rapporto attivita - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
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IRFMN<br />
PREFAZIONE<br />
RAPPORTI ATTIVITA’<br />
ISTITUTO MARIO NEGRI, MILANO<br />
www.marionegri.it<br />
DIPARTIMENTI<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia ………………….………………………….……………………… 7<br />
Dipartimento Ambiente e Salute ……….………….………………………….……………… 61<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze ………………….………………………….………………… 85<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare ………………….…………………….………… 147<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare ……….…………….………… 185<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia ……….…………….………… 211<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Pubblica ……………………………………………………….. 255<br />
LABORATORI e CENTRI<br />
Laboratorio Politiche Regolatorie del Farmaco ……….…………….………….……… 285<br />
Centro <strong>di</strong> Ingegneria Informatica.……………………………………………………………… 293<br />
Centro Catullo e Daniela Borgomainerio………………………………………………. 297<br />
Biblioteca……….…………………………………………………………….………….………… 299<br />
CENTRO ANNA MARIA ASTORI<br />
DIPARTIMENTI<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare ……….…………………………………….………… 305<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria ……….…………………………….………………………… 331<br />
CENTRO ALDO e CELE DACCO’<br />
DIPARTIMENTI<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale ……….…………………………………………………… 353<br />
LABORATORI e CENTRI<br />
Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare ……….…….………… 389<br />
Coor<strong>di</strong>namento Rapporti Internazionali per le Malattie Rare………………………. 401<br />
Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti C. Cucchi De Alessandri e G. Crespi ……………….….. 407<br />
L’ ATTIVITA’ DIDATTICA 409<br />
ORGANIGRAMMA 411<br />
L’elenco completo del personale è consultabile sul sito Internet dell’<strong>Istituto</strong> www.marionegri.it<br />
1<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
a cura <strong>di</strong> Isabella Bordogna<br />
finito <strong>di</strong> stampare nel marzo 2012<br />
2<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PREFAZIONE<br />
Questo <strong>rapporto</strong> ha una particolare caratteristica perché viene redatto nel cinquantesimo anno dalla<br />
fondazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (1961-2011). Si tratta <strong>di</strong> risultati in<br />
parte già pubblicati e in parte da pubblicare, che si aggiungono agli oltre 12.000 lavori scientifici<br />
pubblicati su riviste internazionali che rappresentano il patrimonio <strong>di</strong> conoscenze sviluppato dal<br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. Come al solito, l’attività viene presentata su base <strong>di</strong>partimentale e in qualche caso<br />
anche da singoli laboratori. Mentre si rimanda al testo per i dettagli dei risultati scientifici ottenuti, è<br />
pertinente fare alcune osservazioni <strong>di</strong> carattere generale.<br />
Quest’anno ha visto la nascita del nuovo e<strong>di</strong>ficio costruito all’interno del parco scientifico “Km Rosso”<br />
a Bergamo. Oltre 5.000 metri quadrati <strong>di</strong> uffici e laboratori modernamente attrezzati che ospitano il<br />
gruppo <strong>di</strong> lavoro che da oltre 25 anni operava al “Conventino”. E’ continuato lo sviluppo e l’impiego<br />
delle nuove tecnologie. In particolare è da sottolineare l’impegno per realizzare ricerca traslazionale<br />
seguendo gli schemi della “mouse clinic”: risonanza nucleare magnetica, microtac, ecografia,<br />
doppler, microscopia a fotoni sono alcune metodologie che permetteranno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are modelli <strong>di</strong><br />
malattie umane nel topo seguendo le tecniche impiegate in clinica me<strong>di</strong>ca. E’ già evidente la migliore<br />
trasferibilità dei dati, la riduzione nell’impiego <strong>di</strong> animali. Forte impulso è stato dato all’imaging, grazie<br />
alla presenza della microscopia elettronica, della time-lapse microscopia a contrasto, della<br />
microscopia a forza atomica e della plasmon resonance. Molto lavoro è stato de<strong>di</strong>cato alle<br />
metodologie della biologia molecolare soprattutto per quanto riguarda lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo<br />
d’azione dei farmaci. L’impiego degli stu<strong>di</strong> con colture in vitro è fondamentale per approfon<strong>di</strong>re<br />
l’indagine, tuttavia è ancora presente un numero significativo <strong>di</strong> ricerche in vivo, l’unico modo -<br />
ancora oggi - per poter validare le ricerche in vitro e per poter realizzare modelli sempre più vicini alle<br />
malattie umane. In questo senso è aumentato considerevolmente l’impiego <strong>di</strong> animali transgenici. Le<br />
aree fondamentali <strong>di</strong> ricerca sono quelle tra<strong>di</strong>zionali dell’<strong>Istituto</strong>: oncologia, neuroscienze,<br />
car<strong>di</strong>ovascolare, malattie renali, trapianti d’organo, malattie rare, biologia cellulare, biochimica<br />
molecolare. Di significato anche gli stu<strong>di</strong> che riguardano ambiente e salute. Si è accentuato lo stu<strong>di</strong>o<br />
delle malattie rare e dei farmaci orfani sia a livello sperimentale che clinico ed epidemiologico. In<br />
tutta la ricerca del “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” l’ipotesi è quella <strong>di</strong> sviluppare intorno a ognuna delle gran<strong>di</strong> aree<br />
citate una complessità <strong>di</strong> approcci che vada dalla ricerca <strong>di</strong> base alla farmacocinetica, alla<br />
farmacologia, agli stu<strong>di</strong> clinici controllati, all’analisi epidemiologica e, quando possibile, alla<br />
epidemiologia dei servizi. Si sono conclusi alcuni trial clinici in campo car<strong>di</strong>ologico (Ricerca e<br />
Prevenzione) e continuano numerosi stu<strong>di</strong> grazie all’opportunità offerta dal progetto AIFA per stu<strong>di</strong><br />
clinici controllati in<strong>di</strong>pendenti. E’ stato istituito on-line il registro degli stu<strong>di</strong> clinici controllati condotti<br />
dal “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” dove sarà possibile osservare da parte <strong>di</strong> tutti l’andamento dei vari trials. Alla fine <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>cembre 2011 erano in corso 88 trials che prevedono il reclutamento <strong>di</strong> 68.766 pazienti.<br />
L’attività <strong>di</strong> ricerca necessita, come componente fondamentale, la formazione <strong>di</strong> giovani ricercatori<br />
che trovano nel lavoro <strong>di</strong> laboratorio non solo la possibilità <strong>di</strong> esprimere le loro idee, ma anche<br />
l’opportunità <strong>di</strong> ottenere un <strong>di</strong>ploma attraverso la scuola <strong>di</strong> qualificazione professionale riconosciuta<br />
dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a o il titolo <strong>di</strong> Ph.D. in collaborazione con la Open University, UK, o il<br />
dottorato <strong>di</strong> ricerca riconosciuto dal MIUR. Di particolare interesse sono altri tipi <strong>di</strong> formazione<br />
in<strong>di</strong>rizzati alla statistica biome<strong>di</strong>ca, ai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale, ai pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> famiglia e agli<br />
infermieri per la ricerca clinica. Infine fa parte integrante delle attività del “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” un interesse<br />
per l’informazione a tutti i livelli, formalizzato nel Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare, nel<br />
Centro <strong>di</strong> Informazione sui Farmaci sul sito web www.marionegri.it. E’ sempre molto attivo l’impegno<br />
del “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” nel trasferire informazioni a me<strong>di</strong>ci, infermieri e associazioni <strong>di</strong> pazienti, nonché al<br />
pubblico attraverso tutti i me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>sponibili. In particolare va sottolineato lo sviluppo del sito<br />
www.partecipasalute.it. La ricerca sta affrontando tempi <strong>di</strong>fficili e proprio per questo è importante<br />
l’aiuto <strong>di</strong> tutti: governo, enti pubblici e privati.<br />
Silvio Garattini<br />
3<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”<br />
Milano<br />
RAPPORTI<br />
ATTIVITA’ 2011<br />
<strong>di</strong>partimenti e laboratori<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir.<br />
Ufficio Stu<strong>di</strong> Oncologici e Documentazione<br />
Documentalista Scientifico<br />
Stefania FILIPPESCHI, Per.Chim.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Biofisica<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Citometria<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Genomica Traslazionale<br />
Capo Unità<br />
Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir.<br />
Paolo UBEZIO, Dr.Fis.<br />
Eugenio ERBA, Dr. An. Chim. Biol.<br />
Sergio MARCHINI, Dr. Sci.Biol., Ph.D.<br />
Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Antitumorale<br />
Capo Unità<br />
Massimo ZUCCHETTI, Dr.CTF<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Genetica Molecolare<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Riparazione del DNA<br />
Capo Unità<br />
Massimo BROGGINI, Ph.D.<br />
Mirko MARABESE, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />
Giovanna DAMIA, Dr. Med. Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali<br />
Capo Laboratorio<br />
Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />
Unità <strong>di</strong> Angiogenesi Tumorale<br />
Capo Unità<br />
Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol.<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Unità con sede a Bergamo<br />
Unità <strong>di</strong> Terapia Antitumorale Molecolare<br />
Capo Unità<br />
Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca<br />
Capo Laboratorio<br />
Valter TORRI, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche<br />
Capo Laboratorio<br />
Irene FLORIANI, Dr.Sci.Biol., Dr.Stat., Ph.D.<br />
Unità <strong>di</strong> Informatica e Gestione degli Stu<strong>di</strong> Clinici<br />
Capo Unità<br />
Davide POLI, Dr.Fis.<br />
Unità <strong>di</strong> Statistica per la Ricerca Clinica<br />
Capo Unità<br />
Eliana Rulli, Dr.Stat.<br />
Laboratorio per la Ricerca Traslazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Ginecologia e Oncologia<br />
Capo Unità<br />
Giovanni APOLONE, Dr.Med.Chir.<br />
Roldano FOSSATI, Dr.Med.Chir.<br />
Centro per lo Stu<strong>di</strong>o e la Ricerca sul Dolore<br />
Responsabile<br />
Giovanni APOLONE, Dr.Med.Chir.<br />
O. Corli, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità<br />
Capo Laboratorio<br />
Paola MOSCONI, Dr.Sci.Biol.<br />
8<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Maurizio D'Incalci si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia con lode all'Università <strong>di</strong> Milano nel 1977. Si è<br />
specializzato in Farmacologia presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, e in Oncologia all'Università <strong>di</strong> Genova.<br />
Ha lavorato nel laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare del National Cancer Institute <strong>di</strong> Bethesda, Md,<br />
nel 1983 e 1984. Dal 1986 è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
e dal 1996 del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia dello stesso <strong>Istituto</strong>.<br />
E' stato presidente del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione<br />
Europea <strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC). Dal 1994 al 1997 è stato presidente del<br />
comitato che supervisiona lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi farmaci dell'EORTC (NDDO) e dal 1997 al 2000 è stato<br />
presidente della Divisione <strong>di</strong> Ricerca della stessa organizzazione. Dal 2000 al 2003 è stato membro del<br />
Board dell’EORTC.<br />
Dal 1995 è membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus.<br />
Dal 1997 è Preclinical Coor<strong>di</strong>nator della Southern Europe New Drug Organization (SENDO) e dal 2005<br />
è chairman del New Agents Committee (NAC).<br />
Dal 2006 è presidente del Comitato Tecnico Scientifico del <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Gynecologic Oncology group<br />
(MaNGO).<br />
Dal 2007 è membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul<br />
Cancro (AIRC).<br />
Dal 2009 è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC).<br />
Dal 2010 è membro dei Comitati Scientifici della Fondazione ABO (Application of Biotechnologies in<br />
Oncology), una fondazione per la ricerca sul cancro, e della Fondazione Buzzi Unicem Onlus per la<br />
ricerca, <strong>di</strong>agnosi e cura del mesotelioma.<br />
E’ nel comitato e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> numerose riviste scientifiche internazionali e, dal settembre 2000 al<br />
<strong>di</strong>cembre 2010, è E<strong>di</strong>tor for Experimental Oncology del European Journal of Cancer.<br />
E' autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 450 articoli che riguardano la farmacologia antitumorale e <strong>di</strong> numerosi capitoli <strong>di</strong> libri.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Association between miR-200c and survival of stage I epithelial ovarian cancer patients. A retrospective<br />
study on two independent tumour tissue collections Sergio Marchini*, Duccio Cavalieri*, Robert Fruscio,<br />
et al. The Lancet Oncology, Vol. 12, Issue 3, Pages 273 - 285, March 2011<br />
• Frapolli R., Tamborini E., Vir<strong>di</strong>s E., Bello E., Tarantino E., Marchini S., Grosso F., Sanfilippo R., Gronchi A., Tercero<br />
J.C., Peloso G., Casali P., Pilotti S., D’Incalci M. Novel models of myxoid liposarcoma xenografts mimicking the<br />
biological and pharmacological features of human tumors. Clinical Cancer Res., 16(20): 4958-4967 (2010).<br />
• Germano G., Frapolli R., Simone M., Tavecchio M., Erba E., Pesce S., Pasqualini F., Grosso F., Sanfilippo R., Casali P.,<br />
Gronchi A., Vir<strong>di</strong>s E., Tarantino E., Pilotti S., Greco A., Nebuloni M., Galmarini C.M., Tercero J.C., Mantovani A.,<br />
D’Incalci M., Allavena P. Anti-tumor and anti-inflammatory effects of trabecte<strong>di</strong>n on human myxoid liposarcoma cells.<br />
Cancer Res., 70(6): 2235-2244 (2010).<br />
• Frapolli R, Zucchetti M, Sessa C, Marsoni S, Vigano' L, Locatelli A, Rulli E, Compagnoni A, Bello E, Pisano C,<br />
Carminati P, D'Incalci M. Clinical pharmacokinetics of the new oral camptothecin gimatecan: The inter-patient<br />
variability is related to α(1)-acid glycoprotein plasma levels. Eur. J. Cancer, 46: 505-516 (2010).<br />
• Forni C, Minuzzo M, Vir<strong>di</strong>s E, Tamborini E, Simone M, Tavecchio M, Erba E, Grosso F, Gronchi A, Aman P, Casali P,<br />
D'Incalci M, Pilotti S, Mantovani R. Trabecte<strong>di</strong>n (ET-743) promotes <strong>di</strong>fferentiation in myxoid liposarcoma tumors. Mol<br />
Cancer Ther, 8 : 449-457 (2009).<br />
• Marchini S, Mariani P, Chiorino G, Marrazzo E, Bonomi R, Fruscio R, Clivio L, Garbi A, Torri V, Cinquini M,<br />
Dell'Anna T, Apolone G, Broggini M, D'Incalci M. Analysis of gene expression in early-stage ovarian cancer<br />
Clin Cancer Res, 14 : 7850-7860 (2008).<br />
Giovanni Apolone, laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia (1982, Pavia) e specializzato in Me<strong>di</strong>cina Interna<br />
(1987, Pavia) e Ricerca Farmacologica (1992, Milano) è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />
Traslazionale e <strong>di</strong> Outcome.<br />
Principali aree <strong>di</strong> interesse:<br />
a) aspetti metodologici, etici e regolamentativi della ricerca clinica, con particolare attenzione<br />
all’oncologia e al dolore nei pazienti con cancro;<br />
b) meto<strong>di</strong> per la valutazione e il monitoraggio della qualità degli interventi sanitari;<br />
c) sviluppo e validazione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> case-mix e outcome;<br />
d) programmi <strong>di</strong> formazione, informazione ed educazione nell’area me<strong>di</strong>co-sanitaria.<br />
E' Vice-Presidente del Comitato Etico dell’<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia (Milano) e Coor<strong>di</strong>natore della<br />
Ricerca (f.f. Direttore Scientifico) dell’Ospedale ASMN <strong>di</strong> Reggio-Emilia.. Ha pubblicato più <strong>di</strong> 200<br />
articoli scientifici e <strong>di</strong>vulgativi.<br />
9<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Greco M T, Corli O, Montanari M, Deandrea S, Zagonel V, Apolone G, CPOR SG Investigators. Epidemiology and<br />
pattern of care of Breakthrough cancer Pain (BTcP) in a longitu<strong>di</strong>nal sample of cancer patients. Results from the CPOR-<br />
SG. Clin J Pain 2010, e-pub.<br />
• Mannucci E, Petroni M L, Villanova N, Rotella C M, Apolone G, Marchesini G, QUOVADIS Study Group. Clinical and<br />
psychological correlates of health-related quality of life in obese patients. Health Qual Life Outcomes 2010 8 : 90.<br />
• Knudsen K A, Brunelli C, Kaasa S, Apolone G, Corli O, Montanari M, Fainsinger R, Aass N, Fayers P, Caraceni A,<br />
Klepstad P, European Palliative Care Research Collaborative (EPCRC), European Pharmacogenetic Study<br />
(EPOS).Which variables are associated with pain intensity and treatment response in advanced cancer patients<br />
Implications for a future classification system for cancer pain. Eur J Pain 2010, e-pub.<br />
• Gacci M, Corona G, Apolone G, Lanciotti M, Tosi N, Giancane S, Masieri L, Serni S, Maggi M, Carini M. Influence of<br />
serum testosterone on urinary continence and sexual activity in patients undergoing ra<strong>di</strong>cal prostatectomy for clinically<br />
localized prostate cancer. Prostate Cancer Prostatic Dis 2010 13 : 168-172.<br />
• Tettamanti M, Lucca U, Gan<strong>di</strong>ni F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone M V, Detoma P, Giacomin A,<br />
Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta M G, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild<br />
anemia in the elderly: the " Health and Anemia" population-based study. Haematologica 2010 95 : 1849-<br />
1856.<br />
Massimo Broggini ha frequentato la facoltà <strong>di</strong> scienze biologiche dell’Università <strong>di</strong> Milano, si è<br />
specializzato in Biochimica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, e ha ottenuto il titolo <strong>di</strong> PhD presso la Open<br />
University, UK. Ha lavorato per un breve periodo nel laboratorio <strong>di</strong> Molecular Pharmacology del<br />
National Cancer Institute <strong>di</strong> Bethesda, Md, nel 1986. Dal 1991 è capo dell’unità <strong>di</strong> Farmacologia<br />
Molecolare dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e dal 1999 del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare dello stesso<br />
<strong>Istituto</strong>. I suoi interessi scientifici riguardano lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />
antitumorali, la ricerca <strong>di</strong> proteine e geni alterati in neoplasie umane e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> oncosoppressori.<br />
E' membro del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea<br />
<strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) e dell’American Association for Cancer Research. E’<br />
membro del gruppo e<strong>di</strong>toriale della rivista European Journal of Cancer. E' autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 articoli<br />
scientifici pubblicati su riviste internazionali.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Di Giandomenico S, Erba E, Ubezio P, Broggini M. Combination of<br />
PI3K/mTOR inhibitors: antitumor activity and molecular correlates. Cancer Res. 2011 Jul 1;71(13):4573-84<br />
• Garassino MC, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Martelli O, Farina G, Scanni A, Broggini M. 10.Different types of K-<br />
Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol. 2011<br />
Jan;22(1):235-7.<br />
• Previ<strong>di</strong> S, Abbadessa G, Dalò F, France DS, Broggini M.Breast Cancer-Derived Bone Metastasis Can Be Effectively<br />
Reduced through Specific c-MET Inhibitor Tivantinib (ARQ 197) and shRNA c-MET Knockdown. Mol Cancer Ther.<br />
2012 Jan;11(1):214-23.<br />
• Floriani I, Garassino MC, Broggini M, Veronese S, Marsoni S, Marabese M, Farina G, Scanni A. Role of cetuximab in<br />
the treatment of patients with NSCLC: are we throwing out the baby with the bath water J Clin Oncol. 2010 ;28:467.<br />
• Sala G, Dituri F, Raimon<strong>di</strong> C, Previ<strong>di</strong> S, Maffucci T, Mazzoletti M, Rossi C, Iezzi M, Lattanzio R, Piantelli M, Iacobelli<br />
S, Broggini M, Falasca M. Phospholipase Cgamma1 is required for metastasis development and progression. Cancer<br />
Res. 2008 Dec 15;68(24):10187-96.<br />
• Falasca M, Chiozzotto D, Godage HY, Mazzoletti M, Riley AM, Previ<strong>di</strong> S, Potter BV, Broggini M, Maffucci T. A novel<br />
inhibitor of the PI3K/Akt pathway based on the structure of inositol 1,3,4,5,6-pentakisphosphate. Br J Cancer. 2010 Jan<br />
5;102(1):104-14. PubMed PMID: 20051961;<br />
Irene Floriani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 e in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel<br />
2003 presso l’Università <strong>di</strong> Milano. Nel 2005 ha ottenuto il titolo <strong>di</strong> PhD in Life Sciences alla Open<br />
University <strong>di</strong> Londra.<br />
Dopo un’esperienza <strong>di</strong> circa 10 anni presso alcune industrie farmaceutiche, nel 2002 è <strong>di</strong>venuta capo<br />
dell’Unità <strong>di</strong> Biometria e Data Management del Laboratorio per la Ricerca Clinica Oncologica e dal 2006<br />
è Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici all’interno del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia.<br />
E' Presidente del Comitato Etico dell’Ospedale Sant’Anna <strong>di</strong> Como, Vice-Presidente del Comitato Etico<br />
della Fondazione IRCCS <strong>Istituto</strong> Neurologico ‘Carlo Besta’ e membro <strong>di</strong> altri due comitati etici lombar<strong>di</strong><br />
come esperto in biostatistica. Le principali aree <strong>di</strong> interesse comprendono gli aspetti statistici della<br />
metodologia della ricerca clinica, con particolare riferimento agli stu<strong>di</strong> clinici in oncologia; le revisioni<br />
sistematiche della letteratura me<strong>di</strong>ca e gli aspetti metodologici dei test <strong>di</strong>agnostici.<br />
10<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Labianca R, Sobrero A, Isa L, Cortesi E, Barni S, Nicolella D, Aglietta M, Lonar<strong>di</strong> S, Corsi D, Turci D, Beretta G D,<br />
Fornarini G, Dapretto E, Floriani I, Zaniboni A, GISCAD<br />
Intermittent versus continuous chemotherapy in advanced colorectal cancer: a randomised 'GISCAD' trial<br />
Ann Oncol 2011 ; 22 : 1236-1242<br />
• Garassino M C, Marsoni S, Floriani I<br />
Testing epidermal growth factor receptor mutations in patients with non-small-cell lung cancer to choose chemotherapy:<br />
the other side of the coin<br />
J Clin Oncol 2011 ; 29 : 3835-3837<br />
• Ludovini V, Floriani I, Pistola L, Minotti V, Meacci M, Chiari R, Garavaglia D, Tofanetti F R, Flacco A, Siggillino A,<br />
Baldelli E, Tonato M, Crino' L<br />
Association of cyti<strong>di</strong>ne deaminase and xeroderma pigmentosum group D polymorphisms with response, toxicity, and<br />
survival in cisplatin/gemcitabine-treated advanced non-small cell lung cancer patients<br />
J Thorac Oncol 2011 ; 6 : 2018-2026<br />
• Casciani E, Masselli G, Di Nardo G, Polettini E, Bertini L, Oliva S, Floriani I, Cucchiara S, Gual<strong>di</strong> G.<br />
• MR enterography versus capsule endoscopy in pae<strong>di</strong>atric patients with suspected Crohn's <strong>di</strong>sease.<br />
Eur Ra<strong>di</strong>ol. 2011 Apr;21(4):823-31.<br />
• Quaranta L, Floriani I.<br />
The rate of progression and ocular perfusion pressure in the Low-pressure Glaucoma Treatment Study.<br />
Am J Ophthalmol. 2011 Nov;152(5):880<br />
Raffaella Giavazzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università <strong>di</strong> Milano dove nel<br />
1994 si è specializzata in Farmacologia. Ricercatrice presso il Cancer Metastasis and Treatment<br />
Laboratory, NCI-FCRDC, Frederick, Maryland (1981-1983); Professore Assistente presso il Department<br />
of Cell Biology dell’M.D. Anderson Hospital and Tumor Institute, Università del Texas (1983 al 1985). Il<br />
suo interesse scientifico si sviluppa nell’area della biologia e della farmacologia dei tumori rivolto allo<br />
stu<strong>di</strong>o del processo metastatico e dell’angiogenesi e alla valutazione pre-clinica <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />
antitumorali, antimetastatici e antiangiogenici, con particolare interesse allo sviluppo <strong>di</strong> terapie <strong>di</strong><br />
combinazione. Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali dal 1986, è anche<br />
membro del Collegio dei Docenti del Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Fisiologia-Tossicologia Molecolare e<br />
Cellulare presso l’Università <strong>di</strong> Siena, membro del Comitato Esecutivo del SENDO (South Europe New<br />
Drug Development Office, Milano), del Comitato Esecutivo dell’European Association for Cancer<br />
Research (EACR) e del Comitato Scientifico della Fondazione Pezcoller. E’ stata Consulente scientifico<br />
per il National Cancer Institute (NCI) - Developmental Therapeutics Program <strong>di</strong> Bethesda, USA (1998-<br />
2006) e Presidente della Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (2006-2007).<br />
E’ Membro dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for<br />
Cancer Research (EACR), dell’International Metastases Research Society , dell’EORTC e della Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC).<br />
Nel comitato e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> riviste scientifiche internazionali tra cui “European Journal of Cancer”,<br />
“Clinical Experimental Metastasis”, “The International Journal of Biological Markers”.<br />
E’ autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 200 articoli scientifici su giornali “peer reviewer” e testi scientifici.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Zecchini S., Bombardelli L., Decio A., Bianchi M., Mazzarol G., Sanguineti F., Aletti G., Maddaluno L., Berenzin V.,<br />
Bock E., Casa<strong>di</strong>o C., Viale G., Colombo N., Giavazzi R., Cavallaro U. The adhesion molecule NCAM promotes ovarian<br />
cancer progression via FGFR signaling. EMBO Molecular Me<strong>di</strong>cine, 3:480-94, 2011.<br />
• Moschetta M., Cesca M., Pretto F., Giavazzi R. Angiogenesis inhibitors: implications for combination with conventional<br />
therapies. Curr. Pharm. Des., 16(35):3921-31, 2010.<br />
• Borgia B., Rösli C., Fugmann T., Schliemann C., Cesca M., Neri D., Giavazzi R. A proteomic approach for the<br />
identification of vascular markers of liver metastasis. Cancer Research, 70(1):309-18, 2010.<br />
• Cesca M., Frapolli R., Berndt A., Scarlato V., Richter P., Kosmehl H., D’Inclaci M., Ryan A.J., Giavazzi R. The effects<br />
of vandetanib on paclitaxel tumor <strong>di</strong>stribution and antitumor activity in a xenograft model of human ovarian<br />
carcinoma. Neoplasia, 11(11):1155-64, 2009.<br />
• Ghilar<strong>di</strong> C., Chiorino G., Dossi R., Nagy Z., Giavazzi R., Bani M.R. Identification of novel vascular markers through<br />
gene expression profiling of tumor-derived endothelium. BMC Genomics, 30(9), 201, 2008.<br />
• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G.: Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination<br />
therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev. 26:481–88, 2007.<br />
• Rybak J.N., Ettore A., Kaissling B., Giavazzi R., Neri D., Elia G. In vivo protein biotinylation for identification of organspecific<br />
antigens accessible from the vasculature. Nature Methods 2(4):291-98, 2005.<br />
11<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Paola Mosconi, laureata in Scienze Biologiche (Milano 1982) e specializzata in Ricerca<br />
Farmacologica (Milano 1984). Principali aree <strong>di</strong> interesse:<br />
a) progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute<br />
b) progetti <strong>di</strong> partnership tra associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni e pazienti, società scientifiche e istituti <strong>di</strong><br />
ricerca<br />
c) progetti per la valutazione del tipo <strong>di</strong> informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a<br />
punto <strong>di</strong> portali internet sui temi della informazione (www.partecipasalute.it;<br />
www.paincare.it)<br />
d) progetti <strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti per la pubblicazione <strong>di</strong> opuscoli sui temi<br />
dell’informazione e la valutazione dell’assistenza sanitaria<br />
Paola Mosconi ha partecipato come coor<strong>di</strong>natore e docente alla realizzazione <strong>di</strong> Corsi <strong>di</strong><br />
Formazione professionale e aggiornamento per personale sanitario e rappresentati <strong>di</strong><br />
associazioni <strong>di</strong> volontariato.<br />
E’ attualmente presidente del comitato etico della AUSL <strong>di</strong> Bologna.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Mosconi, P Colombo C, Villani W, Liberati A, Satolli R PartecipaSalute: a research project and a training program tailored<br />
on consumers and patients. Albolino et al. (eds)Healthcare Systems Ergonomics and Patient Safety. Taylor & Francis Group,<br />
London, ISBN 978-0-415-68413-2; 2011: 71-76<br />
• GossC,Mosconi P, Renzi C, Deledda G. participation of patients and citizens in healthcare decisions in Italy. Journal for<br />
Evidence and Quality in Health Care Special Issue (Z. Evid. Fortbild. Qual. Gesundh. Wesen ZEFQ) 2011; 105: 277-282<br />
doi:10.1016/j.zefq.2011.04.003<br />
• Mosconi P, Taricco M, Bergamini M, Bosisio Fazzi L, Colombo C, Patrucco V, Corti M, Giobbe D, Guerreschi M,<br />
Magnarella MR, Sallemi G. Family burden after severe brain injury: the Italian experience with families and volunteer<br />
associations. The Patient: Patient-centered outcomes research 2011; 4:55-65<br />
Valter Torri si è laureato in Me<strong>di</strong>cina nel 1985 presso l’Università <strong>di</strong> Milano e si è specializzato in<br />
Oncologia Me<strong>di</strong>ca nel 1989 all’università <strong>di</strong> Milano .<br />
Attività formative 1985: Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, con Lode, Università <strong>di</strong> Milano; 1988<br />
Specializzazione in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong>, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>’ Milano; 1989 Specializzazione in<br />
Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano; 1989-1991 Ricercatore presso la Biometric Research Branch of<br />
Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA)<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, in particolare sulle<br />
sperimentazioni cliniche controllate in oncologia; Metodologia delle revisioni sistematiche; aspetti<br />
metodologici sulla valutazione dei test <strong>di</strong>agnostici<br />
Ruolo attuale: Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca.<br />
Cronologia professionale: 1983-1985: Ricercatore presso il reparto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna dell’Ospedale<br />
Policlinco, Università <strong>di</strong> Milano; 1985-1989: Assistente <strong>di</strong> ricerca presso l’unità <strong>di</strong> clinical trials del<br />
laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>’ Milano; 1989-199: Ricercatore presso la<br />
Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda, MD (USA); 1994:<br />
Capo dell’unità <strong>di</strong> biometria del laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia clinica in Oncologia, <strong>Istituto</strong> ‘<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>,<br />
Milano; 1995: Vice Direttore del Centro ‘Cochrane’ Italiano; 2001: Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca<br />
Clinica Oncologica 2006: Capo del Laboratorio per lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie farmacologiche.<br />
Membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca. 2011: Capo del<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca<br />
Ha partecipato a vari Independent data monitoring committee <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici internazionali in particolare<br />
nel carcinoma dell’ovaio e del polmone.<br />
È co-autore <strong>di</strong> oltre 150 articoli pubblicati su riviste internazionali “peer reviewer” e 5 capitoli <strong>di</strong> libri<br />
scientifici per la <strong>di</strong>dattica riguardanti la metodologia della ricerca clinica su trattamenti terapeutici e test<br />
<strong>di</strong>agnostici.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Scagliotti GV, Pastorino U, Vansteenkiste JF, Spaggiari L, Facciolo F, Orlowski TM, Maiorino L, Hetzel M,<br />
Leschinger M, Visseren-Grul C, Torri V. Randomized Phase III Study of Surgery Alone or Surgery Plus<br />
Preoperative Cisplatin and Gemcitabine in Stages IB to IIIA Non-Small-Cell Lung Cancer. J Clin Oncol. 2012 Jan<br />
10;30(2):172-8. Epub 2011 Nov 28. PubMed PMID: 22124104.<br />
• Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response<br />
gene polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. 2011 Dec 13. doi:<br />
10.1038/tpj.2011.50. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 22158331.<br />
12<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Sartore-Bianchi A, Fieuws S, Veronese S, Moroni M, Personeni N, Frattini M, Torri V, Cappuzzo F, Vander<br />
Borght S, Martin V, Skokan M, Santoro A, Gambacorta M, Tejpar S, Varella-Garcia M, Siena S. Standar<strong>di</strong>sation of<br />
EGFR FISH in colorectal cancer: results of an international interlaboratory reproducibility ring study. J Clin Pathol.<br />
2011 Nov 30. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 22130903.<br />
• Pinto C, Di Fabio F, Maiello E, Pini S, Latiano T, Aschele C, Garufi C, Bochicchio A, Rosati G, Aprile G,<br />
Giaquinta S, Torri V, Bardelli A, Gion M,<br />
• Martoni A. Phase II study of panitumumab, oxaliplatin, 5-fluorouracil, and concurrent ra<strong>di</strong>otherapy as preoperative<br />
treatment in high-risk locally advanced rectal cancer patients (StarPan/STAR-02 Study). Ann Oncol. 2011<br />
Nov;22(11):2424-30. Epub 2011 Mar 8. PubMed PMID: 21385884.<br />
• Gaafar RM, Surmont VF, Scagliotti GV, Van Klaveren RJ, Papamichael D, Welch JJ, Hasan B, Torri V, van<br />
Meerbeeck JP; EORTC Lung Cancer Group and the Italian Lung Cancer Project. A double-blind, randomised,<br />
placebo-controlled phase III intergroup study of gefitinib in patients with advanced NSCLC, non-progressing after<br />
first line platinum-based chemotherapy (EORTC 08021/ILCP 01/03). Eur J Cancer. 2011 Oct;47(15):2331-40.<br />
Epub 2011 Jul 28. PubMed PMID: 21802939.<br />
• Gao F, Miller JP, Miglior S, Beiser JA, Torri V, Kass MA, Gordon MO. A Joint Model for Prognostic Effect of<br />
Biomarker Variability on Outcomes: long-term intraocular pressure (IOP) fluctuation on the risk of developing<br />
primary open-angle glaucoma (POAG). JP J Biostat. 2011 May 1;5(2):73-96. PubMed PMID: 22180704; PubMed<br />
Central PMCID: PMC3237682.<br />
Maria Rosa Bani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />
nel 1990 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione <strong>di</strong> Biologo. Dopo le specializzazioni in<br />
Ricerca Farmacologica nel 1991 (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e Regione Lombar<strong>di</strong>a)<br />
e in Ricerca Biome<strong>di</strong>ca nel 1993 (Consorzio <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Sud e Regione Abruzzo), nel 2005 ha<br />
conseguito il titolo PhD della Open University (UK).<br />
Dal 1991 al 1995 è stata ricercatrice (Post Doctoral Fellow) presso il Sunnybrook Health Science Center,<br />
Cancer Research Division, Università <strong>di</strong> Toronto, Canada e tra il 2000 e il 2001 ricercatrice scientifica<br />
presso l’Advance Technology Centre del National Cancer Institute (ATC-NCI), National Institute of<br />
Health (NIH), USA.<br />
Dal 1996 ha lavorato come ricercatore borsista nel Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi<br />
presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, dove dal 2004 è capo dell’Unità <strong>di</strong> Terapia<br />
Antitumorale e Molecolare. È Scientific Manager <strong>di</strong> STROMA e <strong>di</strong> ADAMANT, due progetti condotti<br />
nell’ambito del 6°e 7° Programma Quadro della Commissione Europea. E’ membro dell’American<br />
Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e<br />
della Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC).<br />
Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area degli stu<strong>di</strong> molecolari e della biologia dei tumori, delle<br />
meto<strong>di</strong>che terapeutiche e della loro efficacia in ambito preclinico. E’ co-autore <strong>di</strong> 37 articoli scientifici<br />
pubblicati su giornali “peer reviewed”, <strong>di</strong> 2 capitoli e <strong>di</strong> 70 riassunti, 17 dei quali selezionati per la<br />
presentazione orale a congressi internazionali.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Silini A, Ghilar<strong>di</strong> C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse R, Pedley RB, Giavazzi R, Bani M.<br />
Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of cancer vasculature elicited and sustained by the<br />
tumor's proangiogenic microenvironment. Cellular and Molecular Life Sciences. 2011 Dec 1. [Epub ahead of print]<br />
• Silini A., Ghilar<strong>di</strong> C., Ar<strong>di</strong>nghi C., Bernasconi S., Carraro F., Nal<strong>di</strong>ni A., Bani M.R., Giavazzi R. Protease-activated<br />
receptor-1 (PAR-1) promotes the motility of human melanomas and is associated to their metastatic phenotype. Clinical<br />
Experimental Metastasis, 27 (1) : 43-53, 2010<br />
• Ghilar<strong>di</strong> C., Chiorino G., Dossi R., Nagy Z., Giavazzi R., Bani M.R. Identification of novel vascular markers through<br />
gene expression profiling of tumor-derived endothelium. BMC Genomics, 30(9), 201, 2008.<br />
• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G.: Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination<br />
therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev. 26:481–88, 2007.<br />
• Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilar<strong>di</strong> C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T. and Giavazzi R.<br />
Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics<br />
3: 111-121, 2004.<br />
• Taraboletti G., Sonzogni L., Vergani V., Hosseini G., Ceruti R., Ghilar<strong>di</strong> C., Bastone A., Toschi E., Borsotti P.,<br />
Scanziani E., Giavazzi R., Pepper M.S., Stetler-Stevenson W.G., Bani M.R. Post-transcriptional stimulation of<br />
endothelial cell matrix metalloproteinases 2 and 1 by endothelioma cells. Experimental Cell Research 258 : 384-394,<br />
2000.<br />
Giovanna Damia si è laureata in me<strong>di</strong>cina e chirurgia con lode all’Università <strong>di</strong> Milano nel 1985. Si è<br />
specializzata in Farmacologia presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e in oncologia all’Università <strong>di</strong> Milano nel<br />
1989.<br />
Ha lavorato nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia Sperimentale del National Cancer Institute, Frederick, USA.<br />
Ha lavorato come borsista nel Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e<br />
13<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
dall’aprile 2003 è capo dell’Unità <strong>di</strong> Riparazione del DNA. Dal 1992 al 1995 è stata consulente della<br />
Segreteria Generale del Progetto Finalizzato CNR "Applicazioni Cliniche della Ricerca Oncologica".<br />
Dal settembre 2005 è Deputy E<strong>di</strong>tor for Experimental Oncology <strong>di</strong> European Journal of Cancer.<br />
Principali aree <strong>di</strong> interesse: meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali, checkpoints del ciclo cellulare<br />
e composti naturali.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Foroni C, Broggini M, Generali D, Damia G. Epithelial-mesenchymal transition and breast cancer: Role, molecular<br />
mechanisms and clinical impact. Cancer Treat Rev. 2011 Nov 25. [Epub ahead of print]<br />
• Damia G, Broggini M, Marsoni S, Venturini S, Generali D. New omics information for clinical trial utility in the primary<br />
setting. J Natl Cancer Inst Monogr. 2011;2011(43):128-33<br />
• Ganzinelli M, Mariani P, Cattaneo D, Fossati R, Fruscio R, Corso S, Ricci F, Broggini M, Damia G. Expression of DNA<br />
repair genes in ovarian cancer samples: biological and clinical considerations. Eur J Cancer. 2011 May;47(7):1086-94.<br />
Epub 2011 Jan 7.<br />
• Bello E, Colella G, Scarlato V, Oliva P, Berndt A, Valbusa G, Serra SC, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Damia G,<br />
Camboni G. E-3810 is a potent dual inhibitor of VEGFR and FGFR that exerts antitumor activity in multiple preclinical<br />
models Cancer Res. 2011 Feb 15;71(4):1396-405..<br />
• Damia G, D'Incalci M. Genetic instability influences drug response in cancer cells. Curr Drug Targets. 2010<br />
Oct;11(10):1317-24. Review<br />
• Carrassa L, Montelatici E, Lazzari L, Zangrossi S, Simone M, Broggini M, Damia. G. Role of Chk1 in the <strong>di</strong>fferentiation<br />
program of hematopoietic stem cells. Cell Mol Life Sci. 2010 May;67(10):1713-22.<br />
Eugenio Erba è laureato in Analisi Chimico Biologiche. Dal 1971 fa parte dello staff del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Chemioterapia Antitumorale dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e dal 1984 è capo dell'Unità <strong>di</strong> Citometria a Flusso<br />
del Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano. Nel 1983 ha frequentato per un breve<br />
periodo il Dipartimento <strong>di</strong> Istochimica e Citochimica dell'Università <strong>di</strong> Leiden, Olanda. Dal 1997 è<br />
docente nel Corso <strong>di</strong> Perfezionamento in Citometria a Flusso dell'Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e dal<br />
1989 è coor<strong>di</strong>natore e docente in numerosi Corsi Teorico-Pratici organizzati da Società, Enti e Università<br />
italiane. E' socio fondatore del GIC (Società Italiana <strong>di</strong> Citometria) <strong>di</strong> cui è stato Presidente negli anni<br />
1999/2001 e ad oggi componente del Consiglio Direttivo della stessa Società.<br />
La sua esperienza professionale specifica è lo stu<strong>di</strong>o del meccanismo d'azione <strong>di</strong> composti con attività<br />
antitumorale ed in particolare della valutazione delle perturbazioni del ciclo cellulare me<strong>di</strong>ante tecniche<br />
multiparametriche <strong>di</strong> citometria a flusso. Componente <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> lavoro per la standar<strong>di</strong>zzazione delle<br />
misure citometriche con particolare riferimento alla misura del DNA ed alla valutazione dell'attività<br />
proliferativa nel GIC.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Urru S.A.M., Veglianese P., De Luigi A., Fumagalli E., Erba E., Gonella Diaza R., Carrà A., Davoli E., Borsello T., Forloni<br />
G., Pengo N., Monzani E., Cascio P., Cenci S., Sitia R., Salmona M. A new fluorogenic peptide determines proteasome<br />
activity in single cells. J.Med.Chem., 53: 7452-7460 (2010).<br />
• Germano G., Frapolli R., Simone M., Tavecchio M., Erba E., Pesce S., Pasqualini F., Grosso F., Sanfilippo R., Casali P.,<br />
Gronchi A., Vir<strong>di</strong>s E., Tarantino E., Pilotti S., Greco A., Nebuloni M., Galmarini C.M., Tercero J.C., Mantovani A.,<br />
D’Incalci M., Allavena P. Anti-tumor and anti-inflammatory effects of trabecte<strong>di</strong>n on human myxoid liposarcoma cells.<br />
Cancer Res., 70(6): 2235-2244 (2010).<br />
• C. Forni, M Minuzzo, E. Vir<strong>di</strong>s, E. Tamburini, M. Simone, M. Tavecchio, E. Erba, F. Grosso, A. Gronchi, P.Aman, P. Casali,<br />
M. D’Incalci, S. Pilotti , R. Mantovani. Trabecte<strong>di</strong>n (ET-743) promotes <strong>di</strong>fferentiation in myxoid liposarcoma tumors. Mol.<br />
Ca. Ther. 8(2), 449-57, 2009<br />
• E. Marrazzo, S. Marchini, M. Tavecchio, T. Alberio, S. Previ<strong>di</strong>, E. Erba, V. Rotter, M. Broggini<br />
The expression of the ∆Np73β isoform of p73 leads to tetraploidy. Eur J Ca 45, 443-53, 2009<br />
• M.Tavecchio, M. Simone, E.Erba, I. Chiolo, G. Liberi, M. Foiani, M. D’Incalci, G. Damia. Role of homologous recombination<br />
in trabecte<strong>di</strong>n-induced DNA damage. Eur. J. Ca 44:609-618 (2008)<br />
• Paulis M., Bensi M., Orioli D., Mondello C., Mazzini G., D’Incalci M., Falcioni C., Radaelli E., Erba E., Raimon<strong>di</strong> E.,<br />
De Carli L. Transfer of a Human Chromosomal Vector from a Hamster Cell Line to a Mouse Embryonic Stem Cell<br />
Line. Stem Cell , 25:2543-2550 (2007)<br />
Roldano Fossati si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università <strong>di</strong> Milano nel 1980, nel 1983<br />
si è specializzato con lode in Endocrinologia, Università <strong>di</strong> Verona e nel 1992 in Statistica Sanitaria,<br />
Università <strong>di</strong> Milano. Consulente presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> dal 1983 è, attualmente, responsabile<br />
dell’Unità <strong>di</strong> Oncologia e Ginecologia nel Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e Outcome in<br />
Oncologia.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica e in particolare degli stu<strong>di</strong> clinici<br />
14<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
controllati in oncologia; revisione sistematica della letteratura me<strong>di</strong>ca.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Hogberg T, Signorelli M, de Oliveira CF, Fossati R, Lissoni AA, Sorbe B, Andersson H, Grenman S, Lundgren C,<br />
Rosenberg P, Boman K, Tholander B, Scambia G, Reed N, Cormio G, Tognon G, Clarke J, Sawicki T, Zola P, Kristensen<br />
G. Sequential adjuvant chemotherapy and ra<strong>di</strong>otherapy in endometrial cancer--results from two randomised stu<strong>di</strong>es. Eur J<br />
Cancer. 2010 Sep;46(13):2422-31. Epub 2010 Jul 7.<br />
• Signorelli M, Lissoni AA, Cormio G, Katsaros D, Pellegrino A, Selvaggi L, Ghezzi F, Scambia G, Zola P, Grassi R,<br />
Milani R, Giannice R, Caspani G, Mangioni C, Floriani I, Rulli E, Fossati R. Mo<strong>di</strong>fied Ra<strong>di</strong>cal Hysterectomy Versus<br />
Extrafascial Hysterectomy in the Treatment of Stage I Endometrial Cancer: Results From the ILIADE Randomized Study.<br />
Ann Surg Oncol. 2009 Oct 16<br />
• Andrea Alberto Lissoni , Nicoletta Colombo, Antonio Pellegrino, Gabriella Parma, Paolo Zola, Dionyssios Katsaros,<br />
Stefania Chiari, Alessandro Buda, Fabio Landoni , Michele Peiretti, Tiziana Dell’Anna, Robert Fruscio, Mauro Signorelli,<br />
Roberto Grassi, Irene Floriani, Roldano Fossati , Valter Torri, Eliana Rulli . A phase II, randomized trial of neoadjuvant<br />
chemotherapy comparing a three-drug combination of paclitaxel, ifosfamide and cisplatin (TIP) versus paclitaxel and<br />
cisplatin (TP) followed by ra<strong>di</strong>cal surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the Snap-<br />
02 Italian Collaborative Study. Annals of Oncology, 20:660-665;2009<br />
• Fruscio R, Colombo N, Lissoni AA, Garbi A, Fossati R, Ieda' N, Torri V, Mangioni C.A phase II randomised clinical trial<br />
comparing cisplatin, paclitaxel and ifosfamide with cisplatin, paclitaxel and epirubicin in newly <strong>di</strong>agnosed advanced<br />
epithelial ovarian cancer: long-term survival analysis. Br J Cancer. 2008 Feb 5;<br />
• Maggi R, Lissoni A, Spina F, Melpignano M, Zola P, Favalli G, Colombo A, Fossati R. Adjuvant chemotherapy vs<br />
ra<strong>di</strong>otherapy in high-risk endometrial carcinoma: results of a randomised trial. Br J Cancer. 2006 Aug 7;95(3):266-71<br />
• Maggioni A, Benedetti Panici P, Dell'anna T, Landoni F, Lissoni A, Pellegrino A, Rossi RS, Chiari S, Campagnutta E,<br />
Greggi S, Angioli R, Manci N, Calcagno M, Scambia G, Fossati R, Floriani I, Torri V, Grassi R, Mangioni C.Randomised<br />
study of systematic lymphadenectomy in patients with epithelial ovarian cancer macroscopically confined to the pelvis. Br<br />
J Cancer. 2006 Sep 18;95(6):699-704.<br />
Mirko Marabese si è laureato in Scienze Biologiche nel 2001 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />
nel 2002 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione <strong>di</strong> Biologo. Dopo le specializzazioni in<br />
Ricerca Farmacologica nel 2004 (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>) nel 2005 ha<br />
conseguito il titolo PhD presso la Open University (UK).<br />
Dal 2001 ha lavorato come ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, dove dal 2011 è capo dell’Unità <strong>di</strong> Genomica Molecolare. Dal<br />
2003 al 2004 è stato visiting fellow presso il laboratorio Apoptosis & Cancer del Me<strong>di</strong>cal Research<br />
Council (MRC) Toxicology Unit <strong>di</strong> Leicester (UK).<br />
Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area della ricerca traslazionale collegata a stu<strong>di</strong> clinici per<br />
caratterizzare da un punto <strong>di</strong> vista molecolare tumori umani e determinare il ruolo <strong>di</strong> alterazioni geniche<br />
nella risposta al trattamento con chemioterapici.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Garassino MC, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Martelli O, Farina G, Scanni A, Broggini M. 10.Different types of K-<br />
Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol. 2011<br />
Jan;22(1):235-7.<br />
• Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response gene<br />
polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. Dec 13. 2011.<br />
• Floriani I, Garassino MC, Broggini M, Veronese S, Marsoni S, Marabese M, Farina G, Scanni A. Role of cetuximab in<br />
the treatment of patients with NSCLC: are we throwing out the baby with the bath water J Clin Oncol. 2010 ;28:467.<br />
• Sabatino MA, Marabese M, Ganzinelli M, Caiola E, Geroni C, Broggini M.. Down-regulation of the nucleotide<br />
excision repair gene XPG as a new mechanism of drug resistance in human and murine cancer cells. Mol Cancer. Sep<br />
24;9:259. 2010.<br />
• Marabese M, Mazzoletti M, Vikhanskaya F, Broggini M. HtrA2 enhances the apoptotic functions of p73 on bax. Cell<br />
Death Differ. May;15(5):849-58. 2008<br />
Sergio Marchini si è laureato con lode in Biologia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nell’ anno<br />
Accademico 1993-1994 e specializzato in Farmacologia presso l’università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, nell’anno<br />
accademico 1997-2000. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso la Open University <strong>di</strong> Londra nell’anno<br />
accademico 2002-2003. Nel 1998 ha lavorato presso il “Maternity Hospital” Birmingham U.K. e nel 2002<br />
presso il Massachussets General Hospital, Boston US.<br />
E’ responsabile dal 2011 dell’Unità <strong>di</strong> Genomica Traslazionale, presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia<br />
Antitumorale, Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
Vincitore del premio "MIGLIORI POSTERS SIC", XIII Riunione Nazionale <strong>di</strong> Oncologia Sperimentale e<br />
Clinica (Verona, 15-18 ottobre 1995), sessione <strong>di</strong> Chemioterapia e Terapie Sperimentali. Vincitore per<br />
15<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
l’anno 2001 del primo premio per giovani ricercatori, ban<strong>di</strong>to dalla Associazione Italiana <strong>di</strong> Colture<br />
Cellulari ONLUS-AICC 2001.<br />
Docente presso la Scuola <strong>di</strong> specializzazione in Oncologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e al Master in Farmacia e Farmacologia Oncologica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Milano.<br />
La sua esperienza professionale e’ focalizzata nello stu<strong>di</strong>o dei determinanti molecolari della risposta<br />
cellulare ai farmaci utilizzando le <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> biologia molecolare e cellulare oggi <strong>di</strong>sponibili.<br />
Recentemente la sua area <strong>di</strong> ricerca si e’ concentrata anche sull’utilizzo dei profili <strong>di</strong> espressione genica<br />
per cercare <strong>di</strong> identificare nei tumori dell’ovaio nuovi marcatori molecolari che possano avere in clinica<br />
un valore <strong>di</strong>agnostico e prognostico.<br />
Principali pubblicazioni<br />
Association between miR-200c and survival of stage I epithelial ovarian cancer patients. A retrospective study on<br />
two independent tumour tissue collections Sergio Marchini*, Duccio Cavalieri*, Robert Fruscio, et al. The Lancet<br />
Oncology, Vol. 12, Issue 3, Pages 273 - 285, March 2011<br />
Novel models of Myxoid Liposarcoma Xenografts mimicking the biological and pharmacological features of<br />
human tumors. Roberta Frapolli, Elena Tamborini, EmanuelaVir<strong>di</strong>s, Ezia Bello, Eva Tarantino, Sergio Marchini,<br />
et al. Clin. Cancer Res. 2010 Oct 15;16(20):4958-67<br />
Analysis of gene expression in early-stage ovarian cancer. Sergio Marchini, Pietro Mariani, Giovanna Chiorino,<br />
Eleonora Marrazzo, Riccardo Bonomi, Robert Fruscio, Luca Clivio, Annalisa Garbi, Valter Torri, Tiziana<br />
Dell’Anna, Giovanni Apolone, Massimo Broggini, and Maurizio D’Incalci. Clin. Cancer Res 2008;14(23) 7850-<br />
7860.<br />
∆Np63 expression associated with poor survival in ovarian cancer. Sergio Marchini, Mirko Marabese, Eleonora<br />
Marrazzo, Pietro Mariani, Dario Cattaneo, Roldano Fossati, Anna Compagnoni, Robert Fruscio, Andrea Alberto<br />
Lissoni and Massimo Broggini. Ann Oncol. 2008 Mar;19(3):501-7<br />
Molecular characterisation of two human cancer cell lines selected in vitro for chemotherapeutic drug resistance<br />
to ET-743. Marchini S., Marrazzo E., Bonomi R., Chiorino G., Zaffaroni M. Weissbach L., Hornicek F.J,<br />
Broggini M, Faircloth G.T., and D’Incalci M. Eur J Cancer. 2005 Jan;41(2):323-33.<br />
p73α over-expression is associated with resistance to treatment with DNA damage agents in human ovarian<br />
cancer cell line. F. Vikhanskaya*, S. Marchini*, M. Marabese, E. Galliera and M. Broggini. Cancer Res., 61(3):<br />
935-8 (2001).<br />
Davide Poli si è laureato in Fisica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nel 2007 avendo già<br />
conseguito la specializzazione in Tecnico <strong>di</strong> Ricerca Biochimica nel 2004 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Dal febbraio 2010 è a Capo dell’Unità <strong>di</strong> Informatica e Gestione degli<br />
Stu<strong>di</strong> Clinici nell’ambito del Laboratorio <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici.<br />
Principali aree <strong>di</strong> interesse sono la definizione e <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> schede raccolta dati elettroniche riguardanti<br />
stu<strong>di</strong> clinici, nuovi aspetti elettronici della ricerca clinica specialmente rivolti verso tecnologie basate sul<br />
Web per la raccolta elettronica dei dati (Electronic Data Capture) ed aspetti metodologici e del data<br />
management relativi alla ricerca clinica.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Ocular Hypertension Treatment Study Group, European Glaucoma Prevention Study Group (EGPS), Poli D<br />
The accuracy and clinical application of pre<strong>di</strong>ctive models for primary open-angle glaucoma in ocular hypertensive<br />
in<strong>di</strong>viduals<br />
Ophthalmology, Volume 115, Number 11 pp. 2030-2036, November 2008<br />
• Porcu L, Poli D, Torri V, Rulli E, Cropalato <strong>di</strong> Tullio M, Cinquini M, Bajetta E, Labianca R, Di Costanzo F, Nitti D,<br />
Floriani I<br />
Impact of recent legislative bills regar<strong>di</strong>ng clinical research on Italian ethics committee activity<br />
Journal of Me<strong>di</strong>cal Ethics 2008, Volume 34, pp. 747-750<br />
• Gordon MO, Torri V. Miglior S, Beiser JA, Floriani I, Miller JP, Gao F, Adamsons I, Poli D, D'Agostino RB, Kass MA.<br />
A validated pre<strong>di</strong>ction model for the development of primary open-angle glaucoma in in<strong>di</strong>viduals with ocular<br />
hypertension.<br />
Ophthalmology, Volume 114, Number 1, pp. 10-19, January 2007<br />
• The European Glaucoma Prevention Study (EGPS) Group, Poli D<br />
Results of the European Glaucoma Prevention Study.<br />
Ophthalmology, Volume 112, Number 3, pp. 366-375, March 2005<br />
• Icon, Torri V, Floriani I, Poli D, Santillo M, Buda A<br />
16<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Paclitaxel plus platinum-based chemotherapy versus conventional platinum-based chemotherapy in women with<br />
relapsed ovarian cancer: The ICON4/AGO-OVAR-2.2 Trial.<br />
Lancet 2003; 361: 2099-2106<br />
Eliana Rulli si è laureata in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2007 e Scienze statistiche nel 2004<br />
presso l’Università <strong>di</strong> Milano Bicocca. Ha conseguito nel 2007 la specializzazione in “Specialisti in<br />
ricerche farmacologiche” presso l’istituto <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Dal marzo 2011 è a<br />
capo dell’Unità <strong>di</strong> Statistica per la ricerca clinica.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> interesse sono gli aspetti statistici e metodologici degli stu<strong>di</strong> clinici, le revisioni<br />
sistematiche e la valutazione della qualità della letteratura scientifica.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Graziano F, Galluccio N, Lorenzini P, Ruzzo A, Canestrari E, D'Emi<strong>di</strong>o S, Catalano V, Sisti V, Ligorio C, Andreoni F,<br />
Rulli E, Di Oto E, Fiorentini G, Zingaretti C, De Nictolis M, Cappuzzo F, Magnani M<br />
Genetic activation of the MET pathway and prognosis of patients with high risk, ra<strong>di</strong>cally-resected gastric cancer<br />
J Clin Oncol 2011 ; 29 : 4789-4795<br />
• Floriani I, Torri V, Rulli E, Garavaglia D, Compagnoni A, Salvolini L, Giovagnoni A.<br />
Performance of imaging modalities in <strong>di</strong>agnosis of liver metastases from colorectal cancer: a systematic review and<br />
meta-analysis.<br />
J Magn Reson Imaging. 2010 Jan;31(1):19-31. Review.<br />
• Loupakis F, Pollina L, Stasi I, Ruzzo A, Scartozzi M, Santini D, Masi Gianluca, Graziano F, Cremolini C, Rulli E,<br />
Canestrari E, Funel N, Schiavon G, Petrini I, Magnani M, Tonini G, Campani D, Floriani I, Cascinu S, Falcone A<br />
PTEN Expression and KRAS Mutations on Primary Tumors and Metastases in the Pre<strong>di</strong>ction of Benefit From<br />
Cetuximab Plus Irinotecan<br />
for Patients With Metastatic Colorectal Cancer<br />
J Clin Oncol 2009 27 : 2622-2629<br />
• Lissoni A A, Colombo N, Pellegrino A, Parma G, Zola P, Katsaros D, Chiari S, Buda A, Landoni F, Peiretti M,<br />
Dell'Anna T, Fruscio R, Signorelli M, Grassi R, Floriani I, Fossati R, Torri V, Rulli E<br />
A phase II, randomized trial of neo-adjuvant chemotherapy comparing a three-drug combination of paclitaxel,<br />
ifosfamide, and cisplatin (TIP) versus paclitaxel and cisplatin (TP) followed by ra<strong>di</strong>cal surgery in patients with<br />
locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the Snap-02 Italian Collaborative Study.<br />
Ann Oncol 2009 20 : 660-665<br />
• Cazzaniga M E, Pronzato P, Mustacchi G, De Matteis A, Di Costanzo F, Rulli E, Floriani I<br />
The anthracyclines and the clinical practice: do all breast cancer patients benefit Results from the NORA study<br />
Ann Oncol 2008 19 : 1811-1818<br />
Giulia Taraboletti si è laureata con lode in Scienze Biologiche all’Università <strong>di</strong> Pavia nel 1983 e nel<br />
1986 ha ottenuto la specializzazione in Farmacologia presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano. Ricercatrice<br />
dal 1986 al 1988 presso il Laboratory of Pathology, NCI, NIH, Bethesda, Maryland; dal 1988 al 1995 è<br />
ricercatrice all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> sede <strong>di</strong> Bergamo. Dal 1995 è Capo dell’Unità Angiogenesi Tumorale<br />
presso i Laboratori <strong>di</strong> Bergamo.<br />
I suoi interessi scientifici includono l’angiogenesi tumorale, gli inibitori endogeni dell’angiogenesi<br />
(trombospon<strong>di</strong>na-1) e stu<strong>di</strong> preclinici <strong>di</strong> composti antiangiogenici e antivascolari, tra cui agenti che<br />
legano la tubulina.<br />
E’ membro della Metastasis Research Society (MRS), dell’American Association for Cancer Research<br />
(AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia<br />
(SIC). E’ nel comitato e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> European Journal of Cancer, TheScientificWorldJournal, e Current<br />
Cancer Therapy Reviews.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Belotti D, Foglieni C, Resovi A, Giavazzi R, and Taraboletti G. Targeting angiogenesis with compounds from the<br />
extracellular matrix. Int J Biochem Cell Biol 43: 1674– 1685, 2011.<br />
• Colombo G, Margosio B, Ragona L, Neves M, Bonifacio S, Annis DS, Stravalaci M, Tomaselli S, Giavazzi R, Rusnati<br />
M, Presta M, Zetta L, Mosher DF, Ribatti D, Gobbi M, Taraboletti G. Non-pepti<strong>di</strong>c thrombospon<strong>di</strong>n-1-mimics as<br />
fibroblast growth factor-2 inhibitors: an integrated strategy for the development of new antiangiogenic compounds. J<br />
Biol Chem, 285: 8733-8742, 2010.<br />
• Bonezzi K., Taraboletti G., Borsotti P., Bellina F., Rossi R., Giavazzi R. Vascular <strong>di</strong>srupting activity of tubulin-bin<strong>di</strong>ng<br />
1,5-<strong>di</strong>aryl-1H-imidazoles. J Med Chem 52, 7906–7910, 2009.<br />
• Margosio B, Rusnati M, Bonezzi K, Cordes B-lA, Annis DS, Urbinati C, Giavazzi R, Presta M, Ribatti D, Mosher DF,<br />
and Taraboletti G. Fibroblast growth factor-2 bin<strong>di</strong>ng to the thrombospon<strong>di</strong>n-1 type III repeats, a novel antiangiogenic<br />
domain. Int J Biochem Cell Biol 40: 700-709, 2008.<br />
• Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G. Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based<br />
combination therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev, 26:481–88, 2007.<br />
17<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Margosio B., Marchetti D., Vergani V., Giavazzi R., Rusnati M., Presta M., and Taraboletti G. Thrombospon<strong>di</strong>n-1 as a<br />
scavenger for matrix-associated fibroblast growth factor-2. Blood 102: 4399-4406, 2003.<br />
Paolo Ubezio si è laureato con lode in Fisica nel 1982 presso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e si è<br />
specializzato nel 1986 in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>.<br />
Principali linee <strong>di</strong> ricerca: i) Simulazione della proliferazione tumorale durante/dopo trattamenti<br />
antiblastici con modelli basati sul ciclo cellulare; ii) Metodologia e analisi dei dati in citometria a flusso e<br />
time-lapse imaging; iii) Valutazione <strong>di</strong> effetti citostatici e citotossici <strong>di</strong> farmaci antitumorali, singoli o in<br />
combinazione, in<strong>di</strong>rizzata all'ottimizzazione dei trattamenti chemioterapici.<br />
Dal 1991 ricopre l'incarico <strong>di</strong> Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biofisica presso <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Della Vittoria Scarpati G, Falcetta F, Carlomagno C, Ubezio P, Marchini S, De Stefano A, Singh VK, D'Incalci M, De<br />
Placido S, Pepe S. A Specific miRNA Signature Correlates with Complete Pathological Response to Neoadjuvant<br />
Chemora<strong>di</strong>otherapy in Locally Advanced Rectal Cancer. Int J Ra<strong>di</strong>at Oncol Biol Phys (2011) E-pub<br />
• Khan I A, Lupi M, Campbell L, Chappell S C, Brown M, Wiltshire M, Smith P J, Ubezio P, Errington R J.<br />
Interoperability of time series cytometric data: a cross platform approach for modeling tumor heterogeneity Cytometry A<br />
(2011) 79A : 214-226<br />
• Colombo V, Lupi M., Falcetta F, Forestieri D, D'Incalci M, Ubezio P. Chemotherapeutic activity of silymarin combined<br />
with doxorubicin or paclitaxel in sensitive and multidrug-resistant colon cancer cells. Cancer Chemother Pharmacol<br />
(2011) 67 : 369-379<br />
• Ubezio P; Lupi M, Branduar<strong>di</strong> D, Cappella P, Cavallini E, Colombo V, Matera G, Natoli C, Tomasoni D, D’Incalci M.<br />
Quantitative assessment of the complex dynamics of G1, S and G2M checkpoint activities. Cancer Res (2009) 69: 5234-<br />
5240<br />
• Ubezio P and Cameron D. Cell killing and resistance in pre-operative breast cancer chemotherapy. BMC Cancer (2008)<br />
8:201<br />
• Lupi M, Matera G, Branduar<strong>di</strong> D, D'Incalci M and Ubezio P. Cytostatic and cytotoxic effects of topotecan decoded by a<br />
novel mathematical simulation approach. Cancer Res (2004) 64: 2825-2832<br />
Massimo Zucchetti si è laureato nel 1982 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Dopo la<br />
specializzazione in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
<strong>di</strong> Milano, ha lavorato dal 1988 al 1990 nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica e Farmacocinetica del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia presso l’Ospedale San Giovanni <strong>di</strong> Bellinzona, Svizzera. Dal 1996 è capo<br />
dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Antitumorale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong><br />
Milano. E’ membro del Pharmacology and Molecular Mechanisms Group dell’EORTC (Organizzazione<br />
Europea <strong>di</strong> Ricerca e il Trattamento del Cancro) dal 1988 ad oggi.<br />
I campi <strong>di</strong> maggior interesse dove svolge l’attività <strong>di</strong> ricerca sono:<br />
a) Farmacologia Clinica, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Fase I e II <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />
b) Analisi <strong>di</strong> farmaci, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacocinetica e <strong>di</strong> farmaco<strong>di</strong>namica<br />
c) Messa a punto <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che innovative per la misura <strong>di</strong> farmaci antitumorali<br />
d) Stu<strong>di</strong> clinici in GCP e GLP<br />
e) Farmacocinetica, tossicocinetica e stu<strong>di</strong> metabolici <strong>di</strong> nuovi farmaci in modelli animali<br />
f) Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> interazione farmacocinetica tra farmaci<br />
E’ autore o coautore <strong>di</strong> oltre 90 pubblicazioni scientifiche su argomenti <strong>di</strong> chemioterapia antitumorale<br />
clinica e preclinica.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Sala F., Bagnati R., Livi V., Cereda R., D’Incalci M., Zucchetti M. Development and validation of a HPLC-MS/MS<br />
method for the determination of the novel inhibitor of angiogenesis E-3810 in human plasma and its application in a<br />
clinical pharmacokinetic study. J Mass Spectrom. 2011; 46: 1039-45.<br />
• Sala F., Marangon E., Bagnati R., Livi V., Cereda R., D’Incalci M., Zucchetti M. Development and validation of a<br />
HPLC-MS/MS method for the determination of the novel proteasome inhibitor CEP-18770 in human plasma and its<br />
application in a clinical pharmacokinetic study. J Mass Spectrom. 2010; 45: 1309-15.<br />
• Frapolli R., Zucchetti M., Sessa C., Marsoni SA., Viganò L., Locatelli A., Rulli E., Compagnoni A., Bello E., Pisano C.,<br />
Carminati P., D’Incalci M. Clinical pharmacokinetics of the new oral camptothecin gimatecan: the intra-patients<br />
variability is related to α1-acid glycoprotein plasma levels. 2010, 66:635-41.<br />
• Sala F., Zucchetti M., Bagnati R., D’Incalci M., Pace S., Capocasa F., Marangon E. Development and validation of a<br />
HPLC-MS/MS method for the determination of ST1926, a novel oral antitumor agent, adamantyl retinoid derivative, in<br />
18<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
human plasma of patients partecipatig in a phase I study. J Chromatogr B: Anal. Tecnol. Biomed. Life Sci. 2009; 31: 18-<br />
26.<br />
• Gambacorti-Passerini CB, Tornaghi L, Marangon E, Franceschino A, Pogliani EM, D'Incalci M, Zucchetti M.. Imatinib<br />
concentrations in human milk Blood. 2007 Feb 15;109(4):1790.<br />
• Marangon E, Sala F, Caffo O, Galligioni E, D'Incalci M, Zucchetti M. Simultaneous determination of gemcitabine and<br />
its main metabolite, dFdU, in plasma of patients with advanced non-small-cell lung cancer by high-performance liquid<br />
chromatography-tandem mass spectrometry. J Mass Spectrom. 2008 Feb;43(2):216-23.<br />
ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia è formato da tre laboratori sperimentali preclinici (Laboratorio <strong>di</strong><br />
Farmacologia Antitumorale, Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare e Laboratorio <strong>di</strong> Biologia<br />
e Terapia delle Metastasi) e da quattro laboratori in<strong>di</strong>rizzati a stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo clinico (Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca, Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche, Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia e Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul<br />
Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità). Ospita inoltre il Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> due network <strong>di</strong><br />
ospedali che conducono ricerche cliniche nei tumori ginecologici (MaNGO: <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Gynecologic&Oncology) e nel dolore associato a cancro (CPOR-SG: Cancer Pain Outcome<br />
Reseaerch Study Group) e un Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> e Stu<strong>di</strong> sul Dolore da Cancro (CERP:Center<br />
for the Evaluation and Research on Pain).<br />
In alcuni casi i progetti <strong>di</strong> ricerca sono stati attuati unicamente da singoli laboratori o unità <strong>di</strong><br />
ricerca, in altri casi sono attuati attraverso la collaborazione tra <strong>di</strong>versi laboratori dello stesso<br />
<strong>di</strong>partimento, <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>partimenti o <strong>di</strong> gruppi esterni all’<strong>Istituto</strong> (ve<strong>di</strong> collaborazioni nazionali e<br />
internazionali).<br />
Le aree <strong>di</strong> ricerca dei laboratori preclinici riguardano la scoperta, lo stu<strong>di</strong>o e lo sviluppo <strong>di</strong><br />
nuovi farmaci antitumorali e antimetastatici e nuove combinazioni tra farmaci, lo stu<strong>di</strong>o della<br />
biologia dei tumori in<strong>di</strong>rizzati non soltanto per acquisire nuove conoscenze scientifiche, ma<br />
soprattutto come base per approcci terapeutici più selettivi e per identificare e validare modelli<br />
sperimentali adatti per scoprire e stu<strong>di</strong>are farmaci o modalità terapeutiche innovative.<br />
Lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci, conta sia sulla forte collaborazione alle attività del<br />
SENDO (South Europe New Drugs Organization) sia sugli stu<strong>di</strong> condotti dal Laboratorio <strong>di</strong><br />
Farmacologia Antitumorale, dal Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare e dal Laboratorio <strong>di</strong><br />
Biologia e Terapia delle Metastasi. Il Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca, il<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche, il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome<br />
in Oncologia e il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul Coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità sono<br />
coinvolti nella valutazione degli effetti delle nuove terapie attraverso stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase I/II e <strong>di</strong> fase<br />
III comparativa e in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> efficacia che sono condotti da tutti i laboratori del Dipartimento che<br />
si occupano <strong>di</strong> ricerca clinica. A livello della Ricerca degli Outcome (Outcome Research),<br />
poiché questa implica l’attivazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> per conoscere i risultati finali <strong>di</strong> particolari pratiche<br />
sanitarie e <strong>di</strong> interventi nella pratica clinica, parecchi stu<strong>di</strong> osservazionali e <strong>di</strong> esito sono stati<br />
condotti in collaborazione con Istituzioni sanitarie regionali e nazionali nonché con Società<br />
Scientifiche.<br />
A livello preclinico e clinico sono stati condotti stu<strong>di</strong> su <strong>di</strong>fferenti neoplasie umane, tuttavia la<br />
maggior parte delle attività è stata riservata agli stu<strong>di</strong> sui tumori ovarici e più recentemente sui<br />
sarcomi delle parti molli.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
Trabecte<strong>di</strong>na a concentrazioni nanomolari altera i meccanismi <strong>di</strong> regolazione della trascrizione.<br />
Inoltre, cellule con <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> riparazione per ricombinazione omologa (es. mutazioni BRCA1 o<br />
BRCA2)sono ipersensibili al farmaco.<br />
19<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
La selettività d’azione <strong>di</strong> trabecte<strong>di</strong>na nel liposarcoma mixoide avviene attraverso la<br />
modulazione della trascrizione <strong>di</strong> geni coinvolti nel <strong>di</strong>fferenziamento a<strong>di</strong>pocitario. Il<br />
meccanismo molecolare sembra essere quello <strong>di</strong> uno spiazzamento della proteina chimerica<br />
FUS-CHOP da promoter target <strong>di</strong> geni coinvolti nel <strong>di</strong>fferenziamento a<strong>di</strong>pocitario.<br />
L’analisi integrata del profilo <strong>di</strong> espressione genica, <strong>di</strong> microRNA (miRNA) e <strong>di</strong> proteine ha<br />
contribuito a <strong>di</strong>ssezionare il quadro molecolare che in una linea cellulare <strong>di</strong> mixoide<br />
liposarcoma conferire resistenza alla trabecte<strong>di</strong>na.<br />
Trabecte<strong>di</strong>na modula la trascrizione <strong>di</strong> geni coinvolti in meccanismi pro-infiammatori,<br />
potenzialmente rilevanti per la crescita tumorale e inibisce la produzione <strong>di</strong> citochine e<br />
chemochine <strong>di</strong> macrofagi che infiltrano i tumori.<br />
Sono stati ottenuti nuovi modelli sperimentali <strong>di</strong> sarcomi potenzialmente utili per stu<strong>di</strong>are nuovi<br />
farmaci.<br />
Elaborazione e uso <strong>di</strong> modelli matematici della crescita tumorale e del trattamento antitumorale<br />
per l'interpretazione dei dati sperimentali e la gestione della complessità dei fenomeni biologici<br />
coinvolti.<br />
Derivazione della relazione teorica tra i fenomeni <strong>di</strong> proliferazione, quiescenza e "cell loss", che<br />
regolano la crescita dei tumori.<br />
Me<strong>di</strong>ante analisi <strong>di</strong> espressione genica, è possibile classificare le pazienti con tumore ovarico in<br />
sta<strong>di</strong>o precoce in modo preciso rispetto all’istotipo, al grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione e al rischio <strong>di</strong><br />
reci<strong>di</strong>va della malattia. L’analisi dei profili <strong>di</strong> espressione dei miRNA in due casistiche<br />
in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> tumori epiteliali dell’ovaio, sta<strong>di</strong>o I, ha <strong>di</strong>mostrato che alterazioni nei livelli <strong>di</strong><br />
espressione <strong>di</strong> alcuni miRNA, tra cui miR-200c, sono associati con la prognosi e in particolar<br />
modo con la sopravvivenza.<br />
Un fattore trascrizionale embrionale, ZIC2, è stato visto overespresso nelle forme maligne <strong>di</strong><br />
carcinoma dell’ovaio rispetto alle forme benigne. La sua overespressione correla con una<br />
prognosi peggiore negli sta<strong>di</strong> I.<br />
Pazienti con carcinoma ovarico a seconda dello sta<strong>di</strong>o del tumore e della risposta farmacologica,<br />
esprimono <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> geni coinvolti nella riparazione del DNA.<br />
In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza, Reparto <strong>di</strong> Ginecologia, abbiamo<br />
isolato una serie <strong>di</strong> culture cellulari tumorali che presentano le caratteristiche <strong>di</strong> cellule inizianti<br />
il tumore dell’ovaio (“tumor initiating cells” o “ovarian carcer stem cells”). La caratterizzazione<br />
farmacologica e fenotipica delle stesse ci sarà <strong>di</strong> grande aiuto nell’in<strong>di</strong>viduare possibili target<br />
farmacologici presenti in queste cellule che possono essere selettivamente colpiti.<br />
Da uno screening <strong>di</strong> una libreria <strong>di</strong> siRNA, è stato identificato un gene (wee1) in letalità<br />
sintetica con chk1. La simultanea inibizione <strong>di</strong> chk1 e wee1 riduce drasticamente la crescita<br />
tumorale in vitro <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> linee cellulari tumorali umane ma non <strong>di</strong> cellule normali. Questi<br />
dati hanno una grossa implicazione clinica.<br />
L’utilizzo <strong>di</strong> inibitori del pathway PI3K/akt/mTOR me<strong>di</strong>anti molecole che agiscono in siti<br />
<strong>di</strong>fferenti dello stesso target produce un significativo effetto antiproliferativo delle cellule<br />
tumorali, inibendo selettivamente la traduzione <strong>di</strong> proteine coinvolte nella crescita cellulare.<br />
Mutazioni a carico del gene K-RAS hanno un impatto <strong>di</strong>fferente sulla risposta al trattamento<br />
farmacologico a seconda che l’aminoacido glicina (presente nella proteina normale) sia<br />
sostituito da valina, cisteina o acido aspartico.<br />
20<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’utilizzo <strong>di</strong> piccole molecole in grado <strong>di</strong> inibire selettivamente il recettore c-Met riduce<br />
significativamente la crescita <strong>di</strong> metastasi ossee derivate da tumore mammario umano in animali<br />
immunodeficienti.<br />
Sono stati identificati geni <strong>di</strong>fferentemente espressi dalle cellule endoteliali isolate dai tumori<br />
rispetto alle cellule endoteliali dei tessuti sani. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che la proteina RGS5, un<br />
regolatore del segnale della proteina-G, è espressa dalla vascolatura del carcinoma ovarico ma<br />
non nelle ovaie e la sua espressione è favorita da fattori pro-angiogenici.<br />
Il fattore <strong>di</strong> crescita dell'endotelio vascolare (VEGF) che viene rilasciato dalle cellule tumorali<br />
mo<strong>di</strong>fica l’espressione genica del microambiente tumorale (stroma). L’espressione della<br />
proteina RGS5 è elevata nello stroma (endotelio vascolare) <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> tumori sperimentali<br />
che producono alti livelli <strong>di</strong> VEGF.<br />
In modelli <strong>di</strong> carcinoma epiteliale ovarico derivato da pazienti il bevacizumab combinato con la<br />
chemioterapia influenza la progressione tumorale e somministrato in un regime <strong>di</strong><br />
mantenimento migliora la sopravvivenza, inibendo la <strong>di</strong>sseminazione metastatica e riducendo<br />
la formazione <strong>di</strong> ascite.<br />
Il paclitaxel, mo<strong>di</strong>ficando lo stroma del tumore, favorisce la <strong>di</strong>stribuzione e l’efficacia<br />
terapeutica dell’immunocitochina F8-IL2 nei melanomi metastatici positivi per la fibronectina<br />
EDA riconosciuta dall’anticorpo F8.<br />
I livelli <strong>di</strong> VEGF <strong>di</strong> tipo C solubile (il principale me<strong>di</strong>atore della linfoangiogenesi) nel plasma e<br />
nell’ascite correlano con la progressione e l’invasione del carcinoma ovarico: sono in corso<br />
stu<strong>di</strong> preclinici per valutare le proprietà antitumorali e anti-metastatiche <strong>di</strong> inibitori selettivi dei<br />
segnali me<strong>di</strong>ati da VEGF/VEGFRs.<br />
E’ stato identificato e caratterizzato un nuovo dominio antiangiogenico della trombospon<strong>di</strong>na<br />
(un inibitore fisiologico dell'angiogenesi) che lega il fattore angiogenico FGF-2. Piccole<br />
molecole, mimetiche <strong>di</strong> questo dominio, sono state identificate e sono stu<strong>di</strong>ate come possibili<br />
inibitori dell’angiogenesi.<br />
L' analisi spettrometrica <strong>di</strong> massa da perfusioni <strong>di</strong> tessuti , in vivo, ha permesso <strong>di</strong> identificare<br />
un pannello <strong>di</strong> proteine preferenzialmente espresse a livello delle metastasi epatiche, quali<br />
potenziali bersagli per terapie selettive.<br />
Stu<strong>di</strong> preclinici <strong>di</strong> farmacocinetica e farmaco<strong>di</strong>namica hanno fornito il razionale biologico e<br />
farmacologico per ottimizzare gli schemi <strong>di</strong> trattamento della combinazione con chemioterapci<br />
e inibitori dell'angiogenesi per la terapia dei tumori.<br />
La risposta al trattamento chemioterapico è un buon in<strong>di</strong>catore surrogato della sopravvivenza in<br />
pazienti con carcinoma della cervice localmente avanzato.<br />
La chemioterapia a<strong>di</strong>uvante con lo schema <strong>di</strong> Vindesina, Mitomicina C e Cisplatino (MVP) nel<br />
carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) non ha prodotto un miglioramento della<br />
sopravvivenza rispetto alla sola chirurgia.<br />
Il progetto PartecipaSalute (www.partecipasalute.it) ha un carattere innovativo nel panorama<br />
della ricerca <strong>di</strong> settore in Italia; il sito del progetto – rispetto ai siti italiani <strong>di</strong> salute – introduce,<br />
21<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
e sviluppa con strumenti ad hoc, il trasferimento <strong>di</strong> informazioni in modo attivo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ILIADE III è stato analizzato, in una sorta <strong>di</strong> meta-analisi prospettica, con uno stu<strong>di</strong>o<br />
simile promosso dal gruppo <strong>di</strong> onco-ginecologia scan<strong>di</strong>navo NSGO. Entrambi questi stu<strong>di</strong>,<br />
infatti, avevano valutato se l’associazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o e chemio terapia rispetto alla sola<br />
ra<strong>di</strong>oterapia consentisse un miglior controllo del carcinoma dell’endometrio. In questa analisi<br />
congiunta, l’approccio terapeutico combinato ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> migliorare in maniera<br />
significativa l’intervallo libero da malattia con una tendenza molto prossima alla significatività<br />
statistica anche per quanto riguarda la sopravvivenza globale.<br />
Valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze <strong>di</strong>sponibili sul tema della epidemiologia del<br />
dolore, sue caratteristiche e efficacia della terapia analgesica <strong>di</strong> tipo farmacologico. Due<br />
revisioni sistematiche hanno permesso <strong>di</strong> documentare la prevalenza del fenomeni dell’undertreatment<br />
(me<strong>di</strong>a pesata del 43%) e la scarsa qualità delle evidenze derivate dai RCT,<br />
soprattutto per alcuni farmaci somministrati per via transdermica (buprenorfina). Una ulteriore<br />
revisione sugli stu<strong>di</strong> che hanno valutato la frequenza (prevalenza) <strong>di</strong> dolore incidente<br />
(breakthrough pain) è in corso <strong>di</strong> pubblicazione e documenta la estrema variabilità della<br />
frequenza <strong>di</strong> questo fenomeno negli stu<strong>di</strong> clinici pubblicati, permette <strong>di</strong> stimarne la frequenza<br />
me<strong>di</strong>a e identifica i fattori che ne modulano la prevalenza.<br />
La valutazione dell’epidemiologia del dolore cronico nei pazienti con cancro, associata alla<br />
descrizione dei profili <strong>di</strong> trattamento analgesico e alla qualità della cura fornita. Una analisi<br />
cross-sectional sui dati ricavati da stu<strong>di</strong>o condotto su tutto l'ambito nazionale da 110 centri in<br />
1801 casi ha <strong>di</strong>mostrato che una quota non trascurabile <strong>di</strong> pazienti (fino al 40%) arriva alla<br />
osservazione dei centri specializzati <strong>di</strong> oncologia, palliazione e terapia del dolore in sostanziale<br />
under-treatment, soprattutto per un non ottimale utilizzo <strong>di</strong> morfina o farmaci oppiacei.<br />
L’andamento dell’analgesia ottenuta e <strong>di</strong> alcuni aspetti della qualità della vita nei pazienti con<br />
cancro e dolore. Un’osservazione fino a 3 mesi della coorte longitu<strong>di</strong>nale (1461) ha permesso<br />
<strong>di</strong> raccogliere fondamentali osservazioni sulla evoluzione <strong>di</strong> molti endpoint analgesici e<br />
palliativi e <strong>di</strong> identificare la proporzione <strong>di</strong> soggetti che non rispondono in modo sod<strong>di</strong>sfacente<br />
alla terapia analgesica (non-responders: 25-30%). Inoltre è stato è possibile documentare che i<br />
<strong>di</strong>versi farmaci analgesici utilizzati sono stati in grado <strong>di</strong> garantire una sostanziale equianalgesia,<br />
a fronte però <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso utilizzo (dosaggio e utilizzo <strong>di</strong> switch). Un’anlisi ulteriore,<br />
in corso <strong>di</strong> pubblicazione, ha permesso <strong>di</strong> confrontare la effectiveness (efficacia nella pratica)<br />
<strong>di</strong> due <strong>di</strong>verse strategie analgesiche (farmaci orali vs farmaci transdermici), utilizzando una<br />
innovativa metodologia statistica (il Propensity Score) per minimizzare i bias dovuti alla<br />
mancanza <strong>di</strong> randomizzazione. Queste prime evidenze derivate dallo stu<strong>di</strong>o osservazionale e<br />
dall’analisi comparativa <strong>di</strong> effectiveness, hanno permesso il lancio <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o prospettico e<br />
randomizzato che confronta formalmente 4 <strong>di</strong>verse strategie analgesiche.<br />
Uno stu<strong>di</strong>o prospettico, condotto con la collaborazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
generale, ha permesso l’identificazione della presenza <strong>di</strong> alcuni determinanti <strong>di</strong> tipo sociale,<br />
classificabili come fattori correlati alla vulnerabilità sociale, che sono associati al mancato<br />
utilizzo <strong>di</strong> prestazioni sanitarie nell’area della prevenzione secondaria. Attualmente sono in<br />
corso ulteriori analisi per valutare possibili associazioni tra alcuni determinanti sociali e la<br />
mancata esecuzione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> prevenzione secondaria.<br />
Uno stu<strong>di</strong>o randomizzato <strong>di</strong> fase III sul ruolo della linfoadenectomia sistematica nel carcinoma<br />
dell’endometrio in sta<strong>di</strong>o precoce ha <strong>di</strong>mostrando che questo approccio chirurgico non ha un<br />
impatto significativo sulla sopravvivenza delle pazienti. Le complicazioni associate alla<br />
linfoadenectomia potranno così essere risparmiate a molte pazienti con questa neoplasia. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o è giunto a conclusioni simili a quello condotto sulle pazienti con carcinoma<br />
22<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
dell’endometrio.<br />
Uno stu<strong>di</strong>o randomizzato <strong>di</strong> fase III ha <strong>di</strong>mostrato che, nelle donne affette da carcinoma<br />
dell’ovaio, un intervento chirurgico più aggressivo (isterectomia ra<strong>di</strong>cale) non comporta un<br />
guadagno in termini <strong>di</strong> sopravvivenza e tempo libero da reci<strong>di</strong>va rispetto ad un intervento meno<br />
ra<strong>di</strong>cale (isterectomia standard). Lo stu<strong>di</strong>o è stato eseguito su un campione <strong>di</strong> 520 donne,<br />
seguite per una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> oltre 5 anni.<br />
L’attività <strong>di</strong> formazione e informazione svolta con le associazioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni & pazienti<br />
attraverso il progetto PartecipaSalute ha portato alla definizione <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> formazione<br />
orientato a citta<strong>di</strong>ni e pazienti, <strong>di</strong>sponibile per essere attivato in collaborazione con istituzioni,<br />
associazioni e gruppi <strong>di</strong> volontariato.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Agenzia Sanitaria Regionale (ASR), Bologna<br />
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Roma<br />
Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO)<br />
Associazione Donne Operate Carcinoma Mammario ADOCM Crisalide, Rimini<br />
Associazione Serena a Palermo, Palermo<br />
Associazione Acto, Milano<br />
Azienda Sanitaria Locale, Rimini<br />
Azienda Sanitaria Locale, Vercelli<br />
Assessorato Sanità, Regione Emilia Romagna<br />
Associazione Italiana <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca (AIOM)<br />
Associazione Italiana <strong>di</strong> Ematologia Pe<strong>di</strong>atrica (AIEOP)<br />
Azienda Sanitaria Unica Regionale, Regione Marche<br />
Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova<br />
Azienda Ospedaliera San Gerardo, Università Milano-Bicocca, Monza<br />
Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (IRCCS)<br />
Centro <strong>Ricerche</strong> Bracco–Bracco Imaging Spa, Colleretto Giacosa (TO)<br />
CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano<br />
CNR IGBE, Pavia<br />
CNR, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica del Riconoscimento Molecolare, Milano<br />
CNR, <strong>Istituto</strong> per lo Stu<strong>di</strong>o delle Macromolecole, Milano<br />
Cochrane Collaboration<br />
ENEA Centro <strong>Ricerche</strong>, Unità <strong>di</strong> Tossicologia e Scienze Biome<strong>di</strong>che, Roma<br />
Europa Donna Italia, Milano<br />
Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia<br />
Fondazione IRCCS <strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori (INT), Milano<br />
Fondazione <strong>Istituto</strong> FIRC <strong>di</strong> Oncologia Molecolare (IFOM), Milano<br />
Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus, Milano<br />
Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia<br />
Fondazione SmithKline (FSK), Milano<br />
Fondo Edo Tempia, Laboratorio <strong>di</strong> Bioinformatica e Farmacogenomica, Biella<br />
I.A.S.I., Roma<br />
Istituti Ospitalieri <strong>di</strong> Cremona<br />
<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Rozzano MI<br />
<strong>Istituto</strong> Dermopatico dell'Immacolata, Roma<br />
23<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Galeazzi, Milano<br />
Istituti Ortope<strong>di</strong>ci Rizzoli, Bologna<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Endocrinologia ed Oncologia Sperimentale (IEOS), CNR, Napoli<br />
<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia (IEO), Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisica, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Genetica Molecolare CNR, Sezione <strong>di</strong> Istochimica e Citometria, Pavia<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale, Napoli<br />
<strong>Istituto</strong> Neurologico Carlo Besta, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Regina Elena, Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
<strong>Istituto</strong> Toscano Tumori, Firenze<br />
Laboratorio Cell factory, Policlinico <strong>di</strong> Milano<br />
LNCIB- Area Science Park & Dipartimento Scienze della Vita, Università <strong>di</strong> Trieste<br />
Nerviano Me<strong>di</strong>cal Sciences Oncology<br />
Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano<br />
Ospedale San Matteo, Pavia<br />
Ospedale Santa Chiara, Trento<br />
Rete Oncologica Lombarda (ROL), Milano<br />
Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />
Università <strong>di</strong> Bari<br />
Università <strong>di</strong> Brescia<br />
Università <strong>di</strong> Catania<br />
Università <strong>di</strong> Chieti<br />
Universita degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ferrara<br />
Università <strong>di</strong> Milano<br />
Università <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />
Università <strong>di</strong> Monza<br />
Universita degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli<br />
Università <strong>di</strong> Pavia<br />
Università <strong>di</strong> Padova<br />
Università <strong>di</strong> Siena<br />
Università <strong>di</strong> Torino<br />
Università “La Sapienza”, Roma<br />
Za<strong>di</strong>g, Agenzia <strong>di</strong> Giornalismo Scientifico, Milano<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
ADAMANT Consortium, IP 7th FP, EC<br />
ARCAGY (Association de Recherche sur les Cancers Gynécologiques), Francia<br />
Barts and The London School of Me<strong>di</strong>cine & Dentistry , Londra, Gran Bretagna<br />
Breakthrough Breast Cancer Center, Instutite of Cancer Reasearch, Londra, Gran Bretagna<br />
Cancer Biomarkers and Prevention Group, University of Leicester, Gran Bretagna<br />
Cancer Research UK, Londra, Gran Bretagna<br />
Department of Genetics and Genomic Sciences, Mount Sinai School of Me<strong>di</strong>cine, New York,<br />
USA<br />
EORTC, Bruxelles, Belgio<br />
European Agency for the Evaluation of Me<strong>di</strong>cinal Products (EMEA), Londra, Gran Bretagna<br />
24<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
European Association for Palliative Care (EAPC)<br />
European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT)Eusoma – (European<br />
Society of Breast Cancer Specialist) Firenze, Italy<br />
Executive Board of GCIG (Gynecologic Cancer Intergroup)<br />
Frontier science & technology Research Foundation Southern Europe (FSE)<br />
Genome Institute of Singapore (GIS), Singapore<br />
German Cancer Research Center, Division of Toxicology and Cancer Risk Factors, Heidelberg,<br />
Germania<br />
Goteborg University, Lundberg Laboratory for Cancer Research, Goteborg, Svezia<br />
Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG)<br />
Helios Klinikum Erfurt GmbH, Institute of Pathology, Germania<br />
Institute of Pathology, Friedrich Schiller University, Jena, Germania<br />
Institut Villejeouf, Paris<br />
<strong>Istituto</strong> Oncologico della Svizzera Italiana<br />
Johns Hopkins University, USA<br />
Ludwig Institute for Cancer Research, Londra, Gran Bretagna<br />
Ludwig-Maximilians-Universität München<br />
National Cancer Center, Singapore<br />
Stony Brook University, New York, USA<br />
Massachusetts General Hospital and Harvard Me<strong>di</strong>cal School, USA<br />
MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA<br />
Memorial Sloan Kettering, New York, USA<br />
MRC, Londra, Gran Bretagna<br />
National Cancer Institute (NCI), Bethesda and Frederick, MD, USA<br />
Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera<br />
Paterson Institute for Cancer Research, Manchester, Gran Bretagna<br />
Southern Europe New Drug Organization (SENDO), Milano, Italia<br />
Swiss Federal Institute of Technology, Zurigo, Svizzera<br />
The Sackler Institute, University College Londra, Gran Bretagna<br />
Tumor Biology and Metastasis Institute of Cancer Research, Sutton, Gran Bretagna<br />
University College, London Me<strong>di</strong>cal School, Londra, Gran Bretagna<br />
University of Birmingham, Gran Bretagna<br />
University of Cincinnati, USA<br />
University of Crete Me<strong>di</strong>cal School, Greece<br />
University of Newcastle, Gran Bretagna<br />
University of Pau, Francia<br />
University of Ulm, Germania<br />
University of Wisconsin, Ma<strong>di</strong>son, WI, USA<br />
Kyoto University, Giappone<br />
Weizmann Institute of Science, Israele<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
American Journal of Cancer Research (Maurizio D’Incalci, Massimo Broggini, Giovanna<br />
Damia))<br />
Attualità in Senologia (Paola Mosconi)<br />
British Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci)<br />
Chemotherapy (Maurizio D’Incalci)<br />
Clinical Experimental Metastasis (Raffaella Giavazzi)<br />
Current Opinion in Oncologic, Endocrine and Metabolic Drugs (Maurizio D’Incalci)<br />
25<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Current Cancer Therapy Reviews (Raffaella Giavazzi, Giulia Taraboletti)<br />
European Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci, Giovanna Damia, Raffaella Giavazzi,<br />
Massimo Broggini e Giulia Taraboletti)<br />
Frontiers in Cancer Genetics (Massimo Broggini)<br />
Frontiers in Pharmacology (Maurizio D’Incalci)<br />
Health and Quality of Life Outcomes (Giovanni Apolone, Paola Mosconi)<br />
International Journal of Biological Markers (Raffaella Giavazzi)<br />
International Journal for Quality in Health Care (Giovanni Apolone)<br />
Journal of Ambulatory Care and Management (Giovanni Apolone)<br />
Journal of B.U.ON. (Maurizio D’Incalci)<br />
Journal of Cancer Microenvironment (Raffaella Giavazzi)<br />
Journal of Chemotherapy (Raffaella Giavazzi)<br />
Journal of Me<strong>di</strong>cine and the Person (Giovanni Apolone)<br />
Journal of Preventive Me<strong>di</strong>cine anf Hygiene (Giovanni Apolone)<br />
Molecular Cancer Therapeutics (Maurizio D’Incalci)<br />
Oncology Research (Maurizio D’Incalci)<br />
TheScientificWorldJournal, (Maurizio D’Incalci, Giulia Taraboletti)<br />
Tumori (Maurizio D’Incalci, Raffaella Giavazzi)<br />
www.PartecipaSalute.it (Paola Mosconi)<br />
www.fondazionemattioli.it (Maurizio D’Incalci)<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
Acta Orthopae<strong>di</strong>ca, American Journal of Pathology, Annals of Hematology, Annals of<br />
Oncology, Anti-cancer Drugs, Biochemical Pharmacology, BioMed Central E<strong>di</strong>torial,British<br />
Journal of Cancer, British Journal of Pharmacology, British Me<strong>di</strong>cal Journal, Cancer<br />
Chemotherapy and Pharmacology, Cancer Detection and Prevention, Cancer Letters, Cancer<br />
Research, Carcinogenesis, Chemico-Biological Interactions, Clinical & Experimental<br />
Metastasis, Clinical Cancer Research, Cytometry, European Journal of Cancer, European<br />
Journal of Immunology, European Journal of Neurology, Faseb Journal, Gynecologic<br />
Oncology, Health and Quality of Life Outcomes, Health Expectations, Intensive Care Me<strong>di</strong>cine,<br />
International Journal of Biological Markers, International Journal of Cancer, International<br />
Journal of Gynecological Cancer, International Journal for Quality in Health Care,<br />
Investigational New Drugs, Journal of Ambulatory Care and Management, Journal of Biological<br />
Chemistry, Journal of Biological Markers, Journal of Cell Biochemistry, Journal of Cellular and<br />
Molecular Me<strong>di</strong>cine, Journal of Chemotherapy, Journal of Clinical Oncology, Journal of<br />
Experimental Therapeutics and Oncology, Journal of Me<strong>di</strong>cinal Chemistry, Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />
and the Person, Journal of the National Cancer Institute, Journal of Neurology, Journal of<br />
Nucleic Acids, Journal of Preventive Me<strong>di</strong>cine and Hygiene, Journal of the National Cancer<br />
