SORVEGLIANZA E MANUTENZIONE PROGRAMMATA DEI PONTI ...
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<strong>SORVEGLIANZA</strong> E <strong>MANUTENZIONE</strong> <strong>PROGRAMMATA</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PONTI</strong><br />
1) Introduzione<br />
La Rip.12 “Servizio Strade” ha in gestione un patrimonio di ca. 1700 ponti, con tipologie molto<br />
diverse tra loro.<br />
Di seguito viene illustrata la strategia che la Rip.12 ha impostato -e sta impostando- per la gestione<br />
di un così numeroso e poco uniforme patrimonio e per farlo si cercherà di rispondere alle seguenti 3<br />
domande:<br />
Sorveglianza: come vengono controllati i ponti<br />
Manutenzione programmata: come si decide su quale ponte intervenire<br />
Costi della manutenzione: qual’è l’importo finanziariamente sostenibile<br />
2) Sorveglianza<br />
2.1) Panoramica normativa<br />
Facendo una veloce panoramica su alcune delle normative d’indirizzo che regolano la sorveglianza<br />
dei ponti, è possibile evidenziare 3 aspetti:<br />
1) progressivo passaggio da una normativa prescrittiva ad una normativa prestazionale: nel ’67<br />
si parlava di vigilanze trimestrali/annuali a tappeto su tutti i ponti, eseguite da<br />
geometri/ingegneri, ma già nel 2001 non viene più indicata la qualifica del vigilatore, che<br />
viene definito “tecnico incaricato” e soprattutto si perde l’imposizione di una frequenza<br />
prefissata delle vigilanze, bensì questa deve essere commisurata alla tipologia del manufatto<br />
o decisa a valle delle vigilanze di livello inferiore<br />
2) Con il DM 2005 il committente diventa parte attiva, assieme al progettista, nella definizione<br />
dei livelli di sicurezza, i quali devono venir decisi considerando il ruolo strategico della<br />
strada, la vulnerabilità dell’opera ed il tipo di collasso che potrebbe verificarsi.<br />
3) Con il DM 2005 viene evidenziato il legame tra la durabilità e una serie di altri fattori, alcuni<br />
dei quali estremamente determinanti, quali la “robustezza” della soluzione<br />
statico/architettonica e l’importanza del controllo sia in fase di progettazione che in fase di<br />
esecuzione dei lavori. Ulteriori fattori che condizionano la durabilità sono il grado di<br />
1
aggressività dell’ambiente in cui è inserito il manufatto, il livello ed il numero di cicli dei<br />
carichi accidentali e termici, la scelta di materiali resistenti o meno al degrado<br />
Rif. normativi:<br />
Circolare Ministeriale nr. 6736/61/A del 19/07/67 “Controllo delle condizioni di stabilità delle<br />
opere d’arte stradali”<br />
Circolare Ministeriale nr. 34233 del 25/02/91 nr. 34233 “DM ’90”<br />
CNR-UNI 10011 “Costruzioni in acciaio -Istruzioni per il calcolo, l’esecuzione, il collaudo e la<br />
manutenzione”<br />
C.N.R. nr. 165 del 30/12/93 “<br />
Decreto 14/09/05 “Norme tecniche per le costruzioni”<br />
2.2) Descrizione del patrimonio in gestione<br />
Cosa signifaca dire 1700 ponti Cosa rappresenta realmente questo numero<br />
Di seguito si propongono alcune descrizioni che colgono aspetti diversi:<br />
a) suddivisione per tipologia stradale:<br />
758 ponti sulle strade Statali<br />
946 ponti sulle strade Provinciali<br />
13 ponti sulla MEBO<br />
b) suddivisione per lunghezza: patrimonio di ponti relativamente corti, poiché soltanto pochi<br />
ponti superano i 20m di lunghezza e più della metà hanno lunghezze inferiori ai 10m<br />
ca. 140 ponti L > 20m<br />
