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PDF (Il problema dei metalli pesanti)

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CANTINA<br />

LIMITI DI LEGGE<br />

<strong>Il</strong> <strong>problema</strong> <strong>dei</strong> <strong>metalli</strong> p<br />

di Matteo Marenghi<br />

Molti <strong>metalli</strong><br />

<strong>pesanti</strong>, a bassi<br />

dosaggi,<br />

sono utili alla<br />

vita dell’uomo<br />

e delle piante.<br />

Poi,<br />

all’aumentare<br />

della loro<br />

concentrazione,<br />

si raggiunge<br />

un livello<br />

di tolleranza,<br />

passato il quale<br />

si incappa in<br />

vere e proprie<br />

soglie di<br />

tossicità. Un<br />

preciso quadro<br />

normativo<br />

ne regola i limiti<br />

massimi nei vini<br />

e negli aceti.<br />

La prevenzione<br />

parte<br />

dal campo<br />

Tra i contaminanti ambientali<br />

i <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong><br />

rivestono un ruolo<br />

di primaria importanza<br />

poiché, a causa della<br />

loro inerzia metabolica, residuano<br />

permanentemente e<br />

danno luogo al fenomeno del<br />

bioaccumulo. In forma inorganica,<br />

o uniti a molecole organiche<br />

in seguito all’intervento<br />

della flora batterica, si<br />

concentrano lungo la catena<br />

alimentare, fino all’uomo ove<br />

si accumulano in particolari<br />

organi o tessuti procurando<br />

problemi alla salute.<br />

Le fonti di provenienza possono<br />

essere varie: attività industriali<br />

(fiumi, rifiuti liquidi e<br />

solidi), rifiuti urbani, gas di<br />

scarico delle macchine, fitofarmaci,<br />

ecc.<br />

“I <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong> sono 54 –<br />

ha spiegato Gabriella Arena<br />

dell’Università di Messina durante<br />

il recente convegno<br />

faentino del Momevi – alcuni<br />

di essi come Fe, Cu, Zn, Co,<br />

Cr, Se, Mn, Mb, in dosi minime,<br />

sono sostanze essenziali<br />

per l’organismo, mentre risultano<br />

dannosi a dosi più elevate;<br />

altri, quali Pb, Hg e As<br />

(metalloide) sono inutili o,<br />

per lo meno, la loro essenzia-<br />

78<br />

VIGNEVINI 7/8 - 2005


CANTINA<br />

esanti<br />

La legge 178/2002 è un punto<br />

fermo nella normativa che<br />

riguarda gli alimenti. Gli oblità<br />

deve essere ancora provata,<br />

e già a basse concentrazioni<br />

esplicano azione tossica”.<br />

La presenza di elementi inorganici<br />

nel vino dipende da<br />

tanti fattori: i processi di vinificazione,<br />

le condizioni pedoclimatiche<br />

(natura del terreno,<br />

piovosità, ecc.), i trattamenti<br />

fitosanitari, le varietà<br />

delle uve ed il loro stato di<br />

TAB. 1 - Limiti <strong>dei</strong> <strong>metalli</strong><br />

nei vini destinati<br />

al consumo diretto<br />

Elemento<br />

Zinco<br />

Rame<br />

Piombo<br />

Bromo<br />

Lara La Pera, dell’Università<br />

di Messina, ha indagato l’influenza<br />

<strong>dei</strong> trattamenti fitosamaturazione.<br />

Negli aceti, la presenza di<br />

elementi inorganici può essere<br />

dovuta alla materia prima<br />

(vino), ma non solo; importanti<br />

cessioni possono essere<br />

dovute al contatto con<br />

eventuali materiali contaminanti<br />

durante la produzione,<br />

oppure a fenomeni di inquinamento<br />

ambientale. Prova ne<br />

è che la tracciabilità degli<br />

aceti può essere effettuata<br />

monitorando il contenuto <strong>dei</strong><br />

<strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong>.<br />

Ovviamente, e già da tempo,<br />

la legislazione prevede <strong>dei</strong> limiti<br />

di legge per i <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong><br />

sia negli aceti che nel<br />

vino; esiste anche una metodica<br />

analitica ufficiale per il<br />

dosaggio di queste sostanze,<br />

si tratta della spettroscopia<br />

d’assorbimento atomico, anche<br />