Institute, Leukemia, Molecular Cancer Therapeutics, Molecular Me<strong>di</strong>cine, Nature<br />
Biotechnology, Nature Reviews, Oncology Research, PharmacoEconomics, PLoS ONE,<br />
Psycho-Oncology, Programma <strong>di</strong> Ricerca Regione Università Regione Emilia Romagna,<br />
Quality of Life Research, Science, The Patient: patient-centered outcomes research,<br />
TheScientificWorldJournal, Tumori, ZEG Centre for Epidemiology & Health Research.<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Comitato Etico Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico, Aviano, PN<br />
Comitato Etico Ente Ospedaliero San Paolo, Milano<br />
26<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Comitato Etico Fondazione CNAO - Centro Nazionale <strong>di</strong> Adroterapia Oncologica, Pavia<br />
Comitato Etico Fondazione IRCCS <strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori (INT), Milano<br />
Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Rozzano, MI<br />
Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano<br />
Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Neurologico Carlo Besta, Milano<br />
Comitato Etico <strong>Istituto</strong> Scientifico Eugenio Medea, Bosisio Parini, LC<br />
Comitato Etico Ospedale San Gerardo, Monza, MI<br />
Comitato Etico Ospedale Sant’Anna, Como<br />
Comitato Etico Ospedale della Valtellina e Valchiavenna, Sondrio<br />
Comitato Etico IRCCS MultiMe<strong>di</strong>ca, Sesto San Giovanni, Milano<br />
Comitato Etico Azienda USL <strong>di</strong> Bologna<br />
Comitato Scientifico, Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pe<strong>di</strong>atrica, Monza, MI<br />
Comitato Scientifico, Fondazione Buzzi Unicem Onlus<br />
Comitato Strategico e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o per la Leucemia Linfoblastica Acuta (CSS - LLA)<br />
Comitato Tecnico-Scientifico, Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO), Milano<br />
Comitato Tecnico-Scientifico, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Milano<br />
Comitato Scientifico, Fondazione Pezcoller, Trento<br />
Consiglio Direttivo, Società Italiana <strong>di</strong> Cancerologia (SIC)<br />
Consiglio Direttivo, Società Italiana <strong>di</strong> Citometria (GIC)<br />
Consiglio Direttivo Areas- Centro Cochrane Italiano (CCI), Milano<br />
Consiglio Direttivo Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus<br />
Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia<br />
National Advisory Board 8th World Congress of Psycho-Oncology<br />
Developmental Therapeutics Program, National Cancer Institute (NCI)<br />
Decision Network and Executive Committee, South Europe New Drug Organization (SENDO)<br />
Executive Committee, European Asociation for Cancer Research (EACR)<br />
Pezcoller Foundation-EACR Award<br />
NHS R&D National Coor<strong>di</strong>nating Centre for Health Technology Assessment, Gran Bretagna<br />
University Me<strong>di</strong>cal School of Siena<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Percorso <strong>di</strong> formazione: Orientarsi in salute e sanità. Il caso dello screening mammografico.<br />
Palermo, 11 maggio 2011.<br />
Meeting: Meeting “MicroRNA e angiogenesi in oncologia ginecologica” e 8° Assemblea<br />
MaNGO. Milano, 1-2 luglio 2011<br />
Convegno: Terapia ormonale post-menopausale e informazione alle donne: risultati <strong>di</strong> un<br />
percorso <strong>di</strong> ricerca. Roma, 7 ottobre 2011.<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
Conferenza: III International Conference in Memory of Judah Folkman - Update on<br />
angiogenesis: translational research. Roma, 13-14 gennaio 2011.<br />
27<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
“The development of angiogenesis inhibitors”<br />
Workshop: Il <strong>rapporto</strong> tra paziente e personale sanitario, <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma, 20<br />
gennaio 2011.<br />
“Empowerment dei pazienti e dei citta<strong>di</strong>ni nelle attività <strong>di</strong> Governo Clinico“<br />
Convegno: Drug development and early clinical trials in oncology. Pavia, 25 gennaio 2011.<br />
“Early clinical trials and pre-clinical stu<strong>di</strong>es”<br />
Convegno: SIF Farmaci a brevetto scaduto: i problemi aperti e lo soluzioni proposte. Milano, 4<br />
febbraio 2011.<br />
“Gli stu<strong>di</strong> clinici per la validazione dei biosimilari: luci ed ombre”<br />
Workshop: La sicurezza dei pazienti, <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma, 18 febbraio 2011.<br />
“Il punto <strong>di</strong> vista dei citta<strong>di</strong>ni“<br />
Convegno: Tutta cuore e cervello: curare, curarsi, prendersi cura: la malattia <strong>di</strong> Alzheimer e le<br />
malattie rare. Milano, 4 marzo 2011.<br />
“Informazione e consapevolezza nelle scelte <strong>di</strong> salute“<br />
Workshop: Valutazione lettere <strong>di</strong> intenti, Ausl. Bologna, 22 marzo 2011.<br />
“Programma <strong>di</strong> ricerca Regione-Università 2010-2012.<br />
Area 2 “Ricerca per il governo clinico”<br />
Convegno: SICP Lombar<strong>di</strong>a. Milano, 25 marzo 2011<br />
“Oppioi<strong>di</strong>: vecchie e nuove formulazioni”<br />
Corso Master: AOs Careggi Firenze. Minimaster <strong>di</strong> Metodologia e statistica. Firenze 30-31<br />
marzo 2011. “Disegnare uno stu<strong>di</strong>o clinico per testare un biomarker”<br />
Corso: Reci<strong>di</strong>va del carcinoma dell’ovaio, sarcomi uterini. Standard terapeutici e nuove<br />
prospettive. Torino, 1 aprile 2011.<br />
“I nuovi farmaci: basi molecolari e modalità <strong>di</strong> impiego”<br />
Convegno: Vaccinazione HPV: percezioni e convinzioni intorno al virus del papilloma umano.<br />
Fondazione Pofferi, Pistoia , 2 aprile 2011.<br />
“La comunicazione agli utenti sulla vaccinazione verso il Papillomavirus“<br />
Meeting: 102 th AACR Annual Meeting. Orlando (USA), Aprile 2-6, 2011.<br />
“PTX-008, a dual inhibitor of angiogenesis and tumor cell proliferation, potentiates the<br />
antineoplastic activity of targeted therapies in human tumor models.”<br />
“ PTX-008 antiproliferative effects in cancer cells are me<strong>di</strong>ated though galectin-1 inhibition and<br />
MAPK-dependent G2/M cell cycle arrest”<br />
“Combinations of chemotherapy with bevacizumab in a xenograft models of human ovarian<br />
carcinoma”<br />
Convegno: Incontrarsi 2011, Palermo, 6 aprile 2011.<br />
“Il coinvolgimento dei pazienti e dei citta<strong>di</strong>ni nelle scelte sanitarie“<br />
Convegno: Sclerosi multipla ed insufficienza venosa cronica cerebro-spinale: stato dell’arte su<br />
<strong>di</strong>agnosi e trattamento, Perugia, 12 aprile 2011.<br />
“Malattia e salute, per una gestione partecipativa“<br />
28<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Tavola rotonda: Convegno Aggiornamenti neoplasie ginecologiche, Padova, 30 aprile 2011.<br />
“Ottimizzazione delle informazioni alla paziente“<br />
Convegno: Tempo e Vita: le cure palliative oggi, Verona 6 maggio 2011.<br />
“Misurare il dolore nella ricerca e nella clinica”<br />
Corso: Tumori reci<strong>di</strong>vanti dell’ovaio, avanzati della mammella e sarcomi uterini. Roma, 10-11<br />
maggio 2011.<br />
“Attività della trabecte<strong>di</strong>na nei tumori dell’ovaio”<br />
VI percorso <strong>di</strong> formazione PartecipaSalute: Orientarsi in salute e sanità, Palermo, 11 maggio<br />
2011.<br />
“Il metodo della ricerca clinica: dalle fasi degli stu<strong>di</strong> alle revisioni sistematiche“<br />
Convegno Nazionale GISMa 2011, Palermo, 12 maggio 2011.<br />
“L’Italia <strong>di</strong>visa dagli screening: riflessione congiunta tra professionisti, associazioni e citta<strong>di</strong>ni“<br />
Convegno: AIOM regionale. Targeted therapy in oncologia: quando il futuro è già passato.<br />
Milano, 13 maggio 2011.<br />
“Metodologia Clinica e <strong>di</strong>segno degli stu<strong>di</strong> nell’era delle targeted terapies”<br />
Corso: New Drugs in Cancer Therapy. Roma, 13 maggio 2011.<br />
“Marine drugs: from trabecte<strong>di</strong>n to eribulin”.<br />
10° Corso <strong>di</strong> formazione avanzata: Ricerca traslazionale in ematologia/oncologia. Lar<strong>di</strong>rago<br />
(PV), 16-20 maggio 2011.<br />
“Ricerca traslazionale e farmacologia”<br />
Corso: 4th Course of in vivo Preclinical Assays in Cancer Therapy. Parigi, 18-20 maggio 2011.<br />
“Testing anti-angiogenesis drugs in vivo”<br />
Congresso: 12° Congresso EAPC (European Association of Palliative Care), Lisbona 18-21<br />
maggio 2011.<br />
“An exploration analysis on the effectiveness of four strong opioids in patients with cancer<br />
pain”.<br />
Congresso: MS Society’s congress, Roma, 21- 29 maggio 2011.<br />
“IN-DEEP Integrating and Deriving Evidence, Experiences and Preferences: developing research-based<br />
health information applicable to decision making and self-management by people with multiple sclerosis”<br />
2° corso <strong>di</strong> perfezionamento: Formazione clinica, comunicazione e management in car<strong>di</strong>ologia.<br />
Milano, 23 maggio 2011.<br />
“Valutazione della qualità della vita. Informare i pazienti: dal modello paternalistico al<br />
decision-making. Impatto dell’informazione e della buona comunicazione“<br />
I Congresso Nazionale Oncologia <strong>di</strong> Genere, Padova, 27 maggio 2011.<br />
“Sperimentazioni cliniche: <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> genere “<br />
Convegno: The Consortium of Multiple Sclerosis Centres (CMSC) Annual Meeting, Montreal, Canada,<br />
1-4 giugno 2011.<br />
“The internet and treatment information-seeking by people with MS”<br />
29<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Convegno: AIOM Il significato dell'innovazione in Oncologia. Milano 17 giugno 2011<br />
“I parametri <strong>di</strong> efficacia e gli end-point surrogati: aspetti metodologici”<br />
Convegno: Gruppo Sarcomi. Dieci anni dalla terapia molecolare nei GIST in Italia: La<br />
complessità del cross-talking multi<strong>di</strong>sciplinare. Bologna, 23 giugno 2011.<br />
“L’impatto metodologico”<br />
Conferenza: HEPS 2011 International Conference on Healthcare Systems, Ergonomics and Patient<br />
Safety, Oviedo, Spagna, giugno 2011.<br />
“PartecipaSalute: a research project and a training program tailored on consumers and patients”.<br />
Corso residenziale: Integrazioni terapeutiche in oncologia ginecologica: tra esigenze cliniche e<br />
farmacoeconomia. Venezia Mestre, 24-25 giugno 2011.<br />
“Sarcomi dell’utero: dalla biologia alla clinica”<br />
Corso residenziale: La risposta tumorale alle target therapy nei tumori soli<strong>di</strong>. Milano, 27-28<br />
giugno 2011.<br />
“Biomarcatori”<br />
Convegno: Convegno Nazionale <strong>di</strong> NMR. Parma, settembre 2011.<br />
“NMR-based interaction stu<strong>di</strong>es on the fibroblast growth factor-2 and new derived<br />
antiangiogenic compounds”.<br />
ESGO Patient Seminar, Milano, 11 settembre 2011.<br />
“From patient literacy to advocacy“<br />
I Conferenza Nazionale sul Governo Clinico, ISS, Roma, 15 settembre 2011.<br />
“Informazione in<strong>di</strong>pendente, comunicazione del citta<strong>di</strong>no e partecipazione del paziente“<br />
Convegno Terapia ormonale post-menopausale e informazione alle donne: risultati <strong>di</strong> un<br />
percorso <strong>di</strong> ricerca, Roma, 7 ottobre 2011.<br />
“Razionale e meto<strong>di</strong> della Conferenza <strong>di</strong> consenso“<br />
“Analisi della stampa me<strong>di</strong>co-<strong>di</strong>vulgativa e <strong>di</strong> quella rivolta al grande pubblico“<br />
XII Conferenza Nazionale <strong>di</strong> Sanità Pubblica, Società Italiana <strong>di</strong> Igiene, Roma 12-15 ottobre 2011.<br />
“Vaccinazione contro il virus HPV nel comune <strong>di</strong> Pistoia: conoscenza e attitu<strong>di</strong>ne alla prevenzione in un<br />
campione <strong>di</strong> ragazze <strong>di</strong>ciottenni, loro madri e madri delle un<strong>di</strong>ci-do<strong>di</strong>cenni”<br />
Corso: Le Cinque Giornate <strong>di</strong> Via La Masa: riflessioni ed approfon<strong>di</strong>menti sulla ricerca clinica<br />
no-profit in Italia. <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Milano, 13 ottobre 2011.<br />
“Il coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni nella pianificazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o clinico“<br />
Convegno: AIOM-AIRO: La multi<strong>di</strong>sciplinarietà nell’era delle targeted therapies e della<br />
ra<strong>di</strong>oterapia ad intensita’ modulata. Milano 14 ottobre 2011.<br />
“Tavola Rotonda: Aspetti metodologici – Nuovi endpoints & Livelli <strong>di</strong> evidenza”<br />
Congresso AIDM, Salsomaggiore Terme, 15 ottobre 2011.<br />
“Evidenza <strong>di</strong> efficacia degli screening“<br />
Cochrane Colloquium 18-23 October 2011 Madrid, Spagna.<br />
30<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
“Working with patients’ and citizens’ organizations“<br />
19 th Cochrane Colloquium, Madrid 19-22 ottobre 2011.<br />
“Sprea<strong>di</strong>ng Cochrane press releases to lay people and Italian journalists”<br />
“Treatment information-seeking by people with multiple sclerosis in the Internet age: stage 1 fin<strong>di</strong>ng of<br />
the IN-DEEP project”<br />
Meeting: 53 rd Annual Meeting of the Italian Cancer Society. Torino, 19-22 ottobre 2011.<br />
“Antiangiogenic activity of thrombospon<strong>di</strong>n-1 (TSP-1): characterization of tumor cells<br />
expressing its FGF-2-bin<strong>di</strong>ng fragment”<br />
“Development of novel small molecules mimicking thrombospon<strong>di</strong>n-1 (TSP-1) antiangiogenic<br />
activity”<br />
Corso: European Master in Sustainable Regional Health Systems: Erasmus Mundus, Milano, 24<br />
ottobre 2011.<br />
“Promoting good information: how to involve citizens’ and patients’ organizations“<br />
Convegno: People care: dalle malattie critiche alle prassi relazioni aziendali. Milano, 26 ottobre<br />
2011. “Incidenza e prevalenza delle patologie croniche sulla popolazione; trend demografici su<br />
malattia e lavoro”<br />
Progress in MS Conference, Melbourne, 26-28 ottobre, 2011<br />
“Provi<strong>di</strong>ng evidence-based health information for people with MS: The IN-DEEP project update”<br />
Convegno: XVIII Convegno Nazionale della SICP (Società Italiana Cure Palliative), Trieste 26-<br />
29 ottobre 2011.<br />
“Dolore e Oppioi<strong>di</strong>”<br />
Presentazione del libro: Le parole che cambiano, Associazione Noi e il Cancro-Volontà <strong>di</strong><br />
Vivere, Padova, 27 ottobre 2011.<br />
“L’importanza delle associazioni <strong>di</strong> pazienti in ambito oncologico”<br />
Convegno: AOs Treviglio-Caravaggio. Come, quanto, quando a chi: talking out of the box.<br />
Treviglio, 28 ottobre 2011.<br />
“Poco a tanti… o molto a pochi”<br />
Convegno: Grandangolo 2011 Innovazioni tecnologiche in sanità, Bologna, 28 ottobre 2011.<br />
“L’Accademia dei citta<strong>di</strong>ni: un nuovo modello <strong>di</strong> partecipazione nella valutazione della qualità<br />
della cura e della sicurezza dei pazienti”<br />
Congresso: XIII Congresso Nazionale AIOM <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca. Bologna 5-7 Novembre<br />
2011. “Screening per il tumore del polmone: quali novità”<br />
Convegno: AIE Associazione Italiana Epidemiologia, Torino 7-9 novembre 2011.<br />
“Vaccinazione contro il virus HPV nel comune <strong>di</strong> Pistoia: conoscenza e attitu<strong>di</strong>ne alla<br />
prevenzione in un campione <strong>di</strong> ragazze <strong>di</strong>ciottenni”<br />
“Vaccinazione contro il virus HPV nel comune <strong>di</strong> Pistoia: conoscenza e attitu<strong>di</strong>ne alla<br />
prevenzione in un campione <strong>di</strong> madri”<br />
24° Convegno Annuale AICC: Struttura, mo<strong>di</strong>ficazioni epigenetiche e meccanismi <strong>di</strong> riparo del<br />
DNA come bersaglio per terapie innovative antitumorali. Roma, 21-23 novembre 2011.<br />
“Sviluppo preclinico e clinico <strong>di</strong> trabecte<strong>di</strong>na, un esempio <strong>di</strong> ricerca traslazionale”<br />
31<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
XII Convegno Nazionale SIPO, Brescia, 23 novembre 2011.<br />
“La riabilitazione in Italia: lo stato dell’arte”<br />
IX Convention d’autunno dei ricercatori in fibrosi cistica, Verona, 1-3 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />
“Cystic fibrosis: to screen or not to screen Involving citizens’ jury in decision on carrier<br />
screening”<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
ABO Project SpA<br />
Arcispedale Santa Maria Nuova <strong>di</strong> Reggio-Emilia<br />
Azienda Sanitaria Locale, Reggio Emilia<br />
Azienda Sanitaria Locale - Rimini<br />
Azienda Sanitaria Unica Regionale - Marche<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
Amgem SpA, Milano<br />
AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro<br />
ArQule USA<br />
ASL Padova<br />
ASL Provincia <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />
Astra Zeneca SpA<br />
Astra Zeneca UK<br />
AVAPO (Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici)<br />
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico- Milano<br />
Azienda Sanitaria Locale, Rimini<br />
Azienda Sanitaria Unica Regionale, Marche<br />
Azienda Ospedaliera “Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia”<br />
Bracco Imaging SpA, Milan<br />
Centro Cochrane Italiano<br />
Chiesi Farmaceutici SpA<br />
CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Me<strong>di</strong>ci Ospedalieri)<br />
CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano<br />
CNR Consiglio Nazionale delle <strong>Ricerche</strong><br />
CNR-MIUR Ministero Istruzione Università e Ricerca<br />
Compagnia <strong>di</strong> San Paolo<br />
Dompé<br />
Eli Lilly Italia SpA<br />
EOS SpA<br />
European Commission - 7th Framework Programme (ADAMANT)<br />
FIRB-MIUR Fondo per gli Investimenti della Ricerca <strong>di</strong> Base-Ministero Istruzione Università e<br />
Ricerca<br />
FIRC Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro<br />
Fondazione Buzzi Unicem<br />
Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio delle Province Lombarde<br />
Fondazione Fibrosi Cistica<br />
Fondazione Lilly<br />
Fondazione Lu.V.I.<br />
Fondazione Nerina e <strong>Mario</strong> Mattioli Onlus<br />
FSE Frontier Southern Europe<br />
32<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
GISCAD(Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Carcinomi Apparato Digerente)<br />
GlaxoSmithKline, Verona<br />
Grunenthal Italia, Milano<br />
Indena SpA<br />
Institut de Recherche Pierre Fabre<br />
<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas – Rozzano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Italfarmaco SpA<br />
KemoTech Srl<br />
Komen Italia Onlus<br />
Lottomatica<br />
Medac<br />
Merck Sharp & Dome<br />
Ministero della Salute<br />
Novartis<br />
Novartis Farma SpA<br />
Oncoethyx<br />
Optigenex Inc.<br />
Pfizer Global Research and Development<br />
Pfizer Italia<br />
Pharma Mar, SA<br />
Pharminox Ltd, UK<br />
Policlinico <strong>di</strong> Padova / C.O.R.<br />
Regione Emilia Romagna<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Regione Veneto<br />
Regione Toscana<br />
Roche SpA<br />
Sanofi-Aventis Pharma<br />
Sara Bet, Roma<br />
SENDO-Tech Srl<br />
SIA SpA<br />
Sigma-Tau SpA<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />
Università Federico II – Napoli (Dipartimento <strong>di</strong> Endocrinologia ed Oncologia molecolare e<br />
clinica)<br />
Volontarimini - Associazione per lo Sviluppo del Volontariato della Provincia <strong>di</strong> Rimini<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Della Vittoria Scarpati G, Falcetta F, Carlomagno C, Ubezio P, Marchini S, De Stefano A, Singh VK,<br />
D'Incalci M, De Placido S, Pepe S.<br />
A Specific miRNA Signature Correlates with Complete Pathological Response to Neoadjuvant Chemora<strong>di</strong>otherapy in<br />
Locally Advanced Rectal Cancer<br />
Int J Ra<strong>di</strong>at Oncol Biol Phys 2011 E-pub<br />
Paroni G, Fratelli M, Gar<strong>di</strong>ni G, Bassano C, Flora M, Zanetti A, Guarnaccia V, Ubezio P, Centritto F,<br />
Terao M, Garattini E.<br />
Synergistic antitumor activity of lapatinib and retinoids on a novel subtype of breast cancer with coamplification of<br />
ERBB2 and RARA.<br />
Oncogene 2011 E-pub<br />
33<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Silini A, Ghilar<strong>di</strong> C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse R, Pedley RB, Giavazzi R, Bani MR<br />
Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of cancer vasculature elicited and<br />
sustained by the tumor’s proangiogenic microenvironment<br />
Cell Mol Life Sci Dec1, 2011 E-pub<br />
Mosconi P, Taricco M, Bergamini M, Bosisio Fazzi L, Colombo Cinzia, Patrucco V, Corti M, Giobbe D,<br />
Guerreschi M, Magnarella M R, Sallemi G<br />
Family burden of severe brain injury: The Italian experience with families and volunteer associations<br />
Patient 2011 4 : 55-65<br />
Cinquini M, Banzi R, Liberati A, Moschetti I, Pecoraro V, Tagliabue L, Moja L<br />
Speed of updating online evidence based point of care summaries: prospective cohort analysis<br />
BMJ 2011 343 : d5856<br />
Fuso L, Evangelista S, Pagano E, Piovano E, Perotto S, Mazzola S, Bertoldo E, La Porta M R, Rosmino<br />
C, Furbatto G, Abate S, Di Costanzo G, Trossarelli G, Baù M G, Carnino F, Gambaro G, Piantanida P,<br />
Alabiso O, Galletto L, Zavallone L, Rossi A, Barbero M, Tessa M, Katsaros D, Danese S, Brignolo P,<br />
Gorzegno G, Grillo R, Apolone G, Ciccone G<br />
Variation in gynecological oncology follow-up practice: attributable to cancer centers or to patient characteristics A<br />
Piedmont Regional Oncology Network Study<br />
Tumori 2011 97 : 551-558<br />
Greco M T, Corli O, Montanari M, Deandrea S, Zagonel V, Apolone G, CPOR SG Investigators<br />
Epidemiology and pattern of care of breakthrough cancer pain in a longitu<strong>di</strong>nal sample of cancer patients: results<br />
from the Cancer Pain Outcome Research Study Group<br />
Clin J Pain 2011 27 : 9-18<br />
Rivera R F, Mircoli L, Bonforte G, Torri V, Monteforte M, Stella A, Genovesi S<br />
Dipyridamole stress echocar<strong>di</strong>ography in <strong>di</strong>agnosis and prognosis of hemo<strong>di</strong>alysis patients with asymptomatic<br />
coronary <strong>di</strong>sease<br />
Hemo<strong>di</strong>al Int 2011 15 : 468-476<br />
Ganzinelli M, Mariani P, Cattaneo D, Fossati R, Fruscio R, Corso S, Ricci F, Broggini M, Damia G<br />
Expression of DNA repair genes in ovarian cancer samples: biological and clinical considerations<br />
Eur J Cancer 2011 47 : 1086-1094<br />
Sulaiman G M, Al Sammarrae K W, Ad'hiah A H, Zucchetti M, Frapolli R, Bello E, Erba E, D'Incalci M,<br />
Bagnati R<br />
Chemical characterization of Iraqi propolis samples and assessing their antioxidant potentials<br />
Food Chem Toxicol 2011 49 : 2415-2421<br />
Colombo V, Lupi M, Falcetta F, Forestieri D, D'Incalci M, Ubezio P<br />
Chemotherapeutic activity of silymarin combined with doxorubicin or paclitaxel in sensitive and multidrug-resistant<br />
colon cancer cells<br />
Cancer Chemother Pharmacol 2011 67 : 369-379<br />
Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L,<br />
Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V<br />
Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells<br />
PLoS One 2011 6 : e25545<br />
Knudsen K A, Brunelli C, Kaasa S, Apolone G, Corli O, Montanari M, Fainsinger R, Aass N, Fayers P,<br />
Caraceni A, Klepstad P, European Palliative Care Research Collaborative (EPCRC), European<br />
Pharmacogenetic Study (EPOS)<br />
Which variables are associated with pain intensity and treatment response in advanced cancer patients Implications<br />
for a future classification system for cancer pain<br />
Eur J Pain 2011 15 : 320-327<br />
34<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Manzoni C, Colombo L, Bigini P, Diana V, Cagnotto A, Messa M, Lupi M, Bonetto V, Pignataro M,<br />
Airol<strong>di</strong> C, Sironi E, Williams A, Salmona M<br />
The molecular assembly of Amyloid Aβ controls its neurotoxicity and bin<strong>di</strong>ng to cellular proteins<br />
PLoS One 2011 6 : e24909<br />
Pronzato P, Mustacchi G, De Matteis A, Di Costanzo F, Rulli E, Floriani I, Cazzaniga M E, NORA Study<br />
Group<br />
Biological characteristics and me<strong>di</strong>cal treatment of breast cancer in young women. A featured population: Results<br />
from the NORA study<br />
International Journal Breast Cancer 2011<br />
Kaasa S, Apolone G, Klepstad P, Loge J H, Hjermstad M J, Corli O, Strasser F, Heiskanen T, Costantini<br />
M, Zagonel V, Gronvold M, Fainsinger R, Jensen M P, Farrar J, McQuay H, Rothrock N E, Cleary J,<br />
Sepulveda C, Deguines C, Caraceni A<br />
Expert conference on cancer pain assessment and classification—the need for international consensus: working<br />
proposals on international standards<br />
BMJ Supportive & Palliative Care 2011 1 : 281-287<br />
Gori S, Greco M T, Catania C, Colombo C, Apolone G, Zagonel V, AIOM Group<br />
A new informed consent form model for cancer patients: Preliminary results of a prospective study by the Italian<br />
Association of Me<strong>di</strong>cal Oncology (AIOM)<br />
Patient Educ Couns 2011 E-pub<br />
Garassino M C, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Farina G, Scanni A, Broggini M<br />
Different types of K-Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer<br />
Ann Oncol 2011 22 : 235-237<br />
Bello E, Colella G, Scarlato V, Oliva P, Berndt A, Valbusa G, Serra S, D'Incalci M, Cavalletti E,<br />
Giavazzi R, Damia G, Camboni G<br />
E-3810 is a potent dual inhibitor of VEGFR and FGFR that exerts antitumor activity in multiple preclinical models<br />
Cancer Res 2011 71 : 1396-1405<br />
Marchini S, Cavalieri D, Fruscio R, Calura E, Garavaglia D, Fuso Nerini I, Mangioni C, Cattoretti G,<br />
Clivio L, Beltrame L, Katsaros D, Scarampi L, Menato G, Perego P, Chiorino G, Buda A, Romual<strong>di</strong> C,<br />
D'Incalci M<br />
Association between miR-200c and the survival of patients with stage I epithelial ovarian cancer: a retrospective<br />
study of two independent tumour tissue collections<br />
Lancet Oncol. 2011 Mar;12(3):273-85<br />
Galfrascoli E, Piva S, Cinquini M, Rossi A, La Verde N, Bramati A, Moretti A, Manazza A, Damia G,<br />
Torri V, Muserra G, Farina G, Garassino M C, ORION Collaborative Group<br />
Risk/benefit profile of bevacizumab in metastatic colon cancer: a systematic review and meta-analysis<br />
Dig Liver Dis 2011 43 : 286-294<br />
Casciani E, Masselli G, Di Nardo G, Polettini E, Bertini L, Oliva S, Floriani I, Cucchiara S, Gual<strong>di</strong> G<br />
MR enterography versus capsule endoscopy in pae<strong>di</strong>atric patients with suspected Crohn's <strong>di</strong>sease<br />
Eur Ra<strong>di</strong>ol 2011 21 : 823-831<br />
Garassino M C, Torri V, Michetti G, Lo Dico M, La Verde N, Aglione S, Mancuso A, Gallerani E,<br />
Galetta D, Martelli O, Collovà E, Fatigoni S, Ghi<strong>di</strong>ni A, Saggia C, Bareggi C, Rossi A, Farina G,<br />
Thatcher N, Blackhall F, Lorigan P, Califano R<br />
Outcomes of small-cell lung cancer patients treated with second-line chemotherapy: A multi-institutional<br />
retrospective analysis<br />
Lung Cancer 2011 72 : 378-383<br />
Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Di Giandomenico S, Erba E, Ubezio P, Broggini M<br />
Combination of PI3K/mTOR inhibitors: antitumor activity and molecular correlates<br />
Cancer Res 2011 E-pub<br />
35<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Khan I A, Lupi M, Campbell L, Chappell S C, Brown M, Wiltshire M, Smith P J, Ubezio P, Errington R J<br />
Interoperability of time series cytometric data: a cross platform approach for modeling tumor heterogeneity<br />
Cytometry A 2011 79A : 214-226<br />
Labianca R, Sobrero A, Isa L, Cortesi E, Barni S, Nicolella D, Aglietta M, Lonar<strong>di</strong> S, Corsi D, Turci D,<br />
Beretta G D, Fornarini G, Dapretto E, Floriani I, Zaniboni A, GISCAD<br />
Intermittent versus continuous chemotherapy in advanced colorectal cancer: a randomised 'GISCAD' trial<br />
Ann Oncol 2011 22 : 1236-1242<br />
Goss C, Mosconi P, Renzi C, Deledda G<br />
Participation of patients and citizens in healthcare decisions in Italy<br />
Z Evid Fortbild Qual Gesundhwes 2011 105 : 277-282<br />
Canta A, Chiorazzi A, Carozzi V, Meregalli C, Oggioni N, Sala B, Crippa L, Avezza F, Forestieri D,<br />
Rotella G, Zucchetti M, Cavaletti G<br />
In vivo comparative study of the cytotoxicity of a liposomal formulation of cisplatin (lipoplatin)<br />
Cancer Chemother Pharmacol 2011 68 : 1001-1008<br />
Fruscio R, Garbi A, Parma G, Lissoni A A, Garavaglia D, Bonazzi C M, Dell'Anna T, Mangioni C,<br />
Milani R, Colombo N<br />
Randomized phase III clinical trial evaluating weekly cisplatin for advanced epithelial ovarian cancer<br />
J Natl Cancer Inst 2011 103 : 347-351<br />
Rizzi F, Pizzuto M, Lodetti L, Corli O, Da Col D, Damiani M E, Mihali D, Piva L, Saita L, Vinci M,<br />
Bonal<strong>di</strong> A, Milan Palliative Care Group Investigators<br />
Quality for home palliative care: an Italian metropolitan multicentre JCI-certified model<br />
BMJ Qual Saf Health Care 2011 20 : 592-598<br />
Pinto C, Di Fabio F, Maiello E, Pini S, Latiano T, Aschele C, Garufi C, Bochicchio A, Rosati G, Aprile<br />
G, Giaquinta S, Torri V, Bardelli A, Gion M, Martoni A<br />
Phase II study of panitumumab, oxaliplatin, 5-fluorouracil, and concurrent ra<strong>di</strong>otherapy as preoperative treatment in<br />
high-risk locally advanced rectal cancer patients (StarPan/STAR-02 Study)<br />
Ann Oncol 2011 22 : 2424-2430<br />
Nal<strong>di</strong>ni A, Morena E, Belotti D, Carraro F, Allavena P, Giavazzi R<br />
Identification of thrombin-like activity in ovarian cancer associated ascites and modulation of multiple cytokine<br />
networks<br />
Thromb Haemost 2011 106 : 705-711<br />
Truccolo I, Bogliolo A, Ricci R, Giacomini M, Pivetti S, Russell-Edu W, De Lorenzo F, Della Seta M,<br />
Colombo Cinzia, Bufalino R, Bocchini G, Pierotti M, Lombardo C, De Paoli P<br />
CIGNOweb.it<br />
Tumori 2011 97 : 133-135<br />
Ruffini F, Failla C M, Orecchia A, Bani M R, Dorio A S, Fortes C, Zambruno G, Graziani G, Giavazzi R,<br />
D'Atri S, Lacal P M<br />
Expression of the soluble vascular endothelial growth factor receptor-1 in cutaneous melanoma: role in tumour<br />
progression<br />
Br J Dermatol 2011 164 : 1061-1070<br />
Lovejoy K S, Serova M, Bieche I, Emami S, D'Incalci M, Broggini M, Erba E, Gespach C, Cvitkovic E,<br />
Faivre S, Raymond E, Lippard S J<br />
Spectrum of cellular responses to pyriplatin, a monofunctional cationic antineoplastic platinum(II) compound, in<br />
human cancer cells<br />
Mol Cancer Ther 2011 10 : 1709-1719<br />
36<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Zecchini S, Bombardelli L, Decio A, Bianchi M, Mazzarol G, Sanguineti F, Aletti G, Maddaluno L,<br />
Berezin V, Bock E, Casa<strong>di</strong>o C, Viale G, Colombo N, Giavazzi R, Cavallaro U<br />
The adhesion molecule NCAM promotes ovarian cancer progression via FGFR signalling<br />
EMBO Mol Med 2011 3 : 480-494<br />
Sala F, Bagnati R, Livi V, Cereda R, D'Incalci M, Zucchetti M<br />
Development and validation of a high-performance liquid chromatography-tandem mass spectrometry method for the<br />
determination of the novel proteasome angiogenesis inhibitor E-3810 in human plasma and its application in a<br />
clinical pharmacokinetic study<br />
J Mass Spectrom 2011 46 : 1039-1045<br />
Graziano F, Galluccio N, Lorenzini P, Ruzzo A, Canestrari E, D'Emi<strong>di</strong>o S, Catalano V, Sisti V, Ligorio<br />
C, Andreoni F, Rulli E, Di Oto E, Fiorentini G, Zingaretti C, De Nictolis M, Cappuzzo F, Magnani M<br />
Genetic activation of the MET pathway and prognosis of patients with high risk, ra<strong>di</strong>cally-resected gastric cancer<br />
J Clin Oncol 2011 E-pub<br />
Farina G, Longo F, Martelli O, Pavese I, Mancuso A, Moscetti L, Labianca R, Bertolini A, Cortesi E,<br />
Farris A, Fagnani D, Locatelli M C, Valmadre G, Ar<strong>di</strong>zzoia A, Tomirotti M, Rulli E, Garassino M C,<br />
Scanni A<br />
Rationale for treatment and study design of TAILOR: a randomized phase III trial of second-line erlotinib versus<br />
docetaxel in the treatment of patients affected by advanced non-small-cell lung cancer with the absence of epidermal<br />
growth factor receptor mutations<br />
Clin Lung Cancer 2011 12 : 138-141<br />
Ludovini V, Floriani I, Pistola L, Minotti V, Meacci M, Chiari R, Garavaglia D, Tofanetti F R, Flacco A,<br />
Siggillino A, Baldelli E, Tonato M, Crino' L<br />
Association of cyti<strong>di</strong>ne deaminase and xeroderma pigmentosum group D polymorphisms with response, toxicity, and<br />
survival in cisplatin/gemcitabine-treated advanced non-small cell lung cancer patients<br />
J Thorac Oncol 2011 6 : 2018-2026<br />
Di Francesco A M, Ubezio P, Torella A R, Meco D, Pierri F, Barone G, Cusano G, Pisano C, D'Incalci<br />
M, Riccar<strong>di</strong> R<br />
Enhanced cell cycle perturbation and apoptosis me<strong>di</strong>ate the synergistic effects of ST1926 and ATRA in<br />
neuroblastoma preclinical models<br />
Invest New Drugs 2011 E-pub<br />
Ilyechcova E, Skvortsov A, Zatulovsky E, Tsymbalenko N, Shavlovsky M, Broggini M, Puchkova L<br />
Experimental switching of copper status in laboratory rodents<br />
J Trace Elem Med Biol 2011 25 : 27-35<br />
Rossi A, Torri V, Gridelli C<br />
Switch maintenance versus second-line treatment in non-small cell lung cancer<br />
J Thorac Oncol 2011 6 : 1298<br />
Carrassa L, Damia G<br />
Unleashing Chk1 in cancer therapy<br />
Cell Cycle 2011 10 : 2121-2128<br />
Mosconi P, Colombo C, Villani W, Liberati A, Satolli R<br />
PartecipaSalute: A research project and a training program tailored on consumers and patients<br />
In :Healthcare systems ergonomics and patient safety 2011 Taylor & Francis, London, 2011; 71-76<br />
Garassino M C, Marsoni S, Floriani I<br />
Testing epidermal growth factor receptor mutations in patients with non-small-cell lung cancer to choose<br />
chemotherapy: the other side of the coin<br />
J Clin Oncol 2011 29 : 3835-3837<br />
Riva I, Quaranta L, Russo A, Katsanos A, Rulli E, Floriani I<br />
37<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Dynamic contour tonometry and Goldmann applanation tonometry: correlation with intracameral assessment of<br />
intraocular pressure<br />
Eur J Ophthalmol 2011 E-pub<br />
Ubol<strong>di</strong> S, Bernasconi S, Romano M, Marchini S, Fuso Nerini I, Damia G, Ganzinelli M, Marangon E,<br />
Sala F, Clivio L, Chiorino G, Di Giandomenico S, Rocchi M, Capozzi O, Margison G P, Watson A J,<br />
Caccuri A M, Pastore A, Fossati A, Mantovani R, Grosso F, Tercero J C, Erba E, D'Incalci M<br />
Characterization of a new trabecte<strong>di</strong>n resistant myxoid liposarcoma cell line that shows collateral sensitivity to<br />
methylating agents<br />
Int J Cancer 2011 E-pub<br />
Banzi R, Torri V, Bertele' V, Garattini S<br />
Antibiotics versus surgery for appen<strong>di</strong>citis<br />
Lancet 2011 378 : 1067-1068<br />
Gori S, Greco M T, Catania C, Colombo C, Apolone G, Zagonel V, AIOM Group<br />
A new informed consent form model for cancer patients: Preliminary results of a prospective study by the Italian<br />
Association of Me<strong>di</strong>cal Oncology (AIOM)<br />
Patient Educ Couns 2011 E-pub<br />
Lazzari C, Spreafico A, Bachi A, Roder H, Floriani I, Garavaglia D, Cattaneo A, Grigorieva J, Vigano M<br />
G, Sorlini C, Ghio D, Tsypin M, Bulotta A, Bergamaschi L, Gregorc V<br />
Changes in plasma mass-spectral profile in course of<br />
treatment of non-small cell lung cancer patients with epidermal growth factor receptor tyrosine kinase inhibitors<br />
J Thorac Oncol 2011 E-pub<br />
Cervo L, Torri V<br />
Comment on: "Dose-effect study of Gelsemium sempervirens in high <strong>di</strong>lutions on anxiety-related responses in<br />
mice" (Magnani P, Conforti A, Zanolin E, Marzotto M and Bellavite P, Psychopharmacology, 2010)<br />
Psychopharmacology (Berl) 2011 E-pub<br />
Gaafar R M, Surmont V F, Scagliotti G V, Van Klaveren R J, Papamichael D, Welch J J, Hasan B, Torri<br />
V, van Meerbeeck J P, EORTC Lung Cancer Group, Italian Lung Cancer Project<br />
A double-blind, randomised, placebo-controlled phase III intergroup study of gefitinib in patients with advanced<br />
NSCLC, non-progressing after first line platinum-based chemotherapy (EORTC 08021/ILCP 01/03)<br />
Eur J Cancer 2011 47 : 2331-2340<br />
Corli O<br />
Breakthrough cancer pain: from definition to clinical features<br />
Int J Palliat Nurs 2011 17 n. 9 Suppl : 1-3<br />
Previ<strong>di</strong> S, Abbadessa G, Dalò F, France D S, Broggini M<br />
Breast cancer-derived bone metastasis can be effectively reduced through specific c-MET inhibitor tivatinib (ARQ<br />
197) and shRNA c-MET knockdown<br />
Mol Cancer Ther 2011 E-pub<br />
Damia G, Broggini M, Marsoni S, Venturini S, Generali D<br />
New omics information for clinical trial utility in the primary setting<br />
J Natl Cancer Inst Monogr 2011 43 : 128-133<br />
Berruti A, Generali D, Kaufmann M, Puztai L, Curigliano G, Aglietta M, Gianni L, Miller W R, Untch<br />
M, Sotiriou C, Daidone M, Conte P F, Kennedy D, Damia G, Petronini P, Di Cosimo S, Bruzzi P,<br />
Dowsett M, Desmedt C, Mansel R E, Olivetti L, Ton<strong>di</strong>ni C, Sapino A, Fenaroli P, Tortora G, Thorne H,<br />
Bertolini F, Ferrozzi F, Danova M, Tagliabue E, de Azambuja E, Makris A, Tempellini M, Dontu G,<br />
Van't Veer L, Harris A L, Fox S B, Dogliotti L, Bottini A<br />
International expert consensus on primary systemic therapy in the management of early breast cancer: highlights of<br />
the fourth symposium on primary systemic therapy in the management of operable breast cancer, Cremona, Italy<br />
(2010)<br />
J Natl Cancer Inst Monogr 2011 43 : 147-151<br />
38<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Mandalà M, Clerici M, Corra<strong>di</strong>no I, Vitalini C, Colombini A, Torri V, De Pascale A, Marsoni S<br />
Incidence, risk factors and clinical implications of venous thromboembolism in cancer patients treated within the<br />
context of phase I stu<strong>di</strong>es: the 'SENDO experience'<br />
Ann Oncol 2011 E-pub<br />
Sanfilippo R, Grosso F, Jones R L, Banerjee S, Pilotti S, D'Incalci M, Dei Tos A P, Raspagliesi F, Judson<br />
I, Casali P G<br />
Trabecte<strong>di</strong>n in advanced uterine leiomyosarcomas: A retrospective case series analysis from two reference centers<br />
Gynecol Oncol 2011 123 : 553-556<br />
Grosso F, D'Incalci M<br />
Problems in dealing with very rare adverse effects of new anticancer drugs: the example of trabecte<strong>di</strong>n<br />
Tumori 2011 97 : 256<br />
Foroni C, Broggini M, Generali D, Damia G<br />
Epithelial-mesenchymal transition and breast cancer: Role, molecular mechanisms and clinical impact<br />
Cancer Treat Rev 2011 E-pub<br />
Quaranta L, Katsanos A, Floriani I, Riva I, Russo A, Konstas A G P<br />
Circa<strong>di</strong>an intraocular pressure and blood pressure reduction with timolol 0.5% solution and timogel 0.1% in patients<br />
with primary open-angle glaucoma<br />
J Clin Pharmacol 2011 E-pub<br />
Belotti D, Foglieni C, Resovi A, Giavazzi R, Taraboletti G<br />
Targeting angiogenesis with compounds from the extracellular matrix<br />
Int J Biochem Cell Biol 2011 43 : 1674-1685<br />
Lovati A B, Vianello E, Talò G, Recordati C, Galliera E, Broggini M, Moretti M<br />
Biodegradable microcarriers as cell delivery vehicle for in vivo transplantation and magnetic resonance monitoring<br />
J Biol Regul Homeost Agents 2011 25 : 63-74<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2011)<br />
Roberto A, Colombo C, Mosconi P<br />
Donne, pillola del giorno dopo e obiezione <strong>di</strong> coscienza<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P, Roberto A, Villevielle Bideri M<br />
Alleanza contro il tumore ovarico: partecipa all'indagine<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P, Roberto A, Colombo Cinzia, Pupillo E, Giussani G, Messina P, Millul A, Micheli A, Vitelli<br />
E, Beghi E<br />
SLA: ricercatori, clinici e pazienti a confronto<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P, Colombo Cinzia, Villani W<br />
Health literacy, empowerment, advocacy<br />
Dialogo sui Farmaci 2011 n.2 : 65-68<br />
Mosconi P<br />
Il romanzo L'ere<strong>di</strong>tà: un Camilleri al femminile<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P<br />
VI° percorso formazione "orientarsi in salute e sanità: il caso dello screening mammografico"<br />
Partecipasalute 2011<br />
39<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Colombo Cinzia, Clavenna A, Bonati M, Mosconi P<br />
La ricerca risponde ai bisogni dei pazienti Un'indagine rivolta alle associazioni pe<strong>di</strong>atriche <strong>di</strong> pazienti <strong>di</strong>sabili<br />
Ricerca & Pratica 2011 n.160 : 135-143<br />
Mosconi P, Pagani O, Ruggeri M, Mazzucchelli M, Goldhirsch A<br />
Progetto SNAP: fare informazione e formazione in una realtà industriale della Brianza<br />
Ricerca & Pratica 2011 n.160 : 144-151<br />
Mosconi P<br />
Qualità <strong>di</strong> vita<br />
In :Tumori della testa e del collo Springer-Verlag Italia, Milano, 2011; 249-257<br />
Mosconi P<br />
Che cosa è la salute Verso una nuova definizione...<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P<br />
Me<strong>di</strong>cina partecipativa messa alla prova con la menopausa<br />
Janus 2011 n.2 : 14-17<br />
Mosconi P, Roberto A, Villevielle Bideri M<br />
Opinioni a confronto: tumore ovarico e ricerca<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P<br />
L'Associazione chiude...per un giorno<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P<br />
I tanti significati attribuiti all'empowerment<br />
Partecipasalute 2011<br />
Mosconi P, Bonazzi L, Giovannini G, Alberghini L<br />
Comitati etici al bivio<br />
Dialogo sui Farmaci 2011 n.6 : 241-244<br />
Alberghini L, Mosconi P<br />
Si fa presto a <strong>di</strong>re Comitato Etico: riflessioni intorno alle sue attività<br />
Ricerca & Pratica 2011 n.162 : 258-259<br />
Mosconi P<br />
L'altra faccia <strong>di</strong> un Comitato Etico<br />
Partecipasalute 2011<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale<br />
Meccanismo d’azione delle Ecteinasci<strong>di</strong>ne<br />
Un progetto che sta andando avanti da <strong>di</strong>versi anni riguarda la caratterizzazione dei prodotti<br />
naturali <strong>di</strong> origine marina che posseggono attività antitumorale. In particolare sono continuati<br />
stu<strong>di</strong> sugli effetti della trabecte<strong>di</strong>na in cellule <strong>di</strong>fettive in alcuni meccanismi <strong>di</strong> riparo del DNA.<br />
In particolare: linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) sono molto sensibili al<br />
farmaco, linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ) sono solo poco più<br />
sensibili, mentre, sorprendentemente, linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER)<br />
40<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
sono meno sensibili a trabecte<strong>di</strong>na. Me<strong>di</strong>ante citometria a flusso associata ad un programma <strong>di</strong><br />
computer simulation sviluppato nel nostro laboratorio abbiamo <strong>di</strong>mostrato come cellule NER<br />
deficienti subiscano, dopo il trattamento con trabecte<strong>di</strong>na, perturbazioni del ciclo cellulare<br />
<strong>di</strong>verse rispetto a cellule NER proficienti, durante le quali vengono presumibilmente attivati<br />
<strong>di</strong>versi e più efficienti meccanismi <strong>di</strong> riparazione.<br />
Altro approccio è lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> riparo del danno al DNA da un punto <strong>di</strong> vista<br />
funzionale, valutando la capacità delle cellule <strong>di</strong> riconoscere e riparare le rotture della doppia<br />
elica con un test <strong>di</strong> recente introduzione e molto sensibile quale la valutazione della<br />
fosforilazione dell’istone H2AX. E’ in corso uno stu<strong>di</strong>o in vitro dove, me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong><br />
citometria a flusso e <strong>di</strong> immunofluorescenza, viene valutato, in <strong>di</strong>verse linee cellulari tumorali,<br />
il livello <strong>di</strong> fosforilazione dell’istone H2AX in relazione alla <strong>di</strong>stribuzione delle cellule nelle<br />
fasi del ciclo cellulare e all’effetto citotossico indotti dopo trattamento con trabecte<strong>di</strong>na.<br />
Recentemente sono iniziati stu<strong>di</strong> sul meccanismo d’azione <strong>di</strong> derivati dell’ trabecte<strong>di</strong>na che<br />
hanno mostrato un’importante attività antitumorale su <strong>di</strong>verse linee cellulari con <strong>di</strong>fferenti<br />
meccanismo <strong>di</strong> riparo, come linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) linee<br />
deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ), linee deficienti per Nucleotide Excision<br />
Repair (NER), linee deficienti per XPG., linee deficienti per XPA.<br />
Un nuovo progetto si rivolge allo stu<strong>di</strong>o della selettiva azione <strong>di</strong> trabecte<strong>di</strong>na nei confronti dei<br />
liposarcomi mixoi<strong>di</strong>, una patologia che rappresenta circa il 10% <strong>di</strong> tutti i sarcomi dei tessuti<br />
molli, nel tentativo <strong>di</strong> chiarire se il significativo effetto antitumorale sia dovuto ad una selettiva<br />
azione del composto su alterazioni patogenetiche che caratterizzano questa patologia. In<br />
particolare si sta cercando <strong>di</strong> chiarire se e come trabecte<strong>di</strong>na interferisca con le alterazioni<br />
trascrizionali <strong>di</strong> specifici geni dovute alla traslocazione FUS-CHOP, traslocazione che<br />
caratterizza i liposarcomi mixoi<strong>di</strong>, sia con quelle causate dall’interazione ospite e tumore<br />
modulando processi infiammatori e angiogenetici. Me<strong>di</strong>ante approcci omici e’ stato<br />
caratterizzato e integrato il profilo <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> geni, miRNA e proteine per identificare in<br />
modelli cellulari in vitro <strong>di</strong> liposarcoma mixoide, i pathway molecolari responsabili della<br />
resistenza a trabecte<strong>di</strong>na.<br />
Sono in corso stu<strong>di</strong> per ottenere linee cellulari immortalizzate da liposarcomi mixoi<strong>di</strong><br />
utilizzando la tecnica della trasfezione virale con lentivirus e xenografts <strong>di</strong> liposarcomi mixoi<strong>di</strong><br />
che mostrino le stesse alterazioni molecolari che si osservano in clinica.<br />
Caratterizzazione molecolare del tumore epiteliale dell’ovaio<br />
Uno dei principali obbiettivi dell’ unità <strong>di</strong> Genomica Traslazionale e’ stu<strong>di</strong>are <strong>di</strong>rettamente su<br />
biopsie <strong>di</strong> pazienti le caratteristiche molecolari del tumore epiteliale dell’ovaio, utilizzando<br />
tecniche <strong>di</strong> genomica trascrizionale quali analisi del profilo del trascrittoma e del miRNoma. I<br />
miRNA sono delle corte molecole <strong>di</strong> RNA, non co<strong>di</strong>ficante, con funzione regolatoria sia a<br />
livello trascrizionale che traslazionale e rappresentano oggi importante para<strong>di</strong>gma per<br />
comprendere l’eziopatogenesi e la prognosi <strong>di</strong> molte patologie.<br />
Utilizzando ampie collezioni <strong>di</strong> pazienti provenienti da <strong>di</strong>versi presi<strong>di</strong> ospedalieri (San Gerardo-<br />
Monza, Spedali Civili-Brescia, San Anna-Torino e Mount Sinai Institute-New York) si e’<br />
cercato <strong>di</strong> integrare i profili <strong>di</strong> miRNA (noto come miRNoma) con i classici parametri clinico<br />
patologici per determinare nuovi fattori prognostici in una patologia complessa come il tumore<br />
epiteliale dell’ovaio. In particolare, utilizzando la tecnica dei microarray, e’ stata analizzato il<br />
miRNoma (circa 1200 miRNA) <strong>di</strong> 144 pazienti con tumore dell’ovaio sa<strong>di</strong>o I, con un follow up<br />
<strong>di</strong> circa 18 anni. Per 29 <strong>di</strong> queste pazienti la prognosi era infausta in quanto la malattia<br />
reci<strong>di</strong>vava entro i cinque anni dalla <strong>di</strong>agnosi. Questo stu<strong>di</strong>o retrospettivo ha evidenziato come<br />
pazienti con prognosi peggiore avevano significative alterazioni nel profilo <strong>di</strong> alcuni miRNA<br />
rispetto a pazienti con prognosi migliore. In particolare, bassi livelli <strong>di</strong> miR-200c erano un<br />
fattore prognostico negativo <strong>di</strong> sopravvivenza e in<strong>di</strong>pendente da altri parametri clinici quali il<br />
grado o l’istotipo.<br />
41<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Una seconda peculiarità dei miRNA e’ quella <strong>di</strong> essere tessuto specifici. Su una casistica<br />
multicentrica <strong>di</strong> oltre 250 biopsie e’ stato possibile stratificare i <strong>di</strong>versi istotipi (mucinoso clear<br />
cells ) in base al profilo <strong>di</strong> miRNA. Queste osservazioni potrebbero essere utilizzate per<br />
ritratificare i protocolli terapeutici nel tumore epiteliale dell’ovaio in base alle caratteristiche<br />
molecolari dei <strong>di</strong>versi istotipi.<br />
In collaborazione con il Memorial Sloan Kettering <strong>di</strong> New York e l’<strong>Istituto</strong> Toscano Tumori, e’<br />
stato definito il ruolo <strong>di</strong> un fattore trascrizionale embrionale, ZIC2, nell’eziopatogenesi del<br />
tumore epiteliale dell’ovaio. I dati ottenuti su tre casistiche in<strong>di</strong>pendenti mostrano che nei<br />
tumori dell’ovaio a basso potenziale <strong>di</strong> malignità (noti come borderline) ZIC2 non e’ espresso,<br />
mentre risulta overespresso e associato alla prognosi peggiore nei tumori epiteliali dell’ovaio,<br />
sia <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I che III. Cellule tumorali ingenerizzate per overesprimere ZIC2 hanno un aumento<br />
del potenziale <strong>di</strong> crescita e proliferazione. Potenziale che viene perso se si spegne<br />
completamente l’espressione del gene ZIC2.<br />
Combinazione tra farmaci naturali <strong>di</strong> origine marina e altri farmaci<br />
antitumorali<br />
Si sono ottenute evidenze <strong>di</strong> effetto sinergico o ad<strong>di</strong>tivo <strong>di</strong> trabecte<strong>di</strong>na somministrato in<br />
combinazione con <strong>di</strong>versi altri farmaci antitumorali quali cisplatino, doxorubicina,<br />
camptotechine, inibitori della Telomerasi, bleomicina e varinostat.<br />
Elaborazione <strong>di</strong> dati del ciclo cellulare e <strong>di</strong> combinazione <strong>di</strong> farmaci<br />
L’unità <strong>di</strong> Biofisica è impegnata in stu<strong>di</strong> teorici e metodologici mirati alla valutazione critica<br />
delle attuali tecniche <strong>di</strong> analisi degli effetti farmacologici su popolazioni cellulari eterogenee.<br />
Sono stati costruiti <strong>di</strong>versi algoritmi <strong>di</strong> calcolo atti a simulare la proliferazione cellulare a<br />
<strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> indagine (dalle interazioni molecolari alla crescita dei tumori soli<strong>di</strong> in vivo)<br />
insieme ai processi <strong>di</strong> misura.<br />
Sono in corso collaborazioni con altri gruppi <strong>di</strong> ricerca, in cui l’unità si occupa del <strong>di</strong>segno<br />
sperimentale e dell’analisi dei dati in stu<strong>di</strong> in vitro <strong>di</strong> combinazione <strong>di</strong> farmaci. In questo<br />
settore, sono stati sviluppati <strong>di</strong>versi programmi <strong>di</strong> calcolo che consentono un’analisi<br />
comparativa dei risultati con i più comuni modelli <strong>di</strong> interazione farmacologica.<br />
Analisi della complessità della risposta <strong>di</strong> popolazioni cellulari al<br />
trattamento con farmaci antitumorali<br />
Il progetto si propone <strong>di</strong> stabilire una connessione tra i meccanismi intracellulari <strong>di</strong> risposta al<br />
trattamento farmacologico e le risultanti alterazioni del ciclo cellulare. A partire dagli effetti dei<br />
farmaci sulle singole cellule, si perviene a ricostruire la risposta <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> cellule,<br />
così come misurata dalla citometria a flusso o dai test <strong>di</strong> inibizione della proliferazione e <strong>di</strong><br />
sopravvivenza. I dati, nella loro complessità, vengono deco<strong>di</strong>ficati grazie all’utilizzo <strong>di</strong> un<br />
modello matematico che permette <strong>di</strong> ricostruire la risposta delle cellule al trattamento<br />
antitumorale. In particolare, partendo dalla crescita imperturbata, si arriva a descrivere la<br />
risposta al trattamento in funzione <strong>di</strong> parametri associati ai fenomeni biologici dell’arresto, della<br />
riparazione del danno o della mortalità in ogni fase del ciclo (G1, S and G2M). Tale approccio<br />
consente <strong>di</strong> ottenere un’interpretazione dei risultati sperimentali che supera i limiti degli attuali<br />
approcci al problema, inadatti a risolvere la sovrapposizione tra effetti citostatici e citotossici e a<br />
stabilire una connessione con i sottostanti eventi collegati alle <strong>di</strong>verse fasi del ciclo.<br />
Recentemente, l’interesse dell’unità <strong>di</strong> Biofisica si è rivolto all’applicazione del metodo alla<br />
descrizione dettagliata della <strong>di</strong>pendenza dal tempo e dalla dose delle perturbazioni indotte sul<br />
ciclo cellulare <strong>di</strong> una linea <strong>di</strong> carcinoma del pancreas da trattamenti con erlotinib o gemcitabina.<br />
Le conoscenze ottenute da questi esperimenti, in cui le cellule vengono trattate con i due<br />
42<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
farmaci singolarmente, costituiscono la base per comprendere l’origine <strong>di</strong> eventuali fenomeni <strong>di</strong><br />
sinergismo o <strong>di</strong> antagonismo che si osservano in <strong>di</strong>versi schemi <strong>di</strong> trattamento con i due farmaci<br />
in associazione.<br />
Ricostruzione in silico della risposta ai trattamenti antitumorali me<strong>di</strong>ante<br />
utilizzo integrato <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> Time-Lapse Imaging e Citometria a Flusso<br />
Scopo del progetto è l’uso combinato <strong>di</strong> tecniche citofluorimetriche a flusso (analisi <strong>di</strong><br />
popolazioni cellulari) e <strong>di</strong> time-lapse imaging (analisi <strong>di</strong> “lineages” <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> single<br />
cellule) per generare dati utili a pre<strong>di</strong>re la risposta ai farmaci antitumorali in termini delle<br />
principali componenti delle azioni citostatiche e citotossiche legate a specifiche perturbazioni<br />
del ciclo cellulare e ai meccanismi che inducono la morte cellulare.<br />
L’integrazione dei dati sperimentali e la loro interpretazione è resa possibilie<br />
dall’utilizzo <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> calcolo sviluppato dall’Unità <strong>di</strong> Biofisica e in grado <strong>di</strong><br />
ricostruire in silico il processo <strong>di</strong> proliferazione attraverso il ciclo cellulare e nelle generazioni<br />
<strong>di</strong> cellule che si susseguono dall’inizio del trattamento. La ricostruzione del fenomeno consente<br />
<strong>di</strong> collegare i dati “macroscopici” (ricavati dal time-lapse e dalla citometria a flusso) alle attività<br />
dei pathways molecolari associati alle <strong>di</strong>verse funzioni che contribuiscono alla risposta<br />
farmacologica e che non sono altrimenti misurabili. Scopo finale è raggiungere in livello<br />
quantitativo <strong>di</strong> comprensione della <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> risposta al trattamento antitumorale e valutare il<br />
ruolo e l’importanza relativa delle molteplici funzioni cellulari che determinano l’efficacia <strong>di</strong><br />
una terapia. I meto<strong>di</strong> e i nuovi strumenti <strong>di</strong> simulazione sviluppati in questo progetto saranno<br />
messi a <strong>di</strong>sposizione della comunità scientifica.<br />
Impiego delle nanontecnologie nell’ in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuove strategie<br />
terapeutiche per il trattamento antitumorale<br />
Negli ultimi anni l’impiego delle nanotecnologie nel campo biome<strong>di</strong>co è <strong>di</strong>ventato sempre più<br />
vasto. L’obiettivo <strong>di</strong> questo progetto multicentrico e multi<strong>di</strong>sciplinare è quello <strong>di</strong> utilizzare<br />
nanoparticelle polimeriche, biodegradabili e biocompatibili o complessi <strong>di</strong> nanoparticelle<br />
(eteronanocluster) per in<strong>di</strong>viduare nuove strategie terapeutiche per il trattamento antitumorale<br />
del carcinoma mammario triplo negativo.<br />
L’unita <strong>di</strong> Biofisica ha avviato alcuni stu<strong>di</strong> preliminari in vitro che hanno permesso <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>re le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> interazione tra cellule e nanoparticelle. In particolare, l’utilizzo <strong>di</strong><br />
nanoparticelle polimeriche, non biodegradabili e marcate con rodamina B, il cui segnale <strong>di</strong><br />
fluorescenza può essere rilevato sia dal fluorimetro che dal citometro a flusso, si sono rivelate<br />
utili per mettere a punto una tecnica <strong>di</strong> quantificazione del numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nanoparticelle<br />
internalizzate nelle cellule e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> questo valore al variare delle<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> trattamento o delle caratteristiche fisiche delle nanoparticelle stesse<br />
(concentrazione <strong>di</strong> marcatura, <strong>di</strong>mensioni e carica superficiale). La conoscenza dei fenomeni <strong>di</strong><br />
internalizzazione è il primo irrinunciabile passo per arrivare a <strong>di</strong>segnare nanoparticelle in grado<br />
<strong>di</strong> rilasciare quantità note <strong>di</strong> farmaco o <strong>di</strong> qualsiasi altra molecola in maniera controllata<br />
all’interno delle cellule tumorali.<br />
Nel passaggio dagli esperimenti in vitro a quelli in vivo, l’unità <strong>di</strong> farmacocinetica metterà a<br />
<strong>di</strong>sposizione la sua conoscenza delle tecniche <strong>di</strong> chimica analitica per monitorare la<br />
<strong>di</strong>stribuzione nel tumore e negli altri organi dell’agente antitumorale veicolato dalle<br />
nanoparticelle.<br />
Farmacocinetica clinica <strong>di</strong> E-3810 (nuovo inibitore dell’angiogenesi)<br />
Lo stu<strong>di</strong>o clinico <strong>di</strong> fase I è iniziato alla fine del 2010 ed è tuttora in corso in pazienti con<br />
tumore solido. Nei mesi precedenti abbiamo messo a punto il metodo <strong>di</strong> misura del nuovo<br />
farmaco in plasma umano me<strong>di</strong>ante HPLC-massa e grazie a questo si è stu<strong>di</strong>ato e definito il<br />
43<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
profilo farmacocinetico nei pazienti che hanno partecipato allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Fase I. Attualmente,<br />
dopo la definizione della dose raccomandata, lo stu<strong>di</strong>o sta continuando nella fase <strong>di</strong> espansione<br />
in cui si prevede <strong>di</strong> arrrualre acora una trentina <strong>di</strong> pazienti.. Lo stu<strong>di</strong>o si sta rivelando<br />
incoraggiante, sono state segnalate 4 risposte parziali e evidenzia come E-3810, che viene<br />
somministrato oralmente per 28 giorni consecutivi, sia ben tollerato e garantisce un’elevata<br />
esposizione plasmatica al farmaco raggiungendo concentrazioni <strong>di</strong> farmaco costanti e<br />
potenzialmente farmacologicamente attive già dopo una settimana <strong>di</strong> terapia.<br />
Sempre in ambito clinico abbiamo condotto nel 2011 e continueremo nel 2012 un grosso stu<strong>di</strong>o<br />
multicentrico, in collaborazione con l’associazione italiana <strong>di</strong> ematologia pe<strong>di</strong>atrica, per il<br />
monitoraggio dell’<strong>attivita</strong> asparaginasica della Peg Asparaginase utilizzata in bambini affetti da<br />
Leucemia Linfoblastica Acutae inseriti nel protocollo <strong>di</strong> polichemioterapia AIEOP-BFM-LLA<br />
2009.<br />
Progetto qualità<br />
Nel corso dell’anno 2011 il progetto che ha come obiettivo quello <strong>di</strong> realizzare un sistema <strong>di</strong><br />
qualità per portare l’unità <strong>di</strong> farmacocinetica, interna al laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia<br />
Antitumorale, alla conformità con le Buone Pratiche <strong>di</strong> Laboratorio (BPL) sta volgendo al<br />
termine e si sta per iniziare una fase <strong>di</strong> consolidamento e <strong>di</strong> collaudo <strong>di</strong> tutto il sistema che si<br />
svilupperà durante tutto il 2012. Questa fase organizzativa prevede anche la revisione <strong>di</strong> alcune<br />
delle procedure operative entrate nella routine del laboratorio<br />
Attività antitumorale <strong>di</strong> nuovi farmaci e proprietà farmacocinetiche <strong>di</strong><br />
combinazioni <strong>di</strong> farmaci<br />
Continua il progetto <strong>di</strong> valutazione dell’attività antitumorale delle proprietà farmacocinetiche e<br />
<strong>di</strong> tossicità <strong>di</strong> nuovi farmaci antitumorali “target specifici” (es. <strong>di</strong>versi inibitori delle kinasi),<br />
farmaci antitumorali convenzionali (tassani e camptotechine) e combinazioni <strong>di</strong> farmaci in<br />
tumori del topo e del ratto e in tumori umani trapiantati in topi immuno-deficienti.<br />
Attività <strong>di</strong> Life Science Informatics<br />
Il gruppo che si occupa <strong>di</strong> Life Science Informatics (LSI, http://lsi.marionegri.it) durante l'anno<br />
2011 ha realizzato per il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia e Neuroscienze <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> clinici e<br />
registri, utilizzando HeavyBase, un database Peer to Peer integrato e multipiattaforma,<br />
progettato per la gestione dei dati clinici e la creazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> randomizzati in accordo con le<br />
<strong>di</strong>rettive FDA, 21 CFR part 11.<br />
In particolare per il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia sono state realizzate le seguenti CRF<br />
elettroniche per gli stu<strong>di</strong>:<br />
INOVATYON, ALC, ECT Vs ICT, PACT 18e per MUCOSITIS e RER che sono in fase <strong>di</strong><br />
start-up.<br />
Per il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Neuroscienze sono stati realizzati i seguenti registri clinici: EURALS,<br />
ANACONDA, EL ESCORIAL, e sono in corso <strong>di</strong> realizzazione altri due registri, Fatal<br />
Familiary Insomnia (FFI) e “Valutazione dei bisogni assistenziali geriatrici e dei percorsi clinici<br />
nei pazienti anziani con neoplasia urogenitale, dopo la terapia iniziale”.<br />
L' attività del gruppo <strong>di</strong> supporto all'utilizzo del database, oltre a quella strettamente legata agli<br />
aspetti informatici, prevede la presentazione e l'attivazione degli stu<strong>di</strong> presso i Centri partner e,<br />
conseguentemente, l' assistenza necessaria a facilitare gli utenti nell'utilizzo del sistema e la sua<br />
corretta gestione.<br />
44<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Molecolare<br />
G2 checkpoint e ciclo cellulare<br />
Stu<strong>di</strong> degli ulrimi anni del nostro laboratorio hanno evidenziato l’importanza della proteina<br />
chk1 sia nel blocco del ciclo cellulare in fase S e G2 che nella fase della mitosi dopo trattamenti<br />
con farmaci antitumorali che danneggiano il DNA.. Lo screening <strong>di</strong> una libreria <strong>di</strong> siRNAs<br />
<strong>di</strong>retta contro 700 proteine umane che sono state essere descritte importanti per la cellula<br />
tumorale è stato effettuato su una linea cellulare <strong>di</strong> carcinoma ovarico resistente al trattamento<br />
con un chk1 inibitore. L’elaborazione dei dati ottenuti da questi esperimenti ci ha permesso <strong>di</strong><br />
identificare una serie <strong>di</strong> proteine la cui mancanza rende particolarmente sensibili le cellule al<br />
trattamento con gli inibitori <strong>di</strong> chk1.<br />
Sono state selezionate in particolare 32 <strong>di</strong>verse proteine che sono state validate con altri<br />
esperimenti. Tre <strong>di</strong> queste sono state selezionate e confermate in altri sistemi cellulari e si è<br />
deciso <strong>di</strong> iniziare la caratterizzazione farmacologica della associazione tra chk1 e una <strong>di</strong> queste<br />
proteine, wee1, anch’essa importante per la regolazione del ciclo cellulare. I dati ottenuti<br />
mostrano che inibitori selettivi delle due proteine producono un effetto sinergico in tutte le linee<br />
cellulari tumorali testate ma non in cellue normali, in<strong>di</strong>cando una buona specificità <strong>di</strong> azione.<br />
Si stanno stu<strong>di</strong>ano modalità e schemi <strong>di</strong> trattamento in vivo per confermare che la combinazione<br />
abbia un effetto sinergico anche in vivo.<br />
Caratterizzazione <strong>di</strong> nuovi potenziali geni oncosoppressori<br />
Il gene DRAGO, identificato e clonato nel nostro laboratorio, è uno dei più interessanti progetti<br />
del gruppo. La caratterizzazione della risposta alle ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti in topi KO per DRAGO<br />
è uguale a quella dei topi normali. Topi KO per il gene drago sono stati incrociati con topi KO<br />
per p53 per valutare il potenziale oncosoppressivo del gene DRAGO e la sua capacità <strong>di</strong><br />
accelerare lo sviluppo <strong>di</strong> tumori, caratteristico dei topi KO per p53. Gli incroci effettuati hanno<br />
tutti evidenziato assenza <strong>di</strong> letalità embrionale. I genotipi risultanti dagli incroci sono risultati in<br />
linea con le attese per una <strong>di</strong>stribuzione mendeliana, quin<strong>di</strong> nessun particolare genotipo<br />
(p53;DRAGO) risulta favorito o sfavorito. In un background p53KO, l’assenza <strong>di</strong> DRAGO<br />
accellera lo sviluppo <strong>di</strong> tumori in<strong>di</strong>cando una cooperazione tra i due geni nel prevenire<br />
l’insorgenza <strong>di</strong> tumore. Non vi sono particolari <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> istotipi tumorali tra<br />
i vari animali.<br />
Si sta caratterizzando il ruolo del gene come potenziale regolatore della risposta immunitaria<br />
p53 <strong>di</strong>pendente.<br />
Caratterizzazione molecolare del carcinoma ovarico<br />
I microRNA sono piccoli RNA non co<strong>di</strong>ficanti che hanno un ruolo importante nella regolazione<br />
della trascrizione <strong>di</strong> RNA messaggero e che sono stati trovati deregolati in <strong>di</strong>versi tumori umani.<br />
Abbiamo iniziato uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> caratterizzazione dell’espressione <strong>di</strong> circo 600 microRNA nel<br />
carcinoma ovarico derivato da due popolazioni <strong>di</strong> pazienti con tumore <strong>di</strong> caratteristiche cliniche<br />
simile ma che hanno dato risposte al trattamento <strong>di</strong>ametralmente opposte, con pazienti che<br />
hanno mostrato una mancata risposta già al primo ciclo <strong>di</strong> trattamento e pazienti con invece una<br />
risposta totale e prolungata nel tempo.<br />
L’analisi dei dati dei primi tumori analizzati mostra che ci sono alcuni microRNA che sono<br />
<strong>di</strong>fferenzialmente espressi nei due sottogruppi e, se confermati, rappresentano un potenziale<br />
bersaglio terapeutico.<br />
Parallelamente sono stati caratterizzati in maniera retrospettiva, i polimorfismi in alcuni geni del<br />
riparo come XPG e ERCC1 e del gene che controlla p53, mdm2, come possibili in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong><br />
risposta al trattamento e <strong>di</strong> sopravvivenza delle pazienti. Sono stati genotipizzati 420 pazienti e<br />
abbiamo trovato delle frequenze <strong>di</strong> presenza dei polimorfismi attese per questo tipo <strong>di</strong><br />
45<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
popolazione. I dati saranno ora valutati confrontandoli con la sopravvivenza e risposta al<br />
trattamento.<br />
Stu<strong>di</strong>o dell’espressione dei geni coinvolti nella riparazione del DNA in<br />
tumori ovarici<br />
E’ stata valutata me<strong>di</strong>ante real time PCR l’espressione <strong>di</strong> geni coinvolti nella riparazione del<br />
DNA in 77 casi <strong>di</strong> tumore ovarico <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e 81 casi <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o III e in 13 campioni <strong>di</strong> tumore<br />
borderline dell’ovaio. Ci si è focalizzati sui geni coinvolti nel Nucleotide excision repair, nel<br />
Fanconi Anemia repair, nel Base excision repair, nel translation repair e su alcune proteine che<br />
giocano un ruolo chiave nella risposta cellulare al danno indotto da chemioterapia come chk1 e<br />
claspina. Due erano gli scopi principali dello stu<strong>di</strong>o:1) capire se c’erano geni espressi in<br />
maniera <strong>di</strong>versa tra carcinomi dell’ovaio <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e sta<strong>di</strong>o III e tumori borderline (tumori a<br />
massima malignità) che potessero farci meglio capire la biologia del tumore dell’ovaio; 2)<br />
correlare i livelli <strong>di</strong> mRNA dei <strong>di</strong>versi geni analizzati con la risposta alla terapia con fine ultimo<br />
<strong>di</strong> poter in<strong>di</strong>viduare dei marcatori <strong>di</strong> risposta.<br />
L’analisi dei dati ha <strong>di</strong>mostrato come i geni coinvolti in alcuni meccanismi <strong>di</strong> riparazione<br />
(Fanconi Anemia) e geni coinvolti in alcuni checkpoint sono più espressi nei carcinomi <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o<br />
I che nei tumori borderline <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I permettendoci <strong>di</strong> ipotizzare che la malignità possa essere<br />
associata ad una up-regolazione <strong>di</strong> questi geni che doterebbero la cellula neoplastica dell’ovaio<br />
<strong>di</strong> una maggior capacità <strong>di</strong> crescita e metastatizzazione. All’interno dei tumori <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o III si<br />
sono eseguite una serie <strong>di</strong> correlazioni con la risposta clinica alla chemioterapia e i livelli <strong>di</strong> tutti<br />
i geni stu<strong>di</strong>ati. I dati <strong>di</strong> correlazione con la risposta clinica sono stati abbastanza deludenti nel<br />
senso che non abbiamo evidenziata nessuna correlazione statisticamente significativa.<br />
Nonostante ciò pensiamo che i dati generati siano importanti perchè ottenuti con casistica<br />
abbastanza ampia ed rappresentativa <strong>di</strong> carcinomi dell’ovaio <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o I e sta<strong>di</strong>o III e mettono in<br />
<strong>di</strong>scussione la scelta <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> risposta (i.e livelli <strong>di</strong> espressioni <strong>di</strong> geni coinvolti nella<br />
riparazione del DNA, come quelli da noi stu<strong>di</strong>ati) selezionati sulla base <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> che<br />
analizzavano pochi pazienti.<br />
Inibizioni del segnale me<strong>di</strong>ato da PI3K/Akt<br />
L’asse PI3K/Akt è uno dei pathway molecolari più alterati nei tumori umani e rappresenta<br />
quin<strong>di</strong> un target per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> molecole a bersaglio specifico.<br />
Il laboratorio è da tempo impegnato nella caratterizzazione del profilo farmacologico <strong>di</strong> nuove<br />
molecole in grado <strong>di</strong> inibire il pathway.<br />
E’ stato caratterizzato il meccanismo molecolare alla base dell’interazione tra due molecole in<br />
grado <strong>di</strong> inibire mTOR, che è la chinasi a valle <strong>di</strong> PI3K/akt , in due <strong>di</strong>stinze porzioni della<br />
proteina. I dati in vitro e in vivo mostrano che l’utilizzo <strong>di</strong> molecole con meccanismo <strong>di</strong> azione<br />
<strong>di</strong>verso ma funzionanti sullo stesso bersaglio molecolare, può essere una interessante strategia<br />
per spegnere il più possibile una via <strong>di</strong> trasduzione del segnale. L’uso delle due molecole infatti<br />
risulta inibire la crescita tumorale maggiormente rispetto alle singole molecole, anche quando<br />
queste vengono utilizzate a dosi doppie. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che il meccansimo <strong>di</strong> azione<br />
riguarda prioncipalmente una delle vie <strong>di</strong> mTOR che porta alla inibizione della sintesi proteica<br />
solo <strong>di</strong> alcuni trascritti. Lo stu<strong>di</strong>o ha combinato analisi <strong>di</strong> tipo genomico e molecolare ocn stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> proteomica.<br />
Ruolo della fosfolipasi C gamma nello sviluppo <strong>di</strong> metastasi<br />
Gli stu<strong>di</strong> condotti precedentemente sul ruolo <strong>di</strong> PLC gamma nel favorire lo sviluppo<br />
metastatico, sono proseguiti su un modello <strong>di</strong> tumore della mammella che ha un particolare<br />
tropismo per l’osso. In questo modello sono stati riprodotti i sistemi precedentemente utilizzati<br />
per inibire PLC gamma e sono stati generati quin<strong>di</strong> nuovi modelli ad espressione variabile <strong>di</strong><br />
questa proteina che saranno estremamente utili per chiarire e ampliare l ruolo <strong>di</strong> PLC gamma<br />
46<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
nel processo metastatico. In particolare si sta valutando se PLC gamma abbia un ruolo nella<br />
formazione <strong>di</strong> metastasi ossee o se il suo ruolo nel processo metastatico è confinato solo ad<br />
alcuni <strong>di</strong>stretti particolari.<br />
Meccanismi d’azione <strong>di</strong> nuovi farmaci antitumorali<br />
In collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali e con il<br />
laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Antitumorale, è stato caratterizzato il meccanismo d’azione e <strong>di</strong><br />
attività antitumorale <strong>di</strong> un nuovo farmaco anti-angiogenetico E-3810. Questo farmaco è una<br />
piccola molecola in grado <strong>di</strong> inibire recettori importanti nel processo <strong>di</strong> angiogenesi tumorali<br />
(VEGFR, FGFR). Gli stu<strong>di</strong> da noi fatti ci hanno permesso <strong>di</strong> stabilire che il farmaco è un<br />
potente antiangiogenetico, con un’attività antitumorale in <strong>di</strong>versi modelli sperimentali umani<br />
trapiantati in topi immonodeficienti. Sono ora in corso esperimenti <strong>di</strong> combinazione con altri<br />
farmaci antitumorali che permetteranno <strong>di</strong> meglio definire come e in che modo il nuovo farmaco<br />
possa essere inserito nel trattamento polichemioterapico <strong>di</strong> tumori umani.<br />
Generazione <strong>di</strong> nuovi sistemi cellulari per l’imaging in vivo<br />
Abbiamo generato nuovi cloni cellulari derivati da cellule tumorali umane che crescono in vitro,<br />
che esprimono stabilmente dei probes fluorescenti o luminescenti che ci permettono <strong>di</strong> seguire<br />
in vivo nei topi la crescita dei tumori primari e delle metastasi. Questi sistemi generati in linee<br />
tumorali umane dell’ovaio, della mammella e della prostata, possono essere trapiantate in topi<br />
nu<strong>di</strong> e la crescita e la risposta alla terapia possono essere seguite con un’analisi <strong>di</strong> imaging ottica<br />
e luminescente o con microTAC. Sono stati in particolare messi a punto dei sistemi derivati da<br />
cellule <strong>di</strong> carcinoma mammario che sono in grado <strong>di</strong> indurre selettivamente metastasi ossee che<br />
possono essere visualizzate con sistemi <strong>di</strong> optical imaging e me<strong>di</strong>ante TAC in animali da<br />
esperimento.<br />
Usando sistemi cellulari <strong>di</strong>versi con espressione <strong>di</strong> geni che co<strong>di</strong>ficano per proteine fluorescenti<br />
o bioluminescenti, abbiamo generato una serie <strong>di</strong> linee cellulari umane trapiantabili nel topo<br />
nudo che permettono una analisi della crescita tumorale in <strong>di</strong>stretti dove questo non era<br />
possibile con le tecniche convenzionali (come polmone o peritoneo) senza dover sacrificare<br />
l’animale. Abbiamo in particolare generato delle linee cellulari tracciabili con le tecniche <strong>di</strong><br />
imaging che presentano delle alterazioni molecolari definite che aiuteranno a capire il<br />
meccanismo <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> nuove molecole,<br />
Questi sistemi possono inoltre essere particolarmente utili per lo stu<strong>di</strong>o del potenziale<br />
antimetastatico dei nuovi farmaci.<br />
Stu<strong>di</strong>o dei processi <strong>di</strong> metastatizzazione ossea<br />
Utilizzando un modello <strong>di</strong> carcinoma mammario che metastatizza all’osso, abbiamo<br />
caratterizzato alcuni pathways molecolari coinvolti nel processo <strong>di</strong> colonizzazione e crescita<br />
metastatica. In particolare abbiamo valutato il ruolo del recettore c-met e della sua attivazione in<br />
vitro e in vivo.<br />
Il modello in vivo utilizzato prevede l’inoculo nel ventricolo sinistro <strong>di</strong> cellule tumorali che<br />
danno origine a metastasi ossee evidenziali me<strong>di</strong>ante analisi <strong>di</strong> immagine già dopo circa 10<br />
giorni. Me<strong>di</strong>ante analisi TAC, le lesioni ossee sono evidenziabili dopo circa 3-4 settimane e si<br />
presentano come evidenti lisi ossee.<br />
Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che c-met gioca un ruolo importante nel processo e siamo riusciti ad<br />
evidenziare in vivo un cross-talk tra cellule tumorali e cellule dell’ospite. In particolare abbiamo<br />
<strong>di</strong>mostrato che all’interno delle cellule tumorali che hanno colonizzato l’osso, si ritrova HGF,<br />
ligando <strong>di</strong> c-met, sia prodotto dalle stesse cellule tumorali, che quello <strong>di</strong> origine murina prodotto<br />
dalle cellule ospite. HGF presente nell’osso può quin<strong>di</strong> essere attivato dalle cellule tumorali che<br />
si trovano in prossimità e dare quin<strong>di</strong> luogo ad un loop autoregolatorio che stimola la crescita<br />
tumorale. I dati ottenuti con inibitori selettivi <strong>di</strong> c-met o con siRNA <strong>di</strong>rettti contro c-met<br />
47<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
mostrano che l’inibizione dell’asse HGF/c-met è effettivamente in grado <strong>di</strong> ridurre lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> metastasi ossee, soprattutto quando i due trattamenti vengono combinati.<br />
Identificazione <strong>di</strong> cellule staminali nel tumore ovarico<br />
Lo scopo <strong>di</strong> questo progetto è <strong>di</strong> isolare e caratterizzare una possibile cellula staminale dai<br />
tumori ovarici. Ci sono sempre più evidenze che supportano l’idea che poche importanti cellule<br />
tumorali multipotenti, chiamate cellule staminali tumorali, sono tra le più rilevanti cellule da<br />
uccidere in un tumore. Normalmente presenti come cellule quiescenti nei tumori, sono capaci <strong>di</strong><br />
generare cellule tumorali che si <strong>di</strong>vidono rapidamente. L’ipotesi corrente è che le cellule<br />
tumorali che si <strong>di</strong>vidono normalmente sono quelle preferenzialmente uccise dalla<br />
chemioterapia, mentre le cellule staminali tumorali sono più <strong>di</strong>fficili da uccidere e sarebbero<br />
responsabili della ricaduta dopo il trattamento. La possibilità <strong>di</strong> identificare e caratterizzare<br />
queste cellule staminali aprirebbe in teoria la via alla selezione <strong>di</strong> una nuova generazione <strong>di</strong><br />
molecole capaci <strong>di</strong> uccidere preferenzialmente queste cellule.<br />
Sono stati condotti stu<strong>di</strong> su <strong>di</strong>versi casi freschi del tumore dell’ovaio (ottenuti dalla clinica<br />
chirurgica dell’Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza, con la collaborazione del Prof. Mangioni) che<br />
hanno portato alla identificazione <strong>di</strong> cellule che hanno i requisiti della potenziale cellula<br />
staminale del tumore dell’ovaio. Si è quasi completata la caratterizzazione molecolare e<br />
farmacologica della cellula staminale dell’ovaio. I risulati <strong>di</strong> questa caratterizzazione ci<br />
permetteranno <strong>di</strong> trovare target specifici che speriamo possano essere colpiti e quin<strong>di</strong> migliorare<br />
la terapia <strong>di</strong> questo tumore.<br />
Determinazione dell’impatto delle mutazioni <strong>di</strong> EFGR nell’attività degli<br />
inibitori della tirosina chinasi in pazienti con NSCLC<br />
Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> caratterizzazione della risposta <strong>di</strong> pazienti con NSCLC a terapia comprendente o<br />
meno inibitori <strong>di</strong> EGFR è in corso. I dati <strong>di</strong>sponibili fino a questo momento in<strong>di</strong>cano che tra i<br />
pazienti attualmente arruolati nello stu<strong>di</strong>o,la percentuale che presenta mutazioni nel gene EGFR<br />
è <strong>di</strong> circa l’8-9%, in linea con i dati precedentemente raccolti in altri stu<strong>di</strong> per popolazioni<br />
caucasiche. Lo stu<strong>di</strong>o prevede inoltre la valutazione dello stato mutazionale <strong>di</strong> un altro gene<br />
importante per la risposta come K-RAS. Questo gene, risulta mutato in una percentuale<br />
significativamente più alta <strong>di</strong> pazienti rispetto ad EGFR. Lo spettro <strong>di</strong> mutazioni riscontrate in<br />
questi pazienti è <strong>di</strong>verso da quello riportato in altri tumori umani come ad esempio il carcinoma<br />
del colon. Questa <strong>di</strong>fferenza è in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso effetto sulla crescita cellulare e/o risposta<br />
al trattamento delle <strong>di</strong>verse mutazioni e questa specifica ipotesi sarà valutata generando dei<br />
modelli cellulari esprimenti le <strong>di</strong>verse mutazioni dell’oncogene K-RAS.<br />
Determinazione dell’impatto delle mutazioni <strong>di</strong> K-RAS sull’attività <strong>di</strong><br />
farmaci antitumorali<br />
Il gene K-RAS, risulta mutato in una percentuale significativamente più alta <strong>di</strong> pazienti rispetto<br />
ad EGFR. Lo spettro <strong>di</strong> mutazioni riscontrate in pazienti con NSCLC è <strong>di</strong>verso da quello<br />
riportato in altri tumori umani come ad esempio il carcinoma del colon. Questa <strong>di</strong>fferenza è<br />
in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso effetto sulla crescita cellulare e/o risposta al trattamento delle <strong>di</strong>verse<br />
mutazioni e questa specifica ipotesi viene valutata in modelli cellulari esprimenti le <strong>di</strong>verse<br />
mutazioni dell’oncogene K-RAS che sono stati generati in laboratorio.<br />
Abbiamo visto che la sostituzione aminoaci<strong>di</strong>ca nel codone 12 porta alla sostituzione <strong>di</strong> una<br />
glicina con valina, alanina o acido aspartico. Questi <strong>di</strong>versi aminoaci<strong>di</strong> hanno un <strong>di</strong>verso ruolo<br />
nella resistenza al trattamento. Infatti, cloni esprimenti i <strong>di</strong>versi mutanti rispondono in maniera<br />
<strong>di</strong>versi al trattamento con cisplatino, sorafenib o taxolo. I nostri dati in<strong>di</strong>cano che per la<br />
stratificazione dei pazienti è necessario considerare, non solo lapresenza <strong>di</strong> mutazione in K.RAS<br />
ma anche il tipo <strong>di</strong> mutazione che potrebbe mo<strong>di</strong>ficare la scelta terapeutica..<br />
48<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali<br />
Regolazione fisiologica dell’angiogenesi<br />
L’angiogenesi, la formazione <strong>di</strong> vasi sanguigni da vasi preesistenti, svolge un ruolo critico<br />
nella progressione tumorale. Questo processo è regolato da un delicato bilancio tra fattori proed<br />
anti-angiogenici. Da tempo stu<strong>di</strong>amo i fattori endogeni che regolano l'angiogenesi come base<br />
per lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi inibitori. In particolare ci occupiamo della trombospon<strong>di</strong>na-1 (TSP-1),<br />
un<br />
inibitore endogeno dell'angiogenesi. Tra le molteplici funzioni <strong>di</strong> questa molecola c’è la<br />
capacità <strong>di</strong> legarsi <strong>di</strong>rettamente ai fattori angiogenici - in particolare FGF-2 (Fibroblast Growth<br />
Factor-2) - riducendone la bio<strong>di</strong>sponibilità e l'attività. Analizzando il <strong>rapporto</strong> struttura-funzione<br />
dei <strong>di</strong>versi siti attivi della TSP-1, abbiamo identificato il sito della TSP-1 responsabile del<br />
legame all’FGF-2. Stiamo attualmente utilizzando questa sequenza attiva della TSP-1 come<br />
modello per <strong>di</strong>segnare nuove molecole con proprietà antiangiogeniche e antineoplastiche.<br />
Inoltre stiamo stu<strong>di</strong>ando la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare approcci terapeutici che aumentino<br />
l’espressione <strong>di</strong> TSP-1, me<strong>di</strong>ante trattamenti farmacologici o terapie geniche, come strategia per<br />
inibire l’angiogenesi e la progressione tumorale.<br />
Linfoangiogenesi nel carcinoma ovarico<br />
La <strong>di</strong>ffusione del tumore ovarico ai linfono<strong>di</strong> è un fattore prognostico importante sia nelle<br />
forme in sta<strong>di</strong>o precoce <strong>di</strong> questa malattia che nelle forme più avanzate. Al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i<br />
meccanismi molecolari della <strong>di</strong>ffusione per via linfatica del carcinoma ovarico sono stati messi<br />
a punto modelli derivati da carcinoma ovarico umano trapiantati nella bursa (xenograft<br />
ortotopico), che esprimono luciferasi (bioluminescenza) e <strong>di</strong>sseminano nella cavità peritoneale<br />
<strong>di</strong> topi immunodeficienti. I livelli <strong>di</strong> VEGFC solubile, il fattore principale che stimola la<br />
formazione dei vasi linfatici, misurati nel plasma e nell’ascite dei topi portatori <strong>di</strong> carcinoma<br />
ovarico, correlano con la crescita tumorale (misurata me<strong>di</strong>ante immagine <strong>di</strong> fluorescenza ottica<br />
del tumore) e con l’invasione dei linfono<strong>di</strong> e degli organi della cavita’ peritoneale. Sono in<br />
corso stu<strong>di</strong> per valutare l'attività antitumorale e antimetastatica <strong>di</strong> inibitori selettivi del segnale<br />
me<strong>di</strong>ato da VEGF ai recettori (VEGF/VEGFR pathway).<br />
Espressione genica nell’endotelio associato ai tumori<br />
I vasi sanguigni rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del tumore, la progressione<br />
maligna e la metastatizzazione. Capire le <strong>di</strong>fferenze qualitative e funzionali esistenti tra le<br />
cellule endoteliali (EC) che rivestono la vascolatura dei tumori e le EC dei vasi sanguigni<br />
normali potrebbe consentire l’identificazione <strong>di</strong> marcatori/bersagli selettivi per lo sviluppo <strong>di</strong><br />
nuovi interventi farmacologici. Me<strong>di</strong>ante l’ibridazione <strong>di</strong> micromatrici <strong>di</strong> DNA (“microarray”)<br />
seguita dalla validazione con RealTime PCR, abbiamo identificato <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> espressione<br />
genica nelle EC del tumore rispetto alle EC <strong>di</strong> tessuto normale. Inoltre abbiamo osservato come<br />
l’espressione <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> questi geni era mo<strong>di</strong>ficata dal microambiente, cioè da con<strong>di</strong>zioni che<br />
riproducono quelle tipiche dell’ambiente "angiogenico/tumorale". Stiamo stu<strong>di</strong>ando la rilevanza<br />
<strong>di</strong> quei trascritti genici che sono abbondanti nelle EC dei tumori e le cui proteine sono espresse<br />
nell’endotelio/stroma dei tessuti tumorali.<br />
Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) mo<strong>di</strong>fica il microambiente<br />
tumorale<br />
Abbiamo osservato che la produzione <strong>di</strong> VEGF da parte delle cellule tumorali e il suo rilascio<br />
nel microambiente tumorale si accompagna ad una alterata risposta alla chemioterapia. La<br />
somministrazione <strong>di</strong> bevacizumab (Avastin®, un anticorpo <strong>di</strong>retto contro il VEGF)<br />
migliorava l’effetto della chemioterapia in<strong>di</strong>cando come l’ambiente tumorale possa avere un<br />
ruolo nel determinare l’efficacia della terapia antitumorale. Per in<strong>di</strong>viduare le mo<strong>di</strong>ficazioni del<br />
49<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
microambiente tumorale provocate dal VEGF, stiamo stu<strong>di</strong>ando l’attività trascrizionale della<br />
componente stromale (micro<strong>di</strong>ssezionata dal tessuto tumorale) avvalendoci dell’ibridazione <strong>di</strong><br />
micromatrici <strong>di</strong> DNA. I risultati dell’analisi con GeneChip® Mouse Genome 430 2.0 Array<br />
(Affymetrix) in<strong>di</strong>cano che lo stroma (microambiente) dei tumori che producono molto VEGF<br />
esprime in modo “preferenziale” 294 trascritti genici. Per alcuni <strong>di</strong> essi ne è stata <strong>di</strong>mostrata<br />
l'espressione della proteina che si localizza preferenzialmente nella componente stromale e/o<br />
associata alla vascolatura dei tumori ricchi in VEGF.<br />
Valutazione preclinica <strong>di</strong> inibitori dell’angiogenesi e terapie <strong>di</strong><br />
combinazione<br />
Terapie antineoplastiche <strong>di</strong>rette contro il sistema vascolare dei tumori possono seguire due<br />
<strong>di</strong>verse strategie. La terapia antiangiogenica (inibitori dell’angiogenesi) è volta a prevenire la<br />
formazione dei nuovi vasi, mentre la terapia antivascolare (VDA) ha lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere<br />
selettivamente i vasi già formati nei tumori. E’ da un decennio che stiamo valutando l’attività<br />
antiangiogenica/antivascolare <strong>di</strong> nuove molecole <strong>di</strong> interesse per lo sviluppo clinico, in<br />
particolare: a) pepti<strong>di</strong> e piccole molecole non pepti<strong>di</strong>che - che mimano gli inibitori endogeni<br />
dell’angiogenesi, tra cui composti simili alla trombospon<strong>di</strong>na-1, b) piccole molecole inibitori<br />
dei recettori tirosinchinasi, in particolare VEGFRs , FGFR e PDGR, importanti nella<br />
modulazione dell’angiogenesi, c) composti anti-vascolari, in particolare molecole che legano la<br />
tubulina (analoghi della colchicina e delle combretastatine) che, causando la depolimerizzazione<br />
dei microtubuli, danneggiano selettivamente i vasi sanguigni del tumore. Lo stu<strong>di</strong>o della<br />
combinazione d i queste classi <strong>di</strong> molecole con la chemioterapia è uno degli interessi principali<br />
del laboratorio. In particolare si conducono stu<strong>di</strong> volti a ottimizzare le modalità <strong>di</strong><br />
somministrazione delle combinazione (scelta dei farmaci, dosi e schemi <strong>di</strong> trattamento) che<br />
sono guidate dai risultati <strong>di</strong> farmacocinetica (<strong>di</strong>stribuzione del farmaco) e farmaco<strong>di</strong>namica<br />
(marcatori e analisi <strong>di</strong> immagine quali in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni dell’ambiente tumorale).<br />
Modelli preclinici <strong>di</strong> tumore ovarico derivati da pazienti per stu<strong>di</strong><br />
farmacologici<br />
Un progetto che coinvolge tutto il laboratorio da <strong>di</strong>versi anni è la caratterizzazione e continua<br />
messa a punto <strong>di</strong> modelli tumorali derivati da pazienti con carcinoma epiteliale all’ovaio e<br />
trapiantati nel topo nudo (Xeno-HOC). La messa a punto <strong>di</strong> una casisistica <strong>di</strong> Xeno-HOC, -<br />
affiancata da una banca <strong>di</strong> campioni biologici da questi ottenuta - <strong>di</strong> cui sono note le<br />
caratteristiche istopatologia e molecolari, in associazione alle modalità <strong>di</strong> progressione della<br />
malattia e alla risposta farmacologia fornisce modelli ad hoc per stu<strong>di</strong>are nuovi interventi<br />
farmacologici, bersaglio mirati.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca nasce dall’esigenza sempre più urgente<br />
<strong>di</strong> fornire un riferimento metodologico alla ricerca clinica e traslazionale, particolarmente in<br />
ambito oncologico.<br />
L'affacciarsi <strong>di</strong> farmaci con meccanismi d'azione <strong>di</strong>fferenti dai chemioterapici tra<strong>di</strong>zionali nello<br />
scenario delle terapie oncologiche pone nuovi problemi metodologici per quanto riguarda la<br />
scelta del <strong>di</strong>segno più appropriato ed efficiente per la valutazione della loro attività clinica.<br />
Emerge quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> un esame critico dei modelli esistenti e la considerazione <strong>di</strong> tutti<br />
gli aspetti relativi alla conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici, dai criteri per la selezione della dose, ai<br />
meto<strong>di</strong> per la determinazione e conferma <strong>di</strong> attività farmacologia, alla validazione <strong>di</strong> nuove<br />
tecnologie e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio.<br />
50<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Da qui l'esigenza <strong>di</strong> una profonda integrazione della ricerca ‘<strong>di</strong> screening clinico' con la ricerca<br />
preclinica, per costruire il razionale farmacologico per l'in<strong>di</strong>viduazione delle molecole più<br />
interessanti, la scelta del dosaggio, le ipotesi <strong>di</strong> associazioni con altri farmaci e gli in<strong>di</strong>catori più<br />
adatti alla valutazione dell'attività clinica. Accanto a ciò, va <strong>di</strong> pari passo lo sviluppo <strong>di</strong><br />
conoscenze e <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>segni per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> attività, dall'utilizzo della<br />
randomizzazione, alle possibilità <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti trattati con placebo, ai<br />
<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuazione e <strong>di</strong> tipo adattativo.<br />
Un altro fondamentale momento <strong>di</strong> ricerca del laboratorio si basa sul riconoscimento che la<br />
caratterizzazione genomica dei singoli tumori può ora giocare un ruolo potenzialmente molto<br />
rilevante nello sviluppo dei farmaci e nell'in<strong>di</strong>vidualizzazione dei trattamenti. C’è inoltre molta<br />
incertezza intorno al ruolo dei biomarcatori nello sviluppo dei farmaci e l'implementazione delle<br />
tecnologie genomiche negli stu<strong>di</strong> clinici ed è necessario riuscire a migliorare la metodologia e<br />
ad anticipare la valutazione dei biomarcatori già nelle fasi precoci <strong>di</strong> ricerca così da permettere<br />
che la ricerca translazionale passi da una semplice ricerca <strong>di</strong> correlazioni alla produzione <strong>di</strong><br />
conoscenze sul ruolo pre<strong>di</strong>ttivo dell'attività clinica dei trattamenti in stu<strong>di</strong>o.<br />
Infine tematiche <strong>di</strong> estrema importanza riguardano la sintesi critica e la <strong>di</strong>sseminazione dei<br />
risultati, obiettivi che richiedono aggiornamento e sviluppo <strong>di</strong> una metodologia appropriata.<br />
Il laboratorio svolge in questo momento attività <strong>di</strong> formazione e supporta gli aspetti<br />
metodologici <strong>di</strong> vari progetti gestiti all’interno del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> oncologia.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Sperimentazioni Cliniche è coinvolto nella pianificazione, organizzazione e<br />
analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati in area oncologica, attuati grazie alla collaborazione con un<br />
network <strong>di</strong> oncologi me<strong>di</strong>ci. Le aree <strong>di</strong> maggior interesse comprendono le seguenti patologie<br />
neoplastiche: stomaco, polmone, colon, mammella e testa-collo.<br />
Inoltre si occupa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> in ambito oftalmologico in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera<br />
“Spedali Civili Di Brescia” e anche <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o in collaborazione con l’Associazione<br />
Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani riguardante due tipi <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> chirurgia tonsillare in<br />
campo pe<strong>di</strong>atrico.<br />
Carcinoma gastrico<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ITACA-S ”Intergruppo Nazionale A<strong>di</strong>uvante Gastrico” è uno stu<strong>di</strong>o randomizzato, in<br />
aperto, multicentrico, sul ruolo della chemioterapia a<strong>di</strong>uvante nel trattamento del carcinoma<br />
gastrico. Obiettivo è quello <strong>di</strong> confrontare efficacia e sicurezza <strong>di</strong> un regime<br />
fluorouracile/leucovorin (5-FU/LV) verso un trattamento sequenziale <strong>di</strong> campto (CPT-11) con<br />
5-FU/LV seguito da taxotere e cisplatino (TXT+CDDP) come terapia a<strong>di</strong>uvante per<br />
l’adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione gastroesofagea operato ra<strong>di</strong>calmente. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, vede il coinvolgimento <strong>di</strong> 11 gruppi<br />
collaborativi oncologici ed è condotto in più <strong>di</strong> 110 centri sperimentali italiani. L’arruolamento<br />
dello stu<strong>di</strong>o, iniziato nel febbraio 2005, si è concluso nell’agosto 2009 con un totale <strong>di</strong> 1106<br />
pazienti. Lo stu<strong>di</strong>o prosegue con il follow-up dei pazienti fino al raggiungimento del numero <strong>di</strong><br />
eventi previsti dal calcolo campionario. Si prevede <strong>di</strong> pubblicare i risultati finali dello stu<strong>di</strong>o nel<br />
secondo semestre del 2012.<br />
L’esperienza dello stu<strong>di</strong>o ITACA-S prosegue con un secondo stu<strong>di</strong>o, l’ITACA-S 2 condotto<br />
sempre in pazienti con conferma istologica <strong>di</strong> adenocarcinoma gastrico localizzato che sia<br />