ca. 700 ponti L > 10m e < 20m<br />
ca. 880 ponti L > 2m e < 10m<br />
c) l’applicazione alla lettera della Circolare Ministeriale del 19/07/67 “Controllo delle<br />
condizioni di stabilità delle opere d’arte stradali” (=vigilanze trimestrali) comporterebbe una<br />
spesa annua di ben 2,6mil €, soltanto per le vigilanze:<br />
2200 campate x 300,00 €/campata (2tecnicix4ore) x 4 volte/anno = 2.600.000,00<br />
€/anno<br />
d) valore del patrimonio gestito (senza iva):<br />
250.000mq (totale mq d’impalcato) x 2.000,00 €/mq (valore medio comprese le spalle e<br />
considerando il fatto che si sta parlando di ponti relativamente corti) = 500.000.000,00 €<br />
e) il suddetto importo equivale ad un valore medio per ponte pari a:<br />
500.000.000,00€ / 1700 ponti = 294.000,00 €<br />
f) va inoltre ribadito il concetto visto nell’introduzione, secondo cui il patrimonio è costituito da<br />
ponti con tipologie molto diverse tra loro<br />
2.3) Banca dati<br />
Fondamentale è stata la creazione di una banca dati nella quale sono stati fatti convergere i dati<br />
relativi a:<br />
censimento: Km, foto, zona,capocantoniere, caratt. geometriche<br />
tipologia: schema statico, tipologia dell’impalcato<br />
transitabilità: mezzi ordiari, mezzi d’opera e trasporti eccezionali<br />
vigilanza: della quale parleremo nel paragrafo successivo<br />
Esempi di 2 schermate banca dati:<br />
2
Censimento<br />
Transitabilità:<br />
2.4) Vigilanza<br />
Vediamo ora coma la Rip.12 ha affrontato il problema della vigilanza di 1700 (senza poter spendere<br />
2,6mil € all’anno).<br />
Innanzitutto è stato deciso di suddividere i ponti in due categorie: ponti semplici e ponti complessi.<br />
Ponti semplici<br />
Nei ponti semplici sono ricaduti 1550 ponti con le seguenti caratteristiche:<br />
- Ponti isostatici<br />
- Solettoni realizzati in cemento armato normale<br />
- Solettoni realizzati con travetti in precompresso e soletta integrativa<br />
- Solettoni realizzati con lastre in precompresso e soletta integrativa<br />
- Ponti con travi e traversi in cemento armato normale e soletta integrativa<br />
- Ponti con travi in precompresso e traversi in cemento armato normale e soletta integrativa<br />
- Ponti ad arco in c.a. o pietra<br />
- Ponti realizzati con tubo metallico ondulato<br />
Si ritiene che tale tipologia di ponti abbia delle velocità o meccanismi di degrado sufficientemente<br />
prevedibili ed individuabili anche da personale tecnico non specializzato, purchè sufficientemente<br />
formato (capicantonieri e geometri).<br />
Di seguito vengono riportati alcuni esempi di ponti semplici:<br />
3
Ponti complessi<br />
Nel gruppo dei ponti complessi sono stati fatti ricadere i rimanenti 150 ponti:<br />
- Ponti iperstatici<br />
- Ponti con selle gerber<br />
- Ponti con struttura portante in legno<br />
- Ponti con struttura portante in acciaio<br />
- Ponti con struttura portante in acciaio-calcestruzzo<br />
- Ponti con cassone in cemento armato normale o cemento armato precompresso<br />
- Ponti ad arco sospeso, a via inferiore o superiore, in qualsiasi materiale<br />
- Ponti con cavi post-tesi, aderenti o non aderenti<br />
- Ponti con appoggi industriali<br />
Si ritiene che tale tipologia di tali ponti abbia delle velocità o meccanismi di degrado non sempre<br />
prevedibili o facilmente individuabili, per cui si ritiene debbano venir vigilati da personale tecnico<br />
sufficientemente qualificato (ingegneri)<br />
