal<br />

decadimento di Th-230, ecc.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 9


Radioattività naturale<br />

L’energia liberata nel sottosuolo da questi<br />

processi origina l’energia geotermica che noi<br />

possiamo sfruttare per il riscaldamento o che<br />

deve essere smaltita come nel caso del tunnel<br />

di Alptransit.<br />

I nuclidi radioattivi naturali conosciuti sono circa<br />

60.<br />

Nuclidi non naturali stabili o radioattivi possono<br />

inoltre essere prodotti per collisione in<br />

esperimenti condotti con acceleratori di<br />

particelle.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 10


Diffusione di nuclidi radioattivi naturali<br />

e artificiali<br />

Accidentalmente possono inoltre finire nell’ambiente<br />

nuclidi radioattivi non naturali prodotti per via tecnica<br />

attraverso processi nucleari come Cs-137 e I-131 al<br />

tempo dell’incidente nella centrale di Tschernobyl<br />

(1986). Gli stessi isotopi oltre a Pu-239, Sr-90 e altri<br />

possono essere prodotti in grande quantità da<br />

esplosioni nucleari come quelle prodotte a Nagasaki e<br />

Hiroshima (seconda guerra mondiale, 1945), e in vari<br />

luoghi del mondo nei test eseguiti dai paesi in possesso<br />

di armi nucleari (Russia, USA, GB, F, Cina, Pakistan,<br />

India, Israele e Corea del Nord).<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 11


<strong>La</strong> radiazione γ<br />

I decadimenti α e β possono essere accompagnati<br />

dall’emissione di radiazione elettromagnetica senza carica<br />

elettrica: radiazione γ.<br />

<strong>La</strong> radiazione γ trasporta la porzione di energia (quanto)<br />

derivante dal processo di decadimento che non è presente<br />

nella particella emessa.<br />

<strong>La</strong> natura della radiazione γ è la stessa di quella della luce,<br />

delle radiazioni UV, X, ecc.: l’energia trasportata dalla<br />

radiazione è però superiore (lunghezza d’onda inferiore e<br />

frequenza maggiore)<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 12


Decadimenti: la serie naturale dell’uranio 238<br />

Spesso il decadimento di un nucleo porta ad un nucleo ancora instabile;<br />

si ha un serie di decadimenti a cascata fino alla formazione di un nucleo stabile<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 13


Decadimenti : la serie naturale dell’uranio 235<br />

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Decadimenti : la serie naturale del torio 232<br />

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L’attività di un nuclide<br />

L’attività di un campione di materiale radioattivo si esprime con il numero<br />

di decadimenti per unità di tempo e si esprime in Becquerel:<br />

1 Becquerel = 1 decadimento/secondo : [A] = 1 Bq<br />

Il decadimento radioattivo ha un carattere puramente statistico.<br />

Solo per un numero molto grande di nuclei di un determinato nuclide<br />

è possibile predire quando avviene un decadimento.<br />

Non si può predire invece per un singolo nucleo.<br />

Si definisce pertanto la probabilità λ che un determinato nucleo decada<br />

in un’unità di tempo;<br />

λ ha la dimensione s -1 . Essa è tipica per ogni singolo nuclide radioattivo<br />

Il numero di decadimenti per unità di tempo di un campione contenente<br />

N nuclei di un nuclide radioattivo sarà:<br />

A = N* λ<br />

λ non dipende dal numero di nuclei presenti, è pertanto una costante<br />

tipica di ogni nuclide.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 16


Attività, probabilità e dimezzamento<br />

Per spiegare la probabilità di decadimento si può prendere l’esempio<br />

di un albero che perde le foglie: ogni giorno che passa dimezza il<br />

numero delle foglie che porta. Non si sa quale foglia cadrà domani.<br />

Possiamo contare quante foglie cadono in un minuto (A) e quanto foglie<br />

stanno sull’albero (N).<br />

<strong>La</strong> probabilità λ che una particolare foglia cada nel prossimo minuto sarà<br />

