Il progetto Tagetik nel Gruppo API - andaf
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News del Comitato Pianificazione e Controllo<br />
Cambiamenti e instabilità si stanno verificando come mai prima d'ora, alimentati da una serie di variabili quali globalizzazione, social<br />
media, sussulti di natura geopolitica, macro-economie (debito sovrano), innovazione tecnologica e novità normative. Se è vero che<br />
l'evoluzione da sempre rappresenta una prerogativa dello scenario business, è altrettanto vero che la rapidità e la portata di ciò che sta<br />
accadendo richiedono un'analisi diversa. Le imprese devono infatti essere molto ben equipaggiate per restare competitive. Per contro<br />
l'attuale situazione produce un impatto positivo su sistemi e processi che supportano gli iter decisionali e, in maniera ancora più estesa,<br />
su qualsiasi attività dell'azienda, dagli approvvigionamenti fino al delivery di prodotti e servizi.<br />
I sistemi ERP che stanno alla base delle architetture aziendali degli ultimi vent'anni hanno ben supportato le attività delle grandi<br />
multinazionali. Le innovazioni introdotte via via <strong>nel</strong> tempo a livello di Business Intelligence, Performance Management, Governance Risk e<br />
Compliance hanno contribuito ad arricchire l'offerta attuale; inoltre, le iniziative di trasformazione finanziaria riguardanti le aree del<br />
financial reporting, dei servizi condivisi e del business planning integrato hanno conferito un valore notevole ai sistemi oggi in uso. Ciò<br />
nonostante le esigenze proprie del 21° secolo vanno oltre, richiedendo nuove dinamiche di flessibilità nei sistemi e architetture avanzate<br />
a supporto delle operazioni finanziarie.<br />
L'attenzione nei confronti delle funzionalità ha aperto la strada ad una visione orientata al processo delle modalità di gestione del<br />
business, visione secondo la quale best practice, ruoli business e strumenti analitici vengono profondamente integrati <strong>nel</strong> livello<br />
applicativo. L'impatto prodotto da interfacce utente particolarmente intuitive e il bisogno di condividere informazioni comuni,<br />
standardizzate e verificate trasversalmente all'impresa sono oggi due aspetti oggetto di particolare attenzione. Un nuovo approccio di<br />
pensiero che, insieme a capacità di processo flessibili, evidenzia un forte divario tra i sistemi in uso e una nuova generazione di sistemi<br />
molto più agili e adeguati alle esigenze di una realtà come quella dei mercati in rapida evoluzione. E a questo riguardo, il cambiamento –<br />
la modernizzazione finanziaria – diventa oggi più che mai una sfida da affrontare e superare.<br />
L’aspetto positivo è che a differenza del passato, quando innovare i sistemi significava operare un cambiamento radicale del tipo di<br />
approccio - il cosiddetto ‘big-bang’ - il nuovo paradigma permette di introdurre nuove capability con un maggiore allineamento rispetto<br />
alle necessità aziendali. Questo significa che le imprese possono dotarsi delle strutture necessarie ad affrontare il nuovo scenario con il<br />
minimo sconvolgimento delle loro attività di business.<br />
Intervista a Pietro Tonon: il punto di vista di un CFO<br />
a cura di Luisa Pastega www.luisapastega.it<br />
Ciao Pietro, di che cosa ti occupi?<br />
Sono il CFO (Chief financial officer, ossia responsabile amministrazione, finanza e controllo)<br />
di Climaveneta S.p.A., società leader <strong>nel</strong>la produzione di impianti di condizionamento.<br />
La Società fino a fine 2011 era parte del <strong>Gruppo</strong> Dè Longhi (settore professional).<br />
A partire dal 2012 è la società più importante in termini di fatturato e redditività di DeLclima, società debuttante in Borsa.<br />
Facendo leva sulle tue competenze ed esperienze, quali consigli daresti a una PMI?<br />
PRIMO. Innanzi tutto, per quanto sia difficile, consiglio di crearsi un budget e di monitorarlo di continuo. Dovrebbe rispondere a queste<br />
domande: qual è l’obiettivo (ad es. di vendita, di marginalità,…)? Qual è la fonte delle vendite aziendali, dei ricavi e dei costi? Rispondere<br />
a queste domande permette di individuare i centri di costo e di ricavo, e quindi, i centri di profitto. SECONDO. Avere a disposizione un<br />
“cruscotto di controllo”, costruito ad hoc sulle esigenze della società. Questo riassume gli elementi critici e offre una visione sintetica<br />
dello stato di salute dell’azienda. Ad esempio, sarebbe consigliabile includere <strong>nel</strong> cruscotto quanto meno indicatori relativi a “fatturato<br />
complessivo”, “ordinato”, e “marginalità industriale” (da intendersi come “primo margine dopo la copertura dei costi variabili”), dando<br />
evidenza, per ciascun indicatore, degli scostamenti rispetto agli obiettivi individuati <strong>nel</strong> budget. TERZO. Predisporre un bilancino mensile<br />
(conto economico), riclassificato suddividendo tra costi variabili e costi fissi, oltre che tra parte industriale, commerciale e di struttura. In<br />
alternativa, quanto meno bisognerebbe poter disporre di un report periodico che analizzi l’incidenza dei costi fissi sul fatturato, allo scopo<br />
di comprendere se i costi di struttura sono (o non sono) adeguati rispetto alla dimensione del fatturato. QUARTO. Monitorare e gestire<br />
bene il capitale circolante, partendo dalla creazione di un indicatore che dia chiare informazioni sull’incidenza del capitale circolante sul<br />
fatturato rolling. Del resto, spesso il capitale circolante risulta essere la parte preponderante del capitale investito in azienda. <strong>Il</strong> tutto<br />
senza dimenticare l’analisi specifica dell’andamento dei giorni clienti/fornitori/magazzino.<br />
segue<br />
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