Di seguito vengono riportati alcuni esempi di ponti complessi:<br />
4
La vigilanza dei ponti è stata suddivisa su tre livelli:<br />
Vigilanza di 1° livello:<br />
Il personale tecnico di zona (capicantonieri e geometri) esegue, durante i frequenti transiti lungo le<br />
strade di propria competenza, un controllo visivo del piano viabile di tutti i ponti e, nel caso si<br />
evidenzino particolari problematiche (giunti rotti e rialzati, barriere macroscopicamente ammalorate,<br />
evidenti fessure nella pavimentazione, ecc..), contatterà il direttore di zona o coinvolgerà<br />
direttamente i tecnici del Settore Ponti. La frequenza di tale vigilanza visiva si può intendere come<br />
settimanale<br />
Vigilanza di 2° livello ponti semplici:<br />
Vigilanza eseguita sempre dai tecnici di zona, con frequenza biennale (o da piano di manutenzione<br />
standard che la Provincia sta redigendo) compilando delle opportune schede, definite SCHEDE<br />
SEMPLICI, che poi verranno inserite ed archiviate nella banca dati. Tali schede, una per ogni ponte,<br />
riporta 15 possibili danni a cui può essere soggetto il ponte; il tecnico incaricato non deve fare altro<br />
che verificare la presenza o meno di tali difetti, ed eventualmente l’entità (lieve o forte).<br />
In fondo alla scheda il direttore di zona deve dare un giudizio complessivo del manufatto e riportare<br />
eventuali note.<br />
Il personale tecnico incaricato della compilazione è stato formato per la prima volta nel 2001 con un<br />
opportuno corso e per mezzo di un apposito manuale che illustra e commenta i 15 possibili danni.<br />
Nel 2005 tale corso è stato ripetuto.<br />
Di seguito viene riportata la scheda utilizzata.<br />
Vigilanza di 2° livello ponti complessi:<br />
I ponti complessi vanno vigilati esclusivamente da ingegneri. E’ stato scelto di appoggiarsi ad una<br />
procedura (software + schede) definita dalla CIAS “Manuale per la valutazione dello stato dei<br />
ponti”, già in uso presso molte altre amministrazioni.<br />
Le prime vigilanze di 36 dei 150 ponti complessi sono state eseguite a fine 2005.<br />
5
La frequenza di tali vigilanze va decisa dall’ingegnere vigilatore: si potranno avere ponti che devono<br />
essere vigilati anche 1 volta all’anno, ed altri che invece sarà sufficiente vigilare ogni 5anni.<br />
A differenza dei ponti semplici, dove viene utilizzata una scheda per ogni ponte, per i ponti<br />
complessi vengono utilizzate più schede, una per ogni elemento che compone il ponte.<br />
Di seguito vengono riportati alcuni esempi delle schede utilizzate, realizzate da CIAS – 4 Emme<br />
Service Spa.<br />
Vigilanza di 3° livello:<br />
A valle delle vigilanze di 2° livello potrebbe essere necessario approfondire le indagini eseguendo<br />
delle verifiche statiche, delle prove dinamiche, dei saggi in sito.<br />
6
Scheda per vigilanza ponti semplici:<br />
Autonome Provinz Bozen-Südtirol<br />
Abt. 12 Straßendienst<br />
Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige<br />
Rip. 12 Servizio Strade<br />
VIGILANZA <strong>PONTI</strong> SEMPLICI SS/SP<br />
zona n° SS n° SP n° ponte al km:<br />
punto logistico:<br />
data<br />
giorno mese anno<br />
01) ormaie/buche/danni sulla pavimentazione<br />
02) fessurazioni nell'asfalto in corrispondenza del giunto<br />
(o apparecchio di giunto danneggato, se presente)<br />
03) guardrail danneggiati<br />
SI forte SI lieve NO<br />
SI forte SI lieve NO<br />
