27.12.2014 Views

orbite culturali - Gagarin Magazine

orbite culturali - Gagarin Magazine

orbite culturali - Gagarin Magazine

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

La vita all’interno del manicomio era scandita<br />

da regole fisse e inderogabili. Il lavoro<br />

era considerato una delle migliori terapie:<br />

la ripetitività delle mansioni doveva favorire<br />

il «riordino della mente»; veniva poi praticata<br />

l’«idroterapia» - bagni o docce, fredde o<br />

calde - e, talvolta, si usava l’inganno per far<br />

capire al folle l’erroneità dei suoi comportamenti:<br />

ad esempio a chi rifiutava il cibo veniva<br />

detto che mangiando molto avrebbe<br />

affrettato la morte.<br />

Ma il manicomio era anche un’arma potente<br />

nelle mani dell’alienista, che lo usava per<br />

piegare il «maniaco» (cioè affetto da mania)<br />

alla propria volontà: ad esempio, la «doccia<br />

fredda di repressione» o l’isolamento in apposite<br />

celle venivano praticate con una certa<br />

frequenza.<br />

Ciò che a prima vista sorprende è la frequenza<br />

delle dimissioni e delle «guarigioni»<br />

almeno fino alla metà del secolo XIX. A ben<br />

vedere però, il fenomeno non stupisce. In<br />

manicomio entravano soggetti debilitati dalla<br />

fatica e dalle privazioni. Nella struttura vi<br />

trovavano un vitto abbondante e riposo prolungato.<br />

Di solito, dopo qualche mese o un<br />

anno la mente era «riordinata».<br />

Inoltre, dati i costi del mantenimento dei folli<br />

- che erano a carico comunale - spesso i folli<br />

rientravano in famiglia o presso terzi sotto il<br />

pagamento di un piccolo sussidio, salvo poi<br />

iotubeiotube<br />

Una dei brani con più versioni su Youtube è Bohemian<br />

Rhapsody. La clip dei Queen del ‘75 è facile da trovare.<br />

Ecco le alternative: cercate The Muppets: Bohemian<br />

Rhapsody con tutti i personaggi del Muppet Show.<br />

STREPITOSO! Imperdibile anche la versione fatta<br />

a mano (nel vero senso della parola) di Manualist<br />

Plays California Guitar Trio Bohemian Rhapsody.<br />

L’ambientazione è scarna ma l’esecuzione fatta a<br />

pernacchie manuali è perfetta. I pezzo di Mercury & C.<br />

riprende quota con la Bassoon Quartet dove quattro<br />

fagotti la nobilitano a musica classica. Invece con<br />

banjo, violino e mandolino i Hayseed Dixie la suonano<br />

in stile Bluegrass così bene da sembrare irlandese. Per<br />

chi aspetta il telefilm Glee c’è la versione a cappella<br />

degli UC Men’s Octet, con sette bravi studenti di un<br />

college. Vi risparmio altre versioni idiote, fatte col<br />

LEGO o con i suoni di SuperMarioBros. (Sigh) Arriviamo<br />

alla chicca: Bohemian Rhapsody - Demon Kogure: il<br />

Renatone Zero nipponico, dalla voce neanche terribile,<br />

è il mio nuovo idolo. Sostiene di essere l'incarnazione<br />

di un demone e in Giappone è famoso come musicista,<br />

giornalista, commentatore di Sumo e fondatore della<br />

religione Akumakyò, un gruppo religioso che ha<br />

l’obiettivo di conquistare la terra con la musica Heavy<br />

Metal. Ce la farà<br />

ritornare in manicomio nell’eventualità di un<br />

nuovo «deragliamento».<br />

Fino alla metà dell’800, il manicomio non fu<br />

una struttura segregante: aveva un dialogo<br />

continuo con i comuni e le famiglie degli alienati.<br />

Tutto questo finì con la svolta organicista di<br />

impianto positivista che dalla metà del secolo<br />

dominò il panorama scientifico fino alla<br />

fine del XIX secolo.<br />

Ora era il corpo del folle a parlare al medico.<br />

L’alienista cercava i segni, le stimmate della<br />

follia sul corpo del malato. Questo mutamento<br />

fu la risultante di un processo molto<br />

complesso che portava a vedere nelle classi<br />

lavoratrici una classe pericolosa - dedita ai<br />

vizi, alla crapula e alla condivisione<br />

di idee insane come l’anarchia o<br />

il socialismo. Emersero teorie<br />

della «degenerazione» o della<br />

«follia morale», processi<br />

irreversibili e inguaribili, che<br />

erano il riflesso evidente<br />

dell’incapacità e della scarsa<br />

volontà di affrontare la<br />

questione sociale da parte<br />

delle classi dirigenti. Sulla<br />

base di queste teorie si profilò<br />

così una massiccia opera di prevenzione<br />

per evitare che la parte<br />

sana della popolazione venisse «inquinata»<br />

da queste patologie. In manicomio entrarono<br />

vecchi, paralitici, vagabondi, prostitute.<br />

Luogo di «cura e di custodia» il manicomio<br />

divenne luogo di reclusione: i contatti coi<br />

parroci e con i Comuni, cessarono, e così<br />

anche le dimissioni, che si fecero rare. Un<br />

alienista del manicomio di Imola scriveva sul<br />

finire dell’800 che oltre il 60% dei ricoverati<br />

era inguaribile.<br />

* * *<br />

La storia del manicomio di Imola segue linearmente<br />

queste tappe: un minuscolo «Spedale<br />

pei mentecatti» fu ricavato all’interno<br />

dell’Ospedale Civile nel 1804; quarant’anni<br />

dopo fu edificato il primo «Asilo», capace di<br />

80 degenze. Presto insufficiente, fu sostituito<br />

col primo grande manicomio costruito tra<br />

il 1869 e il 1881 dalla capienza dieci volte<br />

superiore, cui si aggiunse l’Osservanza,<br />

completata nel 1892 per altri 500 malati.<br />

Alla base di questo enorme sviluppo stava<br />

l’assenza di un manicomio in<br />

Con la<br />

svolta organicista<br />

di metà ‘800 il<br />

manicomio, da luogo di<br />

cura, divenne un luogo<br />

di reclusione<br />

tutta la Romagna e il flusso di<br />

danaro che queste strutture<br />

generavano: si pensi alla<br />

costruzione e a tutto l’indotto<br />

per il mantenimento<br />

dei malati. Dimostrando<br />

come quando la medicina<br />

diventa «business» smarrisce<br />

il proprio scopo a<br />

danno di innocenti.<br />

* Matteo Banzola, nato a Granarolo<br />

(Ra), laureato in Storia contemporanea<br />

all’Università di Bologna, collabora con Istituti<br />

di ricerca su temi dell’800 e del ‘900. Queste<br />

note riassumono una «Storia del manicomio di<br />

Imola» di prossima pubblicazione.<br />

3/10 gagarin n. 1<br />

musica arte gusto teatro libri shopping bimbi cinema<br />

17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!