considerato operabile. Obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o randomizzato, multicentrico, <strong>di</strong> superiorità,<br />
che ha ottenuto un supporto economico da parte <strong>di</strong> AIFA, è quello <strong>di</strong> valutare quale sia il<br />
momento ottimale in cui iniziare il trattamento, confrontando l’efficacia <strong>di</strong> una chemioterapia<br />
post-operatoria verso una chemioterapia peri-operatoria (3 cicli somministrati prima<br />
dell’intervento chirurgico e 3 cicli dopo la chirurgia). Inoltre si valuterà anche se l’aggiunta <strong>di</strong><br />
51<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
un trattamento <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia post-chirurgico alla chemioterapia, in<strong>di</strong>pendentemente dal<br />
momento del suo inizio (peri- o post-chirurgico) possa avere un beneficio per i pazienti. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o, che attualmente vede l’adesione <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 80 centri sperimentali italiani, ha iniziato la<br />
randomizzazione nell’ottobre 2010.<br />
Carcinoma polmonare<br />
Nel settembre 2007 è iniziato l’arruolamento per uno stu<strong>di</strong>o multicentrico, italiano<br />
sull’ottimizzazione del trattamento <strong>di</strong> seconda linea in pazienti con tumore del polmone non a<br />
piccole cellule (NSCLC) in sta<strong>di</strong>o avanzato. La recente introduzione <strong>di</strong> farmaci rivolti a bersagli<br />
molecolari specifici ha suggerito la possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>arne l’efficacia in base a caratteristiche<br />
molecolari della cellula tumorale, e più in particolare a quelle associate al fattore <strong>di</strong> crescita<br />
epidermico (EGFR): una terapia personalizzata guidata da caratteristiche molecolari potrebbe<br />
infatti consentire l’ottimizzazione sia delle risorse, che dei costi della terapia per questo tipo <strong>di</strong><br />
pazienti. Dalla registrazione degli inibitori delle tirosin-kinasi (erlotinib) per la terapia nei<br />
pazienti con EGFR mutato, non si hanno evidenze certe <strong>di</strong> quale sia la loro efficacia nella<br />
popolazione generale e nei pazienti privi <strong>di</strong> mutazioni <strong>di</strong> EGFR e quale sia la terapia ottimale<br />
per questi pazienti.<br />
Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è confrontare l’efficacia <strong>di</strong> erlotinib e docetaxel come trattamento <strong>di</strong><br />
seconda linea in pazienti affetti da NSCLC privi <strong>di</strong> mutazioni negli esoni 19-21 <strong>di</strong> EGFR.<br />
L’obiettivo primario è valutare la sopravvivenza globale. Il termine del reclutamento è previsto<br />
entro il primo semestre del 2012. Questo stu<strong>di</strong>o è l’unico condotto con gli inibitori delle tirosinkinasi<br />
in grado <strong>di</strong> dare una risposta a quale sia il trattamento migliore nei pazienti con EGFR<br />
non mutato in una popolazione costituita interamente da pazienti privi <strong>di</strong> mutazione <strong>di</strong> EGFR e<br />
interamente caratterizzata per le mutazioni nelli esoni 19-21 del gene EGFR.<br />
Da luglio 2011 è iniziato l’arruolamento <strong>di</strong> un altro stu<strong>di</strong>o multicentrico, randomizzato, in<br />
doppio cieco, controllato con placebo, <strong>di</strong> fase III e <strong>di</strong> superiorità in pazienti con NSCLC in<br />
sta<strong>di</strong>o avanzato o metastatico. Obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare se l’acetilcarnitina<br />
sia in grado <strong>di</strong> migliorare la sopravvivenza libera da tossicità, e più in particolare la<br />
neurotossicità indotta da platino. Infatti se in pazienti che ricevono un trattamento<br />
chemioterapico con intento curativo la tossicità dei trattamenti può essere giustificata, in<br />
pazienti con tumore metastatico in cui l’obiettivo è <strong>di</strong> tipo palliativo e <strong>di</strong> ottimizzazione della<br />
qualità <strong>di</strong> vita risulta meno giustificabile. Lo stu<strong>di</strong>o si prefigge <strong>di</strong> arruolare circa 650 pazienti in<br />
circa 30 oncologie italiane.<br />
Carcinoma del colon<br />
Da giugno 2007 è iniziato l’arruolamento <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato, <strong>di</strong> fase III volto a<br />
in<strong>di</strong>viduare la miglior strategia terapeutica per la terapia a<strong>di</strong>uvante in pazienti ra<strong>di</strong>calmente<br />
operati per carcinoma del colon in sta<strong>di</strong>o II/III. Tale stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dalla Fondazione<br />
Giscad per la Cura dei Tumori e che vede il supporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco<br />
(AIFA), si propone <strong>di</strong> rispondere ai seguenti due quesiti:<br />
1)Ottimizzazione della durata dello schema FOLFOX-4 (3 mesi o 6 mesi);<br />
2)Beneficio dell’aggiunta <strong>di</strong> Bevacizumab al FOLFOX-4 (proposto solo ai pazienti in sta<strong>di</strong>o III<br />
“ad alto rischio” <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va);<br />
Per entrambi i quesiti, il confronto <strong>di</strong> efficacia verrà valutato in termini <strong>di</strong> durata della<br />
sopravvivenza senza reci<strong>di</strong>ve.<br />
Dal 2010 viene anche data la possibilità <strong>di</strong> utilizzare il trattamento XELOX (12 settimane o 24<br />
settimane) in alternativa al trattamento FOLFOX-4, per i pazienti che non partecipano al sottostu<strong>di</strong>o<br />
con Bevacizumab.<br />
All’inizio del 2011 si è altresì concluso l’arruolamento del sotto-stu<strong>di</strong>o con Bevacizumab con<br />
un totale <strong>di</strong> 181 pazienti come da raccomandazione del DSMC (Data and Safety Monitoring<br />
Committee) dello stu<strong>di</strong>o a seguito dei risultati negativi <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong> con quesito analogo:<br />
NSABP C-08 e AVANT.<br />
52<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
E’ in corso un altro protocollo <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase II in aperto multicentrico che ha come scopo<br />
quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia del trattamento FOLFIRI più Cetuximab in termini <strong>di</strong><br />
sopravvivenza libera da progressione (PFS) somministrato come trattamento <strong>di</strong> prima linea in<br />
pazienti con tumore avanzato del colon retto caratterizzati da k-ras non mutato. In particolare<br />
verrà valutato il valore prognostico delle mutazioni <strong>di</strong> PTEN e dell’amplificazione genica <strong>di</strong><br />
EGFR nel determinare l’effetto <strong>di</strong> FOLFIRI più Cetuximab.<br />
Il periodo <strong>di</strong> reclutamento avrà in<strong>di</strong>cativamente una durata <strong>di</strong> circa 36 mesi. Al fine <strong>di</strong> valutare<br />
la PFS, si prevede un follow-up della durata <strong>di</strong> almeno 12 mesi dopo la randomizzazione<br />
dell’ultimo paziente. La durata totale massima dello stu<strong>di</strong>o sarà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> circa 48 mesi.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato da Regione Lombar<strong>di</strong>a , coinvolge circa 7 centri lombar<strong>di</strong> e prevede<br />
l’arruolamento <strong>di</strong> circa 50 pazienti KRAS wild type. Al momento lo stu<strong>di</strong>o è prossimo al<br />
raggiungimento del simple size.<br />
Infine, è attivo uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase III randomizzato controllato a gruppi paralleli che confronta<br />
due <strong>di</strong>fferenti sequenze <strong>di</strong> terapia (Irinotecan/Cetuximab seguito da FOLFOX-4 vs FOLFOX-4<br />
seguito da Irinotecan/Cetuximab) in pazienti con tumore del colon-retto metastatico trattati in<br />
prima linea con FOLFIRI/Bevacizumab. Il confronto <strong>di</strong> efficacia verrà valutato in termini <strong>di</strong><br />
sopravvivenza globale. L’arruolamento è previsto essere <strong>di</strong> 36 mesi, seguito da un follow-up <strong>di</strong><br />
18 mesi per randomizzare 350 pazienti KRAS negativi.<br />
Tale stu<strong>di</strong>o, sponsorizzato dalla Fondazione Giscad per la Cura dei Tumori, vede il supporto<br />
<strong>di</strong>AIFA.<br />
Carcinoma della testa e del collo<br />
Da marzo 2008 è iniziato l’arruolamento <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase III, che ha un duplice scopo. Il<br />
primo è quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> un trattamento d’induzione con chemioterapia seguito<br />
da un successivo trattamento farmacologico concomitante a ra<strong>di</strong>oterapia. Il secondo valuta<br />
quale sia la combinazione farmacologica associata a ra<strong>di</strong>oterapia meglio tollerata tra cetuximab<br />
e chemioterapia a base <strong>di</strong> platino-derivati.<br />
Questa ricerca, che è condotta da un team multi<strong>di</strong>sciplinare composto da oncologi, ra<strong>di</strong>oterapisti<br />
e otorinolaringoiatri, prevede un campione <strong>di</strong> circa 350 pazienti su tutto il territorio nazionale<br />
da parte <strong>di</strong> circa sessanta centri. La conclusione dell’arruolamento è prevista nel primo semestre<br />
2012.<br />
Mucosite da chemio-ra<strong>di</strong>oterapia<br />
Si sta attivando uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato <strong>di</strong> fase III in doppio cieco focalizzato sulla<br />
problematica del dolore indotto da mucosite orale durante la chemio-ra<strong>di</strong>oterapia concomitante<br />
del tumore testa-collo.<br />
Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o, in particolare, è quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia analgesica dello sciacquo<br />
orale con morfina rispetto a placebo in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> dose totale sistemica <strong>di</strong> oppioi<strong>di</strong><br />
somministrata per via orale, transdermica o parenterale, espressa come dose <strong>di</strong> morfina orale<br />
equivalente (EOMD) durante o dopo il trattamento oncologico per due settimane. Il numero<br />
totale <strong>di</strong> pazienti da arruolare è pari a circa 140.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o prevede la partecipazione <strong>di</strong> otto centri sperimentali.<br />
Area onco-ginecologica<br />
Il laboratorio è attivamente coinvolto per le attività <strong>di</strong> data management, monitoraggio ed analisi<br />
statistica negli stu<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nati dal Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in<br />
Oncologia e dal Gruppo Mango.<br />
Glaucoma pe<strong>di</strong>atrico, qualità <strong>di</strong> vita in pazienti con glaucoma<br />
Uno dei protocolli attivi riguarda uno stu<strong>di</strong>o sperimentale, prospettico <strong>di</strong> fase II, a braccio<br />
singolo condotto su bambini affetti da glaucoma congenito infantile refrattari al trattamento<br />
53<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
chirurgico. Tale protocollo, ha lo scopo <strong>di</strong> valutare l’efficacia e sicurezza degli analoghi delle<br />
prostaglan<strong>di</strong>ne e degli inibitori dell’anidrasi carbonica somministrati per via topica, nel<br />
trattamento del glaucoma congenito ed infantile. Il primo paziente è stato arruolato a luglio del<br />
2009. Al momento è ancora attivo l’arruolamento <strong>di</strong> nuovi pazienti. L'obiettivo primario del<br />
presente stu<strong>di</strong>o è la valutazione dell’effetto ipotensivo <strong>di</strong> latanoprost e dorzolamide in un<br />
campione <strong>di</strong> soggetti affetti da glaucoma congenito e infantile, refrattario al trattamento<br />
chirurgico. Come in<strong>di</strong>catore secondario si valuterà anche la sicurezza dei trattamenti. La<br />
conclusione dell’arruolamento è prevista entro la fine 2012. In particolare lo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong>viso in<br />
tre fasi: fase <strong>di</strong> registrazione, trattamento chirurgico e trattamento me<strong>di</strong>co.<br />
Al momento è in fase <strong>di</strong> start-up uno stu<strong>di</strong>o osservazionale multicentrico trasversale che<br />
prevede la valutazione della qualità <strong>di</strong> vita in pazienti affetti da glaucoma in Italia. E’ previsto,<br />
inoltre, un sottostu<strong>di</strong>o su una coorte longitu<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> pazienti seguita prospetticamente.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si propone come obiettivo quello <strong>di</strong> valutare la qualità <strong>di</strong> vita del paziente<br />
glaucomatoso (fase trasversale, durata un mese) e valutare la variazione della qualità della vita<br />
in relazione all’andamento della malattia (fase longitu<strong>di</strong>nale, durata <strong>di</strong> circa 12 mesi).<br />
Sono previsti circa 3000 pazienti per la fase trasversale <strong>di</strong> cui 200 <strong>di</strong> prima <strong>di</strong>agnosi seguiti<br />
prospetticamente per un anno (sottostu<strong>di</strong>o). Per quanto riguarda il numero <strong>di</strong> centri saranno<br />
circa 20 su tutto il territorio nazionale.<br />
Otorinolaringoiatria<br />
Da settembre 2011 è partito l’arruolamento <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato multicentrico<br />
comparativo dal titolo: “Tonsillectomia extra-capsulare (ECT) vs tonsillotomia intra-capsulare<br />
(ICT) in bambini con ipertrofia tonsillare sintomatica. Stu<strong>di</strong>o clinico italiano, multicentrico,<br />
randomizzato, comparativo.”<br />
L’obiettivo primario dello stu<strong>di</strong>o è valutare l’efficacia e la sicurezza delle due <strong>di</strong>verse tecniche<br />
chirurgiche (ECT vs ICT) in termini <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> emorragie post-operatorie in bambini con<br />
ipertrofia tonsillare sintomatica. Al momento sono attivi 6 Centri Sperimentali e 10 sono<br />
prossimi all’attivazione.<br />
L’obiettivo secondario è quello <strong>di</strong> valutare la qualità della vita in termini <strong>di</strong> dolore postoperatorio,<br />
durata della convalescenza, miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni cliniche ed effetti a<br />
lungo termine dell’operazione (6 mesi o 1 anno dopo la chirurgia) nel controllo dell’apnea e<br />
nella necessità <strong>di</strong> revisione chirurgica.<br />
Mesoteliomi<br />
E’ in fase <strong>di</strong> attivazione uno nuovo protocollo riguardante uno stu<strong>di</strong>o clinico <strong>di</strong> fase II<br />
sull’attività della trabecti<strong>di</strong>na in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) inoperabile<br />
<strong>di</strong> tipo epitelioide pretrattati con pemetrexed e platino derivati , o con istotipo sarcomatoide o<br />
bifasico naive oppure pretrattati.<br />
Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare l’attività <strong>di</strong> trabecte<strong>di</strong>na in pazienti con MPM <strong>di</strong> tipo<br />
epitelioide in ricaduta dopo trattamento con pemetrexed e derivati del platino e in pazienti con<br />
MPM <strong>di</strong> tipo sarcomatoso e misto, nei quali non esistono tuttora opzioni terapeutiche efficaci.<br />
L’endpoint Primario dello stu<strong>di</strong>o è la sopravvivenza libera da progressione a 12 settimane<br />
dall’inizio del trattamento. Il numero <strong>di</strong> centri previsti è 5.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Translazionale e <strong>di</strong> Outcome in Oncologia<br />
Il Laboratorio si occupa prevalentemente <strong>di</strong> documentare, attraverso la conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
clinici, randomizzati e non, e revisioni sistematiche della letteratura, l’efficacia e l'impatto <strong>di</strong><br />
vecchie e nuove strategie <strong>di</strong>agnostiche e terapeutiche in oncologia, curando in particolare i due<br />
momenti translazionali critici: dalle fasi precoci <strong>di</strong> ricerca a quelle tar<strong>di</strong>ve (RCT) e dagli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
54<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
efficacia alla pratica clinica (Ricerca <strong>di</strong> Outcome). Le linee <strong>di</strong> ricerca principale sono 3: la<br />
valutazione del dolore da cancro, la ricerca clinica sui tumori ginecologici e la valutazione della<br />
efficacia <strong>di</strong> percorsi assistenziali complessi (percorsi) in oncologia. Al fine <strong>di</strong> ottimizzare queste<br />
attività, ospita nel suo contesto il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> due gruppi multi<strong>di</strong>sciplinari<br />
(MANGO e CPOR-SG) che coor<strong>di</strong>nano progetti multi-centrici in ginecologia oncologica e nella<br />
area della palliazione. Tutte le attività <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> formazione in ambito <strong>di</strong> dolore cronico<br />
sono coor<strong>di</strong>nate da un Centro de<strong>di</strong>cato (CERP:Center for the Evaluation and Research on Pain).<br />
Il dolore da cancro<br />
Nel corso del 2011 è stato avviato lo stu<strong>di</strong>o clinico CERP, “Stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato e<br />
controllato, in aperto, per comparare l’efficacia analgesica <strong>di</strong> percorsi terapeutici effettuati<br />
con ossicodone, fentanyl e buprenorfina verso morfina, in pazienti con dolore associato a<br />
cancro <strong>di</strong> intensità moderata-severa, a partire dal momento in cui iniziano il trattamento con 3°<br />
scalino della scala analgesica del WHO” e il sottoprogetto “Valutazione, in parallelo,<br />
dell’assetto genico dei pazienti e delle possibili correlazioni con gli effetti clinici osservati”, la<br />
cui stesura del protocollo e della scheda raccolta dati è terminata a metà del 2010.<br />
Dopo aver ottenuto il parere unico da parte del centro coor<strong>di</strong>natore (<strong>Istituto</strong> Nazionale dei<br />
Tumori, Milano) a luglio 2010, è partita la fase <strong>di</strong> sottomissione della documentazione ai<br />
Comitati Etici dei centri che hanno aderito allo stu<strong>di</strong>o (85 centri).<br />
Ad aprile del 2011 è stato reclutato il primo paziente e, nonostante per alcuni centri la fase<br />
etico-amministrativa non sia ancora terminata, la maggior parte sta arruolando pazienti.<br />
In parallelo, sono stati ultimati la programmazione e l’avvio della ricerca “Progetto <strong>di</strong> ricerca<br />
per la validazione <strong>di</strong> un algoritmo e <strong>di</strong> una scheda elettronica per la gestione del paziente con<br />
Dolore Cronico Non Oncologico in Me<strong>di</strong>cina Generale”, in collaborazione con S.I.M.G. (Soc.<br />
Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale). Questo stu<strong>di</strong>o ha come obiettivo quello <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le<br />
abitu<strong>di</strong>ni prescrittive dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina generale nel caso <strong>di</strong> pazienti con dolore cronico. In<br />
particolare, grazie ad un intervento <strong>di</strong> tipo formativo implementato dal Ministero della Salute, si<br />
mira ad aumentare le prescrizioni <strong>di</strong> paracetamolo ed oppioi<strong>di</strong> e ridurre quelle <strong>di</strong> FANS.<br />
Attualmente sono in corso ulteriori analisi del database contenente i dati raccolti dai me<strong>di</strong>ci<br />
coinvolti e, nel corso dell’ultimo congresso della S.I.M.G del novembre 2011, sono stati<br />
presentati i risultati preliminari <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o.<br />
A ottobre 2011 è iniziata la fase <strong>di</strong> stesura del protocollo dello stu<strong>di</strong>o osservazionale “Stu<strong>di</strong>o<br />
osservazionale prospettico longitu<strong>di</strong>nale per valutare caratteristiche cliniche e trattamenti a<br />
base <strong>di</strong> oppioi<strong>di</strong> in pazienti affetti da breakthrough cancer pain” definito come Stu<strong>di</strong>o R.E.R.<br />
con relativa CRF e questionario per il paziente. Il coor<strong>di</strong>namento del progetto <strong>di</strong> ricerca sul<br />
BTcP, da realizzare presso i centri della rete oncologica e oncoematologica della Regione<br />
Emilia-Romagna, è stato affidato al CERP.<br />
Una volta conclusa la fase <strong>di</strong> stesura del protocollo e della CRF verrà richiesto il parere unico al<br />
Comitato Etico del centro coor<strong>di</strong>natore e, una volta ottenuto, sarà sottomesso il protocollo ai<br />
Comitati Etici dei centri partecipanti (15 centri).<br />
L’obiettivo principale <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare le caratteristiche cliniche del BTcP<br />
(numerosità e durata degli episo<strong>di</strong>, tempo per raggiungere il picco <strong>di</strong> dolore, intensità massima,<br />
meccanismi trigger) ed i relativi pattern <strong>di</strong> cura, in un campione <strong>di</strong> pazienti oncologici affetti da<br />
dolore <strong>di</strong> base <strong>di</strong> intensità moderata-severa, già in terapia o in fase d’inizio <strong>di</strong> trattamento con<br />
oppioi<strong>di</strong> del 3° scalino, e affetti da episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> BTcP, trattati con terapia rescue con oppioi<strong>di</strong>,<br />
seguiti longitu<strong>di</strong>nalmente per un periodo <strong>di</strong> 28 giorni (visite ai giorni 0, 7, 14, 21, 28).<br />
Nel marzo 2011, relativamente alle iniziative <strong>di</strong> tipo formativo organizzate da CERP, sono state<br />
realizzate all’interno dell’<strong>Istituto</strong>, in collaborazione con l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, le<br />
lezioni relative al modulo clinico del 11° “Master in Cure Palliative al termine della vita”.<br />
55<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
E’ proseguita la collaborazione con il network europeo <strong>di</strong> ricerca nel campo delle cure palliative<br />
che ha soprattutto prodotto alcuni lavori scientifici (pubblicati o in fase <strong>di</strong> pubblicazione).<br />
Attività nell’area onco-ginecologica<br />
MaNGO è l’acronimo per <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Gynecologic Oncology group.<br />
Dall’inizio degli anni ’90 l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> ha collaborato attivamente nella realizzazione <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> clinici nazionali e internazionali in ambito onco-ginecologico. Il gruppo MaNGO si<br />
costituisce formalmente nel maggio del 2006 con lo scopo <strong>di</strong> mantenere questa tra<strong>di</strong>zione<br />
scientifica ma <strong>di</strong> migliorare la visibilità del contributo italiano.<br />
MaNGO nasce anche dall’esigenza <strong>di</strong> poter interagire attivamente con il Gynecologic Cancer<br />
Intergroup (GCIG) e l’European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT)<br />
due network internazionali che cercano <strong>di</strong> ottimizzare la collaborazione tra gruppi nazionali. La<br />
partecipazione a questi forum internazionali permette <strong>di</strong> accedere alle più qualificate proposte <strong>di</strong><br />
ricerca clinica e a sottogruppi <strong>di</strong> lavoro con specifiche aree <strong>di</strong> interesse.<br />
Nel corso del 2011 l’Unità <strong>di</strong> Ginecologia-Oncologia, nel contesto delle attività del MaNGO, ha<br />
coor<strong>di</strong>nato la partecipazione <strong>di</strong> una rete selezionata <strong>di</strong> ospedali italiani a numerosi RCT<br />
nazionali ed internazionali, <strong>di</strong> seguito descritti.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o PORTEC 3, che confronta la chemio ra<strong>di</strong>oterapia concomitante seguita da<br />
chemioterapia a<strong>di</strong>uvante con la sola ra<strong>di</strong>oterapia nella pazienti con carcinoma dell’endometrio<br />
ad alto rischio o avanzato, ha visto la partecipazione <strong>di</strong> 22 centri MaNGO con la<br />
randomizzazione complessiva <strong>di</strong> oltre 60 pazienti. L’arruolamento internazione globale ha<br />
ormai superato i 400 casi. Lo stu<strong>di</strong>o PORTEC 3 è uno stu<strong>di</strong>o accademico promosso da clinici<br />
olandesi. L’Unità ha ricevuto fon<strong>di</strong> dall’AIFA per il coor<strong>di</strong>namento nazionale <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o.<br />
Nel 2011 è continuata la fase <strong>di</strong> reclutamento dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase II per la valutazione della<br />
trabecte<strong>di</strong>na (farmaco antitumorale <strong>di</strong> origine marina) nel trattamento dei leiomiosarcomi<br />
uterini.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o TAUL, stu<strong>di</strong>o randomizzato <strong>di</strong> fase II condotto nelle pazienti affette da<br />
leiomiosarcomi uterino reci<strong>di</strong>vante, valuterà l’efficacia clinica della trabecte<strong>di</strong>na. Nel corso del<br />
2011 risultano complessivamente attivati 33 centri italiani e 50 pazienti, colpite da questa rara<br />
malattia, sono state incluse nello stu<strong>di</strong>o TAUL.<br />
Durante il 2011 è stato attivato il protocollo dello stu<strong>di</strong>o INOVATYON, uno stu<strong>di</strong>o<br />
internazionale condotto sotto l’egida degli intergruppi europei (ENGOT) e internazionali<br />
(GCIG). INOVATYON è uno stu<strong>di</strong>o randomizzato <strong>di</strong> fase III che confronta l’associazione <strong>di</strong><br />
doxorubicina peghilata liposomiale e carboplatino con quella <strong>di</strong> doxorubicina peghilata<br />
liposomiale e trabecte<strong>di</strong>na nelle pazienti che hanno una reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> carcinoma ovarico tra 6 e 12<br />
mesi dal termine <strong>di</strong> una precedente chemioterapia a base <strong>di</strong> platino (reci<strong>di</strong>va parzialmente<br />
platino sensibile). Nella seconda metà del 2011, a fronte dell’attivazione avvenuta nella<br />
maggiornaza dei centri europei (Italia, Svizzera, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Belgio, paesi<br />
Scan<strong>di</strong>navi, GB) lo stu<strong>di</strong>o è stato “sospeso” a seguito della chiusura dell’unico sito mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
produzione della doxorubicina peghilata liposomiale. Si prevede la riattivazione dello stu<strong>di</strong>o<br />
nella seconda metà del 2012.<br />
Nel corso del 2011 è stato sviluppato, congiuntamento con il gruppo <strong>di</strong> onco-ginecologia MITO,<br />
un protocollo <strong>di</strong> fase II-III che valuti l’efficacia <strong>di</strong> continuare la terapia con bevacizumab nell<br />
pazienti con reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> carcinoma ovarico precedentemente trattato con la combinazione<br />
carboplatino, taxolo e bevacizumab. Tale protocollo dovrebbe essere attivato nel corso del 2012.<br />
56<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Il Comitato Tecnico Scientifico <strong>di</strong> MaNGO si è riunito a cadenza quadrimestrale circa mentre è<br />
stata convocata, nel luglio 2010, la 8° assemblea generale dei clinici aderenti a MaNGO.<br />
Ricerca <strong>di</strong> outcome e sanitaria<br />
Nel 2008, sulla base <strong>di</strong> un finanziamento del Ministero della Salute (Sesto Progetto Integrato<br />
Oncologia), il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca Traslazionale e <strong>di</strong> Outcome ha coor<strong>di</strong>nato un progetto che<br />
coinvolge 5 UO nazionali, organizzate su base regionale, che ha l’obiettivo <strong>di</strong> sviluppare e<br />
validare programmi <strong>di</strong> follow-up in oncologia. Nel corso del 2008 sono stati <strong>di</strong>scussi e <strong>di</strong>segnati<br />
3 RCT nel tumore della mammella e dell’endometrio. Il primo RCT, ha l’obiettivo <strong>di</strong> verificare<br />
se un programma concordato <strong>di</strong> follow-up per donne con tumore della mammella a basso<br />
rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va abbia una resa <strong>di</strong>versa se offerto da uno specialista in ambito ospedaliero o da<br />
un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale in ambito territoriale. Nel 2009, è stato condotto un esteso<br />
programma <strong>di</strong> informazione, formazione e reclutamento dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale.<br />
attualmente lo stu<strong>di</strong>o è in fase <strong>di</strong> lancio a Reggio-Emilia (con la partecipazione <strong>di</strong> 5 ospedali e<br />
più <strong>di</strong> 350 me<strong>di</strong>ci) e vedrà la partecipazione nel 2010 <strong>di</strong> altre 3 ASL regionali.<br />
Il secondo, attivato all’inizio del 2008 in alcuni centri del Nord Italia e che nel 2009 ha<br />
completato la fase pilota, ha l’obiettivo <strong>di</strong> verificare l’efficacia <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi schemi <strong>di</strong> followup,<br />
più o meno intensivi, nelle donne con tumore della mammella ad alto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va<br />
L’intensità dei programmi <strong>di</strong> follow-up è basata sull’ esecuzione <strong>di</strong> dosaggi <strong>di</strong> bio-marcatori<br />
(biomarkers) e l’esecuzione <strong>di</strong> PET in casi dubbi. Infine, un terzo RCT, attivato alla fine del<br />
2008, ha l’obiettivo <strong>di</strong> verificare l’efficacia comparativa <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi schemi <strong>di</strong> follow-up in<br />
pazienti con tumore dell’endometrio, in <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va. Nel 2010 due dei 3<br />
RCT sopra descritti sono in attiva fase <strong>di</strong> reclutamento, mentre il terzo (Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> efficacia per<br />
valutare ruolo biomarkers in tumore della mammella a me<strong>di</strong>o-alto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va) ha<br />
terminato la fase <strong>di</strong> revisione del protocollo ed è in fase <strong>di</strong> attivazione e valutazione da parte dei<br />
Comitati Etici pertinenti).<br />
Il laboratorio ha infine continuato la collaborazione con altri gruppi <strong>di</strong> ricerca del <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e<br />
<strong>di</strong> altre istituzioni in altre aree rilevanti per la salute dei citta<strong>di</strong>ni. In particolare si segnala la<br />
partecipazione a un progetto con una rete <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale che ha l’obiettivo <strong>di</strong><br />
identificare e quantificare il ruolo <strong>di</strong> alcuni fattori legati alla fragilità e vulnerabilità sociale<br />
nell’utilizzo del Servizio Sanitario Regionale; lo stu<strong>di</strong>o, che ha visto coinvolti 93 me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>cina generale della città <strong>di</strong> Milano, è finanziato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a, è condotto in<br />
collaborazione con la ASL <strong>di</strong> Milano, con il CNPDs (Centro Nazionale per la Prevenzione e la<br />
Difesa Sociale) e lo CSERMEG (Centro Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong> in Me<strong>di</strong>cina Generale);<br />
A <strong>di</strong>cembre 2011 si è concluso con la stesura del report finale lo stu<strong>di</strong>o Vulnerabilità e Fragilità<br />
“Progetto <strong>di</strong> Ricerca sul campo per identificare determinanti <strong>di</strong> fragilità clinica e vulnerabilità<br />
sociale e suggerire approcci migliorativi in popolazioni a maggiore rischio”. Lo stu<strong>di</strong>o è stato<br />
promosso dal Centro Nazionale Prevenzione e Difesa Sociale (CNPDS), dalla ASL Città <strong>di</strong><br />
Milano, dall’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e dal Centro Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong> in<br />
Me<strong>di</strong>cina Generale (CSeRMEG).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si è composto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse fasi:<br />
• organizzazione a febbraio <strong>di</strong> un workshop con 100 me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale<br />
dell’ASL <strong>di</strong> Milano interessati al progetto;<br />
• da aprile a giugno si è avviata la raccolta dati da parte dei me<strong>di</strong>ci;<br />
• da luglio a settembre i dati cartacei sono stati inseriti in un database elettronico;<br />
• infine, da settembre a <strong>di</strong>cembre si è proseguito con l’analisi dei dati e la stesura del<br />
report finale.<br />
57<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
E’ continuata la collaborazione, formalizzata da una convenzione <strong>di</strong> ricerca biennale, con<br />
l’Ospedale ASMN <strong>di</strong> Reggio-Emila che ha l’obiettivo <strong>di</strong> fornire consulenza e supporto ai<br />
percosi <strong>di</strong> ricerca biologico-traslazionale e clinico-sanitaria in oncologia, in particolare nel<br />
contesto del percorso dell’Ospedale verso il riconoscimento come IRCCS Oncologico, ottenuto<br />
nel maggio del 2011.<br />
Nel 2011 sono continuate le pubblicazioni che derivano da collaborazioni con altri gruppi sul<br />
tema della obesità e anemia nei pazienti anziani.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sul coinvolgimento dei Citta<strong>di</strong>ni in Sanità<br />
Il Laboratorio promuove <strong>di</strong>fferenti attività <strong>di</strong> ricerca mirate allo sviluppo della partecipazione <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni&pazienti e loro rappresentanze alle scelte e alle decisioni in tema <strong>di</strong> salute,<br />
affiancandoli in un percorso <strong>di</strong> formazione e informazione che permetta loro <strong>di</strong> confrontarsi in<br />
modo efficace con il mondo me<strong>di</strong>co e scientifico, creando un tavolo <strong>di</strong> confronto con le<br />
organizzazioni scientifiche. Rientrano inoltre nelle linee <strong>di</strong> ricerca del laboratorio progetti per la<br />
valutazione del tipo <strong>di</strong> informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto <strong>di</strong> portali<br />
internet sui temi della salute e dell’informazione (www.partecipasalute.it); progetti <strong>di</strong><br />
coinvolgimento <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> pazienti per la pubblicazione <strong>di</strong> materiale informativo; progetti che<br />
riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute, sia attraverso stu<strong>di</strong> ad hoc su<br />
gruppi selezionati <strong>di</strong> pazienti sia attraverso la messa a punto <strong>di</strong> questionari.<br />
Progetto: ConMe Conoscere la menopausa<br />
Nel giugno 2008 si concludevano, con la pubblicazione e la <strong>di</strong>ffusione del documento finale <strong>di</strong><br />
consenso (http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/923), le attività relative alla Conferenza <strong>di</strong><br />
consenso “Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva”.<br />
La realizzazione del progetto aveva comportato il coinvolgimento <strong>di</strong> molte e <strong>di</strong>verse<br />
professionalità che, con la <strong>di</strong>sponibilità del documento finale, <strong>di</strong>ventavano a loro volta target <strong>di</strong><br />
possibili azioni <strong>di</strong> miglioramento.<br />
Un finanziamento AIFA, cha ha coinvolto l’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, il Laboratorio <strong>di</strong> ricerca<br />
sul coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni in sanità e Za<strong>di</strong>g-Agenzia <strong>di</strong> e<strong>di</strong>toria scientifica, ha permesso <strong>di</strong><br />
continuare questa linea <strong>di</strong> ricerca finalizzando le iniziative a:<br />
1. mettere a punto, implementare e valutare <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong> offerta attiva e <strong>di</strong>sseminazione<br />
delle informazioni sanitarie rivolte alle donne per creare opportunità concrete affinché esse<br />
scelgano in modo responsabile e consapevole comportamenti favorevoli alla tutela della salute<br />
in<br />
menopausa;<br />
2. valutare l’impatto della campagna <strong>di</strong> educazione attraverso l’analisi temporale prima/dopo<br />
dell’andamento delle prescrizioni dei farmaci TOS;<br />
3. mettere a punto un modello <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazione <strong>di</strong> informazioni sulla salute che<br />
possa essere <strong>di</strong> riferimento per future iniziative <strong>di</strong> sanità pubblica legate all’uso <strong>di</strong> farmaci e<br />
vaccini.<br />
Il progetto si è concluso nel 2011 con un convegno finale che ha attratto l’attenzione <strong>di</strong><br />
ginecologi, me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale, operatori dei consultori i cui lavori, compresi i risultati<br />
del progetto, sono tutti <strong>di</strong>sponibili su http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1787. Sono in<br />
corso le pubblicazioni sul progetto.<br />
IN-DEEP Integrare le esperienze e le preferenze dei pazienti con sclerosi multipla<br />
con i risultati della ricerca scientifica per sviluppare informazioni sulla salute utili<br />
per decisioni informate e con<strong>di</strong>vise<br />
Il progetto è coor<strong>di</strong>nato dalla Fondazione IRCSS <strong>Istituto</strong> Neurologico Carlo Besta in<br />
collaborazione con l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, l’Associazione Italiana<br />
58<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Sclerosi Multipla AISM e la Trobe University <strong>di</strong> Melbourne (Australia). E’ stato finanziato<br />
dalla FISM Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.<br />
Il progetto si propone <strong>di</strong> conoscere come, dove e quando le persone con sclerosi multipla vanno<br />
alla ricerca <strong>di</strong> informazioni su terapie o farmaci <strong>di</strong>sponibili per gestire la loro malattia (ad es.<br />
fisioterapia, terapia occupazionale, me<strong>di</strong>cina alternativa ecc.) e come utilizzano queste<br />
informazioni per prendere delle decisioni. Siamo particolarmente interessati al tema delle<br />
informazioni trovate attraverso internet.Il progetto svilupperà un modello per produrre<br />
informazione <strong>di</strong> alta qualità per i pazienti con sclerosi multipla e i loro familiari. Per essere in<br />
grado <strong>di</strong> gestire la malattia, i pazienti e i loro familiari hanno bisogno <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong> qualità<br />
che provengano da fonti in<strong>di</strong>pendenti e basate su dati affidabili e aggiornati. Tuttavia, le persone<br />
non solo hanno bisogno <strong>di</strong> informazioni, ma anche <strong>di</strong> capire come valutare la loro rilevanza e se<br />
facciano al caso loro.<br />
Lo screening del portatore sano per la fibrosi cistica: la voce dei citta<strong>di</strong>ni<br />
Lo screening del portatore prevede un esame genetico per in<strong>di</strong>viduare tra gli adulti in età<br />
riproduttiva i portatori sani, cioè i cosiddetti eterozigoti che hanno una sola copia del gene<br />
mutato e quin<strong>di</strong> non sono malati, ma possono trasmettere la malattia a un figlio se anche l'altro<br />
genitore è portatore <strong>di</strong> una mutazione simile. Nella parte occidentale del Veneto ed in Trentino<br />
Alto-A<strong>di</strong>ge questo test è stato offerto a coloro che avevano già un caso <strong>di</strong> fibrosi cistica in<br />
famiglia. L’Università <strong>di</strong> Padova ha invece avviato una campagna <strong>di</strong> offerta attiva del test. Nella<br />
parte orientale della regione si sono eseguite decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> test, in<strong>di</strong>viduando migliaia <strong>di</strong><br />
portatori e decine <strong>di</strong> coppie in cui entrambi sono eterozigoti e il numero <strong>di</strong> nuovi nati con la<br />
fibrosi cistica è sceso quasi ad annullarsi, mentre questa <strong>di</strong>minuzione è stata più bassa nella<br />
parte occidentale del Veneto e in Trentino-Alto A<strong>di</strong>ge dove il test è offerto solo alle famiglie a<br />
rischio.<br />
Si apre per la fibrosi cistica un importante <strong>di</strong>battito sulle scelte in<strong>di</strong>viduali e collettive. La scelta<br />
<strong>di</strong> una offerta attiva <strong>di</strong> screening del portatore a livello <strong>di</strong> popolazione non dovrebbe infatti<br />
essere fatta da autorità sanitarie locali senza una consultazione delle preferenze del citta<strong>di</strong>no, vi<br />
è infatti la necessità <strong>di</strong> considerare tutte le possibili conseguenze. Si propone il metodo “La<br />
giuria dei citta<strong>di</strong>ni” per coinvolgere i citta<strong>di</strong>ni nel processo decisionale attraverso un percorso<br />
basato su informazioni e coinvolgimento <strong>di</strong> esperti e associazioni <strong>di</strong> pazienti. I citta<strong>di</strong>ni - senza<br />
esperienza <strong>di</strong> fibrosi cistica e senza interessi <strong>di</strong> parte - arriveranno a scrivere un documento <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzo per rispondere proprio alla domanda “Dovrebbe il sistema sanitario offrire a tutte le<br />
coppie lo screening del portatore”. Il progetto, i documenti, il <strong>rapporto</strong> finale saranno<br />
<strong>di</strong>sponibili per pubblico, me<strong>di</strong>ci, ricercatori e decisori in sanità attraverso la pubblicazione in<br />
riviste internazionali e nazionali e siti web. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Fibrosi<br />
Cistica.<br />
Costruire un’alleanza strategica tra associazioni <strong>di</strong> pazienti, citta<strong>di</strong>ni e comunità<br />
me<strong>di</strong>co scientifica – Partecipasalute<br />
Questo progetto, svolto in collaborazione con il Centro Cochrane Italiano e l’Agenzia <strong>di</strong><br />
giornalismo scientifico Za<strong>di</strong>g, è iniziato nel settembre 2003. Si prefigge <strong>di</strong> sperimentare<br />
iniziative con lo scopo <strong>di</strong> orientare:<br />
- le associazioni dei pazienti e dei citta<strong>di</strong>ni a una maggiore partecipazione e confronto sui temi<br />
dell’assistenza sanitaria e delle scelte in me<strong>di</strong>cina;<br />
- le organizzazioni professionali e scientifiche a un <strong>rapporto</strong> costruttivo con pazienti e citta<strong>di</strong>ni e<br />
loro associazioni per accogliere e sod<strong>di</strong>sfare le loro istanze e le loro aspettative riguardo alla<br />
produzione (ricerca clinica) e alla <strong>di</strong>ffusione delle informazioni scientifiche.<br />
Nel corso del 2011 sono stati organizzati:<br />
59<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• V percorso <strong>di</strong> formazione “Orientarsi in salute e sanità”, in collaborazione con<br />
Associazione Crisalide, Amici <strong>di</strong> ISAL, ANIPI, Amici Emilia Romagna e AMRER Onlus e<br />
con il sostegno del Centro <strong>di</strong> servizio "Volontarimini", Rimini;<br />
• VI percorso <strong>di</strong> formazione “Orientarsi in salute e sanità”, in collaborazione con GISMa e<br />
Associazione Serena a Palermo Onlus, Palermo;<br />
• Indagine tramite questionario in collaborazione con l’Associazione Alleanza contro il<br />
Tumore Ovarico ACTO Onlus;<br />
• Indagine tramite questionario su pazienti, famigliari e me<strong>di</strong>ci con Sclerosi Laterale<br />
Amiotrofica;<br />
• Indagine sul follow-up dei primi cinque percorsi formativi de<strong>di</strong>cati a rappresentanti delle<br />
associazioni <strong>di</strong> pazienti. L’indagine ha coinvolto un centinaio <strong>di</strong> soggetti, i risultati sono in<br />
corso <strong>di</strong> pubblicazione.<br />
Rimane inoltre come punto <strong>di</strong> forza del progetto lo sviluppo e l’aggiornamento continuo del sito<br />
www.partecipasalute.it. Il sito viene aggiornato con nuovi articoli ed approfon<strong>di</strong>menti ogni<br />
settimana, mentre ogni quin<strong>di</strong>ci giorni viene inviata la newsletter ad un in<strong>di</strong>rizzario <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />
2.500 persone.<br />
Stu<strong>di</strong>o sulla valutazione <strong>di</strong> efficacia del follow-up in oncologia<br />
Una tempestiva <strong>di</strong>agnosi e la successiva terapia chirurgica rimangono il caposaldo della terapia<br />
primaria <strong>di</strong> molte malattie tumorali. L'aggiunta <strong>di</strong> efficaci terapie a<strong>di</strong>uvanti ha permesso <strong>di</strong><br />
migliorare la sopravvivenza dei pazienti resi liberi da malattia grazie alla chirurgia e ha fornito<br />
le basi per impostare programmi <strong>di</strong> follow-up. In tali programmi, pur in assenza <strong>di</strong> buone prove<br />
sulla efficacia <strong>di</strong> tali procedure, il follow-up è praticato con l'assunzione che la scoperta<br />
anticipata <strong>di</strong> una reci<strong>di</strong>va permetta l’attivazione <strong>di</strong> efficaci terapie e quin<strong>di</strong> migliori la prognosi,<br />
con benefici superiori agli effetti negativi, in termini <strong>di</strong> salute, consumo <strong>di</strong> risorse e costi. In<br />
alcuni casi, ad esempio nel tumore della mammella e del colon-retto, tale pratica è comunque<br />
perseguita nella quoti<strong>di</strong>anità clinica, anche in presenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati, metaanalisi,<br />
conferenze <strong>di</strong> consenso, autorevoli e<strong>di</strong>toriali e statements <strong>di</strong> associazioni e società<br />
scientifiche che, come minimo, suggeriscono che non esistono evidenti e gran<strong>di</strong> benefici nel<br />
condurre molti esami <strong>di</strong>agnostici dopo le terapie primarie. Due stu<strong>di</strong> multicentrici e<br />
randomizzati, lo stu<strong>di</strong>o Futura e lo stu<strong>di</strong>o Totem – rispettivamente nel tumore delle mammella e<br />
nel tumore dell’endometrio – stanno mettendo a confronto modalità <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> organizzazione<br />
del follow-up. Gli stu<strong>di</strong> sono in corso.<br />
Progetto valutazione della qualità della vita<br />
Come per l’anno precedente sul tema della valutazione della qualità della vita non sono in corso<br />
progetti specifici ma è proseguita l’attività <strong>di</strong> supporto e coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> altri gruppi che<br />
utilizzano strumenti <strong>di</strong> qualità da noi tradotti e validati, SF-36, SF-12, PGWBI. Nel corso<br />
dell’anno è stato perio<strong>di</strong>camente aggiornato il sito specifico http://crc.marionegri.it/qol e sono<br />
stati raccolti dati normativi sulla versione 2 del questionario SF-36.<br />
60<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO AMBIENTE E SALUTE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Roberto FANELLI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica<br />
Capo Laboratorio<br />
Chiara CHIABRANDO, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Chimica e Tossicologia dell’Ambiente<br />
Capo Laboratorio<br />
Emilio BENFENATI, Dr.Chim.<br />
Unità <strong>di</strong> Igiene Industriale e Ambientale<br />
Capo Unità<br />
Marco LODI, Per.Chim.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa<br />
Capo Laboratorio<br />
Enrico DAVOLI, Dr.Sci.Prod.Anim.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione<br />
Capo Laboratorio<br />
Ettore ZUCCATO, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Luisa AIROLDI, Dr.Farm.<br />
Unità <strong>di</strong> Bioin<strong>di</strong>catori Proteici e Genetici<br />
Capo Unità<br />
Roberta PASTORELLI, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità del Dipartimento<br />
Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica<br />
Capo Unità<br />
Renzo BAGNATI, Dr.Chim.<br />
Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali<br />
Capo Unità<br />
Elena FATTORE, Dr.Sci.Biol.<br />
61<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Roberto Fanelli, Capo del Dipartimento Ambiente e Salute dal 1997, Capo Laboratorio 1978-97,<br />
Ricercatore 1975-78, Borsista 1965-74 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1973), Assistant Professor in Biochemistry<br />
presso il Baylor College of Me<strong>di</strong>cine (Houston, Texas, 1974-75).<br />
Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute), Membro del Panel<br />
Scientifico sui Contaminanti della Catena Alimentare (European Food Safety Authority, 2003-2006),<br />
iscritto al Registro Nazionale dei Tossicologi Italiani Certificati. Membro Comitato Scientifico Ente Risi.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: sorgenti, <strong>di</strong>ffusione, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio <strong>di</strong><br />
contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti fitosanitari. Sviluppo <strong>di</strong> metodologie<br />
analitiche per l'identificazione <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> esposizione/effetto <strong>di</strong> sostanze tossiche. Stu<strong>di</strong>o del<br />
meccanismo dell'azione tossica me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> proteomica.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Castiglioni S, Bagnati R, Melis M, Panawennage D, Chiarelli M P, Fanelli R, Zuccato E, Identification of cocaine and its<br />
metabolites in urban wastewater and comparison with the human excretion profile in urine, Water Res 45: 5141-5150 (2011)<br />
2. Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli<br />
R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc<br />
Nephrol 2009 ; 20 : 123-130.<br />
3. Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Mass spectrometric analysis of illicit drugs in wastewater and<br />
surface water. Mass Spectrom Rev 2008 ; 27 : 378-394<br />
4. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis.<br />
Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1027-1032<br />
5. Hodgson S, Thomas Laura, Fattore E, Lind P M, Alfven T, Hellstrom L, Hakansson H, Carubelli G, Fanelli R, Jarup L. Bone<br />
mineral density changes in relation to environmental PCB exposure. Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1162-1166<br />
6. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B,<br />
Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of <strong>di</strong>oxin resistance: correlation with<br />
genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894<br />
Luisa Airol<strong>di</strong>, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare dal 1994, Capo Unità 1987-93,<br />
Ricercatore 1975-86, Tecnico 1965-75 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Farmacia (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1975), Postdoctoral fellow presso il Massachusetts<br />
Institute of Technology (Cambridge, MA, 1976) e presso la Northwestern University Me<strong>di</strong>cal School<br />
(Chicago, Il, 1977), Ricercatore presso la Yale University Me<strong>di</strong>cal School (New Haven, CT, 1980-81).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: proteomica in tossicologia, con particolare riferimento allo stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
del profilo proteico in tessuti e flui<strong>di</strong> biologici animali e umani in risposta all’esposizione a composti<br />
tossici. Proteomica clinica focalizzata all’identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> nuovi in<strong>di</strong>catori<br />
<strong>di</strong>agnostici e targets terapeutici. Epidemiologia Molecolare mirata all’identificazione e alla misura <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esposizione e suscettibilità.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Campagna R, Brunelli L, Airol<strong>di</strong> L, Fanelli R, Hakansson H, Heimeier R. A, De Boever P, Boix J, Llansola M, Felipo V and<br />
Pastorelli R. Cerebellum proteomics addressing the cognitive deficit of rats perinatally exposed to the food-relevant non<strong>di</strong>oxin<br />
like polychlorinated biphenyl PCB138. Toxicol Sci 2011; 123: 170-9<br />
2. Brunelli L, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Cauli O, Llansola M, Boix J, Felipo V and Pastorelli R. Exploratory investigation on nitro<br />
and phospho proteome cerebellum changes in hyperammonia and hepatic encephalopathy rat models. Metab Brain Dis 2011<br />
3. Gallo V, Neasham D, Airol<strong>di</strong> L, Ferrari P, Jenab M, Boffetta P, Overvad K, Tjonneland A, Clavel-Chapelon F, Boeing H, Pala<br />
V, Palli D, Panico S, Tumino R, Arriola L, Lund E, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Melander O, Hallmans G, Riboli E,<br />
Saracci R, Vineis P. Second-hand smoke, cotinine levels, and risk of circulatory mortality in a large cohort study of neversmokers.<br />
Epidemiology 2010 ; 21 : 207-214.<br />
4. Airol<strong>di</strong> L, Magagnotti C, Iannuzzi AR, Marelli C, Bagnati R, Pastorelli R, Colombi A, Santaguida S, Chiabrando C, Schiarea<br />
S, Fanelli R. Effects of cigarette smoking on the human urinary proteome. Biochem Biophys Res Commun. 2009 381: 397-<br />
402.<br />
5. Carpi D, Korkalainen M, Airol<strong>di</strong> L, Fanelli R, Hakansson H, Muhonen V, Tuukkanen J, Viluksela M, Pastorelli R. Dioxinsensitive<br />
proteins in <strong>di</strong>fferentiating osteoblasts: effects on bone formation in vitro. Toxicol Sci. 2009 108: 330-43.<br />
6. Peluso M, Airol<strong>di</strong> L, Colombi A, Munnia A, Veglia F, Autrup H, Dunning A, Garte S, Gormally E, Malaveille C, Matullo G,<br />
Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Clavel-Chapelon F, Linseisen J, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Krogh V, Tumino R,<br />
Panico S, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Kumle M, Gonzalez C A, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Tormo M<br />
J, Quiros J R, Berglund G, Janzon L, Jarvholm B, Day N E, Key T J, Saracci R, Kaaks R, Riboli E, Bingham S, Vineis P.<br />
Bulky DNA adducts, 4-aminobiphenyl hemoglobin adducts, <strong>di</strong>et and air pollution in a healthy European population. Br J Nutr<br />
2008 100: 489-495.<br />
62<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Emilio Benfenati, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Chimica e Tossicologia dell’Ambiente dal 1997, Capo Unità<br />
1987-97, Ricercatore 1986-87, Borsista 1981-86 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Ricercatore presso<br />
l’<strong>Istituto</strong> Biochimico Italiano 1979-81.<br />
Laurea in Chimica (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1979). Membro della Commissione Consultiva Prodotti<br />
Fitosanitari (Ministero Salute 1997-99), iscritto all’Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei Chimici.<br />
Aree d’interesse: Meto<strong>di</strong> computerizzati per la chimica e la tossicologia: descrittori molecolari; QSAR;<br />
pre<strong>di</strong>zione della tossicità; stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> metabolismo; caratterizzazione e valutazione <strong>di</strong> rifiuti, effluenti<br />
industriali, emissioni da <strong>di</strong>scariche e inceneritori; integrazione <strong>di</strong> analisi chimica e dati tossicologici;<br />
analisi chimica <strong>di</strong> composti organici in spettrometria <strong>di</strong> massa.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Benfenati E, Gonella Diaza R, Cassano Antonio, Pardoe S, Gini G, Mays C, Knauf R, Benighaus L, The acceptance of in<br />
silico models for REACH: Requirements, barriers, and perspectives, Chem Cent J 2011 5 : 58<br />
2. Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Celeste G, Lo<strong>di</strong> M, Rotella G, Senese V, Fanelli R, Concentrations of PCDD/PCDF<br />
in soil close to a secondary aluminum smelte, Chemosphere 2011 85 : 1719-1724<br />
3. Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynski J, SMILES-based QSAR approaches for<br />
carcinogenicity and anticancer activity: Comparison of correlation weights for identical SMILES attributes, Anti-Cancer<br />
Agents in Me<strong>di</strong>cinal Chemistry 2011 11 : 974-982<br />
4. Boriani E, Mariani A, Baderna D, Moretti C, Benfenati E, ERICA: a multiparametric toxicological risk index for the<br />
assessment of environmental healthiness, Environmental International, 2010 36 : 665–674<br />
5. Benfenati E, Benigni R, DeMarini D M, Helma C, Kirkland D, Martin T M, Mazzatorta P, Ouédraogo-Arras G, Richard A,<br />
Schilter B, Schoonen W G E J, Snyder R D, Yang C. Pre<strong>di</strong>ctive models for carcinogenicity and mutagenicity: frameworks,<br />
state-of-the-art, and perspectives. J Environ Sci Health C Environ Carcinog Ecotoxicol Rev 2009 ; 27 : 57-90.<br />
6. Roncaglioni A, Benfenati E, In silico-aided pre<strong>di</strong>ction of biological properties of chemicals: oestrogen receptor-me<strong>di</strong>ated<br />
effects, Chem Soc Rev 2008 37: 441-450<br />
Chiara Chiabrando, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica dal 1997, Capo Unità 1987-97,<br />
Ricercatore 1978-87, Borsista 1975-78 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1974), Postdoctoral fellow presso il Baylor<br />
College of Me<strong>di</strong>cine (Houston, Texas, 1974-75). Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista Ricerca<br />
Farmacologia (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, 1977).<br />
Aree d’interesse: Sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> bioanalitici basati sulla spettrometria <strong>di</strong> massa e loro applicazione in<br />
biochimica, metabolismo, chimica clinica e farmacologia. Identificazione <strong>di</strong> proteine e pepti<strong>di</strong><br />
funzionalmente rilevanti in biome<strong>di</strong>cina. Caratterizzazione strutturale <strong>di</strong> proteine me<strong>di</strong>ante spettrometria<br />
<strong>di</strong> massa. Proteomica in oncologia. Caratterizzazione comparativa <strong>di</strong> secretomi <strong>di</strong> linee cellulari tumorali<br />
me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> proteomica e “systems biology”.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo GM, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple<br />
pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks. J Proteome Res. 2010;9:4376-92.<br />
2. Solinas G, Schiarea S, Liguori M, Fabbri M, Pesce S, Zammataro L, Pasqualini F, Nebuloni M, Chiabrando C, Mantovani A,<br />
Allavena P. Tumor-con<strong>di</strong>tioned macrophages secrete migration-stimulating factor: a new marker for M2-polarization,<br />
influencing tumor cell motility. J Immunol. 2010;185:642-52.<br />
3. Airol<strong>di</strong> L, Magagnotti C, Iannuzzi AR, Marelli C, Bagnati R, Pastorelli R, Colombi A, Santaguida S, Chiabrando C, Schiarea<br />
S, Fanelli R. Effects of cigarette smoking on the human urinary proteome. Biochem Biophys Res Commun. 2009; 381:397-<br />
402.<br />
4. Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli<br />
R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc<br />
Nephrol 2009 ; 20 : 123-130.<br />
5. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis.<br />
Environ Health Perspect 2008; 116: 1027-1032.<br />
6. Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Mass spectrometric analysis of illicit drugs in wastewater and<br />
surface water. Mass Spectrom Rev 2008; 27: 378-394.<br />
Enrico Davoli, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa dal 1997, Capo Unità 1994-97,<br />
Ricercatore 1989-94, Borsista 1985-87 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Fellow presso USDA, Beltsville,<br />
MD 1977-78.<br />
Laurea in Scienze della Produzione Animale (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1983), Diploma post-laurea <strong>di</strong><br />
Specialista Ricerca Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (1988), Postdoctoral fellow presso l’Università del<br />
Nebraska (Lincoln, Nebraska, 1987-88) e presso la Università del Colorado (Denver, Colorado, 1988).<br />
63<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Membro dell'Associazione Americana <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa (ASMS), della Commissione Ambiente<br />
e Sicurezza <strong>di</strong> IGQ e della Commissione ETS (Emission Tra<strong>di</strong>ng System) per i gas a effetto serra.<br />
Membro del Comitato Scientifico del Centra Ricerca Nazionale sulle Biomasse. Coor<strong>di</strong>natore<br />
dell'Environmental Applications Interest Group dell'ASMS.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti analitici e tecnologici della ricerca in campo ambientale, biochimico e<br />
tossicologico. Stu<strong>di</strong> ambientali sulla qualità dell'aria per aspetti legati all'inquinamento e per problemi <strong>di</strong><br />
molestie olfattive.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Scaglia B, Orzi V, Artola A, Font X, Davoli E, Sanchez A, Adani F. Odours and volatile organic compounds emitted from<br />
municipal solid waste at <strong>di</strong>fferent stage of decomposition and relationship with biological stability. Bioresour Technol 2011 ;<br />
102 : 4638-4645<br />
2. Martinez Bueno M J, Ucles S, Hernando M D, Davoli E, Fernandez-Alba . Evaluation of selected ubiquitous contaminants in<br />
the aquatic environment and their transformation products. A pilot study of their removal from a sewage treatment plant.<br />
Water Res 2011 ; 45 : 2331-2341<br />
3. Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E. PCDD/Fs and <strong>di</strong>oxin-like PCBs in human milk and estimation of infants’ daily intake:<br />
A review. Chemosphere 2011 ; 83 : 774-782<br />
4. Bagnati R, Davoli E. Analytical methods for the detection of illicit drugs in wastewaters and surface waters. In: Illicit drugs in<br />
the environment: Occurrence, analysis, and fate using mass spectrometry<br />
Wiley, Hoboken, 2011; 55-67<br />
5. Orzi V, Cadena E, D'Imporzano G, Artola A, Davoli E, Crivelli, M, Adani F. Potential odour emission measurement in<br />
organic fraction of municipal solid waste during anaerobic <strong>di</strong>gestion: relationship with process and biological stability<br />
parameters. Bioresour Technol 2010 101 : 7330-7337.<br />
6. Davoli E, Fattore E, Paiano V, Colombo A, Palmiotto M, Fanelli R, Rossi A N, Il Grande M. Waste management health risk<br />
assessment: A case study of a solid waste landfill in South Italy. Waste Manag 2009, DOI 10.1016/j.wasman.2009.10.013.<br />
Ettore Zuccato, Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione dal 2005, Capo Unità 1997-2005,<br />
Ricercatore 1986-97, Tecnico 1980-86, Borsista 1975-80 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1986), Diploma <strong>di</strong> Specializzazione in<br />
Scienza dell’Alimentazione (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1999). Postdoctoral fellow presso il King’s<br />
College School of Me<strong>di</strong>cine (London, UK, 1988-89).<br />
Membro dell'Associazione Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, esperto EMEA, membro supplente<br />
della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: contaminanti chimici negli alimenti e rischi per la salute umana. OGM, allergie<br />
alimentari, tossinfezioni e nuove tematiche alimentari. Organizzazione <strong>di</strong> sistemi on line <strong>di</strong><br />
comunicazione del rischio per i consumatori. Attività regolatorie dei prodotti fitosanitari nell’UE.<br />
Inquinamento ambientale da farmaci e rischi per la salute umana e per l’ambiente. Analisi delle droghe<br />
d’abuso nell’ambiente e stima dei consumi nella popolazione.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Zuccato E, Castiglioni S, Tettamanti M, Olandese R, Bagnati R, Melis M, Fanelli R. Changes in illicit drug consumption<br />
patterns in 2009 detected by wastewater analysis. Drug and Alcohol Dependence 2011, 118: 464-469<br />
2. Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R. The effect<br />
of waste combustion on the occurrence of polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxins (PCDDs), polychlorinated <strong>di</strong>benzofurans<br />
(PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy. Chemosphere 2011 ; 82 : 1-8<br />
3. Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E. PCDD/Fs and <strong>di</strong>oxin-like PCBs in human milk and estimation of infants’ daily intake:<br />
A review. Chemosphere 2011 ; 83 : 774-782<br />
4. Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Melis M, Fanelli R. Source, occurrence and fate of antibiotics in the Italian aquatic<br />
environment. J Hazard Mater 2010 ; 179 : 1042-1048<br />
5. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis.<br />
Environ Health Perspect 2008, 116: 1027-1032.<br />
6. Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Mass spectrometry analysis of illicit drugs in wastewater and<br />
surface water. Mass Spectrom Rev, 2008, 27: 378-394.<br />
Renzo Bagnati, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica dal 2005, Ricercatore 1992-2005, Borsista<br />
1986-92 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Chimica (Università <strong>di</strong> Torino, 1985), Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista in Ricerca<br />
Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (1989).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: spettrometria <strong>di</strong> massa applicata all'analisi <strong>di</strong> sostanze biologiche e <strong>di</strong> interesse<br />
ambientale (proteine, pepti<strong>di</strong>, ormoni, farmaci, droghe, pestici<strong>di</strong>).<br />
64<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Sulaiman G M, Al Sammarrae K W, Ad'hiah A H, Zucchetti M, Frapolli R, Bello E, Erba E, D'Incalci M, Bagnati R, Chemical<br />
characterization of Iraqi propolis samples and assessing their antioxidant potentials, Food Chem Toxicol 2011 49 : 2415-2421<br />
2. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo G, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple<br />
pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks. J Proteome Res 2010; 9: 4376-4392.<br />
3. Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giu<strong>di</strong>ce C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C,<br />
Garattini E. Role of the molybdoflavoenzyme aldehyde oxidase homolog 2 in the biosynthesis of retinoic acid: generation and<br />
characterization of a knockout mouse. Mol Cell Biol 2009 ; 29 : 357-377.<br />
4. Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Chiabrando C, Grassi P, Fanelli R. Illicit drugs, a novel group of environmental<br />
contaminants. Water Res 2008 ; 42 : 961-968.<br />
5. Bagnati R, Bianchi G, Marangon E, Zuccato E, Fanelli R, Davoli E. Direct analysis of isopropylthioxanthone (ITX) in milk by<br />
high-performance liquid chromatography/tandem mass spectrometry. Rapid Commun Mass Spectrom 2007 ; 21 : 1998-2002.<br />
6. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and<br />
their metabolites in urban wastewater by liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Anal Chem 2006; 78: 8421-8429.<br />
Elena Fattore, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali dal 2005,<br />
Ricercatore 2001-04, Borsista 1991-1997 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1991), Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista<br />
Ricerca Farmacologica (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Milano, 1994), Postdoctoral fellow presso il National<br />
Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine, Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia, 1998-2000).<br />
Membro del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro dell’EFSA (European Foof Safety Authority) per la revisione esterna del<br />
lavoro scientifico dell’ Agenzia.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: valutazione della contaminazione ambientale, dell’esposizione e del rischio<br />
tossicologico per l’uomo e l’ambiente dovuto alla presenza <strong>di</strong> inquinanti organici persistenti con<br />
particolare interesse a <strong>di</strong>ossine e composti <strong>di</strong>ossino-simili.<br />
Principali ubblicazioni:<br />
1. Fattore E, Paiano V, Borgini A, Tittarelli A, Bertol<strong>di</strong> M, Crosignani P, Fanelli R. Human health risk in relationship to Air<br />
Quality in two municipalities in an Industrialized area of northern Italy. Environmental Research 2011, 111: 1321-1327.<br />
2. Grassi P, Fattore E, Generoso C, Fanelli R, Arvati M, Zuccato E. Polychlorobiphenyls (PCBs), polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p<strong>di</strong>oxins<br />
(PCDDs) and <strong>di</strong>benzofurans (PCDFs) in fruit and vegetables from an industrial area in northern Italy. Chemosphere<br />
2010; 79: 292-298<br />
3. Davoli E, Fattore E, Paiano V, Colombo A, Palmiotto M, Rossi A N, Il Grande M, Fanelli R. Waste management health risk<br />
assessment: A case study of a solid waste landfill in South Italy. Waste Manag 2010; 30: 1608-1613.<br />
4. Oberg M, Westerholm E, Fattore E, Stern N, Hanberg A, Haglund P, Wiberg K, Bergendorff A, Hakansson H. Toxicity of<br />
Bromkal 70-5DE, a technical mixture of polybrominated <strong>di</strong>phenyl ethers, following 28 d of oral exposure in rats and impact of<br />
analysed impurities. Chemosphere 2010; 80, 137-143.<br />
5. Fattore E, Fanelli R, Dellatte E, Turrini A, Di Domenico A. Assessment of the <strong>di</strong>etary exposure to non-<strong>di</strong>oxin-like PCBs of the<br />
Italian general population. Chemosphere 2008, 73: S278-S283.<br />
6. Hodgson S, Thomas L, Fattore E, Lind P M, Alfven T, Hellstrom L, Hakansson H, Carubelli G, Fanelli R, Jarup L Bone<br />
mineral density changes in relation to environmental PCB exposure. Environmental Health Perspective 2008, 116: 1162-1166.<br />
Marco Lo<strong>di</strong>, Capo dell’Unità d’Igiene Industriale ed Ambientale dal 2002, Consulente 1997-2002 presso<br />
l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Diploma <strong>di</strong> Perito Chimico Industriale (ITIS “Ettore Molinari”, Milano, 1974).<br />
Iscritto all’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali e per l’igiene industriale e per<br />
l’ambiente) riconosciuta dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist).<br />
Membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse commissioni tecnico-scientifiche per la messa a punto <strong>di</strong> metodologie analitiche (tra<br />
cui UNI ed UNICHIM).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: sorgenti emissive, <strong>di</strong>ffusione ambientale, tossicologia, esposizione umana e valutazione<br />
del rischio <strong>di</strong> contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti chimici inquinanti.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> campionamento d’inquinanti tossici per l’ambiente e per l’uomo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
1. Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Celeste G, Lo<strong>di</strong> M, Rotella G, Senese V, Fanelli R, Concentrations of PCDD/PCDF<br />
in soil close to a secondary aluminum smelte, Chemosphere 2011 85 : 1719-1724<br />
2. Baderna D, Maggioni S, Boriani E, Gemma S, Molteni M, Lombardo A, Colombo A, Bordonali S, Rotella G, Lo<strong>di</strong> M,<br />
Benfenati E, A combined approach to investigate the toxicity of an industrial landfill’s leachate: chemical analyses, risk<br />
assessment and in vitro assays, Environmental Research 2011 111 : 603-613<br />
3. Colombo A, Benfenati E, Mariani G, Lo<strong>di</strong> M, Marras R, Rotella G, Senese V, Fattore E, Fanelli R. PCDD/Fs in ambient air in<br />
north/east Italy: The role of a MSWI inside an industrial area. Chemosphere 2009 ; 77 : 1224-1229.<br />
4. Benfenati E, Azimonti G, Auteri D, Lo<strong>di</strong> M Environmental and ecological toxicology: computational risk assessment.<br />
Computational toxicology. Risk assessment for pharmaceutical and environmental chemicals John Wiley, Hoboken, NJ, 2007;<br />
625-650<br />
65<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
5. Grosso M, Cernuschi S, Palini E, Lo<strong>di</strong> M, Mariani G. PCDD/Fs release during normal and transient operation of a full scale<br />
MSWI plant. Organohalogen Compounds 2004; 66: 1243-1249<br />
6. Benfenati E, Mariani G, Lo<strong>di</strong> M, Reitano G, Fanelli R. Is bioexsiccation releasing <strong>di</strong>oxins Organohalogen Compounds<br />
2004; 66: 955-961<br />
Roberta Pastorelli, Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bioin<strong>di</strong>catori Proteici e Genetici dal 2004, Ricercatore 1992-<br />
2003, Borsista 1983-92 presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale <strong>di</strong> Milano, 1982). Diploma post-laurea <strong>di</strong> Specialista<br />
Ricerca Farmacologia (<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, 1986). Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute<br />
of Technology, Cambridge, MA (1987-89 e 1991).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Proteomica-Metabolomica- System Biology. Stu<strong>di</strong> riguardanti i profili d’espressione<br />
globale <strong>di</strong> proteine/metaboliti e le loro alterazioni in vari comparti biologici come mezzo per<br />
comprendere le riposte patologiche/tossiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi sistemi biologici.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Campagna R, Brunelli L, Airol<strong>di</strong> L, Fanelli R, Hakansson H, Heimeier R. A, De Boever P, Boix J, Llansola M, Felipo V,<br />
Pastorelli R. Cerebellum proteomics addressing the cognitive deficit of rats perinatally exposed to the food-relevant non<strong>di</strong>oxin<br />
like polychlorinated biphenyl PCB138. (2011) Toxicological Sciences 123, 170-9.<br />
2. Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Erba E, Ubezio P, Broggini M. Combination of PI3K/mTOR inhibitors: in<br />
vitro and in vivo antitumor activity and molecular correlates. (2011) Cancer Res. 71, 4573-84.<br />
3. Brunelli L, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Cauli O, Llansola M, Boix J, Felipo V, Pastorelli R. Exploratory investigation on nitro and<br />
phospho proteome cerebellum changes in hyperammonia and hepatic encephalopathy rat models. (2011) Metab Brain Dis<br />
2011<br />
4. Carpi D, Korkalainen M, Airol<strong>di</strong> L, Fanelli R, Hakansson H, Muhonen V, Tuukkanen J, Viluksela M, Pastorelli R. Dioxinsensitive<br />
proteins in <strong>di</strong>fferentiating osteoblasts: effects on bone formation in vitro. Toxicol Sci. 2009 108: 330-43.<br />
5. Pastorelli R, Saletta F, Campagna R, Carpi D, Dell’Osta C, Schiarea S, Vineis P, Airol<strong>di</strong> L, Matullo G. Proteome<br />
characterization of a human urothelial cell line resistant to the bladder carcinogen 4-aminobiphenyl. Protome Science 2007.<br />
6. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B,<br />
Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of <strong>di</strong>oxin resistance: correlation with<br />
genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894<br />
ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO<br />
L’attività del Dipartimento Ambiente e Salute è de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o dei fattori ambientali<br />
rilevanti per la salute umana. Le principali linee <strong>di</strong> ricerca riguardano la rilevazione <strong>di</strong> fattori<br />
tossici nell’ambiente, la valutazione dell’esposizione umana e dei rischi per la salute, infine lo<br />
stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> tossicità degli inquinanti.<br />
La valutazione della presenza <strong>di</strong> inquinanti nell’ambiente riguarda sia sostanze ben conosciute,<br />
come <strong>di</strong>ossine e PCB, che nuove classi <strong>di</strong> contaminanti “non convenzionali” (interferenti<br />
endocrini, composti “naturali” potenzialmente tossici, e farmaci <strong>di</strong>ffusi nell'ambiente a seguito<br />
dell’utilizzo umano o veterinario). Da questi stu<strong>di</strong> è nato <strong>di</strong> recente un originale campo<br />
d’indagine, che permette <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i consumi <strong>di</strong> droghe d’abuso, attraverso la loro<br />
identificazione e misura nelle acque <strong>di</strong> scarico urbane e nei fiumi. Per la rilevazione <strong>di</strong> queste<br />
sostanze vengono sviluppate e utilizzate tecniche analitiche sofisticate basate sulla spettrometria<br />
<strong>di</strong> massa.<br />
Il Dipartimento è attivo nella valutazione dell’esposizione umana ai composti tossici presenti<br />
nell'ambiente e negli alimenti. La <strong>di</strong>eta, infatti, è la principale fonte <strong>di</strong> inquinanti <strong>di</strong> interesse<br />
prioritario (PCB, <strong>di</strong>ossine e altri interferenti endocrini).<br />
La valutazione del rischio associato a reali situazioni <strong>di</strong> contaminazione ambientale, ha assunto<br />
<strong>di</strong> recente grande importanza. Per rispondere alla crescente richiesta d’informazione, il<br />
Dipartimento svolge un'attività <strong>di</strong> Analisi <strong>di</strong> Rischio tossicologico ed ecotossicologico, basata<br />
su stu<strong>di</strong> in campo e modelli previsionali <strong>di</strong> tossicità. Le attività sui modelli previsionali sono<br />
effettuate in collaborazione con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (US<br />
EPA), nonché con autorità statali <strong>di</strong> alcuni paesi europei, come Italia e Gran Bretagna. Ne è<br />
derivata l’introduzione <strong>di</strong> una piattaforma, VEGA (Virtual models for property Evaluation of<br />
66<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
chemicals within a Global Architecture), liberamente accessibile su internet per la pre<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
proprietà tossicologiche e ambientali.<br />
Vengono inoltre valutati gli effetti tossici <strong>di</strong> contaminanti ambientali sui principali meccanismi<br />
<strong>di</strong> sviluppo del sistema nervoso centrale, attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> modelli animali (in vivo e in<br />
vitro).<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia molecolare vengono utilizzati per identificare fattori genetici e/o<br />
ambientali capaci <strong>di</strong> influenzare il rischio per la salute. Si cercano inoltre nuovi “in<strong>di</strong>catori<br />
biologici” utili all’identificazione <strong>di</strong> soggetti a rischio, per poi in<strong>di</strong>viduare appropriate strategie<br />
<strong>di</strong> prevenzione.<br />
Nel Dipartimento è stata sviluppata una piattaforma tecnologica avanzata <strong>di</strong> proteomica, per<br />
identificare proteine <strong>di</strong>fferenzialmente espresse in vari comparti biologici, in <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni<br />
sperimentali e cliniche. Questo approccio in ambito tossicologico è particolarmente interessante,<br />
perché può portare alla scoperta <strong>di</strong> nuovi bioin<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> effetto tossico o patologia, e<br />
identificare bersagli molecolari e meccanismi alla base della tossicità <strong>di</strong> inquinanti e farmaci.<br />
Per integrare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> proteomica, una nuova <strong>di</strong>sciplina, la metabolomica, è entrata a far parte<br />
degli interessi del Dipartimento. I metaboliti - piccole molecole come amino aci<strong>di</strong>, zuccheri,<br />
grassi, ormoni, etc.- rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività <strong>di</strong><br />
proteine enzimatiche e definiscono il fenotipo biochimico <strong>di</strong> un sistema biologico. L’analisi dei<br />
metaboliti può quin<strong>di</strong> essere vista come un nuovo strumento <strong>di</strong>agnostico ed un mezzo per<br />
conoscere i meccanismi <strong>di</strong> sviluppo delle malattie.<br />
La spettrometria <strong>di</strong> massa è la principale tecnica analitica usata nel Dipartimento, che <strong>di</strong>spone <strong>di</strong><br />
un parco strumentale completo e all’avanguar<strong>di</strong>a. La strumentazione include infatti numerosi<br />
spettrometri <strong>di</strong> massa per gas cromatografia (a bassa ed alta risoluzione, con ionizzazione EI e<br />
CI), per cromatografia liquida (micro e nano LC), e per analisi <strong>di</strong>rette con ionizzazione laser<br />
(MALDI). Gli strumenti utilizzano le tecnologie più nuove sia per la cromatografia liquida<br />
(nano LC su chip) che per la spettrometria <strong>di</strong> massa (strumentazione tandem con tripli<br />
quadrupoli, TOF-TOF, fino alla strumentazione ibrida con trappola ionica lineare ed orbitrap).<br />
Sono inoltre <strong>di</strong>sponibili tecniche <strong>di</strong> ionizzazione elettrospray <strong>di</strong>retta (DESI) per la<br />
caratterizzazione <strong>di</strong> superfici <strong>di</strong> campioni.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
Lo stu<strong>di</strong>o del profilo metabolico plasmatico non supervisionato (untargeted metabolomics) in un<br />
modello sperimentale <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>aco ha consentito <strong>di</strong> identificare specifiche vie metaboliche<br />
le cui alterazioni potrebbero essere coinvolte nell’outcome neurologico della rianimazione<br />
car<strong>di</strong>opolmonare, suggerendo quin<strong>di</strong> potenziali target d’intervento per l’outcome dell’arresto<br />
car<strong>di</strong>aco.<br />
I NDL-PCBs sono importanti fattori <strong>di</strong> rischio per la neurotossicità dello sviluppo, essendo in<br />
grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il profilo proteomico cerebrale con conseguenze negative sulle funzioni<br />
cognitive della prole. In modelli animale.<br />
Identificazione, me<strong>di</strong>ate proteomica accoppiata alla network analysis, <strong>di</strong> nuovi me<strong>di</strong>atori in<br />
grado <strong>di</strong> modulare gli effetti del TCDD sullo sviluppo dell’osso.<br />
La resistenza al cancerogeno ambientale 4-aminobifenile da parte <strong>di</strong> cellule uroteliali umane si<br />
esplica attraversa la deregolazione dei pathways proteici coinvolti nell’apoptosi e nel traffico <strong>di</strong><br />
proteine <strong>di</strong> membrana.<br />
Caratterizzazione del profilo <strong>di</strong> proteine dell'osso in un modello murino <strong>di</strong> osteoporosi.<br />
Caratterizzazione del profilo <strong>di</strong> proteine epatiche in ratti esposti a TCDD.<br />
Identificazione <strong>di</strong> un sottogruppo <strong>di</strong> proteine epatiche <strong>di</strong> ratto in<strong>di</strong>cative della <strong>di</strong>versa<br />
suscettibilità alla <strong>di</strong>ossina.<br />
La presenza <strong>di</strong> addotti del 4-aminobifenile all’emoglobina permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare soggetti non<br />
67<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
fumatori, ad elevato rischio <strong>di</strong> tumori riconducibili all’esposizione a fumo passivo.<br />
Valori <strong>di</strong> riferimento delle frequenze alleliche e genotipiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi geni metabolici in una<br />
popolazione <strong>di</strong> 15000 soggetti controllo.<br />
Il polimorfismo del CYP1A1 mo<strong>di</strong>fica il rischio <strong>di</strong> tumore del polmone.<br />
Modelli virtuali <strong>di</strong>sponibili on-line e simulazioni al computer per la pre<strong>di</strong>zione del valore <strong>di</strong><br />
ecotossicità dei pestici<strong>di</strong> a scopi regolatori.<br />
Nuovi modelli computazionali, <strong>di</strong>sponibili on-line, per la pre<strong>di</strong>zione della tossicità ed<br />
ecotossicità delle sostanze chimiche, in accordo con il regolamento europeo REACH. Questi<br />
strumenti sono stati utilizzati per prevedere le proprietà <strong>di</strong> 4 milioni <strong>di</strong> sostanze chimiche.<br />
Un nuovo strumento per determinare, con alto grado <strong>di</strong> accuratezza, se un composto chimico è<br />
bioaccumulativo, evitando l’uso del modello ittico sperimentale.<br />
Un nuovo modello per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sruptors endocrini attraverso il docking molecolare.<br />
Cancerogenicità, mutagenicità e tossicità acuta nel mammifero, e tossicità negli organismi<br />
acquatici possono essere predetti da modelli con utilizzo <strong>di</strong> reti neurali, algoritmi genetici, data<br />
mining, fuzzy logic.<br />
Un nuovo in<strong>di</strong>ce che integra la caratterizzazione <strong>di</strong> rischio per endpoint umani e eco<br />
tossicologici.<br />
Workflow proteomico/bioinformatico per lo stu<strong>di</strong>o comparato <strong>di</strong> secretomi in linee cellulari<br />
tumorali. Profilo proteomico globale dei secretomi <strong>di</strong> linee cellulari <strong>di</strong> carcinoma pancreatico e<br />
identificazione dei network funzionali perturbati.<br />
L’albumina può <strong>di</strong>ventare fonte <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> antigenici in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> proteinuria e danno renale.<br />
Una nuova metodologia, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombar<strong>di</strong>a, per la<br />
caratterizzazione degli odori ambientali, permette <strong>di</strong> identificare, in situazioni complesse, la<br />
fonte delle emissioni odorigene o il processo responsabile.<br />
Il consumo alimentare <strong>di</strong> quantitativi me<strong>di</strong>o-elevati <strong>di</strong> pesce può causare il superamento dei<br />
limiti <strong>di</strong> sicurezza per l’assunzione giornaliera <strong>di</strong> PCB e sostanze <strong>di</strong>ossino-simili.<br />
Uno stesso alimento può contenere concentrazioni <strong>di</strong> PCB e sostanze <strong>di</strong>ossino-simili <strong>di</strong>verse in<br />
<strong>di</strong>fferenti paesi dell’UE.<br />
Identificazione <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> droghe d'abuso e loro metaboliti nelle acque <strong>di</strong> scarico urbane e <strong>di</strong><br />
superficie, e utilizzo dei livelli per lo stu<strong>di</strong>o dei consumi <strong>di</strong> droghe nella popolazione.<br />
Dimostrazione che tra il 2008 e il 2009, a Milano, si è ridotto significativamente il consumo <strong>di</strong><br />
cocaina ed eroina ed è aumentato quello <strong>di</strong> metamfetamina.<br />
Dimostrazione dei rischi associati all’inquinamento ambientale da farmaci.<br />
Identificazione <strong>di</strong> specifiche leggi fisiche che regolano l’inquinamento ambientale da farmaci<br />
(carico ambientale, bilancio <strong>di</strong> massa).<br />
Caratterizzazione della <strong>di</strong>stribuzione dei valori <strong>di</strong> assunzione attraverso la <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ossine,<br />
PCB <strong>di</strong>ossino-simili e PCB non <strong>di</strong>ossino-simili nella popolazione generale italiana.<br />
L'assunzione <strong>di</strong> PCB è maggiore attraverso il consumo <strong>di</strong> pesce allevato rispetto al pesce libero,<br />
a causa del maggior contenuto <strong>di</strong> grasso nel pesce allevato.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> nuovi meto<strong>di</strong> in spettrometria <strong>di</strong> massa per la misura selettiva <strong>di</strong> farmaci e droghe<br />
d’abuso in campioni ambientali.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> metodologie innovative per la caratterizzazione degli odori ambientali e per<br />
l'inquinamento olfattivo e la sua tossicità.<br />
Un antagonista <strong>di</strong> TLR4 estratto da cianobatteri (VB3323) ha effetti antinfiammatori e<br />
neuroprotettivi in colture primarie <strong>di</strong> midollo spinale <strong>di</strong> topo e in un modello animale <strong>di</strong><br />
degenerazione spontanea del motoneurone (topo Wobbler).<br />
68<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
AMA Roma<br />
ARPA Emilia Romagna<br />
ARPA Veneto<br />
ASL Bergamo<br />
ASL Brescia<br />
ASL Cagliari<br />
ASL Como<br />
ASL Cremona<br />
ASL Lecco<br />
ASL Lo<strong>di</strong><br />
ASL Milano<br />
ASL Milano 1<br />
ASL Milano 2<br />
ASL Monza Brianza<br />
ASL Napoli<br />
ASL Vallecamonica-Sebino<br />
ASL Varese<br />
Centro Reach Srl<br />
CLIR Spa Lomellina<br />
CNR – IRSA<br />
Comune <strong>di</strong> Peschiera del Garda (BS)<br />
Comune <strong>di</strong> Rosignano Marittimo (LI)<br />
Comune <strong>di</strong> Sant’Urbano (PD)<br />
CSRA-Asti<br />
Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />
Federchimica<br />
Fondazione 'S. Maugeri'<br />
INRAN-<strong>Istituto</strong> Nazionale <strong>di</strong> Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione<br />
ISPO, Firenze<br />
<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
I.Z.S.L.T - <strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana<br />
Metropolitana Milanese<br />
Mineracqua<br />
Ministero dell'Ambiente<br />
Ministero della Salute<br />
Ministero dello Sviluppo Economico<br />
Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Politecnico <strong>di</strong> Torino<br />
Provincia <strong>di</strong> Vercelli<br />
Provincia Pordenone<br />
Rotary Club Sirmione (BS)<br />
Stazione Sperimentale dei Combustibili, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Genova<br />
69<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli "Federico II"<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma "La Sapienza"<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino<br />
Università dell’Insubria, Varese<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
BASF Agricultural Centre, Limburgerhof, Germania<br />
CEFIC, European Chemical Industry Council, Bruxelles, Belgio<br />
Centre for Environmental Policy, Imperial College, Londra, Gran Bretagna<br />
Danish Institute of Agricultural Sciences, Research Centre Foulum, Tjele, Danimarca<br />
Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of<br />
Pharmacy, Danimarca<br />
Department of Computer Science and Engineering, University of Galati, Romania<br />
Department of Electrical and Computer Engineering, University of Patras, Grecia<br />
Department of Environmental Health, National Public Health Institute, Kuopio, Finlan<strong>di</strong>a<br />
Department of Environmental Science, Faculty of Science and Technology, Aarhus University,<br />
Aarhus, Finlan<strong>di</strong>a<br />
Department of Epidemiology & Public Health, Imperial College, Londra, Gran Bretagna<br />
Department of Inland Fisheries, Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries, Berlino,<br />
Germania<br />
Department of Molecular Biology, University of Bergen, Bergen, Norvegia<br />
Department of Organic Chemistry, Universidad de Ca<strong>di</strong>z, Ca<strong>di</strong>ce, Spagna<br />
Environmental Chemistry, IIQAB-CSIC, Barcellona, Spagna<br />
Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine and<br />
Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania<br />
Environmental Protection Agency, US EPA - National Risk Management Research Laboratory<br />
(NRMRL), Cincinnati OH, USA<br />
European Chemicals Agency, ECHA, Helsinki, Finlan<strong>di</strong>a<br />
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Ad<strong>di</strong>ction (EMCDDA), Lisbona, Portogallo<br />
Faculté de Mé<strong>di</strong>cine et de Pharmacie, Université de Mons-Hainaut, Mons, Belgio<br />
Faculty of Veterinary Me<strong>di</strong>cine, Utrecht University, Utrecht, Olanda<br />
Food and Environment Research Agency, York, Gran Bretagna<br />
Forschungzentrum Jülich Gmbh, Jülich, Germania<br />
Helmholtz-Zentrum für Umweltforschung UFZ, Lipsia, Germania<br />
In Vitro Testing Industrial Platform, Tres Cantos (Madrid), Spagna<br />
Institute of Environmental Assessment and Water Research (IDAEA-CSIC) Barcellona, Spagna<br />
Institute of Environmental Me<strong>di</strong>cine, Karolinska Institute, Stoccolma, Svezia<br />
Institute of Pharmaceutical Chemistry, University of Pécs, Pecs, Ungheria<br />
Institute of Phytome<strong>di</strong>cine, Biological Control, Horticulture and Nematology, Vienna, Austria<br />
Institute of Soil Science and Plant Cultivation, Pulawy, Polonia<br />
Inter<strong>di</strong>sciplinary Nanotoxicity Center, Department of Civil and Environmental Engineering,<br />
Jackson State University, Jackson, Mississippi, USA<br />
70<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Interuniversitaeres Forchunginstitut fuer Agrarbiotechnologie, Tulln, Austria<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica <strong>di</strong> São Carlos, Università <strong>di</strong> São Paulo, Brasile<br />
KnowledgeMiner Software, Berlino, Germania<br />
KWR Water cycle Research Institute (KWR) Utrecht, Olanda<br />
Laboratory of Chemometrics & Bioinformatics, University of Orléans, Orléans, Francia<br />
Laboratory of Neurobiology, Centro de Investigation Principe Felipe, Valencia, Spagna<br />
Lithuanian Institute of Agricultrure, Vilnius, Lituania<br />
Liverpool John Moores University, Liverpool, Gran Bretagna<br />
National Institute of Chemistry, Kemijski Institut Ljubljana, Lubiana, Slovenia<br />
Natural Resources Research Institute, University of Minnesota, Duluth, USA<br />
National Institute for Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, Olanda<br />
Norwegian Institute for Water Research (NIVA), Oslo, Norvegia<br />
Pesticide Safety Directorate, York, Gran Bretagna<br />
Plant Protection Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ungheria<br />
PublicSpace Ltd, Lancaster, Gran Bretagna<br />
Research Institute for Pesticides and Water, University Jaume I Castellón, Spagna<br />
Rudjer Boskovic Institute, Zagabria, Croazia<br />
School of Biome<strong>di</strong>cal Sciences, University of Ulster, Coleraine, Gran Bretagna<br />
SETAC Europe, Bruxelles, Belgio<br />
Symlog, Parigi, Francia<br />
Syngenta Crop Protection AG, Basilea, Svizzera<br />
Technische Universitaet Dresden, Dresda, Germania<br />
TNO, Delft, Olanda<br />
Toxicological Centre, Department of Pharmaceutical Sciences, University of Antwerp, Anversa,<br />
Belgio<br />
Unit of Environmental Risk and Health, Flemish Institute for Technological Research,<br />
Boeretang, Belgio<br />
Universitat Politècnica de Catalunya, Barcellona, Spagna<br />
Universitat Rovira i Virgili, Tarragona, Spagna<br />
University of Bath, Bath, Gran Bretagna<br />
University of Paris ‐ Sud 11, Parigi, Francia<br />
University of Santiago de Compostela, Santiago de Compostela, Spagna<br />
University of Tartu, Tartu, Estonia<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Journal of Environmental Science and Health, Part B (Emilio Benfenati), Journal of<br />
Environmental Science and Health, Part C (Emilio Benfenati), International Journal of<br />
Computational Intelligence (Emilio Benfenati), International Journal of Information Technology<br />
(Emilio Benfenati), International Journal of Signal Processing (Emilio Benfenati), Chemistry<br />
Central Journal (Emilio Benfenati), Current Computer Aided Drug Design (Emilio Benfenati),<br />
Advances in Chemoinformatics and Computational Methods (Emilio Benfenati), Frontiers<br />
(Emilio Benfenati), The Open Toxinology Journal ((Emilio Benfenati), The Open Biomarkers<br />
Journal (Luisa Airol<strong>di</strong>).<br />
ATTIVITA’ DI REVISIONE<br />
Ad<strong>di</strong>ction, Analytical Chemistry, Analytical and Bioanalytical Chemistry, Chemical Biology &<br />
Drug Design, Chemical Research Toxicology, Chemometrics and Intelligent Laboratory<br />
Systems, CHEMOLAB, Chemosphere, Clinical Biochemistry, Drug and Alcohol Dependence,<br />
71<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Environment International, Environmental Pollution, Environmental Modeling & Software,<br />
Environmental Science & Technology, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Chemical<br />
Information and Modeling, Journal of Environmental Monitoring, Journal of Food Composition<br />
and Analysis, International Journal of Molecular Science, Journal Computer-Aided Molecular<br />
Design, Journal of Environmental Monitoring, Journal of Hazardous Materials, Journal of<br />
Neuroscience Research, Molecular Diversity, Royal Society's Philosophical Transactions,<br />
Toxicology Letters, Waste Management, Water Research, International Journal of<br />
Environmental Analytical Chemistry, Molecular Nutrition and Food Research, Journal of<br />
Chromatography A, The Open Biomarkers Journal, The Open Biomarkers Journal, Revisione<br />
esterna <strong>di</strong> documenti scientifici dell’EFSA.<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
CCPF - Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero della Salute, Ministero<br />
dell'Ambiente)<br />
ECCO - European Commission Coor<strong>di</strong>nation<br />
EFSA - European Food Safety Authority<br />
IGQ - Commissione Ambiente e Commissione Sicurezza<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
ORCHESTRA Workshop “REACH & QSAR: What can we learn from case stu<strong>di</strong>es”, <strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Farmacologìche <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Milano, Italia, 6 aprile 2011.<br />
ORCHESTRA Course on In Silico Methods, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>,<br />
Milano, Italia, 5 e 7 aprile 2011.<br />
Organizzazione, come Capofila del Comitato Locale (Emilio Benfenati), del 21° Convegno<br />
Annuale SETAC Europe, Milano, Italia, 15-19 maggio 2011.<br />
59th American Society for Mass Spectrometry Conference, Environmental Interest Group,<br />
Denver, CO, USA, 3 giugno 2011.<br />
Training Workshop on QSAR as a Tool in Chemical Risk Assessment, Lisbona, Portogallo, 20<br />
giugno 2011.<br />
Incontro del Gruppo italiano <strong>di</strong> lavoro sui meto<strong>di</strong> QSAR per il REACH, Ministero della Salute,<br />
Roma, Italia, 19 settembre 2011.<br />
Workshop "REACH & QSAR Models for Environment: Discussion based on Case Stu<strong>di</strong>es to<br />
improve Documentation and Acceptance", Umweltbundesamt, Dessau-Roßlau, Germania, 22<br />
novembre 2011.<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
EMCDDA meeting on Wastewater Analysis (a potential tool for monitoring illicit drugs),<br />
Lisbona, Portogallo, 28 gennaio 2011.<br />
72<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
6° Conferenza Sicurezza Prodotti: REACH, Milano, Italia, 3 febbraio 2011.<br />
Risk assessment. Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione per l'ambiente e per l'uomo. Settimana Ambiente 2011,<br />
Milano, Italia, 21-25 febbraio 2011.<br />
Annual meeting of the Society of Toxicology, Washington DC, Stati Uniti, 6-10 marzo 2011.<br />
I Workshop EU project JUST/2010/DPIP/AG/1410: New methodological tools for policy and<br />
programme evaluation,. Roma, Italia, 7-9 marzo 2011.<br />
OSIRIS ITS Stakeholder Workshop, Lipsia, Germania, 8-9 marzo 2011.<br />
ORCHESTRA Workshop “REACH & QSAR: What can we learn from case stu<strong>di</strong>es”, <strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Milano, Italia, 6 aprile 2011.<br />
ORCHESTRA Course on In Silico Methods, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>,<br />
Milano, Italia, 5 e 7 aprile 2011.<br />
IEEE Symposium Series on Computational Intelligence, Parigi, Francia, 11-15 aprile 2011.<br />
Conferenza InterMaster “ Caratterizzazione tossicologica delle sostanze chimiche: prepararsi al<br />
futuro con l’esperienza maturata nel 2010 per il REACH”, Pavia, Italy, 7 maggio 2011.<br />
21° Convegno Annuale SETAC Europe, Milano, Italia, 15-19 maggio 2011.<br />