SI forte SI lieve NO<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
04) ringhiere/parapetti danneggiati<br />
SI forte<br />
SI lieve<br />
NO<br />
voce non<br />
presente<br />
05) scarichi dell'acqua non efficienti<br />
06) corrosione delle armature dei<br />
cordoli/banchettoni<br />
07) umidità/percolamenti dai giunti<br />
08) umidità/percolamenti attraverso<br />
l'impalcato<br />
09) fessure nel calcestruzzo o muratura di<br />
travi/pile/spalle<br />
10) distacchi di calcestruzzo o muratura di<br />
travi/pile/spalle<br />
11) corrosione delle armature di<br />
travi/pile/spalle<br />
12) danno all'ancoraggio dei montanti del<br />
guardrail<br />
13) danni agli appoggi<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI forte<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
SI lieve<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
NO<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
voce non<br />
presente<br />
14) erosione delle fondazioni di pile o spalle<br />
SI forte<br />
SI lieve<br />
NO<br />
non<br />
visibile<br />
15) cedimenti del terreno/problemi in alveo<br />
SI forte<br />
SI lieve<br />
NO<br />
voce non<br />
presente<br />
16) stato generale di conservazione ( 1-5 )<br />
Da compilare a cura del direttore d'ufficio<br />
1 2<br />
insufficiente<br />
3 4 5<br />
buono<br />
NOTE E CONSIDERAZIONI:<br />
(danni per urto di veicoli, o particolari considerazioni su problematiche riscontrate, eventuali foto)<br />
……………………………………………………………………………………………………………………………….<br />
……………………………………………………………………………………………………………………………….<br />
visto:<br />
il tecnico incaricato<br />
il direttore d'ufficio di zona<br />
intervento diretto a cura dell'ufficio di zona<br />
sopralluogo a cura del Settore Ponti<br />
Scheda per vigilanza ponti complessi:<br />
7
3) Manutenzione programmata<br />
L’obbiettivo delle vigilanza è quello di stabilire su quali ponti intervenire.<br />
Inserendo i risultati delle schede all’interno della banca dati, vengono pesati i singoli difetti e<br />
vengono estrapolati due indici: IDG e S.<br />
IDG = l’indice di danno globale, ha valori che vanno da 0 a 100 ed indica quanto il ponte è<br />
ammalorato<br />
S = indice di sicurezza, ha valori che vanno da 0 a 7 ed indica il numero di difetti potenzialmente<br />
pericolosi del ponte.<br />
Non si ritiene in questa sede di entrare nel dettaglio di come si ottengono i suddetti indici.<br />
Una classifica dei ponti secondo IDG, successivamente riveduta (piccoli spostamenti) per tener<br />
conto dell’importanza della strada e dell’entità dei mezzi pesanti, permette di decidere la priorità<br />
d’intervento.<br />
Due ponti con pari ammaloramento, uno sulla MEBO e l’altro a Braies, hanno una diversa<br />
importanza sociale ed inoltre, a causa della diverse entità del traffico di mezzi pesanti, un eventuale<br />
difetto evolverebbe con velocità nettamente diverse.<br />
Tutti i ponti con S diverso da 0, invece, necessitano della vigilanza da parte di ingegneri, i quali<br />
devono confermare o meno la necessità di interventi per la messa in sicurezza o valutare la necessità<br />
di una vigilanza di livello superiore.<br />
8
Di seguito viene riportato un esempio dell’esito della vigilanza sulla SP48. Si può vedere come 6<br />
degli 8 ponti abbiano S=0 per cui non necessitano di particolari approfondimenti, anche per il fatto<br />
che presentano bassi IDG; diversa la situazione degli ultimi due ponti, che invece necessitano di una<br />