se pure altre modalità,<br />

non ufficiali, portano a risultati<br />

attendibili.<br />

GLI OBBLIGHI<br />

DELLE AZIENDE<br />

Contenuto massimo<br />

5 (mg/l)<br />

1 (mg/l)<br />

0,2 (mg/l)<br />

1 (mg/l)<br />

È noto come la viticoltura, da<br />

svariati decenni, impieghi<br />

prodotti a base di rame per<br />

proteggere pianta e produzioni<br />

da numerose patologie,<br />

specie fungine. Ma non mancano<br />

le preoccupazioni in meblighi<br />

degli operatori, stabiliti<br />

da questa legge, riguardano<br />

fondamentalmente la sicurezza,<br />

la responsabilità, la<br />

tracciabilità, la trasparenza,<br />

l’urgenza, la prevenzione, la<br />

cooperazione. Molto discusso<br />

ultimamente il capitolo<br />

della tracciabilità. Ma che significa<br />

nel concreto questo<br />

termine? “Significa – ha precisato<br />

Sergio Galassi dell’Università<br />

di Bologna – che il<br />

prodotto non deve avere misteri,<br />

ovvero che nel processo<br />

che ha portato alla sua<br />

formazione non ci sono passaggi<br />

sconosciuti, e la sua<br />

storia è trasparente e documentata”.<br />

“Comunque – ha rassicurato<br />

il professore – è da rilevare<br />

che gli inquinamenti e/o contaminazioni<br />

da <strong>metalli</strong> sono<br />

fortemente diminuiti nel tempo;<br />

si registravano infatti tenori<br />

più elevati quando, ad<br />

esempio nei primi anni del<br />

’900, tanti materiali di cantina<br />

non erano di fatto idonei<br />

alla lavorazione e stoccaggio<br />

del vino. Anche l’industria vetraria<br />

nel tempo ha diminuito<br />

la quantità di ossido di piombo<br />

presente nelle fusioni,<br />

contribuendo ad abbassare i<br />

tenori di questo elemento nel<br />

vino.<br />

ORIGINE<br />

DEI CONTAMINANTI<br />

nitari alla vite sui contenuti<br />

in <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong> del vino.<br />

“Abbiamo esaminato – ha<br />

spiegato la ricercatrice –<br />

campioni di vino provenienti<br />

da tre regioni differenti, con<br />

viti trattate con diversi pesticidi<br />

(dal rame, allo zolfo, a<br />

molecole più complesse).<br />

Per testimone si è utilizzato<br />

un filare trattato con sola acqua.<br />

Abbiamo notato che, effettivamente,<br />

i trattamenti<br />

organici ed inorganici influenzano<br />

la concentrazione in rame,<br />

piombo e zinco <strong>dei</strong> vini”.<br />

Ma anche il periodo di invecchiamento<br />

ha influenza sul<br />

contenuto in <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong><br />

ed anioni inorganici, come<br />

pure la varietà di uva ed il residuo<br />

zuccherino. È quanto è<br />

emerso in una sperimentazione<br />

sui vini Marsala Oro e Ambra.<br />

Pur con concentrazioni<br />

in cloruri, solfati, cadmio, rame,<br />

piombo e zinco inferiori<br />

ai limiti legali, infatti, si è notata<br />

una correlazione positiva<br />

tra età <strong>dei</strong> vini (dovuta a<br />

maggiori periodi di invecchiamento<br />

in botti di rovere) e la<br />

concentrazione di ioni inorganici.<br />

L’ACCUMULO<br />

DI RAME NEL TERRENO<br />

VIGNEVINI 7/8 - 2005 79


CANTINA<br />

TAB. 2 - Scarti compostati nel 2003 in Italia<br />

Tipologie Caratteristiche % sul totale<br />

Umido Scarto organico proveniente da raccolta differenziata 36<br />

Verde Scarto organico prodotto da materiale vegetale 30<br />

Fanghi Sottoprodotto di depurazione <strong>dei</strong> reflui 22<br />

Altro Altri sottoprodotti non compresi nei precedenti 12<br />

rito ad un possibile accumulo<br />

di questo elemento nel suolo.<br />

Una sperimentazione condotta<br />

dal dipartimento di colture<br />

arboree dell’Università di Bologna<br />

ne ha indagato, su<br />

piante in vaso e con differenti<br />

tipi di terreno, la dinamica,<br />

per individuare anche la soglia<br />

di tossicità del rame nel<br />

terreno per la vite stessa.<br />