14th International Workshop on QSAR in Environmental and Health Sciences, Montreal,<br />
Canada, 24-28 maggio 2011.<br />
59th American Society for Mass Spectrometry Conference, Denver, CO, USA, 5-9 giugno<br />
2011.<br />
Training Workshop on QSAR as a Tool in Chemical Risk Assessment, Lisbona, Portogallo, 20<br />
giugno 2011.<br />
2° Scuola Nazionale <strong>di</strong> Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Il presente e il futuro,<br />
Feltre (Belluno), Italia, 4-8 luglio 2011.<br />
RECETO PhD course: Use of QSAR models - practical use of the CAESAR models for<br />
legislative purposes (e.g. REACH legislation), Copenhagen, Danimarca, 23 agosto 2011.<br />
EUROTOX 2011 - 47th Congress of the European Societies of Toxicology, Parigi, Francia, 28-<br />
31 agosto 2011.<br />
CMTPI 2011 - 6th International Symposium on Computational Methods in Toxicology and<br />
Pharmacology Integrating Internet Resources, Maribor, Slovenia, 3-7 settembre 2011.<br />
II Workshop EU project JUST/2010/DPIP/AG/1410: New methodological tools for policy and<br />
programme evaluation, Roma, Italia, 19-21 settembre 2011.<br />
73<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Workshop "REACH & QSAR Models for Environment: Discussion based on Case Stu<strong>di</strong>es to<br />
improve Documentation and Acceptance", Umweltbundesamt, Dessau-Roßlau, Germania, 22<br />
novembre 2011.<br />
Sar<strong>di</strong>nia 2011 13th International Waste Management and Landfill Symposium, S. Margherita <strong>di</strong><br />
Pula (CA), Italia, 3-7 ottobre 2011.<br />
4th RISKCYCLE Workshop “Sustainable Waste Management of ad<strong>di</strong>tives in products: A<br />
global challenge”, Dehli, In<strong>di</strong>a, 12-13 ottobre 2011.<br />
Expert Meeting of EUROECOTOX on the use of alternative methods, Lipsia, Germania, 17-18<br />
ottobre 2011.<br />
Workshop "Incenerimento e qualità dell‘aria", Bolzano, Italia, 24 ottobre 2011.<br />
6th Meeting of the OECD QSAR Toolbox Management Group, Berlino, Germania, 26-27<br />
ottobre 2011.<br />
Drugs in the environment. Ecopharmacovigilance for better health. Londra, Gran Bretagna, 31<br />
ottobre 2011.<br />
American Heart Association, Orlando, Florida, USA, 12-15 novembre 2011.<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
A2A Brescia<br />
ACEGAS S.p.A, Trieste<br />
AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane)<br />
AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari)<br />
AMA, Roma<br />
ASL Cagliari<br />
ASL Como<br />
ASL Mantova<br />
ASL Napoli 2<br />
ASSOFOODTEC/UCIMAC (Costruttori Italiani Macchine per Caffè Espresso ed Attrezzature<br />
per Bar)<br />
BASF Italia S.r.l.<br />
Bergamo Pulita S.r.l.<br />
Bluegreen Biotech<br />
Bracco Imaging Spa<br />
Cambrex, Paullo (MI)<br />
Catanzaro Costruzioni S.r.l.<br />
Chemservice S.r.l.<br />
CLIR S.p.A.<br />
COGEIDE S.p.A.<br />
COOP Italia<br />
CSRA<br />
74<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Comune <strong>di</strong> Gorla Maggiore (VA)<br />
Comune <strong>di</strong> Lomello (PV)<br />
Comune <strong>di</strong> Mazzano e Rezzato (BS)<br />
Comune <strong>di</strong> Rosignano Marittimo (LI)<br />
Comune <strong>di</strong> Sant’Urbano (PD)<br />
Consorzio Quadrifoglio S.p.A.<br />
Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />
ECODECO S.r.l.<br />
EnergyGreen S.r.l.<br />
European Commission ( ANTARES, ORCHESTRA, OSIRIS, RISKCYCLE, ToxBank)<br />
Federchimica, Milano<br />
FIAT Auto S.p.A.<br />
Fondazione CARIPLO, Milano<br />
Fondazione Italo Monzino, Milano<br />
Gruppo CSA, S.p.a. Rimini (RN)<br />
HERA S.p.A. (Hol<strong>di</strong>ng Energia Risorse Ambiente)<br />
INDENA S.p.A.<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma<br />
I.Z.S.L.T - <strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana<br />
Lachifarma, Zollino (LE)<br />
Ministero dell'Ambiente, Italia<br />
Ministero della Salute, Italia<br />
Nufarm S.A.S., Francia<br />
Oxon Italia S.p.A., Pero (MI)<br />
Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Provincia <strong>di</strong> Pordenone<br />
Provincia <strong>di</strong> Vercelli<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
SO.GE.NU.S. S.p.A<br />
Tenacta Group<br />
TM.E. S.p.A.<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
Veolia Servizi Ambientali S.p.A.<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Brunelli L, Campagna R, Airol<strong>di</strong> L, Cauli O, Llansola M, Boix J, Felipo V, Pastorelli R<br />
Exploratory investigation on nitro- and phospho-proteome cerebellum changes in hyperammonemia and hepatic<br />
encephalopathy rat models.<br />
Metab Brain Dis 2011 E-pub<br />
Campagna R, Brunelli L, Airol<strong>di</strong> L, Fanelli R, Hakansson H, Heimeier R A, De Boever P, Boix J, Llansola M, Felipo<br />
V, Pastorelli R<br />
Cerebellum proteomics addressing the cognitive deficit of rats perinatally exposed to the food-relevant<br />
polychlorinated biphenyl 138<br />
Toxicol Sci 2011 123 : 170-179<br />
Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Di Giandomenico S, Erba E, Ubezio P, Broggini M<br />
Combination of PI3K/mTOR inhibitors: antitumor activity and molecular correlates<br />
Cancer Res 2011 E-pub<br />
Fjodorova N, Novich M, Roncaglioni A, Benfenati E<br />
75<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Evaluating the applicability domain in the case of classification pre<strong>di</strong>ctive models for carcinogenicity based on the<br />
counter propagation artificial neural network<br />
J Comput Aid Mol Des 2011 25 : 1147-1158<br />
Gonella Diaza R, Roncaglioni A, Benfenati E<br />
In silico approaches to screening <strong>di</strong>etary endocrine <strong>di</strong>sruptors<br />
in: Pongratz I, Vikstrom Bergander L (Eds.), Hormone-<strong>di</strong>sruptive chemical contaminants in food, Royal Society of<br />
Chemistry, Cambridge (2011), 170-183<br />
Milan C, Schifanella O, Roncaglioni A, Benfenati E<br />
Comparison and possible use of in silico tools for carcinogenicity within REACH legislation<br />
J Environ Sci Health C 2011 29 : 300-323<br />
Benfenati E, Gonella Diaza R, Cassano Antonio, Pardoe S, Gini G, Mays C, Knauf R, Benighaus L<br />
The acceptance of in silico models for REACH: Requirements, barriers, and perspectives<br />
Chem Cent J 2011 5 : 58<br />
Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynski J<br />
SMILES-based QSAR approaches for carcinogenicity and anticancer activity: Comparison of correlation weights for<br />
identical SMILES attributes<br />
Anti-Cancer Agents in Me<strong>di</strong>cinal Chemistry 2011 11 : 974-982<br />
Toropov A A, Toropova A P, Martyanov S E, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynski J<br />
Comparison of SMILES and molecular graphs as the representation of the molecular structure for QSAR analysis for<br />
mutagenic potential of polyaromatic amines<br />
Chemometrics Intelligent Laboratory System 2011 109 : 94-100<br />
Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Celeste G, Lo<strong>di</strong> M, Rotella G, Senese V, Fanelli R<br />
Concentrations of PCDD/PCDF in soil close to a secondary aluminum smelte<br />
Chemosphere 2011 85 : 1719-1724<br />
Casalegno M, Benfenati E, Sello G<br />
Identification of toxifying and detoxifying moieties for mutagenicity pre<strong>di</strong>ction by priority assessment<br />
J Chem Inf Model 2011 51 : 1564-1574<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynski J<br />
CORAL: Quantitative Structure–Activity Relationship models for estimating toxicity of organic compounds in rats<br />
J Comput Chem 2011 42 : 2727-2733<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksi J<br />
QSAR modeling of anxiolytic activity taking into account the presence of keto- and enol-tautomers by balance of<br />
correlations with ideal slopes<br />
Cent Eur J Chem 2011 9 : 846-854<br />
Adler S, Basketter D, Creton S, Pelkonen O, Van Benthem J, Zuang V, Andersen K E, Angers-Loustau A, Aptula A<br />
O, Bal-Price A, Benfenati E, Bernauer U, Bessems J, Bois F Y, Boobis A, Brandon E, Bremer S, Broschard T, Casati<br />
S, Coecke S, Corvi R, Cronin M T D, Daston G, Dekant W, Felter S, Grignard E, Gundert-Remy U, Heinonen T,<br />
Kimber I, Kleinjans J, Komulainen H, Kreiling R, Kreysa J, Leite S B, Loizou G, Maxwell G, Mazzatorta P, Munn S,<br />
Pfuhler S, Phrakonkham P, Piersma A, Poth A, Prieto P, Repetto G, Rogiers V, Schoeters G, Schwarz M, Serafimova<br />
R, Tahti H, Testai E, Van Delft J, van Loveren H, Vinken M, Worth A, Zal<strong>di</strong>var J<br />
Alternative (non-animal) methods for cosmetics testing: current status and future prospects-2010<br />
Arch Toxicol 2011 85 : 367-485<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G<br />
Simplified Molecular Input-Line Entry System and International Chemical Identifier in the QSAR Analysis of<br />
Styrylquinoline Derivatives as HIV-1 Integrase Inhibitors<br />
Chem Biol Drug Des 2011 77 : 343-360<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksi J<br />
CORAL: Quantitative Structure–Activity Relationship models for estimating toxicity of organic compounds in rats<br />
J Comput Chem 2011 42 : 2727-2733<br />
76<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Baderna D, Maggioni S, Boriani E, Gemma S, Molteni M, Lombardo A, Colombo A, Bordonali S, Rotella G, Lo<strong>di</strong><br />
M, Benfenati E<br />
A combined approach to investigate the toxicity of an industrial landfill’s leachate: chemical analyses, risk<br />
assessment and in vitro assays<br />
Environmental Research 2011 111 : 603-613<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G, Leszczynska D, Leszczynksy J<br />
CORAL: QSPR models for solubility of [C60] and [C70] fullerene derivatives<br />
Mol Divers 2011 15 : 249-256<br />
Benfenati E, Toropov A A, Toropova A P, Manganaro A, Gonella Diaza R<br />
CORAL Software: QSAR for Anticancer Agents<br />
Chem Biol Drug Des 2011 77 : 471-476<br />
Toropov A A, Toropova A P, Lombardo A, Roncaglioni A, Benfenati E, Gini G<br />
CORAL: Buil<strong>di</strong>ng up the model for bioconcentration factor and defining it’s applicability domain<br />
Eur J Med Chem 2011 46 : 1400-1403<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G<br />
Co-evolutions of correlations for QSAR of toxicity of organometallic and inorganic substances: An unexpected good<br />
pre<strong>di</strong>ction based on a model that seems untrustworthy<br />
Chemometrics Intelligent Laboratory System 2011 105 : 215-219<br />
Toropova A P, Toropov A A, Gonella Diaza R, Benfenati E, Gini G<br />
Analysis of the co-evolutions of correlations as a tool for QSAR-modeling of carcinogenicity: an unexpected good<br />
pre<strong>di</strong>ction based on a model that seems untrustworthy<br />
Cent Eur J Chem 2011 9 : 166-174<br />
Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Gini G<br />
QSAR for modelling toxicity of inorganic substances to rats by means of CORAL<br />
Cent Eur J Chem 2011 9 : 75-85<br />
Ferrari T, Gini G, Golbamaki Bakhtyari N, Benfenati E<br />
Mining toxicity structural alerts from SMILES: A new way to derive structure activity relationships<br />
in: Proc. 2011 IEEE Symposium on Artificial Life (IEEE Symposium Series on Computational Intelligence - SSCI<br />
2011), April 11-15, 2011, Paris, France, IEEE 2011, ISBN: 978-1-4577-0470-3<br />
Canta A, Chiorazzi A, Carozzi V, Meregalli C, Oggioni N, Sala B, Crippa L, Avezza F, Forestieri D, Rotella G,<br />
Zucchetti M, Cavaletti G<br />
In vivo comparative study of the cytotoxicity of a liposomal formulation of cisplatin (lipoplatin)<br />
Cancer Chemother Pharmacol 2011 68 : 1001-1008<br />
De Paola M, Visconti L, Vianello E, Mattana F, Banfi G, Corsi M M, Beghi E, Mennini T<br />
Circulating cytokines and growth factors in professional soccer players: correlation with in vitro-induced motor<br />
neuron death<br />
Eur J Neurol 2011 18 : 85-92<br />
Scaglia B, Orzi V, Artola A, Font X, Davoli E, Sanchez A, Adani F<br />
Odours and volatile organic compounds emitted from municipal solid waste at <strong>di</strong>fferent stage of decomposition and<br />
relationship with biological stability<br />
Bioresour Technol 2011 102 : 4638-4645<br />
Martinez Bueno M J, Ucles S, Hernando M D, Davoli E, Fernandez-Alba A<br />
Evaluation of selected ubiquitous contaminants in the aquatic environment and their transformation products. A pilot<br />
study of their removal from a sewage treatment plant<br />
Water Res 2011 45 : 2331-2341<br />
Vannini C, Domingo G, Marsoni M, De Mattia F, Labra M, Castiglioni S, Bracale M<br />
Effects of a complex mixture of therapeutic drugs on unicellular algae Pseudokirchneriella subcapitata<br />
Aquat Toxicol 2011 101 : 459-465<br />
Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R<br />
77<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
The effect of waste combustion on the occurrence of polychlorinated <strong>di</strong>benzo-p-<strong>di</strong>oxins (PCDDs), polychlorinated<br />
<strong>di</strong>benzofurans (PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy<br />
Chemosphere 2011 82 : 1-8<br />
Castiglioni S, Bagnati R, Melis M, Panawennage D, Chiarelli M P, Fanelli R, Zuccato E<br />
Identification of cocaine and its metabolites in urban wastewater and comparison with the human excretion profile in<br />
urine<br />
Water Res2011 45 : 5141-5150<br />
Zuccato E, Castiglioni S, Tettamanti M, Olandese R, Bagnati R, Melis M, Fanelli R<br />
Changes in illicit drug consumption patterns in 2009 detected by wastewater analysis<br />
Drug Alcohol Depend 2011 118 : 464-469<br />
Van Nuijs A L N, Castiglioni S, Tarcomnicu I, Postigo C, Lopez de Alda M J, Neels H, Zuccato E, Barcelo D,<br />
Covaci A<br />
Illicit drug consumption estimations derived from wastewater analysis: A critical review<br />
Sci Total Environ 2011 409 : 3564-3577<br />
Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E<br />
PCDD/Fs and <strong>di</strong>oxin-like PCBs in human milk and estimation of infants daily intake: A review<br />
Chemosphere 2011 83 : 774-782<br />
Melis M, Castiglioni S, Zuccato E<br />
Metabolism and excretion of illicit drugs in humans.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hoboken, 31-52 (2011)<br />
Bagnati R, Davoli E<br />
Analytical methods for the detection of illicit drugs in wastewaters and surface waters.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hoboken,55-67 (2011)<br />
Castiglioni S, Zuccato E<br />
Occurrence of illicit drugs in wastewater and surface water in Italy.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hobokenm, 137-151 (2011)<br />
Zuccato E, Castiglioni S<br />
Assessing illicit drug consumption by wastewater analysis: History, potential, and limitation of a novel approach.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hoboken, 291-304 (2011)<br />
Panawennage D, Castiglioni S, Zuccato E, Davoli E, Chiarelli M P<br />
Measurement of illicit drug consumption in small populations: Prognosis for noninvasive drug testing of student<br />
populations.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hoboken, 321-331 (2011)<br />
Fanelli R<br />
Conclusions and future perspectives.<br />
In: Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using<br />
mass spectrometry, Wiley, Hoboken , 335-338 (2011)<br />
Melis M, Zuccato E<br />
Analysis of PCBs in food.<br />
In: Nollet L M L (Ed.), Analysis of endocrine <strong>di</strong>srupting compounds in food, Wiley, Chichester, 19-48 (2011)<br />
Sala F, Livi V, Cereda R, Bagnati R, D'Incalci M, Zucchetti M<br />
Development and validation of a high-performance liquid chromatography-tandem mass spectrometry method for the<br />
determination of the novel proteasome inhibitor CEP-18770 in human plasma and its application in a clinical<br />
pharmacokinetic study<br />
J Mass Spectrom 2011 46 : 1039-1045<br />
Cod: 13269<br />
78<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Bonati M, Severino F, Bagnati R, Carrà A, Fanelli R<br />
Millet-porridge with Artemisia annua as first aid for African children with malaria<br />
Journal Alternative Complementary Me<strong>di</strong>cine 2011 17 : 371-373<br />
Sulaiman G M, Al Sammarrae K W, Ad'hiah A H, Zucchetti M, Frapolli R, Bello E, Erba E, D'Incalci M, Bagnati R<br />
Chemical characterization of Iraqi propolis samples and assessing their antioxidant potentials<br />
Food Chem Toxicol 2011 49 : 2415-2421<br />
Fattore E, Paiano V, Borgini A, Tittarelli A, Bertol<strong>di</strong> M, Crosignani P G, Fanelli R<br />
Human health risk in relation to air quality in two municipalities in an industrialized area of Northern Italy<br />
Environ Res 2011 111 : 1321-1327<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2011)<br />
Capelli L, Sironi S, Davoli E, Valutazione <strong>di</strong> impatto olfattivo e tossicologico delle emissioni <strong>di</strong> odore: il caso <strong>di</strong><br />
Terni<br />
In: M.C. Aprea, R. Demi, S. Luzzi, A. Peretti, G. Sciarra (Eds.), Atti del 28° Congresso Nazionale AIDII, 22-24<br />
giugno 2011, Ravenna, Italia. Tipografia PI-ME E<strong>di</strong>trice, Pavia, 2011, 287-293<br />
Capelli L, Sironi S, Davoli E, Risultati della valutazione <strong>di</strong> tossicità delle emissioni odorigene nella Conca Ternana<br />
In: Atti della giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ”Impatto odorigeno: lo stato dell’arte in Italia. Aspetti tecnici e nuovi sviluppi<br />
normativi”, Rapporti G.S.I.S.R. N. 253 05/11, 05 maggio 2011, Milano, Italy, 2011, 102-116<br />
ALTRE PUBBLICAZIONI (2011)<br />
Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R (Eds), Illicit drugs in the environment: Occurrence, analysis, and fate using mass<br />
spectrometry, Wiley, Hoboken, 2011<br />
Bilitewski B, Barcelo D, Darbra R M, v.d. Voet E, Belhaj M, Benfenati E, Grundmann V, Report on the 1st<br />
workshop of the RISKCYCLE coor<strong>di</strong>nation action. Hanoi, Vietnam, 4–5 May 2010, Environ Sci Pollut Res 2011 18 :<br />
827-828<br />
ATTIVITA’ DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Molecolare<br />
Analisi proteomica<br />
I meto<strong>di</strong> prevalentemente usati per l’analisi del proteoma prevedono la separazione delle<br />
proteine me<strong>di</strong>ante elettroforesi mono- e bi<strong>di</strong>mensionale, l’isolamento delle specie proteiche<br />
d’interesse, la loro <strong>di</strong>gestione con enzimi proteolitici e la loro identificazione me<strong>di</strong>ante<br />
spettrometria <strong>di</strong> massa (MALDI-TOF MS, MALDI-TOF-TOF MS, LC-ESI-MS/MS)<br />
accoppiata all’uso <strong>di</strong> banche dati. In alternativa alla elettroforesi, le miscele <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> ottenuti<br />
dopo <strong>di</strong>gestione con proteasi specifiche vengono separate me<strong>di</strong>ante cromatografia liquida<br />
bi<strong>di</strong>mensionale.<br />
Proteomica in Tossicologia<br />
Sono in corso stu<strong>di</strong> sulle mo<strong>di</strong>ficazioni del profilo proteico indotto da composti tossici<br />
ambientali, allo scopo <strong>di</strong> identificare in<strong>di</strong>catori proteici che abbiano la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />
79<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
due o più stati biologici <strong>di</strong>versi. In particolare, le mo<strong>di</strong>ficazioni del profilo proteico indotte da<br />
interferenti endocrini, estrogeni o cancerogeni ambientali in tessuti e organi bersaglio <strong>di</strong> animali<br />
e in cellule sono messe in relazione con eventuali cambiamenti funzionali che determinano<br />
l'effetto tossico.<br />
Proteomica Clinica<br />
L’attività del laboratorio in questo ambito è mirata allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni qualitative e<br />
quantitative del proteoma <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> biologici umani, soprattutto plasma, in risposta a esposizione<br />
a composti tossici ambientali o in particolari con<strong>di</strong>zioni patologiche. Lo scopo principale è<br />
quello <strong>di</strong> identificare nuovi in<strong>di</strong>catori che permettano la <strong>di</strong>agnosi precoce delle malattie e/o la<br />
scoperta <strong>di</strong> nuovi bersagli terapeutici.<br />
Analisi <strong>di</strong> processi biologici<br />
Per una interpretazione funzionale dei dati <strong>di</strong> proteomica e la <strong>di</strong>ssezione dei meccanismi<br />
molecolari che sottendono l’espressione <strong>di</strong>fferenziale delle proteine, vengono utilizzate varie<br />
piattaforme bioinformatiche tra cui il software MetaCore ((GeneGo Inc., USA) per l’analisi <strong>di</strong><br />
pathways biologicie la costruzione <strong>di</strong> network proteici.<br />
Metabolomica<br />
L’approccio metabolomico è stato recentemente introdotto nel laboratorio e comporta la misura<br />
quantitativa dei profili metabolici <strong>di</strong> un organismo allo scopo <strong>di</strong> caratterizzare la risposta<br />
all’esposizione a stimuli patofisiologici esogeni o endogeni o a mo<strong>di</strong>ficazioni genetiche. I<br />
metaboliti rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività enzimatica e<br />
includono piccole molecole come amino aci<strong>di</strong>, zuccheri, grassi, ormoni, etc., che definiscono il<br />
fenotipo biochimico <strong>di</strong> un sistema biologico. I metaboliti sono estratti dai campioni biologici<br />
(generalmente plasma o urine) me<strong>di</strong>ante estrazione in fase solida ed analizizzati me<strong>di</strong>ante HPLC<br />
accoppiata alla spettrometria <strong>di</strong> massa ad alta risoluzione.<br />
L’integrazione con i dati <strong>di</strong> proteomica può fornire le informazioni necessarie per conoscere<br />
meglio i processi <strong>di</strong> sviluppo delle malattie e per in<strong>di</strong>viduare misure preventive.<br />
Epidemiologia Molecolare<br />
L'attività del laboratorio è mirata alla misura degli in<strong>di</strong>catori biologici usati per determinare<br />
l’esposizione umana a composti tossici ambientali. In particolare viene stu<strong>di</strong>ata la formazione <strong>di</strong><br />
addotti al DNA o alle proteine del sangue <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi cancerogeni ambientali. I livelli <strong>di</strong> addotti<br />
sono messi in relazione alla presenza <strong>di</strong> polimorfismi <strong>di</strong> geni che co<strong>di</strong>ficano per enzimi<br />
coinvolti nel metabolismo dei composti in esame. Lo stu<strong>di</strong>o dei genotipi è basato sull'analisi dei<br />
polimorfismi dei frammenti <strong>di</strong> restrizione, dopo amplificazione –me<strong>di</strong>ante la reazione a catena<br />
della polimerasi– <strong>di</strong> specifiche sequenze nucleoti<strong>di</strong>che dei geni in esame.<br />
L'importanza dei fattori genetici nel determinare la suscettibilità umana agli agenti cancerogeni<br />
ambientali, ha promosso una cooperazione a livello internazionale avente lo scopo <strong>di</strong> reperire<br />
dati <strong>di</strong> riferimento sulla frequenza dei polimorfismi genetici più comuni per gli enzimi<br />
metabolici in popolazioni <strong>di</strong> controllo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica Analitica<br />
Identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> proteine me<strong>di</strong>ante spettrometria <strong>di</strong><br />
massa<br />
Nel laboratorio vengono messe a punto e utilizzate metodologie basate sulla spettrometria <strong>di</strong><br />
massa (LC-ESI-MS/MS e MALDI-TOF-MS) per l’identificazione e la caratterizzazione<br />
80<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
strutturale <strong>di</strong> proteine e pepti<strong>di</strong> in campioni biologici. Questa attività è mirata principalmente a<br />
1) caratterizzare e comparare –con approccio proteomico globale– secretomi <strong>di</strong> linee cellulari;<br />
2) ottenere profili proteici in flui<strong>di</strong> biologici per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi biomarker <strong>di</strong> interesse<br />
fisiopatologico o tossicologico; 3) identificare e caratterizzare prodotti endogeni <strong>di</strong><br />
degradazione proteica; 4) identificare proteine prodotte da cellule in vitro in risposta a<br />
determinati stimoli; 5) identificare e caratterizzare singole proteine <strong>di</strong> particolare interesse<br />
biome<strong>di</strong>co isolate da campioni biologici con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> immunoaffinità.<br />
Proteomica in oncologia<br />
Questa attività è mirata principalmente ad in<strong>di</strong>viduare –tra le proteine che si rivelano<br />
anormalmente secrete da linee <strong>di</strong> cellule tumorali umane– nuove molecole <strong>di</strong> interesse<br />
oncologico, ed in particolare potenziali target terapeutici o biomarkers <strong>di</strong>agnostici/prognostici.<br />
Tra i progetti in corso vi è lo stu<strong>di</strong>o del secretoma <strong>di</strong> cellule <strong>di</strong> carcinoma pancreatico in coltura,<br />
per caratterizzarne i profili <strong>di</strong> espressione proteica, ed identificare quali siano le principali<br />
alterazioni nella secrezione <strong>di</strong> proteine rispetto alle corrispondenti cellule normali. Le complesse<br />
<strong>di</strong>fferenze osservate nell’espressione proteica globale (molte centinaia <strong>di</strong> proteine identificate)<br />
vengono poi interpretate utilizzando meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> “systems biology”, che sono in grado mettere in<br />
evidenza i network funzionali significativamente alterati nei sistemi biologici analizzati.<br />
Glicoproteomica<br />
Caratterizzazione glicoproteomica (sequenza aminoaci<strong>di</strong>ca, siti <strong>di</strong> glicosilazione e tipo <strong>di</strong><br />
saccari<strong>di</strong> legati) <strong>di</strong> proteine vegetali purificate <strong>di</strong> interesse farmaceutico/nutraceutico tramite gel<br />
elettroforesi, degradazione enzimatica e spettrometria <strong>di</strong> massa.<br />
Infiammazione e meccanismi neurodegenerativi da agenti ambientali<br />
Sono attualmente in corso stu<strong>di</strong> sugli effetti neurotossici <strong>di</strong> endotossina (LPS) e altri agenti <strong>di</strong><br />
origine ambientale (PBDE e metilmercurio) in colture neuronali primarie e in modelli animali. I<br />
meccanismi <strong>di</strong> attivazione della risposta infiammatoria e <strong>di</strong> degenerazione neuronale vengono<br />
stu<strong>di</strong>ati in vitro con meto<strong>di</strong> biochimici, immunocitochimici, ed in vivo con analisi funzionali ed<br />
istologiche. Nuovi farmaci antiinfiammatori <strong>di</strong> origine naturale vengono inoltre testati in questi<br />
modelli, allo scopo <strong>di</strong> valutarne i possibili effetti neuroprotettivi.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> chimica e Tossicologia dell’Ambiente<br />
Sviluppo e utilizzo <strong>di</strong> metodologie analitiche per indagini <strong>di</strong><br />
contaminazione <strong>di</strong> acque, suolo, biota, campioni umani <strong>di</strong> popolazione<br />
esposta<br />
Le ricerche sono rivolte allo sviluppo e applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> analitici per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
inquinanti ambientali in ecosistemi acquatici, suoli, <strong>di</strong>scariche, siti contaminati. Le analisi <strong>di</strong><br />
inquinanti organici vengono svolte in spettrometria <strong>di</strong> massa, utilizzando la tecnica GC-MS,<br />
LC-MS, LC-MS/MS. Si effettuano sia ricerche identificative, che analisi quantitative. Gli analiti<br />
includono: <strong>di</strong>ossine, PCB, PAH, analoghi polibromobifenileteri, pestici<strong>di</strong>, composti ad attività<br />
endocrina, inquinanti industriali, etc.<br />
Stu<strong>di</strong>o delle proprietà ambientali, tossiche ed eco tossiche degli<br />
inquinanti<br />
Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o delle proprietà degli inquinanti, coinvolgendo un’ampia<br />
varietà <strong>di</strong> proprietà tossicologiche ed ambientali al fine <strong>di</strong> ottenere sostanze chimiche più sicure<br />
81<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ed affidabili. L’uso <strong>di</strong> modelli computazionali permette <strong>di</strong> processare milioni <strong>di</strong> composti<br />
chimici. Tutto ciò implica la ricerca <strong>di</strong> informazioni da letteratura, confrontando e valutando le<br />
<strong>di</strong>verse fonti, e, soprattutto, sviluppando modelli pre<strong>di</strong>ttivi per sopperire alla mancanza <strong>di</strong> dati<br />
sperimentali. I modelli che vengono sviluppati, quin<strong>di</strong>, partono dalla sola formula chimica. La<br />
ricerca calcola e valuta i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> descrittori e frammenti chimici relativi ai composti,<br />
ottenuti con <strong>di</strong>versi software specifici. Quin<strong>di</strong> si sviluppano modelli utilizzando algoritmi quali<br />
reti neurali, fuzzy logic, algoritmi genetici, classificatori, analisi multivariata, etc. I vari meto<strong>di</strong><br />
sono comparati e integrati in una struttura organica. Sono stati sviluppati modelli standar<strong>di</strong>zzati<br />
e validati per pestici<strong>di</strong> secondo linee guida OECD. Sono stati sviluppati inoltre strumenti<br />
innovativi per la valutazione del dominio <strong>di</strong> applicabilità dei modelli, per ottenere pre<strong>di</strong>zioni<br />
utili a scopi regolatori, come ad esempio per il REACH, i bioci<strong>di</strong>, i pestici<strong>di</strong> e altri regolamenti.<br />
Analisi del rischio associato agli inquinanti<br />
Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o dell'analisi del rischio per la popolazione e l'ambiente,<br />
associato all'esposizione a contaminanti ambientali. A tal fine si eseguono stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> modellazione<br />
del trasporto e <strong>di</strong>ffusione degli inquinanti, per giungere a una concentrazione prevista nel<br />
contesto spazio-temporale. Tale attività si combina con quelle sopra esposte –relative alle<br />
analisi chimiche <strong>di</strong> inquinanti e caratterizzazione della tossicità ed ecotossicità - per giungere a<br />
un costrutto organico e articolato.<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> inquinanti in atmosfera (Unità <strong>di</strong> igiene Industriale e<br />
Ambientale)<br />
Le ricerche sono rivolte allo stu<strong>di</strong>o delle emissioni <strong>di</strong> inquinanti in atmosfera. Lo stu<strong>di</strong>o<br />
riguarda sia il campionamento in aree circostanti la fonte <strong>di</strong> emissione, sia le analisi chimiche,<br />
sia la modellazione del trasporto in considerazione delle con<strong>di</strong>zioni meteorologiche e<br />
dell'orografia, sia l'analisi del rischio sulla popolazione e l'ambiente. Le analisi qualitative e<br />
quantitative <strong>di</strong> inquinanti organici vengono svolte in gas cromatografia-spettrometria <strong>di</strong> massa,<br />
in modalità alta risoluzione (<strong>di</strong>ossine) o ionizzazione chimica negativa (PCB).<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Spettrometria <strong>di</strong> Massa<br />
Inquinamento da particolato<br />
Le evidenze epidemiologiche mostrano come un numero sempre crescente <strong>di</strong> patologie, sia<br />
acute che croniche, siano associate all'inquinamento da particolato urbano. Questo riguarda non<br />
solo malattie legate al sistema respiratorio, ma anche al sistema car<strong>di</strong>ovascolare. Vengono<br />
sviluppate metodologie per il campionamento e l'analisi <strong>di</strong> particolato, al fine <strong>di</strong> caratterizzare<br />
sia le sostanze adsorbite e veicolate, sia l'esposizione cui si è soggetti in <strong>di</strong>fferenti situazioni<br />
ambientali.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> metodologie e strumentazione in campo ambientale<br />
Vengono sviluppate metodologie analitiche e strumentazioni de<strong>di</strong>cate a specifiche<br />
problematiche ambientali. Generalmente la strumentazione sviluppata, sempre basata sulla<br />
spettrometria <strong>di</strong> massa, mira ad avere sensibilità elevate per la misura <strong>di</strong> inquinanti in tracce ed<br />
ultratracce, o ad essere trasportabile per effettuare analisi in campo, o ad essere automatizzata<br />
per effettuare monitoraggi.<br />
Caratterizzazione dell’inquinamento olfattivo e della sua tossicità<br />
Le problematiche legate all'inquinamento olfattivo, problema sempre più sentito dalla<br />
popolazione generale, sono legate alla complessità sia della percezione degli odori, che alla<br />
formazione degli odori ambientali. Questi sono spesso il risultato dell’interazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
82<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
sostanze odorigene che, tutte insieme, e a bassissime concentrazioni, partecipano alla<br />
formazione dell'odore. La base per lo stu<strong>di</strong>o dell'inquinamento olfattivo è la conoscenza delle<br />
<strong>di</strong>verse sostanze presenti in ambienti "inquinati". Sono quin<strong>di</strong> necessarie sia metodologie<br />
analitiche che permettano <strong>di</strong> identificare e misurare gli "odoranti" presenti, che metodologie<br />
chemiometriche necessarie per ricostruire informazioni utili per l'identificazione della causa<br />
principale della molestia olfattiva.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia della Nutrizione<br />
Stu<strong>di</strong> in nutrizione: contaminanti chimici negli alimenti. Nutrizione e salute<br />
Sono in corso stu<strong>di</strong> per valutare l’esposizione alimentare del consumatore Italiano a PCB e<br />
<strong>di</strong>ossine. In particolare, sono state condotte indagini per determinare i livelli <strong>di</strong> questi inquinanti<br />
nel latte materno <strong>di</strong> donne residenti in zone ad elevato inquinamento. Altri stu<strong>di</strong> hanno misurato<br />
la contaminazione <strong>di</strong> PCB e <strong>di</strong>ossine nel pesce pescato in Italia e in alimenti vari provenienti da<br />
aree geografiche italiane a rischio particolare.<br />
Altri stu<strong>di</strong> sono <strong>di</strong>retti a valutare la relazione tra contenuto <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o nella <strong>di</strong>eta e salute. In<br />
particolare la ricerca in corso intende identificare ed applicare in gruppi <strong>di</strong> soggetti volontari<br />
metodologie pratiche per ridurre il contenuto <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o nella <strong>di</strong>eta giornaliera.<br />
Farmaci e droghe d’abuso nell’ambiente<br />
I farmaci rappresentano uno dei più recenti inquinanti ambientali identificati. Sono attualmente<br />
in corso campagne <strong>di</strong> misurazione <strong>di</strong> farmaci e <strong>di</strong> metaboliti nelle acque <strong>di</strong> alcuni fiumi, <strong>di</strong><br />
depuratori <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> scarico urbane e in acque potabili sul territorio nazionale, allo scopo <strong>di</strong><br />
definire il problema e stu<strong>di</strong>are i rischi correlati. Altri stu<strong>di</strong> in corso indagano la relazione tra<br />
presenza <strong>di</strong> antibiotici nell'ambiente e sviluppo <strong>di</strong> antibiotico-resistenza nei batteri ambientali.<br />
Uno stu<strong>di</strong>o sulle droghe d'abuso condotto misurando cocaina e suoi metaboliti umani nelle<br />
acque <strong>di</strong> alcuni depuratori e fiumi italiani, ha consentito <strong>di</strong> stimare i consumi nella popolazione<br />
afferente, <strong>di</strong>mostrando che l'utilizzo <strong>di</strong> questa droga è probabilmente molto superiore a quello<br />
stimato me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> ufficiali. L’approccio è stato successivamente esteso ad includere altre<br />
droghe <strong>di</strong> uso comune come cannabis, oppiacei (eroina e morfina) e amfetamine (amfetamina,<br />
metamfetamina e ecstasy). Questo nuovo metodo fornisce risultati oggettivi, complementari a<br />
quelli dei meto<strong>di</strong> epidemiologici tra<strong>di</strong>zionali, e gli stu<strong>di</strong> attuali sono tesi a valutare se il suo<br />
utilizzo può consentire uno stu<strong>di</strong>o più completo del fenomeno droga, prestandosi al<br />
monitoraggio in continuo dei consumi e permettendo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in tempo reale nuove<br />
tendenze <strong>di</strong> utilizzo delle sostanze stupefacenti nella popolazione. In particolare, sono in corso<br />
stu<strong>di</strong> a livello nazionale, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri, stu<strong>di</strong> a livello regionale, in collaborazione con Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a e stu<strong>di</strong> locali, in collaborazione con alcune ASL e con Metropolitana Milanese.<br />
Altri stu<strong>di</strong> attualmente in corso, condotti in collaborazione con numerosi gruppi <strong>di</strong> ricerca<br />
Europei e con l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Ad<strong>di</strong>ction (EMCDDA),<br />
intendono stu<strong>di</strong>are il consumo <strong>di</strong> sostanze stupefacenti in Europa, misurando in contemporanea i<br />
consumi in 19 città <strong>di</strong> 14 nazioni e confrontando i risultati con quelli ottenuti me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong><br />
epidemiologici tra<strong>di</strong>zionali.<br />
Attività regolatorie<br />
E' in corso la valutazione <strong>di</strong> monografie <strong>di</strong> prodotti fitosanitari per incarico del Ministero della<br />
Sanità, ai fini della registrazione nell’Unione Europea.<br />
83<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Unità <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Rischio degli Inquinanti Ambientali<br />
Valutazioni <strong>di</strong> Rischio Tossicologico<br />
Tra gli obbiettivi dell’unità vi è quello <strong>di</strong> sviluppare meto<strong>di</strong> per la quantificazione<br />
dell’esposizione agli inquinanti, anche utilizzando approcci probabilistici, partendo da<br />
situazione reali <strong>di</strong> contaminazione. L’unità inoltre svolge attività <strong>di</strong> valutazione dei rischi<br />
tossicologici relativamente a specifiche situazioni ambientali, quali contaminazioni <strong>di</strong> terreno o<br />
<strong>di</strong> acque <strong>di</strong> falda, o ad attività umane, come i processi <strong>di</strong> smaltimento <strong>di</strong> rifiuti, che possono<br />
determinare un impatto negativo sulla salute. Nel 2011 le attività si sono concentrate su stu<strong>di</strong><br />
per valutare l’impatto sulla salute dovuto alla presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> rifiuti, sull’impatto<br />
dell’utilizzo <strong>di</strong> fanghi in agricoltura e il possibile conseguente trasferimento <strong>di</strong> inquinanti<br />
persistenti attraverso la catena alimentare, sull’effetto dell’inquinamento atmosferico e del<br />
particolato fine.<br />
Le attività <strong>di</strong> ricerca includono anche la misura dei livelli <strong>di</strong> contaminazione in matrici<br />
ambientali. Progetti specifici si propongono <strong>di</strong> quantificare alcuni inquinanti organici<br />
persistenti, quali <strong>di</strong>ossine e furani policlorurati e polibromurati (PCDD, PCDF, PBDD e PBDF),<br />
policlorobifenili (PCB), acido perfluorottanoico (PFOA) e perfluottano sulfonato (PFOS) nel<br />
pesce selvatico e nel pesce allevato, e in altri organismi acquatici posizionati a <strong>di</strong>versi livelli<br />
trofici, proveniente da <strong>di</strong>verse aree del Mar Me<strong>di</strong>terraneo. Lo scopo è la valutazione<br />
dell’esposizione per la popolazione generale a tali inquinanti attraverso il consumo <strong>di</strong> prodotto<br />
ittico. Inoltre è attualmente in corso l’analisi e uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> valutazione dell’esposizione e dei<br />
rischi determinati dalla presenza <strong>di</strong> acetaldeide nelle acque minerali, nel vino e in altre bevande.<br />
Unità <strong>di</strong> Strumentazione Analitica<br />
Sviluppo e applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> analitici per la misura <strong>di</strong> sostanze <strong>di</strong><br />
interesse e biologico e ambientale<br />
Liqui<strong>di</strong> biologici e campioni ambientali vengono analizzati principalmente usando l’estrazione<br />
in fase solida (SPE) e la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria <strong>di</strong> massa (LC-ESI-<br />
MS/MS). Proteine e pepti<strong>di</strong> vengono anche analizzati usando tecniche <strong>di</strong> ionizzazione a<br />
desorbimento laser. Alcuni tessuti biologici vengono <strong>di</strong>rettamente analizzati usando le tecniche<br />
MALDI o PALDI Imaging (Matrix o nanoParticle Laser Desorption Ionization).<br />
Gli strumenti utilizzati comprendono spettrometri <strong>di</strong> massa con analizzatori a tempo <strong>di</strong> volo<br />
(TOF), a triplo quadrupolo, a trappola ionica e LTQ-Orbitrap ad alta risoluzione, con sorgenti<br />
convenzionali e nanoSpray.<br />
Le sostanze <strong>di</strong> interesse includono proteine, pepti<strong>di</strong>, ormoni, farmaci, droghe e altri<br />
contaminanti ambientali (pestici<strong>di</strong>, composti perfluorurati<br />
84<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative<br />
Capo Laboratorio<br />
Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità <strong>di</strong> Genetica delle Malattie Neurodegenerative:<br />
Capo Unità<br />
Diego ALBANI, Dr. SCi.Biol,<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria Sociale<br />
Capo Laboratorio<br />
Barbara D’AVANZO, Dr.Filo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso<br />
Capo Laboratorio<br />
Maria Grazia DE SIMONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche<br />
Capo Laboratorio<br />
Ettore BEGHI, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Morte Neuronale e Neuroprotezione<br />
Capo Laboratorio<br />
Tiziana BORSELLO, Dr.Sci.Biol<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Caterina BENDOTTI, Dr.Farm.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia dei Prioni<br />
Capo Laboratorio<br />
Roberto CHIESA, Dr.Biol<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento<br />
Capo Laboratorio<br />
Roberto W. INVERNIZZI, Dr. Sci Biol<br />
Unità <strong>di</strong> Farmacologia del Comportamento Cognitivo:<br />
Capo Unità<br />
Mirjana CARLI, PhD<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale<br />
Capo Laboratorio<br />
Annamaria VEZZANI, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità Fisiopatologia della comunicazione glio-neuronale<br />
Capo Unità<br />
Teresa RAVIZZA, Dr.Sci.Biol<br />
85<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Epidemiologia Geriatrica<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Farmacologia Geriatrica<br />
Capo Unità<br />
Ugo LUCCA, MSc<br />
Mauro TETTAMANTI, Dr.Sci.Biol.<br />
Emma RIVA, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale<br />
Capo Laboratorio<br />
Luigi CERVO, PhD<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità dei Servizi per l’Anziano<br />
Capo Laboratorio<br />
Alessandro NOBILI, Dr.Med.Chir.<br />
86<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Gianluigi Forloni si è laureato in Scienze Biologiche all'Università <strong>di</strong> Milano. nel 1985. Dal 1986 al<br />
1988 è stato ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze dell'Università Johns Hopkins <strong>di</strong><br />
Baltimora (USA). All’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> dal 1992 al 1995 è stato capo dell’Unità <strong>di</strong> Neurobiologia<br />
dell’Alzheimer, dal 1996 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative e<br />
dal 2002 è anche Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze. Gli interessi <strong>di</strong> ricerca riguardano le basi<br />
genetiche e biologiche delle malattie neurodegenerative associate all’invecchiamento, e in particolare alla<br />
malattia <strong>di</strong> Alzheimer, alle encefalopatie spongiformi e al morbo <strong>di</strong> Parkinson. E’ stato membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
commissioni europee per la valutazioni <strong>di</strong> progetti nell’ambito delle malattie neurodegenerative e<br />
attualmente fa parte del gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento del Consorzio IMI-Pharmacog della Comunità Europea<br />
(27 partner). E’ Presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Invecchiamento Cerebrale<br />
(AIRIC) e membro dell’European Accademy of Science. E' autore <strong>di</strong> oltre 210 pubblicazioni su riviste<br />
internazionali, e <strong>di</strong> circa 30 tra review e capitoli <strong>di</strong> libri.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Forloni G., Angeretti N., Chiesa R., Monzani E., Salmona M., Bugiani O.,Tagliavini F. Neurotoxicity of a prion protein<br />
fragment. Nature 362: 543-546 (1993)<br />
• Forloni, G., Tagliavini, F.,Bugiani, O. and Salmona, M. Amyloid in Alzheimer’s <strong>di</strong>sease and prion-related<br />
encephalopathies: Stu<strong>di</strong>es with synthetic peptides. Progr. Neurobiol. 49: 287- 315 (1996)<br />
• Forloni G. Iussich, S. Awan T. Colombo L. Angeretti, N. Girola, L. Bertani, I. Poli, G. Caramelli, M. Bruzzone,<br />
MG.Farina, L. Limido, L. Rossi, G. Giaccone G. Ironside, JW. Bugiani, O.Salmona M. and Tagliavini, F. Tetracyclines<br />
affect prion infectivity Proc. Natl. Acad. Sci . New York 99: 10849-10854 (2002)<br />
• Fioriti, L. Angeretti, N.. Colombo, L., De Luigi A., Manzoni, C., Colombo A., Morbin, M., Tagliavini, F., Salmona, M.<br />
Chiesa, R. Forloni, G. Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-Sträussler-<br />
Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein. J. Neurosci. 27: 576-83 (2007)<br />
• Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M,<br />
Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant<br />
prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model.<br />
Neuron. 60: 598-609 (2008)<br />
• Albani D, Polito L, Batelli S, De Mauro S, Fracasso C, Martelli G, Colombo L, Manzoni C, Salmona M, Caccia S, Negro<br />
A, Forloni G. The SIRT1 activator resveratrol protects SK-N-BE cells from oxidative stress and against toxicity caused<br />
by alpha-synuclein or amyloid-beta (1-42) peptide. J Neurochem. 110:1445-56 (2009).<br />
• Balducci, C., Beeg, M., Stravalaci, M., Bastone, A.,, Sclip, A., Biasini, E., Tapelll., Colombo, L. Canzoni, C., Borsello,<br />
T., Chiesa, R., Gobbi, M., Salmona M. Forloni, G., Aβ oligomers impair memory independently of cellular prion potein<br />
Proc. Natl. Acad. Sci USA, 107: 2295-2300 (2010)<br />
* Balducci C, Forloni G. APP transgenic mice: their use and limitations. Neuromolecular Med. 13:117-37 (2011)<br />
Ettore Beghi si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1972 e si è specializzato in Neurologia nel 1976<br />
presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha svolto un periodo formativo nel Dipartimento <strong>di</strong><br />
Epidemiologia e Statistica della Mayo Clinic <strong>di</strong> Rochester, MN (USA). E’ capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Malattie Neurologiche dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Direttore dell’Unità <strong>di</strong> Neurofisiopatologia/Centro per<br />
l’Epilessia e Professore a Contratto <strong>di</strong> Neuroepidemiologia dell’Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca a Monza.<br />
E’ membro del comitato e<strong>di</strong>toriale delle riviste Epilepsia, Neuroepidemiology, Inpharma, Drugs in R &<br />
D, Clinical Drug Investigation, Neurological Sciences, Clinical Neurology and Neurosurgery, ed è<br />
revisore <strong>di</strong> numerose riviste nazionali e internazionali. Le sue principali aree <strong>di</strong> interesse e <strong>di</strong> ricerca<br />
riguardano stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia descrittiva, analitica e sperimentale nel settore dell’epilessia, delle<br />
neuropatie periferiche, delle cefalee e della sclerosi laterale amiotrofica.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• BEGHI E, D'Alessandro R, Beretta S, Consoli D, Crespi V, Delaj L, Gandolfo C, Greco G, La Neve A, Manfre<strong>di</strong> M,<br />
Mattana F, Musolino R, Provinciali L, Santangelo M, Specchio LM, Zaccara G; On behalf of the Epistroke Group.<br />
Incidence and pre<strong>di</strong>ctors of acute symptomatic seizures after stroke. Neurology 2011; 77:1785-1793.<br />
• E. BEGHI, E. Pupillo, P. Messina, G. Giussani, A. Chio, S. Zoccolella, C. Moglia, M. Corbo, G. Logroscino, for the<br />
EURALS Group. Coffee and Amyotrophic Lateral Sclerosis: A Possible Preventive Role. Am J. Epidemiol 2011; 174 :<br />
1002-1008.<br />
• Leone MA, Vallalta R, Solari A, BEGHI E, for the FIRST Group. Treatment of first tonic-clonic seizure does not affect<br />
mortality: long-term follow-up of a randomised clinical trial. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2011; 82(8):924-927.<br />
87<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• A. Del Felice, E. BEGHI, G. Boero, A. La Neve, G. Bogliun, A. De Palo, L.M. Specchio. Early versus late remission in a<br />
cohort of patients with newly <strong>di</strong>agnosed epilepsy. Epilepsia 2010; 51: 37-42.<br />
• G. Logroscino, B.J. Traynor, O. Har<strong>di</strong>man, A. Chiò, D. Mitchell, R.J. Swingler, A. Millul, E. Benn, E. Beghi. Incidence<br />
of amyotrophic lateral sclerosis in Europe. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010; 81: 385-390.<br />
• Leone MA, Solari A, Beghi E, for the FIRST Group. Treatment of the first tonic-clonic seizure does not affect long-term<br />
remission of epilepsy. Neurology 2006; 67: 2227-2229<br />
Caterina Bendotti, laureata in Farmacia all’Università <strong>di</strong> Milano nel 1984; negli anni 1986-1988 è stata<br />
ricercatrice presso il Dipartimento <strong>di</strong> Fisiologia della Johns Hopkins University <strong>di</strong> Baltimora, USA. Tra il<br />
1984 e il 1992 è stata ricercatrice nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia e nel 1992 è <strong>di</strong>ventata<br />
responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare. Dal 1998 è capo laboratorio e l’area <strong>di</strong> ricerca<br />
principale è lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Dal 2002 è<br />
membro dell’E<strong>di</strong>torial Board del Journal of Neurochemistry e dal 2009 della rivista CNS . Nel 2003-2007<br />
è stata membro delle commissioni ministeriali per lo stu<strong>di</strong>o delle problematiche concernenti la <strong>di</strong>agnosi,<br />
la cura e l’assistenza dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Dal 2005-2009 è stata membro<br />
del consiglio <strong>di</strong>rettivo della Società Italiana <strong>di</strong> Neuroscienze. Nel 2006-2010 è stata membro del Research<br />
Advisory Panel del “Motor neuron Disease Association” inglese, dal 2008 membro del comitato<br />
scientifico della Thierry Latran Foundation francese. Nel 2007 ha co-organizzato il primo meeting<br />
internazionale su ”Mutant SOD1 and familial ALS: from the molecule to man” a Milano (13-16<br />
Settembre). E’ revisore scientifico <strong>di</strong> 11 riviste scientifiche internazionali e revisore <strong>di</strong> grants <strong>di</strong> 6<br />
<strong>di</strong>fferenti agenzie <strong>di</strong> finanziamento. Autrice e coautrice <strong>di</strong> oltre 110 pubblicazioni <strong>di</strong> cui 100 con peerreview<br />
e relatrice <strong>di</strong> numerose comunicazioni a congressi nazionali e internazionali.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Bendotti C, Marino M, Cheroni C, Fontana E, Crippa V, Poletti A, De Biasi S.. Dysfunction of constitutive and inducible<br />
ubiquitin-proteasome system in amyotrophic lateral sclerosis: Implication for protein aggregation and immune response.<br />
Prog Neurobiol. 2011 Oct 20. [Epub ahead of print]<br />
• Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M,<br />
Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. Amyotrophic lateral sclerosis<br />
multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS One. 2011;6(10):e25545.<br />
• Crippa V, Sau D, Rusmini P, Boncoraglio A, Onesto E, Bolzoni E, Galbiati M, Fontana E, Marino M, Carra S, Bendotti<br />
C, De Biasi S, Poletti A. The small heat shock protein B8 (HspB8) promotes autophagic removal of misfolded proteins<br />
involved in amyotrophic lateral sclerosis (ALS). Hum Mol Genet. 19(17):3440-56, 2010<br />
• Peviani M, Caron I, Pizzasegola C, Gensano F, Tortarolo M, Bendotti C. Unraveling the complexity of amyotrophic<br />
lateral sclerosis: Recent advances from the transgenic mutant SOD1 mice. CNS Neurol Disord Drug Targets. 9(4):491-<br />
503, 2010<br />
• Ludolph AC, Bendotti C, Blaugrund E, Chio A, Greensmith L, Loeffler JP, Mead R, Niessen HG, Petri S, Pradat PF,<br />
Robberecht W, Ruegg M, Schwalenstöcker B, Stiller D, van den Berg L, Vieira F, von Horsten S. Guidelines for<br />
preclinical animal research in ALS/MND: A consensus meeting. Amyotroph Lateral Scler.11(1-2):38-45, 2010<br />
• Basso M, Samengo G, Nardo G, Massignan T, D'Alessandro G, Tartari S, Cantoni L, Marino M, Cheroni C, De Biasi S,<br />
Giordana MT, Strong MJ, Estevez AG, Salmona M, Bendotti C, Bonetto V. Characterization of detergent-insoluble<br />
proteins in ALS in<strong>di</strong>cates a causal link between nitrative stress and aggregation in pathogenesis.PLoS One. 4(12):e8130.<br />
2009<br />
• Bendotti C, Carrì MT. Amyotrophic lateral sclerosis: mechanisms and countermeasures. Antioxid Redox Signal.<br />
11:1519-22, 2009<br />
• Pizzasegola C, Caron I, Daleno C, Ronchi A, Minoia C, Carrì MT, Bendotti C.Treatment with lithium carbonate does not<br />
improve <strong>di</strong>sease progression in two <strong>di</strong>fferent strains of SOD1 mutant mice. Amyotroph Lateral Scler. 10(4):221-8, 2009<br />
• Nardo G, Pozzi S, Mantovani S, Garbelli S, Marinou K, Basso M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V.Nitroproteomics of<br />
peripheral blood mononuclear cells from patients and a rat model of ALS. Antioxid Redox Signal. 11:1559-67, 2009<br />
• Cheroni C, Marino M, Tortarolo M, Veglianese P, De Biasi S, Fontana E, Zuccarello LV, Maynard CJ, Dantuma NP,<br />
Bendotti C.Functional alterations of the ubiquitin-proteasome system in motor neurons of a mouse model of familial<br />
amyotrophic lateral sclerosis. Hum Mol Genet. 18(1):82-96, 2009<br />
• Carri MT, Grignaschi G, Bendotti C. Targets in ALS: designing multidrug therapies. Trends Pharmacol Sci. 27(5):267-<br />
73, 2006<br />
• Bendotti C, Carri MT. Lessons from models of SOD1-linked familial ALS. Trends Mol Med. 10(8):393-400, 2004.<br />
• Migheli A., Atzori C., Piva R., Tortarolo M., Girelli M., Schiffer D. and Bendotti C. Lack of apoptosis in mice with<br />
ALS. Nature Me<strong>di</strong>cine: 5, 966-967, 1999.<br />
Tiziana Borsello ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche nel 1990 a Torino e il PhD in<br />
Neuroscienze presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dell’Università <strong>di</strong> Torino nel 1994. Ha poi passato un<br />
88<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
periodo <strong>di</strong> un anno in Olanda all’<strong>Istituto</strong> “The Netherlands Research Institute of Amsterdam” con un<br />
European Science Foundation scholarship. Dal 1997 al 1999 è stata una ricercatrice del progetto MURST<br />
presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Neurobiologia del CNR <strong>di</strong> Roma. Dal 1999 al 2003 è stata Premier Assistant al<br />
DBCM, Università <strong>di</strong> Losanna, Svizzera, e nel 2004 è <strong>di</strong>ventata capo laboratorio presso lo stesso <strong>Istituto</strong>.<br />
Dal 2004 lavora presso il laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong> dove è <strong>di</strong>ventata capo unità nel 2007. Nel 2005 ha vinto il premio Pfizer (Prize of the Pfizer<br />
Foundation, Neuroscience and Diseases Nervous System). Ad oggi è capo del laboratorio <strong>di</strong> Morte<br />
Neuronale e Neuroprotezione presso lo stesso istituto. I suoi interessi <strong>di</strong> ricerca sono focalizzati sulla<br />
comprensione dei meccanismi <strong>di</strong> morte neuronale e sullo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie neuroprotettive. In<br />
particolare lo stu<strong>di</strong>o ha la finalità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le molecole chiave che regolano i pathways <strong>di</strong> morte<br />
neuronale attivati in con<strong>di</strong>zioni patologiche nel sistema nervoso centrale (stress eccitotossici, danno<br />
ischemico, Traumatic Brain Injury e malattie neurodegenerative croniche come l’Alzheimer) per poter<br />
interferire specificatamente con questi in modo da ottenere neuroprotezione.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Feligioni M, Brambilla E, Camassa A, Sclip A, Arnabol<strong>di</strong> A, Morelli F, Antoniou X, Borsello T. Crosstalk between JNK and<br />
SUMO signalling pathways:deSUMOylation is protective agaist HO-induced cell injury. PLoS One. 2011;6(12):e28185.<br />
Epub 2011 Dec 2.<br />
• Sclip A, Antoniou X, Colombo A, Camici GG, Pozzi L, Car<strong>di</strong>netti D, Feligioni M, Veglianese P, Bahlmann FH, Cervo L,<br />
Balducci C, Costa C, Tozzi A, Calabresi P, Forloni G, Borsello T. c-jun N-terminal kinase regulates soluble Abeta oligomers<br />
and cognitive impairment in AD mouse model . J Biol Chem. 2011; 286:43871-80.<br />
• Ploia C, Antoniou X, Sclip A, Grande V, Car<strong>di</strong>netti D, Colombo A, Canu N, Benussi L, Ghidoni R, Forloni G, Borsello<br />
T.JNK plays a key role in Tau hyperphosporilation in Alzheimer <strong>di</strong>seases models. J Alzheimers Dis. 2011;26(2):315-29.<br />
• Antoniou X, Falconi M, Di Marino D, Borsello T. JNK3 as a therapeutic target for Neurodegenerative <strong>di</strong>sease. J Alzheimers<br />
Dis. 2010 Feb 24.<br />
• Colombo A, Bastone A, Ploia C, Sclip A, Salmona M, Forloni G, Borsello T. JNK Regulates App Cleavage And Degradation<br />
In A Model Of Alzheimer's Disease Neurobiol Disease, 2009 Mar;33(3):518-25<br />
• Borsello T Ed “Neuroprotection: Methods In Molecular Biology” Published By Humana Press, Usa HYPERLINK<br />
"http://www.humanapress.com/"Humana Press, USA, Methods in Molecular Biology, June 2007<br />
• Colombo A, Repici M, Pesaresi M, Santambrogio S, Forloni G, Borsello T. The Tat-Jnk Inhibitor Peptide Interferes With Beta<br />
Amyloid Protein Stability Cell Death Differ. 2007, 14:1845-8.<br />
• Borsello T and Forloni G. JNK signalling: a possible target to prevent neurodegeneration. Current Pharmaceutical Design<br />
2007, 13, 1875-1886<br />
• Centeno C., Repici M., Chatton J. Y., Riederer B. M., Bonny C., Nicod P., Price M., Clarke P. G., Papa S., Franzoso G. and<br />
Borsello T. Role of the JNK pathway in NMDA-me<strong>di</strong>ated excitotoxicity of cortical neurons. Cell Death Differ , 2007, 14:<br />
240-253.<br />
• Borsello T. and Bonny C.Use of cell-permeable peptides to prevent neuronal degeneration. Trend in Mol. Med. 2004, 10: 239-<br />
44<br />
• Borsello T, Clarke PG, Hirt L, Vercelli A, Repici M, Schorderet DF, Bogousslavsky J, Bonny C. A peptide inhibitor of c-Jun<br />
N-terminal kinase protects against excitotoxicity and cerebral ischemia. Nature Med. 2003, 9: 1180-<br />
Luigi Cervo ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Doctor of Phylosophy (Ph.D.) nel 2005 presso la Open University, Milton<br />
Keynes, U.K.. Dal 2006 è il responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale. Tra il 1978 ed<br />
2001 è stato prima ricercatore poi Capo dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Comportamentale presso il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Neurofarmacologia dell’<strong>Istituto</strong> “M. <strong>Negri</strong>” dove ha conseguito il Diploma in Ricerca Biochimica nel 1981. Tra<br />
il 1981 ed 1983 ha trascorso due anni come ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong> Psichiatria dell'Università <strong>di</strong><br />
Chicago. Le sue aree <strong>di</strong> interesse scientifico riguardano la Neuropsicofarmacologia ed il meccanismo d’azione<br />
delle sostanze psicotrope. In particolare, è impegnato nello stu<strong>di</strong>o del ruolo dei <strong>di</strong>versi recettori della serotonina,<br />
dopamina, noradrenalina e glutammato nei fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza e <strong>di</strong> “craving”. E’ inoltre interessato allo<br />
stu<strong>di</strong>o sperimentale <strong>di</strong> patologie quali l’ansia e la depressione. Autore e coautore <strong>di</strong> molte pubblicazioni<br />
scientifiche peer-reviewed, relatore <strong>di</strong> numerose comunicazioni a congressi internazionali, è revisore scientifico<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse riviste scientifiche internazionali. Membro della Society for Neuroscience, European Behavioural<br />
Pharmacological Society, Società Italiana <strong>di</strong> Neuroscienze e della Società Italiana <strong>di</strong> Neuropsicofarmacologia.<br />
89<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Cervo L, Carnovali, F, Stark JA, Mennini T. Cocaine-seeking behavior in response to drug-associated stimuli in rats:<br />
involvement of D3 and D2 dopamine receptors. Neuropsychopharmacology 2003; 28: 1150-1159* Grignaschi G,<br />
Burbassi S, Zennaro E, Bendotti C, Cervo L. A single high dose of cocaine induces behavioural sensitization and<br />
mo<strong>di</strong>fies mRNA enco<strong>di</strong>ng GluR1 and GAP-43 in rats. Eur J Neurosci 2004; 20: 2833-2837<br />
• Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi R.<br />
Deficits of serotonin synthesis cause resistance to antidepressants, J Neurosci 2005; 25: 8165-8172Cervo L, Cocco A,<br />
Petrella C, Heidbreder CA. Selective antagonism at dopamine D3 receptors attenuates cocaine seeking behaviour in the<br />
rat. Int J Neuropsychopharmacol. 2007; 10: 167-181.<br />
• Burbassi S, Cervo L. Stimulation of serotonin(2C) receptors influences cocaine-seeking behavior in response to<br />
drugassociated stimuli in rats. Psychopharmacology (Berl). 2008; 196: 15-27.<br />
• Burattini C, Burbassi S, Aicar<strong>di</strong> G, Cervo L. Effects of naltrexone on cocaine- and sucrose-seeking behaviour in response<br />
to associated stimuli in rats. Int J Neuropsychopharmacol. 2008; 11, 103-109.<br />
• Fumagalli F, Franchi C, Caffino L, Racagni G, Riva MA, Cervo L. Single session of cocaine intravenous<br />
selfadministration shapes goal-oriented behaviours and up-regulates Arc mRNA levels in rat me<strong>di</strong>al prefrontal cortex. Int<br />
J Neuropsychopharmacol. 2009 Apr;12:423-9.<br />
• Watson J, Guzzetti S, Franchi C, Di Clemente A, Burbassi S, Emri Z, Leresche N, Parri HR, Crunelli V, Cervo L.<br />
Gamma-hydroxybutyrate does not maintain self-administration but induces con<strong>di</strong>tioned place preference when injected<br />
in the ventral tegmental area. Int J Neuropsychopharmacol. 2010; 13:143-53<br />
• Di Clemente A, Franchi C, Orrù A, Arnt J, Cervo L. Bifeprunox: a partial agonist at dopamine D(2) and serotonin(1A)<br />
receptors, influences nicotine-seeking behaviour in response to drug-associated stimuli in rats. Ad<strong>di</strong>ct Biol. 2011 Apr 26.<br />
doi: 10.1111/j.1369-1600.2011.00319.x. [Epub ahead of print]<br />
• Cervo L, Torri V. Comment on: "Dose-effect study of Gelsemium sempervirens in high <strong>di</strong>lutions on anxiety-related<br />
responses in mice" (Magnani P, Conforti A, Zanolin E, Marzotto M and Bellavite P, Psychopharmacology, 2010).<br />
Psychopharmacology (Berl). 2011 Nov 19. [Epub ahead of print]<br />
Roberto Chiesa si è laureato in Scienze Biologiche con in<strong>di</strong>rizzo genetico all’Università <strong>di</strong> Pavia nel<br />
1991. Ha conseguito il Diploma <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica all’istituto <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> nel 1994.<br />
Dal 1996 al 2000 ha lavorato presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Fisiologia della Washington<br />
University <strong>di</strong> St. Louis, Missouri, USA. Nel 2001 è tornato in Italia con una posizione <strong>di</strong> Telethon<br />
Scientist (<strong>Istituto</strong> Telethon Dulbecco, Fondazione Telethon) presso il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze<br />
dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, dove <strong>di</strong>rige il laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia dei Prioni<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Chiesa R, Piccardo P, Ghetti B, Harris DA Neurological illness in transgenic mice expressing a prion protein with<br />
an insertional mutation. Neuron. 21:1339-51 (1998)<br />
• Fioriti L, Dossena S, Stewart LR, Stewart RS, Harris DA, Forloni G, Chiesa R. Cytosolic prion protein (PrP) is<br />
not toxic in N2a cells and primary neurons expressing pathogenic PrP mutations. J Biol Chem. 280:11320-8<br />
(2005)<br />
• Biasini E, Massignan T, Fioriti L, Rossi V, Dossena S, Salmona M, Forloni G, Bonetto V, Chiesa R Analysis of<br />
the cerebellar proteome in a transgenic mouse model of inherited prion <strong>di</strong>sease reveals preclinical alteration of<br />
calcineurin activity. Proteomics. 6:2823-34 (2006)<br />
• Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M,<br />
Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R.<br />
Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic<br />
mouse model. Neuron. 2008, 60:598-609 (2008).<br />
• Biasini E., Tapella L., Mantovani S., Stravalaci M., Gobbi M., Harris D.A. and Chiesa R. (2009)<br />
Immunopurification of pathological prion protein aggregates. PloS ONE, 4(11): e7816<br />
• Massignan T. Stewart R.S., Biasini E. Solomon I.H., Bonetto V., Chiesa R. and Harris D.A. (2010) A novel,<br />
drug-based, cellular assay for the activity of neurotoxic mutants of the prion protein. J. Biol. Chem. 285: 7752-<br />
7765<br />
• Balducci C., Beeg M., Stravalaci M., Bastone A., Sclip A., Biasini E., Tapella L., Colombo L., Manzoni C.,<br />
Borsello T., Chiesa R., Gobbi M., Salmona M., Forloni G. (2010) Ab oligomers impair memory independently of<br />
cellular prion protein. Proc. Natl. Acad. Sci. 107: 2295-2300<br />
• Massignan T., Biasini E., Lauranzano E., Veglianese P., Pignataro M., Fioriti L., Harris D.A., Salmona M., Chiesa<br />
R., and Bonetto V. (2010) Mutant prion protein expression is associated with an alteration of the Rab GDP<br />
<strong>di</strong>ssociation inhibitor alpha (GDI)/Rab11 pathway. Mol Cell Proteomics 9: 611-22<br />
• Biasini E., Tapella L., Restelli E., Pozzoli M., Massignan T., and Chiesa R. (2010) The hydrophobic core region<br />
governs mutant prion protein aggregation and intracellular retention. Biochem Journal 430: 477-86<br />
• Restelli E., Fioriti L., Mantovani S., Airaghi S., Forloni G., and Chiesa R. (2010) Cell type-spcific neuroprotective<br />
activity of untranslocated prion protein. PloS ONE, 5(10): e13725<br />
• Quaglio E., Restelli E., Garofoli A., Dossena S., De Luigi A., Tagliavacca L., Imperiale D., Migheli A., Salmona<br />
M., Sitia R., Forloni G., and Chiesa R. (2011) Expression of mutant or cytosolic PrP in transgenic mice and cells<br />
is not associated with endoplasmic reticulum stress or proteasome dysfunction. PloS ONE, 6(4): e19339<br />
90<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Barbara D’Avanzo si è laureata in filosofia nel 1989 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha<br />
seguito il corso della Regione Lombar<strong>di</strong>a “Tecniche <strong>di</strong> ricerca in campo biome<strong>di</strong>co” presso il Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Epidemiologia Generale dell’<strong>Istituto</strong> nel 1988. Dal 1991 al 1996 ha lavorato come ricercatrice nel<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Generale. Dal 1996 lavora nel Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria<br />
Sociale, che coor<strong>di</strong>na dal 2011.<br />
Le aree <strong>di</strong> interesse principali sono rappresentate dall’applicazione dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca epidemiologica e<br />
valutativa alla salute mentale ai servizi <strong>di</strong> salute mentale. Ha lavorato all’analisi e quantificazione delle<br />
modalità <strong>di</strong> attuazione e degli effetti della riforma psichiatrica in Italia, alla valutazione della qualità dei<br />
servizi e della loro trasformazione, con particolare attenzione all’utilizzo dei servizi residenziali per<br />
pazienti gravi, dell’efficacia degli interventi psicosociali, alla valutazione del profilo rischio-beneficio<br />
degli antipsicotici. In ambito <strong>di</strong> prevenzione del suici<strong>di</strong>o, si occupa dell’implementazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />
monitoraggio dei tentativi <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o e degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> autolesionismo e allo stu<strong>di</strong>o dei programmi <strong>di</strong><br />
prevenzione del suici<strong>di</strong>o. E’ attiva sul tema della partecipazione degli utenti e della produzione <strong>di</strong><br />
conoscenze utili al miglioramento della gestione dei servizi <strong>di</strong> salute mentale da parte degli utenti e alla<br />
valorizzazione del loro punto <strong>di</strong> vista. E’ membro del <strong>di</strong>rettivo nazionale della World Association for<br />
Psychosocial Rehabilitation Italia. Negli anni più recenti ha svolto attività <strong>di</strong> referee per Epidemiologia e<br />
Psichiatria Sociale e per BMC Public Health.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Parabiaghi A, D'Avanzo B, Tettamanti M, Barbato A, GISAS Study Group. The GiSAS study. Rationale and design of a<br />
pragmatic randomized controlled trial on aripiprazole, olanzapine and haloperidol in the long-term treatment of<br />
schizophrenia. Contemp Clin Trials2011; 32:675-684.<br />
• Barbato A, Parabiaghi A, Panicali F, Battino N, D'Avanzo B, De Girolamo G, Rucci P, Santone G, PROGRES-Acute<br />
Group. Do patients improve after short psychiatric admission A cohort study in Italy Nord J Psychiatry 2010; E-pub<br />
• Campi R, Barbato A, D'Avanzo B, Guaiana G, Bonati M Suicide in Italian children and adolescents J Affect Disord<br />
2009; 113:291-295.<br />
• Barbato A, D'Avanzo B. Efficacy of couple therapy as a treatment for depression: a meta-analysis. Psychiatr Q 2008;<br />
79:121-132.<br />
• D'Avanzo B, Alipran<strong>di</strong>ni E, Beghi M, Cornaggia C M, Erlicher A, Frova M, Mascarini A, Miragoli P, Righi A. Strutture<br />
residenziali e semiresidenziali nei servizi <strong>di</strong> salute mentale. Dove sta la <strong>di</strong>fferenza Epidemiologia e Psichiatria Sociale<br />
2008; 17:57-64.<br />
• Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2.<br />
• Parabiaghi A, Barbato A, D'Avanzo B, Erlicher A, Lora A. Assessing reliable and clinically significant change on Health<br />
of the Nation Outcome Scales: method for <strong>di</strong>splaying longitu<strong>di</strong>nal data. Aust N Z J Psychiatry 2005; 39:719-725.<br />
• Barbato A, D'Avanzo B. Involuntary placement in Italy. Br J Psychiatry 2005; 186:542-543.<br />
• Guaiana G, Andretta M, Corbari L, Mirandola M, Sorio A, D'Avanzo B, Barbui C. Antidepressant drug consumption and<br />
public health in<strong>di</strong>cators in Italy, 1955-2000. J Clinical Psychiatry 2005; 66:750-755.<br />
• D'Avanzo B, Battino R N, Gallus S, Barbato A. Factors pre<strong>di</strong>cting <strong>di</strong>scharge of patients from community residential<br />
facilities: A longitu<strong>di</strong>nal study from Italy. Aust N Z J Psychiatry 2004; 38:619-628.<br />
• D'Avanzo B, Barbato A, Barbui C, Battino N, Civenti G, Frattura L. Discharges of patients from public psychiatric<br />
hospitals in Italy between 1994 and 2000. Int J Social Psychiatry 2003; 49 27-3.<br />
Maria Grazia De Simoni. 1978: laurea in Scienze Biologiche, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, 110/110<br />
cum laude. 1981: specializzazione in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
1981-1982: post-dottorato presso l’Università <strong>di</strong> Lione, Francia. Attualmente, Capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso, presso all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Principali aree <strong>di</strong> ricerca:<br />
modelli sperimentali <strong>di</strong> patologie del sistema nervoso con speciale riferimento ad ischemia cerebrale e<br />
trauma cranico; ruolo dell’immunità innata nelle patologie del sistema nervoso; la riposta infiammatoria<br />
nel tessuto cerebrale: aspetti trofici e tossici; le cellule staminali come terapia del danno cerebrale acuto;<br />
marcatori periferici <strong>di</strong> patologie del CNS. Membro dei seguenti comitati e<strong>di</strong>toriali: Stroke, a journal of<br />
cerebral circulation; ISRN Vascular Me<strong>di</strong>cine; Frontiers in Immunology: Frontiers in Molecular Innate<br />
Immunity. Membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento<br />
Cerebrale” (AIRIC). Autore <strong>di</strong> circa 120 lavori scientifici su riviste internazionali.<br />
91<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Perego C, Fumagalli S, De Simoni MG. Temporal pattern of expression and colocalization of microglia/macrophage<br />
phenotype markers following brain ischemic injury in mice. J Neuroinflam 201; 8: 147<br />
• Helmy A, De Simoni MG, Guilfoyle MR, Carpenter KL, Hutchinson PJ. Cytokines and innate inflammation in the<br />
pathogenesis of human traumatic brain injury. Prog Neurobiol 2011; 95: 352-372.<br />
• Cipriani R, Villa P, Chece G, Lauro C, Pala<strong>di</strong>ni A, Micotti E, Perego C, De Simoni MG, Fredholm B, Eusebi F, Limatola<br />
C. CX3CL1 is neuroprotective in permanent focal cerebral ischemia in rodents. J Neurosci 2011; 31: 16327-16335.<br />
• Zanier ER, Montinaro M,Vigano’ V,Villa P, Fumagalli S, Pischiutta F, Longhi L, Leoni ML, Rebulla P, Stocchetti N,<br />
Lazzari L, De Simoni MG. Human umbilical cord blood mesenchymal stem cells protect mice brain after trauma. Crit<br />
Care Med 2011; 39:2501-2510.<br />
• Ortolano F, Maffia P, Dever G, Rodolico G, Millington OR, De Simoni MG, Brewer JM, Bushell T, Garside P, Carswell<br />
HV. Advances in imaging of new targets for pharmacological intervention in stroke: real-time tracking of T-cells in the<br />
ischemic brain. Br J Pharmacol 2010; 159: 808-811.<br />
• Ortolano F, Colombo A, Zanier ER, Sclip A, Longhi L, Perego C, Stocchetti N, Borsello T, De Simoni MG. c-Jun N-<br />
terminal kinase pathway activation in human and experimental cerebral contusion. J Neuropathol Exp Neurol 2009; 68:<br />
964-971.<br />
• Gesuete R, Storini C, Fantin A, Stravalaci M, Zanier ER, Orsini F, Vietsch H, Mannesse MLM, Ziere B, Gobbi M, De<br />
Simoni MG. Recombinant C1-inhibitor in Brain Ischemic Injury. Annals Neurol 2009; 66: 332-342.<br />
• Longhi L, Perego C, Ortolano F, Zanier E R, Bianchi P, Stocchetti N, McIntosh T and De Simoni MG .C1-Inhibitor<br />
attenuates neurobehavioral deficits and reduces contusion volume following controlled cortical impact brain injury in<br />
mice. Critical Care Me<strong>di</strong>cine 2009; 37: 659-665.<br />
• Capone C, Frigerio S, Fumagalli S, Gelati M, Principato M C, Storini C, Montinaro M, Kraftsik R, De Curtis M, Parati<br />
E, De Simoni MG. Neurosphere - derived cells exert a neuroprotective action by changing the ischemic<br />
microenvironment. PLoS ONE 2007; 2(4): e373.<br />
• Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell IL, De Simoni MG, Vezzani A. Tumor necrosis factor-α inhibits<br />
seizures in mice via p75 receptors. Annals Neurol 2005; 57: 804-812.<br />
• Bergamaschini L, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Distaso M, Perego C, De Luigi A, Vergani C, De Simoni MG.<br />
Peripheral treatment with enoxaparin, a low-molecular weight heparin, reduces plaques and β-amyloid accumulation in a<br />
mouse model of Alzheimer’s <strong>di</strong>sease. J. Neurosci 2004; 24: 4181-4186.<br />
Roberto W. Invernizzi ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1976 nel laboratorio <strong>di</strong><br />
Neurofarmacologia dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano dove è attualmente<br />
responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento. Nel 1986 si è laureato in Scienze<br />
Biologiche, presso l’Università Statale <strong>di</strong> Milano e nel 1996 è stato nominato capo dell’Unità <strong>di</strong><br />
Micro<strong>di</strong>alisi Intracerebrale. Lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neurochimici e dei circuiti nervosi coinvolti nella<br />
patogenesi delle principali malattie psichiatriche quali schizofrenia e depressione e del meccanismo<br />
d’azione dei farmaci psicotropi costituiscono i principali interessi del laboratorio. Dal 1987, si è de<strong>di</strong>cato<br />
allo sviluppo della tecnica della micro<strong>di</strong>alisi intracerebrale per lo stu<strong>di</strong>o in vivo del rilascio <strong>di</strong><br />
monoammine. Utilizzando questa tecnica, il laboratorio ha contribuito tra i primi a chiarire il ruolo degli<br />
autorecettori presinaptici della serotonina e della noradrenalina negli effetti dei farmaci antidepressivi,<br />
suggerendo una nuova ipotesi sul loro meccanismo d’azione. Attualmente, gli interessi del laboratorio sono<br />
rivolti allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neurochimici coinvolti nella “resistenza” ai farmaci antidepressivi e al<br />
ruolo della trasmissione glutammatergica e serotoninergica corticale nei processi attenzionali. Revisore per<br />
varie riviste internazionali, nel campo della farmacologia e della neurochimica. Autore e co-autore <strong>di</strong> oltre<br />
70 articoli con peer-review. Membro della Società Italiana <strong>di</strong> Neuroscienze e della Società Italiana <strong>di</strong><br />
Farmacologia.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RW. Effects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a<br />
model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the me<strong>di</strong>al prefrontal cortex.<br />
Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):639-52.<br />
• Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW. Sertindole restores attentional performance and suppresses<br />
glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):625-37<br />
• Pozzi L, Sacchetti G, Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M. Distinct Changes in CREB Phosphorylation in<br />
Frontal Cortex and Striatum During Contingent and Non-Contingent Performance of a Visual Attention Task. Front<br />
Behav Neurosci. 2011;5:65.<br />
• Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M. Attention deficit induced by<br />
blockade of N-methyl D-aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and<br />
cAMP response element bin<strong>di</strong>ng protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors2/3. Neuroscience.<br />
2011;176:336-48<br />
• Calcagno E, Invernizzi RW Strain-dependent serotonin neuron feedback control: role of serotonin receptors. J<br />
Neurochem 2010 114: 1701-1710<br />
92<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Calcagno E, Guzzetti S, Canetta A, Fracasso C, Caccia S, Cervo L, Invernizzi RW. Enhancement of cortical extracellular<br />
5-HT by 5-HT1A and 5-HT2C receptor blockade restores the antidepressant-like effect of citalopram in non-responder<br />
mice. Int J Neuropsychopharmacol 2009 12: 793-803<br />
• Calcagno E, Carli M, Baviera M, Invernizzi RW. Endogenous serotonin and serotonin2C receptors are involved in the<br />
ability of M100907 to suppress cortical glutamate release induced by NMDA receptor blockade. J Neurochem 2009 108<br />
: 521-532<br />
• Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have <strong>di</strong>ssociable effects in a model of attentional<br />
performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology 2008; 196: 269-280.<br />
• Calcagno E, Canetta A, Guzzetti S, Cervo L, Invernizzi RW. Strain <strong>di</strong>fferences in basal and post-citalopram extracellular<br />
5-HT in the mouse me<strong>di</strong>al prefrontal cortex and dorsal hippocampus: relation with tryptophan with tryptophan<br />
hydroxylase-2 activity. J Neurochem 2007; 103 : 1111-1120<br />
• Invernizzi RW, Pierucci M, Calcagno E, Di Giovanni G, Di Matteo V, Benigno A, Esposito E. Selective activation of<br />
5HT2C receptors stimulates GABA-ergic function in the rat substantia nigra pars reticulata: a combined in vivo<br />
electrophysiological and neurochemical study. Neuroscience 2007 144 : 1523-1535<br />
Ugo Lucca ha conseguito il Master of Science presso l'Università <strong>di</strong> Aberdeen (UK) nel 1999.<br />
Presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” è stato ricercatore (1986-1994), poi<br />
responsabile dell'"Unità <strong>di</strong> valutazione Clinica dei Farmaci Antidemenza" (1995-1996) e, dal<br />
1996, è responsabile del "Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica". Le sue maggiori aree <strong>di</strong><br />
interesse riguardano l’epidemiologia e gli aspetti clinici della demenza, la storia naturale delle<br />
demenze, le malattie neuropsichiatriche dell’anziano, l’elaborazione <strong>di</strong> strumenti metodologici per<br />
lo screening <strong>di</strong>agnostico e la valutazione dello sviluppo clinico della demenza, la valutazione<br />
clinica dei trattamenti anti-demenza e <strong>di</strong> farmaci attivi a livello del sistema nervoso centrale (fase<br />
I, II, III e IV e stu<strong>di</strong> osservazionali).<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine<br />
treatment in Alzheimer's <strong>di</strong>sease. Neurology 1991; 41:1726-1732<br />
• Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer’s<br />
<strong>di</strong>sease: a prospective study. J Am Geriats Society 1993; 41: 45-49.<br />
• Lucca U, Tettamanti M, Forloni G, Spagnoli A. Nonsteroidal antiinflammatory drug use in Alzheimer’s <strong>di</strong>sease.<br />
Biological Psychiatry 1994; 36: 854-856.<br />
• Imbimbo BP, Martelli P, Troetel WM, Lucchelli F, Lucca U, Thal LJ, and the Eptastigmine Study Group. Efficacy and<br />
safety of eptastigmine for the treatment of patients with Alzheimer’s <strong>di</strong>sease. Neurology 1999; 52: 700-708.<br />
• Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B-<br />
12 in mild cognitive impairment, Alzheimer’s <strong>di</strong>sease and Vascular Dementia. Am J Clinical Nutr 2004; 80: 114-122.<br />
• Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. New England Journal of<br />
Me<strong>di</strong>cine 2006; 355: 1390.<br />
• Lucca U, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gan<strong>di</strong>ni F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M,<br />
Tempia P, Guala A, Fasolo G, Riva E. Association of Mild Anemia with Cognitive, Functional, Mood and Quality of<br />
Life Outcomes in the Elderly: The “Health and Anemia” Study. Plos ONE 2008;3(4):e1920<br />
• Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gan<strong>di</strong>ni F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M,<br />
Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly:<br />
The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28<br />
• Nobili A, Pasina L, Tettamanti M, Lucca U, Riva E, Marzoni I, Monesi L, Cucchiani R, Bortolotti A, Fortino I, Merlino<br />
L, Locatelli W. Giuliani G. Potentially severe drug interactions in elderly outpatients: results of an observational study of<br />
an administrative prescription database. J Clin Pharm Ther 2009;34:1-10<br />
• Tettamanti M, Lucca U, Gan<strong>di</strong>ni F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A,<br />
Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild<br />
anemia in the elderly: the “Health and Anemia”population-based study. Haematologica 2010; 95: 1849-1856.<br />
• Pasina L, Nobili A, Tettamanti M, Riva E, Lucca U, Piccinelli R, Defen<strong>di</strong> L, Perego L, Lucifora S, Bulla C. Coprescription<br />
of gastroprotective agents in patients taking non-selective NSAIDs or COX-2 selective inhibitors: analysis of<br />
prescriptions. Int J Clin Pharmacol Ther 2010; 48: 735-743.<br />
• Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U. Interleukin-1α, interleukin-1β an<br />
tumor necrosis factor-α genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plu”<br />
prospective study. AGE 2011 Apr 21. [Epub ahead of print]<br />
• Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterase<br />
inhibitor use in Alzheimer's <strong>di</strong>sease: the EPIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20: 497-505.<br />
• Lucca U, Garrì M, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Maragna<br />
M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A Population-based study of dementia in the oldest old: the<br />
Monzino 80-plus study. BMC Neurology 2011; 11: 54.<br />
93<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Alessandro Nobili si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1990 presso l’Università Statale <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: Corso <strong>di</strong> specializzazione nella Ricerca Biotecnologica Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />
1988; Scuola Internazionale <strong>di</strong> Farmacologia; 31° Corso su: Drug Epidemiology and Post-marketing<br />
Surveillance, Erice, settembre 1990; Corso: Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o nella Ricerca Epidemiologica, Milano,<br />
ottobre 1990. Corso: Long Term Clinical Trials, Cogne gennaio1991. Aree <strong>di</strong> interesse: Metodologia<br />
della sperimentazione clinica controllata, farmacoepidemiologia e post-marketing surveillance con<br />
particolare riferimento all’area geriatrica e alle problematiche correlate alla politerapia, alle interazioni tra<br />
farmaci e alla gestione dei pazienti con patologie croniche multiple. Metodologia della valutazione e<br />
verifica della qualità degli interventi sanitario-assistenziali e dei servizi per gli anziani. Strategie <strong>di</strong><br />
valutazione dell'impatto della demenza sulla famiglia e sugli operatori delle istituzioni geriatriche.<br />
Epidemiologia, programmazione e valutazione dei servizi sul territorio per gli anziani. Metodologia<br />
dell'informazione sul farmaco. Dal 1996 Responsabile “Servizio Informazione sui Farmaci per<br />
l’anziano”, Esperto Nazionale, accre<strong>di</strong>tato dall’AIFA, per l’EMEA, E<strong>di</strong>tor per la Micromedex®<br />
Thompson Health Care, Colorado, USA. Consulente Scientifico "Federazione Alzheimer Italia". Dal<br />
2007 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l’Anziano.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Nobili A, Riva E, Tettamanti M, et al. The effect of a structured intervention on cergivers of patients with dementia and<br />
problem behaviour: a randomized controlled pilot study. Alzheimer Dis Assoc Disord 2004; 18: 75-82.<br />
• Nobili A, Piana I, Balossi L, Pasina L, Matucci M, Tarantola M, Trevisan S, Riva E, Lucca U, Tettamanti M. Alzheimer<br />
special care units compared with tra<strong>di</strong>tional nursing home for dementia care: are there <strong>di</strong>fferences at admission and in<br />
clinical outcomes Alzheimer Dis Assoc Disord. 2008 Oct-Dec;22(4):352-61.<br />
• A. Nobili, L. Pasina, M. Tettamanti, U. Lucca, E. Riva, I. Marzona, L. Monesi, R. Cucchiani, A. Bortolotti, I. Fortino, L.<br />
Merlino, G. Walter Locatelli, G. Giuliani. Potentially severe drug interactions in elderly outpatients: results of an<br />
observational study of an administrative prescription database. Journal of Clinical Pharmacology and Therapeutics 2009;<br />
34: 377-386.<br />
• Marengoni A, Bonometti F, Nobili A, Tettamanti M, Salerno F, Corrao S, Iorio A, Marcucci M, Mannucci PM; Italian<br />
Society of Internal Me<strong>di</strong>cine (SIMI) Investigators. In-hospital death and adverse clinical events in elderly patients<br />
accor<strong>di</strong>ng to <strong>di</strong>sease clustering: the REPOSI study. Rejuvenation Res. 2010 Aug;13(4):469-77.<br />
• Nobili A, Licata G, Salerno F, Pasina L, Tettamanti M, Franchi C, De Vittorio L, Marengoni A, Corrao S, Iorio A,<br />
Marcucci M, Mannucci P M, SIMI Investigators. Polypharmacy, length of hospital stay, and in-hospital mortality among<br />
elderly patients in internal me<strong>di</strong>cine wards. The REPOSI study. Eur J Clin Pharmacol 2011;67:507-519.<br />
• Nobili A, Marengoni A, Tettamanti M, Salerno F, Pasina L, Franchi C, Iorio A, Marcucci M, Corrao S, Licata G,<br />
Mannucci P M. Association between clusters of <strong>di</strong>seases and polypharmacy in hospitalized elderly patients: Results from<br />
the REPOSI study. Eur J Intern Med 2011; 22:597-602.<br />
Annamaria Vezzani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1978 all’Università <strong>di</strong> Milano e specializzata<br />
in Neurofarmacologia all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> nel 1982, ha quin<strong>di</strong> trascorso un periodo <strong>di</strong> post-dottorato<br />
all’Università del Maryland a Baltimora nel 1983-1984 stu<strong>di</strong>ando i meccanismi <strong>di</strong> epilettogenesi in<br />
modelli sperimentali <strong>di</strong> epilessia. Ha trascorso ulteriori perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> post-dottorato all’Università <strong>di</strong><br />
Stoccolma e all’<strong>Istituto</strong> Karolinska tra il 1985 e il 1999. Si occupa dello stu<strong>di</strong>o dei meccanismi<br />
biochimico-molecolari coinvolti nella eziopatogenesi delle convulsioni e del danno neuronale ad esse<br />
associato utilizzando modelli sperimentali <strong>di</strong> epilessia. La ricerca corrente è focalizzata sul ruolo dei<br />
neuropepti<strong>di</strong> e delle molecole infiammatorie nella modulazione dell’eccitabilità neuronale e della<br />
neurodegenerazione. Focus della ricerca è inoltre lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> farmacoresistenza.<br />
Dal 1997 è a capo del Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale nel Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze<br />
dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> a Milano. E’ membro del Board E<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>verse riviste scientifiche e E<strong>di</strong>tore Associato per le scienze <strong>di</strong> base <strong>di</strong> Epilepsia, la rivista ufficiale della<br />
Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE). E’ stata a capo della Commissione <strong>di</strong> Neurobiologia della<br />
ILAE che si occupa dello sviluppo della ricerca traslazionale nell’epilessia. Ha ricevuto nel 2009 il<br />
prestigioso riconoscimento Epilepsy Research Recognition Award per la ricerca traslazionale dalla<br />
American Epilepsy Society.<br />
Principali pubblicazioni<br />
- Vezzani A, Conti M, De Luigi A, Ravizza T, Moneta D, Marchesi F, De Simoni MG. Interleukin-1beta immunoreactivity and<br />
microglia are enhanced in the rat hippocampus by focal kainate application: functional evidence for enhancement of<br />
electrographic seizures.(1999) J Neurosci.19:5054-65.<br />
- Vezzani A., Moneta D., Conti M., Richichi C., Ravizza T., De Luigi A., De Simoni M.G., Sperk, Andell-Jonsson S., Lundkvist<br />
J., Iverfeldt K. and Bartfai T. Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist upon intracerebral injection and<br />
astrocytic overexpression in mice (2000) Proc Natl Acad Sci USA, 97: 11534<br />
94<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- Rizzi M, Caccia S, Guiso G, Richichi C, Gorter JA, Aronica E, Alipran<strong>di</strong> M, Bagnati R, Fanelli R, D'Incalci M, Samanin R,<br />
Vezzani A. Limbic seizures induce P-glycoprotein in rodent brain: functional implications for pharmacoresistance (2002) J<br />
Neurosci, 22: 5833<br />
- Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell I, De Simoni MG, Vezzani A. TNF-alpha inhibits kainic acid-induced<br />
seizures in mice via p75 receptors (2005) Ann Neurol, 57: 804-12<br />
- Ravizza T, Gagliar<strong>di</strong> B, Noè F, Boer K, Aronica E and Vezzani A. Innate and adaptive immunity during epiletogenesis and<br />
spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy (2008) Neurobiol Dis, 29: 142<br />
- Noè F, Pool AH, Nissinen J, Gobbi M, Bland R, Rizzi M, Balducci C, Ferraguti F, Sperk G, During MJ, Pitkänen A, Vezzani A.<br />
Neuropeptide Y gene therapy decreases chronic spontaneous seizures in a rat model of temporal lobe epilepsy (2008) Brain,<br />
131:1506<br />
- Balosso S, Maroso M, Sanchez-Alavez M, Ravizza T, Frasca A, Bartfai T, Vezzani A. A novel non-transcriptional pathway<br />
me<strong>di</strong>ates the proconvulsive effects of interleukin-1beta. (2008) Brain, 131:3256<br />
- Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer A, Rossetti C, Molteni M, Casalgran<strong>di</strong> M, Manfre<strong>di</strong> AA, Bianchi<br />
ME and Vezzani A. Toll-Like Receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1)are involved in ictogenesis and can<br />
be targeted to reduce seizures (2010) Nature Me<strong>di</strong>cine, 16:413-9.<br />
- Vezzani A, French J, Bartfai T, Baram TZ. The role of inflammation in epilepsy. (2011) Nat Rev Neurol, 7: 31-40.<br />
- Nabbout R, Vezzani A, Dulac O, Chiron C. Acute encephalopathy with inflammation-me<strong>di</strong>ated status epilepticus. (2011) Lancet<br />
Neurol. 10:99-108<br />
Diego Albani si è laureato in Scienze Biologiche a pieni voti nel 1996 e svolge la propria attività <strong>di</strong><br />
ricerca presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” dal 2002, dopo un periodo <strong>di</strong> postdottorato<br />
<strong>di</strong> 3 anni effettuato presso il laboratorio del Prof. Renato Dulbecco al CNR-ITBA <strong>di</strong> Milano. E’<br />
<strong>di</strong>ventato capo dell’Unità <strong>di</strong> Genetica delle Malattie Neurodegenerative dal 2011. I suoi attuali interessi<br />
riguardano le basi biologiche delle patologie neurodegenerative, compresa la Malattia <strong>di</strong> Alzheimer (AD)<br />
e il Morbo <strong>di</strong> Parkinson (PD), con una particolare attenzione ad aspetti genetici, legati allo stress<br />
ossidativo e all’uso <strong>di</strong> proteine ricombinanti quali possibili nuovi farmaci. Il Dr Albani è attivamente<br />
coinvolto in progetti <strong>di</strong> ricerca che riguardano argomenti <strong>di</strong> farmacogenomica dell’AD, le basi genetiche<br />
dell’invecchiamento e l’attivazione <strong>di</strong> enzimi neuronali della famiglia delle sirtuine tramite fitoprodotti<br />
come possibile nuova strategia contro l’AD e il PD. E’ attualmente membro dell’E<strong>di</strong>torial Board <strong>di</strong> tre<br />
riviste internazionali.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Ginestra A, Albani D, Susani L, Sanchez JC, Liberatori S, Magi B, Raggiaschi R,<br />
Hochstrasser DF, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco R (2001) “Proteomic <strong>di</strong>ssection of dome formation in a mammary cell<br />
line: role of tropomyosin–5b and maspin Proc Natl Acad Sci USA, 98, 5608-5613<br />
• Albani D, Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Liberatori S, Montagna C, Susani L, Barbieri O, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco<br />
R (2002) “Dome formation in cell cultures as expression of an early stage of lactogenic <strong>di</strong>fferentiation of the mammary<br />
gland “ Proc Natl Acad Sci USA, 99, 8660-5<br />
• Albani D, Peverelli E, Rametta R, Batelli S, Veschini L, Negro A, Forloni G (2004): “Protective effect of TAT-delivered<br />
a-synuclein: relevance of the C-terminal domain and involvement of HSP70” FASEB J, 18, 1713-1715<br />
• Albani D, Roiter I, Artuso V, Batelli S, Prato F, Pesaresi M, Galimberti D, Scarpini E, Bruni A, Franceschi M, Piras MR,<br />
Confaloni A, Forloni G (2007) “Presenilin-1 mutation E318G and familial Alzheimer's <strong>di</strong>sease in the italian population”.<br />
Neurobiol Aging, 28,1682-8.<br />
• Albani D., Polito L., Batelli S., De Mauro S., Fracasso C., Martelli G., Colombo L., Manzoni C., Salmona M., Caccia S.,<br />
Negro A., Forloni G (2009) The SIRT1 activator resveratrol protects SK-N-BE cells from oxidative stress and against<br />
toxicity caused by α-synuclein or amyloid-β (1-42) peptide. J Neurochem, 110, 1445-56<br />
• Albani D, Polito L, Forloni G. Sirtuins as Novel Targets for Alzheimer's Disease and Other Neurodegenerative<br />
Disorders: Experimental and Genetic Evidence (2010) J Alzheimer’s Disease, 19, 11-26<br />
• Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U (2011) Interleukin-1a, Interleukin-1b<br />
and Tumor Necrosis Factor-a genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plus”<br />
prospective study. Age, Apr 21. [Epub ahead of print]<br />
• Batelli S, Peverelli E, Ro<strong>di</strong>lossi S, Forloni G, Albani D (2011). Macroautophagy and the proteasome are <strong>di</strong>fferently<br />
involved in the degradation of alpha-synuclein wild type and mutated A30P in an in vitro inducible model<br />
(PC12/TetOn). Neuroscience, 195, 128-37<br />
Mirjana Carli ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1977 nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano. Ha passato il periodo dal 1981 al 1986 nel laboratorio<br />
<strong>di</strong> Neuroscienze Cognitive del Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia Sperimentale dell’Università <strong>di</strong> Cambridge (UK)<br />
<strong>di</strong>retto dal Prof. Trevor W Robbins. Qui si è occupata dello stu<strong>di</strong>o del ruolo delle monoamine cerebrali nei<br />
processi cognitivi, mettendo a punto <strong>di</strong>versi test comportamentali nel ratto. Dal 1986 è nell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, prima nel laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia e dal 2006 nel laboratorio <strong>di</strong><br />
Neurochimica e Comportamento come responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia del Comportamento Cognitivo.<br />
La sua attività scientifica è orientata allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi neuronali che controllano i processi cognitivi<br />
quali memoria, attenzione e le funzioni esecutive, contribuendo a delineare il ruolo <strong>di</strong> alcuni recettori della<br />
95<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
serotonina in questi processi. L’interesse recente della sua unità si è anche focalizzato sui meccanismi genetici<br />
coinvolti nei processi cognitivi.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RW. Effects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a<br />
model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the me<strong>di</strong>al prefrontal cortex.<br />
Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):639-52.<br />
• Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW. Sertindole restores attentional performance and suppresses<br />
glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl). 2011;214:625-37<br />
• Pozzi L, Sacchetti G, Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M. Distinct Changes in CREB Phosphorylation in<br />
Frontal Cortex and Striatum During Contingent and Non-Contingent Performance of a Visual Attention Task. Front<br />
Behav Neurosci. 2011;5:65.<br />
• Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M. Attention deficit induced by<br />
blockade of N-methyl D-aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and<br />