ispezione più approfondita (S=2 e 3) da parte di un ingegnere ed inoltre hanno buone possibilità di<br />
essere soggetti ad interventi di manutenzione.<br />
Quanto esposto riguarda la manutenzione programmata dei ponti semplici; procedura analoga vale<br />
per i ponti complessi, per i quali entrano in gioco più parametri. Le schede ed il software per la loro<br />
gestione, sono state prodotte dalla CIAS – 4 Emme Service Spa di Bolzano. Soltanto i risultati<br />
significativi (l’equivalente dell’IDG e della S) vengono esportati nella banca dati generale della<br />
Rip.12.<br />
Importante a questo punto è evidenziare come non sia possibile confrontare le due liste di priorità<br />
(una per i semplici e l’altra per i complessi), poiché vengono ottenute con schede diverse. Questo<br />
comporta l’esigenza della suddivisione dei fondi assegnati alla manutenzione, ma i criteri in base ai<br />
quali dovrebbero essere suddivisi tali fondi, sono ancora oggetto di dibattito: divisi in funzione del<br />
numero, del valore, della vulnerabilità,….<br />
4) Costi della manutenzione<br />
Innanzitutto occorre quantificare con più precisione il valore del patrimonio, suddividendo i ponti in<br />
funzione delle loro luci ed utilizzando dei costi a mq di impalcato o ml di spalla come indicato nella<br />
seguente tabella:<br />
costo mq<br />
impalcato<br />
costo ml spalla<br />
fino a 3m € 800,00 € 1.000,00<br />
da 3m a 8m € 1.000,00 € 2.000,00<br />
da 8m a 20m € 1.200,00 € 3.200,00<br />
da 20m a 40m € 1.400,00 € 3.800,00<br />
oltre 40m € 1.600,00 € 8.000,00<br />
IMPALCATO<br />
SPALLE<br />
= costo mq x larghezza di 9m x luce = € 375.516.000,00<br />
= costo ml di spalla x larghezza 13m x 2 = € 133.156.000,00<br />
PATRIMONIO = € 508.672.000,00<br />
9
Del valore totale di ca. 500mil € (senza iva), ca. l’80% è rappresentato dall’impalcato, mentre il<br />
rimanente 20% è costituito dalle spalle.<br />
Iniziamo ora a parlare di manutenzione programmata, dandone la definizione:<br />
Manutenzione programmata = costi di ricostruzione + costi di manutenzione<br />
Per semplicità di calcolo, e poiché la filosofia del ragionamento non cambia, si ipotizza assenza<br />
d’inflazione, in modo da evitare complesse formule finanziarie.<br />
E’ importante sottolineare che i ragionamenti a seguire possono risultare inapplicabili al<br />
singolo manufatto, ma si ritiene siano realistici nell’ottica dei grandi numeri.<br />
4.1) Costi di ricostruzione<br />
Estremizzando, si potrebbe adottare la strategia di non fare manutenzione, lasciare decadere il<br />
patrimonio, recuperare il patrimonio residuo e ricostruire. Si può stimare che un patrimonio di ponti<br />
nuovi, sui quali non viene eseguita manutenzione, dopo 30anni necessiti di una ricostruzione<br />
completa degli impalcati e parziale delle spalle:<br />
Patrimonio da ricostruire = 400.000.000,00 €<br />
Patrimonio residuo = 100.000.000,00 €<br />
Il patrimonio attualmente in gestione è mediamente vecchio (soprattutto i ponti sulle statali) e si può<br />
stimare che, sempre mediamente, abbia una vita utile residua di 25anni. I costi di ricostruzione,<br />
intesi come il capitale che l’amministrazione deve accantonare ogni anno, dipendono dalla vita utile.<br />
Oggi: ammortizzare 400mil in 25 anni significa dover accantonare 16mil € all’anno 4%annuo del<br />
patrimonio da ricostruire<br />