λ = A/N<br />

Questa probabilità sarà uguale anche quando sull’albero saranno<br />

rimaste poche foglie (A diminuisce proporzionalmente a N).<br />

Il numero di foglie A che cadono in un minuto diminuisce nel tempo<br />

(diminuisce N).<br />

Se le foglie sono inizialmente 1000 dopo un giorno ne saranno rimaste<br />

500: 1 giorno è il tempo di dimezzamento.<br />

Il secondo giorno cadranno la metà delle foglie, quindi 250, il terzo 125.<br />

Il tempo di dimezzamento non dipende dal numero delle foglie.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 17


Attività, probabilità e dimezzamento<br />

caduta delle foglie<br />

1200<br />

1000<br />

foglie<br />

800<br />

600<br />

400<br />

foglie che cadono<br />

foglie rimaste<br />

foglie cadute<br />

200<br />

0<br />

0 2 4 6 8<br />

giorni<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 18


<strong>La</strong> legge del decadimento radioattivo<br />

Si dispone al tempo t 0<br />

di un definito numero N 0<br />

di nuclei di un nuclide radioattivo .;<br />

la probabilità di decadimento λ è costante per cui il numero di nuclei radioattivi<br />

diminuisce nel tempo; l’attività (numero di decadimenti/s) diminuisce costantemente<br />

in quanto A = λ*N.<br />

Il calcolo dei nuclei radioattivi rimasti dopo un tempo t richiede la risoluzione di<br />

un’equazione differenziale.<br />

Il risultato è la legge del decadimento secondo la quale:<br />

N(t) = N 0<br />

*e -λt<br />

N(t): nuclei radioattivi ancora presenti al tempo t<br />

λ: probabilità di decadimento del nuclide<br />

N 0 : nuclei radioattivi presenti al tempo t = 0<br />

Ne consegue che l’attività A al tempo t sarà:<br />

A(t) = A 0<br />

*e - λt<br />

A 0 = attività del campione al tempo t = 0<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 19


Velocità di decadimento dei nuclidi<br />

radioattivi<br />

Ad ogni emissione di una particella corrisponde il<br />

decadimento di un nucleo.<br />

<strong>La</strong> frequenza con la quale vengono emesse particelle<br />

radioattive a partire da un certo numero di nuclei è un<br />

fenomeno statistico.<br />

Essa dipende dall’instabilità dei nuclei: maggiore è la loro<br />

instabilità e più frequente sarà l’emissione.<br />

<strong>La</strong> velocità con la quale i nuclei di un isotopo decadono<br />

viene espressa con il semiperiodo o emivita: esso è il<br />

tempo dopo il quale la metà dei nuclei presenti inizialmente<br />

nel campione si sono trasformati attraverso il decadimento.<br />

Esso non dipende dal numero di nuclei inizialmente<br />

presenti.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 20


Il semiperiodo di un nuclide radioattivo<br />

Il semiperiodo o emivita (<br />

t 1 ) di un nuclide radioattivo corrisponde<br />

2<br />

al tempo dopo il quale il numero di nuclei radioattivi ancora presenti<br />

è la metà di quello iniziale (N 0<br />

).<br />

Dalla legge del decadimento radioattivo si ricava dunque:<br />

N<br />

2<br />

0<br />

= N0<br />

*<br />

e<br />

−λ*<br />

t<br />

1<br />

2<br />

Da cui ne consegue:<br />

t 1 =<br />

2<br />

ln 2<br />

λ<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 21


<strong>La</strong> misura dell’attività: il contatore Geiger (1928)<br />

Le particelle emesse dalla sorgente radioattiva penetrano nella camera<br />

attraverso il setto e ionizzano molecole di argon: gli ioni Ar + sono accelerati e<br />

catturati dal catodo (parete della camera) e gli elettroni emessi sono catturati<br />

dal filo metallo (anodo): si genera corrente nel circuito elettrico in forma di<br />

