Osservazioni - Centro Studi Naturalistici ONLUS
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Egregio Dott.<br />
Fabrizio Cavallo<br />
Responsabile del Procedimento<br />
Dirigente<br />
Area Funzionale del Territorio<br />
Amministrazione Provinciale<br />
Cuneo<br />
C.so Nizza 21<br />
12100 Cuneo<br />
Gent.ma Dott.ssa<br />
Francesca Solerio<br />
Responsabile Ufficio Autonomo<br />
Valutazioni di Impatto Ambientale<br />
Amministrazione Provinciale<br />
Di Cuneo<br />
C.so Nizza, 30<br />
12100 Cuneo<br />
Oggetto:<br />
osservazioni in merito a integrazioni al progetto di impianto eolico nel<br />
Comuni di Garessio, Viola e Pamparato<br />
Gent.mi Signori,<br />
a nome del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste, rappresentato da<br />
Pro Natura, Legambiente, WWF, LIPU e Cuneobirding, in riferimento al progetto di<br />
impianto eolico in località Monte Mindino, sito nei comuni di Garessio Viola e<br />
Pamparato, e in particolare alle integrazioni redatte in data 30 settembre 2007 dalla<br />
ditta GVE, presentiamo qui alcune osservazioni di merito.<br />
Pur considerando l’energia eolica una fonte rinnovabile alternativa e potenzialmente<br />
interessante per il futuro energetico nazionale riteniamo fondamentale considerare<br />
nell’accezione “rinnovabile” tutti gli aspetti biologici ed ecologici connessi con<br />
l’utilizzo del mezzo aereo, in quanto parte integrante e fondamentale dell’habitat di<br />
organismi vegetali e animali. Il suo sfruttamento a fini energetici può comportare<br />
per animali volatori come gli uccelli o i chirotteri, come è stato evidenziato da<br />
numerosi studi, l’impossibilità di utilizzare nel tempo e nello spazio la porzione<br />
aerea coperta dalle turbine, pena l’impatto spesso mortale con le pale rotanti.<br />
Pur tralasciando gli aspetti tecnici sui materiali impiegati e quelli relativi alle<br />
caratteristiche eoliche del sito, che rimangono in ogni caso al limite inferiore di<br />
ventosità e quindi di economicità (in assenza di incentivi normativi) ci pare<br />
opportuno segnalare che relativamente agli aspetti naturalistici, la documentazione<br />
presentata dalla ditta proponente, in particolare la parte sulla fauna e sulla flora,<br />
risulta a nostro parere ancora lacunosa, superficiale e basata su dati presunti,<br />
raccolti in maniera non adeguata ai fini della verifica degli eventuali impatti.
Non dimentichiamo che la valutazione di impatto ambientale riguarda in questo<br />
caso anche organismi viventi e in particolare specie faunistiche considerate dalle<br />
leggi nazionali come bene indisponibile dello Stato: pertanto sarebbe auspicabile<br />
che i dati presentati fossero sostanziati da precisi studi scientifici.<br />
In particolare vorremmo sottoporre alla Vostra attenzione alcune considerazioni utili<br />
per una corretta valutazione del progetto.<br />
Per quanto riguarda l’impatto sugli ecosistemi e sulle componenti vegetali,<br />
riteniamo che l’affermazione “La dismissione del parco eolico consentirà… di<br />
recuperare il paesaggio e ripristinare le aree originali.” non corrisponda al vero,<br />
almeno non nel periodo di esercizio dell’impianto, calcolato in 25-30 anni, in quanto<br />
soprattutto la viabilità necessaria per allestire e poi smantellare l’impianto<br />
comporterà tagli alla vegetazione arborea che influiranno sull’assetto dei<br />
soprassuoli ben oltre la durata dell’intervento. Si ritiene pertanto necessario<br />
approfondire l’analisi della componente vegetazionale attuale e le prescrizioni di<br />
gestione forestale previste per il sito, al fine di non interferire su processi di<br />
evoluzione del bosco ormai avviati.<br />
Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 16 novembre 2001 n° 16/R designa<br />
i SIC “IT 1160035 _ Monte Antoroto” e “IT1160026 Faggete di Pamparato, Tana del<br />
Forno, Grotta delle Turbiglie e Grotte di Bossea”, habitat ideali per la<br />
chirotterofauna sia in periodo riproduttivo che di diapausa invernale e per alcune<br />
specie avicole inserite nell’Allegato I della DIR79/409/CEE.<br />
La normativa riguardante le aree della Rete Natura 2000 prevede per esse una serie<br />
di indicazioni gestionali, fra cui la Valutazione di Incidenza relativa “ai progetti di<br />
opere ed interventi che possono avere incidenza significativa sui siti di importanza<br />
comunitaria”, valutazione che deve essere prevista anche per quei progetti che<br />
possono avere un’incidenza “a distanza”, a causa del fatto che sia l’avifauna sia la<br />
chirotterofauna possono compiere ampi spostamenti dai siti di nidificazione o riposo<br />
