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Enio Gibellieri by Donna Impresa Magazine N.2 / 2007

http://www.donnaimpresa.com L' economia è lo studio dell'uomo nei suoi affari quotidiani” affermava l'economista Alfred Marshall. Un'opinione che ben si sposa con l’attività della Camera di Commercio di Ascoli in un contesto caratterizzato soprattutto da microimprese, in cui l'uomo o la donna che le hanno create o le guidano vi rivestono un ruolo di primissimo piano. L'analisi tracciata dal presidente della Camera di Commercio di Ascoli Enio Gibellieri sintetizza perfettamente come la “risorsa umana” abbia un ruolo fondamentale nella nostra economia ed è su questo fattore che ha basato la propria funzione di presidente di un ente che definisce "di frontiera", per far comprendere che si colloca al confine tra il mondo del "pubblico" e quello del "privato".

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L' economia è lo studio dell'uomo nei suoi affari quotidiani” affermava l'economista Alfred Marshall. Un'opinione che ben si sposa con l’attività della Camera di Commercio di Ascoli in un contesto caratterizzato soprattutto da microimprese, in cui l'uomo o la donna che le hanno create o le guidano vi rivestono un ruolo di primissimo piano. L'analisi tracciata dal presidente della Camera di Commercio di Ascoli Enio Gibellieri sintetizza perfettamente come la “risorsa umana” abbia un ruolo fondamentale nella nostra economia ed è su questo fattore che ha basato la propria funzione di presidente di un ente che definisce "di frontiera", per far comprendere che si colloca al confine tra il mondo del "pubblico" e quello del "privato".

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il cioccolato<br />

nella storia<br />

Quando noi moderni occidentali pensiamo al cioccolato, abbiamo l'immagine<br />

di una forma solida e dolce, fatto dovuto all'immeritata importanza che il<br />

cioccolato solido ha acquisito in molta letteratura specifica. Eppure, per nove<br />

decimi della sua lunga evoluzione storica, avvenuta dopo il 1521 (anno in cui<br />

cadde la capitale azteca), il cioccolato si beveva e non si mangiava. In ogni caso<br />

sembra che la vera origine del cioccolato lavorato, che risale a circa tremila anni<br />

fa, sia da attribuire agli Olmechi dei bassopiani boscosi a sud del Messico.<br />

Da questo inizio così lontano, la matassa storica si dipana<br />

passando attraverso le corti dei sovrani delle città maya del periodo classico per<br />

giungere alla civiltà azteca, periodo nel quale il cioccolato acquistò grande<br />

importanza sia come bevanda, simbolo del sangue umano nei rituali religiosi, sia<br />

come moneta e merce di scambio.<br />

Dopo la catastrofica distruzione della capitale azteca, il consumo del cioccolato<br />

fu trasformato e creolizzato dai conquistatori spagnoli.<br />

La nuova scoperta fu introdotta in Europa dove fu considerata una<br />

medicina da prendere secondo l'antica teoria ippocratico-galenica dell'epoca.<br />

Ricette preziose ed esperimenti arditi furono gelosamente custoditi nelle corti,<br />

prima spagnola, poi francese, napoletana e fiorentina. Successivamente,<br />

nell'Europa barocca, il cioccolato fu utilizzato in molti stravaganti ed elaborati<br />

modi per accompagnare altre pietanze durante i pasti di aristocratici ed<br />

ecclesiastici. Merito dell'enorme diffusione delle superstizioni della bevanda calda<br />

fu anche dei Gesuiti e della Chiesa cattolica che, con le loro ordinanze,<br />

elogiarono o dannarono il misterioso brodo indiano. Si giunse poi agli arditi<br />

esperimenti francesi e italiani che portarono il cioccolato ai confini dell'arte<br />

culinaria.<br />

Durante il periodo del colonialismo, del trasporto e dello<br />

sfruttamento degli schiavi di colore, i monopoli di Stato spagnoli poterono ancora<br />

permettersi di conservare il prezioso rito della cioccolata all'interno del loro regno.<br />

Ma, la graduale decadenza del potere spagnolo a mano a mano che l'Inghilterra,<br />

l'Olanda e la Francia guadagnavano il controllo dei mari, fece in modo che il<br />

cacao e il cioccolato venissero introdotti nei palazzi, nelle corti e nelle chocolate<br />

houses di tutta Europa.<br />

Dopo gli eccessi culinari del periodo Barocco il cioccolato,<br />

in ogni modo alimento ormai addomesticato, identificava ancora i ceti sociali<br />

aristocratici o ecclesiastici, con l'eccezione dell'Inghilterra e degli altri Paesi<br />

protestanti in cui sorsero luoghi di incontro pubblici dediti alla degustazione del<br />

cioccolato e del caffè. "Durante il periodo in cui la rivoluzione rovesciò la<br />

monarchia e l'istituzione della chiesa cattolica in Francia, tè e caffè occuparono il<br />

posto del cioccolato come bevande preferite nei salotti pubblici dell'illuminismo,<br />

ma nella sfera privata il rito del cioccolato del mattino manteneva ancora molto<br />

salde le radicate tradizioni del "lever" settecentesco" .<br />

Fino a questo momento, il cioccolato svolse un importante ruolo a<br />

livello sociale in tutta Europa e in gran parte del mondo come alimento d'élite.<br />

Con l'avvento della rivoluzione industriale, il Theobroma<br />

cacao (questo è il primo nome scientifico attribuito alla pianta) divenne solido, da<br />

mangiare sottoforma di pasticcino o pastiglie o barrette. Divenne presto uno<br />

spuntino da consumarsi al chocolate bar, accompagnato da una piacevole<br />

conversazione, spesso tra signore acculturate e all'avanguardia.<br />

Il successivo affinamento delle tecniche di produzione di massa ci riconduce allo<br />

statunitense Milton Hershey che, con la sua "città del cioccolato", portò il concetto<br />

d'industrializzazione, commercializzazione e consumo di massa, al suo punto<br />

estremo. Di conseguenza la qualità dell'alimento si abbassò notevolmente; in<br />

risposta a questo avvenimento nacque un cioccolato di prima scelta, dedicato ad<br />

intenditori, ed uno di seconda scelta, adatto per tutti.<br />

Da questo momento in poi l'affermazione del cioccolato come<br />

alimento solido da mangiare andrà ad eclissare sempre più la sua antenata<br />

bevanda calda o fredda, da centellinare sorso dopo sorso, come si era già fatto<br />

per migliaia d'anni da quando quell'anonimo indio messicano aveva trasformato il<br />

chicco di cacao in " cibo degli dei".<br />

S.ELPIDIO A MARE<br />

M.URANO<br />

FERMO<br />

Quando la<br />

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artigianali, fatti con<br />

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di prima scelta, dedicato<br />

agli intenditori”<br />

Sandro Gallucci<br />

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