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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL “FAGIOLO di SALUGGIA” DOP

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<strong><strong>DI</strong>SCIPLINARE</strong> <strong>DI</strong> <strong>PRODUZIONE</strong><br />

<strong>DEL</strong> “FAGIOLO <strong>di</strong> SALUGGIA” <strong>DOP</strong><br />

Art.1<br />

Denominazione<br />

La Denominazione <strong>di</strong> Origine Protetta<br />

“Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” è riservata ai fagioli che<br />

rispondono alle con<strong>di</strong>zioni ed ai requisiti<br />

stabiliti nel presente <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong><br />

produzione.<br />

Art. 2<br />

Caratteristiche del prodotto<br />

La Denominazione <strong>di</strong> Origine Protetta<br />

(D.O.P.) “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” designa<br />

esclusivamente il frutto dell’ecotipo e varietà<br />

<strong>di</strong> fagiolo nano o galiziano (Phaseolus<br />

vulgaris).<br />

Le caratteristiche fisiche delle varie tipologie<br />

<strong>di</strong> “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” relative al <strong>di</strong>ametro e<br />

colore della granella, nonché il colore del<br />

fiore sono così definite:<br />

Il <strong>di</strong>ametro verticale della granella deve<br />

essere compreso tra 5 e 7 mm. ed il <strong>di</strong>ametro<br />

orizzontale compreso tra 11 e 18 mm.<br />

Soprattutto garantendo la tipica forma<br />

reniforme.<br />

Il colore del fiore e della granella devono<br />

essere, violetto lo stendardo e rosa-violettobianco<br />

le ali, il colore della granella deve<br />

essere, con striature rosa-rosse-violacee su<br />

fondo panna-crema.<br />

La tipologia <strong>di</strong> fagioli secchi <strong>DOP</strong> può<br />

presentare alterazioni <strong>di</strong> colore e <strong>di</strong> aspetto<br />

esteriore (striature rosa su fondo rosso) tali<br />

da non compromettere le caratteristiche<br />

standard con una tolleranza massima<br />

complessiva del 2,5% <strong>di</strong> impurità intese come<br />

prodotto spaccato, macchiato, tonchiato o<br />

alterato a livello <strong>di</strong> colorazione. E’ consentita<br />

inoltre una percentuale massima <strong>di</strong> 1,5 <strong>di</strong><br />

fagioli secchi fuori calibro.<br />

L’umi<strong>di</strong>tà massima consentita del seme è del<br />

15%.<br />

A maturazione cerosa per mantenere<br />

l’in<strong>di</strong>cazione <strong>DOP</strong> i coltivi devono essere<br />

esenti da attacchi <strong>di</strong> parassiti o <strong>di</strong> malattie<br />

con una tolleranza massima del 5% <strong>di</strong><br />

prodotto con alterazioni visibili.<br />

Art. 3<br />

Zona <strong>di</strong> produzione<br />

La zona <strong>di</strong> produzione dei fagioli ad<br />

Denominazione <strong>di</strong> Origine Protetta “Fagiolo<br />

<strong>di</strong> Saluggia”, comprende i seguenti comuni<br />

della Provincia <strong>di</strong> Vercelli: Saluggia, Livorno<br />

Ferraris, Cigliano, come descritto nell’allegato<br />

stralcio <strong>di</strong> Carta Geografica.<br />

Art. 4<br />

Prova dell’origine<br />

Ogni fase del processo produttivo deve<br />

essere monitorata documentando per ognuna<br />

gli input e gli output. In questo modo,<br />

attraverso l’iscrizione in appositi elenchi,<br />

gestiti dall’organismo <strong>di</strong> controllo, delle<br />

particelle catastali sulle quali avviene la<br />

coltivazione, dei produttori e dei<br />

con<strong>di</strong>zionatori, nonché attraverso la<br />

<strong>di</strong>chiarazione tempestiva alla struttura <strong>di</strong><br />