a quelli di alimentazione, anche al di fuori del periodo migratorio vero e proprio.<br />
Tutta l’area delle Alpi Liguri è, per sua composizione geologica, ricca di anfratti e<br />
grotte, doline e inghiottitoi che notoriamente sono habitat ideali per i chirotteri,<br />
specie la cui conservazione è ritenuta prioritaria e proprio per questo inserite<br />
nell’Allegato II della DIR92/43/CEE Habitat.<br />
Recenti indagini nell’ambito del “Progetto Roost” del Gruppo Italiano Ricerche<br />
Chirotteri (GIRC) ha evidenziato la presenza nel raggio di pochi chilometri dal<br />
Monte Mindino di rifugi invernali di Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus<br />
ferrumequinum, specie inserite negli allegati II e IV della DIR92/43/CEE Habitat.<br />
Alcuni di questi rifugi, inseriti all’interno di SIC, sono attualmente oggetto di<br />
monitoraggio e tutela nell’ambito di un Piano d’Azione per la conservazione della<br />
chirotterofauna da parte della Regione Piemonte - Settore Pianificazione Aree<br />
Protette in quanto siti di rilevanza nazionale (Debernardi, Patriarca e Toffoli, com.<br />
pers.). Si ricorda che i chirotteri hanno la necessità di vaste aree per la caccia e gli<br />
spostamenti dai luoghi di rifugio alle aree di alimentazione sono spesso di parecchi<br />
chilometri, come evidenziato recentemente da numerose ricerche mediante la<br />
tecnica della telemetria.<br />
Indagini preliminari condotte con rilevatori d’ultrasuoni (Calvini e Toffoli com.<br />
pers.), inoltre, hanno permesso di verificare la presenza di altre specie dalle<br />
abitudini migratorie quali Nyctalus leisleri, Nyctalus noctula e Tadarida teniotis<br />
(allegato IV DIR92/43/CEE Habitat), specie queste particolarmente sensibili ai rischi<br />
derivanti dall’installazione di impianti eolici, in ragione delle loro caratteristiche di<br />
volo (Brinkman, 2006).
L’impatto degli impianti eolici sulla chirotterofauna è stato ampiamente<br />
approfondito in numerose pubblicazioni in ambito europeo (ad es. Ahlen, 2003;<br />
Brinkman, 2006), che hanno evidenziato una mortalità significativa derivante dalla<br />
collisione con le pale in movimento, oltre a disturbi sensibili con conseguente<br />
perdita di aree di caccia. A tale scopo sono state recentemente redatte specifiche<br />
raccomandazioni con indicazioni su metodi e frequenza del monitoraggio al fine di<br />
ridurre gli impatti negativi dei parchi eolici sulla chirotterofauna (Eurobat, 2006),<br />
nell’ambito del “Bat Agreement”, convenzione internazionale alla quale lo Stato<br />
italiano ha formalmente aderito (L. 104/2005), prendendo specifico impegno per la<br />
conservazione di questi mammiferi.<br />
Per quanto riguarda l’avifauna si può fare riferimento a livello regionale alla<br />
pubblicazione del bollettino Infomigrans (Parco Naturale Alpi Marittime, Valdieri<br />
1998-2007) o ai dati inseriti nei resoconti ornitologici del GPSO (1988-2006), dai<br />
quali si può desumere che la migrazione degli uccelli, veleggiatori o di volo attivo<br />
che siano, interessa aree molto vaste della Provincia di Cuneo; inoltre spesso non è<br />
così prevedibile nei tempi e nei luoghi, così come nel numero di individui migranti,<br />
essendo influenzata anche dalla condizioni meteorologiche locali.<br />
Le considerazioni esposte dalla ditta che propone il progetto circa le rotte seguite<br />
dagli uccelli sono parziali e fuorvianti. È stato ampiamente riscontrato che le coste<br />
sono per molte specie un riferimento nel tragitto migratorio, ma lo sono altrettanto i<br />
fiumi, le valli e i passi alpini (Infomigrans 1998-2007) e la posizione dominante del<br />
Monte Mindino fa presupporre che questo possa essere considerato un punto di<br />
riferimento per la migrazione, soprattutto diurna.<br />
Inoltre la relativa vicinanza di questi rilievi al mare e alla pianura padana rende<br />
molto più frequente la formazione di nuvole in quota, che celano ai migratori la<br />
presenza di pale in rotazione, poste su una linea lunga diversi chilometri.<br />
<strong>Studi</strong> condotti con l’uso del radar abbinati all’osservazione del disco lunare,<br />
pubblicati dalla Stazione Ornitologica Svizzera (Liecthi et all. 1995), ai quali hanno<br />
partecipato numerosi ornitologi cuneesi, hanno evidenziato che le Alpi Sud-<br />
Occidentali sono percorse da un flusso migratorio notturno che varia da medio ad<br />
elevato, composto dalle numerosissime specie di uccelli che migrano<br />
essenzialmente di notte, sorvolando i rilievi alpini per raggiungere i quartieri di<br />