impulsi corrispondenti ai singoli elettroni, quindi alle singole particelle emesse<br />

dalla sorgente.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 22


<strong>La</strong> schermatura delle particelle α e β<br />

Il contatore Geiger evidenzia che l’aria, un foglio di carta, il vetro o una lamina<br />

metallica possono bloccare le particelle emesse da una sorgente radioattiva:<br />

hanno effetto schermante il potere schermante di un materiale viene espresso<br />

mediante la profondità che le particelle riescono a raggiungere in esso o<br />

attraverso lo spessore dopo il quale l’attività viene dimezzata.<br />

Si possono quindi realizzare delle barriere protettive efficaci, importanti per la<br />

Radioprotezione.<br />

Nella tabella alcuni valori di spessore di schermatura (totale) e di spessore<br />

di dimezzamento<br />

radiazione<br />

effetto schermante<br />

aria<br />

acqua<br />

materia solida<br />

α<br />

totale<br />

< 0.1<br />

m<br />

< 0.01 mm<br />

~ 0 cm<br />

β<br />

totale<br />

< 10 m<br />

< 2 cm<br />

< 10 mm<br />

γ<br />

dimezzamento<br />

100m<br />

10 cm<br />

3 cm<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 23


Calcoli per la radioprotezione<br />

<strong>La</strong> relazione tra attività ad una determinata profondità nel materiale e profondità<br />

è simile a quella tra attività e tempo in quanto la diminuzione del numero di<br />

impulsi/secondo è proporzionale allo spazio percorso nel materiale:<br />

∆Z(<br />

x)<br />

∆x<br />

= −c*<br />

Z(<br />

x)<br />

Per valori di ∆x infinitamente<br />

piccoli<br />

Ne consegue che l’attività ad una profondità x nel materiale sarà:<br />

Z( x)<br />

= Z0<br />

* e<br />

E lo spessore di dimezzamento sarà:<br />

−cx<br />

d<br />

= 1<br />

2<br />

ln 2<br />

c<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 24


Radiazione e energia: la dose assorbita<br />

L’effetto biologico delle radiazioni è da riferire al loro potere ionizzante su<br />

molecole biologiche: l’effetto di una radiazione dipende quindi dalla qualità e<br />

dalla quantità di energia effettivamente assorbita.<br />

Viene dapprima definita la dose di energia assorbita come rapporto<br />

tra l’energia assorbita e la massa corporea irradiata:<br />

Dose di energia<br />

D<br />

=<br />

Energia<br />

Massa tessuto<br />

_ assorbita<br />

_ irradiato<br />

L’unità di energia assorbita è 1 Gray = 1 Gy= 1 J/kg<br />

Vengono inoltre definite:<br />

•<strong>La</strong> dosisleistung quale rapporto tra dose assorbita D e tempo di irraggiamento<br />

•L’intensità di irraggiamento quale rapporto tra dosisleistung e superficie irraggiata<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 25


<strong>La</strong> dose equivalente<br />

L’attività di un materiale radioattivo non è una misura della sua pericolosità biologica.<br />

Questa dipende dall’energia trasportata dalla radiazione al momento in cui<br />

Interagisce con le molecole sensibili, ionizzandole.<br />

Quindi determinanti diventano l’energia legata all’emissione, la distanza percorsa<br />

dalla radiazione e il materiale attraversato.<br />

Inoltre si ha un effetto ionizzante solo se c’è corrispondenza tra l’energia necessaria<br />

alla ionizzazione e il quanto di energia liberato con l’emissione.<br />

Ad esempio le particelle β attraversando una cellula producono da 10 a 100 ioni<br />

mentre una particella α (meno energetica) ne produce da 10’000 a 70’000.<br />

Viene quindi definito un fattore di qualità Q che permette di esprimere la<br />

dose equivalente assorbita H:<br />

H = D * Q<br />

L’unità di misura per H è il il Sievert (Sv): 1 Sv = 1 J/kg<br />

Dose naturale assorbita in Ticino: 1 mSv/anno (Leibstadt: 0.7 mSv/anno)<br />

Dose massima ammessa (CH): 5 mSv/anno<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 26