controllo dei quantitativi prodotti, è garantita<br />

la tracciabilità del prodotto.<br />

Il Consorzio <strong>di</strong> tutela sarà il depositario del<br />

patrimonio genetico varietale e l’unico<br />

gestore del seme da riproduzione.<br />

Tutte le persone, fisiche o giuri<strong>di</strong>che, iscritte<br />

nei relativi elenchi, saranno assoggettate alla<br />

verifica da parte dell’organismo <strong>di</strong> controllo,<br />

secondo quanto <strong>di</strong>sposto dal <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong><br />

produzione e dal relativo piano <strong>di</strong> controllo.<br />

Art. 5<br />

Metodo <strong>di</strong> ottenimento<br />

Una accurata preparazione del terreno prima<br />

della semina è con<strong>di</strong>zione importante per<br />

garantire una buona riuscita della coltura,<br />

garantendo drenaggio ed eliminando<br />

avvallamenti <strong>di</strong> superficie, possibili cagione <strong>di</strong><br />

ristagno idrico.<br />

La semina può essere anche manuale, ma<br />

operando su estensioni sufficientemente<br />

vaste l’operazione meccanizzata con<br />

macchine seminatrici con interfila da cm 75<br />

(possibili anche semine fitte fino a cm 37,5).<br />

Il “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” è nano e con<br />

portamento eretto, non necessita quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

sostegni o tutori.<br />

In base alla <strong>di</strong>sponibilità della coltura e nel<br />

rispetto dei regolamenti europei si apportano


la sostanza organica e gli elementi minerali<br />

necessari ad una armonica crescita della<br />

pianta. Ogni cinque-sei anni deve essere<br />

fatta l’analisi del suolo, almeno una per unità<br />

aziendale.<br />

Per quanto concerne l’irrigazione il fagiolo<br />

richiede maggior <strong>di</strong>sponibilità idrica nelle fasi<br />

<strong>di</strong> pre-fioritura e post allegazione (20 giorni<br />

dopo la fioritura).<br />

Il sistema <strong>di</strong> irrigazione da adottare è per<br />

scorrimento e infiltrazione avendo cura <strong>di</strong> fare<br />

passare nei solchi poca acqua alla volta.<br />

Tra i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa vengono adottati quelli<br />

agronomici attraverso l’uso <strong>di</strong> seme non<br />

infetto, <strong>di</strong>struzione dei residui colturali infetti e<br />

rotazione delle superfici utilizzate e l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> principi attivi registrati sulla coltura.<br />

La maggior parte delle aziende non adotta<br />

sistemi <strong>di</strong> lotta integrata possibile introdurre<br />

l’assistenza del tecnico <strong>di</strong> campo.<br />

La rotazione è comunque sempre garantita<br />

trattandosi <strong>di</strong> una coltura che, raramente<br />

succede al loietto e molto più frequentemente<br />

ai cereali a paglia autunno-vernini quali orzo<br />

e frumento, c’è comunque la necessità <strong>di</strong> non<br />

fare tornare il coltivo <strong>di</strong> fagiolo sullo stesso<br />

terreno per più <strong>di</strong> due anni consecutivamente.<br />

E’ consentito l’utilizzo <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong>serbanti<br />

sia <strong>di</strong> pre-emergenza che <strong>di</strong> post-emergenza<br />

registrati sulla coltura nonché le lavorazioni<br />

meccaniche del terreno.<br />

La raccolta del fagiolo a granella secca<br />

avviene con la pianta completamente<br />

appassita e in modo meccanico o manuale.<br />

Art. 6<br />

Legame con l’ambiente<br />

Il “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” è ampiamente<br />

riconosciuto al <strong>di</strong> fuori della sua area <strong>di</strong><br />

produzione per l’eccellenza merceologica:<br />

requisiti organolettici, sapi<strong>di</strong>tà, facile<br />

<strong>di</strong>geribilità in virtù <strong>di</strong> un ridotto spessore del<br />

tegumento esterno.<br />

Esso presenta, inoltre, una forte<br />

connotazione territoriale legata alla<br />

tra<strong>di</strong>zionalità della sua coltivazione ed alla<br />

<strong>di</strong>ffusione del suo consumo tra le famiglie<br />

locali.<br />

Quest’ultimo aspetto richiama l’esistenza <strong>di</strong><br />

importanti relazioni umane in parte espresse<br />

con le conoscenze agronomiche tramandate<br />

<strong>di</strong> padre in figlio, in parte con la necessità <strong>di</strong><br />