Allungare la vita utile del patrimonio ad almeno 50 anni, come previsto dalla normativa,<br />
comporterebbe un abbattimento della spesa annua a 8mil € 2%annuo.<br />
Inoltre, più si aspetta a partire con le ricostruzioni, e più importante sarà la spesa annua (se si attende<br />
5 anni, il patrimonio avrà vita utile di 20anni, per cui la spesa annuale sarà di 20mil, anziché 16mil).<br />
A valle di queste semplici e banali considerazioni, emerge l’importanza di ricostruire ponti con<br />
lunga vita utile, il che significa:<br />
- costruire strutture “robuste”: evitare soluzioni magari pregievoli esteticamente, ma vulnerabili<br />
- curare la scelta dei materiali: spendere qualcosa in più per impermeabilizzazioni di qualità, quali<br />
per esempio malte polimeriche anziché singole guaine bituminose.<br />
- controllare la progettazione e l’esecuzione: curare quei piccoli dettagli costruttivi che hanno<br />
grossissime ripercussioni sulla durabilità, quali per esempio il dettaglio dell’interfaccia tra un giunto<br />
di sottopavimentazione ed il banchettone.<br />
Al fine di dare supporto ai singoli progettisti, interni o esterni all’amministrazione, la Rip.12 sta<br />
redigendo un elenco di disegni standards o voci di capitolato.<br />
10
Assessorat für Bauten, ladinische Schulen und Kultur<br />
Assessorato lavori pubblici, scuola e clutura ladina<br />
Assessorat ai laûrs publics, scora y cultura ladina<br />
Viatec 2006<br />
2<br />
0<br />
0<br />
6<br />
COSTI DI RICOSTRUZIONE<br />
Ipotizzando una vita media dell’attuale patrimonio ponti di 25 anni<br />
400 mil. 25 anni 400 / 25 =16 mil./anno<br />
400 mil. 35 anni 400 / 35 = 11,4 mil./anno<br />
400 mil. 50 anni 400 / 50 = 8 mil./anno<br />
Bisogna aumentare la vita utile:<br />
-Scelta tipologia<br />
-Scelta materiali<br />
-Controllo progettazione ed esecuzione<br />
4.2) Costi di manutenzione<br />
2% annuo<br />
per ricostruzione<br />
La manutenzione può essere definita come quell’insieme di attività, ordinarie e straordinarie, che<br />
permettono di portare la vita di servizio del manufatto a quella minima prevista dalla normativa<br />
(50anni). Abbiamo ipotizzato che senza manutenzione (ponte abbandonato a se stesso), la durata<br />
potrebbe aggirarsi attorno ai 30anni, per cui la manutenzione dovrebbe allungare la vita utile di<br />
20anni.<br />
Ma quanto è lecito spendere in manutenzione<br />
Se per un ponte da 1mil spendo in 50anni 650.000€ in manutenzione è tanto o poco<br />
Per cercare di rispondere a queste domande un ragionamento potrebbe essere il seguente.<br />
Abbiamo visto che una strategia della manutenzione potrebbe essere quella di non fare<br />
manutenzione; in questo caso l’amministrazione dovrebbe accantonare ogni anno 13,3mil per la<br />
ricostruzione. La manutenzione finanziariamente sostenibile per allungare la vita di ulteriori 20anni<br />
non deve “costare” all’amministrazione di più di quello che costerebbe ricostruire l’intero<br />
patrimonio ogni 30anni = 13,3mil, da cui risulta un valore totale della manutenzione pari a 264mil<br />
che, rapportato su 50 anni, equivale ad una spesa annua di 5,3mil.<br />
Tale importo di manutenzione può essere investito poco alla volta (soluzione auspicabile per non<br />
ridurre eccessivamente il livello di servizio) oppure, al limite, in un’unica soluzione quando si è<br />
prossimi allo scadere della vita utile.<br />
Come meglio esplicitato dal grafico sotto riportato, si ottiene che la percentuale massima da<br />
