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rapporto attivita - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

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IRFMN<br />

popolazione. I dati saranno ora valutati confrontandoli con la sopravvivenza e risposta al<br />

trattamento.<br />

Stu<strong>di</strong>o dell’espressione dei geni coinvolti nella riparazione del DNA in<br />

tumori ovarici<br />

E’ stata valutata me<strong>di</strong>ante real time PCR l’espressione <strong>di</strong> geni coinvolti nella riparazione del<br />

DNA in 77 casi <strong>di</strong> tumore ovarico <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e 81 casi <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o III e in 13 campioni <strong>di</strong> tumore<br />

borderline dell’ovaio. Ci si è focalizzati sui geni coinvolti nel Nucleotide excision repair, nel<br />

Fanconi Anemia repair, nel Base excision repair, nel translation repair e su alcune proteine che<br />

giocano un ruolo chiave nella risposta cellulare al danno indotto da chemioterapia come chk1 e<br />

claspina. Due erano gli scopi principali dello stu<strong>di</strong>o:1) capire se c’erano geni espressi in<br />

maniera <strong>di</strong>versa tra carcinomi dell’ovaio <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e sta<strong>di</strong>o III e tumori borderline (tumori a<br />

massima malignità) che potessero farci meglio capire la biologia del tumore dell’ovaio; 2)<br />

correlare i livelli <strong>di</strong> mRNA dei <strong>di</strong>versi geni analizzati con la risposta alla terapia con fine ultimo<br />

<strong>di</strong> poter in<strong>di</strong>viduare dei marcatori <strong>di</strong> risposta.<br />

L’analisi dei dati ha <strong>di</strong>mostrato come i geni coinvolti in alcuni meccanismi <strong>di</strong> riparazione<br />

(Fanconi Anemia) e geni coinvolti in alcuni checkpoint sono più espressi nei carcinomi <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o<br />

I che nei tumori borderline <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I permettendoci <strong>di</strong> ipotizzare che la malignità possa essere<br />

associata ad una up-regolazione <strong>di</strong> questi geni che doterebbero la cellula neoplastica dell’ovaio<br />

<strong>di</strong> una maggior capacità <strong>di</strong> crescita e metastatizzazione. All’interno dei tumori <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o III si<br />

sono eseguite una serie <strong>di</strong> correlazioni con la risposta clinica alla chemioterapia e i livelli <strong>di</strong> tutti<br />

i geni stu<strong>di</strong>ati. I dati <strong>di</strong> correlazione con la risposta clinica sono stati abbastanza deludenti nel<br />

senso che non abbiamo evidenziata nessuna correlazione statisticamente significativa.<br />

Nonostante ciò pensiamo che i dati generati siano importanti perchè ottenuti con casistica<br />

abbastanza ampia ed rappresentativa <strong>di</strong> carcinomi dell’ovaio <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e sta<strong>di</strong>o III e mettono in<br />

<strong>di</strong>scussione la scelta <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> risposta (i.e livelli <strong>di</strong> espressioni <strong>di</strong> geni coinvolti nella<br />

riparazione del DNA, come quelli da noi stu<strong>di</strong>ati) selezionati sulla base <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> che<br />

analizzavano pochi pazienti.<br />

Inibizioni del segnale me<strong>di</strong>ato da PI3K/Akt<br />

L’asse PI3K/Akt è uno dei pathway molecolari più alterati nei tumori umani e rappresenta<br />

quin<strong>di</strong> un target per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> molecole a bersaglio specifico.<br />

Il laboratorio è da tempo impegnato nella caratterizzazione del profilo farmacologico <strong>di</strong> nuove<br />

molecole in grado <strong>di</strong> inibire il pathway.<br />

E’ stato caratterizzato il meccanismo molecolare alla base dell’interazione tra due molecole in<br />

grado <strong>di</strong> inibire mTOR, che è la chinasi a valle <strong>di</strong> PI3K/akt , in due <strong>di</strong>stinze porzioni della<br />

proteina. I dati in vitro e in vivo mostrano che l’utilizzo <strong>di</strong> molecole con meccanismo <strong>di</strong> azione<br />

<strong>di</strong>verso ma funzionanti sullo stesso bersaglio molecolare, può essere una interessante strategia<br />

per spegnere il più possibile una via <strong>di</strong> trasduzione del segnale. L’uso delle due molecole infatti<br />

risulta inibire la crescita tumorale maggiormente rispetto alle singole molecole, anche quando<br />

queste vengono utilizzate a dosi doppie. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che il meccansimo <strong>di</strong> azione<br />

riguarda prioncipalmente una delle vie <strong>di</strong> mTOR che porta alla inibizione della sintesi proteica<br />

solo <strong>di</strong> alcuni trascritti. Lo stu<strong>di</strong>o ha combinato analisi <strong>di</strong> tipo genomico e molecolare ocn stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> proteomica.<br />

Ruolo della fosfolipasi C gamma nello sviluppo <strong>di</strong> metastasi<br />

Gli stu<strong>di</strong> condotti precedentemente sul ruolo <strong>di</strong> PLC gamma nel favorire lo sviluppo<br />

metastatico, sono proseguiti su un modello <strong>di</strong> tumore della mammella che ha un particolare<br />

tropismo per l’osso. In questo modello sono stati riprodotti i sistemi precedentemente utilizzati<br />

per inibire PLC gamma e sono stati generati quin<strong>di</strong> nuovi modelli ad espressione variabile <strong>di</strong><br />

questa proteina che saranno estremamente utili per chiarire e ampliare l ruolo <strong>di</strong> PLC gamma<br />

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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011

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