Il fattore di equivalenza Q<br />

Radiazione<br />

Fattore Q<br />

Röntgen (X)<br />

1<br />

γ<br />

1<br />

β<br />

1<br />

neutroni<br />

10<br />

α<br />

20<br />

Dalla tabella ne consegue che le emissioni più pericolose sono le α.<br />

Queste si spengono però con grande facilità e quindi non danno assorbimenti<br />

Rilevabili a breve distanza. Sono invece estremamente pericolose se<br />

vengono emesse direttamente nelle cellule, quindi se i materiali radioattivi<br />

Attraverso dispersione ambientale vengono accumulati dall’organismo<br />

(vedi caso storico dell’acqua al radio)!<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 27


<strong>La</strong> dose equivalente effettiva<br />

I vari organi del corpo umano sono diversamente sensibili alle radiazione,<br />

in funzione della struttura delle cellule dei loro tessuti. Questo viene considerato<br />

Mediante un fattore di sensibilità per il calcolo della dose equivalente effettiva<br />

assorbita dal corpo:<br />

effettiva<br />

∑<br />

H *<br />

= wi<br />

Hi<br />

Organo<br />

Fattore di sensibilità<br />

W i<br />

= fattore di sensibilità per l’organo i<br />

H i<br />

= dose equivalente assorbita dall’organo i<br />

gonadi<br />

seno<br />

midollo osseo<br />

polmone<br />

0.2<br />

0.05<br />

0.12<br />

0.12<br />

pelle<br />

0.01<br />

fegato<br />

0.05<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 28


Radiazioni: propagazione e schermatura<br />

Le radiazioni α sono particelle con carica positiva (2 neutroni e 2 protoni)<br />

e si spengono dopo circa 1 cm nell’aria; possono pure essere bloccate<br />

con un semplice foglio di carta.<br />

Le radiazioni β - hanno carica negativa (elettroni ad alta energia emessi<br />

dal nucleo), sono più energetiche e si propagano nell’aria per circa 1 m;<br />

possono pure essere bloccate con schermi di materiali opportuni per<br />

esempio piombo o acciaio con spessori di alcuni mm.<br />

Le emissioni α e β possono essere accompagnate da radiazioni γ (onde<br />

elettromagnetiche più energetiche dei raggi X) che si propagano nell’aria<br />

statisticamente per circa 100 m.<br />

Raggi γ e X possono anche essere prodotti dalla collisione di particelle α<br />

e β con nuclei di atomi eccitabili (radiazione secondaria).<br />

Queste radiazioni vengono bloccate per urto diretto con nuclei stabili;<br />

molto adatto è il piombo, materiale ad alta densità atomica con nuclei<br />

molto stabili.<br />

L’assorbimento delle radiazioni γ e X è esponenziale rispetto allo<br />

spessore del materiale schermante e questo spessore può essere<br />

facilmente calcolato per avere una schermatura efficace.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 29


Radiazioni: esposizione diretta<br />

Gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti<br />

dipendono dall’energia trasportata dalla<br />

radiazione e dalla sua natura (α,β,γ,X, UV,<br />

neutroni, ecc.):<br />

I diversi tipi di radiazione possono dare a<br />

parità di energia trasportata effetti biologici<br />

diversi che vanno da quelli benefici della<br />

medicina nucleare a quelli negativi o<br />

addirittura letali delle sovraesposizioni.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 30


Radiazioni: esposizione diretta<br />

Viene definita un valore limite (dose<br />

massima) sotto il quale la salute umana non<br />

è a rischio di danni: si tratta di un valore<br />

equivalente calcolato in base all’energia<br />

assorbita per kg di massa corporea<br />

moltiplicata per un fattore che dipende dal<br />

tipo di radiazione.<br />

<strong>La</strong> dose equivalente massima viene definita<br />

sia per tutto il corpo come valore medio, sia<br />

per parti di esso particolarmente sensibili<br />

(organi genitali, fegato, ecc.).<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 31