destinare alla manutenzione è pari all’ 1,3%annuo del valore del patrimonio (o del ponte).<br />
11
Assessorat für Bauten, ladinische Schulen und Kultur<br />
Assessorato lavori pubblici, scuola e clutura ladina<br />
Assessorat ai laûrs publics, scora y cultura ladina<br />
Viatec 2006<br />
100%=<br />
400 mil.<br />
€<br />
COSTI DI <strong>MANUTENZIONE</strong><br />
66,6%=<br />
264 mil.<br />
Man<br />
Man<br />
Man<br />
Man<br />
Man<br />
importo sostenibile totale<br />
della manutenzione:<br />
100 : 30 = X : 20<br />
x = 66,6% 264mil<br />
30 anni<br />
senza manutenzione<br />
400mil/30anni=<br />
13,3 mil<br />
50 anni<br />
con manutenzione<br />
(400mil + 264mil)/50anni=<br />
t<br />
13,3 mil<br />
264 mil / 50 anni = 5,3 mil annui = 1,3% annuo<br />
per manutenzione<br />
Ovviamente questo ragionamento è plausibile se fatto sui grandi numeri, ma non è applicabile al<br />
singolo ponte (che può avere svariate curve di decadimento, del tipo di quelle indicate tratteggiate);<br />
la percentuale dell’ 1,3%annuo rimane, comunque, un risultato interessante per 2 motivi:<br />
- Fornisce all’amministrazione uno strumento per la definizione di un budget giustificato per<br />
la manutenzione<br />
- rappresenta un termine di confronto per interpretare i piani di manutenzione<br />
In 20-30anni miglioreranno notevolmente le tecnologie ed i materiali, per cui sicuramente si<br />
assisterà ad una riduzione della pendenza della retta che rappresenta l’ammaloramento e di<br />
conseguenza, a parità di spesa, aumenterà la vita utile; tale risparmio, però, verrà parzialmente<br />
annullato a causa del fatto che nella realtà è impossibile effettuare, a causa di una serie di motivi, una<br />
manutenzione programmata veramente ottimizzata.<br />
4.3) Costi della manutenzione programmata<br />
La tabella sotto riportata riassume i costi della manutenzione programmata (ricostruzione +<br />
manutenzione) nella condizione:<br />
a regime, con vita utile media del patrimonio di 50anni,<br />
ed a oggi, con vita utile media di 25 anni.<br />
12
Assessorat für Bauten, ladinische Schulen und Kultur<br />
Assessorato lavori pubblici, scuola e clutura ladina<br />
Assessorat ai laûrs publics, scora y cultura ladina<br />
Viatec 2006<br />
Costi annui per manutenzione programmata<br />
A REGIME (con vita media del patrimonio di 50 anni)<br />
1,3% = 5,3 mil<br />
per manutenzione<br />
+<br />
2% = 8 mil<br />
per ricostruzione = 3,3% = 13,3<br />
mil+iva<br />
OGGI (con vita media del patrimonio di 25 anni)<br />
1,2% = 5 mil<br />
per manutenzione<br />
+<br />
4% = 16 mil<br />
per ricostruzione = 5,2% = 21 mil +iva<br />
BUDGET PER RICOSTRUZIONE<br />
BUDGET PER <strong>MANUTENZIONE</strong><br />
GESTIONE COORDINATA<br />
Va evidenziata l’importanza di una stretta correlazione tra i fondi per la ricostruzione e quelli per la<br />
manutenzione, ottenuta per mezzo di una gestione coordinata/centralizzata.<br />
5) Conclusioni<br />
Alla domanda iniziale su quale fosse la strategia per gestire un così numeroso e poco omogeneo<br />
patrimonio, la Rip.12 ha cercato di rispondere impostando una strategia basata su:<br />
Metodologia oggettiva<br />
Gestione coordinata dei fondi<br />
In ambiti così poco standardizzati, come quello appena descritto, va sottolineata l’importanza di<br />
rimanere aperti agli scambi d’esperienze con altri enti gestori, creando magari un gruppo di<br />
lavoro.<br />
13