cAMP response element bin<strong>di</strong>ng protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors2/3. Neuroscience.<br />
2011;176:336-48<br />
• Pozzi L, Greco B, Sacchetti G, Leoni G, Invernizzi RW, Carli M. Blockade of serotonin 2A receptors prevents PCPinduced<br />
attentional performance deficit and CREB phosphorylation in the dorsal striatum of DBA/2 mice.<br />
Psychopharmacology (Berl). 2010; 208:387-99.<br />
• Noe F, Vaghi V, Balducci C, Fitzsimons H, Bland R, Zardoni D, Sperk G, Carli M, During MJ, Vezzani A.<br />
Anticonvulsant effects and behavioural outcomes of rAAV serotype 1 vector-me<strong>di</strong>ated neuropeptide Y overexpression<br />
in rat hippocampus. Gene Ther. 2010 17::643-52.<br />
• Calcagno E, Carli M, Baviera M, Invernizzi RW. Endogenous serotonin and serotonin2C receptors are involved in the<br />
ability of M100907 to suppress cortical glutamate release induced by NMDA receptor blockade. J Neurochem. 2009;<br />
108:521-32.<br />
• Noè F, Frasca A, Balducci C, Carli M, Sperk G, Ferraguti F, Pitkonen A, Bland R, Fitzsimons H, During M, Vezzani<br />
A. Neuropeptide Y overexpression using recombinant adeno-associated viral vectors. Neurotherapeutics. 2009; 6:300-6.<br />
• Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have <strong>di</strong>ssociable effects in a model of attentional<br />
performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology (Berl). 2008<br />
196:269-80.<br />
• Sorensen AT, Kanter-Schlifke I, Carli M, Balducci C, Noe F, During MJ, Mezzani A, Kokaia M. NPY gene transfer in<br />
the hippocampus attenuates synaptic plasticity and learning. Hippocampus. 2008;18:564-74.<br />
• Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M,<br />
Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant<br />
prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model.<br />
Neuron. 2008; 60:598-609.<br />
Teresa Ravizza si è laureata in Scienze Biologiche con in<strong>di</strong>rizzo fisiopatologico all’Università <strong>di</strong> Milano<br />
nel 1996. Ha poi conseguito il Diploma <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
<strong>di</strong> Milano nel 2000. Ha quin<strong>di</strong> trascorso un periodo <strong>di</strong> post-dottorato all’”Albert Einstein College of<br />
Me<strong>di</strong>cine” <strong>di</strong> New York nel 2000-2001 dove ha stu<strong>di</strong>ato i meccanismi <strong>di</strong> epilettogenesi in modelli<br />
sperimentali <strong>di</strong> epilessia pe<strong>di</strong>atrica. Ha trascorso ulteriori perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> post-dottorato all’”Academic Me<strong>di</strong>cal<br />
Center” <strong>di</strong> Amsterdam e nel Dipartimento <strong>di</strong> Anatomia e Neurobiologia della “University of Irvine”<br />
(UCI), California, USA, tra il 2005 e il 2009. Dal 2010 è a capo dell’Unità <strong>di</strong> Patofisiologia della<br />
Comunicazione Glio-Neuronale, che si occupa <strong>di</strong> caratterizzare da un punto <strong>di</strong> vista biochimico e<br />
molecolare le mo<strong>di</strong>ficazioni nell’espressione <strong>di</strong> molecole prodotte dagli astrociti e microglia in con<strong>di</strong>zioni<br />
patologiche quali epilessia, trauma, eccito tossicità ed infiammazione. Particolare attenzione viene data<br />
alle molecole pro- e anti-infiammatorie, e al ruolo che tali molecole hanno nel contribuire alle alterazioni<br />
morfologiche, biochimiche e funzionali del tessuto cerebrale (danno neuronale, eccitabilità neuronale,<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica).<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Ravizza T, Boer K, Redeker S, Spliet WGM, van Rijen PC, Troost D, Vezzani A, Aronica E. (2006) The IL-1β system in<br />
epilepsy-associated malformations of cortical development. Neurobiol Dis, 24, 128<br />
• Ravizza T, Lucas SM, Balosso S, Bernar<strong>di</strong>no L, Ku G, Noè F, Malva J, Randle JC, Allan S, Vezzani A. (2006)<br />
Inactivation of caspase-1 in rodent brain: a novel anticonvulsive strategy. Epilepsia, 47, 1160<br />
• Ravizza T, Gagliar<strong>di</strong> B, Noè F, Boer K, Aronica E, Vezzani A. (2008) Innate and adaptive immunità during<br />
epiletogenesis and spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy.<br />
Neurobiol Dis, 29, 142<br />
• Ravizza T, Noé F, Zardoni D, Vaghi V, Sifringer M, Vezzani A. Interleukin converting enzyme inhibition impairs<br />
kindling development in rats by blocking astrocytic IL-1β production (2008) Neurobiol Dis, 31, 327<br />
96<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Marcon J, Gagliar<strong>di</strong> B, Noé F, Morin M, Lerner-Natoli M, Vezzani A, Ravizza T. Age-dependent vascular changes<br />
induced by status epilepticus in rat forebrain: implication for epileptogenesis (2009) Neurobiol Dis, 34, 121<br />
• Balosso S, Ravizza T, Pierucci M, Calcagno E, Invernizzi R, Di Giovanni G, Esposito E, Vezzani A. Molecular and<br />
functional interactions between TNF-alpha receptors and the glutamatergic system in the mouse hippocampus:<br />
implications for seizure susceptibility (2009) Neuroscience, 161, 293<br />
• Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer AM, Rossetti C, Molteni M, Casalgran<strong>di</strong> M, Manfre<strong>di</strong> AA,<br />
Bianchi ME, Vezzani A. Toll-like receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1) are involved in<br />
ictogenesis and can be targeted to reduce seizures (2010) Nature Me<strong>di</strong>cine, 16, 413<br />
• Dubé C, Ravizza T, Hamamura T, Zha Q, Keebaugh A, Fok K, Andres A, Nalcioglu O, Obenaus A, Vezzani, Baram TZ.<br />
Epileptogenesis provoked by prolonged experimental febrile seizures: mechanisms and biomarkers (2010) J Neurosci,<br />
30, 7484<br />
• Ravizza T, Balosso S, Vezzani A Inflammation and prevention of epileptogenesis. Neurosci Lett. 2011; 497:223-30<br />
• Akin D, Ravizza T, Maroso M, Carcak N, Eryigit T, Vanzulli I, Aker RG, Vezzani A, Onat FY.IL-1β is induced in<br />
reactive astrocytes in the somatosensory cortex of rats with genetic absence epilepsy at the onset of spike-and-wave<br />
<strong>di</strong>scharges, and contributes to their occurrence. Neurobiol Dis. 2011; 44:259-69<br />
Emma Riva si è laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università <strong>di</strong> Milano e ha ottenuto il<br />
dottorato <strong>di</strong> ricerca in Fisiopatologia Car<strong>di</strong>ovascolare (PhD) nel 1990 presso l’Università <strong>di</strong> Londra (UK).<br />
Attività formative: Research Assistant presso il Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina,<br />
Università <strong>di</strong> Ottawa, Canada; Internato in Me<strong>di</strong>cina Interna presso l’Ospedale Luigi Sacco Milano;<br />
Car<strong>di</strong>ac Fellow presso il St Thomas' Hospital, London, UK. Aree <strong>di</strong> interesse: Prevalenza e effetti<br />
cognitivi, funzionali e clinici dell’anemia negli anziani; Disturbi comportamentali nei pazienti con<br />
demenza; Valutazione dello stress nel care-giver <strong>di</strong> soggetti con demenza; Cure palliative, il malato<br />
oncologico terminale, Diabete nell’anziano. Ruoli attuali e passati in <strong>Istituto</strong>: Capo dell’Unità <strong>di</strong><br />
Farmacologia Geriatrica <strong>Istituto</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", Milano; Direttore Scientifico dell’hospice “via <strong>di</strong> Natale<br />
Franco Gallini”, Aviano (PN); Consulente presso l’<strong>Istituto</strong> Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano:<br />
Membro del progetto PREDICT (Policy Review and Evaluation of Dementia and Institutional Care<br />
Trends): a Transnational Comparison.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gan<strong>di</strong>ni F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M,<br />
Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly:<br />
The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28<br />
• Tettamanti M, Lucca U, Gan<strong>di</strong>ni F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A,<br />
Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild<br />
anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica. 2010;95(11):1849-1956<br />
• Lucca U, Garrì MT, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E,<br />
Maragna M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A population-based study of dementia in the oldest<br />
old: The Monzino 80-plus. Study design, methodological challenges, and population characteristics. BMC Neurology<br />
2011;11:54 DOI:10.1186/1471-2377-11-54<br />
• Avanzini F, Marelli G, Donzelli W, Busi G,Carbone S, Bellato L, Colombo EL, Foschi R, Riva E, Roncaglioni MC, De<br />
Martini. Conversion from intravenous to subcutaneous insulin therapy: effectiveness and safety of a standar<strong>di</strong>zed<br />
protocol and pre<strong>di</strong>ctors of transition outcome. Diabetes Care 2011<br />
• Monesi L, Baviera M, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Cortesi L, Riva E, Fortino I, Bortolotti<br />
A, Fontana G, Merlino L, Roncaglioni MC. Prevalence, incidence and mortality of <strong>di</strong>agnosed <strong>di</strong>abetes: evidence from an<br />
Italian population-based study: Diabetic Me<strong>di</strong>cine 2011 DOI: 10.1111/j.1464-5491.2011.03446.x. [Epub ahead of print]<br />
• Baviera M, Monesi L, Garzona I, Avanzino F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Riva E, Cortesi L, Bortolotti A,<br />
Fortino I, Merlino L, Fontana G, Roncaglioni MC. Trends in drug prescriptions to <strong>di</strong>abetic patients from 2000 to 2008 in<br />
Italy's Lombardy Region: a large population-based study. Diabetes Research and Clinical Practice 2011 DOI:<br />
10.1016/j.<strong>di</strong>abres.2011.05.004<br />
• Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterasi<br />
inhibitor use in Alzheimer’s <strong>di</strong>sease: the PEIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011<br />
DOI:10.1002/pds.2124<br />
• Nobil i A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, Roncaglioni C, Riva E, Lucca U, Bortolotti A,<br />
Fortino, I Merlino L. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-Elderly Project.<br />
Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011 DOI: 10.1002/pds.2108<br />
Mauro Tettamanti si è laureato in Biologia nel 1986 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e si è<br />
specializzato nel 1993 in Epidemiologia e Statistica Me<strong>di</strong>ca presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia. Dal<br />
1989 borsista presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>; dal 1999 Ricercatore e dal 2001 Capo dell’Unità <strong>di</strong><br />
Epidemiologia Geriatrica. Attività formative: Corso <strong>di</strong> valutazione critica della letteratura <strong>di</strong> settore<br />
Scuola Superiore <strong>di</strong> Fisioterapia <strong>di</strong> Mendrisio; Corso <strong>di</strong> Introduzione alla Statistica per il Master in<br />
Ergonomia del Politecnico <strong>di</strong> Milano (2001-2004); Corso <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca e Metodologia Clinica per<br />
97<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
la Drug Evaluation School presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Aree <strong>di</strong> interesse: Ideazione, stesura del<br />
protocollo, messa in atto e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici e <strong>di</strong> clinical trial in campo geriatrico, in<br />
particolare nel campo delle demenze; stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase I, II, III e osservazionali a lungo termine <strong>di</strong> farmaci per<br />
la demenza e la sindrome ansioso depressiva; epidemiologia, fattori <strong>di</strong> rischio e correlati della demenza;<br />
morbilità, <strong>di</strong>sabilità e stato cognitivo degli anziani e dei gran<strong>di</strong> anziani; caratteristiche del trattamento <strong>di</strong><br />
pazienti terminali; politerapia nei pazienti anziani; analisi delle variabili cliniche presenti nei database<br />
amministrativi<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B-<br />
12 in mild cognitive impairment, Alzheimer <strong>di</strong>sease, and vascular dementia. Am J Clin Nutr 2004; 80: 114-122<br />
• Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol<br />
2006; 63:154-155<br />
• Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. N Engl J Med 2006; 355:1390<br />
• Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the<br />
very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508<br />
• Tettamanti M, Lucca U, Gan<strong>di</strong>ni F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, et al. Prevalence, incidence and types of mild<br />
anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica 2010; 95:1849-56<br />
• Nobili A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, et al. Drug utilization and polypharmacy in an<br />
Italian elderly population: the EPIFARM-elderly project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20:488-496.<br />
ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze è strutturato in do<strong>di</strong>ci Laboratori, le attività <strong>di</strong> ricerca riguardano lo<br />
stu<strong>di</strong>o delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal punto <strong>di</strong> vista delle basi biologiche, <strong>di</strong><br />
alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi sanitari. Accanto a queste attività, nel Dipartimento<br />
sono presenti competenze più generali, non riconducibili esclusivamente all'ambito neurologico, che<br />
riguardano l'informazione sull'uso dei farmaci e l'elaborazione <strong>di</strong> trial clinici e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici.<br />
Tra<strong>di</strong>zionalmente una parte del Dipartimento si è de<strong>di</strong>cata alla creazione <strong>di</strong> modelli sperimentali per lo<br />
stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguar<strong>di</strong>no le malattie<br />
neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia o psichiatriche<br />
come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti <strong>di</strong> ricerca per lo stu<strong>di</strong>o<br />
della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze d'abuso. Per quanto riguarda<br />
gli aspetti clinici <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> queste patologie sono oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici come epilessia, SLA<br />
e Alzheimer e <strong>di</strong> clinical trial per la valutazione dell'efficacia <strong>di</strong> trattamenti farmacologici. Le attività<br />
del Dipartimento mirano a un'integrazione delle <strong>di</strong>verse competenze per lo sviluppo <strong>di</strong> progetti<br />
multi<strong>di</strong>sciplinari. L'obiettivo è <strong>di</strong> dare risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e<br />
della pratica clinica alle complesse tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del<br />
sistema nervoso.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
L’applicazione intrecerebroventricolare dei β amiloide 1-40 e 1-42 sintetici in forma oligomerica è<br />
associata ad un danno cognitivo che non si riscontra con le forme monomeriche o fibrillari, l’effetto è<br />
reversibile e non <strong>di</strong>pende dalla proteina prionica.<br />
Un’analisi comparata <strong>di</strong> risonanza magnetica per immagine (RMI) in <strong>di</strong>versi modelli sperimentali <strong>di</strong><br />
Alzheimer ha <strong>di</strong>mostrato effetti simili nella riduzione del volume <strong>di</strong> alcune aree cerebrali associata<br />
all’invecchiamento, solo in parte simili a quelli che caratterizzano la malattia nell’uomo.<br />
98<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’azione della doxiciclina, una tetraciclina che passa la barriera ematoencefalica con attività antiamiloidogenica,<br />
oltre a ridurre la formazione <strong>di</strong> aggregati <strong>di</strong> β amiloide neutralizza l’effetto <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sfunzione neuronale indotta dagli oligomeri.<br />
Un polimorfismo presente sul gene che co<strong>di</strong>fica per SIRT-2, una proteina con attività deacetilasica<br />
che appartiene alla famiglia delle sirtuine, è stato associato allo sviluppo <strong>di</strong> patologie croniche<br />
nell’anziano<br />
In modelli animali in vivo è stato <strong>di</strong>mostrato che il peptide D-JNK-TAT, capace <strong>di</strong> inibire l’attività <strong>di</strong><br />
fosforilazione me<strong>di</strong>ata dall’enzima JNK, esercita un controllo della produzione <strong>di</strong> β amiloide<br />
in<strong>di</strong>cando possibili prospettive terapeutiche nella cura dell’Alzheimer.<br />
Sono stati <strong>di</strong>segnati e sintetizzati nuovi pepti<strong>di</strong> capaci <strong>di</strong> interferire selettivamente su enzimi <strong>di</strong><br />
fosforilazione a valle dell’attività <strong>di</strong> D-JNK (MKK7Is). Test <strong>di</strong> inibizione in vitro hanno mostrato che<br />
questi pepti<strong>di</strong> non sono tossici e hanno un alto effetto <strong>di</strong> neuroprotezione contro l’eccitotossicità.<br />
In un modello animale <strong>di</strong> ischemia cerebrale, sottoposti a trattamento con MKK7Is 30 minuti prima<br />
del danno, hanno mostrato un’incoraggiante riduzione dell’area infartuata, pari al 50% se paragonata<br />
ai controlli trattati con veicolo.<br />
In seguito a trattamento con H 2 O 2, l’over-espressione <strong>di</strong> SUMO-1 aumenta la fosforilazione <strong>di</strong> JNK<br />
ed incrementa la morte cellulare, mentre l’inibizione della SUMOilazione, in seguito a transfezione <strong>di</strong><br />
SENP1, interferisce con l’attivazione <strong>di</strong> JNK e protegge le cellule da morte indotta da H 2 O 2 .<br />
Stu<strong>di</strong> in <strong>di</strong>versi modelli cellulari hanno evidenziato che l'attivazione dello stress del reticolo<br />
endoplasmatico o alterazioni dell’attività del proteasoma non sono responsabili della<br />
neurodegenerazione nelle malattie da prioni <strong>di</strong> origine genetica.<br />
In uno stu<strong>di</strong>o prospettico <strong>di</strong> popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), la presenza <strong>di</strong><br />
una storia <strong>di</strong> ipertensione o il trattamento con farmaci antiipertensivi non era significativamente<br />
associata alla presenza o all’insorgenza <strong>di</strong> demenza. L’effetto delle <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> antiipertensivi<br />
mostrava però un ridotta incidenza <strong>di</strong> demenza nei gran<strong>di</strong> anziani che assumevano beta bloccanti.<br />
Nello stesso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione (Monzino 80-plus Study), la prevalenza <strong>di</strong> demenza era<br />
significativamente più elevata tra i gran<strong>di</strong> anziani che giu<strong>di</strong>cavano la propria con<strong>di</strong>zione economica<br />
come insufficiente. Tuttavia, nella parte longitu<strong>di</strong>nale dello stu<strong>di</strong>o, nessun effetto della con<strong>di</strong>zione<br />
economica era associato all’incidenza <strong>di</strong> demenza.<br />
Nella vasta coorte <strong>di</strong> centenari (n = 245) partecipanti al Monzino 80-plus Study, i centenari che all’età<br />
<strong>di</strong> 60 anni erano stati “camminatori abituali” (almeno una volta alla settimana) mostravano una ridotta<br />
prevalenza <strong>di</strong> demenza.<br />
In una popolazione ambulatoriale <strong>di</strong> anziani (60+) (Canton Ticino Study), le concentrazioni<br />
plasmatiche <strong>di</strong> vitamina B6 erano significativamente più basse nei soggetti affetti da demenza o<br />
malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Nella parte prospettica dello stu<strong>di</strong>o basse concentrazioni plasmatiche <strong>di</strong><br />
vitamina B6 non erano però associate ad un maggior rischio <strong>di</strong> sviluppare demenza o malattia <strong>di</strong><br />
Alzheimer.<br />
Nella stessa popolazione gli anziani con mild cognitive impairment non riportavano una maggiore<br />
frequenza <strong>di</strong> cadute né mostravano prestazioni peggiori a misure <strong>di</strong> equilibrio, cammino e stabilità<br />
posturale <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> anziani cognitivamente normali.<br />
99<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’estensione al lungo periodo (5 anni dalla visita iniziale) dello stu<strong>di</strong>o sull’associazione tra anemia<br />
lieve e mortalità nella popolazione anziana residente nel comune <strong>di</strong> Biella (Stu<strong>di</strong>o Salute e Anemia)<br />
ha mostrato un persistente effetto negativo dell’anemia lieve sulla sopravvivenza. La prognosi<br />
sfavorevole era associata soprattutto all’anemia lieve dovuta a malattia cronica, a insufficienza renale<br />
o associata a carenza <strong>di</strong> vitamina B12 e/o folati. La mortalità associata a anemia lieve da tratto<br />
talassemico o da carenza <strong>di</strong> ferro era invece simile a quella dei soggetti non anemici.<br />
Il Functioning Assessment Short Form (FAST),uno strumento <strong>di</strong> valutazione specifica per i <strong>di</strong>sturbi<br />
bipolari concepito dal gruppo <strong>di</strong> lavoro europeo, ha mostrato buona consistenza interna, buona<br />
riproducibilità tra valutatori e buona vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>scriminante.<br />
Il Family Physician Stress Inventory FPSI ha mostrato una <strong>di</strong>screta correlazione sia con il Maslach<br />
Burn-out Inventory (0.52) e il General Health Questionnaire (0.58), rivelando una buona vali<strong>di</strong>tà<br />
convergente. Poiché la correlazione <strong>di</strong> questi due strumenti fra loro (0.36) è minore <strong>di</strong> quella esistente<br />
tra questi strumenti e il FPSI, è verosimile che il FPSI sia uno strumento più adeguato <strong>di</strong> quelli<br />
esistenti.<br />
In Lombar<strong>di</strong>a, la prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi bipolari trattata ad un anno è 1,01‰: con un gap <strong>di</strong> trattamento<br />
tra il 50 e il 90%. Sugli 8573 soggetti con <strong>di</strong>sturbo bipolare, nel 2009 il 2% ha ricevuto un intervento<br />
psicoeducativo, l’1% terapia familiare, il 2% ha seguito una terapia <strong>di</strong> gruppo e il 20% altro intervento<br />
<strong>di</strong> tipo riabilitativo. Nella maggior parte dei casi, l’intervento psicoeducativo viene offerto in modo<br />
spora<strong>di</strong>co e inappropriato. L’intervento proposto ha avuto invii dal 50% degli psichiatri attivi nel<br />
Dipartimento, e sono stati inviati il 25% dei pazienti con <strong>di</strong>sturbi bipolare seguiti presso i servizi del<br />
Dipartimento.<br />
Nei Nuclei Alzheimer il 60% dei pazienti con demenza è in trattamento con antipsicotici (49%<br />
tra<strong>di</strong>zionali e 51% atipici). Il 45% assume un solo antipsicotico, il 14% ne assume due<br />
contemporaneamente e l’1% tre.<br />
In Regione Lombar<strong>di</strong>a, nel corso del 2005, il 76% delle donne e il 75 % degli era esposto ad una<br />
terapia cronica (4 o più confezioni <strong>di</strong> uno stesso farmaco), il 46% degli anziani, senza <strong>di</strong>fferenze tra<br />
uomini e donne, era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini<br />
a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici).<br />
Il 52% degli anziani ricoverati in un campione <strong>di</strong> 38 reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna <strong>di</strong>stribuiti sul territorio<br />
nazionale, assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 11 giorni.<br />
Alla <strong>di</strong>missione si è osserva sia una crescita del numero <strong>di</strong> pazienti con polipatologie (+16%) che <strong>di</strong><br />
pazienti in politerapia (+13%).<br />
Nei reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna della rete REPOSI, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo<br />
correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel<br />
migliorarne l’aderenza.<br />
La politerapia è fortemente associata alla presenza <strong>di</strong> particolari gruppi (cluster) <strong>di</strong> patologia tra loro<br />
associati come: <strong>di</strong>abete mellito più CHD più CVD, <strong>di</strong>abete più CHD e SC più fibrillazione atriale.<br />
La prescrizione <strong>di</strong> antipsicotici tipici è risultata associata ad un aumentato rischio <strong>di</strong> CVEs, mentre,<br />
dopo stratificazione, le persone che assumevano AChEI non mostravano alcuna associazione con<br />
CVEs.<br />
100<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Esiste una correlazione <strong>di</strong>retta tra SLA e traumi meccanici, documentata dalle seguenti osservazioni: il<br />
rischio <strong>di</strong> SLA è maggiore quanto più elevato è il numero <strong>di</strong> eventi traumatici e quanto più gravi sono<br />
stati i traumi. Esiste una correlazione inversa tra SLA ed assunzione <strong>di</strong> caffè.<br />
La prevalenza dei segni extrapiramidali nei pazienti con SLA è più elevata <strong>di</strong> quella attesa nella<br />
popolazione generale. La SLA ad esor<strong>di</strong>o precoce <strong>di</strong>fferisce dalla SLA ad esor<strong>di</strong>o tar<strong>di</strong>vo per la<br />
maggiore esposizione a piombo, solventi, campi elettromagnetici, ed attività fisica <strong>di</strong> tipo lavorativo.<br />
Il trattamento farmacologico della prima crisi non mo<strong>di</strong>fica la mortalità a breve e me<strong>di</strong>o termine<br />
dell’epilessia.<br />
I pazienti con cefalea ed epilessia si <strong>di</strong>versificano dai pazienti con l’una o l’altra patologia per una<br />
serie <strong>di</strong> aspetti demografici e clinici. Questi aspetti non supportano tuttavia l’ipotesi <strong>di</strong> una comorbilità<br />
tra le due patologie.<br />
La L-Acetilcarnitina associata a Riluzolo è più efficace del solo Riluzolo per il trattamento della SLA.<br />
La somministrazione del farmaco si accompagna ad un rallentamento della compromissione<br />
funzionale e ad una riduzione della mortalità a breve termine.<br />
La popolazione generale e, specificamente, la categoria degli insegnanti della scuola primaria<br />
<strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong> avere una <strong>di</strong>screta conoscenza <strong>di</strong> base dell’epilessia ma <strong>di</strong> avere ancora atteggiamenti<br />
negativi nei confronti della malattia ed un inadeguato approccio alle sue manifestazioni.<br />
In Italia le attitu<strong>di</strong>ni degli specialisti nei confronti della chirurgia dell’epilessia sono molto <strong>di</strong>verse e<br />
riflettono il background culturale e la numerosità dei possibili can<strong>di</strong>dati chirurgici presi in esame.<br />
Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che tra le proteine alterate in modo specifico nelle cellule del sangue <strong>di</strong> pazienti<br />
SLA rispetto a soggetti sani o a pazienti affetti da altre patologie neuromuscolari, alcune risultano<br />
alterate in modo specifico anche nelle cellule del sangue e nel midollo spinale dei ratti transegnici<br />
SOD1G93A in fasi precoci della malattia. Quin<strong>di</strong> queste proteine oltre ad essere utili come<br />
biomarcatori per la <strong>di</strong>agnosi della malattia e per valutare l'efficacia <strong>di</strong> trattamenti sperimentali nei<br />
pazienti, potrebbero aiutare a capire i meccanismi patogenetici della malattia.<br />
Le cellule del cordone ombelicale iniettate nei ventricoli cerebrali rallentano significativamente la<br />
progressione della malattia in due modelli <strong>di</strong> degenerazione dei motoneuroni. Il loro effetto non è<br />
dovuto alla sostituzione <strong>di</strong> neuroni degenerati ma alla produzione e rilascio <strong>di</strong> fattori circolanti<br />
protettivi che possono agire nel CNS e in periferia.<br />
Abbiamo <strong>di</strong>mostrato il ruolo <strong>di</strong> alcune citochine proinfiammatorie e <strong>di</strong> HMGB1 nella insorgenza e<br />
ricorrenza dell'attività epilettica evidenziando e descrivendo un nuovo meccanismo coinvolto<br />
nell'eziopatogenesi delle convulsioni fino ad ora sconosciuto<br />
Nell'ambito della ricerca sui meccanismi <strong>di</strong> farmacoresistenza, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che alcune<br />
proteine <strong>di</strong> trasporto dei farmaci anticonvulsivanti sono funzionalmente attivate nel tessuto epilettico<br />
ed hanno un ruolo significativo nel <strong>di</strong>minuire le concentrazioni cerebrali dei farmaci antiepilettici nei<br />
modelli sperimentali. Un intervento farmacologico sull'attività <strong>di</strong> queste proteine potrebbe<br />
rappresentare una strategia per revertire la resistenza ai farmaci antiepilettici.<br />
L'applicazione della terapia genica in un modello <strong>di</strong> crisi spontanee e ricorrenti che non rispondono ad<br />
alcuni farmaci anticonvulsivanti, e' in grado <strong>di</strong> inibire significativamente le crisi senza indurre<br />
misurabili effetti collaterali<br />
101<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’inibizione <strong>di</strong> mannose-bin<strong>di</strong>ng lectin (MBL), una proteina della via delle lectine del<br />
complemento protegge dal danno ischemico con un’ampia finestra terapeutica.<br />
Le cellule staminali ottenute dal cordone ombelicale riducono il danno funzionale e<br />
istopatologico in un modello <strong>di</strong> trauma cranico.<br />
La microglia attivata partecipa all’effetto protettivo delle cellule staminali.<br />
L’ipofunzione dei recettori NMDA è deleteria per le funzioni cognitive <strong>di</strong>pendenti dalla corteccia<br />
prefrontale ed è associato a un aumento del rilascio <strong>di</strong> glutammato corticale e ad effetti opposti sulla<br />
fosforilazione del fattore trascrizionale CREB nella corteccia frontale e nello striato dorsale<br />
Gli antipsicotici tipici possono essere <strong>di</strong>stinti da quelli atipici sulla base del pattern <strong>di</strong> effetti nel<br />
modello <strong>di</strong> deficit cognitivo indotto da blocco dei recettori NMDA nella corteccia prefrontale: i tipici<br />
sono attivi sulle perseverazioni, mentre gli atipici prevengono preferenzialmente l’impulsività<br />
I recettori D1 striatali agiscono sinergicamente con i recettori NMDA nel controllo dell’attenzione<br />
Una singola volontaria esposizione alla cocaina è in grado <strong>di</strong> influenzare profondamente la struttura<br />
della corteccia me<strong>di</strong>ale prefrontale del ratto da laboratorio.<br />
Il gamma-idrossibutirrato (GHB) non viene autosomministrato ma induce “con<strong>di</strong>tioned place<br />
preference” nel ratto da laboratorio quando somministrato sistemicamente o intracerebralmente<br />
nell’area del tegmento ventrale<br />
Stimoli ambientali associati all’assunzione <strong>di</strong> sostanze psicotrope d’abuso quali cocaina, nicotina o<br />
alcool sono in grado <strong>di</strong> indurre ricaduta sperimentale quando ripresentati a ratti o topi da laboratorio<br />
anche dopo un lungo periodo <strong>di</strong> astinenza<br />
Il bifeprunox, un parziale agonista ai recettori DA D 2 e 5-HT 1A , riduce nel ratto da laboratorio la<br />
ricerca <strong>di</strong> nicotina indotta dalla ripresentazione <strong>di</strong> stimoli ambientali associati all'assunzione della<br />
sostanza d’abuso<br />
L’autosomministrazione orale <strong>di</strong> birra alcolica nel topo C57BL/6J è una valida strategia per indurre<br />
consumi elevati e farmacologicamente rilevanti <strong>di</strong> alcol etilico.<br />
I modulatori allosterici positivi dei recettori GABA B potrebbero rappresentare una classe <strong>di</strong> molecole<br />
con potenziale attività anti-alcol<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Agenzia <strong>di</strong> Sanità Pubblica del Lazio, Roma<br />
Associazione Familiari Insonnia Familiare Fatale malattie da prioni, Treviso<br />
Associazione Italiana GIST A.I.G.<br />
Associazione Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Riabilitazione Psicosociale, Sezione Italiana, Milano<br />
Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Lamezia Terme (CS) e ASL 6, Regione Calabria<br />
Agenzia <strong>di</strong> Sanità Pubblica del Lazio, Roma<br />
102<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Assessorato alla Salute, Comune <strong>di</strong> Milano<br />
Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />
Azienda Sanitaria Locale <strong>di</strong> Bergamo<br />
Azienda ULS TO2, Torino<br />
Bracco Imaging, Milano<br />
Cell Factory, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />
CEND, Centro Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Centro <strong>di</strong> Terapie per l’Adolescenza, Milano<br />
Centro Fatebenefratelli San Giovanni <strong>di</strong> Dio, Cernusco sul Naviglio<br />
Centro <strong>di</strong> Neurofarmacologia, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Centro Parkinson-Istituti Clinici <strong>di</strong> Perfezionamento<br />
Centro Stu<strong>di</strong> in Psichiatra, ASL 2, Torino<br />
Centro <strong>di</strong> Terapie per l’Adolescenza, Milano<br />
Clinica IRCSS S. Maria Nascente, Milano<br />
Clinica Neurologica III Università <strong>di</strong> Milano, Azienda Ospedaliera S. Paolo, Milano<br />
Clinica Neurologica, Università <strong>di</strong> Perugia, Ospedale S. Maria della Misericor<strong>di</strong>a, Perugia<br />
Clinica Psichiatrica, Università Milano Bicocca<br />
Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> L’Aquila<br />
Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Siena<br />
Consorzio <strong>Ricerche</strong> Luigi Amaducci, CRIC, Arcugnano (Vc)<br />
Consorzio MIA, Milano<br />
Department of Quantitative Methods for Business Economic Sciences, Facoltà <strong>di</strong> Statistica, Università<br />
Bicocca, Milano<br />
Dept of Biome<strong>di</strong>cal Sciences & Biotechnologies, University of Brescia<br />
DIBIT, San Raffaele Scientific Insitute, Milano.<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biologia, Biologia Strutturale Università Tor Vergata <strong>di</strong> Roma<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chimica Biologica, Università <strong>di</strong> Padova<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chimica, Università egli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia "P. Valdoni" - Lab., Ricerca Center for Research in Neurobiology "Daniel<br />
Bovet" (CRiN), "Sapienza" Università <strong>di</strong> Roma<br />
Dipartimento Endocrinologia, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Università <strong>di</strong> Siena<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Fisiologia Umana, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Sanità Pubblica, Sezione <strong>di</strong> Psichiatria e Psicologia Clinica, Università <strong>di</strong><br />
Verona<br />
Dip. <strong>di</strong> Morfofisiologia, Scuola <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina Veterinaria, Università <strong>di</strong> Torino, Grugliasco (TO).<br />
Dip. Neurologia, IRCCS Fondazione Maugeri, Pavia<br />
Dipartimento Neurologia, Ospedale Molinette, Torino<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Neurologia Università <strong>di</strong> Milano, Ospedale Luigi Sacco.<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Parma, Parma<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Niguarda, Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale ASL 3 ”Genovese”, Genova<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale San Carlo, Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale della Ulss 5 Ovest Vicentino<br />
Dip. <strong>di</strong> Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Fisiologiche Università <strong>di</strong> Pavia, Pavia<br />
Dipartimento Scienze Neurologiche, Università <strong>di</strong> Genova, Genova<br />
Dipartimento Scienze Neurologiche, Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano<br />
Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />
Direzione Generale Sanità, Regione Lombar<strong>di</strong>a, Milano<br />
Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali, Regione Umbria<br />
103<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Divisione <strong>di</strong> Ematologia, Università <strong>di</strong> Pavia Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia<br />
Divisione Neurologica, Università <strong>di</strong> Bologna<br />
EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Athens, Greece<br />
Evidentia Me<strong>di</strong>ca, Grottaferrata, Roma<br />
Facoltà <strong>di</strong> Statistica, Università Bicocca, Milano<br />
Federazione Alzheimer Italia, Milano<br />
Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, FADOI<br />
Federazione Italiana dei Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
Franco Calori Cell Factory, Centro Trasfusionale e <strong>di</strong> Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale<br />
Maggiore, Milano<br />
Fondazione Clelio Angelino<br />
Fondazione Cecchini Pace, Milano<br />
Fondo Edo Tempia<br />
Hospice “Franco Gallini”, Aviano (PN)<br />
IRCSS "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo<br />
IRCCS <strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS (I.N.R.C.A.), Ancona<br />
IRCSS Fatebenefratelli <strong>di</strong> Brescia<br />
IRCSS "San Raffaele", Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, IRCCS, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia e Farmacognosia, Università <strong>di</strong> Urbino<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia, Università <strong>di</strong> Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisiologia Umana II Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> “G. Ronzoni”, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Scientifico Humanitas<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma<br />
<strong>Istituto</strong> "Stella Maris", IRCCS, Calambrone (PI)<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Zooprofilattico Piemonte Liguria Val D'Aosta,Torino<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Immunopatologia Renale, Ospedale San Carlo, Milano<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neuroscienze, Centro Dino Ferrari, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Laboratory for Cell Therapy “Stefano Verri”, Pae<strong>di</strong>atric Department, University of Milano-<br />
Bicocca, San Gerardo Hospital, Monza, Italy<br />
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori<br />
Neuroscience and Brain Technologies, <strong>Istituto</strong> Italiano <strong>di</strong> Tecnologia, Genova<br />
Nico, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, Torino<br />
Oncologia Me<strong>di</strong>ca, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia<br />
Ospedale del Bambin Gesu’, Roma<br />
Ospedale Regionale Ca Fondello, Treviso<br />
Ospedale "Molinette", Torino<br />
Polo Oncologico, ASL 12, Biella<br />
Polo Tecnologico, IRCCS S. Maria Nascente, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano<br />
Provincia Lombardo-Veneta Or<strong>di</strong>ne Ospedaliero San Giovanni <strong>di</strong> Dio, Fatebenefratelli <strong>di</strong> Cernusco<br />
sul Naviglio<br />
Progetto Itaca, associazione Volontari per la Salute Mentale – ONLUS, Milano<br />
Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Psicoterapia IRIS-Insegnamento e Ricerca In<strong>di</strong>viduo e Sistemi, Milano<br />
Scuola <strong>di</strong> Terapia Cognitiva “Stu<strong>di</strong> Cognitivi”, Milano<br />
Società Italiana Me<strong>di</strong>cina Interna, Roma<br />
Società Italiana <strong>di</strong> Geriatria e Gerontologia, SIGG<br />
Società Italiana Geriatri Ospedalieri, SIGOs<br />
104<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Società INFORMA<br />
Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), Milano<br />
Unità <strong>di</strong> Geriatria, Ospedale Maggiore IRCCS, Università <strong>di</strong> Milano<br />
Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Azienda Ospedaliera San Gerardo <strong>di</strong> Monza, Monza, Unità Operativa<br />
<strong>di</strong> Psichiatria <strong>di</strong> Garbagnate, Azienda Ospedaliere Salvini <strong>di</strong> Garbagnate, Garbagnate Milanese<br />
Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e<br />
Regina Elena <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
Unità <strong>di</strong> Patologia e Me<strong>di</strong>cina Orale, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche Ricostruttive e<br />
Diagnostiche, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Foggia<br />
Università Cattolica del Sacro Cuore <strong>di</strong> Roma<br />
Università dell’Insubria, Varese<br />
Università del Piemonte Orientale, Novara<br />
Università <strong>di</strong> Milano, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano<br />
Università Milano-Bicocca, Monza<br />
Università La Sapienza, Roma<br />
U.O. Neurologia, Clinica S. Maria, IRCCS, Castellanza (VA).<br />
UNASAM, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale<br />
Unità Operativa <strong>di</strong> Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
Web Me<strong>di</strong>ca, Grottaferrata, Roma<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Albert Eistein College of Me<strong>di</strong>cine, Bronx, NY, USA<br />
Atomic Energy Commission, Service de Neurovirologie, Fontenay-aux-Roses, Francia<br />
Beaumont Hospital, Dublin, Irlanda<br />
Brain Repair Centre, University of Cambridge, Cambridge, UK<br />
Cambridge Centre for Brain Repair, University of Cambridge, UK<br />
Centre for Neuroscience Research and Division of Biomolecular Sciences, GKT School, King’s<br />
College, London, UK<br />
Centre National de la Recherche Scientifique, Paris. Francia<br />
Chorley & South Ribble General Hospital, Chorley,<br />
Cochrane Schizophrenia Group, Università <strong>di</strong> Nottingham, Nottingham, UK<br />
Cochrane Collaboration Depression Anxiety Neurotics Disorders, UK<br />
Columbia Univ, Haverstraw, NY, USA<br />
Department of Anatomy and Physiology, Laval University, Quebec, Canada<br />
Department of Biochemistry, Boston University, Boston USA<br />
Department of Cell Biology, Washington University, St Louis, USA<br />
Department of Chemistry,The Australian National University, Canberra City, Australia<br />
Department of Experimental Psychology, University of Cambridge, UK<br />
Department of Metabolic Diseases, Ospedali Regionali Lugano and Mendrisio, Svizzera<br />
Departiment of Neuroscience, Physiology & Pharmacology University College London, , UK<br />
Department of Pathology and Infectious Diseases Royal Veterinary College, Herts, UK<br />
Department of Psychiatry, Me<strong>di</strong>cal Center University of Mississippi, Jackson, USA<br />
Department of Psychiatry and Psychotherapy, Technische Universität Dresden, Germania<br />
Department of Psychiatry, University of Cambridge, Cambridge<br />
Department of Psychiatry, University of Oxford, Gran Bretagna<br />
Department of Psychiatry, University of Oslo, Norway<br />
Directorate General for the Health and Consumer Protection, European Commission, Lussemburgo<br />
Division of Me<strong>di</strong>cal Genetics, CHUV Lausanne, Svizzera<br />
105<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Divisione <strong>di</strong> Geriatria, Ospedali Regionali <strong>di</strong> Lugano e Mendrisio, Svizzera<br />
EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Athens, Grecia<br />
European Union of Family Associations of People with Mental Illness (EUFAMI)<br />
Fundació Privada Clinic per a la Recerca Biomè<strong>di</strong>ca, Hospital Clinic i Provincial, Barcelona, Spagna<br />
HSPH Harvard University, Boston, USA<br />
IBCM, University of Lausanne, Lausanne, Svizzera<br />
Imperial college London, UK<br />
INSERM U 751, Marseille, Francia<br />
Institut de Génétique Humaine du CNRS, Montpellier, Francia<br />
Jefferson Med Coll, Philadelphia, USA<br />
Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia<br />
King’s College Hospital, London, UK<br />
Lancaster University, Lancaster, UK.<br />
Lexicon Pharmaceuticals Texas, USA<br />
Max-Delbrück-Center for Molecular Me<strong>di</strong>cine, Berlin, Germania<br />
MPRC, Univ Baltimore, Baltimore, MD, USA<br />
National Insitute on Aging, NIH, Baltimore, USA<br />
Neurobiologie des processus adaptative, Paris-6 Universite Francia<br />
Neuroprion, Network of Excellence, WP VI, EC<br />
Neurological Department of the University of Tirana, Albania<br />
Neurology, GlaxoSmithKline, New Frontiers Science Park North, Harlow UK<br />
Ninewells Hospital and Me<strong>di</strong>cal School, Dundee, Scozia, UK<br />
Northern Illinois University, DeKalb, IL, USA<br />
Novartis Pharma, Basel, Svizzera<br />
NYU, NY, USA<br />
Observatoire National Santé mentale et Précarité, Région Rhône-Alpes, Lione, Francia<br />
Ohio State Univ, Columbus, Ohio, USA<br />
Robarts Research Institute, London, Ontario, Canada<br />
Royal Manchester Children's Hospital, Manchester, UK<br />
Royal Preston Hospital, Preston, UK<br />
Sergievsky Center, Columbia University, New York, NY, USA<br />
Servizio <strong>di</strong> Geriatria, Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Svizzera<br />
The Scripps Research Institute, Jupiter, Florida, USA<br />
Technology Park of Bizkaia, Bizkaia, Spagna<br />
Toxicology Unit MRC, Leicester, UK<br />
Trinity College Dublin e Memory Clinic del St. James’s Hospital <strong>di</strong> Dublino<br />
University of Alberta, Canada<br />
University of Bristol, Frenchay Hospital, Frenchay, Bristol, UK<br />
University of Bristol, School of Me<strong>di</strong>cal Sciences, UK<br />
Univ of California at Irvine, Irvine, CA, USA<br />
University of Car<strong>di</strong>ff, UK<br />
University of Chicago, Chicago, IL, USA<br />
Univ of Colorado, Denver, USA<br />
University Hospital, London, ON, Canada<br />
Univ of Innsbruck, Innsbruck, Austria<br />
University of Lausanne, Lausanne Svizzera<br />
Univ of Maryland, Baltimore, USA<br />
University of Maastricht, Olanda<br />
University of Rijeka Me<strong>di</strong>cal School, Rijeka, Croazia<br />
University of Szeged, Ungheria<br />
Université de la Mé<strong>di</strong>terranée -Hôpital de la Timone Marseille, Francia<br />
Université Victor Segalen, Bordeaux, Francia<br />
106<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Unit of Molecular Genetics, CHUV Lausanne, Svizzera<br />
Virtanen Institute for Molecular Sciences, University of Kuopio, Finlan<strong>di</strong>a<br />
Vrije Universiteit Me<strong>di</strong>cal Center, Amsterdam, Olanda<br />
Walton Hospital, Liverpool, UK<br />
WAPR (World Association for Psychosocial Rehabilitation)<br />
Washington University, St Louis, MI,USA<br />
Weill Cornell Me<strong>di</strong>cal College, New York, USA<br />
World Mental Health, Department of Mental Health and Substance Abuse, Geneva, Svizzera<br />
World Association for Psychosocial Rehabilitation<br />
World Health Organization, Disability and Rehabilitation Team<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Annals of Pharmacotherapy (Nobili)<br />
Biochemical Journal (Chiesa)<br />
Brain Aging (Forloni)<br />
Clinical Drug Investigation (Beghi)<br />
Clinical Neurology and Neurosurgery (Beghi)<br />
Cochrane Collaboration, Epilessia (Beghi)<br />
Dialogo sui Farmaci (Nobili)<br />
Drugs in the R&D (Beghi)<br />
Early Intervention in Psychiatry (Barbato)<br />
Educazione Sanitaria e Promozione della Salute (Barbato)<br />
Epidemiologia e Prevenzione (Lucca)<br />
Epilepsia (Beghi, Vezzani, assistant e<strong>di</strong>tor)<br />
Epilepsy Current (Vezzani)<br />
Epilepsy Research (Vezzani)<br />
Inpharma (Beghi)<br />
International Journal of Mental Health (Barbato)<br />
International Journal of Molecular Epidemiology and Genetics (Forloni, senior, Albani associate)<br />
Journal of Alzhiemer’s <strong>di</strong>sease (Albani, Forloni, Borsello)<br />
Journal of Neurochemistry (Bendotti)<br />
Journal of Neuroscience Online (Forloni)<br />
Neurological Sciences (Beghi)<br />
Neuroepidemiology (Beghi)<br />
Neuroscience (Vezzani)<br />
Open Aging Journal (Forloni)<br />
Open Geriatric Me<strong>di</strong>cine Journal (Forloni)<br />
PlosOne (Forloni)<br />
Pharmacoepidemiology and Drug Safety (Nobili)<br />
Psichiatria <strong>di</strong> Comunità (Barbato)<br />
Quality of Life Research (Barbato)<br />
Ricerca & Pratica (Nobili)<br />
Stroke (De Simoni, Associate e<strong>di</strong>tor)<br />
Acta Neurologica Scan<strong>di</strong>navica<br />
Acta Psychiatrica Scan<strong>di</strong>nava<br />
Age and Aging<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
107<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Alzheimer's & Dementia<br />
Alzheimer Disease and Associated Disorders<br />
American Journal of Clinical Nutrition<br />
American Journal of Hematology<br />
American Journal of Human Genetics<br />
American Journal of Pathology<br />
American Journal of Physiology<br />
Annals of Neurology<br />
Annals of Pharmacotherapy<br />
Archives of Internal Me<strong>di</strong>cine<br />
Arthritis Research & Therapy<br />
Behavioural Brain Research<br />
Behavioural Neuroscience<br />
Biochimica et Biophysica Acta<br />
Biochemical Journal<br />
Biochemistry<br />
BioMed Central Neurology<br />
Biological Psychiatry<br />
BMC Psychiatry<br />
BMC Public Health<br />
Brain Research<br />
Brain Research Bulletin<br />
Brain Research Review<br />
Clinical Drug Investigation<br />
Clinical Neurology and Neurosurgery<br />
Clin Pharm Therapy<br />
CNS Drugs<br />
Chronobiologyy International<br />
Epidemiologia e Psichiatria Sociale<br />
Epilepsia<br />
Epilepsy & Behavior<br />
European Journal of Clinical Pharmacology<br />
European Journal of Immunology<br />
European Journal of Internal Me<strong>di</strong>cine<br />
European Journal of Neuroscience<br />
European Journal of Pharmacology<br />
European Journal of Public Health<br />
Experimental Neurology<br />
European Neuropsychopharmacology<br />
Expert Opinion on Pharmacotherapy<br />
FASEB Journal<br />
FEBS letters<br />
Fundamental Clinical Psychopharmacology<br />
Future Drugs<br />
Giornale <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva<br />
Glia<br />
Health and Quality of Life Outcomes<br />
International Journal of Mental Health Systems<br />
International Journal of Neuropsychopharmacology<br />
Journal of Alzhiemer’s <strong>di</strong>sease<br />
JAMA<br />
Journal of the American Board of Family Practice<br />
108<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Journal of Biological Chemistry<br />
Journal of Cell. Biology<br />
Journal of Cell Physiology<br />
Journal of Cerebral Blood Flow and Metabolism<br />
Journal of Chemical Neuroanatomy<br />
Journal of Gerontology<br />
Journal of Headache and Pain<br />
Journal of Histochemistry and Cytochemistry<br />
Journal of Immunology<br />
Journal of Internal Me<strong>di</strong>cine<br />
Journal of Neurochemistry<br />
Journal of Neuroimmunology<br />
Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry<br />
Journal of Neuroscience<br />
Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics<br />
Journal of Pharmacy and Pharmacology<br />
Journal of Psychopharmacology<br />
Journal of Psychosomatic Research<br />
Journal of Structural Biology<br />
Journal of Virology<br />
Life Sciences<br />
Lancet<br />
Lancet Neurology<br />
Molecular Brain Research<br />
Molecular and Cellular Neuroscience<br />
Molecular Therapy<br />
Nature Neuroscience<br />
Neuroepidemiology<br />
Neurology<br />
Neurological Sciences<br />
Neurobiology of Learning and Memory<br />
Nerobiology of Aging<br />
Neurobiology of Diseases<br />
Neuropharmacology<br />
Neuropsychopharmacology<br />
Neuroscience<br />
Neuroscience Letters<br />
N.S. Archives Pharmacology<br />
Parkinsonism & Related Disorders<br />
Pharmacological Research<br />
Pharmacoepidemiology and Drug Safety<br />
Pharmacology Biochemistry & Behavior<br />
PloS Biology<br />
PloS ONE<br />
PloS Pathogens<br />
Proc Natl Acad Sci, USA<br />
Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Research<br />
Psychopharmacology<br />
Schizophrenia Research<br />
Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology<br />
109<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Synapse<br />
Trends Molecular Me<strong>di</strong>cine<br />
Vaccine<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Agenzia Europea <strong>di</strong> Valutazione dei Me<strong>di</strong>cinali (EMEA)<br />
Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA)<br />
Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC, Presidenza) Associazione<br />
Italiana <strong>di</strong> Neuroepidemiologia (Presidente uscente)<br />
Board of "Master in Advanced Technologies for the Study of Neurodegenerative Diseases", Milan<br />
University<br />
Comitato <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento internazionale del progetto europeo”Quelles professionnalités en santé<br />
mentale. Perspectives croisées, usagers, élus professionnels”.<br />
Commissione sulla Health Care Policy della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE)<br />
Comitato Or<strong>di</strong>natore del Master in "Tecnologie Avanzate Applicate alle Patologie<br />
Neurodegenerative", Università <strong>di</strong> Milano<br />
Committee for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products (CPMP) presso L’EMEA<br />
Consiglio <strong>di</strong> amministrazione, Fondazione Cecchini Pace, Milano<br />
Consiglio Direttivo AIRIC<br />
Coor<strong>di</strong>nation Group IMI-PharmaCog project<br />
Direttivo della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE)<br />
E<strong>di</strong>torial Committee, Guidelines of community based rehabilitation, World Health Organization.<br />
Esperto Nazionale, accre<strong>di</strong>tato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), per l’EMEA (Esperto per il<br />
Me<strong>di</strong>cal Research Council (MRC), UK<br />
Gruppo <strong>di</strong> Approfon<strong>di</strong>mento Tecnico per lo sviluppo dell’area ‘Promozione della salute mentale’,<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Gruppo <strong>di</strong> lavoro sull'epilessia dell'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità<br />
Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sull’Epilessia della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />
Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sulla Qualità della Vita della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />
Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica della Società Italiana <strong>di</strong> Neurologia (SIN)<br />
Me<strong>di</strong>cal Research Council Strategic Grant Application, UK<br />
Mental Health Working Party, gruppo <strong>di</strong> lavoro nominato dal Direttorato Generale per la Protezione<br />
del Consumatore della Commissione Europea (DG-SANCO), Bruxelles<br />
Gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento Neuroprion NoE, EU<br />
International Committee su “Epilepsy and the Law”<br />
International Organizing Committee e coor<strong>di</strong>nator della segreteria al Global Forum for Community<br />
Mental Health, istituito dal Department of Mental Health della World Health Organization.<br />
International Subcommittee della American Academy of Neurology<br />
International Steering Committee dell’European Network on mental health promotion and mental<br />
<strong>di</strong>sorder prevention (EMHPA).<br />
International Subcommittee dell’American Academy of Neurology<br />
National Institutes of Health of the USA and World Health Organization supported project on The<br />
Future of Psychiatric Diagnosis: Refining the Research Agenda.<br />
Neurobiology Commission of the International League Against Epilepsy<br />
Neuroepidemiology Section of the American Academy of Neurology (Chair uscente)<br />
Research Advisory Panel, MND Association, UK<br />
Task Force sull’epidemiologia dell’epilessia della ILAE<br />
Scientific Advisory Board of Sheffield Institute Foundation for MND<br />
Scientific Advisory Board del Thierry Latran Foundation, Francia<br />
110<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Working Group on Epilepsy della World Health Organization (WHO)<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
9 a Giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla malattia <strong>di</strong> Alzheimer:<br />
L’esperienza e l’espressione del dolore nelle demenze<br />
La comunicazione dell’evoluzione clinica della demenza<br />
12 marzo 2011, Ateneo Veneto, Venezia<br />
Psichiatria: neuroscienze, contesti <strong>di</strong> vita e metodo scientifico,<br />
24 ottobre 2011, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Milano<br />
Convegno: L’anziano nei reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna: l’esperienza del Registro REPOSI.<br />
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico<br />
Milano, 28 Settembre 2011<br />
Corso sull’epidemiolgia e metodologia della ricerca.“Me<strong>di</strong>cina basata sull’evidenza in<br />
neuropsichiatria dello sviluppo: la <strong>di</strong>agnosi come strumento <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica per una banca-dati.”<br />
<strong>Istituto</strong> Scientifico Stella Maris, Calabrone (Pisa) 7-8-9 GIUGNO 2007.<br />
- 59th Annual Meeting of American Academy of Neurology – Breakfast Seminar – How to<br />
manage a patient with a first epileptic seizure: An evidence-based approach – 28 Aprile – 5<br />
Maggio 2007, Boston, MA, USA.<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Abbott GmbH & Co. KG<br />
ADDF USA grant<br />
Agenzia <strong>di</strong> Sanità Pubblica del Lazio<br />
Amgen, Milano<br />
ASL 2 Piemonte.<br />
ASL TO1 Torino<br />
Assessorato alla Salute, Comune <strong>di</strong> Milano<br />
Association pour la recherché sur la SLA, France<br />
Azienda USL 3 Pistoia e Val<strong>di</strong>nievole<br />
Bristol-Myers Squibb<br />
Boehringer Ingelheim<br />
Centro Stu<strong>di</strong> in Psichiatria ASL TO2, Torino<br />
CPADs EU grant<br />
CURE<br />
EISAI<br />
Epilepsy<br />
Dana Foundation<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Pistoia e Val<strong>di</strong>nievole Evidentia Me<strong>di</strong>ca, Grottaferrata (Roma)<br />
Fondazione Cariplo, Milano<br />
Fondazione Mariani, Milano<br />
Fondazione Italo Monzino, Milano<br />
Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca<br />
FP6, European Union<br />
111<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Glaxo-SmithKline, Italy<br />
Hospice "via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini", Aviano (PN)<br />
Human Frontiers Scientific Programme<br />
IMPHA II, DG-SANCO, Public Health and Consumers' Protection (Directorate General<br />
<strong>Istituto</strong> Comprensivo Statale "G.D. Romagnosi", Carate Brianza (MI)<br />
<strong>Istituto</strong> Regionale Lombardo <strong>di</strong> Formazione per l’Amministrazione Pubblica – IREF<br />
I.R.I.S<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Janssen-Cilag<br />
H. Lundbeck A/S, Danimaca<br />
Hoffmann-La Roche AG, Svizzera<br />
Metis, Società Scientifica FIMMG<br />
Ministero della Ricerca Scientifica<br />
Ministero della Salute<br />
MND Association, UK<br />
Newron<br />
Ospedale “Casa Sollievo” <strong>di</strong> San Giovanni Rotondo<br />
Pharming<br />
Provincia Autonoma <strong>di</strong> Trento<br />
Progetto Itaca, Milano<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale e Assessorato alla Sanità, Milano<br />
Rimol<strong>di</strong> e Bergamini<br />
Rotary Clubs Gruppo 1, Milano<br />
Rotary Clubs Milano Naviglio Grande San Carlo, Milano Scala, Inner Wheel Milano San Carlo<br />
Sanofi-Aventis<br />
San Paolo Foundation<br />
SELECTA MEDICA, Pavia<br />
Servier Laboratories, Parigi<br />
Sigma-Tau<br />
Telethon<br />
Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale – UNASAM<br />
Vertex<br />
WebMe<strong>di</strong>ca, Grottaferrata (Roma).<br />
World Health Organisation<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Abrignani G, Ferrante T, Castellini P, Lambru G, BEGHI E, Manzoni GC, Torelli P.<br />
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FY.IL-1β is induced in reactive astrocytes in the somatosensory cortex of rats with genetic<br />
112<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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Pievani M, Jovicich J, Venturi L, Spitzer P, Vecchio F, Schoenknecht P, Wiltfang J, Redolfi A,<br />
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R, Hunter T, Ghidoni R, Benussi L, Crook J, Finger E, Hantanpaa KJ, Karydas AM, Sengdy P,<br />
Gonzalez J, Seeley WW, Johnson N, Beach TG, Mesulam M, Forloni G, Kertesz A, Knopman<br />
DS, Uitti R, White CL 3rd, Caselli R, Lippa C, Bigio EH, Wszolek ZK, Binetti G, Mackenzie<br />
IR, Miller BL, Boeve BF, Younkin SG, Dickson DW, Petersen RC, Graff-Radford NR,<br />
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Giordano C, Albani D, Gloria A, Tunesi M, Ro<strong>di</strong>lossi S, Russo T, Forloni G, Ambrosio L,<br />
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L, Galimberti D, Esposito F, Marchegiani F, Cardelli M, Olivieri F, Nacmias B, Sorbi S,<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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120<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
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ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia delle Malattie Neurodegenerative<br />
Malattia <strong>di</strong> Alzheimer: stu<strong>di</strong> genetici e clinici<br />
In collaborazione con <strong>di</strong>versi centri neurologici ed il laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica è stata<br />
creata una banca <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue, da cui si estrae il DNA, <strong>di</strong> pazienti Alzheimer (AD) in forma<br />
spora<strong>di</strong>ca (SAD) o familiare (FAD) o con demenza <strong>di</strong> tipo vascolare, <strong>di</strong>agnosticati secondo criteri<br />
riconosciuti a livello internazionale. Dal 2005 è iniziata anche la raccolta <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong><br />
soggetti con demenza fronto-temporale. Gli stu<strong>di</strong> genetici sono finalizzati all'identificazione <strong>di</strong> fattori<br />
causali nelle forma familiari o fattori <strong>di</strong> rischio nelle forma spora<strong>di</strong>che. In entrambe le popolazioni<br />
sono stati effettuati stu<strong>di</strong> su geni che co<strong>di</strong>ficano per proteine, coinvolte nella fisiopatologia <strong>di</strong> AD. Nei<br />
fibroblasti provenienti dai pazienti e coltivati in vitro vengono analizzati fattori potenzialmente<br />
coinvolti nella patogenesi della malattia. E’ in atto lo screening dei campioni FAD per i geni che<br />
co<strong>di</strong>ficano per presenilina 1 e 2 (PS-1 e PS-2) e APP, i tre geni identificati fino ad ora con mutazioni<br />
missenso associate ad AD.<br />
Malattia <strong>di</strong> Alzheimer: stu<strong>di</strong> preclinici<br />
L'accumulo <strong>di</strong> beta proteina (Aβ) nel parenchima cerebrale e sulle pareti vascolari è il fenomeno<br />
patologico più precoce in AD, ad esso numerosi stu<strong>di</strong> hanno attribuito un ruolo causale nello sviluppo<br />
della malattia. L'eliminazione <strong>di</strong> Aβ è <strong>di</strong>ventata quin<strong>di</strong> un obiettivo terapeutico fortemente perseguito<br />
attraverso molteplici approcci: gli interventi a livello degli enzimi <strong>di</strong> sintesi e <strong>di</strong> degradazione del<br />
peptide, quelli in grado <strong>di</strong> regolare l'espressione del precursore o il suo metabolismo ecc. Nel<br />
laboratorio da <strong>di</strong>versi anni si persegue l'idea <strong>di</strong> poter aggre<strong>di</strong>re i depositi <strong>di</strong> Aβ attraverso un<br />
intervento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> tipo anti-amiloidogenico sugli aggregati, capace <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne la formazione o <strong>di</strong><br />
eliminarli una volta formati. Diverse sostanze sono state caratterizzate da questo punto <strong>di</strong> vista e sono<br />
ormai alle soglie <strong>di</strong> un’indagine clinica che ne valuti definitivamente l’efficacia curativa nell’uomo.<br />
Malattia <strong>di</strong> Alzheimer: stu<strong>di</strong> traslazionali<br />
Nell’ ambito del progetto europeo IMI-Pharmacog sono stati messi a punto dei protocolli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per<br />
la valutazione in risonanza magnetica per immagine (MRI) <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi modelli transgenici <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong><br />
Alzheimer (AD) . L’idea <strong>di</strong> base <strong>di</strong> PharmaCog è <strong>di</strong> ottimizzare gli stu<strong>di</strong> traslazionali per facilitare lo<br />
sviluppo <strong>di</strong> approcci terapeutici prendendo in considerazione nei modelli sperimentali e nell’uomo<br />
gli stessi parametri, comportamentali, biochimici e <strong>di</strong> immagine. In questo contesto saranno analizzati<br />
in maniera longitu<strong>di</strong>nale topi trasgenici con la proteina precursore dell’amiloide (APP) umana con<br />
mutazione associata all’AD, topi con doppio trasgene APP e PS1 mutati e con triplo transgene APP,<br />
PS2 e Tau. Lo stu<strong>di</strong>o prevede un’analisi a 4, 8, 12, 18 e 24 mesi negli stessi animali, sarà effettuata<br />
un’indagine MRI <strong>di</strong> tipo strutturale e funzionale (fMRI) e <strong>di</strong> spettroscopia (MRS). I parametri<br />
121<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
strumentali (ROI, T2, DTI) sono stati concordati con i partner che sviluppano analoghe analisi MRI<br />
nell’uomo. I primi risultati nei doppi transgenici APP/PS1 sembrano confermare una riduzione del<br />
volume ippocampale simile a quella osservata nei soggetti AD<br />
Il ruolo degli oligomeri nella patogenesi dell’Alzheimer<br />
Dati recenti hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dagli oligomeri, ovvero piccoli aggregati<br />
solubili <strong>di</strong> Aβ, nella patogenesi dell’AD ed in particolare nel danno cognitivo associato alla patologia.<br />
In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica abbiamo sviluppato alcuni modelli in vivo in cui<br />
analizzare la <strong>di</strong>sfunzione neuronale indotta da pepti<strong>di</strong> sintetici Aβ-42 strutturati in forma monomerica<br />
oligomerica o fibrillare. La microiniezione intracerebroventricolare <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>verse forme ha<br />
confermato che la <strong>di</strong>sfunzione neuronale è indotta dalle forme oligomeriche mentre invece<br />
Aβ monomerica o in forma fibrillare non ha effetto.<br />
Sirtuine e neurodegenerazione<br />
Le sirtuine sono una famiglia <strong>di</strong> proteine altamente conservate con attività de-acetilasica. Nell’uomo<br />
le sirtuine sono co<strong>di</strong>ficate da 7 <strong>di</strong>versi geni e le proteine sono localizzate nel citosol, nel nucleo e nel<br />
mitocondrio della cellula. SIRT-1, la più conosciuta, è coinvolta nella fisiologia dell’invecchiamento e<br />
nel metabolismo energetico, la sua attivazione ha effetti benefici in modelli <strong>di</strong> Alzheimer (AD) e<br />
Parkinson. Nel nostro gruppo le sirtuine sono stu<strong>di</strong>ate da <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, genetico, cellulare e<br />
comportamentale. Gli stu<strong>di</strong> genetici sono volti all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> alterazioni genetiche<br />
(polimorfismi) potenzialmente associabili alla AD in popolazioni italiane. A questo proposito è stato<br />
fatto uno screening <strong>di</strong> tutte e sette le sequenze con DHPLC evidenziando <strong>di</strong>versi polimorfismi che<br />
attualmente sono stu<strong>di</strong>ati in una popolazione più ampia (560 soggetti AD). Gli stu<strong>di</strong> cellulari sono<br />
imperniati sul ruolo <strong>di</strong> SIRT-1 e SIRT 2 nei meccanismi <strong>di</strong> morte cellulare e <strong>di</strong> stress ossidativi in<br />
modelli cellulari <strong>di</strong> AD. Poiché le sirtuine sono state coinvolte nel metabolismo energetico e<br />
l’esercizio fisico e quello mentale risultano ridurre il rischio <strong>di</strong> AD, noi stiamo valutando in modelli<br />
animali <strong>di</strong> AD se le sirtuine sono in grado <strong>di</strong> me<strong>di</strong>are gli effetti benefici che l’attività fisica e la<br />
stimolazione ambientale produce in questi animali<br />
Genetica dell’invecchiamento<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica per lo stu<strong>di</strong>o Monzino 80+ con il<br />
dr. Maurizo Gallucci dell’associazione ARGel <strong>di</strong> Treviso per lo stu<strong>di</strong>o Trelong, e con la Fondazione<br />
Golgi-Cenci per lo stu<strong>di</strong>o Invece. Abbiamo raccolto un numero importante <strong>di</strong> campioni ematici <strong>di</strong><br />
soggetti anziani ultrasettantenni. In questi campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto<br />
accurata per identificare possibili alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate<br />
all’invecchiamento con particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è <strong>di</strong> incrociare il<br />
genotipo/fenotipo con aspetti ambientali, lo stile <strong>di</strong> vita, la <strong>di</strong>eta, le con<strong>di</strong>zioni socio economiche e le<br />
patologie più <strong>di</strong>ffuse nell’età avanzata, alla ricerca <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti<br />
sono stati genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore <strong>di</strong> rischio per le demenze ma anche per<br />
altre patologie e per sirt-1, un gene che co<strong>di</strong>fica per un componente della famiglia delle sirtuine<br />
associato alla longevità in <strong>di</strong>versi modelli sperimentali.<br />
Sono emerse in<strong>di</strong>cazioni interessanti ma è necessario incrociare i dati ottenuti con i <strong>di</strong>versi parametri a<br />
<strong>di</strong>sposizione per elaborare delle ipotesi utili per futuri approfon<strong>di</strong>menti.<br />
Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vitro<br />
Le encefalopatie spongiformi (ES) sono malattie neurodegenerative <strong>di</strong> origine spora<strong>di</strong>ca o genetica ma<br />
anche trasmissibili, hanno manifestazioni cliniche e neuropatologiche <strong>di</strong>fferenti ma invariabilmente<br />
caratterizzate dall’accumulo cerebrale <strong>di</strong> una forma alterata della proteina prion (PrPsc). ES sono<br />
malattie rare ma la possibile trasmissione <strong>di</strong> una forma bovina della malattia (BSE) all'uomo ha creato<br />
grande allarme sanitario prima in Inghilterra e poi in tutta Europa. Come è noto PrPsc oltre ad essere<br />
coinvolta nella patogenesi della malattia è anche componente essenziale dell’agente infettivo. Nel<br />
122<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
laboratorio si sono sviluppati <strong>di</strong>versi progetti per comprendere il meccanismo molecolare che associa<br />
la presenza della PrPsc allo sviluppo del processo neurodegenerativo. Oltre agli stu<strong>di</strong> con pepti<strong>di</strong><br />
sintetici omologhi a <strong>di</strong>verse sequenze <strong>di</strong> PrP che tra<strong>di</strong>zionalmente hanno caratterizzato l’attività del<br />
laboratorio negli anni passati, più recentemente sono stati stu<strong>di</strong>ati con transfezioni dell’intere<br />
sequenze PRP l’associazione fra aggregazione e morte neuronale in maniera <strong>di</strong>pendente o<br />
in<strong>di</strong>pendente dall’infettività.<br />
Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vivo<br />
Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli<br />
animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato <strong>di</strong> tessuto cerebrale infetto. I<br />
criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90-100<br />
giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo <strong>di</strong> questi animali mette in evidenza i depositi <strong>di</strong> PrPsc, il<br />
danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico. L’attività antiamiloidogenica<br />
delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto sperimentale. Dopo gli<br />
esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima <strong>di</strong> essere inoculato, in<br />
collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine sono stati trattati criceti<br />
inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla sopravvivenza degli animali. Nello<br />
stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente allo stu<strong>di</strong>o per verificarne la capacità<br />
curativa.<br />
Morbo <strong>di</strong> Parkinson: stu<strong>di</strong> genetici<br />
Il Morbo <strong>di</strong> Parkinson è la seconda più <strong>di</strong>ffusa malattia neurodegenerativa, anche in questo caso la<br />
patogenesi è ancora ignota, tuttavia le terapie a <strong>di</strong>sposizione, pur rimanendo in un contesto<br />
sintomatologico, sono <strong>di</strong>versamente articolate e con un buon livello <strong>di</strong> efficacia. La valutazione<br />
dell'influenza genetica è sempre stata tenuta ai margini degli stu<strong>di</strong> sull'eziologia <strong>di</strong> PD che hanno<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente privilegiato la componente ambientale per la presenza <strong>di</strong> tossine la cui esposizione<br />
era in grado <strong>di</strong> indurre un quadro clinico simile a PD. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> genetica molecolare, svolti negli<br />
ultimi anni, hanno invece aperto una nuova prospettiva identificando mutazioni su numerosi geni a<br />
partire dalla α-sinucleina che sono associati alle forme familiari <strong>di</strong> PD Sempre in collaborazione con<br />
<strong>di</strong>versi centri neurologici, è stata attivata la raccolta <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> sangue provenienti da soggetti PD<br />
<strong>di</strong> origine spora<strong>di</strong>ca o famigliare. Il nostro screening genetico coinvolge alfa-sinucleina, parkina, DJ-1<br />
e altri fattori potenzialmente coinvolti in PD. Recentemente sono state tentate alcune associazioni fra<br />
alterazioni del gene che co<strong>di</strong>fica per il trasportatore della serotonina e la presenza <strong>di</strong> depressione nei<br />
soggetti PD. In realtà è risultato significativa l’associazione non con la comparsa <strong>di</strong> fenomeni<br />
depressivi ma con lo sviluppo della stessa malattia che evidentemente ha una componente<br />
serotoninergica più rilevante <strong>di</strong> quanto appaia dagli stu<strong>di</strong> neuropatologici.<br />
Morbo <strong>di</strong> Parkinson: stu<strong>di</strong> in vitro<br />
L’identificazione <strong>di</strong> mutazioni specifiche associate al morbo <strong>di</strong> Parkinson (PD) hanno fornito<br />
informazioni fondamentali per la comprensione della malattia e hanno permesso lo sviluppo <strong>di</strong><br />
modelli cellulari per lo stu<strong>di</strong>o della sua patogenesi. In passato, nel laboratorio, è stato <strong>di</strong>mostrato il<br />
potenziale effetto tossico <strong>di</strong> α-sinucleina utilizzando un peptide sintetico omologo al frammento<br />
fibrillogenico 61-95 <strong>di</strong> α-sinucleina (NAC). Successivamente, grazie alla collaborazione con il<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica dell’Università <strong>di</strong> Padova (dr. Negro) sono stati realizzati dei vettori<br />
contenenti cDNA co<strong>di</strong>ficanti le sequenze mutate e native <strong>di</strong> α-sinucleina. La transfezione <strong>di</strong> queste<br />
sequenze in cellule PC12 si è <strong>di</strong>mostrata, in particolari con<strong>di</strong>zioni, dannosa per le cellule ospiti. Più<br />
recentemente è stata messa a punto una nuova tecnica che prevede il legame α-sinucleina con un<br />
sequenza aminoaci<strong>di</strong>ca TAT capace <strong>di</strong> veicolare all’interno della cellula la proteina. In questo modo è<br />
possibile controllare meglio la concentrazione intracellulare della proteina. A dosi alte, in un range<br />
micromolare α-sinucleina si conferma tossica, ma a basse dosi, in un range nanomolare, risulta<br />
neuroprotettiva nei confronti <strong>di</strong> stress ossidativo provocato alle cellule con acqua ossigenata. Il doppio<br />
123<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
effetto, protettivo – tossico, a secondo della concentrazione, è stato confermato anche in un modello<br />
cellulare “inducibile”. Questo fenomeno appare in<strong>di</strong>pendente dalla presenza <strong>di</strong> mutazioni nella<br />
sequenza <strong>di</strong> α-sinucleina. Più recentemente sempre grazie alla collaborazione con il dr. Negro è stato<br />
possibile ottenere la proteina DJ-1 in forma ricombinante legata a TAT (DJ-TAT).<br />
Questa proteina ha caratteristiche simili alla alfa-sinucleina, anche le sue mutazioni sono associate a<br />
PD. DJ-1-TAT e la tecnica <strong>di</strong> silenziamento siRNAi (small interference RNA) sono state utilizzate per<br />
lo stu<strong>di</strong>o dell’interazione fra DJ-1 e α-sinucleina.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche<br />
Stu<strong>di</strong> epidemiologici sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA)<br />
Vi sono inclusi stu<strong>di</strong> su incidenza, fattori <strong>di</strong> rischio e mortalità della SLA. Le informazioni sono<br />
derivate da un registro regionale <strong>di</strong> malattia istituito nel 1998 e comprendente tutti i pazienti con<br />
nuova <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> SLA identificati sull’intero territorio regionale. Utilizzando simili protocolli <strong>di</strong><br />
indagine, informazioni analoghe sono raccolte in due altri registri regionali (piemontese e pugliese) ai<br />
quali il registro lombardo è associato. I dati provenienti dal registro lombardo e da pazienti esaminati<br />
nel contesto <strong>di</strong> collaborazioni con il Gruppo Italiano della SLA sono stati anche utilizzati per una<br />
verifica della vali<strong>di</strong>tà e della riproducibilità dei criteri <strong>di</strong>agnostici della SLA e <strong>di</strong> alcune scale<br />
funzionali. Sulla base dei dati acquisiti, l’incidenza annua della SLA è risultata sovrapponibile a<br />
quanto documentato in altri paesi occidentali in cui sono stati attivati registri <strong>di</strong> malattia, attestandosi<br />
intorno ai valori più elevati della letteratura (2 casi per 100.000). Anche la mortalità è risultata<br />
comparabile ai risultati degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> popolazioni analoghe condotti con meto<strong>di</strong> più rigorosi. La<br />
validazione dei criteri <strong>di</strong>agnostici per la SLA attualmente in uso (classificazione <strong>di</strong> El Escorial) ha<br />
permesso <strong>di</strong> affermare che tali criteri sono vali<strong>di</strong> e riproducibili solo dopo opportuno addestramento<br />
degli esaminatori.<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche ha istituito nell’ottobre 2004 un gruppo collaborativo europeo<br />
sui registri della SLA (EURALS) al quale partecipano i titolari <strong>di</strong> registri regionali e nazionali della<br />
malattia ed altri ricercatori impegnati nello stu<strong>di</strong>o della SLA, per la creazione <strong>di</strong> un database comune,<br />
completato nel corso dell’anno 2005. Con la collaborazione <strong>di</strong> gruppi Inglesi ed Irlandesi (titolari <strong>di</strong><br />
registri <strong>di</strong> popolazione), nel corso del 2009 sono stati pubblicati i risultati <strong>di</strong> una analisi dell’incidenza<br />
della SLA nel biennio 1998-99 utilizzando i dati <strong>di</strong> pazienti inseriti nei registri <strong>di</strong> popolazione. Con il<br />
coor<strong>di</strong>namento del Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Neurologiche sono in corso i seguenti stu<strong>di</strong>: 1. Uno stu<strong>di</strong>o<br />
caso-controllo su eventi traumatici e rischio <strong>di</strong> SLA (condotto con la collaborazione dei registri<br />
italiani); 2. Uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo su attività sportive ed esercizio fisico e rischio <strong>di</strong> SLA (condotto<br />
con i partner del gruppo EURALS); 3. Uno stu<strong>di</strong>o sulla prevalenza del deterioramento cognitivo e <strong>di</strong><br />
segni extrapiramidali nelle SLA <strong>di</strong> nuova <strong>di</strong>agnosi (registri italiani); 4. Uno stu<strong>di</strong>o sulla mortalità della<br />
SLA nella coorte 1998-99 dei registri <strong>di</strong> popolazione europei (Consorzio EURALS).<br />
Strategie terapeutiche innovative in pazienti con epilessia<br />
Nel contesto <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o multicentrico nazionale, una coorte <strong>di</strong> pazienti con una prima crisi<br />
epilettica non provocata, randomizzati a decorrere dal 1988 a trattamento imme<strong>di</strong>ato o ad attesa della<br />
ricorrenza <strong>di</strong> crisi per l’inizio del trattamento, è stata riesaminata dopo prolungamento del follow-up<br />
per verificare l’impatto delle due strategie terapeutiche sulla prognosi a lungo termine dell’epilessia<br />
(definita dalla probabilità <strong>di</strong> remissione delle crisi per almeno 5 anni).<br />
Per stabilire se la mancata risposta a due farmaci antiepilettici sia sufficiente per in<strong>di</strong>care una<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> farmacoresistenza nel bambino, soggetti in età pe<strong>di</strong>atrica giu<strong>di</strong>cati refrattari a due<br />
farmaci antiepilettici sono stati randomizzati ad introdurre un terzo farmaco oppure ad ottimizzare il<br />
trattamento assegnato e seguiti per un massimo <strong>di</strong> 3 anni. Il beneficio terapeutico è definito dal<br />
raggiungimento <strong>di</strong> almeno sei mesi consecutivi <strong>di</strong> completo controllo delle crisi. Lo stu<strong>di</strong>o è stato<br />
condotto in collaborazione con l’IRCCS “Stella Maris” <strong>di</strong> Calabrone (PI). Lo stu<strong>di</strong>o è stato concluso<br />
124<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
prima del completamento del reclutamento per <strong>di</strong>fficoltà insorte nel reperimento dei pazienti. I dati<br />
<strong>di</strong>sponibili sono stati elaborati ed un manoscritto scientifico è in preparazione.<br />
Trattamento della prima crisi epilettica e mortalità a breve e lungo termine<br />
Una coorte <strong>di</strong> 419 pazienti esaminati al tempo della prima crisi epilettica non provocata, randomizzati<br />
ad essere trattati imme<strong>di</strong>atamente o all’atto <strong>di</strong> una eventuale reci<strong>di</strong>va, è stata osservata per un periodo<br />
massimo <strong>di</strong> 20 anni per verificare la mortalità a breve e lungo termine. 40 pazienti morirono nel corso<br />
del follow-up. Il tasso standar<strong>di</strong>zzato <strong>di</strong> mortalità (SMR), calcolato me<strong>di</strong>ante il <strong>rapporto</strong><br />
standar<strong>di</strong>zzato <strong>di</strong> mortalità utilizzando come confronto la popolazione italiana, non è risultato<br />
significativo (SMR 1,2; IC95% 0,9-1,7). Il tasso non è risultato mo<strong>di</strong>ficato dall’astensione dal<br />
trattamento della prima crisi.<br />
Epidemiologia delle malattie neurologiche in Albania<br />
Con la collaborazione della Fondazione Mariani e della Clinica Neurologica dell’Università <strong>di</strong> Tirana,<br />
è in corso uno stu<strong>di</strong>o sulla prevalenza e sull’incidenza <strong>di</strong> alcune malattie neurologiche (ictus cerebrale,<br />
epilessia, cefalea, demenza, neuropatie periferiche, parkinsonismi, sclerosi multipla, paralisi cerebrale<br />
infantile) in una comunità urbana (Tirana) ed una comunità rurale (Saranda) dove sarà effettuata<br />
un’indagine porta a porta. Nel 2005 è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazione dei criteri <strong>di</strong>agnostici<br />
delle malattie in oggetto.<br />
Lo screening ha coinvolto 9869 persone (Tirana 4953; Saranda 4916). I tassi <strong>di</strong> prevalenza delle<br />
singole patologie (espressi in casi per 1000) sono, in or<strong>di</strong>ne decrescente, 258 (cefalea), 36<br />
(polineuropatia), 15 (epilessia), 13 (ictus), 11 (demenza), 9 (parkinsonismi), 5 (paralisi cerebrale<br />
infantile) e 0,3 (sclerosi multipla).<br />
Malattie cerebrovascolari e rischio <strong>di</strong> epilessia<br />
L’epilessia rappresenta una complicanza non infrequente dell’ictus cerebrale. Si stima che crisi<br />
sintomatiche acute (cioè occorrenti nella settimana successiva all’evento vascolare) possano<br />
manifestarsi fin nei due terzi dei pazienti con ictus cerebrale ischemico o emorragico e che una<br />
epilessia (crisi non provocate ricorrenti) sia presente nel 2-4% dei casi. Mancano dati consistenti sui<br />
fattori <strong>di</strong> rischio e non esistono informazioni sulla efficacia dei farmaci antiepilettici nella prevenzione<br />
delle crisi non provocate e dell’epilessia. Per tali motivi, è stata iniziata nel 2007 una indagine<br />
osservazione prospettica nazionale volta a definire il rischio <strong>di</strong> crisi sintomatiche acute, crisi non<br />
provocate ed epilessia (ed i principali fattori <strong>di</strong> rischio) in una coorte <strong>di</strong> pazienti con primo ictus<br />
cerebrale ischemico o emorragico osservati per un periodo massimo <strong>di</strong> 24 mesi. L’indagine è stata<br />
programmata anche allo scopo <strong>di</strong> verificare la fattibilità <strong>di</strong> un trial terapeutico pragmatico sulla<br />
profilassi delle crisi epilettiche e dell’epilessia nell’ictus cerebrale. L’analisi <strong>di</strong> 714 pazienti ha<br />
consentito <strong>di</strong> calcolare l’incidenza <strong>di</strong> crisi sintomatiche acute (6,7%) ed i pre<strong>di</strong>ttori in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong><br />
crisi. L’ictus cerebrale emorragico e le lesioni corticali sono risultati associati ad un maggior rischio.<br />
Cefalea e comorbilità<br />
La cefalea è frequentemente associata a comorbilità. Tra le patologie associate più frequenti va<br />
segnalata l’epilessia. E’ stata recentemente completata l’analisi dei dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o osservazionale<br />
che mirava a documentare eventuali <strong>di</strong>fferenze cliniche tra i pazienti con cefalea ed epilessia ed i<br />
pazienti affetti da sola cefalea o epilessia. L’esame <strong>di</strong> 1167 pazienti (156 con cefalea ed epilessia, 675<br />
con sola cefalea e 336 con sola epilessia) ha permesso <strong>di</strong> verificare che i tre gruppi <strong>di</strong>fferiscono per<br />
familiarità per epilessia (prevalente nei pazienti con entrambe le patologie) o cefalea (prevalente nei<br />
pazienti con sola cefalea) e per caratteristiche cliniche (sintomi generalmente meno severi nei casi con<br />
cefalea ed epilessia)<br />
125<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Trial terapeutici nelle malattie neurologiche<br />
Nel corso nel 2010 sono stati continuati sei trial terapeutici finanziati dall’Agenzia Italiana per il<br />
Farmaco (AIFA) ed un trial terapeutico finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta rispettivamente<br />
<strong>di</strong>: 1. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica<br />
dell’efficacia e della tollerabilità della L-acetilcarnitina nella SLA; 2. Un trial randomizzato <strong>di</strong><br />
confronto in aperto per la verifica dell’efficacia comparata dell’Eritropoietina e del Metilprednisolone<br />
nel trattamento acuto della mielopatia traumatica; 3. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio<br />
cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità del valproato nella cefalea da<br />
abuso <strong>di</strong> farmaci; 4. Un trial randomizzato sulla efficacia <strong>di</strong> un programma riabilitativo integrato per<br />
la prevenzione delle cadute nella malattia <strong>di</strong> Parkinson. 5. Un trial randomizzato in aperto<br />
sull’efficacia <strong>di</strong> un monitoraggio attivo degli eventi avversi dei farmaci antiepilettici e delle<br />
interazioni farmacologiche in pazienti trattati con altri farmaci. 6. Un trial randomizzato in aperto<br />
sull’efficacia <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> educazione a <strong>di</strong>stanza destinato a me<strong>di</strong>ci che operano in case <strong>di</strong><br />
riposo e volto a verificare, rispetto alla “usual care”, una riduzione del numero <strong>di</strong> trattamenti<br />
inappropriati. La prima sperimentazione mira a reperire un trattamento potenzialmente efficace in una<br />
patologia che per il momento <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un solo farmaco (il Riluzolo) in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne,<br />
seppure lievemente, la mortalità. L’L-acetilcarnitina ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> migliorare la sopravvivenza in<br />
modelli animali <strong>di</strong> malattia del motoneurone. La seconda sperimentazione intende verificare<br />
l’efficacia dell’eritropoietina, un farmaco in grado <strong>di</strong> attenuare gli effetti dello shock spinale <strong>di</strong> origine<br />
traumatica ed accelerare il recupero neurologico nell’animale da esperimento. Il farmaco <strong>di</strong> confronto<br />
(metil-prednisolone ad alte dosi) è stato selezionato perché correntemente usato nella pratica clinica.<br />
La terza sperimentazione ha lo scopo <strong>di</strong> verificare se una profilassi con valproato (un farmaco<br />
correntemente utilizzato per la profilassi dell’emicrania) è in grado <strong>di</strong> abbattere la sintomatologia<br />
propria della cefalea da abuso <strong>di</strong> farmaci, una forma comune <strong>di</strong> cefalea cronica i<strong>di</strong>opatica talora<br />
gravemente invalidante. La quarta sperimentazione vuole verificare se un programma integrato <strong>di</strong><br />
riabilitazione rispetto alle terapie fisiche tra<strong>di</strong>zionali in pazienti con malattia <strong>di</strong> Parkinson a rischio <strong>di</strong><br />
cadute comporta una riduzione della frequenza delle cadute.<br />
La quinta sperimentazione intende verificare il valore aggiunto <strong>di</strong> un monitoraggio attivo me<strong>di</strong>ante<br />
contatti prolungati col paziente <strong>di</strong> eventi avversi ed interazioni farmacologiche rispetto alla gestione<br />
abituale <strong>di</strong> questi fenomeni nel contesto della “usual care”. La sesta sperimentazione intende<br />
<strong>di</strong>mostrare il valore aggiunto dell’educazione a <strong>di</strong>stanza per il miglioramento della pratica clinica.<br />
Nella prima sperimentazione il laboratorio <strong>di</strong> malattie neurologiche è coor<strong>di</strong>natore dello stu<strong>di</strong>o; nelle<br />
altre il laboratorio è una delle unità operative con compiti <strong>di</strong> partecipazione alla stesura del protocollo,<br />
<strong>di</strong> allestimento del modulo <strong>di</strong> raccolta dati, <strong>di</strong> stesura e realizzazione del piano <strong>di</strong> analisi statistica, e <strong>di</strong><br />
partecipazione alla stesura del <strong>rapporto</strong> scientifico finale.<br />
Gra<strong>di</strong>mento del trattamento farmacologico da parte <strong>di</strong> bambini ed adolescenti<br />
con epilessia<br />
L’epilessia è una malattia che richiede l’uso cronico <strong>di</strong> farmaci che possono avere effetti indesiderati<br />
che ne influenzano il gra<strong>di</strong>mento. Uno scarso gra<strong>di</strong>mento del trattamento, soprattutto nei soggetti in<br />
età evolutiva, può con<strong>di</strong>zionare la compliance ed influenzare la qualità <strong>di</strong> vita del paziente e dei suoi<br />
familiari. 293 pazienti con epilessia in età compresa tra 3 e 17 anni sono stati ammessi ad uno stu<strong>di</strong>o<br />
osservazionale prospettico nazionale all’inizio o al cambiamento <strong>di</strong> un trattamento antiepilettico e<br />
riesaminati ad uno e tre mesi. Al termine del primo mese il 29,4% dei cari <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> non gra<strong>di</strong>re il<br />
trattamento. La percentuale si riduceva al 24,2% a tre mesi. I pazienti con epilessia <strong>di</strong> nuova <strong>di</strong>agnosi<br />
mostravano <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re il trattamento in proporzioni maggiori dei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> più lunga<br />
data. Le variabili che più si correlavano con lo scarso gra<strong>di</strong>mento del trattamento erano la presenza <strong>di</strong><br />
effetti indesiderati, la durata <strong>di</strong> malattia e la scarsa qualità <strong>di</strong> vita dei familiari.<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Morte Neuronale e neuroprotezione<br />
Sinaptopatie<br />
La malattia <strong>di</strong> Alzheimer è una sinaptopatia in cui forme solubili oligomeriche <strong>di</strong> beta amiloide,<br />
prodotte e secrete in modo aberrante nel parenchima cerebrale dei pazienti, perturbano la funzionalità<br />
sinaptica e inducono episo<strong>di</strong>che per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> memoria in fasi precoci della malattia e deficit cognitivi.<br />
Abbiamo generato un nuovo modello in vitro per stu<strong>di</strong>are la degenerazione sinaptica ed identificare<br />
potenziali molecole con una azione protettiva. Proteggere le sinapsi dalla degenerazione rappresenta<br />
infatti una nuova strategia per lo sviluppo <strong>di</strong> terapie efficienti per il trattamento della malattia <strong>di</strong><br />
Alzheimer, ad oggi incurabile.<br />
Abbiamo utilizzato neuroni ippocampali ottenuti da topi Brainbow, che esprimono nella popolazione<br />
neuronale proteine fluorescenti (RFP, YFP e CFP), piastrati su uno strato <strong>di</strong> neuroni non fluorescenti<br />
al fine <strong>di</strong> visualizzare le spine dendritiche. Per indurre danno sinaptico i neuroni sono stati trattati con<br />
forme oligomeriche sintetiche <strong>di</strong> beta-amiloide. Gli oligomeri <strong>di</strong> beta amiloide inducono riduzione<br />
della densità delle spine dendritiche, internalizzazione dei recettori glutammatergici (NMDAr e<br />
AMPAr) e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> proteine post-sinaptiche (PSD95 e drebrina). Abbiamo inoltre stu<strong>di</strong>ato le vie <strong>di</strong><br />
trasduzione del segnale attivate dallo stimolo tossico e <strong>di</strong>mostrato che l’esposizione agli oligomeri <strong>di</strong><br />
beta amiloide attiva fortemente la chinasi JNK a livello sinaptico. Per confermare l’ipotesi del<br />
coinvolgimento dell’enzima JNK nella per<strong>di</strong>ta dei contatti sinaptici indotta dal trattamento con gli<br />
oligomeri, i neuroni sono stati pretrattati con D-JNKI1, inibitore potente e selettivo <strong>di</strong> JNK. D-JNKI1<br />
ha protetto i neuroni dagli eventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione sinaptica, prevenendo la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> spine dendritiche e<br />
la riduzione <strong>di</strong> recettori dalla densità post-sinaptica. Pertanto D-JNKI1 risulta una molecola<br />
promettente per il trattamento della malattia <strong>di</strong> Alzheimer.<br />
Disegno e sintesi <strong>di</strong> nuovi pepti<strong>di</strong> cellula permeabili inibitori <strong>di</strong> MKK7 (MKK7Is)<br />
La possibilità <strong>di</strong> agire sui complessi proteici e sugli enzimi coinvolti nei signalling pathway<br />
intracellulari, attraverso la coniugazione con pepti<strong>di</strong> cellula permeabili (CPP), rappresenta una nuova<br />
via, versatile ed estremamente efficace, per bloccare la progressione dei processi intracellulari, con<br />
una specificità senza precedenti permettendo la riduzione <strong>di</strong> effetti collaterali. Per inibire quin<strong>di</strong> solo<br />
l’attivazione della JNK me<strong>di</strong>ata dallo stress abbiamo cercato dei nuovi bersagli per la neuro<br />
protezione, tra i quali c’è la chinasi MKK7, uno dei due soli <strong>di</strong>retti attivatori <strong>di</strong> JNK. MKK7in seguito<br />
a trattamento con NMDA infatti si attiva rapidamente <strong>di</strong>versamente da MKK4, che non subisce<br />
variazioni.<br />
Per inibire MKK7 abbiamo generato nuovi pepti<strong>di</strong> cellula-permeabili: utilizzando il dominio <strong>di</strong><br />
legame <strong>di</strong> Gadd45β con MKK7. Gadd45β endogena interagisce ad alta affinità con MKK7 e ne<br />
blocca l’attività catalitica, ma non interagisce con MKK4, l’altra chinasi a monte <strong>di</strong> JNK. Sulla base <strong>di</strong><br />
ciò abbiamo sintetizzato i primi due pepti<strong>di</strong>: GADD45 (69-86) in collaborazione con XIGEN, che<br />
contiene solo la regione <strong>di</strong> legame a MKK7, e GADD45 (60-86), in collaborazione con il Dr. <strong>Mario</strong><br />
Salmona (<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>) che contiene sia la regione <strong>di</strong> legame a MKK7 che la regione essenziale per la<br />
sua inattivazione. I pepti<strong>di</strong> non provocano tossicità in neuroni corticali in coltura e proteggono dalla<br />
morte neuronale indotta da stimoli eccitotossici (NMDA 100uM). I nostri dati mostrano chiaramente<br />
che l’aggiunta dei pepti<strong>di</strong> alla concentrazione <strong>di</strong> 20uM comporta una forte inibizione della<br />
fosforilazione <strong>di</strong> MKK7, senza interferire con la fosforilazione <strong>di</strong> MKK4. Pertanto i pepti<strong>di</strong> derivanti<br />
da Gadd45 sintetizzati e testati esercitano funzioni neuroprotettive mirate, regolando <strong>di</strong>rettamente la<br />
via <strong>di</strong> trasduzione <strong>di</strong> MKK7.<br />
127<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
JNK e SUMOilazione nello stress ossidativo<br />
JNK e SUMO sono coinvolte nella risposta allo stress ossidativo, principale causa della patogenesi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>verse malattie neurologiche. Abbiamo utilizzato la linea cellulare <strong>di</strong> neuroblastoma SH-SY5Y in<br />
modo da poter verificare l’importanza della SUMOilazione sul signalling della JNK. Per aumentare la<br />
funzionalità del signalling <strong>di</strong> SUMO sono state overespresse le proteine SUMO-1 e SENP1 nelle SH-<br />
SY5Y ed è stato stu<strong>di</strong>ato l’effetto <strong>di</strong> tali overespressioni sulla risposta <strong>di</strong> JNK allo stress ossidativo.<br />
Le SH-SY5Y trasfettate con SUMO-1 e SENP1 (inibitore <strong>di</strong> SUMO) sono trattate con l’acqua<br />
ossigenata a <strong>di</strong>fferenti concentrazioni per tre ore (3h) o per tutta la notte. I risultati mostrano il ruolo<br />
fondamentale della JNK nella morte cellulare indotta da H 2 O 2 . Infatti l’inibizione dell’azione <strong>di</strong> JNK<br />
con il peptide D-JNKI1, previene il processo <strong>di</strong> morte cellulare. Seguendo l’azione dell’acqua<br />
ossigenata, la over-espressione <strong>di</strong> SUMO-1 incrementa la fosforilazione della JNK e intensifica la<br />
morte cellulare. Al contrario la trasfezione con SENP1, inibisce l’attivazione della JNK sia in seguito<br />