Radioattività e radiazioni: unità di misura<br />

L’attività di una massa di materiale radioattivo è<br />

espressa in Becquerel:<br />

1 Bq = 1 decadimento/s<br />

(ev. Bq/m 3 )<br />

L’energia assorbita attraverso l’esposizione viene<br />

espressa in Gray:<br />

1 Gy = 1 J/kg<br />

<strong>La</strong> dose equivalente viene espressa in Sievert (Sv<br />

o mSv) e calcolata in Gy x Q dove Q è il fattore di<br />

qualità che dipende da tipo di radiazione.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 32


Radioattività e radiazioni: rischio da<br />

esposizione<br />

Il rischio da esposizione non dipende dall’attività di un<br />

materiale radioattivo presente nell’ambiente (cioè dal<br />

numero di decadimenti nel tempo) ma dalla dose assorbita<br />

dal corpo, quindi dall’energia e dalla qualità delle radiazioni<br />

alle quali si può essere esposti.<br />

<strong>La</strong> dose equivalente limite alla quale può essere esposta<br />

una persona professionalmente è di 50 mSv per anno.<br />

Questo tasso corrisponde ad un rischio teorico di insorgenza<br />

di gravi malattie (cancro o danni genetici) equivalente ai<br />

normali rischi quotidiani.<br />

I valori realmente misurati nel personale addetto a impianti<br />

nucleari è inferiore a 10 mSv per anno.<br />

Per persone non addette il valore limite è di 5 mSv/anno<br />

mentre qualsiasi impianto anche nucleare non deve dare<br />

incrementi nella popolazione oltre 0.3 mSv/anno per singole<br />

persone.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 33


Radioattività e radiazioni: misura<br />

dell’attività e dell’esposizione<br />

L’attività di un materiale o di un singolo nuclide,<br />

l’energia delle radiazioni e la dose dell’esposizione<br />

vengono misurate con rivelatori basati sul principio<br />

dei contatori Geiger:<br />

Le radiazioni ionizzanti producono la ionizzazione di<br />

un gas presente in un tubo attraverso una finestra.<br />

<strong>La</strong> conducibilità elettrica che ne deriva e la corrente<br />

elettrica generata permettono la misura. Utilizzando<br />

specifici materiali per pareti, finestre e gas possono<br />

essere rivelate tutte le diverse radiazioni (α,β,γ,X,<br />

neutroni).<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 34


Radioattività e radiazioni: esempi di<br />

valori di esposizione<br />

L’esposizione misurata su addetti ad impianti nucleari è dell’ordine dei 10<br />

mSv (valore massimo misurato per una singola persona).<br />

L’esposizione della popolazione ticinese nei mesi seguenti l’incidente di<br />

Tschernobyl (1986) causata principalmente dai nuclidi di cesio e iodio è<br />

stata di 0.2 mSv/anno (oggi scesa a 0.01).<br />

L’esposizione media della popolazione svizzera è di 4 mSv/anno<br />

(esposizione naturale a Caslano 1 mSv/anno, a Leibstadt di 0.700<br />

(incremento da parte della centrale nucleare: 0.003 mSv/anno) 1,2 .<br />

L’esposizione alla quale sono stati esposti gli operai inviati nell’area<br />

dell’impianto del reattore aperto di Tschernobyl nei giorni seguenti<br />

l’incidente fu > 500 mSv.<br />

L’esposizione durante un’esplosione nucleare (Hiroshima, Nagasaki) è ><br />

500 µSv/h (4000 mSv/anno) nel raggio di alcuni km dal luogo<br />

dell’esplosione<br />

1<br />

http://www.bag.admin.ch/themen/strahlung/00045/02411/index.html?lang=de<br />

2 http://info.casaccia.enea.it/gsp3/Dosi/RadAmbDosIrradSvizz.pdf<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 35


