Quelli che il volontariato... - VIS - Volontariato Internazionale per lo ...

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Quelli che
il volontariato...
...lo accarezzano come un sogno e
fanno dei sogni la concretezza della vita quotidiana;
...lo vivono con profonda motivazione e
rientrano con motivazioni ancora più profonde;
...lo vivono con paura
ma fanno delle loro paure le loro sfide quotidiane.
ono i volontari che ho conosciuto,
quelli che sento al telefono quando
vorrebbero partire, quelli che incontro qui
nella sede del VIS, che poi partono e che poi
rientrano e poi a volte ripartono ancora, ma
che più spesso rimangono in Italia e si impegnano
e lavorano per far sì che la loro esperienza
non resti solo una parentesi.
Sono anche quelli che rischiano la loro vita,
Quelli che a volte faticano ma quando tornano vorrebbero
intraprendere una nuova fatica.
Quelli che partono con un progetto in testa e tornano
con le persone nel cuore.
Valentina Barbieri - Responsabile settore volontari
S
che sfiorati dalle pallottole sono presenti in
zone di guerra e di criminalità, che prendono
la malaria, che lavorano sette giorni su
sette senza orari e senza timbrare il cartellino;
che si scontrano con una realtà così diversa
dalla nostra e con persone così diverse
da noi; che soffrono nel vedere tante ingiustizie
e che toccano con mano la povertà
della gente.
Elena Scotti Valeria Rossato Antonio Recca, Daniela Riccardi e Ismaele Sergio Pitocco

Ma sono anche quelli che intrecciano rapporti
di amicizia duraturi, che gioiscono per
i segni di speranza camminando insieme alla
gente; che si innamorano, si sposano, hanno
una figlia e la chiamano Africa come il
continente dove si sono amati; quelli che al
rientro fanno scelte radicali o che fanno della
cooperazione allo sviluppo la loro professione
e quelli che non rientrano più in Italia
e si fermano nel paese che li ha accolti; che
“adottano” il progetto e il paese in cui sono
stati e continuano a sostenerlo dall’Italia.
Storie di vita che in questi dieci anni ho visto
con i miei occhi; storie che i quasi 150
volontari del VIS inviati in questi anni hanno
vissuto.
Ci sono poi anche i pentiti, quelli che non ripartirebbero
mai più, quelli che hanno capito
che non era la loro strada. Ma anche questo fa
parte della vita di una ONG di Volontariato.
In alcuni paesi l’esperienza del volontariato
VIS è più radicata, i nostri volontari sono
presenti da anni e ci rappresentano.
La popolazione locale ci conosce e ci giudica
tramite loro e i progetti che coordinano e
gestiscono.
È il caso dell’Albania, dove i primi volontari
sono partiti nel 1994 e da allora sono stati
più di venti. E ne hanno viste tante, hanno
camminato sotto il tiro dei proiettili, hanno
accolto i profughi del Kosovo, hanno vissuto
in un prefabbricato.
È il caso dell’Angola dove dal 1998 nella casa
dei volontari sono passate tante persone,
almeno una quindicina a lungo termine,
ognuno con il suo carattere – a volte la vita
comunitaria non è facile da sopportare – ma
ognuno con la sua professionalità e il suo
impegno.
Poi Santo Domingo, che ha accolto molte
famiglie alcune con bimbi piccoli: Giacomo
un anno e Ada tre anni.
Andiamo a fare il giro del mondo
per conoscere i nostri volontari
Iniziamo attraversando l’Adriatico a pochi
chilometri dall’Italia. Siamo in Albania dove
attualmente ci sono 2 volontarie.
Elena Scotti e Valeria Rossato lavorano a
Tirana.
Elena coordina le attività del VIS nel centro
sociale di Breglumasi, alla periferia di Tirana.
Nel centro sociale c’è un asilo nido che accoglie
100 bambini, un centro medico, un centro
giovanile in cui lavorano 20 animatori
volontari, un doposcuola per bambini soprattutto
rom, un’associazione di donne.
Valeria, sociologa, è rientrata in Albania a
settembre dopo aver già fatto un’esperienza
di un anno sempre in Albania ed aver realizzato
un’indagine sociologica sui minori a rischio
di emigrazione clandestina che il VIS
ha presentato ufficialmente in un Convegno
il 18 dicembre dello scorso anno cui ha fatto
!
Francesco Balletti, Benedetta Gualandi Paolo Sassaroli Maria Cristina Gaudiano Vincenzo Grillone
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Quelli che il volontariato...
seguito un altro Convegno Internazionale
tenutosi a Tirana (vedi VISnotizie n. 44).