allo stimolo <strong>di</strong> 3 ore che allo stimolo <strong>di</strong> tutta la notte e favorisce il recupero dal processo apoptotico<br />
indotto dall’acqua ossigenata. Con esperimenti <strong>di</strong> immunoprecipitazione e immunoistochimica, è stata<br />
poi <strong>di</strong>mostrata una interazione incrociata tra le proteine SUMO e JNK. Tale stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato<br />
quin<strong>di</strong> che la deSUMOilazione <strong>di</strong> JNK, proteina chiave nell’induzione <strong>di</strong> vie intracellulari che portano<br />
a neuro degenerazione, ha un ruolo protettivo in un modello in vitro <strong>di</strong> stress ossidativo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica e Comportamento<br />
Biochimica e neuroanatomia dell’attenzione in un modello sperimentale <strong>di</strong><br />
deficit indotto dal blocco del recettore NMDA<br />
Il deficit cognitivo è uno dei sintomi centrali della schizofrenia e comune ad altre malattie<br />
psichiatriche e neurologiche.<br />
Utilizzando tecniche comportamentali con un alto grado <strong>di</strong> omologia a quelle utilizzate nei pazienti<br />
schizofrenici per valutare i deficit cognitivi abbiamo messo a punto un modello sperimentale <strong>di</strong> deficit<br />
cognitivo della schizofrenia nel ratto e nel topo basato sull’induzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzioni glutammatergiche<br />
localizzate ad aree cerebrali coinvolte nei deficit cognitivi dei pazienti schizofrenici. In particolare, è<br />
stato iniettato un antagonista dei recettori NMDA del glutammato nella parte me<strong>di</strong>ale della corteccia<br />
prefrontale e il deficit cognitivo indotto da questo trattamento (costituito essenzialmente da deficit <strong>di</strong><br />
attenzione, impulsività e dalla compulsione alla ripetizione delle risposte) era valutato usando un test<br />
<strong>di</strong> attenzione e delle funzioni esecutive quale il “5-choice serial reaction time task” (5-CSRTT) (test <strong>di</strong><br />
scelte multiple continuate). Il deficit cognitivo indotto dall’antagonista NMDA nel 5-CSRTT è<br />
analogo a quello che si osserva nei pazienti schizofrenici. Questo modello è stato utilizzato per<br />
stu<strong>di</strong>are gli effetti degli antipsicotici tipici e atipici, il ruolo del fattore trascrizionale CREB e dei<br />
recettori dopaminergici <strong>di</strong> tipo D1 nel deficit <strong>di</strong> attenzione e per identificare le aree cerebrali<br />
coinvolte.<br />
I risultati <strong>di</strong>mostrano che a) gli antipsicotici tipici ed atipici <strong>di</strong>fferiscono per un effetto dei primi<br />
soprattutto sulle risposte perseverative, mentre gli atipici contrastano preferenzialmente l’impulsività;<br />
b) l’attenzione è controllata da un’interazione sinergica tra recettori NMDA e D1 striatali; c) la upregulation<br />
<strong>di</strong> CREB corticale e striatale riflette l’appren<strong>di</strong>mento del compito cognitivo mentre un<br />
aumento della fosforilazione <strong>di</strong> CREB striatale sembra segnalare mo<strong>di</strong>ficazioni inattese nella<br />
relazione tra azione strumentale e rinforzo.<br />
128<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale<br />
Meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nelle genesi e propagazione delle<br />
convulsioni e del danno neuronale ad esse associato: Ruolo delle molecole<br />
dell’infiammazione<br />
Stiamo stu<strong>di</strong>ando il ruolo <strong>di</strong> alcune citochine proinfiammatorie quali IL-1beta e TNF-alfa e <strong>di</strong><br />
molecole con proprietà proinfiammatorie come HMGB1, nella genesi e propagazione delle<br />
convulsioni e nei fenomeni neurodegenerativi ad esse associati. I nostri risultati sperimentali hanno<br />
<strong>di</strong>mostrato che l’attività epilettica induce la sintesi <strong>di</strong> varie molecole coinvolte nei processi<br />
infiammatori nelle aree cerebrali <strong>di</strong> insorgenza delle crisi. IL-1beta e HMGB1 hanno proprietà<br />
proconvulsivanti mentre antagonisti del recettore <strong>di</strong> IL-1 e HMGB1 ed inibitori della sintesi <strong>di</strong> IL-1<br />
hanno proprietà anticonvulsivanti. Stiamo stu<strong>di</strong>ando questi farmaci in modelli sperimentali <strong>di</strong> epilessia<br />
per permetterne una loro applicazione clinica, infatti alcune delle molecole oggetto del nostro stu<strong>di</strong>o<br />
sono già utilizzate nell'uomo per la terapia delle malattie autoimmuni o infiammatorie. Stiamo inoltre<br />
stu<strong>di</strong>ando con approcci genetici e farmacologici quali siano i segnali intracellulari attivati da IL-1beta<br />
e HMGB1 che me<strong>di</strong>ano i loro effetti proconvulsivanti e proneurotossici e quali siano i meccanismi<br />
cellulari che portano alla comparsa e cronicizzazione <strong>di</strong> un fenomeno <strong>di</strong> infiammazione nel cervello<br />
epilettico.<br />
Epilessia e sviluppo postnatale<br />
E’ noto che la suscettibilità alle convulsioni e’ maggiore nel bambino rispetto all’adulto e lo stesso<br />
fenomeno si manifesta nel ro<strong>di</strong>tore durante lo sviluppo postnatale. Ci prefiggiamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />
quali siano i meccanismi coinvolti in maniera significativa nei cambiamenti <strong>di</strong> suscettibilità alle<br />
convulsioni durante lo sviluppo postnatale ed in particolare nella insorgenza del danno neuronale e<br />
delle mo<strong>di</strong>ficazioni patologiche che determinano la comparsa <strong>di</strong> epilessia dopo un evento <strong>di</strong> danno<br />
neuronale nella prima infanzia. I nostri stu<strong>di</strong> si stanno focalizzando principalmente sul coinvolgimento<br />
delle molecole <strong>di</strong> infiammazione, sui processi <strong>di</strong> angiogenesi e sui cambiamenti <strong>di</strong> permeabilità della<br />
barriera emato-encefalica.<br />
Ruolo della barriera ematoencefalica nell’epilettogenesi<br />
Stiamo stu<strong>di</strong>ando come mo<strong>di</strong>ficazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica e fenomeni <strong>di</strong><br />
angiogenesi possano determinare un substrato <strong>di</strong> ipereccitabiltà neuronale che risulti in una aumentata<br />
suscettibilità alle convulsioni. Questo stu<strong>di</strong>o si rivolge particolarmente ai casi <strong>di</strong> epilessie sintomatiche<br />
che sono spesso associati ad un danno <strong>di</strong> barriera che precede l’evento convulsivo.<br />
Nuovi approcci terapeutici <strong>di</strong> gene transfer<br />
Questo stu<strong>di</strong>o riguarda l’utilizzo <strong>di</strong> vettori virali adeno-associati che introducano nel cervello geni con<br />
potenziale terapeutico e quin<strong>di</strong> risultino in una aumentata produzione <strong>di</strong> alcune proteine antiepilettiche<br />
in aree cerebrali specifiche. Stiamo utilizzando vettori adenovirali che veicolano il gene del<br />
neuropeptide Y nell’ippocampo del ratto. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che la sovraespressione della proteina<br />
determina una ridotta attività epilettica nel ratto. Lo sviluppo <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca riguarda la<br />
possibilità <strong>di</strong> utilizzare vettori virali che possano inibire la comparsa e la ricorrenza delle convulsioni<br />
spontanee che insorgono dopo l’induzione <strong>di</strong> un danno acuto cerebrale (ad es. <strong>di</strong> tipo traumatico,<br />
eccitotossico, ischemico).<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> MRI/MRS in vivo per valutare l’attivazione gliale e le alterazioni della<br />
barriera emato-encefalica<br />
L’attività <strong>di</strong> ricerca si occupa <strong>di</strong> sviluppare meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> imaging in vivo con tecniche <strong>di</strong> risonanza<br />
magnetica (MRI) e <strong>di</strong> spettroscopia (MRS) volti a valutare il ruolo dell’attivazione gliale e <strong>di</strong><br />
alterazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica nella eziopatogenesi dell'epilessia,<br />
129<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
utilizzando agenti <strong>di</strong> contrasto innovativi. L’intento e’ <strong>di</strong> caratterizzare e convalidare un “biomarker”<br />
del processo <strong>di</strong> epilettogenesi e <strong>di</strong> infiammazione cerebrale che sia clinicamente applicabile, per<br />
selezionare la popolazione <strong>di</strong> pazienti che potrebbero beneficiare <strong>di</strong> un trattamento anti-infiammatorio,<br />
e per pre<strong>di</strong>re lo sviluppo della patologia negli in<strong>di</strong>vidui a rischio.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neuropsichiatria Geriatrica<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione sulla prevalenza delle demenze nei gran<strong>di</strong> anziani<br />
In parallelo al progressivo aumento degli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> 80 e più anni all’interno della popolazione<br />
anziana (65+), il numero dei malati <strong>di</strong> demenza nella fascia <strong>di</strong> età 80+ rappresenta una frazione in<br />
continua crescita sul totale degli affetti. L’esclusione dagli stu<strong>di</strong>, come quasi sempre avviene, dei<br />
soggetti nelle classi <strong>di</strong> età più avanzate tende inevitabilmente a sottostimare il numero complessivo <strong>di</strong><br />
affetti da demenza presenti nella popolazione. Per ovviare a questa lacuna è stato dunque avviato uno<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione (door-to-door) sulla prevalenza, l’incidenza, i fattori <strong>di</strong> rischio e la storia<br />
naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati all’invecchiamento in una popolazione <strong>di</strong><br />
anziani con età maggiore <strong>di</strong> 80 anni residente in otto comuni in provincia <strong>di</strong> Varese. L’indagine è stata<br />
successivamente estesa a tutti i centenari residenti nella provincia <strong>di</strong> Varese. Lo stu<strong>di</strong>o beneficia <strong>di</strong> un<br />
grant della Fondazione Monzino.<br />
Salute e Anemia nella popolazione anziana<br />
In collaborazione con la ASL <strong>di</strong> Biella e con la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> Ematologia, Università <strong>di</strong> Pavia e<br />
Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia, abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> popolazione<br />
sull’anemia negli anziani <strong>di</strong> 65 o più anni <strong>di</strong> età residenti a Biella (circa 9000 persone) per stimare la<br />
prevalenza e l’incidenza dell’anemia (lieve, moderata e grave) e stu<strong>di</strong>are l’associazione fra anemia <strong>di</strong><br />
grado lieve e ospedalizzazione e mortalità. In un ampio sottogruppo <strong>di</strong> anziani sono stati stu<strong>di</strong>ati<br />
anche gli effetti dell’anemia lieve su variabili cognitive, funzionali, <strong>di</strong> qualità della vita e dell’umore.<br />
Valutazione <strong>di</strong> profili <strong>di</strong> rischio in soggetti ambulatoriali e ospedalizzati<br />
In collaborazione con il Servizio <strong>di</strong> Geriatria Ospedali Regionali <strong>di</strong> Mendrisio e Lugano (Svizzera) i<br />
soggetti ospedalizzati o ambulatoriali vengono valutati sotto il profilo neuropsicologico, funzionale e<br />
del movimento al fine <strong>di</strong> valutare l'impatto <strong>di</strong> questi fattori sulla salute e la progressione della malattia<br />
(Canton Ticino Study).<br />
Stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale in pazienti affetti da MCI<br />
In collaborazione con il Servizio <strong>di</strong> Geriatria degli Ospedali Regionali <strong>di</strong> Mendrisio e Lugano<br />
(Svizzera), prosegue il follow-up dei pazienti giunti consecutivamente all'osservazione in questi ultimi<br />
anni presso la Memory Clinic degli Ospedali al fine <strong>di</strong> stimare il tasso <strong>di</strong> conversione a demenza <strong>di</strong><br />
tutti i soggetti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Mild Cognitive Impairment o Questionable Dementia (CDR 0.5) alla<br />
visita basale e <strong>di</strong> valutare i fattori <strong>di</strong> rischio associati alla conversione (Canton Ticino Study).<br />
Qualità dell’assistenza ai soggetti oncologici terminali<br />
Nel 1999 è stato avviato, in collaborazione con l’hospice “via <strong>di</strong> Natale Franco Gallini” <strong>di</strong> Aviano<br />
(PN), un progetto <strong>di</strong> ricerca che ha come obiettivo quello <strong>di</strong> valutare la qualità dell’assistenza durante<br />
l’ultimo periodo <strong>di</strong> vita dei malati accolti in hospice. La collaborazione prevede attualmente la<br />
valutazione dell’attività della struttura e l’analisi dei dati raccolti durante il primo decennio <strong>di</strong> attività<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
(2000-2009). Per capire quali fossero le determinanti all’ingresso all’hospice “via <strong>di</strong> Natale” abbiamo<br />
inoltre analizzato 2.217 colloqui condotti durante il decennio <strong>di</strong> attività con i familiari dei malati.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso<br />
Ruolo del sistema del complemento in modelli <strong>di</strong> ictus e trauma cranico<br />
I nostri stu<strong>di</strong> precedenti hanno mostrato che il sistema del complemento può rappresentare un nuovo<br />
bersaglio terapeutico per l’ictus. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato, sia in modelli <strong>di</strong> ischemia transiente e<br />
permanente che <strong>di</strong> trauma cranico nel topo, che il C1-INH <strong>di</strong> derivazione plasmatica (pdC1-INH), un<br />
inibitore endogeno del sistema del complemento, migliora i deficits neurologici e riduce il danno<br />
anatomico associati all’insulto. Inoltre, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che la stessa molecola ottenuta per via<br />
ricombinante (rhC1-INH), non solo è in grado <strong>di</strong> svolgere un’azione protettiva simile a quella <strong>di</strong><br />
pdC1-INH, ma è anche dotata <strong>di</strong> una finestra terapeutica molto ampia, essendo efficace anche quando<br />
somministrata fino 18 ore dopo l’induzione <strong>di</strong> ischemia transiente. I nostri dati suggeriscono che<br />
questa importante proprietà dell’ rhC1-INH sia dovuta alla sua capacità <strong>di</strong> legare mannose-bin<strong>di</strong>ng<br />
lectin (MBL), una proteina del complemento appartenente alla via delle lectine. Per questo motivo<br />
abbiamo focalizzato la nostra attenzione su MBL come possibile nuovo target per la terapia dell’ictus<br />
e del trauma cranico. Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che MBL si deposita sulle cellule endoteliali<br />
dei microvasi cerebrali a seguito <strong>di</strong> ischemia e che la sua inibizione conferisce protezione. Sulle base<br />
<strong>di</strong> questi risultati abbiamo ottenuto (in collaborazione con Bernar<strong>di</strong> e coll., Dipartimento <strong>di</strong> Chimica<br />
organica ed Industriale, Univ <strong>di</strong> Milano) una nuova molecola capace <strong>di</strong> legare MBL e abbiamo<br />
<strong>di</strong>mostrato che anche questa è efficace nel ridurre i deficits neurologici e il danno anatomico quando<br />
somministrata fino a 24 h dopo l’ischemia. Gli stu<strong>di</strong> in corso hanno lo scopo <strong>di</strong> capire i meccanismi<br />
attraverso i quali MBL esercita il suo effetto tossico. Chiarire questo aspetto sarà <strong>di</strong> fondamentale<br />
importanza per consentire lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche mirate a limitare il danno indotto<br />
da MBL a seguito <strong>di</strong> ischemia.<br />
Cellule staminali: un approccio terapeutico per il danno cerebrale acuto<br />
Negli ultimi anni il nostro laboratorio ha <strong>di</strong>mostrato che il trapianto <strong>di</strong> cellule staminali neurali in<br />
modelli <strong>di</strong> ictus ha un effetto protettivo (Capone et al. 2007, Pastori et al. 2008). Tuttavia ad oggi,<br />
l’impiego <strong>di</strong> cellule staminali neurali nella terapia cellulare è limitato da problemi tecnici, dato il<br />
basso numero <strong>di</strong> cellule staminali che si riescono ad ottenere dai tessuti, oltre che da problemi etici.<br />
Abbiamo quin<strong>di</strong> focalizzato la nostra attenzione sulle cellule staminali mesenchimali isolate dal<br />
cordone ombelicale (CB-MSC) e da midollo osseo (BM-MSC): esse infatti rappresentano delle fonti<br />
facilmente reperibili <strong>di</strong> cellule staminali multipotenti, non gravate da problemi etici, costituendo<br />
quin<strong>di</strong> un can<strong>di</strong>dato ideale per la terapia cellulare a seguito <strong>di</strong> danno cerebrale acuto.<br />
Lo scopo della nostra ricerca è quello <strong>di</strong> verificare l’effetto protettivo <strong>di</strong> CB-MSC (fornite da Cell<br />
Factory, Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano) e <strong>di</strong> BM-MSC (fornite dal Laboratorio Stefano<br />
Verri, Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza) in modelli <strong>di</strong> ischemia cerebrale e <strong>di</strong> trauma cranico (TBI) e<br />
<strong>di</strong> indagare i meccanismi implicati nella protezione osservata dopo trapianto.<br />
Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che dopo trauma cranico le MSC: 1) migrano verso il tessuto<br />
danneggiato e sopravvivono almeno fino a 5 settimane dopo l’induzione del danno cerebrale; 2)<br />
inducono una riduzione persistente dell’attività sensitivo-motoria e delle funzioni cognitive fino a 5<br />
settimane dall’induzione del danno; 3) riducono la progressione del danno anatomico ad un mese dal<br />
trauma; 4) mo<strong>di</strong>ficano l’ambiente pericontusionale modulando l’attivazione della microglia e<br />
favorendo la produzione <strong>di</strong> fattori trofici (Zanier et al. 2011). Questi dati suggeriscono che le MSC<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
possano rappresentare una tipologia cellulare adeguata per il trattamento dei pazienti con danno<br />
cerebrale acuto.<br />
Ora la ricerca è volta ad indagare parallelamente 2 <strong>di</strong>versi ambiti: 1) definire gli aspetti preclinici<br />
necessari per la formulazione <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> successo traslabile alla clinica (potere immunogenico<br />
delle cellule e necessità <strong>di</strong> immunosoppressione, via <strong>di</strong> somministrazione e dose ottimali, finestra <strong>di</strong><br />
efficacia terapeutica), 2) chiarire i meccanismi implicati nella protezione osservata dopo trapianto. In<br />
particolare stiamo indagando in modelli <strong>di</strong> danno cerebrale acuto in vitro ed in vivo la capacità delle<br />
MSC <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il microambiente cerebrale e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare l’attivazione <strong>di</strong> microglia/macrofagi<br />
verso un fenotipo protettivo.<br />
Precon<strong>di</strong>zionamento ischemico e barriera emato-encefalica<br />
Stu<strong>di</strong> recenti mostrano che la morte cellulare derivante dal danno ischemico può essere ridotta quando<br />
un evento dannoso sottosoglia o episo<strong>di</strong>o ischemico subletale si verifichi alcune ore o giorni prima<br />
dell’attacco ischemico grave. Questo fenomeno è noto come pre-con<strong>di</strong>zionamento ischemico (IPC).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi responsabili dell’IPC fornisce un’opportunità importante per identificare<br />
segnali endogeni protettivi in grado <strong>di</strong> conferire neuroprotezione contro un evento ischemico o<br />
traumatico.<br />
Il progetto ha riguardato lo stu<strong>di</strong>o del coinvolgimento dell’unità cerebrovascolare nell’IPC.<br />
Nonostante sia stato <strong>di</strong>mostrato che IPC riduce la formazione <strong>di</strong> edema e il danno della BBB,<br />
attualmente non ci sono informazioni sul ruolo <strong>di</strong>retto delle cellule della BBB in questo fenomeno.<br />
Obiettivo principale della ricerca è stato quello <strong>di</strong> determinare se le cellule della BBB possano essere<br />
precon<strong>di</strong>zionate in vitro A tale scopo abbiamo messo a punto un modello bi<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> BBB<br />
realizzato me<strong>di</strong>ante co-colture <strong>di</strong> cellule murine endoteliali e cellule gliali miste. Questo modello<br />
presenta le caratteristiche morfologiche e funzionali della BBB tra cui espressione <strong>di</strong> giunzioni strette<br />
e valori tipici <strong>di</strong> resistenza transendoteliale (TEER), <strong>di</strong> permeabilità transcellulare e paracellulare. Al<br />
fine <strong>di</strong> mimare la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ischemia cerebrale, la BBB viene esposta a deprivazione <strong>di</strong> ossigeno e<br />
glucosio (OGD). I risultati ottenuti hanno <strong>di</strong>mostrato che: 1) le cellule della BBB possono essere<br />
precon<strong>di</strong>zionate; 2) gli astrociti sono le cellule responsabili dlgli effetti protettivi indotti da IPC sulla<br />
BBB.<br />
Imaging in vivo e in tempo reale del cervello <strong>di</strong> topo me<strong>di</strong>ante microscopia a<br />
due fotoni.<br />
L’ictus ischemico induce una risposta vascolare che comprende riarrangiamenti del flusso sanguigno,<br />
danno della barriera ematoencefalica ed attivazione della risposta infiammatoria. Questi meccanismi<br />
contribuiscono alla progressione del danno ischemico e rappresentano quin<strong>di</strong> potenziali target<br />
terapeutici. Il nostro laboratorio ha recentemente sviluppato protocolli <strong>di</strong> imaging in vivo con<br />
microscopia a due fotoni per la visualizzazione e la misurazione degli eventi <strong>di</strong>namici nel cervello. Il<br />
microscopio a due fotoni sfrutta la transizione elettronica ad alta energia che avviene in molecole<br />
fluorescenti eccitate da due fotoni a bassa energia, permettendo l’imaging per lunghi perio<strong>di</strong> in vivo.<br />
Recentemente il nostro laboratorio si è focalizzato sullo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>stribuzione del<br />
flusso sanguigno dopo ischemia, e sull’analisi del comportamento <strong>di</strong>namico delle popolazioni<br />
immunitarie attivate dopo ischemia, in particolare dei linfociti-T (in collaborazione con il Centro <strong>di</strong><br />
Biofotonica della Strathclyde University <strong>di</strong> Glasgow) e della microglia. Lo stu<strong>di</strong>o ha sfruttato la<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> due linee transgeniche <strong>di</strong> topi, in grado <strong>di</strong> esprimere la proteina fluorescente verde<br />
specificamente nei linfociti-T (HCD2-eGFP) o nella microglia (Cx3Cr1-eGFP). Nello specifico,<br />
abbiamo: 1) stu<strong>di</strong>ato i riarrangiamenti vascolari durante e dopo ischemia misurando la velocità del<br />
flusso sanguigno e analizzando le <strong>di</strong>namiche temporali della comparsa dell’extravasione; 2) analizzato<br />
il movimento dei linfociti infiltrati quantificandone il numero, la velocità, il coefficiente <strong>di</strong><br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
spostamento e <strong>di</strong> zigzagamento (Fumagalli et al, Stroke 2011); 3) misurato i parametri <strong>di</strong> motilità e<br />
morfologia della microglia prima e 1 ora, 24 ore e 3 giorni dopo ischemia, associandoli al profilo<br />
fenotipico microgliale. Inoltre abbiamo valutato le <strong>di</strong>namiche microgliali in topi depleti del recettore<br />
della fractalchina (Cx3Cr1 -/- ), un’importante chemochina che regola la comunicazione microglianeuroni.<br />
In conclusione, abbiamo descritto alcuni eventi <strong>di</strong>namici associati alle progressione ed evoluzione del<br />
danno ischemico cerebrale, fornendo le basi per future manipolazioni razionali dell’apporto sanguigno<br />
e delle risposte immunitarie a scopo terapeutico.<br />
Mappatura dell’espressione temporale e della colocalizzazione dei fenotipi<br />
della microglia e dei macrofagi indotti dal danno cerebrale acuto<br />
Tra le popolazione cellulari residenti nel cervello, la microglia gioca un ruolo determinante nella<br />
risposta infiammatoria successiva al danno cerebrale acuto. La microglia si comporta come un<br />
marcatore della comparsa e della progressione della patologia contribuendo al danno neurologico<br />
finale indotto dalla lesione acuta. Queste cellule si attivano velocemente in risposta al danno<br />
mo<strong>di</strong>ficando drasticamente la loro morfologia ed il loro fenotipo. La microglia attivata ed i macrofagi<br />
infiltrati (M/M) alterano la funzionalità delle cellule neuronali attraverso la produzione ed il rilascio <strong>di</strong><br />
sostanze neurotossiche come le citochine infiammatorie, le proteasi e le specie reattive dell’ ossigeno<br />
e dell’azoto. Dall’altra parte, queste cellule possiedono anche delle proprietà protettive che<br />
contribuiscono alla neurogenesi ed al riparo del danno, un effetto che noi abbiamo documentato<br />
precedentemente (Capone et al., 2007). L’obiettivo degli stu<strong>di</strong> in corso nel nostro laboratorio è quello<br />
<strong>di</strong> ottenere informazione sugli aspetti ancora inesplorati dei cambiamenti fenotipici della microglia<br />
indotti dal danno cerebrale acuto In modo particolare stiamo stu<strong>di</strong>ando la comparsa <strong>di</strong> marcatori<br />
specifici dei fenotipi microgliali, la loro localizzazione e l’eventuale coespressione nelle stesse<br />
sottopolazioni cellulari in relazione alla evoluzione temporale della lesione.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare<br />
Analisi comparativa del profilo <strong>di</strong> espressione genica e proteomica <strong>di</strong> due<br />
modelli murini <strong>di</strong> SLA familiare con <strong>di</strong>fferenze fenotipiche <strong>di</strong> malattia<br />
Recentemente abbiamo osservato che due ceppi <strong>di</strong> topi geneticamente <strong>di</strong>stinti (C57 e 129Sv) ma<br />
portatori dello stesso numero <strong>di</strong> copie del transgene per la SOD1 umana con mutazione G93A,<br />
sviluppano un fenotipo patologico SLA molto <strong>di</strong>verso tra loro per età d'esor<strong>di</strong>o e durata <strong>di</strong> malattia.<br />
La variabilità genetica è probabilmente una ragione delle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> età <strong>di</strong> esor<strong>di</strong>o e severità <strong>di</strong><br />
malattia anche nei pazienti con SLA sia familiare che spora<strong>di</strong>ca. Per questo il nostro interesse si è<br />
focalizzato sullo stu<strong>di</strong>o dei due ceppi <strong>di</strong> topi malati C57/G93A e 129Sv/G93A sotto il profilo<br />
comportamentale, istopatologico e biochimico al fine <strong>di</strong> capire i meccanismi responsabili del <strong>di</strong>verso<br />
sviluppo della malattia.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o finanziato dalla Motor Neuron Disease Association inglese è fatto in collaborazione con il<br />
gruppo della Prof.ssa Pamela Shaw dell'Università <strong>di</strong> Sheffield (UK). Il laboratorio <strong>di</strong> Sheffield si è<br />
incaricato dell'isolamento dei motoneuroni spinali dei due ceppi <strong>di</strong> topi a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> della malattia<br />
me<strong>di</strong>ante laser-<strong>di</strong>ssector e dell'analisi comparativa del trascrittoma tra i due modelli. Ad oggi sono<br />
emersi numerosi dati che <strong>di</strong>mostrano un profilo <strong>di</strong> espressione genica con alcune analogie e numerose<br />
<strong>di</strong>fferenze tra i due ceppi <strong>di</strong> topi. I dati sono ora in fase <strong>di</strong> analisi me<strong>di</strong>ante la Gene Ontology<br />
Classification per identificare i meccanismi biologici specificatamente coinvolti nel <strong>di</strong>verso fenotipo.<br />
Da una prima analisi sembra che i motoneuroni appartenenti al fenotipo <strong>di</strong> topo con malattia meno<br />
aggressiva sono in grado <strong>di</strong> attivare una risposta immunitaria complessa con proprietà<br />
neuroprotettive. Al contrario, i topi con una progressione della malattia più veloce mostrano evidenti<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
alterazioni a carico dei mitocondri e soprattutto un maggiore accumulo <strong>di</strong> aggregati proteici nel<br />
midollo spinale. Tra le possibili cause <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fferenza tra i due ceppi <strong>di</strong> topi SOD1G93A<br />
abbiamo in<strong>di</strong>viduato una <strong>di</strong>versa espressione <strong>di</strong> alfabeta cristallina o CRYAB una proteina chaperone<br />
che svolge un ruolo preventivo sull'aggregazione proteica aumentando la solubilità della SOD1. La<br />
CRYAB è espressa a livelli molto più bassi nel sistema nervoso dei topi SOD1G93A con la patologia<br />
più aggressiva rispetto all'altro modello. Per questo la nostra attenzione si sta focalizzando sullo stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> questa proteina. (Progetto finanziato da MNDA U.K. e EUROMOTOR FP7 program)<br />
Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> neuroimmunità nella patogenesi della SLA<br />
Crescenti evidenze in<strong>di</strong>cano che l'infiltrazione <strong>di</strong> cellule immunitarie ematiche nel sistema nervoso<br />
centrale sia da considerare non più come evento secondario alla progressiva degenerazione neuronale<br />
ma come fenomeno causale nella patogenesi della SLA. Infatti, stanno emergendo chiare in<strong>di</strong>cazioni<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo tra i motoneuroni e le cellule dell'immunità adattativa e innata il cui ruolo e i<br />
meccanismi sottostanti sono ancora da definire. Noi abbiamo evidenze che i motoneuroni svolgano<br />
un ruolo attivo <strong>di</strong> immunomodulazione nella SLA. Infatti abbiamo osservato che i motoneuroni<br />
esprimono <strong>di</strong>verse proteine classicamente coinvolte nella risposta immunitaria (es.HMGB1). Inoltre<br />
abbiamo osservato che l'immunoproteasoma responsabile della produzione <strong>di</strong> antigeni per la risposta<br />
MHCI viene fortemente attivato nei motoneuroni dei topi SOD1G93A a stati molto precoci nello<br />
sviluppo della malattia. Rimane da capire se questa sia una risposta adattativa <strong>di</strong> danno o <strong>di</strong><br />
protezione del motoneurone. D'altra parte abbiamo altresì <strong>di</strong>mostrato mo<strong>di</strong>ficazioni dei monociti <strong>di</strong><br />
pazienti con SLA spora<strong>di</strong>ca (Mantovani et al. 2009) e più recentemente anche <strong>di</strong> quelli dei topi<br />
SOD1G93A che potrebbero alterare una potenziale risposta immunitaria protettiva dei motoneuroni.<br />
Perciò, capire in i meccanismi <strong>di</strong> comunicazione tra i motoneuroni e le cellule del sistema immunitario<br />
rappresenta una sfida incoraggiante allo sviluppo <strong>di</strong> terapie efficaci per la SLA. (Progetto finanziato<br />
da AriSLA)<br />
Stu<strong>di</strong> in vitro a in vivo su ruolo del pathway TNFalpha- MAPK nella patogenesi<br />
della SLA.<br />
Dopo aver osservato un chiaro aumento dell'espressione dei recettori TNFR1 e 2 in associazione con<br />
l'attivazione <strong>di</strong> ASK1 nei motoneuroni dei topi SOD1G93A già ad uno stato precoce della<br />
malattia(Veglianese et al. 2009), abbiamo potuto <strong>di</strong>mostrare che alcuni <strong>di</strong> questi cambiamenti,<br />
aumento <strong>di</strong> espressione dei recettori TNFR1 e attivazione <strong>di</strong> ASK1 sono riscontrabili anche nei<br />
pazienti con SLA spora<strong>di</strong>ca (manoscritto in revisione).<br />
Per capire il ruolo dell'attivazione <strong>di</strong> queste pathways sulla morte dei motoneuroni abbiamo effettuato<br />
stu<strong>di</strong> in vitro su co-colture <strong>di</strong> neuroni e astrociti prelevati dal midollo spinale <strong>di</strong> topi transgenici<br />
SOD1G93A <strong>di</strong>mostrando che il trattamento con inibitori selettivi <strong>di</strong> p38MAPK e la mancanza del<br />
recettore TNFR2 sugli astrociti prevengono la morte dei motoneuroni. Tuttavia questo fenomeno<br />
protettivo in vitro non ha trovato riscontro in vivo nei topi SOD1G93A trattati con farmaci inibitori<br />
selettivi <strong>di</strong> p38MAPK né nei topi SOD1G93A incociati con i topi privi del recettore TNFR2<br />
(manoscritto in preparazione). Ulteriori stu<strong>di</strong> sono in corso per verificare l'effetto <strong>di</strong> vettori lentivirali<br />
esprimenti il siRNA della isoforma alfa <strong>di</strong> p38MAPK che è quella maggiormente coinvolta nei<br />
processi <strong>di</strong> neurodegenerazione sia in vitro che in vivo. (Progetto finanziato dalla Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a)<br />
Interventi terapeutici nel modello murino <strong>di</strong> SLA<br />
Effetto dell'induzione e mobilizzazione <strong>di</strong> cellule staminali emtaopoietiche (CSE) dal midollo osseo<br />
me<strong>di</strong>ante G-CSF (granulocyte colony stimulating factor) in topi SOD1G93A (Progetto Thierry Latran<br />
Foundation e AISLA).<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Prosegue lo stu<strong>di</strong>o per valutare l'effetto del GCSF sulla <strong>di</strong>ffusione e il comportamento biologico delle<br />
CSE nel tessuto nervoso dei topi transgenici SOD1G93A e per verificare l’efficacia <strong>di</strong> tale trattamento<br />
sulla progressione della malattia e sulle alterazioni neuropatologiche. Diversi stu<strong>di</strong> sperimentali<br />
in<strong>di</strong>cano che le cellule staminali del midollo osseo indotte da G-CSF in particolare un tipo più<br />
immaturo (CD34+) sono in grado <strong>di</strong> svolgere un azione neuroprotettiva in <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong><br />
neurodegenerazione.<br />
Purtroppo, non sono stati evidenziati effetti positivi sull’evoluzione del deficit motorio. Il trattamento<br />
con GCSF ha però determinato un aumento <strong>di</strong> cellule proliferanti nel sistema nervoso centrale in<br />
particolare nei topi con una patologia più aggressiva. Si tratta per lo più <strong>di</strong> microglia/macrofagi e<br />
precursori degli oligodendrociti, sebbene una parte <strong>di</strong> cellule proliferanti non sia ancora stata<br />
identificata. E' possibile quin<strong>di</strong> che in queste con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> trattamento tra queste cellule abbiano<br />
prevalso quelle con caratteristiche tossiche più che protettive.<br />
Dato il risultato poco incoraggiante con GCSF, abbiamo deciso <strong>di</strong> provare altre due strategie: 1)<br />
utilizzare un altro agente mobilizzante più potente, AMD3100; 2) isolare cellule staminali CD34+<br />
indotte con GCSF dal midollo osseo <strong>di</strong> topi che esprimono una proteina fluorescente (GFP) e <strong>di</strong><br />
somministrarle a topi transgenici SOD1G93A che sono immunodepressi dal trattamento con<br />
ciclofosfamide, all'esor<strong>di</strong>o dei sintomi. Questo secondo stu<strong>di</strong>o che è effettuato in parallelo ad uno<br />
stu<strong>di</strong>o analogo <strong>di</strong> sicurezza ed efficacia in un gruppo <strong>di</strong> pazienti SLA, fornirà importanti informazioni<br />
circa il meccanismo d'azione <strong>di</strong> queste cellule. (Progetto finanziato da Thiserry Latran Foundation,<br />
AISLA, Ministero della Salute).<br />
Sviluppo <strong>di</strong> vettori lentivirali con promotore Hb9 mo<strong>di</strong>ficato selettivo per i motoneuroni.<br />
Nel corso <strong>di</strong> questo anno abbiamo anche completato lo sviluppo <strong>di</strong> un vettore ricombinante lentivirale<br />
contenente il promotore del gene homeobox Hb9 mo<strong>di</strong>ficato per favorire l'espressione selettiva <strong>di</strong> una<br />
proteina fluorescente o <strong>di</strong> un particolare transgene nei motoneuroni, a lungo termine. Questo<br />
rappresenta non solamente uno strumento d'indagine utile a stu<strong>di</strong>are i meccanismi <strong>di</strong> degenerazione<br />
selettiva dei motoneuroni ma anche un mezzo per lo sviluppo <strong>di</strong> potenziali terapie geniche.<br />
Stu<strong>di</strong> mirati all’identificazione <strong>di</strong> biomarkers per la <strong>di</strong>agnosi e la progressione<br />
della malattia<br />
Dopo che il laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale <strong>di</strong>retto dalla Dr.ssa Valentina Bonetto ha<br />
in<strong>di</strong>viduato nelle cellule del sangue <strong>di</strong> pazienti SLA un pannello <strong>di</strong> proteine in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare<br />
con alta significatività e specificità i pazienti affetti dalla malattia dai pazienti controllo o affetti da<br />
altre patologie simili alla SLA (es. neuropatie, sclerosi multipla), abbiamo contribuito a validare<br />
alcune <strong>di</strong> queste proteine nelle cellule del sangue e nel midollo spinale dei ratti transgenici<br />
SOD1G93A. Questo stu<strong>di</strong>o ha permesso <strong>di</strong> identificare alcune proteine non solo con un ruolo <strong>di</strong><br />
biomarcatori ma anche come potenziali fattori importanti nella patogenesi della malattia che saranno<br />
stu<strong>di</strong>ati più approfon<strong>di</strong>tamente.<br />
Stu<strong>di</strong>o della progressione della patologia me<strong>di</strong>ante Risonanza Magnetica (MRI)<br />
in modelli animali <strong>di</strong> SLA<br />
Prosegue lo stu<strong>di</strong>o per valutare la capacità <strong>di</strong> una tecnica non invasiva come la Risonanza Magnetica<br />
nel monitorare in vivo la progressione della SLA nei topi SOD1 G93A, modelli <strong>di</strong> questa patologia.<br />
Dai nostri risultati appare ormai chiaro come questa tecnica sia in grado <strong>di</strong> rilevare la degenerazione<br />
dei principali nuclei motori del tronco encefalico, mostrando un aumento del segnale in T2. Questa<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
degenerazione viene rilevata a partire da sta<strong>di</strong> molto precoci, molto prima dell’insorgenza dei sintomi<br />
motori. Il segnale alterato in T2 abbiamo visto essere correlato alla formazione <strong>di</strong> vacuoli intorno ai<br />
motoneuroni <strong>di</strong> questi nuclei. Questa vacuolizzazione precede la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cellule moto neuronali,<br />
quin<strong>di</strong> l’MRI è in grado <strong>di</strong> rilevare la degenerazione in vivo, prima che avvenga la morte dei<br />
motoneuroni. Stiamo ora verificando se questa tecnica sia anche in grado <strong>di</strong> rilevare il potenziale<br />
effetto benefico <strong>di</strong> un trattamento farmacologico (Riluzolo e Acetil-carnitina) applicato ai topi<br />
SOD1G93A. Lo stu<strong>di</strong>o è in corso. L'uso della tecnica dell' MRI è molto importante perché può essere<br />
<strong>di</strong>rettamente traslata alla clinica, come un marcatore <strong>di</strong> progressione della patologia nei pazienti.<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> caratterizzazione del meccanismo <strong>di</strong> azione del proteoglicano<br />
NG2/CSPG4 in un modello murino <strong>di</strong> sclerosi multipla<br />
Dopo aver <strong>di</strong>mostrato un significativo rallentamento nella progressione della malattia in un modello<br />
<strong>di</strong> sclerosi multipla (Encefalomielite Allergica Sperimentale o EAE) privo <strong>di</strong> NG2, una proteina<br />
considerata specifica dei progenitori degli oligodendrociti, abbiamo caratterizzato il meccanismo<br />
coinvolto in collaborazione con la Prof. Virgintino dell'Università <strong>di</strong> Bari e del Prof. Uccelli<br />
dell'Università <strong>di</strong> Genova. Innazitutto abbiamo evidenziato che NG2 è non è solo una caratteristica dei<br />
progenitori degli oligodendrociti ma è espresso anche in alcune cellule immunitarie (linfociti T,<br />
cellule dendritiche e macrofagi). La sua mancanza da queste cellule può quin<strong>di</strong> alterare la risposta<br />
immunitaria. In particolare l’assenza <strong>di</strong> NG2 sembra spostare gli equilibri <strong>di</strong> espressione delle<br />
citochine verso una polarizzazione T helper 2, <strong>di</strong>rigendo la risposta immunitaria verso una risposta <strong>di</strong><br />
tipo protettiva.<br />
Inoltre l'assenza <strong>di</strong> NG2 sembra proteggere da alterazioni della barriera ematoencefalica indotte da<br />
EAE.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia dei Prioni<br />
Modelli in vivo <strong>di</strong> malattie da prioni familiari<br />
Nel laboratorio sono state sviluppate <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>verse linee transgeniche che esprimono sequenze<br />
mutate <strong>di</strong> proteina PrP associate a forme familiari <strong>di</strong> TSE. Questi animali, nella forma omozigote,<br />
sviluppano con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> gravità aspetti clinici riconducibili alle patologie a cui le mutazioni<br />
sono associate. Da un punto <strong>di</strong> vista neuropatologico alcune linee presentano un danno cerebellare<br />
molto evidente a carico delle cellule granulari, mentre nelle altre aree cerebrali non ci sono alterazioni.<br />
Nel tessuto cerebrale è presente una forma <strong>di</strong> proteina scrapie parzialmente resistente alla <strong>di</strong>gestione<br />
con proteasi K e insolubile, con caratteristiche simili a PrPsc. Le caratteristiche <strong>di</strong> queste forme<br />
proteiche sono interme<strong>di</strong>e tra la forma patologica e quella fisiologica normalmente presente nel<br />
tessuto cerebrale. Stu<strong>di</strong> recenti hanno messo in luce nei modelli transgenici come alcune alterazioni<br />
dell’apparato <strong>di</strong> Golgi o del reticolo endoplasmatico siano associati alla presenza <strong>di</strong> forme mutate <strong>di</strong><br />
PrP che si <strong>di</strong>stribuiscono in maniera <strong>di</strong>fferente rispetto a quella nativa. Sono inoltre in corso stu<strong>di</strong> sul<br />
meccanismo molecolare responsabile dei fenomeni degenerativi che nei transgenici inserzionali<br />
(PG14) compaiono a carico delle cellule granulari del cervelletto.<br />
Immunopurificazione <strong>di</strong> aggregati <strong>di</strong> forme patologiche della proteina PrP<br />
Abbiamo sviluppato un metodo per la purificazione <strong>di</strong> forme patologiche <strong>di</strong> PrP dal sistema nervoso<br />
centrale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui affetti da malattie da prioni. Questo metodo si basa sull’utilizzo <strong>di</strong> un anticorpo<br />
monoclonale che riconosce in modo selettivo le forme aggregate <strong>di</strong> PrP. Questa procedura presenta<br />
136<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
notevoli vantaggi rispetto a meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali che si basano sulla <strong>di</strong>gestione con proteasi: 1) permette<br />
<strong>di</strong> ottenere preparazioni altamente pure <strong>di</strong> PrP patologica in<strong>di</strong>pendentemente dalla quantità <strong>di</strong> proteina<br />
proteasi-resistente presente nel materiale <strong>di</strong> partenza; 2) dato che non prevede l’utilizzo <strong>di</strong> proteasi<br />
permette <strong>di</strong> isolare anche le forme patologiche <strong>di</strong> PrP sensibili alle proteasi, quali le forme presenti<br />
nelle forme atipiche <strong>di</strong> malattie da prioni <strong>di</strong> tipo spora<strong>di</strong>co o in alcune forme <strong>di</strong> origine genetica.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un nuovo saggio per l’analisi dell’attività neurotossica <strong>di</strong> proteine<br />
prioniche mutate<br />
Alcune forme <strong>di</strong> PrP mutata inducono neurodegenerazione quando vengono espresse in animali<br />
transgenici, tuttavia le stesse molecole non sono tossiche quando vengono espresse in sistemi cellulari,<br />
precludendo così la possibilità <strong>di</strong> analizzare in modelli sperimentali semplici i meccanismi molecolari<br />
alla base della neurodegenerazione. In collaborazione con il gruppo del Prof. Harris e della Dr.<br />
Bonetto abbiamo sviluppato un saggio cellulare che permette <strong>di</strong> evidenziare la tossicità <strong>di</strong> proteine PrP<br />
mutate in linee cellulari immortalizzate. Questo metodo si basa sull’evidenza che l’espressione <strong>di</strong> PrP<br />
mutata rende le cellule sensibili ad alcuni antibiotici. Il saggio potrà essere utilizzato per comprendere<br />
le basi molecolari della neurotossicità delle PrP mutate e valutare l’efficacia <strong>di</strong> potenziali agenti<br />
terapeutici.<br />
Analisi proteomica <strong>di</strong> un modello cellulare <strong>di</strong> insonnia fatale familiare<br />
La mutazione D178N/M129 nel gene della PrP è associata all’insonnia fatale familiare caratterizzata<br />
da gravi alterazioni del sonno e <strong>di</strong>sfunzioni del sistema autonomo. Abbiamo osservato che questa PrP<br />
mutata si accumula in maniera anomala nel reticolo endoplasmatico e nell’apparato del Golgi <strong>di</strong><br />
cellule <strong>di</strong> neuroblastoma. Per stu<strong>di</strong>are l’impatto dell’accumulo <strong>di</strong> PrP sull’omeostasi cellulare, in<br />
collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
abbiamo condotto un’analisi proteomica <strong>di</strong>fferenziale basata sull’uso <strong>di</strong> gel bi<strong>di</strong>mensionali. In<br />
particolare, abbiamo usato due tipologie <strong>di</strong> gel a striscia per la prima <strong>di</strong>mensione, con pH 4-7 e 6-11,<br />
per poter analizzare il maggior numero <strong>di</strong> proteine possibile. Abbiamo identificato 42 proteine alterate<br />
nelle cellule mutate, per esempio proteine coinvolte nel metabolismo energetico, nella regolazione<br />
redox, e nel trasporto vescicolare. Rab GDP <strong>di</strong>ssociation inhibitor alpha (GDI) era una delle proteine<br />
più alterate nelle cellule esprimenti la PrP mutata. GDI regola il trasporto vescicolare modulando<br />
l’attività delle proteine Rab. Abbiamo determinato che nelle cellule che esprimono la PrP mutata c’è<br />
una riduzione della funzionalità <strong>di</strong> Rab11 e un’alterazione del traffico vescicolare tra il Golgi e la<br />
membrana plasmatica. Questi dati hanno permesso <strong>di</strong> ipotizzare che PrP mutata induce la<br />
sovraespressione <strong>di</strong> GDI attivando una controreazione citotossica che determina l’accumulo <strong>di</strong> altre<br />
proteine nella via secretoria. Questi dati suggeriscono quin<strong>di</strong> che alterazioni del trasporto proteico<br />
possano giocare un ruolo nella patogenesi delle malattie da prioni <strong>di</strong> origine genetica.<br />
Stu<strong>di</strong> in vitro sulla proteina prion<br />
Il meccanismo con cui le mutazioni <strong>di</strong> PrP causano la malattia non è chiaro, ma si ritiene che<br />
alterazioni strutturali della proteina e la sua aggregazione all’interno della cellula possano contribuire<br />
al danno cerebrale. Abbiamo osservato che mo<strong>di</strong>ficando la regione centrale idrofobica delle PrP<br />
mutate, si inibisce la tendenza <strong>di</strong> queste proteine ad assumere una conformazione anomala e<br />
aggregare, e si favorisce la loro espressione sulla membrana cellulare. Questo risultato in<strong>di</strong>ca che la<br />
regione centrale idrofobica gioca un ruolo fondamentale nel misfol<strong>di</strong>ng delle molecole <strong>di</strong> PrP mutate e<br />
nel loro traffico intracellulare, e suggerisce possibili approcci per prevenire l’aggregazione<br />
intracellulare. Alcuni stu<strong>di</strong> hanno proposto che forme citosoliche della PrP possano innescare il<br />
processo neurodegenerativo nelle malattie da prioni. Tuttavia i dati sulla neurotossicità della PrP<br />
citosolica e sul meccanismo cellulare con cui questa forma viene generata sono contrastanti. Per<br />
chiarire il ruolo della PrP citosolica abbiamo stu<strong>di</strong>ato i meccanismi che ne regolano la biogenesi e il<br />
137<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
suo effetto sulla vitalità <strong>di</strong> neuroni in coltura. I risultati ottenuti in<strong>di</strong>cano che la PrP citosolica ha<br />
origine da un’inefficiente traslocazione all’interno del reticolo endoplasmatico durante la biosintesi.<br />
Abbiamo inoltre evidenziato che la PrP citosolica protegge le cellule neuronali da stimoli neurotossici.<br />
Questo suggerisce che in determinate con<strong>di</strong>zioni la traslocazione <strong>di</strong> PrP possa essere inibita dalla<br />
cellula per attivare un segnale neuroprotettivo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Psicofarmacologia Sperimentale<br />
Basi neuronali del consumo <strong>di</strong> sostanze psicoattive d’abuso<br />
Nel tentativo <strong>di</strong> isolare gli effetti biochimici molecolari coinvolti nell’assunzione volontaria <strong>di</strong><br />
sostanze psicotrope d’abuso e nei conseguenti fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, astinenza, “carving” e<br />
ricaduta, si sta stu<strong>di</strong>ando la capacità della cocaina <strong>di</strong> indurre cambiamenti acuti e/o <strong>di</strong> lunga durata<br />
nell’espressione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> risposta rapida quali l’Activity-Regulated Cytoskeletal-associated protein<br />
(Arc) o <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita quali il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) in ratti che si<br />
autosomministrano la sostanza d’abuso rispetto a ratti che la ricevono passivamente (yoked-control<br />
para<strong>di</strong>gm).<br />
I risultati ottenuti <strong>di</strong>mostrano che una singola esposizione alla cocaina aumenta selettivamente<br />
l’espressione dell’mRNA che co<strong>di</strong>fica per Arc, una proteina che ha un importante ruolo nella memoria<br />
a lungo termine nella corteccia me<strong>di</strong>ale prefrontale dei ratti che se la autosomministravano ma non in<br />
quelli che la ricevono passivamente. Questo stu<strong>di</strong>o ha, per la prima volta <strong>di</strong>mostrato che la corteccia<br />
me<strong>di</strong>ale prefrontale viene profondamente influenzata nella sua struttura da una singola, volontaria,<br />
esposizione alla cocaina. Stiamo ora valutando gli effetti prodotti dall’autosomministrazione e dalla<br />
esposizione passiva cronica alla cocaina e ad altre sostanze d’abuso quali l’alcool e la nicotina durante<br />
le fasi <strong>di</strong> astinenza a breve e lungo termine e nella fase <strong>di</strong> ricaduta.<br />
Stu<strong>di</strong> sul meccanismo d’azione del GHB<br />
Il gamma-idrossibutirrato (GHB) è una sostanza endogena cerebrale che possiede <strong>di</strong>verse attività<br />
neurofarmacologiche, compresa la capacità <strong>di</strong> produrre effetti motivazionali positivi nell’uomo e<br />
nell’animale da laboratorio. Come altre sostanze d’abuso anche il GHB modula il “firing” dei neuroni<br />
dopaminergici nell’area del tegmento ventrale (VTA). Stu<strong>di</strong>ando il composto nel ratto da laboratorio<br />
si è <strong>di</strong>mostrato che il GHB non viene autosomministrato endovenosamente ma induce “con<strong>di</strong>tioned<br />
place preference” quando iniettato sistemicamente o <strong>di</strong>rettamente nell’area del tegmento ventrale.<br />
Questi risultati <strong>di</strong>mostrerebbero che anche il GHB agirebbe aumentando la funzionalità del sistema<br />
mesolimbico dopaminergico.<br />
“Drug craving” e “relapse” nell’assunzione <strong>di</strong> sostanze psicoattive d’abuso<br />
Il “drug craving”, definito come il desiderio irresistibile <strong>di</strong> riprovare gli effetti <strong>di</strong> sostanze psicoattive<br />
precedentemente sperimentate, rimane un problema chiave nella ricerca <strong>di</strong> agenti terapeutici in grado<br />
<strong>di</strong> prevenire la ricaduta nel consumo <strong>di</strong> sostanze d’abuso. Nel tentativo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i meccanismi<br />
neurochimici che possono portare alla ricaduta dopo un periodo <strong>di</strong> astinenza, si sono messi a punto sia<br />
nel ratto che nel topo da laboratorio alcuni modelli sperimentali <strong>di</strong> assunzione e <strong>di</strong> “relapse” (ricaduta)<br />
indotto dalla presentazione <strong>di</strong> stimoli ambientali associati all’autosomministrazione <strong>di</strong> cocaina,<br />
nicotina e alcol.<br />
138<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Ricerca <strong>di</strong> agenti farmacologici in grado <strong>di</strong> modulare il “craving” e la ricaduta<br />
nel consumo <strong>di</strong> sostanze psicotrope d’abuso<br />
Gli stimoli ambientali associati all’assunzione <strong>di</strong> sostanze psicotrope d’abuso possono assumere la<br />
capacità <strong>di</strong> indurre “craving” che spesso prelude alla ricaduta nel consumo <strong>di</strong> sostanze psicotrope<br />
d’abuso anche in pazienti formalmente <strong>di</strong>sintossicati. Stu<strong>di</strong>ando la nicotina in un modello<br />
sperimentale <strong>di</strong> assunzione e <strong>di</strong> “relapse” (ricaduta) indotta dalla presentazione <strong>di</strong> stimoli ambientali<br />
associati alla sua autosomministrazione, si è <strong>di</strong>mostrato che il bifeprunox, una molecola che agisce<br />
come parziale agonista ai recettori del tipo 2 della dopamina (DA) e ai recettori del tipo 1A della<br />
serotonina (5-HT), preferenzialmente riduce i comportamenti <strong>di</strong> ricerca della nicotina in ratti da<br />
laboratorio dopo un lungo periodo <strong>di</strong> astinenza.<br />
Autosomministrazione operante <strong>di</strong> birra nel topo: un nuovo modello per lo stu<strong>di</strong>o<br />
della <strong>di</strong>pendenza da alcol<br />
L’abuso <strong>di</strong> alcolici è riconosciuto a livello mon<strong>di</strong>ale come uno dei principali fattori <strong>di</strong> rischio per la<br />
salute. Una delle patologie alcol-correlate più gravi è la <strong>di</strong>pendenza, malattia cronica, progressiva e<br />
reci<strong>di</strong>vante che ha spesso un esito fatale e nei confronti della quale non esiste attualmente una cura. Al<br />
fine <strong>di</strong> contribuire allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questa patologia è stato a messo a punto un modello nel quale topi<br />
C57BL/6J si autosomministrano volontariamente birra alcolica (gradazione 9%) in sessioni giornaliere<br />
<strong>di</strong> 30 minuti. Utilizzando questa procedura sperimentale i topi, che normalmente evitano <strong>di</strong> assumere<br />
gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> bevande alcoliche, assumono birra alcolica in alte quantità e per lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
tempo riportando evidenti effetti farmacologici riconducibili ad uno stato d’intossicazione, quali<br />
atassia e stimolazione dell’attività locomotoria. Questa procedura si è <strong>di</strong>mostrata efficace<br />
nell’identificare farmaci e nuove molecole con potenziale attività terapeutica quali il baclofen,<br />
agonista ai recettori GABA B e il BHF177, modulatore allosterico positivo dei recettori GABA B .<br />
Approccio sperimentale allo stu<strong>di</strong>o delle componenti affettive del dolore cronico<br />
Nell’ultimo anno sono stati messi a punto alcuni modelli sperimentali per lo stu<strong>di</strong>o del dolore cronico.<br />
In particolare è stato messo a punto un modello <strong>di</strong> neuropatia del nervo sciatico da costrizione cronica<br />
e stiamo attivamente perseguendo la messa a punto <strong>di</strong> un modello murino <strong>di</strong> dolore cronico da tumore<br />
osseo. Stu<strong>di</strong> sono in corso per valutare se la comparsa <strong>di</strong> dolore cronico neuropatico sia accompagnata<br />
da cambiamenti nel comportamento del ro<strong>di</strong>tore da laboratorio che possano permette lo stu<strong>di</strong>o delle<br />
componenti affettivo-emotive che clinicamente accompagnano queste forme <strong>di</strong> dolore come ansia e/o<br />
depressione<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per<br />
l'Anziano<br />
Razionalizzazione delle perscrizioni da farmaci nella ASL <strong>di</strong> Bergamo<br />
La valutazione attraverso macro-in<strong>di</strong>catori dei profili prescrittivi prima e dopo un’intervento<br />
strutturato <strong>di</strong> razionalizzazione riferita a 4 aree terapeutiche critiche (antibioticoterapia, antipertensivi,<br />
anti-infiammatori non steroidei-FANS e inibitori della pompa protonica-IPP) ha messo in evidenza<br />
che - anche in una realtà locale già “ben posizionata” in termini <strong>di</strong> consumi e <strong>di</strong> spesa rispetto alle<br />
altre ASL lombarde - l’attivazione e l’implementazione <strong>di</strong> iniziative mirate a promuovere<br />
l’appropriatezza prescrittiva attraverso l’integrazione tra Ospedale e Territorio e con un valido<br />
139<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
supporto scientifico, possono contribuire a ridurre la spesa, a contenere i consumi ed a promuovere<br />
l’uso del farmaco equivalente.<br />
All'interno del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro sull’appropriatezza prescrittiva negli anziani è stata realizzata<br />
un'applicazione in linguaggio Java per la valutazione della prescrizione <strong>di</strong> farmaci attraverso le<br />
funzionalità <strong>di</strong>:<br />
- verifica delle interazioni tra farmaci<br />
- verifica delle inappropriatezze prescrittive<br />
- analisi dell'attività anticolinergica<br />
- in<strong>di</strong>cazione del dosaggio appropriato in caso <strong>di</strong> ridotta funzionalità renale<br />
L'applicativo sviluppato interroga un database “embedded” per le rilevazione delle funzionalità<br />
descritte. L’applicativo si interfaccia inoltre con il software aziendale “Farmasafe” utilizzato nel<br />
reparto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo. Me<strong>di</strong>ante la creazione <strong>di</strong> viste sulle<br />
tabelle dei dati dei pazienti e delle terapie in atto l’applicativo scarica automaticamente le<br />
informazioni relative ai farmaci prescritti ai pazienti appartenenti al reparto.<br />
A fronte <strong>di</strong> una scarsa letteratura relativa al problema dell’aderenza terapeutica nei soggetti anziani in<br />
politerapia, il GLM ha inoltre ritenuto interessante approfon<strong>di</strong>re questo aspetto in un campione <strong>di</strong><br />
soggetti anziani <strong>di</strong>messi dal Reparto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, attraverso il coinvolgimento del personale<br />
infermieristico. L’aderenza alla terapia è infatti una con<strong>di</strong>zione fondamentale al fine <strong>di</strong> ottenere il<br />
massimo beneficio da un trattamento farmacologico. Obiettivo principale è quello <strong>di</strong> a) valutare il<br />
grado <strong>di</strong> aderenza alla terapia Interna dell’AO OORRBG; b) identificare le classi <strong>di</strong> farmaci<br />
maggiormente associate ad una ridotta aderenza; c) identificare le principali cause <strong>di</strong> un’aderenza non<br />
ottimale; d) valutare l’impiego <strong>di</strong> integratori, omeopatici e fitoterapici. Al fine <strong>di</strong> facilitare e<br />
standar<strong>di</strong>zzare la raccolte delle informazioni il GLM Anziani ha messo a punto una scheda elettronica<br />
<strong>di</strong>raccolta dati sul server dell’AO OORRBG.<br />
Progetto REPOSI (REgistro delle POliterapie SImi)<br />
Il progetto REPOSI è uno stu<strong>di</strong>o collaborativo con la Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna (SIMI)<br />
realizzato con l’obiettivo <strong>di</strong> attivare una rete-osservatorio dei reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna per lo stu<strong>di</strong>o<br />
dei pazienti con età <strong>di</strong> 65 anni o più con polipatologie e politerapie. Hanno aderito al progetto 38<br />
reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna <strong>di</strong>stribuiti su tutto il territorio nazionale. Nel corso <strong>di</strong> 4 settimane in<strong>di</strong>ce<br />
sono stati reclutati 1.332 pazienti. Utilizzando questa coorte sono state condotte <strong>di</strong>verse analisi che<br />
hanno portato ai seguenti risultati:<br />
1. al ricovero i pazienti reclutati avevano un numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 5 <strong>di</strong>agnosi ed assumevano in me<strong>di</strong>a<br />
5 farmaci ciascuno. Il 52% degli anziani assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto<br />
per una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 11 giorni.<br />
2. Il confronto <strong>di</strong>missione-ricovero ha evidenziato che alla <strong>di</strong>missione si osserva sia una crescita<br />
del numero <strong>di</strong> pazienti con polipatologie (+16%) che <strong>di</strong> pazienti in politerapia (+13%).<br />
3. Non sono emerse <strong>di</strong>fferenze statisticamente significative in termini <strong>di</strong> mortalità tra i pazienti in<br />
politerapia e gli altri.<br />
4. All’analisi multivariata la mortalità intraospedaliera e la durata della degenza sono risultate<br />
correlate positivamente all’età, alla comparsa <strong>di</strong> eventi clinici intercorrenti durante il ricovero, e alla<br />
comorbilita (in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Charlson).<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> identificare l’esistenza <strong>di</strong> cluster <strong>di</strong> malattie negli anziani ospedalizzati affetti da<br />
multimorbilità (coesistenza <strong>di</strong> 2 o più malattie) e <strong>di</strong> identificare quelli a maggior rischio <strong>di</strong> eventi<br />
avversi durante il ricovero e <strong>di</strong> outcome sfavorevole alla <strong>di</strong>missione, è stata condotta una analisi <strong>di</strong><br />
regressione logistica che ha permesso <strong>di</strong> identificare <strong>di</strong>versi cluster <strong>di</strong> malattie, <strong>di</strong> cui i principali<br />
erano: cluster car<strong>di</strong>opolmonare (scompenso car<strong>di</strong>aco, fibrillazione atriale e BPCO), cluster<br />
cerebrovascolare cognitivo (CVD e demenza), cluster metabolico (<strong>di</strong>slipidemia, ipertensione e<br />
malattie della tiroide). I pazienti in questi cluster presentavano un’associazione positiva con<br />
l’assunzione <strong>di</strong> politerapie all’ingresso ed erano associate a un più alto rischio <strong>di</strong> mortalità<br />
140<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
intraospedaliera.<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare l’appropriatezza d’uso dei farmaci antiulcera e reflusso gastroesofageo<br />
(GERD) al momento del ricovero e della <strong>di</strong>missione è stata condotta una stratificazione dei pazienti<br />
trattati con questi farmaci secondo la presenza <strong>di</strong> patologie o associazioni <strong>di</strong> farmaci che ne<br />
richiedessero l’uso. I pazienti trattati erano 466 al ricovero e 647 alla <strong>di</strong>missione. Circa il 62,5% dei<br />
pazienti al ricovero e 64,1% alla <strong>di</strong>missione riceveva il farmaco senza una reale necessità d’uso. Tra i<br />
pazienti trattati in maniera inappropriata il numero totale <strong>di</strong> altri farmaci prescritti è risultato<br />
significativamente associato alla prescrizione <strong>di</strong> farmaci antiulcera peptica o GERD, sia all’analisi<br />
univariata, che dopo aver corretto i risultati per età, sesso e numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi.<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> verificare l’esistenza <strong>di</strong> un’associazione tra la presenza <strong>di</strong> infezione batterica o<br />
polmonite contratta in comunità (CAP) e l’uso <strong>di</strong> farmaci inibitori della secrezione acida gastrica,<br />
quali gli inibitori della pompa protonica (IPP) e gli antagonisti dei recettori H 2 (anti-H 2 ) è stata<br />
condotta un’analisi <strong>di</strong> regressione logistica che ha permesso <strong>di</strong> osservare che i soggetti con più <strong>di</strong> 64<br />
anni ricoverati in reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna o geriatria hanno <strong>di</strong>mostrato una relazione significativa<br />
tra la presenza <strong>di</strong> infezione batterica e l’assunzione <strong>di</strong> PPI. Questa associazione è maggiore nei<br />
soggetti che assumono il farmaco da oltre 14 giorni e anche dopo aver corretto i risultati per età, sesso<br />
e comorbi<strong>di</strong>tà.<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> valuatere l’aderenza alle attuali linee guida per la profilassi car<strong>di</strong>o-embolica<br />
negli anziani <strong>di</strong> 65 o più anni affetti da fibrillazione atriale (FA) ricoverati in reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
interna, è stata condotta un’anali specifica sui dati raccolti. Si è visto che al ricovero, il 27% dei<br />
pazienti non sono in profilassi antitrombotica, percentuale che sale al 33% alla <strong>di</strong>missione. Inoltre, il<br />
68% dei pazienti con FA ha un punteggio al CHADS 2 >2 all’ingresso in ospedale, mentre alla<br />
<strong>di</strong>missione questa percentuale sale al 76%. Il 44% dei pazienti con FA al ricovero e il 41% alla<br />
<strong>di</strong>missione non stanno effettuando una profilassi appropriata in base all’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> CHADS 2 . Risulta<br />
quin<strong>di</strong> che nei reparti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna stu<strong>di</strong>ati, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo<br />
correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel<br />
migliorarne l’aderenza.<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’associazione tra demenza e mortalità intra-ospedaliera dei<br />
pazienti reclutati nel registro REPOSI, si è visto che la presenza <strong>di</strong> demenza è associata con un<br />
aumento <strong>di</strong> due volte del rischio <strong>di</strong> mortalità (odds ratio = 2,1 IC95%: 1,0-4,5).<br />
E’ stato inoltre stu<strong>di</strong>ato come l'associazione <strong>di</strong> particolari patologie croniche (cluster) con la<br />
politerapia. Dalle analisi si è visto che tra i <strong>di</strong>versi gruppi <strong>di</strong> malattie, il più alto numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
farmaci è presente nei pazienti affetti da scompenso car<strong>di</strong>aco (SC) e broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva (BPCO), SC più insufficienza renale cronica (IRC), BPCO più malattie coronariche (CHD),<br />
<strong>di</strong>abete mellito più CRF e <strong>di</strong>abete mellitu più CHD più malattie cerebrovascolari (CVD). La più forte<br />
associazione tra i cluster <strong>di</strong> malattie e la politerapia è stata trovata per il <strong>di</strong>abete mellito più CHD più<br />
CVD, il <strong>di</strong>abete più CHD, e HF più fibrillazione atriale (FA).<br />
E’ stata inoltre valutata la prevalenza della prescrizione antidepressivi e i fattori ad essa correlati e la<br />
coerenza tra prescrizione <strong>di</strong> antidepressivi e la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi specifiche che richiedono questi<br />
farmaci. Il numero <strong>di</strong> pazienti trattati con farmaci antidepressivi al momento del ricovero ospedaliero<br />
era <strong>di</strong> 115 (9,9%) e alla <strong>di</strong>missione 119 (10,3%). In un'analisi multivariata, un numero elevato <strong>di</strong><br />
farmaci (OR = 1,2, IC 95% = 1,1-1,3), l’uso <strong>di</strong> farmaci ansiolitici (OR = 2,1, IC 95% = 1,2-3,6 e OR =<br />
3.8, 95% CI = 2,1 -6,8), e la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> demenza (OR = 6.1, 95% CI = 3,1-11,8 e OR = 5,8, IC 95% =<br />
3,3-10,3, rispettivamente, al momento del ricovero e <strong>di</strong>missione) erano in<strong>di</strong>pendentemente associati<br />
con la prescrizione degli antidepressivi. Una <strong>di</strong>agnosi specifica che supporta l'uso <strong>di</strong> antidepressivi era<br />
presente solo in 66 (57,4%) pazienti al momento del ricovero e 76 (66,1%) al momento della<br />
<strong>di</strong>missione.<br />
141<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Stu<strong>di</strong>o sull’utilizzo e l’appropriatezza prescrittiva <strong>di</strong> farmaci antidepressivi<br />
nella popolazione anziana<br />
Scopo principale dello stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> analizzare i trend prescrittivi dei farmaci antidepressivi nella<br />
popolazione anziana (≥65 anni) in tre ASL campione (ASL <strong>di</strong> Milano, Brescia e Lecco ) della<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a dal 2000 al 2007. Nel periodo considerato la prescrizione <strong>di</strong> antidepressivi è<br />
raddoppiata. Se nel 2000 riguardava il 5,5% della popolazione anziana, sette anni più tar<strong>di</strong> è passata<br />
all’11,4%. Tale aumento ha interessato soprattutto i farmaci SSRI, saliti dal 2,5% all’8,6%. A ciò non<br />
si è associata una proporzionale <strong>di</strong>minuzione della prescrizione degli antidepressivi triciclici. Gli SSRI<br />
citalopram, paroxetina e sertralina sono risultati gli antidepressivi assunti con maggior frequenza.<br />
Stu<strong>di</strong>o sull’utilizzo <strong>di</strong> inibitori delle colinesterasi nei malati <strong>di</strong> Alzheimer:<br />
risultati del progetto EPIFARM<br />
Scopo dello stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> esaminare l’utilizzo degli inibitori delle colinesterasi (ChEI) dal<br />
2002 al 2007 nelle tre ASL <strong>di</strong> Milano, Brescia e Lecco e <strong>di</strong> stimare la quota <strong>di</strong> pazienti affetti da<br />
malattia <strong>di</strong> Alzheimer trattati con questi farmaci. La prescrizione <strong>di</strong> questi farmaci aumentava da 0,5%<br />
nel 2002 a 0,7% nel 2004 per rimanere costante fino al 2007. La quota <strong>di</strong> pazienti affetti da Alzheimer<br />
lieve-moderato <strong>di</strong> età più bassa (65-69 anni) era la più trattata, mentre la percentuale <strong>di</strong> trattati<br />
<strong>di</strong>minuiva con l’età. Al contrario la prevalenza dell’Alzheimer lieve-moderato aumentava<br />
all’aumentare dell’età. Seguendo nel tempo una popolazione selezionata <strong>di</strong> pazienti che assumevano<br />
ChEIs a partire dal 2004, notiamo che dopo tre anni il 40% circa <strong>di</strong> essi rimaneva ancora in<br />
trattamento. La maggior parte <strong>di</strong> essi continuava ad assumere questi farmaci a carico del SSN pur<br />
peggiorando nel loro stato cognitivo (secondo MMSE test). Questo andamento denota un uso<br />
inappropriato <strong>di</strong> questi farmaci, contravvenendo alle in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> rimborsabilità dettate dall’Agenzia<br />
Italiana del Farmaco (AIFA).<br />
Stu<strong>di</strong>o sull’utilizzo della Reboxetina negli anni 2000-2006 nelle ASL <strong>di</strong> Milano,<br />
Brescia e Lecco<br />
Si è osservato che l’utilizzo <strong>di</strong> paroxetina e fluoxetina aumenta esponenzialmente dal 2000 al 2006 (da<br />
0.42% a 1.12% e da 0.18% a 0.35%, rispettivamente) mentre la prevalenza d’uso della reboxetina<br />
mostra un trend opposto: da 0.20% nel 2000 a 0.04% nel 2006.<br />
La proporzione <strong>di</strong> pazienti che utilizzano reboxetina per un uso prolungato (definito come un consumo<br />
<strong>di</strong> almeno 4 confezioni <strong>di</strong> farmaco) risulta essere significativamente inferiore per la reboxetina (42%)<br />
rispetto alla paroxetina (57%; OR: 0.55, 95% IC: 0.53-0.57, p
IRFMN<br />
In particolare, i pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani<br />
con più <strong>di</strong> 65 anni (OR: 1.64; 95% CI: 1.63-1.65) e i residenti a Brescia (OR: 1.66; 95% CI:<br />
1.65-1.66) hanno un rischio significativamente più alto <strong>di</strong> essere esposti agli antibiotici. In<br />
conclusione sono state trovate notevoli <strong>di</strong>fferenze sia qualitative che quantitative all’interno<br />
della regione Lombar<strong>di</strong>a nella prescrizione <strong>di</strong> farmaci antibiotici.<br />
Queste <strong>di</strong>fferenze dovrebbero perciò essere tenute in considerazione quando si monitora la<br />
resistenza antimicrobica ai farmaci e quando si pianificano degli interventi <strong>di</strong> formazione<br />
professionale allo scopo <strong>di</strong> migliorare l’uso razionale degli antibiotici.<br />
Cambiamenti nella co-prescrizione <strong>di</strong> warfarina e farmaci potenzialmente<br />
interagenti e rischio <strong>di</strong> ospedalizzazioni per sanguinamento negli anziani<br />
delle ASL <strong>di</strong> Milano, Brescia e Lecco<br />
Paragonata alla prescrizione <strong>di</strong> warfarina da sola, la co-prescrizione con farmaci antibatterici<br />
(OR 1.32; 95% CI, 1.06-1.65) era associata ad un aumentato rischio <strong>di</strong> emorragia, mentre l’uso<br />
<strong>di</strong> farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) non lo era.<br />
L’età, l’ASL <strong>di</strong> residenza, il numero dei farmaci assunti e la co-prescrizione <strong>di</strong> farmaci<br />
potenzialmente interagenti con warfarina erano associate al rischio <strong>di</strong> ospedalizzazione per<br />
sanguinamento. Si è inoltre osservato che dal 2001 al 2007 la percentuale <strong>di</strong> utilizzatori <strong>di</strong><br />
warfarina da sola è cresciuta, mentre la percentuale <strong>di</strong> soggetti che ricevono una coprescrizione<br />
<strong>di</strong> farmaci potenzialmente interagenti con essa è <strong>di</strong>minuita gradualmente (χ 2 trend: 3.74;<br />
p
IRFMN<br />
il18 % del gruppo controllo sono in trattamento al momento del ricovero con almeno un<br />
farmaco inappropriato secondo i criteri <strong>di</strong> Beers. Queste percentuali scendono rispettivamente al<br />
21% e al 16% alla <strong>di</strong>missione. Il 56% dei pazienti del gruppo intervento e il77% del gruppo<br />
controllo stanno assumendo al momento del ricovero farmaci a potenziale rischio <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong><br />
interazioni (il 12% e il 15% dei pazienti rispettivamente, a rischio <strong>di</strong> interazioni la cui rilevanza<br />
clinica è considerata come maggiore). Per quanto concerne l’uso <strong>di</strong> farmaci inappropriati o<br />
duplicati emerge una riduzione in entrambi i gruppi, mentre relativamente alle interazioni tra<br />
farmaci, si registra un calo per quelle classificate con rilevanza clinica maggiore.<br />
Uso <strong>di</strong> antipsicotici ed eventi cerebrovascolari nella popolazione <strong>di</strong> adulti<br />
e anziani della regione Lombar<strong>di</strong>a:uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo<br />
Questo stu<strong>di</strong>o è stato condotto al fine <strong>di</strong> valutare l’associazione dell’uso <strong>di</strong> antipsicotici con<br />
eventi car<strong>di</strong>ovascolari (CVEs) in una popolazione <strong>di</strong> persone con età compresa tra 50 e 94 anni<br />
residenti in regione Lombar<strong>di</strong>a negli anni tra il 2003 e il 2005. Sono stati in<strong>di</strong>viduati 4413 casi<br />
<strong>di</strong> CVEs e 17652 controlli. L’OR(crudo)per CVEs dovuto ad ogni antipsicotico era 1.48<br />
(95%CI=1.21–1.81), per antipsicotici atipici 1.39 (95%CI=1.07-1.79) e per antipsicotici tipici<br />
1.91 (95%CI=1.38-2.63). In un modello aggiustato, l’associazione è rimasta significativa solo<br />
per gli antipsicotici tipici (OR=1.62;95%CI=1.17-2.25). Tra le 223 persone che presentavano<br />
almeno una prescrizione <strong>di</strong> AChEI, sono stati identificati 72 casi <strong>di</strong> CVEs; <strong>di</strong> questi, i soggetti<br />
che assumevano antipsicotici non avevano un aumentato rischio <strong>di</strong> CVEs<br />
(OR=0.62;95%CI=0.30-1.25). In conclusione, la prescrizione <strong>di</strong> antipsicotici tipici è risultata<br />
associata ad un aumentato rischio <strong>di</strong> CVEs, mentre, dopo stratificazione, le persone che<br />
assumevano AChEI non mostravano alcuna associazione con CVEs.<br />
Co-prescrizione <strong>di</strong> farmaci antipsicotici in pazienti trattati con inibitori<br />
delle colinesterasi<br />
Scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> valutare la co-prescrizione <strong>di</strong> antipsicotici in pazienti<br />
anziani che assumevano inibitori delle colinesterasi (ChEIs) dal 2002 al 2008 e evidenziare<br />
possibili cambiamenti susseguenti ai due principali warnings emanati dall’Agenzia italiana dei<br />
farmaci (AIFA), finalizzati ad una riduzione del loro utilizzo. La co-prescrizione <strong>di</strong> antipsicotici<br />
atipici in pazienti che assumevano ChEIs è <strong>di</strong>minuita da 21% nel 2002 a 14.6% nel 2008 (OR<br />
0.92; 95%CI:0.90, 0.94; p
IRFMN<br />
Lo stu<strong>di</strong>o valuta il profilo efficacia-tollerabilità <strong>di</strong> tre antipsicotici – aripiprazolo, olanzapina e<br />
aloperidolo – attraverso l’applicazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno sperimentale pragmatico su un ampio<br />
campione <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> schizofrenia seguiti nei servizi <strong>di</strong> salute mentale <strong>di</strong> tutto il<br />
territorio italiano, rappresentando il primo tentativo <strong>di</strong> condurre uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni<br />
sul tema, con 260 pazienti da randomizzare. Lo stu<strong>di</strong>o ha visto in totale la partecipazione <strong>di</strong> 24<br />
centri che hanno randomizzato 296 pazienti. Il reclutamento è stato concluso il 31 marzo 2011 e<br />
per 180 pazienti è stato effettuato il follow-up a 12 mesi.<br />
Diffusione e valutazione <strong>di</strong> uno strumento finalizzato all’empowermrnt <strong>di</strong><br />
pazienti e familiari nella salute mentale: i percorsi <strong>di</strong> cura con<strong>di</strong>visi<br />
Viene descritto il processo <strong>di</strong> implementazione e <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> uno strumento costruito in<br />
modo con<strong>di</strong>viso da utenti, operatori e familiari assieme ad un ricercatore del Laboratorio e<br />
avente come scopo la promozione, il miglioramento e la valutazione del livello <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />
dei problemi, delle strategie <strong>di</strong> cura e delle scelte che si presentano nel percorso <strong>di</strong> cura<br />
attraverso l’adozione <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> accordo su obiettivi esplicitati e sottoscritti (i “contratti”) in<br />
cui tutte le figure coinvolte si impegnano ad assumere modalità comunicative e <strong>di</strong><br />
comportamento concordate e a compiere azioni giu<strong>di</strong>cate utili al raggiungimento degli obiettivi<br />
e al miglioramento del clima <strong>di</strong> lavoro del gruppo. La qualità del percorso viene valutata in<br />
termini <strong>di</strong> frequenza e qualità della presenza dei partecipanti agli incontri de<strong>di</strong>cati e in base ad<br />
altri in<strong>di</strong>catori in<strong>di</strong>viduati ad hoc, e viene messa in relazione all’andamento clinico dei pazienti.<br />
Il grado <strong>di</strong> accettazione e <strong>di</strong> apprezzamento e il potenziale formativo e <strong>di</strong> trasformazione della<br />
prassi <strong>di</strong> cura che gli operatori attribuiscono allo strumento viene stu<strong>di</strong>ato con un approccio<br />
qualitativo attraverso interviste in profon<strong>di</strong>tà, per la triangolazione dei cui risultati è stato<br />
somministrato un breve questionario quantitativo. La sod<strong>di</strong>sfazione dello strumento è stata<br />
indagata anche presso gli utenti. Sono stati stu<strong>di</strong>ati gli andamenti dei Percorsi <strong>di</strong> 114 pazienti<br />
avviati prima del 2010 e <strong>di</strong> altri 34 avviati dal 2010 sia in termini <strong>di</strong> accettabilità e <strong>di</strong><br />
implementazione che in relazione al decorso clinico.<br />
Monitoraggio dei tentati suici<strong>di</strong><br />
All’interno del progetto finanziato dal Ministero della Salute (bando 2006 Ricerca Finalizzata) e<br />
guidato dall’Agenzia <strong>di</strong> Sanità Pubblica del Lazio, il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria<br />
Sociale segue la rete dei servizi <strong>di</strong> salute mentale che hanno adottato la Scheda <strong>di</strong> monitoraggio<br />
dei gesti autolesivi e dei tentativo <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o da compilare sulla base della consultazione<br />
psichiatrica in Pronto Soccorso. La raccolta dei dati è attiva presso tutti i Pronto Soccorso del<br />
Trentino, in quello dell’Ospedale San Carlo Borromeo <strong>di</strong> Milano e dell’Ospedale Bassini <strong>di</strong><br />
Cinisello Balsamo. In Trentino, in cui vivono 530.000 persone, sono attualmente <strong>di</strong>sponibili i<br />
dati relativi a 452 eventi compiuti da 399 persone.<br />
European Network of Bipolar Research Export Centres – ENBREC<br />
Nel quadro del progetto che integra gli sforzi <strong>di</strong> gruppi europei con competenze <strong>di</strong>verse<br />
impegnati nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> eziologia, <strong>di</strong>agnosi e trattamento del <strong>di</strong>sturbo bipolare, il Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Epidemiologia e Psichiatria Sociale, in collaborazione col Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale<br />
dell’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo <strong>di</strong> Milano, ha concepito e condotto un intervento<br />
<strong>di</strong> tipo psicoeducativo con enfasi sull’esperienza <strong>di</strong>retta dei pazienti e sulle componenti <strong>di</strong> autoaiuto:<br />
un totale <strong>di</strong> 42 pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo bipolare sono stati inseriti in quattro<br />
gruppi <strong>di</strong> intervento. Da essi è stato sistematicamente raccolto il feed-back su qualità e utilità<br />
degli incontri.<br />
Il Functioning Assessment Short Form (FAST) è uno strumento <strong>di</strong> valutazione specifica per i<br />
<strong>di</strong>sturbi bipolari concepito dal gruppo <strong>di</strong> lavoro europeo. Ne è stata condotta la validazione in<br />
ambito italiano su 132 soggetti con <strong>di</strong>sturbo bipolare e 132 soggetti <strong>di</strong> controllo. E’ stata<br />
condotta l’analisi del database delle prestazioni dei servizi <strong>di</strong> salute mentale della Lombar<strong>di</strong>a<br />
145<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
per verificare la frequenza <strong>di</strong> trattamenti psicosociali e in partcolare psicoeducativi in questa<br />
popolazione <strong>di</strong> pazienti.<br />
Valutazione della qualità dei Servizi del Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong><br />
Pistoia e Val<strong>di</strong>nievole con la partecipazione degli utenti<br />
Lo stu<strong>di</strong>o indaga la qualità dell’offerta assistenziale per pazienti con <strong>di</strong>sturbi gravi seguiti<br />
intensivamente dai servizi <strong>di</strong> salute mentale con modalità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione e somministrazione<br />
degli strumenti che valorizzano e utilizzano le competenze degli utenti stessi. Il questionario è<br />
stato pre<strong>di</strong>sposto nel corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi focus group con 12 pazienti e poi sottoposto al campione<br />
identificato <strong>di</strong> tutti i pazienti alti utilizzatori (290). Sono stati ottenuti questionari vali<strong>di</strong> da 199<br />
pazienti, a 197 dei quali è stato sottoposto lo stesso questionario dopo 18 mesi. Dopo la prima<br />
rilevazione, gruppi <strong>di</strong> operatori e utenti hanno concordato possibili obiettivi <strong>di</strong> miglioramento<br />
sugli aspetti giu<strong>di</strong>cati più critici, il cambiamento dei quali è da verificare con la seconda<br />
rilevazione.<br />
Stu<strong>di</strong>o HoNOS-5: verso la creazione <strong>di</strong> un sistema informativo orientato<br />
clinicamente<br />
Lo stu<strong>di</strong>o, finanziato dal Ministero della Salute (bando 2008), utilizza la scala <strong>di</strong> esito HoNOS<br />
(Health of the Nation Outcome Scale) per valutare l’esito clinico <strong>di</strong> una coorte <strong>di</strong> pazienti<br />
seguiti da un gruppo <strong>di</strong> 25 servizi <strong>di</strong> salute mentale italiani, e costruisce un database che integra<br />
i sistemi informativi già localmente operanti – quello delle prestazioni, Psiche, e quello delle<br />
prescrizioni farmacologiche – in modo da sviluppare un sistema informativo orientato<br />
clinicamente. Oltre 6500 pazienti sono stati reclutati e valutati con la scala HoNOS e sono stati<br />
successivamente rivalutati a luglio e a novembre 2010 e poi a marzo 2011.<br />
Survey e stu<strong>di</strong>o ecologico sull’abuso <strong>di</strong> sostanze nella ASL <strong>di</strong> Como<br />
Nel quadro del progetto finanziato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a “Istituzione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong><br />
rilevamento regionale per la stima dei consumi <strong>di</strong> sostanze d’abuso in Lombar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ante<br />
l’analisi delle acque reflue. Un metodo innovativo basato sulle evidenze”, una survey condotta<br />
sulla popolazione generale che indaga l’abuso <strong>di</strong> sostanze e uno stu<strong>di</strong>o ecologico basato sui dati<br />
sociodemografici ed economici <strong>di</strong>sponibili dei territori indagati consentiranno <strong>di</strong> ricondurre i<br />
consumi <strong>di</strong> droghe quantificati attraverso la rilevazione dei metaboliti delle sostanze d’abuso<br />
nelle acque reflue a categorie definite <strong>di</strong> soggetti e <strong>di</strong> associare l’abuso alle caratteristiche del<br />
territorio. E’ stata avviata la survey sugli studenti delle scuole superiori (800 soggetti tra i 14 e i<br />
18 anni) <strong>di</strong> un campione randomizzato <strong>di</strong> 41 classi da 13 istituti scolastici, a cui viene<br />
somministrato un questionario sviluppato ad hoc. E’ in fase <strong>di</strong> pianificazione la survey sulla<br />
popolazione generale, che coinvolgerà un campione <strong>di</strong> 800 persone.<br />
Validazione e adattamento <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> valutazione del burn-out<br />
nei Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
Il Family Physician Stress Inventory (FPSI), sviluppato in Canada come strumento specifico per<br />
la misurazione del livello <strong>di</strong> burn-out nei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale, è stato tradotto e validato<br />
nella sua versione italiana. Su un totale <strong>di</strong> 71 soggetti la riproducibilità è stata valutata<br />
attraverso il metodo test-retest, e per la validazione sono stati utilizzati il Maslach Burn-out<br />
Inventory e il General Health Questionnaire a 12 item.<br />
146<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI RICERCA<br />
CARDIOVASCOLARE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Bio-imaging<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuti<br />
Capo Unità<br />
Roberto LATINI, Dr.Med.Chir.<br />
Fabio FIORDALISO, Dr.Sci.Biol.<br />
Giovanna BALCONI, BSc.<br />
Unità <strong>di</strong> Endocrinologia Car<strong>di</strong>ovascolare<br />
Capo Unità<br />
Serge MASSON, Ph.D.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Bioinformatica<br />
Capo Unità<br />
Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol.<br />
Enrico NICOLIS<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
Capo Laboratorio<br />
M. Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca<br />
Capo Laboratorio<br />
Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />
Capo Laboratorio<br />
Unità <strong>di</strong> Ricerca Infermieristica<br />
Capo Unità<br />
Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir.<br />
Paola DI GIULIO, Infermiera, MSc.<br />
147<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
Attività formative<br />
1972 Laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano<br />
1978 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> sperimentazioni cliniche<br />
multicentriche. Epidemiologia dei fattori <strong>di</strong> rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie.<br />
Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco. Epidemiologia genetica car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
dal 2002 Direttore del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", Milano<br />
dal 2005 Membro del Comitato Or<strong>di</strong>natore del Corso <strong>di</strong> Master in Ricerca Clinica della Facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’Università <strong>di</strong> Milano<br />
dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-AF, Milano<br />
dal 2001<br />
dal 1998<br />
Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, Milano<br />
Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genomewide<br />
strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery <strong>di</strong>sease -<br />
University of Oxford, UK<br />
dal 1997 Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK<br />
dal 1996 Membro dello Steering Committee e National Coor<strong>di</strong>nator per l’Italia della Organization to<br />
Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo<br />
OASIS-5 e OASIS 6, , CURRENT OASIS-7, FUTURA OASIS-8), dello stu<strong>di</strong>o INTER-<br />
HEART e degli stu<strong>di</strong> ACTIVE, RE-LY, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL, Population<br />
Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada<br />
1994-1996 Direttore European Coor<strong>di</strong>nating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative<br />
dal 1993<br />
dal 1992<br />
Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada<br />
Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione, Milano<br />
Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del<br />
“Collaborative Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National<br />
Institutes of Health, Bethesda, Washington, USA<br />
dal 1989 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" <strong>di</strong> Milano<br />
1985-1988 Capo dell'Unità <strong>di</strong> Valutazione dei Farmaci del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />
dal 1984<br />
dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" <strong>di</strong> Milano<br />
Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della<br />
Sopravvivenza nell'Infarto Miocar<strong>di</strong>co (Stu<strong>di</strong> GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano<br />
1975-1984 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", e presso il Centro Regionale <strong>di</strong> Informazione e<br />
Documentazione sul Farmaco della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Principali pubblicazioni<br />
• GISSI-HF Investigators (Writing Committee: Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG, Latini R,<br />
Lucci D, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G). Effect of n-3 polyunsaturated fatty acids in patients with chronic heart<br />
failure (the GISSI-HF trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet 2008; 372: 1223-1230<br />
• GISSI-HF Investigators (Writing Committee: Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG, Latini R,<br />
Lucci D, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G). Effect of rosuvastatin in patients with chronic heart failure (the GISSI-HF<br />
trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet 2008; 372: 1231-1239<br />
• Clarke R, Peden JF, Hopewell JC, Kyriakou T, Goel A, Heath SC, Parish S, Barlera S, Franzosi MG, Rust S, Bennett D,<br />
Silveira A, Malarstig A , Green FR, Lathrop M, Gigante B, Leander K, de Faire U, Seedorf U, Hamsten A, Collins R,<br />
Watkins H, Farrall M, for the PROCARDIS Consortium. Genetic variants associated with Lp(a) lipoprotein level and<br />
coronary <strong>di</strong>sease. N Engl J Med 2009; 361: 2518-2528<br />
• GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni<br />
AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G). Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009;<br />
360: 1606-1617<br />
148<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• The FUTURA/OASIS-8 Trial Group. Low-Dose vs standard-dose unfractionated heparin for percutaneous coronary<br />
intervention in acute coronary syndromes treated with fondaparinux: The FUTURA/OASIS-8 Randomized Trial. JAMA<br />
2010; 304: 1339-1349<br />
• Wallentin L, Yusuf S, Ezekowitz MD, Alings M, Flather M, Franzosi MG, Pais P, Dans A, Eikelboom J, Oldgren J,<br />
Pogue J, Reilly PA, Yang S, Connolly SJ, on behalf of the RE-LY investigators. Efficacy and safety of dabigatran<br />
compared with warfarin at <strong>di</strong>fferent levels of international normalised ratio control for stroke prevention in atrial<br />
fibrillation: an analysis of the RE-LY trial. Lancet 2010; 376: 975-983<br />
• Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians<br />
identifies five new loci for coronary artery <strong>di</strong>sease Nat Genet 2011; 43: 339-344<br />
Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, in<strong>di</strong>rizzo Statistico nel 1992 presso l’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e ha conseguito un Master of Science in Statistica Me<strong>di</strong>ca nel 1998.<br />
Attività formative<br />
1992 Laurea in Scienze Politiche, in<strong>di</strong>rizzo Statistico conseguita presso la Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />
Politiche dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
1995 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
1997-1998 Master post-lauream in Statistica Me<strong>di</strong>ca conseguito presso la London School of Hygiene<br />
and Tropical Me<strong>di</strong>cine, University of London, Londra (UK)<br />
1998-1999 Visiting Scientist nel Dipartimento <strong>di</strong> Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for<br />
Human Genetics, University of Oxford (UK)<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo car<strong>di</strong>ovascolare: preparazione del protocollo <strong>di</strong><br />
ricerca, pianificazione ed esecuzione <strong>di</strong> analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste<br />
scientifiche. Stu<strong>di</strong> in epidemiologia genetica: applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> statistici attraverso stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> linkage<br />
per l’identificazione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> suscettibilità alla malattia coronarica; stu<strong>di</strong> caso-controllo per<br />
l’identificazione <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati coinvolti nella patologia car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
Dal 2006<br />
Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca, presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca<br />
Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
1999- 2006 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento <strong>di</strong> Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for<br />
Human Genetics, University of Oxford (UK)<br />
1992-1997 Ricercatore presso l’Unità <strong>di</strong> Informatica e Statistica Applicata, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Barlera S, Specchia C, Farrall M, Chio<strong>di</strong>ni BD, Franzosi MG, Rust S, Green F, Nicolis E, Peden J, Assmann G, Collins<br />
R, Hamsten A, Tognoni G, PROCARDIS Consortium. Multiple QTL influence the serum Lp(a) concentration: a<br />
genome-wide linkage screen in the PROCARDIS study. Eur J Hum Genet 2007; 15: 221-227<br />
• GISSI-HF Investigators (Writing Committee: Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG, Latini R,<br />
Lucci D, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G). Effect of n-3 polyunsaturated fatty acids in patients with chronic heart<br />
failure (the GISSI-HF trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet 2008; 372: 1223-1230<br />
• Clarke R, Peden JF, Hopewell JC, Kyriakou T, Goel A, Heath SC, Parish S, Barlera S, Franzosi MG, Rust S, Bennett D,<br />
Silveira A, Malarstig A , Green FR, Lathrop M, Gigante B, Leander K, de Faire U, Seedorf U, Hamsten A, Collins R,<br />
Watkins H, Farrall M, for the PROCARDIS Consortium. Genetic variants associated with Lp(a) Lipoprotein Level and<br />
Coronary Disease. N Engl J Med 2009; 361: 2518-2528<br />
• GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni<br />
AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G). Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009;<br />
360: 1606-1617<br />
• Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians<br />
identifies five new loci for coronary artery <strong>di</strong>sease. Nat Genet 2011; 43: 339-344<br />
• Finzi AA, Latini R, Barlera S, Rossi MG, Ruggeri A, Mezzani A, Favero C, Franzosi MG, Serra D, Lucci D, Bianchini<br />
F, Bernasconi R, Maggioni AP, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G, Tavazzi L, Marchioli R. Effects of n-3<br />
polyunsaturated fatty acids on malignant ventricular arrhythmias in patients with chronic heart failure and implantable<br />
car<strong>di</strong>overter-defibrillators: A substudy of the Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Insufficienza<br />
Car<strong>di</strong>aca (GISSI-HF) trial. Am Heart J 2011; 161: 338-343.e1<br />
Roberto Latini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative<br />
149<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
1970-1978 Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università <strong>di</strong> Milano<br />
1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Meccanismi <strong>di</strong> danno car<strong>di</strong>aco conseguenti all’infarto miocar<strong>di</strong>o acuto, in particolare quelli legati<br />
all’attivazione neurormonale. Utilizzo <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale<br />
derivante da infarto miocar<strong>di</strong>o nel piccolo ro<strong>di</strong>tore. Stu<strong>di</strong> bioumorali nell’ambito <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> trial<br />
nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca e nella fibrillazione atriale<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
dal 1990 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-AF<br />
dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF<br />
1999-2009 Visiting Professor, Department of Me<strong>di</strong>cine, New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, NY,<br />
USA<br />
1981-1983 Car<strong>di</strong>ology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Me<strong>di</strong>cal Center, CA,<br />