“Si è visto – ha spiegato Moreno<br />

Toselli – che l’aggiunta<br />

di solfato di rame non ha modificato<br />

il pH del terreno. Inoltre<br />

le frazioni di rame disponibile<br />

e di rame scambiabile sono<br />

risultate maggiormente<br />

correlate tra loro nel suolo<br />

sabbioso che in quello argilloso.<br />

Nell’acqua di percolazione è<br />

stata rilevata una concentrazione<br />

di rame crescente in<br />

proporzione alla quantità dello<br />

stesso elemento nel suolo,<br />

con valori che sono oscillati<br />

da 15-20 a 500 microgrammi/litro<br />

(nel caso di suoli con<br />

la concentrazione di Cu più<br />

elevata).<br />

La biomassa microbica è diminuita<br />

all’aumentare della<br />

concentrazione di rame nel<br />

suolo, soprattutto nel terreno<br />

argilloso”.<br />

Inoltre, l’attività fotosintetica<br />

nelle foglie delle viti allevate<br />

nei suoli arricchiti con<br />

1.000 ppm di Cu è diminuita<br />

rispetto ai suoli con dotazione<br />

naturale di Cu; tale riduzione<br />

è risultata maggiore nei<br />

suoli sabbiosi rispetto a quelli<br />

argillosi. Nel corso della<br />

sperimentazione non si sono<br />

notati evidenti sintomi da fitotossicità<br />

a livello fogliare<br />

ed il limite di tossicità (per il<br />

suolo e la pianta) sembra essere<br />

abbastanza elevato<br />

(600 ppm).<br />

L’IMPIEGO DEL COMPOST<br />

IN AGRICOLTURA<br />

<strong>Il</strong> compost è il prodotto di risulta<br />

del trattamento aerobico<br />

di biomasse di scarto. <strong>Il</strong><br />

suo impiego in Italia non è<br />

diffuso da tempo (meno di 10<br />

anni), ma viene sempre più<br />

80<br />

attentamente considerato in<br />

quanto si registra una crescente<br />

diminuzione del tenore<br />

di sostanza organica nei<br />

terreni, in genere. La sostanza<br />

organica ha innumerevoli<br />

effetti positivi, ed inoltre<br />

blocca anche la solubilità ed<br />

assimilabilità <strong>dei</strong> <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong><br />

nei suoli. “Nel 2003 –<br />

ha spiegato Massimo Cementero<br />

del Consorzio italiano<br />

compost – sono state<br />

compostate oltre 2.700.000<br />

tonnellate di rifiuti organici<br />

ed esistono nel nostro Paese<br />

più di 250 impianti di produzione<br />

del compost”.<br />

Dal punto di vista commerciale<br />

si distingue fra ammendante<br />

compostato verde, che<br />

deriva solo da materiale vegetale<br />

ed è un prodotto che<br />

generalmente va ad integrare<br />

i terricci torbosi, e ammendante<br />

compostato misto, che<br />

origina da qualsiasi matrice<br />

organica, è più ricco in elementi<br />

nutritivi e tende a sostituire<br />

il letame nel mantenimento<br />

della sostanza organica<br />

nel terreno. <strong>Il</strong> 52% del<br />

compost finisce nell’agricoltura<br />

di pieno campo, su colture<br />

le più diverse, dal mais<br />

alla vite. In viticoltura sono<br />

sempre più frequenti pratiche<br />

di distribuzione del compost<br />

nell’interfilare, su impianti<br />

adulti, oppure, ultimamente,<br />

se ne è visto l’utilizzo, anche<br />

per l’effetto pacciamante,<br />

sulla fila nei primi anni di impianto<br />

del vigneto.<br />

Esistono tre tipi di certificazione<br />

europea per il compost:<br />

“Ecolabel”, marchio “Cic”, e<br />

“consentito in agricoltura<br />

biologica”, quest’ultima dicitura<br />

caratterizza la maggior<br />

parte del materiale in commercio.<br />

La qualità del compost è più<br />

che altro funzione della qualità<br />

fisico-chimica delle matrici<br />

che vengono compostate,<br />

e vi sono, sul prodotto finito,<br />

precisi limiti legali alla presenza<br />

di <strong>metalli</strong> <strong>pesanti</strong>, per<br />

salvaguardare eventuali indesiderate<br />

possibilità di accumulo<br />

nei terreni. <br />

VIGNEVINI 7/8 - 2005

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