nidificazione o svernamento.<br />
Per cui anche il flusso migratorio notturno potrebbe essere interessato a livello<br />
locale da un impatto negativo dovuto alla presenza delle torri e delle pale in<br />
rotazione, ovviamente non visibili di notte.<br />
Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Faunistico della Regione Piemonte ha<br />
evidenziato la presenza di flussi migratori attraverso la Valle Tanaro (seppure non<br />
ancora attentamente quantificati), raccomandando in conseguenza di ciò la<br />
istituzione di aree protette specifiche per la tutela degli uccelli migratori tra il colle<br />
di Casotto e il Monte Mindino e il colle di San Bernardo (Toffoli et al., 2007).<br />
Tuttavia si ritiene che la generale carenza di dati di lungo periodo per il sito del<br />
Monte Mindino, carenza debba essere integrata prima di procedere all’eventuale<br />
autorizzazione del progetto, al fine di sostanziare l’entità degli impatti ipotizzabili,<br />
per ottemperare all’obbligo previsto dalle Direttive di basarsi, in assenza di dati<br />
certi, sul principio di precauzione, dal quale non si può prescindere.<br />
Si consideri inoltre che l’area è interessata dalla presenza di specie nidificanti quali<br />
l’aquila reale o il biancone (Franco Bergese, Luca Giraudo, com.pers.), inserite<br />
entrambe nell’Allegato I della DIR79/409/CEE “Uccelli”, che possono in qualsiasi
momento transitare sul sito. L’impatto occasionale contro le numerose torri favorito<br />
da condizioni di bassa visibilità potrebbe costituire per queste specie, caratterizzate<br />
da una bassa produttività naturale, un serio fattore di mortalità che porterebbe in<br />
breve tempo alla loro estinzione locale.<br />
Sulla base di quanto sopra esposto, e allo stesso tempo al fine di non impedire con<br />
affermazioni preconcette la realizzazione in tutto o in parte di tale impianto, si<br />
ribadisce la necessità che l’Amministrazione Provinciale, attraverso i suoi Uffici<br />
competenti, promuova studi multidisciplinari finalizzati alla verifica e<br />
quantificazione degli impatti negativi sulle componenti vegetazionale, floristiche,<br />
faunistiche e paesaggistiche, attraverso ricerche che:<br />
abbiano caratteristiche di oggettività e che coprano un lasso di tempo<br />
adeguato, minimo di 3-5 anni, in particolare per lo studio del ciclo biologico<br />
delle specie di maggior interesse e vulnerabilità,<br />
valutino gli impatti sul suolo e sulla componente vegetazionale, dovuti alla<br />
posa in opera delle strutture (adeguamento viario, sbancamenti, scavi, ecc.),<br />
vengano condotti nei periodi e negli orari più idonei a verificare l’entità di<br />
eventuali fenomeni migratori e/o dispersivi sia dell’avifauna che della<br />
chirotterofauna,<br />
considerino la distribuzione spaziale e stagionale delle specie che si<br />
riproducono nell’area oggetto di intervento, con particolare riferimento alle<br />
specie inserite negli Allegati I della DIR 79/409/CEE e II della<br />
DIR92/43/CEE;<br />
evidenzino infine il rapporto costi/benefici anche in termini di efficienza e<br />
resa dell’impianto.<br />
Siamo certi che l’Amministrazione Provinciale, in quanto Ente preposto alla<br />
conservazione e gestione della fauna e della flora, vorrà prendere in considerazione<br />
tutti gli aspetti positivi e negativi che tale intervento potrà avere sul futuro del<br />
nostro ambiente e anche sul benessere delle popolazioni locali. Nell’ipotesi che fosse<br />
autorizzato il progetto l’impianto dovrà garantire la piena compatibilità ambientale e<br />
naturalistica e rispondere nel contempo agli obiettivi del Piano Energetico<br />
Regionale.<br />
Chiediamo inoltre che sia approfondita la normativa esistente per evidenziare o<br />
meno la necessità formale di procedere alla Valutazione di Incidenza anche per il<br />
progetto in questione in quanto, seppure ad una certa distanza da SIC, la sua<br />
realizzazione potrebbe costituire un ulteriore fattore di rischio per molte specie<br />
prioritarie inserite nelle due Direttive citate.<br />
Rimaniamo a completa disposizione per qualsiasi chiarimento e per il<br />
reperimento del materiale tecnico-scientifico idoneo ad approfondire tutti gli aspetti<br />
del problema che abbiamo sottoposto alla Vostra attenzione e in attesa di positivo<br />
riscontro, porgiamo i nostri più cordiali saluti.<br />
Cuneo, 27 novembre 2007<br />
A nome del Coordinamento Associazioni Ambientaliste<br />
Pro Natura Legambiente WWF LIPU Cuneobirding<br />
Il Presidente<br />
Associazione Cuneobirding<br />
Albino Gosmar