USA<br />
1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Galvez BG, Covarello D, Tolorenzi R, Brunelli S, Dellavalle A, Crippa S, Mohammed SAA, Scialla L, Cuccovillo I,<br />
Molla F, Staszewsky L, Maisano F, Sampaolesi M, Latini R, Cossu G. Human car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts isolated from<br />
hypertrophic car<strong>di</strong>omyopathies are greatly reduced in proliferation and <strong>di</strong>fferentiation potency. Car<strong>di</strong>ovasc Res 2009, 83:<br />
707-716<br />
• GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni<br />
AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G), Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009;<br />
360: 1606-1617<br />
• Taccone P, Pesenti A, Latini R, Polli F, Vagginelli F, Mietto C, Caspani L, Raimon<strong>di</strong> F, Bordone G, Iapichino G,<br />
Mancebo J, Guerin C, Ayzac L, Blanch L, Fumagalli R, Tognoni G, Gattinoni L, for the Prone-Supine II Study Group.<br />
Prone positioning in patients with moderate and severe acute respiratory <strong>di</strong>stress syndrome. A randomized controlled<br />
trial. JAMA 2009; 302: 1977-1984<br />
• Masson S, Latini R, Anand IS. An update on car<strong>di</strong>ac troponins as circulating biomarkers in heart failure. Curr Heart Fail<br />
Rep 2010; 7: 15-21<br />
• Damman K, Masson S, Hillege HL, Maggioni AP, Voors AA, Opasich C, van Veldhuisen DJ, Montagna L, Cosmi F,<br />
Tognoni G, Tavazzi L, Latini R. Clinical outcome of renal tubular damage in chronic heart failure. Eur Heart J 2011; 32:<br />
2705–2712<br />
• Latini R, Masson S, Pirelli S, Barlera S, Pulitano' G, Carbonieri E, Gulizia M, Vago T, Favero C, Zdunek D, Struck J,<br />
Staszewsky L, Maggioni AP, Franzosi MG, Disertori M, GISSI-AF Investigators. Circulating car<strong>di</strong>ovascular biomarkers<br />
in recurrent atrial fibrillation: data from the GISSI-Atrial Fibrillation Trial. J Intern Med 2011; 269: 160-171<br />
Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
Attività formative<br />
1987 Laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano<br />
1982-1983 Research Fellow presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina,<br />
Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht , Olanda (Prof. C. Hemker)<br />
1998-1999 Visiting Scientist presso la Car<strong>di</strong>ovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital,<br />
London, UK (Prof. A. Maseri)<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> trial clinici multicentrici e stu<strong>di</strong> osservazionali in <strong>di</strong>verse aree (neurologica,<br />
angiologica, car<strong>di</strong>ologica). Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> oltre 1000 Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
attivamente coinvolti in progetti <strong>di</strong> ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione<br />
delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto<br />
dal 2001 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
dal 1989 Ricercatore Senior presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
dal 1974 Ricercatore presso il Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dell’Emostatsi e della Trombosi, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
150<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio,<br />
Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at car<strong>di</strong>ovascular risk: A<br />
randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95<br />
• Sacco M, Pellegrini F, Roncaglioni MC, Avanzini F, Tognoni G, Nicolucci A, PPP - Primary Prevention Project.<br />
Primary prevention of car<strong>di</strong>ovascular events with low-dose aspirin and vitamin E in type 2 <strong>di</strong>abetic patients. Results of<br />
the Primary Prevention Project (PPP) trial. Diabetes Care 2003; 26: 3264-3272<br />
• Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of<br />
car<strong>di</strong>ovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006;<br />
295: 306-313<br />
• Montalvo G, Avanzini F, Anselmi M, Pran<strong>di</strong> R, Ibarra S, Marquez M, Armani D, Moreira J M, Caicedo C, Roncaglioni<br />
MC, Colombo Fabio, Camisasca P, Milani V, Quimi' S, Gonzabay F, Tognoni G. Diagnostic evaluation of people with<br />
hypertension in low income country: cohort study of "essential" method of risk stratification. BMJ 2008;<br />
337: a1387<br />
• Antithrombotic Trialists' (ATT) Collaboration. Aspirin in the primary and secondary prevention of vascular <strong>di</strong>sease:<br />
collaborative meta-analysis of in<strong>di</strong>vidual participant data from randomised trials. Lancet 2009; 373: 1849-1860<br />
• Rischio and Prevenzione Investigators. Efficacy of n-3 polyunsaturated fatty acids and feasibility of optimizing<br />
preventive strategies in patients at high car<strong>di</strong>ovascular risk: rationale, design and baseline characteristics of the Rischio<br />
and Prevenzione study, a large randomised trial in general practice. Trials 2010; 11: 68<br />
Gianni Tognoni si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative<br />
1964 Dottore in Filosofia e Teologia, presso la Facoltà Teologica <strong>di</strong> Roma<br />
1970 Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, presso l’Università <strong>di</strong> Milano<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Farmacoepidemiologia e valutazione dell'efficacia clinica <strong>di</strong> farmaci e strategie terapeutiche (RCT <strong>di</strong><br />
popolazione ed in me<strong>di</strong>cina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. Rapporto tra appropriatezza<br />
tecnologica ed uso <strong>di</strong> risorse nei <strong>di</strong>versi sistemi socio-sanitari. Comunicazione <strong>di</strong> dati scientifici a livello<br />
<strong>di</strong> opinione pubblica. Trasferimento <strong>di</strong> tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi <strong>di</strong><br />
aggiustamento strutturale sugli in<strong>di</strong>catori socio-sanitari nei Paesi in Via <strong>di</strong> Sviluppo (PVS).<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
2004-2010 Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del<br />
Farmaco (AIFA)<br />
2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità<br />
dal 2002 Direttore, del Consorzio <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Sud, S. Maria Imbaro, Chieti<br />
1996-2002 Coor<strong>di</strong>natore del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" Milano<br />
dal 1990<br />
dal 1976<br />
Co-Direttore della Scuola Superiore <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale (CSeRMEG)<br />
Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug<br />
Bullettins (ISDB). Coor<strong>di</strong>natore della Commissione per la Sperimentazione Umana<br />
della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
dal 1983 Membro del Consiglio E<strong>di</strong>toriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza<br />
Infermieristica e Ricerca<br />
dal 1977 Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in <strong>di</strong>versi<br />
Paesi d'America Latina e Africa<br />
1976-1999 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
dal 1975<br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Responsabile del Centro Regionale <strong>di</strong> Informazione e Documentazione sul Farmaco<br />
(CRIF) Regione Lombar<strong>di</strong>a, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>",<br />
Milano<br />
1969-1974 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni<br />
AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G). Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med. 2009;<br />
360: 1606-1617<br />
• Palmer SC, Navaneethan SD, Craig JC, Johnson DW, Tonelli M, Garg AX, Pellegrini F, Ravani P, Jar<strong>di</strong>ne M, Perkovic<br />
V, Graziano G, McGee R, Nicolucci A, Tognoni G, Strippoli GF. Meta-analysis: erythropoiesis-stimulating agents in<br />
patients with chronic kidney <strong>di</strong>sease. Ann Intern Med 2010; 153: 23-33<br />
151<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Sattar N, Preiss D, Murray HM, Welsh P, Buckley BM, de Craen AJ, Seshasai SRK, McMurray JJ, Freeman DJ, Jukema<br />
JW, Macfarlane PW, Packard CJ, Stott DJ, Westendorp RG, Shepherd J, Davis BR, Pressel SL, Marchioli R, Marfisi RM,<br />
Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Kjekshus J, Pedersen TR, Cook TJ, Gotto AM, Clearfield MB, Downs JR,<br />
Nakamura H, Ohashi Y, Mizuno K, Ray KK, Ford I. Statins and risk of incident <strong>di</strong>abetes: a collaborative meta-analysis of<br />
randomised statin trials. Lancet 2010; 375: 735-742<br />
• Sud S, Friedrich JO, Taccone P, Polli F, Adhikari NKJ, Latini R, Pesenti A, Guérin C, Mancebo J, Curley MAQ,<br />
Fernandez R, Chan M-C, Beuret P, Voggenreiter G, Sud M, Tognoni G, Gattinoni L. Prone ventilation reduces mortality<br />
in patients with acute respiratory failure and severe hypoxemia: systematic review and meta-analysis. Intensive Care Med<br />
2010; 36: 585-599<br />
• The NAVIGATOR Study Group. Effect of nateglinide on the incidence of <strong>di</strong>abetes and car<strong>di</strong>ovascular events. N Engl J<br />
Med 2010; 362: 1463-1476<br />
• Finzi AA, Latini R, Barlera S, Rossi MG, Ruggeri A, Mezzani A, Favero C, Franzosi MG, Serra D, Lucci D, Bianchini F,<br />
Bernasconi R, Maggioni AP, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G, Tavazzi L, Marchioli R. Effects of n-3 polyunsaturated<br />
fatty acids on malignant ventricular arrhythmias in patients with chronic heart failure and implantable car<strong>di</strong>overterdefibrillators:<br />
A substudy of the Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Insufficienza Car<strong>di</strong>aca (GISSI-<br />
HF) trial Am Heart J 2011; 161: 338-343.e1<br />
Giovanna Balconi ha conseguito il <strong>di</strong>ploma universitario <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Istituti Me<strong>di</strong>co-Biologici nel<br />
1968 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> Milano e si è specializzata presso il laboratorio <strong>di</strong> Anatomia e<br />
Istologia Patologica della stessa Università.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Isolamento, coltura e caratterizzazione <strong>di</strong> precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico <strong>di</strong><br />
pazienti affetti da insufficienza car<strong>di</strong>aca. Coltura <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il danno strutturale e<br />
funzionale derivante da infarto miocar<strong>di</strong>co nell’animale da esperimento. Gestione <strong>di</strong> banche biologiche in<br />
stu<strong>di</strong> clinici.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto<br />
dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />
Car<strong>di</strong>ovascolare<br />
Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Vascolare<br />
Dic 83-Ott 95 Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Coltura <strong>di</strong> Tessuto del Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia<br />
Antitumorale<br />
Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Cattelino A, Liebner S, Gallini R, Zanetti A, Balconi G, Corsi A, Bianco P, Wolburg H, Moore R, Oreda B, Kemler R,<br />
Dejana E. The con<strong>di</strong>tional inactivation of the beta-catenin gene in endothelial cells causes a defective vascular pattern<br />
and increased vascular fragility. J Cell Biol 2003; 162: 1111-1122<br />
• Cusella De Angelis MG, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G. Skeletal myogenic<br />
progenitors in the endothelium of lung and yolk sac. Exp Cell Res 2003; 290: 207-216<br />
• Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F,<br />
Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair<br />
the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and<br />
endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697<br />
• Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo GL, Frigato N, Zanocco A, Forestieri C,<br />
Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E, Latini R.<br />
Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure. J Card Fail 2007; 13:<br />
701-708<br />
• Galvez BG, Sampaolesi M, Barbuti A, Crespi A, Covarello D, Brunelli S, Dellavalle A, Crippa S, Balconi G, Cuccovillo<br />
I, Molla F, Staszewsky L, Latini R, DiFrancesco D, Cossu G. Car<strong>di</strong>ac mesoangioblasts are committed, self-renewable<br />
progenitors, associated with small vessels of juvenile mouse ventricle. Cell Death Differ 2008; 15: 1417-1428<br />
• Balconi G, Lehmann R, Fiordaliso F, Assmus B, Dimmeler S, Sarto P, Carbonieri E, Gualco A, Campana C, Angelici L,<br />
Masson S, Mohammed SAA, Dejana E, Gorini M, Zeiher AM, Latini R, GISSI-HF Investigators. Levels of circulating<br />
pro-angiogenic cells pre<strong>di</strong>ct car<strong>di</strong>ovascular outcomes in patients with chronic heart failure. J Car<strong>di</strong>ac Fail 2009; 15: 747-<br />
755<br />
Paola Di Giulio si è <strong>di</strong>plomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’<strong>Istituto</strong><br />
Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori <strong>di</strong> Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing<br />
presso l’Università <strong>di</strong> Guildford (UK).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> multicentrici ed osservazionali in area car<strong>di</strong>ologica e cure palliative.<br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> reti infermieristiche.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
152<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
dal 2001<br />
dal 1997<br />
dal 1995<br />
dal 1989<br />
Professore associato presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino. Coor<strong>di</strong>natore del Comitato <strong>di</strong><br />
redazione <strong>di</strong>: Assistenza infermieristica e Ricerca<br />
Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Ricerca Infermieristica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
"<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Ricercatore senior presso il Dipartimento Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Consulente presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Saiani L, Di Giulio P, Gruppo PARI-FV (Percorsi Assistenziali e Ricerca Infermieristica-Farmaco Vigilanza).<br />
Epidemiologia dei problemi assistenziali legati a farmaci e presi<strong>di</strong> in RSA e <strong>di</strong>stretto. Assistenza Infermieristica e<br />
Ricerca 2007; 26: 123-164<br />
• Lepore V, Cecchetto G, Di Giulio P, Saiani L, Samarelli V, Saugo M, Romero M, Scurti V, Tognoni G, Valerio M. Età<br />
anziana-molto-anziana, e “aspettativa <strong>di</strong> vita” Assistenza Infermieristica e Ricerca 2007; 26: 234-242<br />
• Di Giulio P, Toscani F, Villani D, Brunelli C, Gentile S, Spa<strong>di</strong>n P. Dying with advanced dementia in long-term care<br />
geriatric institutions: a retrospective study. J Palliat Med 2008; 11: 1023-1028<br />
• Amodeo R, De Ponti A, Sorbara L, Avanzini F, Di Giulio P, De Martini M. Come aumentare le conoscenze dei pazienti<br />
con car<strong>di</strong>opatia ischemica sulla loro malattia Utilità <strong>di</strong> un incontro educazionale tenuto da infermieri. G Ital Car<strong>di</strong>ol<br />
2009; 10: 249-255<br />
• Di Giulio P, Pera C, Scarano M, Ferri B, Lepore V, Miani D, Tognoni G. Rapporto finale dello stu<strong>di</strong>o QDF (Qualità <strong>di</strong><br />
vita, Depressione e Funzioni cognitive) nei pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2009;<br />
28: 5-38<br />
• Gouchon S, Gregori D, Picotto A, Patrucco G, Nangeroni M, Di Giulio P. Skin-to-Skin contact after cesarean delivery:<br />
an experimental study. Nurs Res 2010; 59: 78-84<br />
Fabio Fiordaliso si è laureato in Scienza Biologiche nel 1995 presso l’Università <strong>di</strong> Milano<br />
Attività formative<br />
1998 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>”, sede <strong>di</strong> Milano<br />
1995 Laurea in Scienze Biologiche, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Generale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Potenziale terapeutico <strong>di</strong> cellule staminali e composti anti-ossidanti in modelli animali <strong>di</strong> car<strong>di</strong>omiopatia<br />
<strong>di</strong>abetica ed in colture primarie <strong>di</strong> miociti esposti ad iperglicemia.<br />
Stu<strong>di</strong>o dell’organizzazione morfologica e strutturale <strong>di</strong> cellule e tessuti utilizzando tecniche <strong>di</strong><br />
microscopia ottica, confocale ed elettronica.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
dal 2007 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bio-imaging presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
dal 2006 Membro dell’ Heart Failure Association (HFA) dell’European Society of Car<strong>di</strong>ology<br />
dal 2005 Membro del Working group on myocar<strong>di</strong>al function (WG 4) dell’European Society of<br />
Car<strong>di</strong>ology<br />
dal 2005 Membro del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio of Microscopy and Image<br />
Analysis (MIA)<br />
dal 2001 Ricercatore Senior presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
1997-2001 Post-Doctoral Research Fellow presso il Car<strong>di</strong>ovascular Research Institute (Department of<br />
Me<strong>di</strong>cine), New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, New York<br />
1994-1997 Ricercatore presso Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
1992-1994 Tesista presso <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Generale dell’Università <strong>di</strong> Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Fiordaliso F, Cuccovillo I, Bianchi R, Bai A, Doni M, Salio M, De Angelis N, Ghezzi P, Latini R, Masson S.<br />
Car<strong>di</strong>ovascular oxidative stress is reduced by an ACE inhibitor in a rat model of streptozotocin-induced <strong>di</strong>abetes . Life Sci<br />
2006; 79: 121-129<br />
153<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Fiordaliso F, De Angelis N, Cuccovillo I, Bai A, Salio M, Serra DM, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S. Effect<br />
of β-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in <strong>di</strong>abetic<br />
hypertensive rats. Life Sci 2007; 81: 951-959<br />
• Latini R, Brines M, Fiordaliso F. Do non-hemopoietic effects of erythropoietin play a beneficial role in heart failure<br />
Heart Fail Rev 2008; 13: 415-423<br />
• Diomede L, Cassata G, Fiordaliso F, Salio M, Ami D, Natalello A, Doglia SM, De Luigi A, Salmona M. Tetracycline<br />
and its analogues protect Caenorhab<strong>di</strong>tis elegans from β amyloid-induced toxicity by targeting oligomers. Neurobiol Dis<br />
2010; 40: 424-31<br />
• Neri T, Merico V, Fiordaliso F, Salio M, Rebuzzini P, Sacchi L, Bellazzi R, Re<strong>di</strong> CA, Zuccotti M, Garagna S. The<br />
<strong>di</strong>fferentiation of car<strong>di</strong>omyocytes from mouse embryonic stem cells is altered by <strong>di</strong>oxin. Toxicol Lett 2011; 202: 226-<br />
236<br />
• Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D, Bisighini C, Remuzzi<br />
G, Benigni A. Distinct car<strong>di</strong>ac and renal effects of ETA receptor antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2<br />
<strong>di</strong>abetes. Am J Physiol - Renal Physiology 2011; 301: F1114-F1123<br />
Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università <strong>di</strong> Marsiglia (Francia)<br />
e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur en Sciences, PhD) presso<br />
l’Università <strong>di</strong> Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute <strong>di</strong><br />
Copenaghen (Danimarca).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Ruolo fisiopatologico, <strong>di</strong>agnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle<br />
patologie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne<br />
dal 2002 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Endocrinologia Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
"<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" <strong>di</strong> Milano<br />
dal 2002 Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" <strong>di</strong> Milano<br />
Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on<br />
Myocar<strong>di</strong>al Function della Società Europea <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia<br />
dal 1994<br />
Ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>",<br />
Milano<br />
1993 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”,<br />
Milano<br />
1990-1993 Ricercatore post-dottorale presso l’<strong>Istituto</strong> Panum e Assitant Lecturer presso l’Università <strong>di</strong><br />
Copenaghen, Danimarca<br />
1988-1990 Ricercatore presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dell’Università <strong>di</strong> Marsiglia, Francia<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Masson S, Aleksova A, Favero C, Staszewsky L, Bernar<strong>di</strong>nangeli M, Belvito C, Cioffi G, Sinagra G, Mazzone C ,<br />
Bertocchi B, Vago T, Peri G, Cuccovillo I, Masuda N, Barlera S, Mantovani A, Maggioni AP, Franzosi MG, Disertori<br />
M,Latini R, on behalf of the GISSI-AF investigators. Pre<strong>di</strong>cting atrial fibrillation recurrence with circulating<br />
inflammatory markers in patients in sinus rhythm at high risk for atrial fibrillation: data from the GISSI atrial fibrillation<br />
trial. Heart 2010; 96: 1909-1914<br />
• Masson S, Latini L, Milani V, Moretti L, Rossi M G, Carbonieri E, Frisinghelli A, Minneci C, Valisi M, Maggioni A P,<br />
Marchioli R, Tognoni G, Tavazzi L, on behalf of the GISSI-HF Investigators. Prevalence and prognostic value of<br />
elevated urinary albumin excretion in patients with chronic HF. Data from the GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) trial.<br />
Circ Heart Fail 2010; 3: 65-72<br />
• Masson S, Latini R, Carbonieri E, Moretti L, Rossi MG, Ciricugno S, Milani V, Marchioli R, Struck J, Bergmann A,<br />
Maggioni AP, Tognoni G, Tavazzi L, on behalf of the GISSI-HF Investigators. The pre<strong>di</strong>ctive value of stable precursor<br />
fragments of vasoactive peptides in patients with chronic heart failure:data from the GISSI-heart failure (GISSI-HF) trial.<br />
Eur J Heart Fail 2010; 12 : 338-347<br />
• Damman K, Masson S, Hillege HL, Maggioni AP, Voors AA, Opasich C, van Veldhuisen DJ, Montagna L, Cosmi F,<br />
Tognoni G, Tavazzi L, Latini R. Clinical outcome of renal tubular damage in chronic heart failure. Eur Heart J 2011; 32:<br />
2705–2712<br />
• Latini R, Masson S, Pirelli S, Barlera S, Pulitano' G, Carbonieri E, Gulizia M, Vago T, Favero C, Zdunek D, Struck J,<br />
Staszewsky L, Maggioni AP, Franzosi MG, Disertori M, GISSI-AF Investigators. Circulating car<strong>di</strong>ovascular biomarkers<br />
in recurrent atrial fibrillation: data from the GISSI-Atrial Fibrillation Trial. J Intern Med 2011; 269: 160-171<br />
• Protti A, Cressoni M, Santini A, Langer T, Mietto C, Febres D, Chierichetti M, Coppola S, Conte G, Gatti S, Leopar<strong>di</strong> O,<br />
Masson S, Lombar<strong>di</strong> L, Lazzerini M, Rampol<strong>di</strong> E, Cadringher P, Gattinoni L. Lung stress and strain during mechanical<br />
ventilation. Any safe threshold Am J Respir Crit Care Med 2011; 183: 1354-1362<br />
154<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso <strong>di</strong> laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative<br />
1991-1999 Borsista presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Aree <strong>di</strong> interesse<br />
Gestione e analisi dati degli stu<strong>di</strong> clinici controllati. Sviluppo <strong>di</strong> database e “tools” per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
genetica <strong>di</strong> popolazione, in particolare per l’analisi <strong>di</strong> linkage.<br />
Ruoli attuali e passati in istituto<br />
dal 2001 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bioinformatica del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
dal 1997 Sistemista del Centro <strong>di</strong> Calcolo dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong><br />
Milano<br />
dal 1991 Borsista nell’Unità <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca e Statistica Applicata, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Nobili A, Gebru F, Rossetti A, Schettino F, Zahn R W, Nicolis E, Macario G, Celani L, Acik V O, Farina ML, Nal<strong>di</strong> L.<br />
Doctorline: A private toll-free telephone me<strong>di</strong>cal information service. Five years of activity: Old problems and new<br />
perspectives. Ann Pharmacother 1998; 32: 120-125<br />
• Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The<br />
GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223<br />
• Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chio<strong>di</strong>ni B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS<br />
Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery<br />
<strong>di</strong>sease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774<br />
• Barlera S, Specchia C, Farrall M, Chio<strong>di</strong>ni BD, Franzosi MG, Rust S, Green F, Nicolis E, Peden J, Assmann G, Collins<br />
R, Hamsten A, Tognoni G, PROCARDIS Consortium. Multiple QTL influence the serum Lp(a) concentration: a<br />
genome-wide linkage screen in the PROCARDIS study. Eur J Hum Genet 2007; 15: 221-227<br />
• Specchia C, Barlera S, Chio<strong>di</strong>ni BD, Nicolis EB, Farrall M, Peden J, Collins R, Watkins H, Tognoni G, Franzosi MG,<br />
PROCARDIS Consortium. Quantitative trait genetic linkage analysis of body-mass index in familial coronary artery<br />
<strong>di</strong>sease. Hum Hered 2008; 66: 19-24<br />
• Disertori M, Latini R, Maggioni AP, Barlera S, Di Pasquale G, Franzosi MG, Lucci D, Staszewsky L, Masson S, Baviera<br />
M, Nicolis E, Tognoni G, GISSI-AF Investigators. Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med<br />
2009; 360: 1606-1617<br />
155<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
I laboratori afferenti al Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare (nato dalla lunga esperienza<br />
degli stu<strong>di</strong> GISSI) sviluppano attività <strong>di</strong> ricerca che coprono sia l'area sperimentale e <strong>di</strong> ricerca<br />
<strong>di</strong> base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica <strong>di</strong> farmaci, <strong>di</strong> strategie<br />
<strong>di</strong>agnostico-terapeutiche, <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari. Il Dipartimento<br />
privilegia progetti <strong>di</strong> ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, che si interfaccia con<br />
la clinica, anche per quanto riguarda lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> biomarcatori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
L’attività <strong>di</strong> ricerca sperimentale è de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o dell’attivazione dei processi<br />
infiammatori nell’infarto miocar<strong>di</strong>co e nell’insufficienza car<strong>di</strong>aca; un ampio e più recente<br />
capitolo riguarda l’utilizzo delle cellule staminali nella terapia dell’infarto miocar<strong>di</strong>co<br />
sperimentale. A queste attività si è aggiunto un modello <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>aco e rianimazione<br />
car<strong>di</strong>opolmonare (RCP) nel ratto e nel maiale con lo scopo <strong>di</strong> valutare la risposta infiammatoria<br />
e il danno d’organo (cuore e cervello) conseguenti alla rianimazione e nuovi trattamenti <strong>di</strong><br />
preservazione <strong>di</strong> cuore e cervello.<br />
L’attività <strong>di</strong> ricerca clinica riguarda la valutazione clinica <strong>di</strong> farmaci e <strong>di</strong> strategie terapeutiche<br />
in ambito ospedaliero con la conduzione <strong>di</strong> sperimentazioni cliniche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni in<br />
patologie <strong>di</strong> forte impatto epidemiologico quali lo scompenso car<strong>di</strong>aco, le sindromi coronariche<br />
acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre de<strong>di</strong>cato all’epidemiologia clinica e alla<br />
valutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio dell'infarto miocar<strong>di</strong>co, a cui si sono affiancati più<br />
recentemente stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione <strong>di</strong> nuovi geni e alla<br />
definizione del ruolo <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati come associati alla car<strong>di</strong>opatia ischemica e allo<br />
scompenso car<strong>di</strong>aco. La collaborazione con reti <strong>di</strong> ricerca europee ha permesso la realizzazione<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione “genome wide” (GWAS) <strong>di</strong> larghe <strong>di</strong>mensioni. Infine, una linea <strong>di</strong><br />
ricerca clinica riguarda la valutazione <strong>di</strong> marcatori circolanti (i cosiddetti “biomarkers”)<br />
nell’ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici multicentrici in patologie car<strong>di</strong>ologiche e in altre malattie.<br />
La collaborazione con una vasta rete <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale ha consentito da anni la<br />
realizzazione <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel<br />
panorama italiano, nell'ambito della prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare attraverso sperimentazioni<br />
cliniche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale<br />
trasferibilità degli interventi preventivi <strong>di</strong> provata efficacia nella pratica clinica quoti<strong>di</strong>ana<br />
attraverso stu<strong>di</strong> epidemiologici e <strong>di</strong> outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire<br />
dalle analisi delle prescrizioni <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> data-base amministrativi.<br />
La rete <strong>di</strong> ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> vita dei<br />
pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il<br />
benessere e l'outcome dei pazienti.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
L’analisi <strong>di</strong> un sottogruppo <strong>di</strong> pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF ha mostrato che il rischio<br />
<strong>di</strong> ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione atriale è predetto dai livelli circolanti <strong>di</strong> biomarcatori car<strong>di</strong>aci<br />
(pepti<strong>di</strong> natriuretici e troponina T) e dalla funzione dell'atrio sinistro valutata all'ecocar<strong>di</strong>ografia<br />
quando il paziente era in ritmo sinusale. La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>ttori <strong>di</strong> fibrillazione atriale<br />
potrebbe aiutare nel trattamento <strong>di</strong> questa aritmia, che raggiunge incidenze intorno al 5-6% nella<br />
popolazione <strong>di</strong> soggetti superiori a 70 anni e che aumenta <strong>di</strong> circa 10 volte il rischio <strong>di</strong> ictus.<br />
Una recente analisi condotta su più <strong>di</strong> 2000 pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca arruolati nello<br />
stu<strong>di</strong>o GISSI-HF ha <strong>di</strong>mostrato che delle alterazioni minime a livello tubulare renale -<br />
evidenziate con il rilascio <strong>di</strong> marcatori urinari - costituiscono un fattore <strong>di</strong> rischio rilevante,<br />
anche nel soggetto con una funzione glomerulare normale.<br />
156<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Il C4D Genetic Consortium, <strong>di</strong> cui il Consorzio PROCARDIS fa parte, ha <strong>di</strong>mostrato, insieme<br />
ad un altro importante gruppo europeo, l’esistenza <strong>di</strong> nuovi geni responsabili dello sviluppo<br />
della malattia coronarica e che la stessa è causata dal concorso <strong>di</strong> molti geni. I due stu<strong>di</strong>,<br />
pubblicati sullo stesso numero <strong>di</strong> Nature Genetics, hanno identificato complessivamente 17<br />
nuove varianti genetiche associate ad un aumento del rischio <strong>di</strong> infarto, che non si sapevano<br />
coinvolte nello sviluppo della malattia coronarica. E’ stato, inoltre, confermato che allo sviluppo<br />
della malattia concorrono molti geni con un piccolo effetto, piuttosto che pochi geni con un<br />
grosso effetto. La genetica ha un ruolo circoscritto nello sviluppo della malattia coronarica, si<br />
stima che non più del 20% del rischio sia ad essa <strong>di</strong>rettamente imputabile, ma è sicuramente<br />
l’interazione tra i geni e l’ambiente a giocare un forte ruolo. I due stu<strong>di</strong> hanno utilizzato<br />
un’enorme massa <strong>di</strong> dati analizzando il DNA <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 210.000 persone <strong>di</strong> origine europea e<br />
asiatica, delle quali più <strong>di</strong> 85.000 affetti da malattia coronarica: paragonando il DNA delle<br />
persone con la malattia con quello delle persone senza la malattia, i ricercatori sono stati in<br />
grado <strong>di</strong> raddoppiare il numero <strong>di</strong> varianti genetiche che erano conosciute fino ad oggi come<br />
associate alla malattia coronarica.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
AMD (Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi) - Lombar<strong>di</strong>a<br />
ANMCO (Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri)<br />
AREU - Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombar<strong>di</strong>a<br />
Azienda Ospedaliera CTO/Maria Adelaide, Torino<br />
Centro Car<strong>di</strong>ologico Monzino IRCCS, Milano<br />
CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale)<br />
CSeRMEG (Centro Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong> in Me<strong>di</strong>cina Generale)<br />
Dipartimento Car<strong>di</strong>o-Vascolare ed Endocrino-Metabolico, Ospedale Casa Sollievo della<br />
Sofferenza IRCCS, San Giovanni Rotondo<br />
Dipartimento Car<strong>di</strong>ologico “A. De Gasperis” - Struttura Complessa <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia 2 -<br />
Insufficienza Car<strong>di</strong>aca e Trapianto, Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda,<br />
Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia e UTIC, <strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas IRCCS, Milano<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Immunologia, <strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas IRCCS, Milano<br />
Ematologia, Ospedale Sant’Anna, Torino<br />
Fondazione Don Gnocchi IRCCS, Milano<br />
Fondazione <strong>Istituto</strong> Neurologico “Carlo Besta”, Milano<br />
Gruppi organizzati <strong>di</strong> MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI)<br />
IFOM-FIRC, Milano<br />
IRC - Italian Resuscitation Council, Bologna<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesiologia e Rianimazione IRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli,<br />
Regina Elena, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesia e Rianimazione, Ospedale San Gerardo, Monza<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni, Cremona<br />
<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Galeazzi, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Rizzoli, Bologna<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
SIBioC (Società Italiana <strong>di</strong> Biochimica Clinica e Biologia Molecolare)<br />
SIFO (Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera)<br />
Stem Cell Research Institute, Ospedale San Raffaele, Milano<br />
Unità Operativa Semplice <strong>di</strong> Neuroanestesia e Neurorianimazione, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
157<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Perioperatoria e Terapie Intensive, Ospedale San Gerardo, Monza<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano Bicocca, Dipartimento <strong>di</strong> Biotecnologie e Bioscienze<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>Farmacologiche</strong><br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Anatomia, Farmacologia e Me<strong>di</strong>cina Forense<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica e Microbiologia<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona, Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anatomia Umana<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Me<strong>di</strong>cina tropical, Esmeraldas) Ecuador<br />
Cochrane Collaboration, Oxford, UK<br />
Clinical Trial Research Unit, Auckland University, Nuova Zelanda<br />
CNIC Centro Nacional de Investigaciones Car<strong>di</strong>ovasculares, Madrid , Spagna<br />
CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Stu<strong>di</strong>es on Infarct Survival), Oxford,<br />
UK<br />
Department of Car<strong>di</strong>ology, Italian Hospital of Buenos Aires, Argentina<br />
Department of Epidemiology, Harvard School of Public Health, Boston, USA<br />
Division of Genetics and Development, Guy's, King's and St Thomas' School of Me<strong>di</strong>cine,<br />
King's College, London, UK<br />
DSAN SUPSI (Scuola Universitaria Professioni Sanitarie), Lugano, Svizzera<br />
ECLA (Estu<strong>di</strong>os Car<strong>di</strong>ologicos de Latino-America)<br />
Institut Lorrain du Coeur et des Vaisseaux Louis Mathieu, Vandoeuvre-les-Nancy, Francia<br />
Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia<br />
Laerdal Foundation for Acute Me<strong>di</strong>cine, Stavanger, Norway<br />
PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada<br />
University of Cambridge, UK<br />
University of Manchester, Me<strong>di</strong>cine/Car<strong>di</strong>ology Manchester Royal Infirmary, UK<br />
University of Minnesota, Minneapolis, USA<br />
University of Oslo, Norvegia<br />
University Me<strong>di</strong>cal Center, Groningen, Olanda<br />
Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK<br />
WONCA (World Organization of Family Doctors)<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Oncology Nursing, International<br />
Journal of Practice Pevelopment (Paola Di Giulio)<br />
European Heart Journal, International Journal of Health Services, Journal of Car<strong>di</strong>ovascular<br />
Me<strong>di</strong>cine (Gianni Tognoni)<br />
Global Heart (Maria Grazia Franzosi)<br />
Italian Resuscitation Council E<strong>di</strong>zioni, The Scientific World Journal, Resuscitation (Giuseppe<br />
Ristagno)<br />
Journal of Car<strong>di</strong>ac Failure, Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Me<strong>di</strong>cine (Roberto Latini)<br />
158<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
American Heart Journal, American Journal of Car<strong>di</strong>ology, American Journal of Me<strong>di</strong>cine,<br />
Archives of Me<strong>di</strong>cal Research, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Biomarkers<br />
in Me<strong>di</strong>cine, Cana<strong>di</strong>an Me<strong>di</strong>cal Association Journal, Car<strong>di</strong>ovascular Drugs and Therapy,<br />
Car<strong>di</strong>ovascular Research, Circulation, Circulation Research, Clinical Pharmacology and<br />
Therapeutics, Critical Care Me<strong>di</strong>cine, European Heart Journal, European Journal of Cancer<br />
Care, European Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Nursing, European Journal of Oncology Nursing,<br />
Free Ra<strong>di</strong>cal Biology & Me<strong>di</strong>cine, Health and Quality of Life, Heart, Heart Vessels,<br />
International Journal of Car<strong>di</strong>ology, International Journal Diabetes in Developing Countries,<br />
ISRN Nursing (International Scholarly Research Network), International Journal of Obesity,<br />
Intensive Care Me<strong>di</strong>cine, Journal of American College of Car<strong>di</strong>ology, Journal of Car<strong>di</strong>ac<br />
Failure, Journal of Clinical Laboratory Analysis, Journal of Internal Me<strong>di</strong>cine, Journal of<br />
Car<strong>di</strong>ovascular Me<strong>di</strong>cine, The Lancet, Life Sciences, Metabolism, Nursing Research, PLoS<br />
Me<strong>di</strong>cine, PharmacoEconomics, Pharmacological Research, Postgraduate Me<strong>di</strong>cal Journal,<br />
Recent Patents in Endocrinology Metabolism Immune Drug Discovery, Redox Report,<br />
Resuscitation, Value in Health.<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Comitato Etico ASL <strong>di</strong> Milano<br />
Comitato Etico della Provincia <strong>di</strong> Trento<br />
Comitato Etico OIRM Sant’Anna <strong>di</strong> Torino<br />
Comitato Etico Scientifico dell’A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico <strong>di</strong> Milano<br />
International Liaison Committee on Resuscitation, Task Force of the 2010 American Heart<br />
Association Guidelines for Car<strong>di</strong>opulmonary Resuscitation<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Investigator's Meeting - Riunione sullo stato <strong>di</strong> avanzamento dello stu<strong>di</strong>o BeTACTIC - Best<br />
Therapy After Car<strong>di</strong>iac Transplantation, the Italian Challenge<br />
30/03/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Investigator's Meeting - Riunione sullo stato <strong>di</strong> avanzamento dello stu<strong>di</strong>o REGIA - Rischio<br />
Emorragico GInocchio e Anca<br />
Stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico <strong>di</strong> coorte sull’incidenza degli eventi emorragici nei pazienti<br />
sottoposti ad interventi <strong>di</strong> sostituzione protesica <strong>di</strong> ginocchio ed anca<br />
20/04/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Meeting - Riunione per presentazione dello stu<strong>di</strong>o CYCLE - Efficacia della ciclosporina A<br />
nell’infarto miocar<strong>di</strong>co acuto riperfuso<br />
12/05/11, Aula Alicu<strong>di</strong> - Fortezza da Basso, Firenze<br />
Workshop - Banche Biologiche: tra assistenza, ricerca e regole<br />
13/06/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Seminar - Dariush Mozaffarian: Fatty Acids and Car<strong>di</strong>ovascular Health<br />
06/07/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
159<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
FOCUS Consortium General Assembly - FOCUS Fixed dose combination drug for secondary<br />
car<strong>di</strong>ovascular prevention. European Community - Sevent Framework Programme – Health<br />
24/10/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Seminar - Valentin Fuster: Car<strong>di</strong>ovascular prevention: a global approach<br />
24/10/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Master <strong>di</strong> I° Livello in Ricerca Clinica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna (Anno Accademico 2011-2012)<br />
07/11/11 Introduzione al corso<br />
La ricerca clinica oggi: profit e no-profit<br />
Corso <strong>di</strong> introduzione alla statistica me<strong>di</strong>ca<br />
08/11/11 Farmacovigilanza<br />
Elementi <strong>di</strong> statistica descrittiva<br />
09/11/11 Dalla preclinica alla clinica: sviluppo <strong>di</strong> nuovi farmaci car<strong>di</strong>ovascolari<br />
La variabilità dei fenomeni biologici<br />
10/11/11 Il <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o in epidemiologia<br />
Ricerca traslazionale<br />
Outcome research<br />
14/11/11 Misure <strong>di</strong> rischio in epidemiologia<br />
Monitoraggio degli stu<strong>di</strong> clinici no-profit<br />
15/11/11 Le interazioni tra farmaci<br />
Gestione della ricerca clinica in un IRCCS<br />
16/11/11 Inferenza statistica<br />
Esercitazioni <strong>di</strong> inferenza statistica<br />
17/11/11 Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase 2: obiettivi, <strong>di</strong>segno e stima del campione in oncologia<br />
Analisi della sopravvivenza<br />
21/11/11 Test <strong>di</strong>agnostici<br />
Esercitazioni <strong>di</strong> statistica finale<br />
22/11/11 Ricerca clinica nel campo dell'epilessia.<br />
Ricerca clinica nell'ictus<br />
Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici<br />
23/11/11 Il <strong>di</strong>segno degli stu<strong>di</strong> clinici<br />
Il “<strong>di</strong>scorso etico”: dalla linearità dei buoni principi alla provocazione del reale<br />
24/11/11 I bias negli stu<strong>di</strong> clinici controllati<br />
Trial <strong>di</strong> non inferiorità<br />
28/11/11 Internet e le nuove tecnologie per l'aggiornamento me<strong>di</strong>co-scientifico<br />
Report delle reazioni avverse negli stu<strong>di</strong> clinici no profit<br />
29/11/11 Ricerca in me<strong>di</strong>cina generale<br />
Revisioni sistematiche e metaanalisi<br />
30/11/11 Monitoraggio degli stu<strong>di</strong> clinici profit<br />
Report delle reazioni avverse<br />
La ricerca bibliografica oggi<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
Investigator’s Meeting - Incontro <strong>di</strong> fine stu<strong>di</strong>o dei Ricercatori <strong>di</strong> “Rischio & Prevenzione<br />
19/11/11, Palazzo Re Enzo, Bologna, Italy<br />
Investigator's Meeting - Riunione sullo stato <strong>di</strong> avanzamento dello stu<strong>di</strong>o REGIA - Rischio<br />
Emorragico GInocchio e Anca<br />
Stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico <strong>di</strong> coorte sull’incidenza degli eventi emorragici nei pazienti<br />
sottoposti ad interventi <strong>di</strong> sostituzione protesica <strong>di</strong> ginocchio ed anca<br />
160<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
30/11/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
Accademia Nazionale <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina. Horizon Scanning 2011 in Car<strong>di</strong>ologia. Il car<strong>di</strong>ologo <strong>di</strong><br />
fronte a nuove strategie, nuovi farmaci, nuove tecnologie. II e<strong>di</strong>zione. 19-20/01/11, Bologna,<br />
Italia<br />
- L’esposizione dei biomarkers: mezzi <strong>di</strong>agnostici e/o target terapeutici<br />
NURSIND Segreteria Nazionale – Il Sindacato delle Professioni Infermieristiche. Metodologie<br />
e contenuti delle linee guida 2010 dell’arresto car<strong>di</strong>aco e delle emergenze car<strong>di</strong>o-circolatorie.<br />
11/02/11, Hotel Crowne, Quarto D’Altino (VE), Italia<br />
- Ruolo delle compressioni toraciche e perfusione coronarica<br />
- La defibrillazione: i defibrillatori <strong>di</strong> nuova generazione, le forme d’onda, le energie,<br />
l’algoritmo <strong>di</strong> trattamento<br />
Fondazione “per il tuo Cuore”, Centro Stu<strong>di</strong> ANMCO Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci<br />
Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri. Corso avanzato <strong>di</strong> formazione su metodologia, strategia e tecniche della<br />
ricerca. 23-24/03/11, Firenze, Italia<br />
- Trial Clinci:<br />
- Laboratori centralizzati (core labs)<br />
- Sottoprogetti<br />
Heart Failure Association of ESC and HFA Industry Forum. Heart Failure – 2 nd Clinical<br />
Trialists Workshop, Biomarkers, Bio-imaging and remote Monitoring Heart Failure Trials. 15-<br />
16/04/11, Manoir de Gressy Hotel, Gressy Paris, Francia<br />
- How to validate a new biomarker/bioimaging<br />
ESC Working Group on Car<strong>di</strong>ovascular Pharmacology and Drug Therapy. Biomarkers in Heart<br />
Failure: novel molecules – novel strategies. Sixth Annual Meeting: Transatlantic Heart Failure<br />
Biomarker Working Group, 17-18/04/11, Cannes, Francia<br />
- Troponin-sorting out clinical application of high sensitivity assay<br />
Azienda Ospedaliera “Villa Sofia – V. Cervello”. Seminari Palermitani <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia 2010–<br />
2011. 28/04/11, Aula Magna Ospedale V. Cervello, Palermo, Italia<br />
- Interazioni farmacologiche in car<strong>di</strong>ologia<br />
IRC – Italian Resuscitation Council. From ILCOR 2010 to IRC 2011: the international<br />
consensus on CPR & ECC science, 28-30/04/11, Palazzo della cultura e dei congressi Bologna,<br />
Italia<br />
- Future developments of AED programmes. are going to face a CPR revolution<br />
Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri, Fondazione per il tuo cuore - Heart<br />
Care Foundation. Uniti nella ricerca per le cure <strong>di</strong> qualità, 42° Congresso Nazionale <strong>di</strong><br />
Car<strong>di</strong>ologia ANMCO. 11-14/05/11, Fortezza da Basso, Firenze, Italy<br />
- Supporti meccanici circolatori extracorporei. Quando e come utilizzarli<br />
- Stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico sulla gestione dell’iperglicemia in corso <strong>di</strong> sindrome<br />
coronarica acuta<br />
(SPIDER): la rilevanza del problema<br />
161<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- Stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico sulla gestione dell’iperglicemia in corso <strong>di</strong> sindrome<br />
coronarica acuta<br />
(SPIDER): trattamento e controllo<br />
SCT-Society for Clinical Trial. 32 nd Annual Meeting of the Society of Clinical Trials. 15-<br />
18/05/11, Hyatt Regency Vancouver, British Columbia, Canada<br />
- Pre<strong>di</strong>ctors of all-causes mortality on 6975 patients of the GISSI-HF trial on heart failure<br />
SMART-Organizing and Scientific Committee. 22° SMART – Simposio Mostra Anestesia,<br />
Rianimazione e Terapia Intensiva. 25-27/05/11, MIC Convention Centre, Milano, Italia<br />
- Insufficienza car<strong>di</strong>aca severa – Biomarcatori<br />
- CPR manuale convenzionale vs CPR con l’aiuto <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> meccanici<br />
- Pre<strong>di</strong>zione del successo della defibrillazione con i nuovi DAE e implicazioni nella strategia <strong>di</strong><br />
defibrillazione<br />
- Kidney injury in a porcine model of ventilator-induced lung injury<br />
Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri - ANMCO Sicilia. Congresso Regionale<br />
2011 -Car<strong>di</strong>onursing 201l. 10-11/06/11, Palazzo Sales, Erice, Italia<br />
- La ricerca infermieristica<br />
European Society of Car<strong>di</strong>ology. ESC Congress 2011. 27-31/08/11, Paris, Francia<br />
- Wine consuption in chronic heart failure: biohumoral correlates and impact on outcomes<br />
- Gender <strong>di</strong>fferences in the prevalence of asymptomatic left ventricular dysfuction and heart<br />
failure in the elderly: a population-based study in central Italy<br />
- Serial measurement of pentraxin-3 is a strong pre<strong>di</strong>ctor of outcome in heart failure: results<br />
from the CORONA and GISSI-HF trials<br />
- Serial measurement of car<strong>di</strong>ac troponin T using a highly sensitive assay in patients with<br />
chronic heart failure. Results from two large randomized clinical trials<br />
- CyP, a toll-like receptor 4 antagonists, protects the heart from ischemia/reperfusion injury<br />
- Circulating levels of n-3 polyunsaturated fatty acid in patients with chronic heart failure.<br />
Data from the GISSI-HF trial<br />
- Heart rate turbulence and arrhythmic death: data from the GISSI-HF Holter substudy<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Specialistica - Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Il<br />
ruolo dei biomarcatori dalla sindrome car<strong>di</strong>o-renale alla sindrome coronarica acuta. Diagnosi,<br />
stratificazione e trattamento, 2-3/09/11, Hotel Mercure Siena, Italia<br />
- Il ruolo dei biomarcatori nel trattamento dello scompenso car<strong>di</strong>aco cronico: alla luce degli<br />
ultimi trials quali sono i parametri <strong>di</strong> sicuro impatto prognostico<br />
SIF – Società Italiana <strong>di</strong> Farmacologia. 35° Congresso Nazionale della SIF. 14-17/09/11,<br />
Palazzo della cultura e dei congressi, Bologna, Italia<br />
- Clinical evidences on dabigatran<br />
Comitato Organizzativo <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. Le cinque giornate<br />
<strong>di</strong> Via La Masa: riflessioni ed approfon<strong>di</strong>menti sulla ricerca clinica no-profit in Italia. 29/09/11,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, Italia<br />
- Lettura critica sui cambiamenti della legislazione<br />
Centro <strong>di</strong> Formazione Area Emergenza Urgenza, NURSIND (Coor<strong>di</strong>namento Regionale Friuli<br />
Venezia Giulia), Pegaso Lavoro. Le linee guida 2010 per la rianimazione car<strong>di</strong>oplomonare e le<br />
emergenze car<strong>di</strong>o-circolatorie. 01/10/11, Scuola <strong>di</strong> Sanità Veneta. Pa<strong>di</strong>glione Roma, Ospedale<br />
Dell’Angelo, Mestre (VE), Italia<br />
162<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- La defibrillazione: i defibrillatori <strong>di</strong> nuova generazione, le forme d’onda, le energie,<br />
l’algoritmo <strong>di</strong> trattamento<br />
Servizio Sanitario della Toscana – Azienda USL 8 Arezzo-Val<strong>di</strong>chiana. La ricerca clinica ed<br />
infermieristica nella pratica assistenziale. 01/10/11, Sala Convegni Sant’Agostino, Cortona<br />
(AR), Italia<br />
- La ricerca in ospedale<br />
SIAARTI - Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva. 65°<br />
Congresso Nazionale della SIAARTI. 05-08/10/11, Centro Congressi Lingotto, Torino, Italia<br />
- Ventilazione e compressioni toraciche – Quando e come<br />
ANMCO, Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Trieste, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’Universtà degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste. Arresto car<strong>di</strong>aco extraospedaliero: verso un protocollo multi<strong>di</strong>sicplinare del<br />
post resuscitation care. 08/10/11, Aula Magna, Leonardo Buil<strong>di</strong>ng, the Abdul Salam,<br />
International Centre for Theoretical Physics, Trieste, Italia<br />
- Fisiopatologia dell’arresto car<strong>di</strong>aco<br />
European Resuscitation Council. Resuscitation 2011 – Annual meeting. 14-15/10/11, Valletta,<br />
Malta<br />
- Mechanisms involved in post resuscitation myocar<strong>di</strong>al dysfunction in rat model of car<strong>di</strong>ac<br />
arrest and resuscitation<br />
- Significant descreases in AMSA during pre-defibrillation pauses in chest compressions in<br />
out-of-hospital car<strong>di</strong>ac arrest patients<br />
- Improved accuracy of pre<strong>di</strong>ction of defibrillation success by shortening amplitude spectrum<br />
area integration intervals<br />
SIC Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia. XXXII Congresso Nazionale INRCA <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia<br />
dell’Anziano. Anziani e farmaci: benefici e problemi. 28-29/10/11, Teatro delle Muse, Ancona,<br />
Italia<br />
Le professioni sanitarie ed i farmaci: chi fa che cosa … quando<br />
American Heart Association - ReSS. Resuscitation Science Symposium. 12-13/11/11, Orange<br />
County Convention Center, Orlando, Florida, USA<br />
- Changes of plasma asymmetric <strong>di</strong>methylarginine levels after resuscitation from car<strong>di</strong>ac<br />
arrest in a rat model<br />
- Temporal relationship between left ventricular dysfuction and plasma high sensitivity<br />
car<strong>di</strong>ac troponin T levels in a rat model of car<strong>di</strong>ac arrest and resuscitation<br />
- Specific metabolic pathways involved in outcome of car<strong>di</strong>opulmonary resuscitation: a pilot<br />
plasma metabolomic study in a rat model of car<strong>di</strong>ac arrest and CPR<br />
- Favourable survival of in-hospital compard to out-of-hospital refractory car<strong>di</strong>ac arrest<br />
patients treated with extracorporeal membrane oxygenation: an Italian tertiary care centre<br />
experience<br />
SITI Società Italiana <strong>di</strong> Terapia Intensiva. 24° Congresso Nazionale. Con la tecnologia, la<br />
razionalizzazione e umanizzazione. 17-19/11/11, Palazzo degli Affari, Firenze, Italia<br />
- Rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare: stato dell’arte<br />
Azienda Servizi Sanitari N° 1 <strong>di</strong> Trieste. Nuove metodologie per il trattamento dell’arresto<br />
car<strong>di</strong>aco, 18/11/11, Trieste, Italia<br />
- CPR Novità linee guida<br />
- La defibrillazione: onde, energie e nuovi defibrillatori<br />
163<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- Compressione manuale; compressione automatica; qualità delle compressioni toraciche;<br />
compressioni toraciche da sole vs compressioni toraciche e ventilazione<br />
Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie.<br />
Corso superiore SIFO in Sperimentazione Clinica. 23-25/11/11, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, Italia<br />
- La ricerca clinica e le banche biologiche<br />
APICE Anaesthesia Pharmacology Intensive Care and Emergency. 24th Annual International<br />
Meeting. Me<strong>di</strong>terranean School of Intensive and Critical Care Me<strong>di</strong>cine. APICE Masterclass. 9-<br />
11/12/11, Catania, Italia<br />
- A giant of critical care – Prof. Max Harry Weil. The father of critical care<br />
- Post resuscitation myocar<strong>di</strong>al dysfuction & car<strong>di</strong>ac biomarkers<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda<br />
Milano, Azienda Ospedaliera San Gerardo Monza, BG Me<strong>di</strong>cine Inc., Bluegreen Biotech Srl,<br />
Boehringer Ingelheim Italia Spa, Chiesi Farmaceutici, Centro Nacional de Investigaciones<br />
Car<strong>di</strong>ovasculares (CNIC) Madrid, Comunità Europea, Consorzio <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Sud Santa Maria<br />
Imbaro, Fondazione CARIPLO, Fondazione San Raffaele del Monte Tabor Milano, Fondazione<br />
Humanitas per la Ricerca Rozzano, Fondazione Sestini Bergamo, Heart Care Foundation<br />
Firenze, Helsingborg Hospital, International Biome<strong>di</strong>cal System SpA, <strong>Istituto</strong> Dermopatico<br />
dell’Immacolata IRCCS Roma, <strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia IRCCS Milano, LACHIFARMA<br />
Srl, MEDESTEA Research & Production SpA, Laerdal Foundation for Acute Me<strong>di</strong>cine<br />
Stavanger, Ministero della Salute, Novartis Pharma SpA, Ospedale Casa Sollievo della<br />
Sofferenza IRCCS San Giovanni Rotondo, Oxford University, Population Health Research<br />
Institute-Mc Master University, Pfizer Italia Srl, Regione Lombar<strong>di</strong>a, ROCHE Diagnostics<br />
GmBH, Sigma Tau SpA, SPA Società Prodotti Antibiotici SpA, Takeda Italia SpA, Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Università degli Stu<strong>di</strong> Milano Bicocca<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
ACTIVE I Investigators<br />
Irbesartan in patients with atrial fibrillation<br />
N Engl J Med 2011; 364: 928-938<br />
Avanzini F, Marelli G, Donzelli W, Busi G, Carbone S, Bellato L, Colombo EL, Foschi R, Riva E, Roncaglioni MC,<br />
De Martini M, Desio Diabete Diagram Study Group<br />
Transition from intravenous to subcutaneous insulin. Effectiveness and safety of a standar<strong>di</strong>zed protocol and<br />
pre<strong>di</strong>ctors of outcome in patients with acute coronary syndrome<br />
Diabetes Care 2011; 34: 1445-1450<br />
Baviera M, Monesi L, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Riva E, Cortesi L, Bortolotti A,<br />
Fortino I, Merlino L, Fontana G, Roncaglioni MC<br />
Trends in drug prescriptions to <strong>di</strong>abetic patients from 2000 to 2008 in Italy's Lombardy Region: A large populationbased<br />
study<br />
Diabetes Res Clin Pract 2011; 93: 123-130<br />
164<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Burba I, Colombo GI, Staszewsky LI, De Simone M, Devanna P, Nanni S, Avitabile D, Molla F, Cosentino S, Russo<br />
I, De Angelis N, Soldo A, Bion<strong>di</strong> A, Gambini E, Gaetano C, Farsetti A, Pompilio G, Latini R, Capogrossi MC, Pesce<br />
M<br />
Histone deacetylase inhibition enhances self renewal and car<strong>di</strong>oprotection by human cord blood-derived CD34+ cells<br />
PLoS One 2011; 6: e22158<br />
Cammarata G, Ristagno G, Cammarata A, Mannanici G, Denaro C, Gullo A<br />
Ocular ultrasound to detect intracranial hypertension in trauma patients<br />
J Trauma 2011; 71: 779-781<br />
Cioffi G, Faggiano P, Lucci D, Di Lenarda A, Mureddu GF, Tarantini L, Verdecchia P, Comaschi M, Giorda CB,<br />
Velussi M, Chinali M, Latini R, Masson S, De Simone G, DYDA Investigators<br />
Inappropriately high left ventricular mass in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes mellitus and no overt car<strong>di</strong>ac <strong>di</strong>sease. The<br />
DYDA study<br />
J Hypertens 2011; 29: 1994-2003<br />
Connolly SJ, Eikelboom J, Joyner C, Diener HC, Hart R, Golitsyn S, Flaker G, Avezum A, Hohnloser SH, Diaz R,<br />
Talajic M, Zhu J, Pais P, Budaj A, Parkhomenko A, Jansky P, Commerford P, Tan RS, Sim KH, Lewis BS, Van<br />
Mieghem W, Lip GY, Kim JH, Lanas-Zanetti F, Gonzalez-Hermosillo A, Dans AL, Munawar M, O'Donnell M,<br />
Lawrence J, Lewis G, Afzal R, Yusuf S, the AVERROES Steering Committee and Investigators<br />
Apixaban in patients with atrial fibrillation<br />
N Engl J Med 2011; 364: 806-817<br />
Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium<br />
A genome-wide association study in Europeans and South Asians identifies five new loci for coronary artery <strong>di</strong>sease<br />
Nat Genet 2011; 43: 339-344<br />
C Reactive Protein Coronary Heart Disease Genetics Collaboration (CCGC)<br />
Association between C reactive protein and coronary heart <strong>di</strong>sease: mendelian randomisation analysis based on<br />
in<strong>di</strong>vidual participant data<br />
BMJ 2011; 342: d548<br />
Damman K, Masson S, Hillege HL, Maggioni AP, Voors AA, Opasich C, van Veldhuisen DJ, Montagna L, Cosmi F,<br />
Tognoni G, Tavazzi L, Latini R<br />
Clinical outcome of renal tubular damage in chronic heart failure<br />
Eur Heart J 2011; 32: 2705–2712<br />
de Simone G, Chinali M, Mureddu GF, Cacciatore G, Lucci D, Latini R, Masson S, Vanasia M, Maggioni AP,<br />
Boccanelli A, AREA IN-CHF Investigators<br />
Effect of canrenone on left ventricular mechanics in patients with mild systolic heart failure and metabolic syndrome:<br />
The AREA-IN-CHF study<br />
Nutr Metab Car<strong>di</strong>ovasc Dis 2011; 21: 783-791<br />
Disertori M, Lombar<strong>di</strong> F, Barlera S, Maggioni AP, Favero C, Franzosi MG, Lucci D, Staszewsky L, Fabbri G,<br />
Quintarelli S, Bianconi L, Latini R<br />
Clinical characteristics of patients with asymptomatic recurrences of atrial fibrillation in the Gruppo Italiano per lo<br />
Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Infarto Miocar<strong>di</strong>co-Atrial Fibrillation (GISSI-AF) trial<br />
Am Heart J 2011; 162: 382-389<br />
Eikelboom JW, Wallentin L, Connolly SJ, Ezekowitz M, Healey JS, Oldgren J, Yang S, Alings M, Kaatz S,<br />
Hohnloser SH, Diener HC, Franzosi MG, Huber K, Reilly P, Varrone J, Yusuf S<br />
Risk of blee<strong>di</strong>ng with 2 doses of dabigatran compared with warfarin in older and younger patients with atrial<br />
fibrillation. An analysis of the randomized evaluation of long-term anticoagulant therapy (RE-LY) trial<br />
Circulation 2011; 123: 2363-2372<br />
Finzi AA, Latini R, Barlera S, Rossi MG, Ruggeri A, Mezzani A, Favero C, Franzosi MG, Serra D, Lucci D,<br />
Bianchini F, Bernasconi R, Maggioni AP, Nicolosi GL, Porcu M, Tognoni G, Tavazzi L, Marchioli R<br />
Effects of n-3 polyunsaturated fatty acids on malignant ventricular arrhythmias in patients with chronic heart failure<br />
and implantable car<strong>di</strong>overter-defibrillators: A substudy of the Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza<br />
nell'Insufficienza Car<strong>di</strong>aca (GISSI-HF) trial<br />
Am Heart J 2011; 161: 338-343.e1<br />
Franzosi MG, Latini R<br />
165<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Beta-adrenoceptor antagonists and antianginal drugs. Chapter 18<br />
In: Side effects of drugs. Annual 33.<br />
Elsevier, Amsterdam, 2011; 397-406<br />
Frasca A, Aalbers M, Frigerio F, Fiordaliso F, Salio M, Gobbi M, Cagnotto A, Gardoni F, Battaglia GS, Hoogland G,<br />
Di Luca M, Vezzani A<br />
Misplaced NMDA receptors in epileptogenesis contribute to excitotoxicity<br />
Neurobiol Dis 2011; 43: 507-515<br />
Fries M, Ristagno G<br />
Cool flow - The microcirculation in car<strong>di</strong>ac arrest patients treated with therapeutic hypothermia<br />
Resuscitation 2011; 82: 651-652<br />
Fumagalli F, Ristagno G<br />
The patient is in car<strong>di</strong>ac arrest! Let's be snappy: Prepare a bolus of so<strong>di</strong>um nitroprusside, while I compress the chest.<br />
It's not a joke!<br />
Crit Care Med 2011; 39: 1548-1549<br />
Fumagalli F, Ristagno G<br />
Nasopharyngeal cooling during car<strong>di</strong>opulmonary resuscitation<br />
In: Anaesthesia, Pharmacology, Intensive Care and Emergency Me<strong>di</strong>cine A.P.I.C.E - Procee<strong>di</strong>ngs of the 23 rd<br />
Postgraduate Course in Critical Care Me<strong>di</strong>cine., Catania Italy – November 5-7, 2010 - Gullo A (Ed)<br />
Springer-Verlag Italia, Milan, 2011; 129-139<br />
Kette F, Pellis T, Ristagno G, Cammarata G, Gullo A<br />
Max Harry Weil: A tribute from the Italian research fellows<br />
J Crit Care 2011; 26: 626-633<br />
Kette F, Pellis T, Ristagno G, Cammarata G, Gullo A<br />
Max Harry Weil, a world lea<strong>di</strong>ng clinician, educator and scientist in the field of critical care. An Italian tribute<br />
Minerva Anestesiol 2011; 77: 1232-1233<br />
Giorda CB, Cioffi G, de Simone G, Di Lenarda A, Faggiano P, Latini R, Lucci D, Maggioni AP, Tarantini L, Velussi<br />
M, Verdecchia P, Comaschi M, DYDA Investigators<br />
Pre<strong>di</strong>ctors of early-stage left ventricular dysfunction in type 2 <strong>di</strong>abetes: results of DYDA study<br />
Eur J Car<strong>di</strong>ovasc Prev Rehabil 2011; 18: 415-423<br />
Gunetti M, Noghero A, Molla F, Staszewsky LI, De Angelis N, Soldo A, Russo I, Errichiello E, Frasson C,<br />
Rustichelli D, Ferrero I, Gualandris A, Berger M, Geuna M, Scacciatella P, Basso G, Marra S, Bussolino F, Latini R,<br />
Fagioli F<br />
Ex vivo-expanded bone marrow CD34+ for acute myocar<strong>di</strong>al infarction treatment: in vitro and in vivo stu<strong>di</strong>es<br />
Cytotherapy 2011; 13: 1140-1152<br />
Gu YL, Voors AA, Zijlstra F, Hillege HL, Struck J, Masson S, Vago T, Anker SD, van den Heuvel AFM, van<br />
Veldhuisen DJ, de Smet BJGL<br />
Comparison of the temporal release pattern of copeptin with conventional biomarkers in acute myocar<strong>di</strong>al infarction<br />
Clin Res Car<strong>di</strong>ol 2011; 100: 1069-1076<br />
IBC 50K CAD Consortium<br />
Large-scale gene-centric analysis identifies novel variants for coronary artery <strong>di</strong>sease<br />
PLoS Genet 2011; 7: e1002260<br />
Johnson T, Gaunt TR, Newhouse SJ, Padmanabhan S, Tomaszewski M, Kumari M, Morris RW, Tzoulaki I, O'Brien<br />
ET, Poulter NR, Sever P, Shields DC, Thom S, Wannamethee SG, Whincup PH, Brown MJ, Connell JM, Dobson RJ,<br />
Howard PJ, Mein CA, Onipinla A, Shaw-Hawkins S, Zhang Y, Smith GD, Day IN, Lawlor DA, Goodall AH; The<br />
Car<strong>di</strong>ogenics Consortium, Fowkes FG, Abecasis GR, Elliott P, Gateva V; The Global BPgen Consortium, Braund<br />
PS, Burton PR, Nelson CP, Tobin MD, van der Harst P, Glorioso N, Neuvrith H, Salvi E, Staessen JA, Stucchi A,<br />
Devos N, Jeunemaitre X, Plouin PF, Tichet J, Juhanson P, Org E, Putku M, Sõber S, Veldre G, Viigimaa M,<br />
Levinsson A, Rosengren A, Thelle DS, Hastie CE, Hedner T, Lee WK, Melander O, Wahlstrand B, Hardy R, Wong<br />
A, Cooper JA, Palmen J, Chen L, Stewart AF, Wells GA, Westra HJ, Wolfs MG, Clarke R, Franzosi MG, Goel A,<br />
Hamsten A, Lathrop M, Peden JF, Seedorf U, Watkins H, Ouwehand WH, Sambrook J, Stephens J, Casas JP, Drenos<br />
F, Holmes MV, Kivimaki M, Shah S, Shah T, Talmud PJ, Whittaker J, Wallace C, Delles C, Laan M, Kuh D,<br />
166<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Humphries SE, Nyberg F, Cusi D, Roberts R, Newton-Cheh C, Franke L, Stanton AV, Dominiczak AF, Farrall M,<br />
Hingorani AD, Samani NJ, Caulfield MJ, Munroe PB.<br />
Blood pressure loci identified with a gene-centric array<br />
Am J Hum Genet 2011; 89: 688-700<br />
Jolly SS, Yusuf S, Cairns J, Niemelä K, Xavier D, Wi<strong>di</strong>msky P, Budaj A, Niemelä M, Valentin V, Lewis BS,<br />
Avezum A, Steg PG, Rao SV, Gao P, Afzal R, Joyner CD, Chrolavicius S, Mehta SR, for the RIVAL trial group<br />
Ra<strong>di</strong>al versus femoral access for coronary angiography and intervention in patients with acute coronary syndromes<br />
(RIVAL): a randomised, parallel group, multicentre trial<br />
Lancet 2011; 377: 1409-1420<br />
Latini R, Masson S, Pirelli S, Barlera S, Pulitano' G, Carbonieri E, Gulizia M, Vago T, Favero C, Zdunek D, Struck J,<br />
Staszewsky L, Maggioni AP, Franzosi MG, Disertori M, GISSI-AF Investigators<br />
Circulating car<strong>di</strong>ovascular biomarkers in recurrent atrial fibrillation: data from the GISSI-Atrial Fibrillation Trial<br />
J Intern Med 2011; 269: 160-171<br />
Masson S, Gori F, Latini R, Milani V, Flyvbjerg A, Frystyk J, Crociati L, Pietri S, Vago T, Barlera S, Maggioni AP,<br />
Tognoni G, Tavazzi L, Omland T, Franzosi MG, GISSI-HF Investigators<br />
A<strong>di</strong>ponectin in chronic heart failure: influence of <strong>di</strong>abetes and genetic variants<br />
Eur J Clin Invest 2011; 41: 1330-1338<br />
Mozaffarian D, Marchioli R, Gardner T, Ferrazzi P, O'Gara P, Latini R, Libby P, Lombar<strong>di</strong> F, Macchia A, Page R,<br />
Santini M, Tavazzi L, Tognoni G, Masson S<br />
The ω-3 fatty acids for prevention of post-operative atrial fibrillation trial—rationale and design<br />
Am Heart J 2011; 162: 56-63.e3<br />
Nacoti M, Barlera S, Codazzi D, Bonanomi E, Passoni M , Vedovati S , Rota Sperti L, Colledan M, Fumagalli R<br />
Early detection of the graft failure after pe<strong>di</strong>atric liver transplantation: a Bergamo experience<br />
Acta Anaesthesiol Scand 2011; 55: 842-850<br />
Neri T, Merico V, Fiordaliso F, Salio M, Rebuzzini P, Sacchi L, Bellazzi R, Re<strong>di</strong> CA, Zuccotti M, Garagna S<br />
The <strong>di</strong>fferentiation of car<strong>di</strong>omyocytes from mouse embryonic stem cells is altered by <strong>di</strong>oxin<br />
Toxicol Lett 2011; 202: 226-236<br />
Nobili A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, Roncaglioni MC, Riva E, Lucca U, Bortolotti A,<br />
Fortino I, Merlino L<br />
Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-Elderly Project<br />
Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20: 488-496<br />
Pitt B, Latini R, Maggioni AP, Solomon SD, Smith BA, Wright M, Prescott MF, McMurray JJV<br />
Neurohumoral effects of aliskiren in patients with symptomatic heart failure receiving a mineralocorticoid receptor<br />
antagonist: the Aliskiren Observation of Heart Failure Treatment study<br />
Eur J Heart Fail 2011; 13: 755-764<br />
Protti A, Cressoni M, Santini A, Langer T, Mietto C, Febres D, Chierichetti M, Coppola S, Conte G, Gatti S,<br />
Leopar<strong>di</strong> O, Masson S, Lombar<strong>di</strong> L, Lazzerini M, Rampol<strong>di</strong> E, Cadringher P, Gattinoni L<br />
Lung stress and strain during mechanical ventilation. Any safe threshold<br />
Am J Respir Crit Care Med 2011; 183: 1354-1362<br />
Riess I, Sala V, Leo C, Demaria M, Gatti S, Gallo S, Fitou A, Boero O, Levi R, Cuccovillo I, Molla F, De Angelis<br />
N, Staszewsky L, Latini R, Crepal<strong>di</strong> T<br />
A mouse model for spatial and temporal expression of HGF in the heart<br />
Transgenic Res 2011; 20: 1203–1216<br />
Ristagno G, Fumagalli F, Gullo A<br />
The 'take home message' from the 'Take Heart America' program: Strengthen the chain!<br />
Crit Care Med 2011; 39: 194-196<br />
Sanz G, Fuster V, Guzmán L, Guglietta A, Arnáiz JA , Martínez F, Sarria A, Roncaglioni MC, Taubert K<br />
The fixed-dose combination drug for secondary car<strong>di</strong>ovascular prevention project: improving equitable access and<br />
adherence to secondary car<strong>di</strong>ovascular prevention with a fixed-dose combination drug. Study design and objectives<br />
Am Heart J 2011; 162: 811-817.e1<br />
167<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Scanziani M, Amigoni M, Bellani G, Zambelli V, Masson S, Radaelli E, Pesenti A, Latini R<br />
The effect of a single bolus of exogenous surfactant on lung compliance persists until two weeks after treatment in a<br />
model of acid aspiration pneumonitis<br />
Pulm Pharmacol Ther 2011; 24: 141-146<br />
Si<strong>di</strong>k NP, Solomon SD, Latini R, Maggioni AP, Wright M, Gimpelewicz CR, Pitt B, McMurray JJV<br />
Effect of aliskiren in patients with heart failure accor<strong>di</strong>ng to background dose of ACE inhibitor: a retrospective<br />
analysis of the Aliskiren Observation of Heart Failure Treatment (ALOFT) Trial<br />
Car<strong>di</strong>ovasc Drugs Ther 2011; 25: 315-321<br />
Staszewsky L, Wong M, Masson S, Raimon<strong>di</strong> E, Gramenzi S, Proietti G, Bicego D, Emanueli C, Pulitano' G, Taddei<br />
F, Nicolis EB, Correale E, Fabbri G, Bertocchi C, Franzosi MG, Maggioni AP, Tognoni G, Disertori M, Latini R,<br />
GISSI-AF Investigators<br />
Left atrial remodeling and response to valsartan in the prevention of recurrent atrial fibrillation: the GISSI-AF<br />
echocar<strong>di</strong>ographic substudy<br />
Circ Car<strong>di</strong>ovasc Imaging 2011; 4: 721-728<br />
Strawbridge RJ, Dupuis J, Prokopenko I, Barker A, Ahlqvist E, Rybin D, Petrie JR, Travers ME, Bouatia-Naji N,<br />
Dimas AS, Nica A, Wheeler E, Chen H, Voight BF, Taneera J, Kanoni S, Peden JF, Turrini F, Gustafsson S, Zabena<br />
C, Almgren P, Barker DJ, Barnes D, Dennison EM, Eriksson JG, Eriksson P, Eury E, Folkersen L, Fox CS, Frayling<br />
TM, Goel A, Gu HF, Horikoshi M, Isomaa B, Jackson AU, Jameson KA, Kajantie E, Kerr-Conte J, Kuulasmaa T,<br />
Kuusisto J, Loos RJ, Luan J, Makrilakis K, Manning AK, Martínez-Larrad MT, Narisu N, Nastase Mannila M,<br />
Ohrvik J, Osmond C, Pascoe L, Payne F, Sayer AA, Sennblad B, Silveira A, Stancáková A, Stirrups K, Swift AJ,<br />
Syvänen AC, Tuomi T, van 't Hooft FM, Walker M, Weedon MN, Xie W, Zethelius B; the DIAGRAM Consortium;<br />
the GIANT Consortium; the MuTHER Consortium; the CARDIoGRAM Consortium; the C4D Consortium, Ongen<br />
H, Mälarstig A, Hopewell JC, Saleheen D, Chambers J, Parish S, Danesh J, Kooner J, Ostenson CG, Lind L, Cooper<br />
CC, Serrano-Ríos M, Ferrannini E, Forsen TJ, Clarke R, Franzosi MG, Seedorf U, Watkins H, Froguel P, Johnson P,<br />
Deloukas P, Collins FS, Laakso M, Dermitzakis ET, Boehnke M, McCarthy MI, Wareham NJ, Groop L, Pattou F,<br />
Gloyn AL, Dedoussis GV, Lyssenko V, Meigs JB, Barroso I, Watanabe RM, Ingelsson E, Langenberg C, Hamsten A,<br />
Florez JC.<br />
Genome-wide association identifies nine common variants associated with fasting proinsulin levels and provides new<br />
insights into the pathophysiology of type 2 <strong>di</strong>abetes<br />
Diabetes 2011; 60: 2624-2634<br />
Zambelli V, Santaniello A, Fumagalli F, Masson S, Scorza R, Beretta L, Latini R<br />
Efficacy of aminaftone in a rat model of monocrotaline-induced pulmonary hypertension<br />
Eur J Pharmacol 2011; 667: 287-291<br />
Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D, Bisighini C,<br />
Remuzzi G, Benigni A<br />
Distinct car<strong>di</strong>ac and renal effects of ETA receptor antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2 <strong>di</strong>abetes<br />
Am J Physiol Renal Physiology 2011; 301: F1114-F1123<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2011)<br />
Avanzini F, Di Giulio P, Amodeo R, Baldo S, Bergna ML, Busi G, Carlino L, Colombo F, Cotza R, De Ponti A, Di<br />
Rocco E, Marigliani C, <strong>Negri</strong> E, Roncaglioni MC, Saltarel I, Sorbara L, Tavani A, De Martini M<br />
Efficacia <strong>di</strong> un intervento educativo infermieristico in pazienti ricoverati per una sindrome coronarica acuta<br />
Assistenza Infermieristica e Ricerca 2011; 30: 16-23<br />
Fumagalli F, Ristagno G<br />
Ventilazioni e compressioni toraciche: quanto e come<br />
Minerva Anestesiol 2011; 77 (Suppl.1 N.10): 185-188<br />
Pellis T, Mione V, Ristagno G<br />
L'ipotermia terapeutica post-rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 237-248<br />
168<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Antonaglia V, Berlot G, Sorbello M, Astuto M, Gullo A<br />
Broncopneumopatia cronica ostruttiva severa riacuttizzata e principi <strong>di</strong> ventilazione meccanica non invasiva<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 985-998<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, La Camera G, Astuto M, Gullo A<br />
Interpretazione dell'emogasanalisi in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 1027-1036<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, Murabito P, Gullo A<br />
Shock car<strong>di</strong>ogeno: approccio in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 507-519<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, Paolella R, Astuto M, Gullo A<br />
Shock neurogeno: approccio in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 531-542<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, Paratore AL, Astuto M, Gullo A<br />
Shock ostruttivo extracar<strong>di</strong>aco: approccio in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 521-530<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, Pulvirenti M, Astuto M, Gullo A<br />
Shock emorragico: approccio in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 497-506<br />
Ristagno G, Pellis T, Lucangelo U, Berlot G, Sganga G, Astuto M, Gullo A<br />
Sepsi e <strong>di</strong>sfunzione d'organo: fisiopatologia, <strong>di</strong>agnosi e trattamento<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 557-569<br />
Ristagno G, Tantillo S, Lucangelo U, Berlot G, Antonaglia V, Ventura LC, Astuto M, Gullo A<br />
Sindrome da <strong>di</strong>stress respiratorio acuto (ARDS): approccio in emergenza<br />
In: Manuale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> emergenza e pronto soccorso, III ed. CIC, Roma, 2011; 961-971<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare<br />
Effetti <strong>di</strong> mesoangioblasti e <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong> cellule progenitrici sul danno da<br />
infarto miocar<strong>di</strong>co sperimentale<br />
Numerosi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che cellule autologhe e omologhe <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente origine<br />
possono riparare il miocar<strong>di</strong>o danneggiato in seguito a un insulto ischemico acuto. La resa in<br />
termini <strong>di</strong> colonizzazione dell'area danneggiata e <strong>di</strong> sostituzione delle cellule irreversibilmente<br />
danneggiate varia molto da stu<strong>di</strong>o a stu<strong>di</strong>o, oscillando dal 63% a meno dell'1%.<br />
A <strong>di</strong>fferenza dei precursori midollari i mesoangioblasti sono potenzialmente interessanti perché<br />
(a) più facilmente espan<strong>di</strong>bili e (b) ottenibili da biopsia del muscolo scheletrico nell’uomo.<br />
I mesoangioblasti isolati da cuori umani migrano in cuori <strong>di</strong> topi immunodeficienti dopo infarto<br />
e sopravvivono per tempi lunghi, anche se non rigenerano parti <strong>di</strong> cuore infartuato e il<br />
miglioramento funzionale indotto è limitato. Sono stati stu<strong>di</strong>ati mesoangioblasti trasfettati con<br />
lentivirus per sintesi <strong>di</strong> PlGF e/o MMP-9, per verificare se, aumentando il loro potenziale proangiogenico<br />
e/o quello <strong>di</strong> remodelling della matrice extracellulare, si accrescono gli effetti<br />
benefici sul cuore infartuato. In effetti, i risultati preliminari suggeriscono che le cellule che<br />
169<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
esprimono MMP9 oppure MMP9+PlGF producono un beneficio funzionale sulla funzione del<br />
ventricolo sinistro valutata all’ecocar<strong>di</strong>ografia.<br />
Il modello particolarmente delicato della legatura della coronaria nel topo immunodeficiente<br />
viene utilizzato per valutare il potenziale angiogenico <strong>di</strong> altri progenitori <strong>di</strong> origine umana,<br />
come cellule ematiche CD34+ (collaborazione con F. Fagioli, Ospedale S. Anna, Torino),<br />
CD133 (collaborazione con M. Pesce e G. Pompilio, Centro Car<strong>di</strong>ologico Monzino, Milano). I<br />
risultati <strong>di</strong> queste ricerche, concluse nella seconda metà del 2010, sono stati oggetto <strong>di</strong><br />
pubblicazione su riviste internazionali peer-reviewed.<br />
Danno polmonare da acido cloridrico nel topo: un modello <strong>di</strong> polmonite<br />
da aspirazione per stu<strong>di</strong>are interventi protettivi<br />
L’aspirazione <strong>di</strong> contenuto gastrico è una complicazione relativamente frequente nei pazienti<br />
sottoposti ad anestesia generale (0,47-1,41% delle procedure in anestesia generale). Questo<br />
fenomeno può interessare i pazienti con alterazione del livello <strong>di</strong> coscienza e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
dei riflessi <strong>di</strong> protezione delle vie aeree (<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni neurologici, overdose <strong>di</strong> farmaci ecc.).<br />
L’evoluzione della polmonite da aspirazione può essere estremamente variabile: da una<br />
transitoria desaturazione, “aspirazione silente”, ai drammatici quadri dell’Acute Lung Injury<br />
(ALI) e dell’Acute Respiratory Distress Sindrome (ARDS) che richiedono cure intensive<br />
(ventilazione meccanica) e che sono associate ad un’alta mortalità (30-60%).<br />
In un modello murino <strong>di</strong> polmonite da aspirazione monolaterale, sviluppato nel laboratorio, è<br />
stato verificato l’effetto protettivo della instillazione <strong>di</strong> surfattante polmonare esogeno.<br />
Recentemente è stato anche stu<strong>di</strong>ato come la pentraxina PTX3, attraverso l’interazione con P-<br />
selectin, induca una modulazione dell’infiammazione (in termini <strong>di</strong> reclutamento <strong>di</strong> cellule<br />
polimorfonucleate), nel modello murino <strong>di</strong> ALI. L’effetto del surfattante esogeno è stato<br />
confrontato con quello <strong>di</strong> un surfattante sintetico nel modello <strong>di</strong> danno polmonare da HCl ed è<br />
stato <strong>di</strong>mostrato equivalente in termini <strong>di</strong> beneficio ottenibile. Un nuovo progetto è stato attivato<br />
su un modello combinando il danno monolaterale da aspirazione acida e la iperventilazione del<br />
polmone indenne per creare una sorta <strong>di</strong> VILI (Ventilation Induced Lung Injury). In questo<br />
modello, realizzato sia nel topo che nel ratto, verrà verificato l’effetto protettivo <strong>di</strong> Angiotensina<br />
1-7 e <strong>di</strong> un suo analogo sintetico.<br />
Ruolo dei macrofagi nella risposta al danno car<strong>di</strong>aco da ischemia e<br />
riperfusione<br />
I macrofagi, residenti o provenienti dal sangue come monociti che migrano nella sede della<br />
lesione, giocano <strong>di</strong>versi ruoli importanti nella risposta del cuore all’ ischemia/riperfusione. I<br />
macrofagi sono utili durante la fase <strong>di</strong> riparazione del danno, quando si forma la cicatrice con<br />
deposizione <strong>di</strong> collagene e nuovi vasi vengono prodotti, sotto lo stimolo <strong>di</strong> vari fattori <strong>di</strong><br />
crescita, molti dei quali prodotti dai macrofagi. Scopo del progetto è valutare il ruolo dei<br />
macrofagi nella risposta al danno car<strong>di</strong>aco da ischemia e riperfusione, allo scopo <strong>di</strong> separare il<br />
ruolo <strong>di</strong> queste cellule infiammatorie nel danno acuto e nei processi <strong>di</strong> riparazione susseguenti.<br />
Gli esperimenti <strong>di</strong> adoptive transfer con topi mancanti della proteina p50 sono in corso, in<br />
collaborazione con A. Sica (<strong>Istituto</strong> Humanitas, Rozzano, MI), si sono conclusi e hanno<br />
<strong>di</strong>mostrato che nei topi in cui mancava p50 nei monociti/macrofagi le conseguenze dell’infarto<br />
da legatura della coronaria erano più gravi soprattutto in termini <strong>di</strong> fibrosi miocar<strong>di</strong>ca<br />
interstiziale.<br />
Effetto dell’inibizione dell’enzima <strong>di</strong>pepti<strong>di</strong>l peptidasi-4 (DPP-4) sui<br />
progenitori endoteliali e sul danno ipossico in un modello animale <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2<br />
Questo stu<strong>di</strong>o ha avuto lo scopo <strong>di</strong> valutare se la somministrazione in un topo <strong>di</strong>abetico (ob/ob)<br />
<strong>di</strong> un inibitore <strong>di</strong> DPP-4, un composto con attività antiiperglicemica in grado <strong>di</strong> preservare SDF-<br />
170<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
1 nella forma attiva, portava ad una migliore tolleranza del glucosio e ad un aumento <strong>di</strong> EPCs<br />
(endothelial progenitors cells) circolanti rendendo più efficace la rigenerazione dei vasi e<br />
riducendo lo stress ischemico del miocar<strong>di</strong>o indotto dal nuoto forzato. Il trattamento con<br />
l’inibitore <strong>di</strong> DPP-4 migliorava significativamente la tolleranza al glucosio, aumentava il livello<br />
<strong>di</strong> EPCs circolanti e la densità vascolare in topi <strong>di</strong>abetici ob/ob. La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stress ipossico<br />
determinata dal nuoto forzato nei topi ob/ob era ridotta del 35% dall’inibitore <strong>di</strong> DPP-4 nei topi<br />
ob/ob. Le concentrazioni circolanti e tissutali <strong>di</strong> SDF-1 rilevate invece non mostravano<br />
<strong>di</strong>fferenze tra i gruppi sperimentali. L’inibitore <strong>di</strong> DPP-4 è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> ristabilire<br />
un’adeguata rete <strong>di</strong> capillari nel miocar<strong>di</strong>o dei topi <strong>di</strong>abetici ob/ob grazie alla mobilizzazione<br />
degli EPCs, determinando quin<strong>di</strong> una migliore risposta al danno miocar<strong>di</strong>co ischemico<br />
provocato dal nuoto forzato.<br />
Stu<strong>di</strong>o pilota prospettico sulla presenza <strong>di</strong> microangiopatia nel piede<br />
<strong>di</strong>abetico ulcerato<br />
La microangiopatia è considerata una possibile componente delle alterazioni che avvengono nel<br />
piede <strong>di</strong>abetico, tuttavia l’esatto ruolo che le alterazioni microvascolari svolgono nella<br />
eziopatogenesi dell’ulcera nel piede <strong>di</strong>abetico e nella determinazione della sua gravità sono<br />
pressochè totalmente ignote. Rimangono comunque numerosi quesiti irrisolti riguardo la<br />
presenza <strong>di</strong> questa complicanza sia nei pazienti neuropatici che in quelli arteriopatici. Lo stu<strong>di</strong>o<br />
si proporrà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutare la presenza <strong>di</strong> microangiopatia determinata come aumento dello<br />
spessore della membrana basale capillare e <strong>di</strong>minuzione dell’area del lume dei capillari<br />
determinati in microscopia elettronica a livello del piede in pazienti <strong>di</strong>abetici <strong>di</strong> tipo 2<br />
neuropatici o neuroischemici con ulcera del piede rispetto ai soggetti sani. Si procederà inoltre a<br />
valutare la correlazione della presenza <strong>di</strong> capillari e <strong>di</strong> formazioni trombotiche con i parametri<br />
<strong>di</strong> ischemia (TcPO2, ankle-brachial index, pressione alla caviglia) e sul rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>astasi e la<br />
correlazione tra presenza <strong>di</strong> infiltrati infiammatori con i parametri usuali <strong>di</strong> infezione: globuli<br />
bianchi, VES, proteina C reattiva, numero e tipo <strong>di</strong> germi al tampone. Ad ora le iniziali<br />
valutazioni effettuate per analizzare la applicabilità <strong>di</strong> metodologie laboratoristiche alla<br />
identificazione istopatologica del microcircolo del piede hanno dato risultati giu<strong>di</strong>cati eccellenti<br />
dal punto <strong>di</strong> vista delle immagini ottenibili.<br />
Stu<strong>di</strong> preclinici e clinici sull’arresto car<strong>di</strong>aco e la rianimazione<br />
car<strong>di</strong>opolmonare<br />
Ogni anno più <strong>di</strong> 350.000 persone negli Stati Uniti e 700.000 in Europa sono vittime <strong>di</strong> arresto<br />
car<strong>di</strong>aco. Tra coloro che sono rianimati con successo, più del 60% muore in terapia intensiva<br />
entro le 72 ore a causa <strong>di</strong> un grave scompenso car<strong>di</strong>aco o dell’insorgenza <strong>di</strong> aritmie maligne e<br />
ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione ventricolare.<br />
L’arresto car<strong>di</strong>aco rappresenta una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ischemia e riperfusione globale che coinvolge<br />
tutti gli organi. A tal riguardo, presso il Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare<br />
sono in corso stu<strong>di</strong> preclinici su un modello <strong>di</strong> arresto car<strong>di</strong>aco e rianimazione car<strong>di</strong>opolmonare<br />
(RCP) nel ratto con lo scopo <strong>di</strong> valutare la risposta infiammatoria e il danno d’organo<br />
conseguenti la rianimazione, nell’animale sano e/o con patologia <strong>di</strong>smetabolica (es. obesità e<br />
<strong>di</strong>abete), e valutare, inoltre, il successo delle manovre <strong>di</strong> RCP e la sopravvivenza dopo<br />
interventi terapeutici nuovi (es. pentraxina 3, carbonio ventilazione con argon).<br />
E’ ormai ben noto che la severità della <strong>di</strong>sfunzione miocar<strong>di</strong>ca post rianimazione è anche legata<br />
all’entità dell’energia erogata con la defibrillazione e <strong>di</strong> conseguenza, la possibilità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re il<br />
successo <strong>di</strong> una defibrillazione potrebbe ridurre gli effetti avversi <strong>di</strong> defibrillazioni ripetitive e<br />
non necessarie. In ambito clinico la ricerca è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>retta all’in<strong>di</strong>viduazione e valutazione <strong>di</strong><br />
nuove applicazioni tecnologiche che siano in grado <strong>di</strong> fornire informazioni essenziali ai<br />
soccorritori riguardanti la durata dell’arresto car<strong>di</strong>aco non trattato e la priorità dell’intervento<br />
rianimatorio da intraprendere (compressioni toraciche o defibrillazione). A tal fine si stanno<br />
171<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
valutando e analizzando parametri pre<strong>di</strong>ttori del successo della rianimazione derivati dall’analisi<br />
dell’onda <strong>di</strong> fibrillazione ventricolare (in collaborazione con l’Ospedale San Gerardo <strong>di</strong> Monza<br />
e l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombar<strong>di</strong>a).<br />
GISSI-HF: sottoprogetto Bioumorale marcatori urinari <strong>di</strong> danno renale<br />
tubulare e livelli circolanti <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi<br />
Lo stu<strong>di</strong>o clinico GISSI-HF si proponeva <strong>di</strong> valutare se due trattamenti (una statina e gli n-3<br />
PUFA) sono in grado <strong>di</strong> migliorare la prognosi dei pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca <strong>di</strong> ogni<br />
eziologia, con o senza riduzione della frazione <strong>di</strong> eiezione del ventricolo sinistro. Sono stati<br />
pubblicati i risultati principali su circa 7000 pazienti (Lancet 2008; 372: 1223-1230 e Lancet<br />
2008; 372: 1231-1239). In più <strong>di</strong> 2200 pazienti sono stati raccolti campioni urinari per valutare<br />
marcatori <strong>di</strong> danno glomerulare (la microalbuminuria, Circ Heart Fail 2010; 3: 65-72) e<br />
marcatori precoci <strong>di</strong> danno renale tubulare (KIM-1, N-GAL e NAG), che pre<strong>di</strong>cono un esito<br />
clinico infausto, anche in presenza <strong>di</strong> una funzione glomerulare preservata (Eur Heart J 2011;<br />
32: 2705-2712) E’ stato sottoposta per valutazione una pubblicazione sui livelli circolanti <strong>di</strong><br />
aci<strong>di</strong> grassi (n-3 PUFA) misurati in 1200 pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, la loro<br />
relazione con la <strong>di</strong>eta e dopo trattamento con 1 g <strong>di</strong> n-3 PUFA per 3 mesi.<br />
PTX3, una nuova pentraxina lunga, è un in<strong>di</strong>catore car<strong>di</strong>aco <strong>di</strong> prognosi<br />
nelle patologie car<strong>di</strong>ovascolari, in<strong>di</strong>pendente dalla proteina C reattiva<br />
PTX3 è una nuova proteina la cui espressione è indotta da citochine nell'endotelio e cellule<br />
mononucleate, la maggior parte muscolari e car<strong>di</strong>ache, mentre la proteina C reattiva (PCR) è<br />
principalmente sintetizzata dal fegato. PTX3 ha mostrato un picco plasmatico intorno alle 7 ore<br />
dopo l'insorgenza dei sintomi dell'infarto e sembra essere un pre<strong>di</strong>ttore in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> mortalità<br />
a 3 mesi. PTX3 è stata dosata con un metodo ELISA in 1200 pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca<br />
sintomatica (GISSI-HF) e in 380 pazienti con fibrillazione atriale (GISSI-AF) per esplorare il<br />
suo possibile ruolo in altre patologie car<strong>di</strong>ovascolari. I marcatori circolanti infiammatori<br />
(hsCRP, PTX3 e IL-6) non sembrano pre<strong>di</strong>re la ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione atriale nei pazienti<br />
dello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF (Heart 2010; 96: 1909-1914). I primi risultati in<strong>di</strong>cano che PTX3 è<br />
associata con <strong>di</strong>verse variabili cliniche in pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca, in particolare età<br />
avanzata, <strong>di</strong>sfunzione ventricolare, classe funzionale più compromessa, e presenza <strong>di</strong><br />
comorbi<strong>di</strong>tà quali la fibrillazione atriale e il <strong>di</strong>abete. PTX3 pre<strong>di</strong>ce in modo in<strong>di</strong>pendente morbimortalità<br />
nei pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca. La contrazione plasmatica della PTX3 è stata<br />
misurata, in collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> A. Mantovani (<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas,<br />
Rozzano) sia nei campioni dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, sia nei campioni raccolti in un altro grande<br />
stu<strong>di</strong>o clinico (CORONA) che ha arruolato pazienti anziani con insufficienza car<strong>di</strong>aca <strong>di</strong> origine<br />
ischemica, randomizzati a ricevere rosuvastatina o placebo. Le due casistiche sono state<br />
esaminate insieme per determinare l’effetto <strong>di</strong> una statina sui livelli <strong>di</strong> PTX3 e il valore<br />
prognostico del marcatore in una popolazione combinata <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 3500 pazienti. È stata<br />
sottoposta per valutazione ad una rivista internazionale una pubblicazione sul valore<br />
prognostico della PTX3 combinando dati dagli stu<strong>di</strong> GISSI-HF e CORONA.<br />
GISSI-AF: Sottoprogetto ecocar<strong>di</strong>ografico e bioumorale<br />
Il trial GISSI sulla fibrillazione atriale (GISSI-AF), ha valutato l'efficacia del valsartan, un<br />
antagonista recettoriale <strong>di</strong> tipo 1 dell'angiotensina II, nel prevenire la ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione<br />
atriale in 1400 pazienti. Un sottoprogetto dello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF si è recentemente concluso per<br />
valutare il potenziale ruolo meccanismi neurormonali e <strong>di</strong> rimodellamento strutturale del cuore<br />
nella ricorrenza e gravità della fibrillazione atriale (FA). In quasi 400 pazienti sono stati eseguiti<br />
3 esami ecocar<strong>di</strong>ografici seriati (randomizzazione, 6 mesi e 1 anno) e altrettanti prelievi ematici.<br />
Me<strong>di</strong>ante ecocar<strong>di</strong>ografia sono state misurate le <strong>di</strong>mensioni dell’atrio sinistro e del ventricolo,<br />
mentre nel plasma sono stati dosati pepti<strong>di</strong> natriuretici (NT-proBNP e MR-proANP), troponina<br />
172<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
T car<strong>di</strong>aca (metodo ad alta sensibilità), pepti<strong>di</strong> vasoattivi (endotelina-1, adrenodmedullina e<br />
vasopressina), marcatori dell’infiammazione (proteina C-reattiva, interleuchina-6 e pentraxina-<br />
3). I pepti<strong>di</strong> natriuretici e la troponina sembrano essere i pre<strong>di</strong>ttori bioumorali più forti della<br />
ricorrenza <strong>di</strong> fibrillazione atriale nello stu<strong>di</strong>o GISSI-AF (J Intern Med 2011; 269: 160-171),<br />
rispetto ai marcatori infiammatori (Heart 2010; 96: 1909-1914). Sono in corso analisi che<br />
valutano l’associazione fra variabili ecocar<strong>di</strong>ografiche e marcatori circolanti.<br />
Stu<strong>di</strong>o CandHeart, effetti del candesartan su BNP e funzione ventricolare<br />
sinistra in pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca sintomatica<br />
Il candesartan, un bloccante dei recettori <strong>di</strong> tipo 1 della angiotensina II, riduce<br />
significativamente la morbi-mortalità nella insufficienza car<strong>di</strong>aca, come <strong>di</strong>mostrato dagli stu<strong>di</strong><br />
CHARM. Il principale obiettivo del presente stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> verificare gli effetti del candesartan sui<br />
livelli circolanti <strong>di</strong> BNP in pazienti con scompenso car<strong>di</strong>aco con funzione sistolica ventricolare<br />
depressa o preservata. Sono stati arruolati 514 pazienti in 70 centri clinici, seguiti per 1 anno.<br />
Sono state eseguite determinazioni bioumorali ed ecocar<strong>di</strong>ografiche seriali alla randomizzazione<br />
e dopo 3 e 12 mesi (fine dello stu<strong>di</strong>o). Oltre al BNP sono stati misurati altri marcatori <strong>di</strong><br />
prognosi come l’aldosterone e la microalbuminuria. Le analisi statistiche hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
candesartan riduceva significativamente l’aldosterone plasmatico, ma non il BNP. Inoltre<br />
candesartan migliorava la frazione <strong>di</strong> eiezione del ventricolo sinistro e la classe funzionale<br />
NYHA dei pazienti. Un lavoro scientifico è stato accettato per pubblicazione (Aleksova et al.,<br />
Car<strong>di</strong>ovasc Drugs Ther., in stampa).<br />
DyDa: Prevalenza e incidenza della <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sinistra in<br />
pazienti <strong>di</strong>abetici con <strong>di</strong>abete mellito tipo 2 senza storia <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia<br />
nota<br />
Stu<strong>di</strong>o prospettico, multicentrico, nazionale, <strong>di</strong> tipo epidemiologico per valutare la prevalenza<br />
all’arruolamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sinistra <strong>di</strong>astolica e/o sistolica in 1000 pazienti con<br />
<strong>di</strong>abete mellito tipo 2 senza storia <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia nota e documentata, ed identificarne i parametri<br />
pre<strong>di</strong>ttivi clinici, bioumorali e strumentali non invasivi. L’incidenza della <strong>di</strong>sfunzione<br />
ventricolare sinistra è seguita su un periodo <strong>di</strong> 2 anni usando tecniche <strong>di</strong> ECG e ecocar<strong>di</strong>ografia.<br />
