Georges Didi-Huberman La conoscenza accidentale. Apparizione e ...
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RECENSIONI&REPORTS recensione<br />
attraversato da lievi movimenti il fasmide che altro non è se non<br />
la scenografia nella quale è immerso. Il fasmide non imita qualche<br />
dettaglio della natura, imita l’ambiente stesso, è esso stesso<br />
l’ambiente che imita. Il fasmide è la foglia di cui si nutre, è il<br />
ramo sul quale è poggiato. L’apparizione del fasmide ha la potenza<br />
di una rivelazione: «il fasmide – animale mitico, come avrete<br />
capito, per qualsiasi antiplatonismo – trae forza dal seguente<br />
paradosso: pur realizzando una specie di perfezione imitativa,<br />
infrange la gerarchia che qualsiasi imitazione esige» (p. 23), in<br />
poche parole «non ci sono più il modello e la sua copia: c’è una<br />
copia che divora il suo modello e un modello che non esiste più,<br />
ed è solo la copia che, per una strana legge di natura, gode del<br />
privilegio di esistere» (ibid.). L’elemento fondamentale è la<br />
dissomiglianza, cioè il fatto che è necessario un duplice mondo<br />
affinché vi sia somiglianza, duplice mondo che il fasmide fa<br />
saltare (bastava un insetto‐stecco per far saltare il<br />
platonismo!), perché esso stesso è ciò che imita, diviene ciò che<br />
imita. Nell’apparizione del fasmide, nel suo venire allo scoperto<br />
per un momento, un momento senza precisione di dettaglio e senza<br />
costruzione immaginativa, si confondono quelle che sono le quattro<br />
dimensioni dell’essere dell’immagine che in questa eterogenea<br />
raccolta vengono raccontate: somigliare apparire guardare<br />
scomparire.<br />
Il titolo originale di questa raccolta di saggi e racconti edita<br />
nel 1998 e tradotta in italiano nel 2011 è allora Phasmes. Essais<br />
sur l’apparition. Ed è proprio il fasmide a rappresentarne l’unità<br />
nell’eterogeneità: «ho preso l’abitudine di ordinare questi brevi<br />
racconti di “apparizioni” – sperimentate di fronte a oggetti<br />
eterocliti, cose della vita, giocattoli, testi mistici, frammenti<br />
di quadri, insetti, macchie d’inchiostro, racconti di sogni,<br />
relazioni etnografiche, sculture, inquadrature cinematografiche e<br />
così via – sotto la voce Fasmidi» (p. 13). I fasmidi come racconti<br />
e saggi di apparizioni accidentali rappresentano un sentiero<br />
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