Ora coordina il “Progetto di assistenza ai minori
stranieri non accompagnati presenti sul
territorio italiano ed al loro rimpatrio assistito”.
Poco più a Nord, in Kosovo c’è una bella famiglia
piemontese.
Lui, Antonio Recca esperto di cooperazione
internazionale è il cooperante coordinatore
del progetto. Lei, Daniela Riccardi, oltre ad
occuparsi del progetto come amministratrice
fa anche la mamma del piccolo Ismaele,
15 mesi, il più giovane volontario VIS attualmente
in servizio!
Stanno avviando il progetto di sviluppo della
formazione professionale e di riqualificazione
dei quadri docenti. Saranno raggiunti
i primi di gennaio da Stefania Moretti, operatrice
sociale, che lavorerà per lo sviluppo
di attività socio-culturali.
Stefania ha già fatto un’esperienza di un
anno e mezzo a Tirana nel progetto “Attività
di sostegno per minori a rischio”.
Ci trasferiamo in Africa e precisamente in
Angola, dove lavorano Sergio Pitocco, gli
sposi Francesco Balletti e Benedetta Gualandi,
Paolo Sassaroli, Maria Cristina Gaudiano
e Stefania Morlacchi.
I primi 5 lavorano a Luanda, la capitale.
Sergio è il coordinatore dei progetti VIS in
Angola, Francesco cura l’amministrazione
e la contabilità, Benedetta è coordinatrice
delle attività didattiche del progetto Sambizanga
mentre Maria Cristina ne coordina le
attività sanitarie; Paolo è educatore sociale
nel progetto UNICRI e formatore nel progetto
CEI di Mota sempre a Luanda, mentre
Stefania lavora a Lwena come coordinatrice
delle attività sanitarie.
B come Burundi, come Bujumbura, la sua
capitale, e Buterere la periferia della città
dove è in atto un grande progetto.
A supervisionare i lavori di costruzione della
scuola professionale è Vincenzo Grillone, un
arzillo settantacinquenne che sarà presto affiancato
da altri volontari. Anche qui è prevista
la costruzione di una casa di volontari.
Ancora in Africa c’è Michele Mereghetti.
Come a volte accade, il suo lavoro non è inserito
in un progetto promosso dal VIS, ma
la sua presenza è una specifica richiesta dei
missionari salesiani della Guinea Conakry.
È un esperto di grafica e lavora nella conduzione
di una tipografia e nella formazione di
personale locale, oltre a partecipare attivamente
alle attività di animazione giovanile.
Per finire con l’Africa ci spostiamo in Camerun
verso cui Guido Beretta, insegnante di
elettronica, è partito i primi di ottobre per
lavorare nella scuola professionale di Ebolowa,
su richiesta di un missionario salesiano.
Attraversando l’Oceano Atlantico approdiamo
ai Caraibi nella Repubblica Dominicana.
Anche qui il VIS è presente da qualche anno
Michele Mereghetti Carlo Mandrile Marcello Prefetto Sabina Barone Matteo Radice

a supporto del Progetto Muchachos y Muchachas
con Don Bosco per il recupero e
la formazione dei ragazzi di strada di Santo
Domingo. In questi progetti hanno già operato
volontari italiani che ora hanno terminato
il servizio. L’ultimo ad aver terminato i
due anni di servizio è Carlo Mandrile, educatore
professionale, rientrato a Cuneo dalla
moglie Lorena Bosio, anche lei volontaria rientrata
anticipatamente per motivi familiari.
Marcello Prefetto invece continua il lavoro
di Mimmo Damiani, l’avvio di micro-imprese
e nel creare contatti con il mondo del
lavoro.
Da poco è partita Sabina Barone, formatrice
esperta di educazione internazionale.
Scendendo in America del Sud arriviamo in
Ecuador, dove il Progetto Programma di formazione
e di ricerca sul patrimonio biologico
forestale amazzonico è nel pieno delle
sue attività. È un progetto atipico per le specificità
del VIS e atipiche (sempre per la nostra
ONG) sono anche le figure professionali
che abbiamo inserito in questo progetto.
Matteo Radice e Laura Scalvenzi sono due
sposi; lui chimico lei agronoma lavorano a
Macas per la formazione di tecnici agronomi
rivolta alle due etnie indigene della zona,
gli Achuar e gli Shuar.
Arriviamo poi in Brasile. In questo immenso
paese abbiamo lavorato per anni con vari
progetti di formazione professionale a Matriz
de Camaragibe, Belem, Manaus. Ora non
siamo presenti ufficialmente con alcun progetto
ma siamo rappresentati dai nostri volontari.