Radioattività e radiazioni: fonti di esposizione<br />

<strong>La</strong> principale fonte di esposizione in Svizzera è data dal radon, un gas<br />

chimicamente inerte che si forma nel sottosuolo a partire dal decadimento naturale di<br />

uranio; esso diffonde nell’atmosfera e dà luogo a prodotti di decadimento<br />

a loro volta radioattivi. Occorre evitare che si possa accumulare nei locali abitativi.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 36


Radioattività e radiazioni: valori di<br />

esposizione in Svizzera<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 37


Materiali radioattivi: diffusione e assorbimento<br />

I materiali che emettono particelle α e β e radiazioni γ non<br />

rappresentano un pericolo se custoditi stabilmente sotto<br />

schermatura.<br />

L’emissione di particelle α è invece particolarmente<br />

pericolosa se avviene direttamente nelle nostre cellule;<br />

questo può avvenire se i nuclei responsabili vengono<br />

assimilati dall’organismo tramite l’inalazione,<br />

l’alimentazione o il passaggio diretto nel sangue.<br />

L’energia associata alla particella α nel punto e al momento<br />

dell’emissione è in grado di produrre la ionizzazione in atomi<br />

di molecole che si trovano a diretto contatto.<br />

Questa ionizzazione può tradursi in un danno fisiologico,<br />

particolarmente grave se riguarda molecole di sistemi<br />

produttivi o riproduttivi quali proteine e acidi nucleici (DNA).<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 38


<strong>La</strong> pericolosità dei materiali radioattivi<br />

Materiali radioattivi prodotti da processi tecnici controllati<br />

(centrali nucleari, medicina, ricerca,..) custoditi in sistemi<br />

schermanti appropriati non danno effetti sull’ambiente<br />

purché il loro confinamento sia ragionevolmente assicurato.<br />

Materiali radioattivi naturali presenti e confinati in rocce o<br />

giacimenti (come l’uranio nel granito della nostra regione o in<br />

giacimenti carboniferi) non rappresentano un pericolo in<br />

quanto naturalmente schermati dagli altri materiali. Essi<br />

generano la cosiddetta radioattività ambientale che può<br />

variare da luogo a luogo. Ad esempio nella zona di Verscio<br />

si misura la radioattività ambientale maggiore di tutta la<br />

Svizzera per la presenza relativamente elevata di uranio<br />

nelle rocce.<br />

http://www.zwilag.ch/security/containersurvey.asp<br />

http://www.bfe.admin.ch/radioaktiveabfaelle/01274/index.html?lang=it<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 39


<strong>La</strong> pericolosità di materiali radioattivi<br />

<strong>La</strong> presenza naturale o accidentale di nuclidi radioattivi in terreni, nelle<br />

acque o nell’aria può invece portare all’assimilazione e all’accumulo<br />

nell’organismo di nuclei radioattivi con conseguenti gravi pericoli.<br />

Alcune cause possono essere:<br />

• processi di lavorazione di rocce uranifere (polveri inalabili),<br />

• combustioni di carboni uraniferi (fumi inalabili e ricadute sulle colture)<br />

• combustione di tabacchi contenenti polonio (inalazione),<br />

• deponia o smaltimento incontrollati di scorie contenenti nuclidi<br />

radioattivi provenienti da medicina, ricerca e industria con conseguente<br />

infiltrazione nelle acque o diffusione nel terreno,<br />

• fughe di materiale radioattivo da centrali nucleari o centri di ricerca,<br />

• esplosioni nucleari (bombe a fissione o a fusione nucleare)<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 40