forti legami in seno alla comunità che<br />

garantiscano la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> abbondante<br />

manodopera nei perio<strong>di</strong> critici della<br />

coltivazione.<br />

Infatti, il “fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” viene<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente raccolto manualmente e<br />

richiede, nel periodo <strong>di</strong> raccolta, un alto<br />

numero <strong>di</strong> addetti; lo scambio della<br />

manodopera, in un regime <strong>di</strong> sana solidarietà<br />

tra le aziende <strong>di</strong>retto-coltivatrici locali ha<br />

sempre ovviato alle necessità.<br />

La fama del “fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” nel settore<br />

gastronomico e della ristorazione collettiva è<br />

notevole e giustificata. Sono tantissime le<br />

ricette nelle quali si trova quale ingre<strong>di</strong>ente<br />

“principe” precisa in<strong>di</strong>cazione del “Saluggia”.<br />

Tra queste, la cucina regionale piemontese<br />

vanta “i fagioli d’la pignata” in cui il fagiolo<br />

“Saluggia” è accompagnato con cotenne e<br />

zampino <strong>di</strong> maiale.<br />

L’area <strong>di</strong> coltivazione del “fagiolo <strong>di</strong> Saluggia”<br />

si <strong>di</strong>stende dolcemente ai pie<strong>di</strong> delle colline<br />

moreniche della Serra d’Ivrea su terreni<br />

caratterizzati da tessitura sciolta.<br />

Ci si trova, inoltre, sulla <strong>di</strong>rettrice che<br />

conduce all’imbocco della Valle d’Aosta,<br />

fattore che determina con<strong>di</strong>zioni<br />

microclimatiche favorevoli alla sanità, al<br />

colore ed alla sapi<strong>di</strong>tà del seme. Infatti, il<br />

microclima è temperato, ventilato e<br />

soleggiato e con forti escursioni termiche tra il<br />

giorno e la notte. Quest’ultimo fattore,<br />

insieme all’intensa luminosità del cielo<br />

incrementa la <strong>di</strong>slocazione dei nutrienti a<br />

livello del baccello e dei semi e conferisce un<br />

intesa colorazione.<br />

Peraltro, le temperature più rigide nella fase<br />

tardo invernale inducono a posticipare<br />

significativamente le semine collocando il<br />

prodotto sul mercato in epoca tar<strong>di</strong>va rispetto<br />

alle altre zone <strong>di</strong> produzione nazionale, con<br />

evidenti vantaggi in termini <strong>di</strong><br />

commercializzazione.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista analitico, comparazioni<br />

effettuate tra fagiolo “Saluggia” e altre<br />

tipologie <strong>di</strong> fagioli italiani ed esteri, si<br />

evidenzia una maggiore percentuale <strong>di</strong><br />

proteine sul secco, mentre è confermata la<br />

caratteristica per la quale è imme<strong>di</strong>atamente<br />

identificabile ed è conosciuto: un epicarpo<br />

molto più sottile e permeabile che in fase <strong>di</strong><br />

cottura <strong>di</strong>venta inconsistente e rende<br />

particolarmente gradevole l’assaggio.<br />

L’aspetto nutrizionale si avvantaggia dalla<br />

ricchezza in proteine ed avvicinano il<br />

prodotto, ancor più degli altri fagioli presenti<br />

sul mercato, agli alimenti a base <strong>di</strong> carne con<br />

il vantaggio, rispetto a questi ultimi <strong>di</strong> un<br />

2


idotto contenuto in grassi, della qualità dei<br />

grassi vegetali, e dell’alto tenore in sali<br />

minerali.<br />

La coltivazione e la <strong>di</strong>ffusione del “fagiolo <strong>di</strong><br />