Sandra Biondo è la più “antica” dei
nostri volontari, non in termine di età, ma
per quanto riguarda il servizio. È stata una
dei primi volontari VIS, essendo partita nel
1991 per Matriz de Camaragibe. Attualmente
dopo altre due esperienze di volontariato
è responsabile dell’Ufficio Progetti dell’Ispettoria
Salesiana di Recife. A sostegno
delle attività della Diocesi di Juina hanno
terminato i due anni di servizio Lorenzo Pegoraro
e Micaela Carlotto (di cui abbiamo
parlato nello scorso numero del VISnotizie).
A Juina è rimasta Rina Perissinotto; Andrea
Carozzi è a San Carlos-San Paolo come animatore
socio-culturale. Da poco è partito,
con destinazione Manicore, Alberto Bagatello,
istruttore di falegnameria.
È reduce da un incidente motociclistico ma
nonostante ciò la sua risolutezza nel voler
partire non è venuta meno.
Dal Brasile una puntata veloce in Bolivia dove
Monica Giordana lavora a El Alto come
animatrice sociale e culturale.
Lasciamo il continente americano per attraversare
l’Oceano Pacifico, ed atterrare in
Asia, un paese in cui recentemente il VIS ha
intensificato i progetti.
Il primo posto che incontriamo è Timor Est,
resosi recentemente indipendente dall’Indo-
!
Laura Scalvenzi Sandra Biondo Rina Perissinotto
Alberto Bagatello Andrea Carozzi Monica Giordana
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Quelli che il volontariato...
nesia. Il contatto del VIS con Timor Est risale
al settembre del 1999 a seguito degli
scontri dovuti proprio alla lotta per l’indipendenza.
Da allora abbiamo avuto molte
richieste dai salesiani locali e abbiamo consolidato
il rapporto con l’arrivo di Stefano
Del Sette, un abile automeccanico, che nelle
sue vacanze annuali va “in ferie” in Etiopia
per la riqualificazione di personale locale
nella formazione professionale.
Il nostro viaggio alla scoperta dei volontari
in servizio termina ad Hong Kong dove
Lisetta Fanigliulo, animatrice salesiana
da lungo tempo, dopo aver studiato un
minimo di lingua per poter comunicare ed
aver passato già le sue ferie dello scorso
anno in questo posto, da poco tempo lavora
per la promozione sociale dei bimbi figli
di anseniani.
Dall’Asia rientriamo in Italia dove troviamo
Anna Rho e Monica Corna, due educatrici
professionali appena rientrate dalla Francia,
che nel cammino di preparazione all’esperienza
hanno approfondito la lingua francese
per poter andare in Congo a Goma a lavorare
con i ragazzi di Padre Mario Perez.
Concludiamo questo nostro giro dando la
parola a Gianluca Antonelli, volontario in
Albania per quasi tre anni, che così ha scritto
a Don Ferdinando Colombo il giorno della
sua partenza da Tirana:
“punto e...a capo.
...almeno così si dice di solito, ma non mi
sembra proprio questo il caso.
Non si possono dimenticare i volti, i cuori, le
persone che hanno riempito quasi 3 anni
della mia vita, non si dimenticano perché
abbiamo vissuto insieme volendoci bene in
libertà, nonostante tutto.
Allora il punto diventa sì un segno importante,
ma perché può aprire nuovi capitoli,
in questo libro che ci è stato donato, non
perché ne segni la fine.
E poi, in questo continuo ricominciare, la
strada si apre davanti, sento che mi appartiene,
che devo percorrerla, anche se ci sono
timori e paure. Ma il buon Dio si fa sentire.
Domani parto.
Dico grazie a te e alle persone che ti circondano,
lì al VIS, che mi sono state vicine, mi
hanno insegnato qualcosa, mi han voluto bene,
ognuno dal suo posto e a proprio modo.
E lo dico adesso, lasciando questo paese, sapendo
che tra poco li avrò accanto, e avrò
ancor di più da imparare e da abusare della
loro pazienza!
Una curiosità: quando son arrivato qui, lessi
un libro albanese di Ismail Kadarè. Ieri, dopo
2 anni e mezzo, ho chiuso le mie notti a Tirana
con un altro libro dello stesso autore,
della mamma di Elena.
È vero: punto e a capo...ma continua.
Un abbraccio, Gianluca”.
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Lisetta Fanigliulo Anna Rho Monica Corna Stefano Del Sette