<strong>La</strong> pericolosità di materiali radioattivi<br />

Vi può essere un pericolo per la salute dovuto alla diffusione<br />

nell’ambiente di nuclidi assimilabili senza che si registri un<br />

apprezzabile aumento della radioattività ambientale globale.<br />

Un forte aumento della radioattività ambientale produce<br />

invece un pericolo sia per esposizione diretta e immediata<br />

alle radiazioni sia per assimilazione a medio- lungo termine<br />

di nuclidi radioattivi.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 41


<strong>La</strong> pericolosità di materiali radioattivi<br />

nel corpo umano<br />

L’assimilazione nell’organismo di nuclidi radioattivi avviene per affinità<br />

chimica:<br />

Il radio (Ra) appartiene alla stessa famiglia chimica del calcio (Ca) è<br />

può essere assimilato nelle ossa; il suo nuclide Ra-226 dà emissione α<br />

direttamente nelle cellule del tessuto osseo;<br />

L’uranio (U) può comportarsi come cromo e molibdeno e legarsi a<br />

proteine finendo nelle ossa o nel fegato dove il suo nuclide più comune<br />

U-238 emette particelle α.<br />

Il radon (Rn) è un gas inerte e pesante: viene inalato e circola nelle vie<br />

respiratorie e staziona nei polmoni; può pure diffondere nel sangue e<br />

circolare a contatto con i suoi costituenti; il nuclide Rn-222 emette<br />

particelle α può danneggiare sangue e tessuti delle vie respiratorie.<br />

Isotopi radioattivi non naturali (prodotti tecnicamente) di elementi<br />

comunemente utilizzati dall’organismo (come il nuclide I-129 dello iodio<br />

utilizzato dalla tiroide) vengono utilizzati dall’organismo come i normali<br />

isotopi stabili in quanto hanno uguale comportamento chimico.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 42


Il Carbonio-14<br />

Non si tratta di un vero e proprio isotopo naturale del carbonio.<br />

Esso viene prodotto nell’atmosfera dall’irraggiamento cosmico che produce<br />

neutroni liberi negli strati più alti dell’atmosfera.<br />

I neutroni prodotti penetrano negli strati inferiori dell’atmosfera e colpendo<br />

atomi di azoto producono atomi di C-14 liberando protoni (che si perdono<br />

senza ulteriori effetti)<br />

14<br />

7<br />

14<br />

N + n→<br />

C +<br />

Nell’atmosfera si genera di conseguenza una concentrazione di 1 nucleo C-14<br />

su 10 12 atomi C praticamente costante anche in ogni campione che scambia<br />

carbonio con l’ambiente.<br />

Il nucleo C-14 è instabile ed emette radiazione β- trasformando nuovamente<br />

in un atomo di azoto stabile:<br />

14<br />

6<br />

C→<br />

14 N 7<br />

6<br />

+<br />

β<br />

−<br />

p<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 43


<strong>La</strong> datazione con C-14<br />

Il nuclide C-14 si combina chimicamente con l’ossigeno come qualsiasi<br />

atomo di carbonio formando CO2: viene assorbito dai vegetali e si ritrova<br />

quindi in vegetali e animali dove la sua concentrazione è di 1.2E-12 fintanto<br />

che l’organismo vivente scambia carbonio con l’ambiente.<br />

Finito lo scambio con l’ambiente il contenuto di C-14 diminuirà in base alla<br />

sua probabilità di decadimento tipica λ.<br />

Il semiperiodo del C-14 è di 5730 anni. Quindi esso si adatta alla datazione di<br />

reperti archeologici in quanto con gli odierni strumenti è possibile registrare<br />

differenze di attività dovute alla diminuzione dei nuclei in periodi fino<br />

a circa 50’000 anni (circa 10 semiperiodi).<br />

<strong>La</strong> misra del C-14 avviene dopo che il campione viene trattato in modo da<br />

isolare tutto il carbonio contento. Questo carbonio puro viene bruciato a CO 2<br />

.<br />

<strong>La</strong> CO 2<br />

prodotta viene inviata nella camera di ionizzazione un contatore Geiger<br />

che rileva le emissioni. L’emissione viene confrontata con quella di un campione<br />

recente. E’ possibile utilizzare anche uno spettrometro di massa.<br />

Liceo Lugano 2. Corso di scienze sperimentali. Radioattività 44

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