Saluggia” ha arricchito l’area <strong>di</strong> produzione<br />

anche per quanto riguarda il patrimonio<br />

culturale e turistico; particolarmente<br />

significativa è la “Notte del fagiolo <strong>di</strong><br />

Saluggia”, fiera itinerante per le vie citta<strong>di</strong>ne<br />

in cui sono offerte ai consumatori-visitatori<br />

degli assaggi con specialità tipiche a base <strong>di</strong><br />

fagiolo <strong>di</strong> Saluggia. Questa ricorrenza<br />

annuale si svolge nell’abitato <strong>di</strong> Saluggia,<br />

municipalità in cui, sin dalla fine del ‘400 era<br />

coltivato questo prezioso legume.<br />

Art. 7<br />

Controlli<br />

I controlli sulla conformità del prodotto al<br />

<strong>di</strong>sciplinare sono svolti conformemente a<br />

quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg.<br />

CE 510/2006.<br />

Il Consorzio <strong>di</strong> tutela dovrà svolgere tutte le<br />

attività <strong>di</strong> controllo con la supervisione del<br />

Comune <strong>di</strong> Saluggia, Provincia <strong>di</strong> Vercelli e<br />

Regione Piemonte.<br />

Art. 8<br />

Etichettatura<br />

La <strong>DOP</strong> “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia” è riferita<br />

esclusivamente a tipologie <strong>di</strong> prodotto allo<br />

stato secco, cioè granella, la quale deve<br />

essere lavorata per la cernita, pulitura e<br />

calibratura, in seguito avviene il<br />

confezionamento.<br />

È consentito il riconfezionamento a<br />

con<strong>di</strong>zione che il soggetto sia iscritto<br />

nell’apposito registro.<br />

Tutte le fasi sopra descritte dovranno essere<br />

svolte nell’area <strong>di</strong> produzione del “Fagiolo <strong>di</strong><br />

Saluggia”, compresa quella <strong>di</strong><br />

confezionamento, è obbligatorio, però,<br />

sempre l’iscrizione <strong>di</strong> tutti i soggetti coinvolti<br />

nella filiera negli appositi registri.<br />

In ogni caso l’etichettatura deve riportare la<br />

<strong>di</strong>zione completa “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia <strong>DOP</strong>”<br />

in aggiunta a tutte le altre in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> legge.<br />

E’ consentito l’uso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni aggiuntive<br />

che facciano riferimento esclusivamente a<br />

nomi e ragioni sociali <strong>di</strong> produttori o<br />

confezionatori, senza che siano tali da trarre<br />

in inganno i consumatori.<br />

Il logo, a forma ellittica, rappresenta sullo<br />

sfondo i fagioli e richiama il Consorzio che li<br />

tutela.<br />

Tutti i colori del logo sono ottenuti con la<br />

tecnica della quadricromia con le seguenti<br />

tonalità: ROSSO R 218 G 32 B 45 / GIALLO R<br />

255 G 207 B 1/ GIALLO SCURO R 237 G 159 B<br />

23. Nel logo è inserita in forte evidenza la<br />

scritta “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia”, mentre lungo la<br />

circonferenza del logo stesso è presente la<br />

scritta ” Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia D.O.P.”.<br />

Art. 9<br />

Prodotti trasformati<br />

I prodotti per la cui preparazione è utilizzata<br />

la <strong>DOP</strong> Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia anche a seguito<br />

<strong>di</strong> processi <strong>di</strong> elaborazione e trasformazione,<br />

sono immessi al consumo senza alcun<br />

riferimento del logo comunitario in confezioni<br />

recanti il riferimento alla predetta<br />

denominazione, senza l’apposizione del logo<br />

comunitario, a con<strong>di</strong>zione che:<br />

- il suddetto riferimento sia fatto in modo<br />

tale che non possa sussistere dubbio per<br />

il consumatore circa il fatto che la<br />

protezione <strong>DOP</strong> concerne<br />

esclusivamente l’ingre<strong>di</strong>ente e non il<br />

prodotto elaborato o trasformato;<br />

- gli utilizzatori del “Fagiolo <strong>di</strong> Saluggia”<br />

siano autorizzati dal Consorzio incaricato<br />

della Tutela dal Ministero delle Politiche<br />

Agricole Alimentari e Forestali. Lo stesso<br />

Consorzio incaricato provvederà anche<br />

ad iscriverli in appositi registri e a vigilare<br />

sul corretto uso della denominazione<br />

protetta.<br />

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