Georges Didi-Huberman La conoscenza accidentale. Apparizione e ...
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RECENSIONI&REPORTS recensione<br />
ossessione della visibilità compiuta e perfetta, della leggibilità<br />
assoluta dell’immagine come se si trattasse di parole (ma poi<br />
sarebbe da chiedere: le parole sono davvero così leggibili in<br />
maniera dettagliata?) Lo storico dell’arte allora dovrebbe andare<br />
«al di là del principio di dettaglio» (p. 95) così come è<br />
necessario andare al di là del sintomo e cercare altrove il<br />
significato della malattia. Il luogo della ricerca di senso<br />
dell’opera d’arte non è la clinica di Charcot ma un vivarium<br />
abitato da fasmidi.<br />
Nel saggio I paradossi dell’essere da vedere <strong>Didi</strong>‐<strong>Huberman</strong>, forse<br />
non troppo sotterraneamente attratto dai platonismi di qualsiasi<br />
sorta, discute quello che gli sembra essere il problema<br />
fondamentale in Sant’Agostino, il fatto che «l’uomo tenda verso il<br />
visibile come tende verso il nulla» (p. 129) e che quest’uomo<br />
«potrà salvarsi solo se si distaccherà da questa diversione<br />
nell’essere – questa perversione –, attraverso un movimento di<br />
conversione che gli offrirà qualche possibilità di rivolgersi<br />
all’essere» (p. 130). Ma questo movimento di conversione conduce a<br />
un paradosso. Se Dio è l’essere da vedere, da contemplare, la luce<br />
in quanto ciò che permette la visibilità stessa, l’esistenza delle<br />
cose, ma se la visibilità si ha attraverso gli occhi e ciò di cui<br />
si nutrono gli occhi e l’animo peccatore degli uomini non è altro<br />
che nulla, allora la visione, il guardare contiene in sé un<br />
paradosso ineludibile, che si può guardare veramente soltanto<br />
quando si è morti, quando la visibilità stessa obbedirà a regole<br />
totalmente differenti e la visione non sarà altro che una metafora<br />
senza referente.<br />
Questo libro si legge allo stesso modo con facilità e con<br />
difficoltà. Presuppone letture su più livelli e la stessa<br />
scrittura, sempre sul filo tra saggistica e letteratura, mette<br />
alla prova il lettore. A tratti si rimane semplicemente<br />
suggestionati e affascinati da un grande prosatore moderno, il<br />
pensiero si lascia trascinare dalle immagini (di parole) perché le<br />
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