Il profilo bioumorale <strong>di</strong> questi pazienti all’arruolamento (BNP, proteina C-reattiva,<br />
microalbuminuria, emoglobina glicata) è valutato centralmente. L’arruolamento è iniziato a<br />
luglio 2006 ed è finito nel marzo 2008 con 970 pazienti arruolati. I dosaggi dei marcatori<br />
ematici sono conclusi; i primi dati sull’associazione fra questi marcatori e le caratteristiche<br />
cliniche dei pazienti sono in corso <strong>di</strong> pubblicazione. Due manoscritti sono stati preparati e sono<br />
stati accettati per pubblicazione dall’European Journal of Car<strong>di</strong>ovascular Prevention and<br />
Rehabilitation. In un sottogruppo <strong>di</strong> pazienti dello stu<strong>di</strong>o sono stati misurati i livelli dei<br />
progenitori endoteliali circolanti e la loro funzione angiogenetica in vitro, per verificare se essi<br />
sono associati al rischio <strong>di</strong> sviluppare una patologia car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ALBIOS: Albumin Italian Outcome Sepsis Study<br />
L’obiettivo primario dello stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> verificare l’ipotesi che il rimpiazzo volemico con<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> albumina e il mantenimento della sua concentrazione plasmatica entro un intervallo<br />
fisiologico (≥ 30 g/l) migliori la sopravvivenza <strong>di</strong> pazienti affetti da sepsi severa o shock settico,<br />
rispetto a rimpiazzo volemico con l’utilizzo <strong>di</strong> cristalloi<strong>di</strong>. Lo stu<strong>di</strong>o multicentrico coinvolge più<br />
<strong>di</strong> 150 reparti <strong>di</strong> terapia intensiva sul territorio nazionale. E’ coor<strong>di</strong>nato dall’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
Anestesiologia e Rianimazione, dell’Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano e dal Consorzio<br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Sud e finanziato da AIFA. Un gruppo <strong>di</strong> 48 Centri partecipa al sottoprogetto<br />
“biomarkers” coor<strong>di</strong>nato dal Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, con l’obiettivo <strong>di</strong> arruolare circa 800 pazienti. Sono raccolti campioni ematici<br />
ottenuti sequenzialmente da pazienti per valutare gli eventuali effetti dell’albumina su marcatori<br />
173<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
d’infiammazione, infezione, funzione car<strong>di</strong>aca e coagulazione. Sono stati randomizzati 1763<br />
pazienti (su un totale previsto <strong>di</strong> 1800) e sono stati raccolti campioni ematici in almeno 800 <strong>di</strong><br />
loro.<br />
Valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche per interventi<br />
neurochirurgici sopratentoriali. Lo stu<strong>di</strong>o NeuroMorfeo<br />
Si tratta <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o multicentrico randomizzato controllato, aperto con valutazione in cieco<br />
dell’endpoint (tempo al risveglio secondo la scala <strong>di</strong> Aldrete), basato su un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />
equivalenza in cui sono state poste a confronto tre <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche (v.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci per i dettagli). La risposta bioumorale allo stress<br />
peri-e post-operatorio come in<strong>di</strong>catore dell’omeostasi e dello stato neuro-vegetativo dei pazienti<br />
e l’escrezione urinaria e la concentrazione circolante <strong>di</strong> catecolamine e <strong>di</strong> cortisolo sono state<br />
misurate centralmente dal Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, con la<br />
collaborazione del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> a<br />
Ranica. Il manoscritto relativo ai risultati è accettato per pubblicazione (European Journal of<br />
Anesthesia).<br />
Valutazione della prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione car<strong>di</strong>aca asintomatica e <strong>di</strong><br />
scompenso car<strong>di</strong>aco conclamato in un campione <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong> età ≥<br />
65 anni nel Lazio. Lo stu<strong>di</strong>o PREDICTOR<br />
Questo stu<strong>di</strong>o osservazionale si pone per obiettivo primario la valutazione della prevalenza <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sfunzione car<strong>di</strong>aca asintomatica e <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco conclamato in un campione <strong>di</strong><br />
popolazione generale del Lazio. L’obiettivo secondario è <strong>di</strong> identificare le variabili pre<strong>di</strong>ttive<br />
cliniche, bioumorali (peptide natriuretico) e strumentali non invasive della <strong>di</strong>sfunzione car<strong>di</strong>aca<br />
asintomatica e dello scompenso car<strong>di</strong>aco conclamato. La popolazione in stu<strong>di</strong>o è rappresentata<br />
da un campione <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> età compresa tra 65 e 84 anni residente nell’area geografica <strong>di</strong><br />
afferenza dei 10 Centri <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia partecipanti. Una prima fase del progetto prevede il<br />
reclutamento <strong>di</strong> 1000 soggetti, seguita <strong>di</strong> una seconda fase con altri 2000 soggetti. Campioni<br />
ematici sono raccolti per ogni soggetto reclutato e conservati presso il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare, incaricato della gestione della banca plasma e dei<br />
dosaggi. A fine <strong>di</strong>cembre 2008 la prima fase è terminata con successo. Dati preliminari<br />
mostrano una buona coerenza fisiopatologica fra i livelli circolanti <strong>di</strong> NT-proBNP e in<strong>di</strong>ci<br />
ecocar<strong>di</strong>ografici <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sistolica o <strong>di</strong>astolica o con la gravità dello<br />
scompenso car<strong>di</strong>aco. Il manoscritto relativo ai risultati è in corso <strong>di</strong> valutazione per<br />
pubblicazione (European Journal of Heart Failure). Sono stati misurati altri marcatori, come la<br />
troponina ad alta sensibilità (danno car<strong>di</strong>aco), la proteina C-reattiva (infiammazione), la<br />
cistatina (funzione renale) e nuovi marcatori circolanti legati al metabolismo della matrice, della<br />
vitamina D e del TGF-beta.<br />
Valutazione degli aci<strong>di</strong> grassi n-3 poliinsaturi (n-3 PUFA) per la<br />
prevenzione della comparsa <strong>di</strong> fibrillazione atriale post-operatoria in<br />
pazienti sottoposti a interventi <strong>di</strong> chirurgia car<strong>di</strong>aca. Lo stu<strong>di</strong>o OPERA<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco,<br />
internazionale multicentrico è <strong>di</strong> valutare se la somministrazione peri-operatoria <strong>di</strong> n-3 PUFA (8<br />
g prima dell’intervento, e 2 g al giorno per 10 giorni) è in grado <strong>di</strong> ridurre l’incidenza <strong>di</strong><br />
fibrillazione atriale in 1516 pazienti sottoposti ad un intervento <strong>di</strong> chirurgia car<strong>di</strong>aca. Il<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare funge da laboratorio centrale per la<br />
raccolta <strong>di</strong> campioni biologici (sangue, urina e tessuti) provenienti da centri Italiani e Argentini<br />
e per la valutazione <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare (peptide natriuretico, troponina,<br />
proteina C-reattiva). A fine <strong>di</strong>cembre 2011, sono stati arruolati più <strong>di</strong> 1200 pazienti (> 500 da<br />
174<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
centri clinici Italiani) e i campioni biologici da circa 400 pazienti (>150 da centri clinici<br />
Italiani) sono stati raccolti e conservati nella banca dello stu<strong>di</strong>o.<br />
Valutazione dei meccanismi <strong>di</strong> protezione o <strong>di</strong> suscettibilità in<strong>di</strong>viduali nei<br />
confronti della malattia aterosclerotica delle arterie coronariche e delle<br />
relative manifestazioni cliniche: lo stu<strong>di</strong>o GISSI-Outliers CAPIRE<br />
Il presente stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> analizzare il ruolo <strong>di</strong> fattori protettivi o pre<strong>di</strong>sponenti nei<br />
confronti della malattia aterosclerotica coronarica e delle relative manifestazioni cliniche in<br />
pazienti (già sottoposti per in<strong>di</strong>cazione clinica a tomografia computerizzata multistrato) con un<br />
profilo <strong>di</strong> rischio clinico agli estremi della <strong>di</strong>stribuzione del rischio <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
Tale approccio ha lo scopo <strong>di</strong> consentire la generazione <strong>di</strong> possibili nuove ipotesi su<br />
meccanismi eziopatogenetici ancora sconosciuti del processo <strong>di</strong> aterosclerosi coronarica. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> tipo prospettico, osservazionale, multinazionale, multicentrico con una fase<br />
trasversale <strong>di</strong> confronto tra le popolazioni selezionate e una fase longitu<strong>di</strong>nale, <strong>di</strong> follow up. Il<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare funge da laboratorio centrale per la<br />
raccolta <strong>di</strong> campioni biologici (sangue, plasma e siero) provenienti dai centri partecipanti e per<br />
la valutazione <strong>di</strong> marcatori legati al profilo infiammatorio, lipi<strong>di</strong>co, metabolico e <strong>di</strong><br />
coagulazione dei pazienti. A fine <strong>di</strong>cembre 2011, 193 pazienti sono stati arruolati (su totale<br />
previsto <strong>di</strong> 800). E’ in corso <strong>di</strong> valutazione su un campione dei primi 150 pazienti arruolati,<br />
l’associazione fra fattori <strong>di</strong> rischi o protettivi, marcatori lipi<strong>di</strong>ci, infiammatori o <strong>di</strong> danno<br />
car<strong>di</strong>aco e la presenza <strong>di</strong> malattia aterosclerotica.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci<br />
PROCARDIS: Stu<strong>di</strong>o del genoma per identificare geni <strong>di</strong> suscettibilità alla<br />
malattia coronarica<br />
Il PROCARDIS è condotto da un Consorzio <strong>di</strong> ricerca europeo costituito dal Gruppo Italiano<br />
per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Infarto (gruppo GISSI), dalla Clinical Trial Service Unit,<br />
Università <strong>di</strong> Oxford (gruppo ISIS), dall’Institute of Clinical Chemistry and Laboratory<br />
Me<strong>di</strong>cine and Institute for Arteriosclerosis Research, Università <strong>di</strong> Munster; dall’Institute for<br />
Atherosclerosis Research, Karolinska Hospital, Stoccolma, e dal Wellcome Trust of Human<br />
Genetics,Università <strong>di</strong> Oxford.<br />
La prima fase del progetto, supportata dal 4th Framework Programme della Comunità Europea,<br />
aveva come obiettivo l'identificazione e la localizzazione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> suscettibilità alla patologia<br />
coronarica capaci <strong>di</strong> determinare un rischio specifico ed aggiuntivo rispetto ai fattori <strong>di</strong> rischio<br />
classici già noti per la malattia. Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto con la tecnica del “genome-wide<br />
linkage analysis” su coppie <strong>di</strong> fratelli affetti da un evento coronarico (affected sibling-pairs,<br />
ASPs) e ha identificato tre regioni cromosomiche <strong>di</strong> interesse utilizzando una popolazione<br />
costituita da 2036 famiglie. Sul database del PROCARDIS sono state inoltre condotte analisi <strong>di</strong><br />
linkage genome-wide per localizzare regioni cromosomiche associate a fenotipi quantitativi.<br />
Sono stati analizzati con questo metodo la lipoproteina A, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea (BMI),<br />
l’omocisteina e vari tratti coinvolti nella sindrome metabolica.<br />
La seconda fase del progetto PROCARDIS, supportata dal 6th Framework Programme della<br />
Comunità Europea, ha utilizzato la tecnica GWAS (genome wide association study) per<br />
identificare nuovi geni can<strong>di</strong>dati accoppiando ai casi <strong>di</strong> infarto altrettanti soggetti <strong>di</strong> controllo<br />
raccolti “ad hoc”. Sono state così identificate tre regioni cromosomiche associate con la<br />
suscettibilità alla malattia coronarica: 9p21.3, vicino ai geni CDKN2A e CDKN2B; 1p13,<br />
vicino ai geni PSRC1, CELSR2, e SORT1; e 6q26-27, a livello del gene LPA. Nella regione del<br />
cromosoma 9p21 lo stu<strong>di</strong>o ha identificato due SNPs (Single Nucleotide Polymorphisms) che<br />
sono risultati associati rispettivamente con l’aumento <strong>di</strong> suscettibilità alla malattia coronarica e<br />
175<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
al <strong>di</strong>abete mellito <strong>di</strong> tipo 2 con un effetto in<strong>di</strong>pendente sulle due malattie. Nella regione del gene<br />
LPA lo stu<strong>di</strong>o ha identificato due SNPs associati agli effetti della lipoproteina (a). Negli<br />
in<strong>di</strong>vidui portatori <strong>di</strong> tali varianti lo stu<strong>di</strong>o ha evidenziato un aumento dei livelli plasmatici <strong>di</strong><br />
lipoproteina (a) e un aumento degli eventi <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co acuto, in<strong>di</strong>cando un ruolo<br />
causale della lipoproteina (a) nello sviluppo della malattia coronarica e dell’infarto.<br />
Recentemente il PROCARDIS, insieme ad un altro grande stu<strong>di</strong>o internazionale, ha contribuito<br />
in modo decisivo a <strong>di</strong>mostrare l’esistenza <strong>di</strong> nuovi geni responsabili dello sviluppo della<br />
malattia coronarica. I due stu<strong>di</strong>, pubblicati nel 2011 su Nature Genetics, hanno identificato<br />
complessivamente 17 nuove varianti genetiche associate ad un aumento del rischio <strong>di</strong> infarto,<br />
che non si sapevano coinvolte nello sviluppo della malattia coronarica. E’ stato, inoltre,<br />
confermato che allo sviluppo della malattia concorrono molti geni con un piccolo effetto,<br />
piuttosto che pochi geni con un grosso effetto. La genetica ha un ruolo circoscritto nello<br />
sviluppo della malattia coronarica, si stima che non più del 20% del rischio sia ad essa<br />
<strong>di</strong>rettamente imputabile, ma è sicuramente l’interazione tra i geni e l’ambiente a giocare un forte<br />
ruolo.<br />
I due stu<strong>di</strong> hanno utilizzato un’enorme massa <strong>di</strong> dati analizzando il DNA <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 210.000<br />
persone <strong>di</strong> origine europea e asiatica, delle quali più <strong>di</strong> 85.000 affetti da malattia coronarica:<br />
paragonando il DNA delle persone con la malattia con quello delle persone senza la malattia, i<br />
ricercatori sono stati in grado <strong>di</strong> raddoppiare il numero <strong>di</strong> varianti genetiche che erano<br />
conosciute fino ad oggi come associate alla malattia coronarica.<br />
Stu<strong>di</strong>o GISSI-HF: Sottoprogetto genetico<br />
Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell'Insufficienza car<strong>di</strong>aca) è una<br />
collaborazione tra l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e l'ANMCO (Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci<br />
Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri) che opera da 25 anni nel campo della ricerca car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Il GISSI-HF è uno stu<strong>di</strong>o prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo<br />
che ha randomizzato 7046 pazienti con evidenza clinica <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco <strong>di</strong> qualsiasi<br />
eziologia e senza limiti <strong>di</strong> età a n-3 PUFA o placebo e a rosuvastatina o placebo. Lo stu<strong>di</strong>o ha<br />
<strong>di</strong>mostrato che un trattamento a lungo termine con 1gr al giorno <strong>di</strong> n-3 PUFA (aci<strong>di</strong> grassi<br />
polinsaturi) riduce la mortalità totale del 9%, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale per<br />
problemi car<strong>di</strong>ovascolari del 8% in pazienti affetti da scompenso car<strong>di</strong>aco, già trattati al meglio<br />
della terapia raccomandata per questa malattia. Lo stesso stu<strong>di</strong>o non ha invece messo in<br />
evidenza vantaggi rispetto al placebo <strong>di</strong> un trattamento a lungo termine con rosuvastatina.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o comprendeva vari sottoprogetti tra i quali un sottoprogetto sui marker genetici.<br />
Si conosce ancora poco circa il ruolo dei fattori genetici nell'eziologia, evoluzione, prognosi e<br />
risposta al trattamento dello scompenso car<strong>di</strong>aco, con l'eccezione <strong>di</strong> alcune forme originate da<br />
specifiche car<strong>di</strong>omiopatie.<br />
Il sottoprogetto genetico dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF ha incluso 2500 pazienti sui quali è in corso <strong>di</strong><br />
valutazione il ruolo <strong>di</strong> varianti genetiche nello scompenso car<strong>di</strong>aco, con particolare attenzione<br />
alle relazioni tra i polimorfismi <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati implicati nel metabolismo dei lipi<strong>di</strong> e nella<br />
risposta infiammatoria e la prognosi <strong>di</strong> pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, e se e come tali<br />
relazioni vengono mo<strong>di</strong>ficate dai trattamenti farmacologici in stu<strong>di</strong>o. In collaborazione con il<br />
laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare è stata valutata l’associazione <strong>di</strong> alcuni<br />
polimorfismi del gene che esprime a<strong>di</strong>ponectina con i livelli plasmatici della stessa e la prognosi<br />
dei pazienti <strong>di</strong>abetici con scompenso cronico.<br />
Stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione-Genetica<br />
Nel corso dello stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione sono stati raccolti circa 8000 campioni <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong><br />
pazienti arruolati nello stu<strong>di</strong>o, che sono oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> collaborativi con la SIBioC (Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Biochimica Clinica e Biologia Molecolare). Tra questi lo stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzionegenetica<br />
ha l'obiettivo <strong>di</strong> valutare il ruolo <strong>di</strong> alcuni polimorfismi genetici implicati nel<br />
176<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
metabolismo lipi<strong>di</strong>co e nella risposta infiammatoria nella prognosi <strong>di</strong> pazienti con car<strong>di</strong>opatia<br />
ischemica e nella loro risposta alla terapia farmacologica con n-3 PUFA e/o statine.<br />
In questa logica è stato valutato il ruolo delle varianti genetiche dell´Apolipoproteina E nella<br />
sopravvivenza dopo infarto miocar<strong>di</strong>co e nella risposta alla terapia con pravastatina su una<br />
popolazione 3300 pazienti.<br />
Sempre sui pazienti del GISSI-Prevenzione-Genetica sono stati condotti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione <strong>di</strong><br />
tipo caso-controllo sul ruolo dei polimorfismi del gene che co<strong>di</strong>fica per l’a<strong>di</strong>ponectina, sul ruolo<br />
dei polimorfismi del gene che co<strong>di</strong>fica per la proteina C reattiva, sul ruolo <strong>di</strong> alcuni<br />
polimorfismi <strong>di</strong> geni della regione del cromosoma 9p21 nello sviluppo della malattia coronarica<br />
e dell’infarto miocar<strong>di</strong>co e del <strong>di</strong>abete.<br />
In collaborazione con l’<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas e con l’IRCCS <strong>di</strong> San Giovanni Rotondo è<br />
stato avviato un progetto <strong>di</strong> valutazione dei geni che co<strong>di</strong>ficano per la PTX3, una proteina<br />
appartenente alla famiglia delle pentraxine, prodotta in risposta a stimoli infiammatori da <strong>di</strong>versi<br />
tipi cellulari e il cui ruolo nell’aterogenesi è supportato da numerosi dati sperimentali.<br />
Valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche per interventi<br />
neurochirurgici sopratentoriali. Lo stu<strong>di</strong>o NeuroMorfeo<br />
Lo stu<strong>di</strong>o NeuroMorfeo, multicentrico, randomizzato, controllato, aperto con valutazione in<br />
cieco dell’endpoint, aveva l’obiettivo <strong>di</strong> valutare, analizzando molteplici aspetti, se l’anestesia<br />
con anestetici volatili fosse equivalente a quella con anestetici endovenosi in interventi elettivi<br />
<strong>di</strong> neurochirurgia sopratentoriale. Lo stu<strong>di</strong>o, basato su un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> equivalenza, ha confrontato<br />
tre <strong>di</strong>fferenti strategie anestesiologiche attraverso una valutazione della qualità del risveglio. Ha<br />
inoltre valutato la comparabilità delle <strong>di</strong>verse strategie anestetiche in termini <strong>di</strong> attivazione<br />
neurovegetativa, comparsa <strong>di</strong> eventi avversi durante l’intervento chirurgico, valutazione<br />
chirurgica dell’anestesia sul parenchima cerebrale, comparsa <strong>di</strong> eventi avversi post-operatori.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o, finanziato da AIFA, è promosso dalla Neurorianimazione dell’Ospedale San Gerardo<br />
<strong>di</strong> Monza che si è avvalsa della collaborazione del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei<br />
Farmaci dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> per il coor<strong>di</strong>namento generale, la gestione dei dati e il<br />
monitoraggio dei centri; del Laboratorio <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca per l’analisi statistica dei dati; del<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare per le misurazioni centralizzate <strong>di</strong> alcuni<br />
biomarcatori (ve<strong>di</strong> Lab. Farmacologia Clinica Car<strong>di</strong>ovascolare per i dettagli).<br />
L’arruolamento si è concluso con la randomizzazione <strong>di</strong> 411 pazienti da parte <strong>di</strong> 14 centri<br />
neurochirurgici italiani. Il manoscritto relativo ai risultati è stato accettato per la pubblicazione<br />
su European Journal of Anestesia<br />
BeTACTIC Study: Best Therapy After Car<strong>di</strong>ac Transplantation, the Italian<br />
Challenge<br />
BeTACTIC è uno stu<strong>di</strong>o multicentrico, prospettico, randomizzato, in aperto, che ha l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> confrontare efficacia e sicurezza <strong>di</strong> un trattamento con Everolimus (Ev) rispetto a un<br />
trattamento con Micofenolato (MMF) in associazione con Ciclosporina, in pazienti trapiantati <strong>di</strong><br />
cuore da più <strong>di</strong> un anno, con un decorso complicato dalla presenza <strong>di</strong> rigetto acuto multiplo,<br />
malattia coronarica del graft e/o <strong>di</strong>sfunzione renale. La sopravvivenza nei pazienti trapiantati <strong>di</strong><br />
cuore è migliorata negli ultimi anni in seguito ad una riduzione della mortalità a breve termine,<br />
mentre oltre il primo anno non ci sono stati cambiamenti significativi. La malattia coronarica<br />
del graft (CAV) e il cancro sono le principali cause <strong>di</strong> morte a lungo termine dopo trapianto <strong>di</strong><br />
cuore. Numerosi fattori, inclusi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rigetto acuto e infezioni da Citomegalovirus, sono<br />
responsabili della patogenesi della CAV e le neoplasie mostrano una maggior incidenza nei<br />
pazienti immunosoppressi rispetto alla popolazione generale. In tali pazienti quote significative<br />
<strong>di</strong> morbilità e mortalità derivano anche da insufficienza renale e complicazioni car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
MMF ed Ev sono stati introdotti nella pratica clinica del trattamento <strong>di</strong> pazienti trapiantati <strong>di</strong><br />
cuore in seguito alla <strong>di</strong>mostrazione della loro superiorità rispetto ad Azatioprina in trapianti de<br />
177<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
novo. Ad oggi la superiorità <strong>di</strong> Ev rispetto a MMF non è mai stata testata in uno stu<strong>di</strong>o specifico<br />
<strong>di</strong> confronto head-to-head in pazienti trapiantati a lungo termine.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o, supportato da un finanziamento AIFA, prevede una durata <strong>di</strong> 5 anni con l’inclusione<br />
<strong>di</strong> 400 pazienti in 12 centri trapiantologici italiani. E’ promosso dal Reparto <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia,<br />
Trapianti e Insufficienza Car<strong>di</strong>aca dell’Ospedale Niguarda Ca' Granda <strong>di</strong> Milano, con il<br />
supporto del Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
REGIA - Rischio Emorragico GInocchio e Anca<br />
Stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico <strong>di</strong> coorte sull’incidenza degli eventi<br />
emorragici nei pazienti sottoposti a interventi <strong>di</strong> sostituzione protesica <strong>di</strong><br />
ginocchio ed anca<br />
Gli interventi chirurgici per sostituzione protesica <strong>di</strong> anca e <strong>di</strong> ginocchio sono caratterizzati da<br />
un'alta incidenza <strong>di</strong> eventi tromboembolici venosi riducibili con una profilassi anticoagulante<br />
adeguata, il cui più grave effetto avverso è costituito dalle emorragie maggiori, che hanno<br />
un'incidenza stimata intorno all'1-3% negli stu<strong>di</strong> clinici controllati (RCT). Nella pratica clinica<br />
tale incidenza potrebbe tuttavia <strong>di</strong>scostarsi molto dalla suddetta stima per almeno tre motivi: 1)<br />
la sottostima conseguente alla possibile esclusione negli RCT dei soggetti ad alto rischio (come<br />
i gran<strong>di</strong> anziani o i pazienti con comorbi<strong>di</strong>tà, assai comuni invece nella pratica clinica); 2) la<br />
mancanza <strong>di</strong> una definizione standar<strong>di</strong>zzata degli eventi emorragici, che non permette una<br />
classificazione univoca della gravità dell'evento stesso; 3) l'influenza sull'incidenza delle<br />
emorragie determinata dal tipo <strong>di</strong> intervento, <strong>di</strong> anestesia, <strong>di</strong> tromboprofilassi utilizzata e della<br />
tempistica inerente alla procedura chirurgica. A fronte della scarsità <strong>di</strong> informazioni sulla<br />
frequenza <strong>di</strong> emorragie dopo un intervento <strong>di</strong> sostituzione protesica <strong>di</strong> anca o <strong>di</strong> ginocchio nella<br />
pratica clinica in Italia, questo stu<strong>di</strong>o ha come obiettivo primario la valutazione dell'incidenza <strong>di</strong><br />
emorragie maggiori nei primi tre mesi dopo l'intervento.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o, supportato da un finanziamento dell’AIFA, è <strong>di</strong> tipo osservazionale <strong>di</strong> coorte,<br />
prospettico. Verranno raccolti i dati sull’incidenza delle emorragie maggiori e minori in 4000<br />
pazienti ammessi nei tre ospedali ortope<strong>di</strong>ci partecipanti (<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Galeazzi, Milano;<br />
<strong>Istituto</strong> Rizzoli, Bologna; CTO Maria Adelaide, Torino) per interventi <strong>di</strong> protesi <strong>di</strong> anca e <strong>di</strong><br />
ginocchio, durante un anno <strong>di</strong> osservazione.<br />
Registro RE-LY sulla fibrillazione atriale (AF): fattori <strong>di</strong> rischio, trattamenti<br />
ed esiti per pazienti con fibrillazione atriale ammessi al pronto soccorso in<br />
<strong>di</strong>verse regioni del mondo<br />
Il Population Health Research Institute (PHRI), che fa capo alla Università McMaster <strong>di</strong><br />
Hamilton, Ontario, coor<strong>di</strong>na una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici randomizzati <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni,<br />
multinazionali e multicentrici (30-40 Paesi con 600-700 centri <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia). Per l’Italia il<br />
coor<strong>di</strong>namento scientifico <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> (INTER-HEART, CURE, ACTIVE, RE-LY,<br />
CURRENT, OASIS-8 FUTURA, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL) viene svolto dal<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Il Registro RE-LY è uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tipo osservazionale prospettico, e ha lo scopo <strong>di</strong> raccogliere e<br />
valutare le <strong>di</strong>fferenze nella gestione dei pazienti con fibrillazione atriale nei <strong>di</strong>versi paesi del<br />
mondo, per determinare le variazioni delle con<strong>di</strong>zioni che pre<strong>di</strong>spongono alla fibrillazione<br />
atriale e flutter atriale (AF/flutter) nelle <strong>di</strong>verse regioni del mondo nel setting della pratica<br />
clinica; vuole documentare le variazioni regionali nella gestione della AF/flutter associata a<br />
malattia car<strong>di</strong>ovascolare, valutando la variabilità prescrittiva nell’utilizzo della terapia<br />
antitrombotica, della terapia antiipertensiva e del monitoraggio dell’ INR; documentare le<br />
<strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> incidenza <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari nei pazienti con AF/Flutter ricoverati nei<br />
Dipartimenti <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e Pronto Soccorso.<br />
Verranno reclutati 15000 pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> fibrillazione atriale e flutter atriale in 300<br />
centri in vari paesi. E’ previsto un follow-up a un anno dall’inclusione nello stu<strong>di</strong>o.<br />
178<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca in Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
Stu<strong>di</strong>o Rischio e Prevenzione (R&P)<br />
Lo stu<strong>di</strong>o R&P è uno stu<strong>di</strong>o sull’ottimizzazione della prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare nei pazienti<br />
ad alto rischio, condotto a livello nazionale dai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (MMG).<br />
Obiettivo e <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o<br />
- Valutazione clinica controllata, in doppio cieco, randomizzata, dell’efficacia <strong>di</strong> un trattamento<br />
con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari, fatali e non, in una popolazione<br />
definita ad alto rischio dai MMG partecipanti<br />
- La storia epidemiologica ed assistenziale <strong>di</strong> questa popolazione (stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> outcome).<br />
Popolazione in stu<strong>di</strong>o<br />
Criteri <strong>di</strong> inclusione<br />
Tra i soggetti che vengono considerati dal MMG ad elevato rischio car<strong>di</strong>ovascolare vengono<br />
selezionati/e i/le pazienti con:<br />
- fattori <strong>di</strong> rischio multipli (e.g. ipertensione, ipercolesterolemia, <strong>di</strong>abete, fumo, storia familiare<br />
<strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co, obesità, sesso e età)<br />
- pregressi eventi car<strong>di</strong>o-cerebrovascolari o manifestazioni cliniche <strong>di</strong> patologia aterosclerotica<br />
(ictus cerebrale, TIA, arteriopatie periferiche, precedenti interventi <strong>di</strong> rivascolarizzazione<br />
arteriosa, angina pectoris).<br />
Criteri <strong>di</strong> esclusione<br />
- con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> co-morbi<strong>di</strong>tà tali da far considerare infausta la prognosi in un tempo breve (es.<br />
neoplasie maligne); attesa non-compliance in un follow-up <strong>di</strong> lungo periodo; controin<strong>di</strong>cazioni<br />
(allergie note agli n-3 PUFA) o in<strong>di</strong>cazioni (IMA pregresso) al trattamento con n-3 PUFA.<br />
Misure <strong>di</strong> efficacia<br />
L’obiettivo primario è quello <strong>di</strong> valutare se una somministrazione a lungo termine con n-3<br />
PUFA è più efficace del corrispondente placebo nel ridurre l’insieme della mortalità<br />
car<strong>di</strong>ovascolare e delle ospedalizzazioni per motivi car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
La randomizzazione è centrale, stratificata per me<strong>di</strong>co.<br />
Il trattamento sperimentale è rappresentato da una capsula contenente 1 g <strong>di</strong> n-3 PUFA, o il<br />
placebo corrispondente, da assumere giornalmente.<br />
La durata del follow-up è <strong>di</strong> 5 anni. Per documentare con sufficiente affidabilità statistica che il<br />
trattamento con n-3 PUFA è in grado <strong>di</strong> ridurre l’incidenza <strong>di</strong> eventi sarà necessario reclutare<br />
almeno 12000 pazienti.<br />
Stato <strong>di</strong> avanzamento<br />
La randomizzazione è iniziata nel Febbraio del 2004 e si è conclusa a Marzo del 2007. In questo<br />
arco <strong>di</strong> tempo sono stati randomizzati 12.521 pazienti da una rete <strong>di</strong> 860 MMG. Le ASL che<br />
hanno partecipato attivamente allo stu<strong>di</strong>o sono 57 e in ogni ASL si sono tenuti i corsi <strong>di</strong><br />
formazione per gli sperimentatori.<br />
La popolazione reclutata presenta le caratteristiche seguenti: età me<strong>di</strong>a 65 anni, maschi 62%,<br />
ipertensione 79%, ipercolesterolemia 62%, <strong>di</strong>abete 56%, fumo 16%, obesità 35%, storia<br />
familiare <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>o precoce 20%. Il 25% dei pazienti presenta una patologia<br />
aterosclerotica, il 50% presenta <strong>di</strong>abete associato ad un altro fattore <strong>di</strong> rischio e il 23% dei non<br />
<strong>di</strong>abetici presenta fattori <strong>di</strong> rischio multipli.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si è terminato il 31 ottobre 2011. Durante una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 5 anni <strong>di</strong> follow-up sono<br />
stati registrati 1468 eventi, superando <strong>di</strong> fatto il numero <strong>di</strong> eventi previsti dal protocollo<br />
(n=1.383). La rete <strong>di</strong> 860 Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale si è mantenuta per tutta la durata dello<br />
stu<strong>di</strong>o (solo 62 Me<strong>di</strong>ci si sono ritirati nel corso dello stu<strong>di</strong>o) e solo 86 pazienti sono stati persi al<br />
follow-up. I risultati delle analisi sia dell’obiettivo epidemiologico sia del clinical trial<br />
sull’efficacia degli n-3 PUFA sono in corso <strong>di</strong> pubblicazione.<br />
179<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Maggiori informazioni sono <strong>di</strong>sponibili sul sito www.rischioeprevenzione.it.<br />
Valutazione del percorso epidemiologico, clinico-assistenziale del <strong>di</strong>abete<br />
mellito in Regione Lombar<strong>di</strong>a attraverso l’uso integrato dei database<br />
amministrativi<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si inserisce nell’ambito della collaborazione con la Regione Lombar<strong>di</strong>a e ha come<br />
obiettivo generale la messa a punto <strong>di</strong> modelli per la valutazione e il controllo dell’uso <strong>di</strong> risorse<br />
sanitarie da parte <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong>abetici, attraverso l’uso integrato <strong>di</strong> database amministrativi.<br />
Obiettivi specifici dello stu<strong>di</strong>o sono:<br />
• Identificare la popolazione <strong>di</strong>abetica residente in regione Lombar<strong>di</strong>a e stimare la prevalenza,<br />
l’incidenza, il ricorso ai ricoveri e la mortalità.<br />
• Valutare il trattamento farmacologico del <strong>di</strong>abete e il carico farmacologico associato, nello<br />
specifico i trattamenti per il controllo dei fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
L’analisi ha riguardato la popolazione con <strong>di</strong>abete residente in regione lungo 8 anni <strong>di</strong><br />
osservazione dal 2000 al 2007. La popolazione <strong>di</strong>abetica è stata selezionata in base ad uno dei<br />
seguenti criteri: a) consumo <strong>di</strong> farmaci categoria A10 (farmaci usati nel <strong>di</strong>abete) per almeno il<br />
30% delle DDD (Defined Daily Dosages); b) ricovero con Disease-Related Group (DRG) 294<br />
(<strong>di</strong>abete età > 35 aa) o 295 (<strong>di</strong>abete età < 35 aa); c) co<strong>di</strong>ce esenzione 013.250 (<strong>di</strong>abete mellito).<br />
Sulla base <strong>di</strong> questo criterio sono state create 8 <strong>di</strong>verse banche dati <strong>di</strong> pazienti <strong>di</strong>abetici, una per<br />
ogni anno preso in esame. I pazienti sono stati seguiti nel corso dell’anno e per tutti gli anni,<br />
incrociando i dati del database dell’anagrafe sanitaria, con quelli delle prescrizioni farmaceutiche<br />
e delle Schede <strong>di</strong> Dimissione Ospedaliera (SDO). I risultati sono in fase <strong>di</strong> elaborazione.<br />
Stu<strong>di</strong>o “GLICINE-SPIDER”<br />
Lo stu<strong>di</strong>o Glicine Spider è uno stu<strong>di</strong>o osservazionale prospettico, condotto presso le Unità <strong>di</strong><br />
Terapia Intensiva Coronarica (UTIC), della regione Lombar<strong>di</strong>a. Lo stu<strong>di</strong>o, nato da una<br />
collaborazione tra l’ANMCO lombarda (Associazione Nazionale Me<strong>di</strong>ci car<strong>di</strong>ologici<br />
Ospedalieri), l’AMD lombarda (Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologici) e l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, ha lo scopo <strong>di</strong> valutare la gestione dell’iperglicemia in corso <strong>di</strong><br />
sindrome coronarica acuta (SCA) ed è coor<strong>di</strong>nato dai laboratori <strong>di</strong> “Ricerca in Me<strong>di</strong>cina<br />
Generale” e “Valutazione Clinica dei Farmaci”.<br />
L’iperglicemia e l’ipoglicemia hanno un significato prognostico negativo nelle sindromi<br />
coronariche acute, sia nei pazienti <strong>di</strong>abetici che nei non <strong>di</strong>abetici e benché venga riconosciuta<br />
l’importanza <strong>di</strong> controllare la glicemia in corso <strong>di</strong> SCA, non vi sono linee guida che definiscano<br />
le strategie terapeutiche da applicare e i target glicemici da raggiungere.<br />
Obiettivo primario <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o osservazionale è quello <strong>di</strong> descrivere in un ampio campione<br />
<strong>di</strong> pazienti con SCA ammessi in UTIC:<br />
• la prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete noto e l’iperglicemia<br />
• il tipo <strong>di</strong> trattamento e il controllo glicemico durante la fase acuta<br />
• l’incidenza della mortalità e delle complicanze car<strong>di</strong>ovascolari durante l’ospedalizzazione in<br />
funzione della <strong>di</strong>agnosi e dei livelli glicemici<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si è concluso con l’inclusione <strong>di</strong> 1282 pazienti da parte <strong>di</strong> 31 UTIC. I risultati sono in<br />
fase <strong>di</strong> pubblicazione.<br />
Stu<strong>di</strong>o FOCUS (Fixed Dose Combination Drug for Secondary<br />
Car<strong>di</strong>ovascular Prevention. Improving Equitable Access and Adherence<br />
to Secondary Prevention Therapy with a Fixed-Dose Combination Drug)<br />
Stu<strong>di</strong> clinici randomizzati e risultati <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse meta-analisi hanno <strong>di</strong>mostrato che la<br />
somministrazione a lungo termine <strong>di</strong> aspirina, statina, beta-bloccante e ACE-inibitore<br />
migliorano la prognosi nei pazienti ad alto rischio, in particolare dopo un evento coronarico.<br />
180<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Tuttavia, svariati fattori quali l’ampia variabilità prescrittiva dei me<strong>di</strong>ci, la limitata accessibilità<br />
e <strong>di</strong>sponibilità a farmaci costosi nei paesi economicamente meno sviluppati e la scarsa aderenza<br />
ai trattamenti determinano un uso inadeguato <strong>di</strong> queste terapie compromettendo, così, l’efficacia<br />
della prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare. L’idea <strong>di</strong> una pillola contenente una combinazione a dose<br />
fissa <strong>di</strong> farmaci (CDF) per la prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare era stata proposta per la prima volta<br />
da Wald e Law nel 2000 e supportata dall’ Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS).<br />
Durante gli ultimi anni questo concetto, in particolar modo nel campo della prevenzione<br />
primaria è stato messo in <strong>di</strong>scussione da molti esperti mentre il ruolo potenziale <strong>di</strong> una<br />
polipillola in prevenzione secondaria car<strong>di</strong>ovascolare sta ricevendo sempre più attenzione.<br />
Tuttavia, ad oggi, mancano stu<strong>di</strong> che valutino il reale impatto <strong>di</strong> tale terapia sul miglioramento<br />
dell’aderenza ai trattamenti nei pazienti con infarto miocar<strong>di</strong>co. L’obiettivo generale dello<br />
stu<strong>di</strong>o FOCUS, supportato da un finanziamento dalla Comunità Europea all’interno del 7°<br />
Programma Quadro, è quello <strong>di</strong> rendere <strong>di</strong>sponibile a livello mon<strong>di</strong>ale una combinazione a dose<br />
fissa <strong>di</strong> farmaci per la prevenzione secondaria dell’infarto miocar<strong>di</strong>co a prezzi sostenibili allo<br />
scopo <strong>di</strong> migliorare l’accessibilità <strong>di</strong> tale trattamento nei paesi a basso red<strong>di</strong>to e al tempo stesso<br />
<strong>di</strong> migliorare l’aderenza alla terapia.<br />
Il Centro Nacional de Investigationes Car<strong>di</strong>ovasculares (CNIC) <strong>di</strong> Madrid è il promotore dello<br />
stu<strong>di</strong>o e coor<strong>di</strong>natore del Consorzio FOCUS <strong>di</strong> cui fanno parte anche i seguenti membri:<br />
l’IRFMN, l’<strong>Istituto</strong> DAMIC, la Fundació Clínic per a la Recerca Biomè<strong>di</strong>ca (FCRB),<br />
l’ARTTIC, la World Heart Federation (WHF), l’Instituto de Salud Carlos III (ISCIII), la<br />
FERRER e la Federación Argentina de Car<strong>di</strong>ología (FAC).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o è internazionale, multicentrico articolato in due fasi: la 1° osservazionale e la 2°<br />
sperimentale <strong>di</strong> fase III randomizzata in aperto. Obiettivo della 1° fase è quello <strong>di</strong> conoscere le<br />
problematiche che impe<strong>di</strong>scono un adeguato accesso alle terapie utilizzate per la prevenzione<br />
car<strong>di</strong>ovascolare nei pazienti infartuati. Obiettivo primario della 2° fase è <strong>di</strong> valutare se, nei<br />
pazienti con infarto, la somministrazione in un’unica pillola (CDF) <strong>di</strong> tre farmaci raccomandati<br />
per la prevenzione secondaria (aspirina, simvastatina, ramipril) migliora l’aderenza al<br />
trattamento rispetto all’assunzione dei tre separatamente.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o interesserà due paesi europei (Italia e Spagna) e tre del Sud America (Argentina,<br />
Brasile e Paraguay). Nella fase osservazionale saranno coinvolti 4.000 pazienti mentre in<br />
quella sperimentale 1.340.<br />
Attualmente 26 reparti Italiani <strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia <strong>di</strong>stribuiti su tutto il territorio nazionale sono<br />
coinvolti nel progetto.<br />
L’inizio dello stu<strong>di</strong>o è previsto per marzo 2012.<br />
Stu<strong>di</strong>o sull’ipertensione arteriosa nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Borbon – Ecuador<br />
Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto <strong>di</strong> collaborazione con il Cecomet (Centro de<br />
Epidemiologia comunitaria y Me<strong>di</strong>cina tropical) <strong>di</strong> Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il<br />
trattamento dell’ipertensione arteriosa. In questa zona rurale dell’Ecuador, situata nel <strong>di</strong>stretto<br />
sanitario <strong>di</strong> Borbon, al nord della provincia <strong>di</strong> Esmeralda, il 36% della popolazione adulta<br />
risulta ipertesa e più della metà degli ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110<br />
mmHg.<br />
Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up <strong>di</strong> tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo <strong>di</strong><br />
valutare il rischio car<strong>di</strong>ovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong><br />
una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e <strong>di</strong> monitorare nel<br />
tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che dall’inizio dello stu<strong>di</strong>o ad oggi:<br />
• i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al 59%<br />
• le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei<br />
pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio<br />
car<strong>di</strong>ovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è<br />
attualmente trattata)<br />
181<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli <strong>di</strong> pressione sistolica<br />
>180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli
IRFMN<br />
come la patologia car<strong>di</strong>ovascolare è stato affrontato nello stu<strong>di</strong>o PROCARDIS attraverso lo<br />
screening sull’intero genoma (genome-wide), tecnica che mira ad in<strong>di</strong>viduare geni <strong>di</strong><br />
suscettibilità alla malattia coronarica. Il database PROCARDIS ha dato l’occasione per indagare<br />
alcuni tratti quantitativi quali i livelli lipi<strong>di</strong>ci o in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> massa corporea.<br />
Nell’ambito della seconda fase del progetto PROCARDIS, supportata dal 6th Framework<br />
Programme della Comunità Europea, è stato condotto uno screening sull’intero genoma<br />
attraverso la tecnica “genome wide association” per la quale sono stati analizzati circa 1 milione<br />
<strong>di</strong> polimorfismi (SNPs) al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una potenziale associazione con la malattia<br />
coronarica.<br />
Nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o GISSI-Prevenzione-Genetica, il laboratorio ha sviluppato tecniche <strong>di</strong><br />
statistica genetica per l’analisi degli stu<strong>di</strong> caso-controllo che mirano a valutare l’associazione <strong>di</strong><br />
varianti genetiche legate all’a<strong>di</strong>ponectina, alla proteina C reattiva, alla PTX3 con la malattia<br />
coronarica. È stata inoltre valutata l’associazione <strong>di</strong> alcuni polimorfismi della regione del<br />
cromosoma 9p e la malattia coronarica in presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete. Nell’ambito del sottoprogetto<br />
genetico dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF, che ha incluso 2500 pazienti sui quali valutare il ruolo <strong>di</strong><br />
varianti genetiche nello scompenso car<strong>di</strong>aco, ad oggi è stata stu<strong>di</strong>ata l’associazione <strong>di</strong> 4<br />
polimorfismi del gene che esprime a<strong>di</strong>ponectina me<strong>di</strong>ante un <strong>di</strong>segno caso-controllo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Clinica<br />
Qualità <strong>di</strong> vita, Depressione e Funzioni cognitive nei pazienti con<br />
scompenso: QDF-GISSI-HF<br />
Lo stu<strong>di</strong>o QDF è un sottoprogetto dello stu<strong>di</strong>o GISSI-HF. Gli obiettivi sono: a) descrivere<br />
l’andamento della depressione, dei problemi cognitivi e della qualità <strong>di</strong> vita in un campione <strong>di</strong><br />
1500 pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco; b) valutare l'uso in pratica <strong>di</strong> strumenti<br />
comunemente usati per misurare queste variabili e confrontare la valutazione del paziente<br />
eseguita con gli strumenti (la Geriatric Depression Scale, il Kansas City Car<strong>di</strong>omyopathy<br />
Questionnaire e il Mini Mental State Examination) con la percezione clinica degli infermieri;<br />
documentare se, quanto, come la valutazione delle variabili QDF porta a decisioni assistenziali e<br />
terapeutiche specifiche (es. interventi farmacologici e/o <strong>di</strong> supporto specialistico).<br />
Le caratteristiche dei 1564 pazienti inclusi nello stu<strong>di</strong>o e reclutati da 83 centri sono risultate<br />
comparabili a quelle della popolazione <strong>di</strong> pazienti del GISSI-HF. I questionari sono stati<br />
somministrati alla maggioranza dei pazienti (KCCQ 97.2%, GDS 94.9%, MMSE 80.6% dei<br />
pazienti >70 anni).<br />
Le infermiere che hanno partecipato a questo stu<strong>di</strong>o collaborativo hanno prodotto dati su una<br />
delle più grosse coorti <strong>di</strong> pazienti con scompenso, che vengono valutati prospetticamente per<br />
avere una valutazione integrata della rilevanza e delle implicazioni delle misure QDF anche<br />
sugli esiti clinici. E’ in corso la stesura degli articoli per la pubblicazione dei risultati.<br />
183<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
184<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI BIOCHIMICA<br />
E FARMACOLOGIA MOLECOLARE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
<strong>Mario</strong> SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />
Capo Laboratorio<br />
<strong>Mario</strong> SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim.<br />
Unità <strong>di</strong> Patologia Umana in Organismi Modello<br />
Capo Unità<br />
Luisa DIOMEDE, Dr. Anal.Chim.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Enrico GARATTINI, Dr.Med.Chir.<br />
Unità <strong>di</strong> Farmacogenomica<br />
Capo Unità<br />
Maddalena FRATELLI, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità <strong>di</strong> Struttura e Regolazione del Gene<br />
Capo Unità<br />
Mineko TERAO, Ph.D.Bioch.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmaco<strong>di</strong>namica e Farmacocinetica<br />
Capo Laboratorio<br />
Marco GOBBI, Dr.Farm.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare<br />
Capo Laboratorio<br />
Lavinia CANTONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale<br />
Capo Laboratorio<br />
Valentina BONETTO, Dr.CTF<br />
Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici<br />
Capo Laboratorio<br />
Gianfranco BAZZONI, Dr.Med.Chir.<br />
185<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
<strong>Mario</strong> Salmona si è laureato in Scienze delle Preparazioni Alimentari nel 1971 presso l'Università <strong>di</strong><br />
Milano. Nel 1974 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma in Specialista in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano. Si occupa da oltre quin<strong>di</strong>ci anni dei meccanismi molecolari che sono alla base<br />
dell’insorgenza e progressione delle malattie da prioni. E’ autore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 300 articoli pubblicati su riviste<br />
internazionali.<br />
1971-1975 Post-doctoral fellow nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Biochimica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1975 Visiting Fellow presso il Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele<br />
1976-1997 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Enzimologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1995-2011 Direttore della Scuola <strong>di</strong> Farmacologia, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1997 Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 2003 Membro the American Society of Biochemistry and Molecular Biology.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Airol<strong>di</strong> C, Colombo L, Manzoni C, Sironi E, Natalello A, Doglia S M, Forloni G, Tagliavini F, Del Favero E, Cantu' L,<br />
Nicotra F, Salmona M Tetracycline prevents Aβ oligomer toxicity through an atypical supramolecular interaction. Org<br />
Biomol Chem, 2011 9: 463-72<br />
• Urru S A M, Veglianese P, De Luigi A, Fumagalli E, Erba E, Gonella Diaza R, Carrà A, Davoli E, Borsello T, Forloni G,<br />
Pengo N, Monzani E, Cascio P, Cenci S, Sitia R, Salmona M. A new fluorogenic peptide determines proteasome activity<br />
in single cells. J Med Chem 2010 53 : 7452-7460<br />
• Balducci C, Beeg M, Stravalaci M, Bastone A, Sclip A, Biasini E, Tapella L, Colombo L, Manzoni C, Borsello T, Chiesa<br />
R, Gobbi M, Salmona M, Forloni G. Synthetic amyloid-beta oligomers impair long-term memory independently of<br />
cellular prion protein. Proc Natl Acad Sci U S A. 2010 107 : 2295-2300<br />
• Di Fede G, Catania M, Morbin M, Rossi G, Suar<strong>di</strong> S, Mazzoleni G, Merlin M, Giovagnoli A R, Prioni S, Erbetta A,<br />
Falcone C, Gobbi M, Colombo L, Bastone A, Beeg M, Manzoni Clau<strong>di</strong>a, Francescucci B, Spagnoli A, Cantu' L, Del<br />
Favero A, Levy E, Salmona M, Tagliavini F. A recessive mutation in the APP gene with dominant-negative effect on<br />
amyloidogenesis. Science 2009 323 : 1473-1477<br />
• Saracino GA, Villa A, Moro G, Cosentino U, Salmona M.. Spontaneous beta-helical fold in prion protein: The case of<br />
PrP(82-146). Proteins. 2009 Jun;75(4):964-76<br />
• De Luigi A, Colombo L, Diomede L, Capobianco R, Mangieri M, Miccolo C, Limido L, Forloni G, Tagliavini F,<br />
Salmona M. The efficacy of tetracyclines in peripheral and intracerebral prion infection. PLoS ONE. 2008;3(3):e1888<br />
Gianfranco Bazzoni si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Nel 1992, ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso<br />
l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e in particolare lo stu<strong>di</strong>o dell’adesione e della<br />
migrazione delle cellule.<br />
1988-2000 Borsista dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1993-1997 Post-doctoral Fellow presso il Dana Farber Cancer Institute e Harvard Me<strong>di</strong>cal School,<br />
Boston, MA<br />
2000-2002 Ricercatore, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
2002-2003 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Adesione Cellulare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 2004 a oggi Capo del Laboratorio per lo stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 2004 Membro The American Physiological Society, Bethesda, MD.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Paris L, Bazzoni G The protein interaction network of the epithelial junctional complex: a system-level analysis Mol<br />
Biol Cell 2008 19: 5409-5421<br />
• Paris L, Tonutti L, Vannini C, Bazzoni G. Structural organization of the tight junction. Biochim Biophys Acta 2008<br />
1778: 646-659<br />
• Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. J.<br />
Cell Physiol 2006; 209; 122-130.<br />
• Martinez-Estrada OM, Manzi L, Tonetti P, Dejana E, Bazzoni G. Opposite effects of Tumor Necrosis Factor and soluble<br />
fibronectin on Junctional Adhesion Molecule-A in endothelial cells. Am J Physiol (Lung Cell Mol Physiol) 2005; 288:<br />
L1081-L1088.<br />
• Bazzoni G, Tonetti P, Manzi L, Cera MR, Balconi G, Dejana E. Expression of Junction Adhesion Molecule-A prevents<br />
spontaneous and random motility. J Cell Sci 2005; 118: 623-632.<br />
• Bazzoni G, Dejana E. Endothelial cell-to-cell junctions: molecular organization and role in vascular homeostasis. Physiol<br />
Rev 2004; 84(3): 869-901.<br />
186<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Valentina Bonetto si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università <strong>di</strong> Padova nel<br />
1993. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> PhD in Biochimica Me<strong>di</strong>ca nel 1999 presso il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica<br />
e Biofisica Me<strong>di</strong>ca dell'<strong>Istituto</strong> Karolinska, Stoccolma, Svezia.<br />
Le sue principali linee <strong>di</strong> ricerca sono: 1) Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici alla base della sclerosi<br />
laterale amiotrofica (SLA); 2) Identificazione <strong>di</strong> biomarcatori della SLA; 3) Analisi delle mo<strong>di</strong>fiche<br />
ossidative e delle alterazioni proteomiche nelle malattie neurodegenerative. Questi aspetti sono indagati<br />
con <strong>di</strong>versi approcci sperimentali, in vivo e in vitro, utilizzando tecnologie avanzate come la spettrometria<br />
<strong>di</strong> massa.<br />
2000-2009 Ricercatore nel laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
2002-2009 anche Assistant Telethon Scientist all'<strong>Istituto</strong> Telethon Dulbecco presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
2007-2009 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biochimica Me<strong>di</strong>ca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 2009 ad oggi Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale e Associate Telethon Scientist.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M,<br />
Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. (2011) Amyotrophic lateral sclerosis<br />
multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS ONE, 6:e25545.<br />
• Massignan T., Biasini E., Lauranzano E., Veglianese P., Pignataro M., Fioriti L., Harris D.A., Salmona M., Chiesa R.,<br />
Bonetto V. (2010) Mutant prion protein expression is associated with an alteration of the Rab GDP <strong>di</strong>ssociation inhibitor<br />
alpha (GDI)/Rab11 pathway. Mol Cell Proteomics, 9: 611-622<br />
• Basso M., Samengo G., Nardo G., Massignan T., D’Alessandro G., Tartari S., Cantoni L., Marino M., Cheroni C., De<br />
Biasi S., Giordana M. T., Strong M.J., Estevez A.G., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2009) Characterization of<br />
detergent-insoluble proteins in ALS in<strong>di</strong>cates a causal link between nitrative stress and aggregation in pathogenesis. PLoS<br />
ONE, 4:e8130.<br />
• Nardo, G., Pozzi, S., Mantovani, S., Garbelli, S., Marinou, K., Basso, M., Mora, G., Bendotti, C., Bonetto, V. (2009)<br />
Nitroproteomics of peripheral blood mononuclear cells from patients and a rat model of ALS. Antioxid. Redox Signal.,<br />
11: 1559-1567.<br />
• Basso M., Massignan T., Samengo G., Cheroni C., De Biasi S., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2006) Insoluble<br />
mutant SOD1 is partly oligoubiquitinated in amyotrophic lateral sclerosis mice. J. Biol. Chem., 281:33325-33335.<br />
• Casoni, F., Basso, M., Massignan, T., Gianazza, E., Cheroni, C., Salmona, M., Bendotti, C., Bonetto, V. (2005) Protein<br />
nitration in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis: Possible multifunctional role in the pathogenesis. J.<br />
Biol. Chem., 280: 16295-16304.<br />
Lavinia Cantoni si è laureata con lode nel 1973 in Scienze Biologiche presso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano. Nel 1977 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l'<strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> ricerca riguardano i meccanismi biochimico-molecolari attivati dallo stress<br />
ossidativo e il ruolo <strong>di</strong> porfirine ed emoproteine nel metabolismo dei farmaci e in patologia.<br />
1974-1977 Borsista dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1977-1978 Post-doctoral Fellow presso il Me<strong>di</strong>cal Research Council, Toxicology Unit, Carshalton, UK<br />
(Vincitore <strong>di</strong> una WellcomeTrust Research Fellowship)<br />
1979-1982 Ricercatore, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1980-1990 Visiting Scientist per brevi perio<strong>di</strong> presso la Toxicology Unit, Carshalton, UK, e presso il<br />
Cornell Me<strong>di</strong>cal Center <strong>di</strong> New York, USA<br />
1983-1997 Capo dell'Unità <strong>di</strong> Metabolismo dell'Eme e delle Emoproteine, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 1998 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 1975 Membro Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei Biologi<br />
Dal 1983 Membro Società Italiana <strong>di</strong> Tossicologia.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• D'Alessandro G, Calcagno E, Tartari S, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Invernizzi RW, Cantoni L. Glutamate and glutathione interplay in<br />
a motor neuronal model of amyotrophic lateral sclerosis reveals altered energy metabolism. Neurobiol Dis. 2011,<br />
43:346-55.<br />
• Tartari S, D’Alessandro G, Babetto E, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Conforti L, Cantoni L. Adaptation to G93Asuperoxide <strong>di</strong>smutase 1<br />
in a motor neuron cell line model of amyotrophic lateral sclerosis. The role of glutathione. FEBS J. 2009; 276: 2861-<br />
2874.<br />
• Raimon<strong>di</strong> A, Mangolini A, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Tartari S, Massari S, Bendotti C, Francolini M, Borghese N, Cantoni L,<br />
Pietrini G. Cell culture models to investigate the selective vulnerability of motoneuronal mitochondria to familial ALSlinked<br />
G93ASOD1. Eur. J. Neurosci. 2006; 24: 387-399.<br />
• Babetto E, Mangolini A, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Lupi M, Conforti L, Poletti A, Rusmini P, Cantoni L. Tetracycline-regulated gene<br />
expression in the NSC-34-tTA cell line for investigation of motor neuron <strong>di</strong>seases. Mol. Brain Res. 2005; 140: 63-72.<br />
187<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Cantoni L,Valaperta R, Ponsoda X, Castell JV, Barelli D, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Mangolini A, Hauri L, Villa P. Induction of<br />
hepatic heme oxygenase-1 by <strong>di</strong>clofenac in rodents: role of oxidative stress and cytochrome P-450 activity. J.<br />
Hepatology 2003; 38: 776-783.<br />
• Rizzar<strong>di</strong>ni M, Zappone M, Villa P, Gnocchi P, Sironi M, Diomede L, Meazza C, Monshouwer M, Cantoni L. Kupffer<br />
cell depletion partially prevents hepatic heme oxygenase 1 messenger RNA accumulation in systemic inflammation in<br />
mice: role of interleukin 1 beta. Hepatology 1998; 27: 703-710.<br />
Luisa Diomede si è laureata in Analisi Chimico-Biologica presso l’Università “Carlo Bo” <strong>di</strong> Urbino nel<br />
2007.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> interesse riguardano: i) l’uso <strong>di</strong> Caenorhab<strong>di</strong>tis elegans come organismo modello<br />
per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi biochimici e molecolari alla base delle malattie da misfol<strong>di</strong>ng proteico ii) lo<br />
sviluppo e la validazione <strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche per queste patologie. E’ co-autrice <strong>di</strong> circa 60<br />
pubblicazioni peer-reviewed su riviste internazionali.<br />
1985-1991 Ricercatrice nel Laboratorio <strong>di</strong> Enzimologia e, poi, nel Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica<br />
delle Proteine.<br />
1991-1992 Ricercatrice per Angelini SpA, Pomezia (Roma).<br />
1992-2010 Ricercatrice Senior nel Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine.<br />
Dal 2005 Membro del Comitato Qualità dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Dal 2011 è Responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Patologie Umane in Organismi Modello.<br />
Co-autore in più <strong>di</strong> 60 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Revisore<br />
“ad hoc” per riviste scientifiche internazionali<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Diomede L, Cassata G, F. Fiordaliso, M. Salio, D. Ami, A. Natalello, S. M. Doglia, A. De Luigi, M. Salmona.<br />
Tetracycline and its analogues protect Caenorhab<strong>di</strong>tis elegans from beta amyloid-induced toxicity by targeting<br />
oligomers (2010) Neurobiol of Disease 40: 424-431.<br />
• Bigini P. Steffensen K.R, Ferrario A, Diomede L, Ferrara G, Barbera S, Salzano S, Fumagalli E, Ghezzi P, Mennini T,<br />
Gustafsson J-A. Neuropathologic and biochemical changes during <strong>di</strong>sease progression in liver X receptor beta-/- mice, a<br />
model of adult neuron <strong>di</strong>sease. (2010) Journal of Neuropathology and Experimental Neurology 69:593-605.<br />
• Bate C, Tayebi M, Diomede L, Salmona M, Williams A. Glimepiride Reduces the Expression of PrP C , Prevents PrP Sc<br />
Formation and Protects Against Prion Me<strong>di</strong>ated Neurotoxicity. (2009) PLoS ONE, 4:e8221.<br />
• Bate C. Salmona M, Diomede L, William A. Squalestatin cures prion-infected neurones and protects against prion<br />
neurotoxicity. J. Biol. Chem., (2004) 279: 14983-14990 .<br />
• Salmona M, Morbin M, Massignan T, Colombo L, Mazzoleni G, Capobianco R, Diomede L, Thaler F, Mollica L, Musco<br />
G, Kourie JJ., Bugiani O, Sharma D, Inouye H, Kirschner DA, Forloni G, Tagliavini F. Structural properties of<br />
Gerstmann-Sträussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid protein. J Biol Chem, (2003) 278: 48146-48153<br />
• Diomede L, Albani D., Sottocorno M., Donati MB, Fruscella P., Bianchi M., Bruno A., Romano M., Salmona M. The in<br />
vivo anti-inflammatory effect of statins is me<strong>di</strong>ated by nonsterol mevalonate products. Ather Thromb Vasc Biol, (2001)<br />
21: 1327-1332.<br />
Enrico Garattini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1982 presso l'Università <strong>di</strong> Milano.<br />
Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare.<br />
1982-1990 Borsista dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
1983-1987 Borsista presso il Roche Institute of Molecular Biology, Dept. of Neurosciences, Nutley, New<br />
Jersey, USA<br />
1991-1997 Dirigente Ricercatore della Regione Lombar<strong>di</strong>a e Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biologia Molecolare,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 1997 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Dal 2005 Direttore del Corso Ph.D., <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Paroni G, Fratelli M, Gar<strong>di</strong>ni G, Bassano C, Flora M, Zanetti A, Guarnaccia V, Ubezio P, Centritto F, Terao M.,<br />
Garattini E. Synergistic antitumor activity of lapatinib and retinoids on a novel subtype of breast cancer with<br />
coamplification of ERBB2 and RARA<br />
Oncogene 2011 E-pub<br />
• Gianni M, Boldetti A, Guarnaccia V, Rambal<strong>di</strong> A, Parrella E, Raska I Jr, Rochette-Egly C, Del Sal G, Rustighi A, Terao<br />
M, Garattini E<br />
Inhibition of the peptidyl-propyl-isomerase Pin1 enhances the responses of acute myeloid leukemia cells to retinoic acid<br />
via stabilization of RARα and PML-RARα. Cancer Res 2009 69 : 1016-1026<br />
188<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giu<strong>di</strong>ce C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C,<br />
Garattini E. Role of the molybdo-flavoenzyme, aldehyde oxidase homolog 2, in the biosynthesis of retinoic acid:<br />
generation and characterization of a knock-out mouse, Mol Cell Biol 2009 29: 357-77<br />
• Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPK-dependent<br />
phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-me<strong>di</strong>ated transcription. EMBO J. 2006 Feb<br />
22;25(4):739-51<br />
• Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I,<br />
Carminati P, Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in<br />
myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207<br />
• Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernar<strong>di</strong>nello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene<br />
cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with<br />
selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498<br />
Maddalena Fratelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong>plomata<br />
nello stesso anno in Biologia presso la Scuola Normale Superiore <strong>di</strong> Pisa. Si è specializzata in Ricerca<br />
Farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> nel 1986.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: 1. Sistemi genomici “high-throughput” per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi d’azione dei<br />
farmaci e delle farmacoresistenze. 2. Regolazione redox della funzione proteica e dell’espressione genica:<br />
profili <strong>di</strong> espressione genica delle risposte <strong>di</strong>pendenti dal glutatione allo stimolo ossidativo<br />
1988-1989 Postdoc presso il Me<strong>di</strong>cal Research Council, Neurobiology Unit, Cambridge, UK<br />
Dal 1995 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>atori biochimici dell’infiammazione, Lab. <strong>di</strong> Neuroimmunologia,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 2005 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Farmacogenomica, Lab. <strong>di</strong> Biologia Molecolare, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Garattini E, Fratelli M, Terao M. The mammalian aldehyde oxidase gene family. Hum Genomics. 2009 4: 119-30<br />
• Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombar<strong>di</strong> S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi P. Gene expression profiling reveals<br />
a signaling role of glutathione in redox regulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005;102:13998-4003.<br />
• Brines M, Grasso G, Fiordaliso F, Sfacteria A, Ghezzi P, Fratelli M, Latini R, Xie QW, Smart J, Su-Rick CJ, Pobre E,<br />
Diaz D, Gomez D, Hand C, Coleman T, Cerami A. Erythropoietin me<strong>di</strong>ates tissue protection through an erythropoietin<br />
and common beta-subunit heteroreceptor. Proc Natl Acad Sci U S A. 2004; 101:14907-12.<br />
• Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P,<br />
Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S,<br />
Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of<br />
erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004; 305:239-42<br />
• Fratelli M, Minto M, Crespi A, Erba E, Vandenabeele P, Del Soldato P, Ghezzi P. Inhibition of nuclear factor-kappaB<br />
by a nitro-derivative of flurbiprofen: a possible mechanism for antiinflammatory and antiproliferative effect. Antioxid<br />
Redox Signal. 2003; 5:229-35<br />
• Fratelli M, Demol H, Puype M, Casagrande S, Eberini I, Salmona M, Bonetto V, Mengozzi M, Duffieux F, Miclet E,<br />
Bachi A, Vandekerckhove J, Gianazza E, Ghezzi P. Identification by redox proteomics of glutathionylated proteins in<br />
oxidatively stressed human T lymphocytes. Proc Natl Acad Sci U S A. 2002; 99:3505-10<br />
Marco Gobbi si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nel 1989.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> interesse riguardano: i) le patologie neurodegenerative associate al misfol<strong>di</strong>ng e<br />
all’aggregazione <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong>/proteine, come la beta-amiloide e il prione; ii) aspetti della funzionalità<br />
sinaptica, relativi in particolare allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> molecole che agiscono a livello del sistema nervoso<br />
centrale: iii) sviluppo e applicazione <strong>di</strong> nanotecnologie a scopo <strong>di</strong>agnostico e terapeutico. Tali stu<strong>di</strong><br />
riguardano sia aspetti farmaco<strong>di</strong>namici (interazioni molecolari, soprattutto con la Risonanza Plasmonica<br />
<strong>di</strong> Superfice) che aspetti farmacocinetici (con meto<strong>di</strong>che analitiche che includono la spettrometria <strong>di</strong><br />
massa).<br />
1981-1995 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Neurofarmacologia e, poi, nel Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia<br />
Recettoriale.<br />
1995-2009 responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Trasmissione Sinaptica, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Dal 2010 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Farmaco<strong>di</strong>namica e Farmacocinetica<br />
Co-autore in più <strong>di</strong> 100 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Primo o<br />
ultimo autore in più <strong>di</strong> 50 <strong>di</strong> queste. Revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti<br />
Neuroscienze/Neurofarmacologia.<br />
189<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Stravalaci M, Beeg M, Salmona M, and Gobbi M. Use of surface plasmon resonance to study the elongation kinetics and<br />
the bin<strong>di</strong>ng properties of the highly amyloidogenic Abeta(1-42) peptide, synthesized by depsi-peptide technique. Biosens<br />
Bioelectron. 26:2772-2775 (2011).<br />
• Gobbi M, Re F, Canovi M, Beeg M, Gregori M, Sesana S, Sonnino S, Brogioli D, Musicanti C, Gasco P, Salmona M and<br />
Masserini ME. Lipid-based nanoparticles with high bin<strong>di</strong>ng affinity for amyloid-beta1-42 peptide. Biomaterials 31:6519-<br />
6529 (2010).<br />
• Caccia S and Gobbi M St. John's Wort components and the brain: Uptake, concentrations reached and the mechanisms<br />
underlying pharmacological effects. Curr Drug Metab 10(9):1055-1065 (2009).<br />
• Gesuete R, Storini C, Fantin A, Stravalaci M, Zanier ER, Orsini F, Vietsch H, Mannesse MLM, Ziere B, Gobbi M and<br />
De Simoni MG Recombinant C1 inhibitor in brain ischemic injury. Ann Neurol 66(3):332-342 (2009).<br />
• Gobbi M, Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L, Kirschner DA, Manzoni<br />
C, Beeg M, Ceci P, Ubezio P, Forloni G, Tagliavini F and Salmona M. Gerstmann-Sträussler-Scheinker <strong>di</strong>sease amyloid<br />
protein polymerizes accor<strong>di</strong>ng to the "dock-and-lock" model. J Biol Chem 281:843-849 (2006).<br />
• Crespi D, Mennini T, Gobbi M. Carrier-dependent and Ca(2+)-dependent 5-HT and dopamine release induced by (+)-<br />
amphetamine, 3,4-methylen<strong>di</strong>oxymethamphetamine, p-chloroamphetamine and (+)-fenfluramine. Br J Pharmacol<br />
121:1735-1743 (1997).<br />
Mineko Terao si è laureata in Farmacia nel 1978 presso la Kobe Women’s College of Pharmacy del<br />
Giappone.<br />
Le aree <strong>di</strong> interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare.<br />
1983 Ph.D. presso la Kyoto University, Giappone.<br />
1982-1983 Research Fellow nel Department of Me<strong>di</strong>cal Chemistry, Kyoto University, Giappone<br />
1983-1987 Postdoctoral Associate presso Istitute for Cancer Research <strong>di</strong> Philadenphia, USA<br />
1987- Visiting Scientist presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
Dal 1998 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Struttura e Regolazione del Gene, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Terao M, Fratelli M, Kurosaki M, Zanetti A, Guarnaccia V, Paroni G, Tsykin A, Lupi M, Gianni M, Goodall G J,<br />
Garattini E. Induction of miR-21 by retinoic acid in estrogen receptor-positive breast carcinoma cells: biological<br />
correlates and molecular targets. J Biol Chem 2011 286 : 4027-4042<br />
• Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giu<strong>di</strong>ce C, Scanziani E, Mancuso A,<br />
Tiveron C, Garattini E<br />
Role of the molybdoflavoenzyme aldehyde oxidase homolog 2 in the biosynthesis of retinoic acid: generation and<br />
characterization of a knockout mouse. Mol Cell Biol 2009 29 : 357-377<br />
• Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. Avian and canine<br />
aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. J Biol Chem. 2006 Jul<br />
14;281(28):19748-61<br />
• Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I,<br />
Carminati P,Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in<br />
myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207<br />
• Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and<br />
biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde<br />
oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase.<br />
J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683<br />
• Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernar<strong>di</strong>nello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene<br />
cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with<br />
selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498<br />
190<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare è composto da sei laboratori con<br />
interessi scientifici e scopi <strong>di</strong> ricerca apparentemente eterogenei fra loro, ma accomunati dallo<br />
stu<strong>di</strong>o strutturale e funzionale <strong>di</strong> prodotti genici specifici e farmacologicamente rilevanti. A<br />
questo proposito, per l'identificazione <strong>di</strong> nuove proteine che potrebbero rappresentare dei<br />
bersagli per la terapia farmacologia, vengono utilizzate le classiche tecniche <strong>di</strong> biochimica e<br />
biologia molecolare. Le potenziali interazioni tra farmaci e proteine sono stu<strong>di</strong>ate anche a livello<br />
molecolare, utilizzando un'ampia varietà <strong>di</strong> approcci che vanno dagli stu<strong>di</strong> condotti sugli<br />
animali a simulazioni computazionali.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
Identificazione dei meccanismi molecolari che producono la formazione <strong>di</strong> oligomeri da parte<br />
delle proteine amiloidogeniche.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un protocollo per la preparazione <strong>di</strong> soluzioni omogenee e affidabili <strong>di</strong> β-amiloide.<br />
Conferma e caratterizzazione del bin<strong>di</strong>ng <strong>di</strong> oligomeri <strong>di</strong> β-amiloide alla proteina prionica.<br />
Caratterizzazione delle proprietà <strong>di</strong> legame <strong>di</strong> un inibitore pepti<strong>di</strong>co della aggregazione del β-<br />
amiloide.<br />
Caratterizzazione della cinetica <strong>di</strong> elongazione delle fibrille <strong>di</strong> β-amiloide attraverso RPS.<br />
Riconoscimento <strong>di</strong> oligomeri solubili tramite un nuove immuno-assay basato sulla RPS e<br />
conferma delle loro proprietà tossiche in un nuovo test nel C. Elegans.<br />
Identificazione delle tetracicline come potenziali agenti terapeutici per il trattamento delle<br />
malattie da prioni.<br />
Sintesi e caratterizzazione chimico-fisica e biologica <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> dedotti dalla sequenza della<br />
proteina prionica.<br />
Identificazione <strong>di</strong> una correlazione tra sintesi del colesterolo e produzione <strong>di</strong> proteina prionica.<br />
Il frammento della proteina prionica associato alla malattia <strong>di</strong> Gerstmann-Sträussler-Scheinker<br />
aggrega secondo il modello denominato “dock-and-lock”.<br />
Identificazione <strong>di</strong> proteine me<strong>di</strong>ante analisi in spettrometria <strong>di</strong> massa e ricerca in banca dati.<br />
In collaborazione con l'<strong>Istituto</strong> Neurologico "C. Besta" abbiamo identificato due nuove<br />
mutazioni a carico del gene MAPT che causano la patologia neurodegenerativa nota come<br />
"degenerazione fronto-temporale" (FTLD). Il prodotto genico <strong>di</strong> MAPT, la proteina Tau, è<br />
notoriamente coinvolta in <strong>di</strong>verse malattie neurodegenerative. La caratterizzaione biochimica e<br />
strutturale della proteina Tau ci ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare l'importanza delle mutazioni a carico<br />
del gene MAPT nell'insorgenza <strong>di</strong> questa patologia.<br />
Analisi sistemica delle interazioni proteiche nel complesso delle giunzioni intercellulari.<br />
Identificazione <strong>di</strong> un pannello <strong>di</strong> biomarcatori nelle cellule mononucleate del sangue periferico<br />
<strong>di</strong> pazienti SLA e <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> ratto.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> modelli cellulari motoneuronali per lo stu<strong>di</strong>o della tossicità della forma mutata<br />
G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 umana, presente in pazienti con sclerosi laterale amiotrofica<br />
familiare.<br />
La forma mutata G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 umana altera la morfologia dei mitocondri<br />
selettivamente nelle cellule motoneuronali.<br />
Farmaci e sostanze esogene che inibiscono la catena mitocondriale <strong>di</strong> trasporto degli elettroni<br />
sono fattori <strong>di</strong> rischio per i motoneuroni che esprimono forme mutate <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1<br />
umana.<br />
La sintesi <strong>di</strong> glutatione, il principale antiossidante cellulare, e il metabolismo mitocondriale <strong>di</strong><br />
glutamina e glutammato sono alterati in un modello motoneuronale <strong>di</strong> sclerosi laterale<br />
amiotrofica familiare.<br />
191<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> una nuova classe <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi a marcata attività<br />
apoptotica sulla cellula neoplastica. Sviluppo pre-clinico in ambito <strong>di</strong> terapia della leucemia<br />
acuta mieloide.<br />
Identificazione <strong>di</strong> nuove combinazioni farmacologiche a base <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> per il trattamento della<br />
leucemia acuta mieloide.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie per la terapia stratificata del carcinoma della mammella, utilizzando<br />
combinazioni a base <strong>di</strong> acido retinoico.<br />
Clonaggio molecolare dei cDNA e dei geni <strong>di</strong> quattro nuovi membri della famiglia delle<br />
molibdo-flavoproteine <strong>di</strong> mammifero. Definizione <strong>di</strong> un nuovo cluster genico sul cromosoma 1<br />
umano e sul cromosoma 2 murino.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> animali knock-out per <strong>di</strong>verse molibdo-flavoproteine: AOX1, AOH1, AOH2,<br />
AOH3.<br />
Creazione <strong>di</strong> strumenti integrati per la razionalizzazione del processo <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> Microarray.<br />
Il Riluzolo, un agente neuro protettivo, aumenta l’efficacia della ricaptazione del glutammato in<br />
colture cellulari che esprimono stabilmente i tre principali trasportatori del glutammato (GLT1,<br />
GLAST ed EAAC1).<br />
Il trattamento con un recettore solubile del TNF nel topo wobbler riduce la degenerazione dei<br />
motoneuroni e la fosforilazione delle due principali stress chinasi (p38 e JNK) associate alla<br />
stimolazione dei recettori del TNF.<br />
Stress ossidativo, attivazione gliale e infiammazione, sono responsabili della retinopatia e delle<br />
<strong>di</strong>sfunzioni motorie nel topo mnd, un modello <strong>di</strong> epilessia mioclonica progressiva legata a una<br />
mutazione del gene CLN8, suggerendo un ruolo dell’attivazione del “TNF death receptor” nella<br />
eziopatogenesi delle lipofuscinosi neuronali ceroidee.<br />
Il C1-inibitore ricombinante interagisce con alta affinità con le Mannose Bin<strong>di</strong>ng Lectins<br />
(MBL), un effetto che potrebbe essere alla base della sua potente attività anti-ischemica.<br />
Identificazione <strong>di</strong> altre molecole in grado <strong>di</strong> legare MBL, e conferma <strong>di</strong> MBL come nuovo<br />
potenziale target per strategie terapeutiche per l’ischemia.<br />
Evidenza <strong>di</strong> un legame tra C3 a P-selettina, in uno stu<strong>di</strong>o in collaborazione riguardante il ruolo<br />
del complemento nella formazione <strong>di</strong> trombi micro vascolari.<br />
Conferma e caratterizzazione del bin<strong>di</strong>ng <strong>di</strong> pentrassina-3 alla P-selettina, un nuovo<br />
meccanismo coinvolto nel reclutamento leucocitario ai siti <strong>di</strong> infiammazione.<br />
Partecipazione allo sviluppo <strong>di</strong> nuovi ligan<strong>di</strong> per FGF-2, dotati <strong>di</strong> attività anti-angiogenetica.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> protocolli in Risonanza Plasmonica <strong>di</strong> Superfice (RPS) per valutare l’interazione tra<br />
nano particelle (NP) e i loro potenziali target: applicazione a NP funzionalizzate per legare il β-<br />
amiloide.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Advanced Biology Center, Genova<br />
Fondazione Maugeri, Milano<br />
Fondazione IRCCS <strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano<br />
Fondo Edo Tempia, Biella<br />
IFOM Fondazione <strong>Istituto</strong> FIRC <strong>di</strong> Oncologia Molecolare, Milano<br />
IRCCS Fondazione "<strong>Istituto</strong> C. Mon<strong>di</strong>no", Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Sperimentale, Pavia<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cina e Immunologia Molecolare CNR, Palermo<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica del Riconoscimento Molecolare, Consiglio Nazionale delle <strong>Ricerche</strong>, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Neuroscienze C.N.R., Pisa<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori, Napoli<br />
192<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>Istituto</strong> Oncologico Europeo, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Regina Elena, Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Toscano Tumori, Firenze<br />
Nanovector S.r.l., Torino<br />
Newron Pharmaceuticals, Milano<br />
Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />
Ospedale Maggiore Policlinico. <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Clinica Neurologica , Milano<br />
Ospedale Niguarda, Centro Clinico Nemo, Milano<br />
Ospedale S. Gerardo, Monza<br />
Ospedale San Matteo, Pavia<br />
Ospedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia<br />
Sigma-Tau, Pomezia, Roma<br />
Zambon, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina, Dip. Farmaco-Chimico, Messina<br />
Università <strong>di</strong> Catania, Dip. Scienze Farmaceutiche, Catania<br />
Università <strong>di</strong> Genova, Dip. Scienze Farmaceutiche, Genova<br />
Università <strong>di</strong> Pavia, Dip. Scienze Fisiologiche e <strong>Farmacologiche</strong>, Pavia<br />
Università <strong>di</strong> Milano, Centro <strong>di</strong> Eccellenza per lo stu<strong>di</strong>o delle Malattie Neurodegenerative,<br />
Segrate<br />
Università <strong>di</strong> Milano, Dip. Scienze Molecolari, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Stu<strong>di</strong> pre-clinici, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Biotecnologie, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Chimica Biochimica e Biotecnologie per la Me<strong>di</strong>cina,<br />
Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Chimica Organica e Industriale, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dip. Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Facoltà <strong>di</strong> Biologia, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Facoltà <strong>di</strong> Chimica, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Endocrinologia, Centro <strong>di</strong> Eccellenza per le Malattie<br />
Neurodegenerative, Milano<br />
Università <strong>di</strong> Ferrara, Facoltà <strong>di</strong> Chimica, Ferrara<br />
Università <strong>di</strong> Firenze, Dip. Scienze Biochimiche, Firenze<br />
Università <strong>di</strong> Pavia, Dip. Biochimica, Pavia<br />
Università <strong>di</strong> Perugia, Dip. Me<strong>di</strong>cina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Perugia<br />
Università <strong>di</strong> Siena, Dip. Farmaco-Chimico-Tecnologico, Siena<br />
Università <strong>di</strong> Milano Bicocca, Dip. Me<strong>di</strong>cina Sperimentale, Monza<br />
Università <strong>di</strong> Torino, Dip. Anatomia, Farmacologia, Me<strong>di</strong>cina Legale, Torino<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
The Babraham Institute, Cambridge, Gran Bretagna<br />
Boston College, Boston, MA, USA<br />
Burke Me<strong>di</strong>cal Research Institute, White Plains, New York, USA<br />
Case Western Research University, Cleveland, OH, USA<br />
Dept. de Quimica-Fisica de Macromoleculas Biologicas, CSIC, Madrid, Spagna<br />
Division of Biome<strong>di</strong>cal and Life Sciences, School of Health and Me<strong>di</strong>cine, Lancaster<br />
University, Lancaster LA1 4YQ, Gran Bretagna<br />
193<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Faculdad de Ciencias Me<strong>di</strong>cas, Universidad de Santiago de Chile, Cile<br />
The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The Hebrew University of Jerusalem,<br />
Gerusalemme, Israele<br />
ETH, Zurigo, Svizzera<br />
FMP, Berlino, Germania<br />
Giessen Polyclinic University, Giessen, Germania<br />
Houston University, TX, USA<br />
IBSN CNRS, Marseille, Francia<br />
In<strong>di</strong>ana University, In<strong>di</strong>anapolis, IN, USA<br />
Institut de Genetique et Biologie Moleculaire et Cellulaire, Strasbourg, Francia<br />
Institute for Behavioral Genetics, University of Colorado, USA<br />
Institute Pasteur, Paris, Francia<br />
Laboratoire de Physico-Chimie, Pharmacotechnie et Biopharmacie, , Univ Paris-Sud 11,<br />
Chatenay-Malabry, Francia<br />
John Innes Centre, Norwich, Gran Bretagna<br />
Keio University, Tokyo, Giappone<br />
Lundbeck, USA<br />
Max Planck Research Unit for Enzymology of Protein Fol<strong>di</strong>ng, Halle, Germania<br />
Mayo Clinic College of Me<strong>di</strong>cine, Jacksonville, FL, USA<br />
National Institute of Health, Bethesda, MD, USA<br />
Nippon University, Tokyo, Giappone<br />
Pepscan System BV, Lelystad, Olanda<br />
Polichem S.A., Lugano, Svizzera<br />
Politecnico <strong>di</strong> Zurigo (ETH), Svizzera<br />
Technical University Braunschweig, Germania<br />
The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The Hebrew University of Jerusalem,<br />
Gerusalemme, Israele<br />
Trinity College, Dublin, Irlanda<br />
Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna<br />
Universidaed Nova, Lisbon, Portogallo<br />
Universitat des Saarlandes, Homburg, Germania<br />
Universitat Freiburg, Germania<br />
Universite Paris, Francia<br />
Université Victor Segalen Bordeaux 2, Bordeaux, Francia<br />
University of Aberdeen, Gran Bretagna<br />
University of Amsterdam, Olanda<br />
University of Birmingham, Gran Bretagna<br />
University of Car<strong>di</strong>ff, Gran Bretagna<br />
University of Glasgow, Gran Bretagna<br />
University of Gottingen, Germania<br />
University of Muenster, Germania<br />
University of Patrasso, Grecia<br />
University of Southampton, Gran Bretagna<br />
University of Sussex, Gran Bretagna<br />
University of Vienna, Austria<br />
Vanderbilt University, Nashville, USA<br />
Waring-Webb Institute, University of Colorado, Denver CO, USA<br />
Weizmann Institut, Rehovot, Israele<br />
Westfaelische Wilhelms-Universitaet Muenster, Germania<br />
194<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Neurobiology of Lipids (L. Diomede)<br />
European Journal of Cancer (E. Garattini)<br />
BioMolecular Concepts (V. Bonetto)<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
Advanced Drug Delivery Reviews, American Journal Physiology, Antioxidants and Redox<br />
Signaling, BBA-Proteomics, Biochemical Journal, Biochemical Pharmacology, Biochimica<br />
Biophysica Acta, BioMolecular Concepts, Biosensors and Bioelectronics, BMC-Biochemistry,<br />
Brain Research, Cancer Research, Cell Death and Differentiation, Cell Research, Cellular and<br />
Molecular Life Sciences, Circulation, Drug Investigation, European Journal of Cancer,<br />
European Journal of Immunology, European Journal of Neuroscience, International Journal of<br />
Cancer, Journal of Cell Biology, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Hepatology,<br />
Journal of Immunology, Journal of Investigative Dermatology, Journal of Lipid Me<strong>di</strong>ators,<br />
Journal of Neurochemistry, Journal of Neuroimmunology, Journal of Translational Me<strong>di</strong>cine,<br />
Nanome<strong>di</strong>cine, Neuroscience, Neuroscience Letters, Neurobiology of Disease, Neurochemical<br />
International, Pharmacological Research, Physiological Genomics, PLoS ONE, Prions,<br />
Procee<strong>di</strong>ngs of the National Academy of Sciences, Life Sciences, Proteomics, Proteome<br />
Science.<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
Congresso: “6th Congress of the Federation of the Israel Societies For Experimental Biology”,<br />
“A possible experimental approach for study of ALS linked Cu,Zn Superoxide<br />
Dismutase(SOD1)”, 7-10 Febbraio, Eilat, Israele<br />
Conferenza: “XVI Telethon Scientific Convention”, "Bad gene, good gene: recessive APP<br />
mutation can be both”, 7-9 Marzo, Riva del Garda, Trento, Italia<br />
Conferenza: “NeuroPrion”, “A surface Plasmon resonance-based immunoassay to investigate<br />
the structural <strong>di</strong>versity of brain-extracted PrP molecules”, “Mutant Prion Protein Suppresses<br />
Glutamatergic Neurotrasmission in Cerebellar Granule Neurons by Impairing Membrane<br />
Delivery of Voltage-gated Calcium Channels”, 16-19 Maggio, Montreal, Canada<br />
Meeting: “The Ubiquitin Family Meeting”, ”A new fluorogenic peptide determines proteasome<br />
activity in single cells”, 17-21 Maggio, Cold Spring Harbor, New York, USA<br />
Conferenza: “EuroNanoForum 2011 -Nanotechnology for Sustainable Economy - European and<br />
International Forum on Nanotechnology”, “Surface Plasmon Resonance analysis of the alfabeta-bin<strong>di</strong>ng<br />
properties of nanoparticles decorated with a novel anti-alfa-beta antibody”, 30<br />
Maggio - 1 Giugno, Budapest, Ungheria<br />
Conferenza: “Dalla scienza dei materiali allo sviluppo <strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>spositivi per la <strong>di</strong>agnosi e la<br />
cura <strong>di</strong> patologie associate all’invecchiamento” - “C. elegans expressing human beta2-M<br />
195<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
recapitulates the molecular mechanisms underlying <strong>di</strong>alysis-related amyloidosis”, 17 Giugno,<br />
Pavia, Italia<br />
Meeting: “Annual Meeting 2011: American Association of Neuropathology”, “Alzheimer<br />
Disease (AD): Towards a novel therapeutic strategy based on mo<strong>di</strong>fied alfa-beta peptides”,<br />
“Towards a Novel Therapeutic Strategy for Alzheimer Disease(AD) Based on Mo<strong>di</strong>fied A beta<br />
Peptides”, 23-26 Giugno, Seattle, Washington, USA<br />
Meeting: “Joint Meeting on Me<strong>di</strong>cinal Chemistry”, “New benzoxazolone and benzothiazolone<br />
derivatives as potential 5-HT7-receptor ligands”, 30 Giugno – 2 Luglio, Catania, Italia<br />
Convegno: “Miniworkshop e Convegno CIMN - Misfol<strong>di</strong>ng proteico e amiloidosi VI”,<br />
“Chaenorhab<strong>di</strong>tis elegans: un nuovo modello per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi molecolari alla base<br />
dell’aggregazione delle proteine amiloidogeniche”, “Un metodo per la rivelazione degli<br />
oligomeri associato a un test funzionale su Chaenorhab<strong>di</strong>tis elegans”, 1-2 Luglio, Genova, Italia<br />
Congresso: “8th IBRO World Congress of Neuroscience”, “Alzheimer’s <strong>di</strong>sease and synapses<br />
degeneration: the role of JNK”, 14-18 Luglio, Firenze, Italia<br />
Conferenza: “ICAD 2011 - Alzheimer’s Associations International Conference on Alzheimer’s<br />
Disease”, “A new immunoassay based on Surface Plasmon Resonance for detection of betaamyloid<br />
oligomers”, 16-21 Luglio, Parigi, Francia<br />
Conferenza: “13th European Meeting on Complement in Human Disease”, "Mannose bin<strong>di</strong>ng<br />
lectin as a target for cerebral ischemic injury”, 21-24 Agosto, Leiden, Olanda<br />
Congresso: “The synapse, from physiology to pathology”, “C-JUN N-terminal kinase me<strong>di</strong>ates<br />
synaptic dysfunction in a model of Alzheimer’s <strong>di</strong>sease”, 4-7 Settembre, Stresa, Italia<br />
Congresso: “Nanotechitaly 2011 - Promoting Responsible Innovation”, “Nanoparticle tracking<br />
at the <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Institute: new strategies for the evaluation of nanotoxicity from the whole<br />
organism to the sub-cellular organelles”, 23-25 Novembre, Venezia, Italia<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Agenzia Italiana del Farmaco, Roma, Italia<br />
Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), Milano, Italia<br />
Biotecnologie BT - Perugia, Italia<br />
Comunità Europea (EU), Bruxelles, Belgio<br />
Consiglio Nazionale delle <strong>Ricerche</strong> (CNR), Palermo, Italia<br />
Fondazione Don Gnocchi, Milano, Italia<br />
Fondazione Cariplo, Milano, Italia<br />
Fondazione Mariani, Milano, Italia<br />
Fondazione Monzino, Milano, Italia<br />
Fondazione Weizmann-Pasteur-<strong>Negri</strong>, Parigi, Francia<br />
<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Milano, Italia<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano, Italia<br />
Lundbeck A/S, Copenhagen, Danimarca<br />
Ministero della Salute, Roma, Italia<br />
196<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR), Roma, Italia<br />
North Shore University Hospital, NY, USA<br />
Perfetti-Van Melle, Lainate (Mi), Italia<br />
Sigma Tau, Pomezia (Roma), Italia<br />
Telethon, Milano, Italia<br />
Università <strong>di</strong> Firenze, Italia<br />
Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca, Italia<br />
Università <strong>di</strong> Siena, Italia<br />
Zambon Group, Bresso (Mi), Italia<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Airol<strong>di</strong> C, Cardona F, Sironi E, Colombo L, Salmona M, Silva A, Nicotra F, La Ferla B<br />
cis-Glyco-fused benzopyran compounds as new amyloid-β peptide ligands<br />
Chem Commun (Camb) 2011 E-pub<br />
Airol<strong>di</strong> C, Colombo L, Manzoni C, Sironi E, Natalello A, Doglia S M, Forloni G, Tagliavini F, Del<br />
Favero E, Cantu' L, Nicotra F, Salmona M<br />
Tetracycline prevents Aβ oligomer toxicity through an atypical supramolecular interaction<br />
Org Biomol Chem 2011 9 : 463-472<br />
Airol<strong>di</strong> C, Zona C, Sironi E, Colombo L, Messa M, Aurilia D, Gregori M, Masserini M, Salmona M,<br />
Nicotra F, La Ferla B<br />
Curcumin derivatives as new ligands of Aβ peptides<br />
J Biotechnol 2011 E-pub<br />
Bazzoni G<br />
Pathobiology of junctional adhesion molecules<br />
Antioxid Redox Signal 2011 15 : 1221-1234<br />
Beeg M, Stravalaci M, Bastone A, Salmona M, Gobbi M<br />
A mo<strong>di</strong>fied protocol to prepare seed-free starting solutions of amyloid-β (Aβ)(1-40) and Aβ(1-42) from<br />
the correspon<strong>di</strong>ng depsipeptides<br />
Anal Biochem 2011 411 : 297-299<br />
Bigini P, Veglianese P, Andriolo G, Cova L, Grignaschi G, Caron I, Daleno C, Barbera S, Ottolina A,<br />
Calzarossa C, Lazzari L, Mennini T, Bendotti C, Silani V<br />
Intracerebroventricular administration of human umbilical cord blood cells delays <strong>di</strong>sease progression in<br />
two murine models of motor neuron degeneration<br />
Rejuvenation Res 2011 E-pub<br />
Caccia S<br />
Pharmacokinetics and metabolism update for some recent antipsychotics<br />
Expert Opin Drug Metab Toxicol 2011 E-pub<br />
Caccia S, Gobbi M<br />
Hyperforin in St. John's Wort's central effects: what is the mechanism of action<br />
Me<strong>di</strong>cinal and Aromatic Plant Science and Biotecnology 2011 5 (Spec Issue 1) : 78-85<br />
Canovi M, Markoutsa E, Lazar A N, Pampalakis G, Clemente C, Re F, Sesana S, Masserini M, Salmona<br />
M, Duyckaerts C, Flores O, Gobbi M, Antimisiaris S G<br />
The bin<strong>di</strong>ng affinity of anti-Aβ1-42 MAb-decorated nanoliposomes to Aβ1-42 peptides in vitro and to<br />
amyloid deposits in post-mortem tissue<br />
Biomaterials 2011 32 : 5489-5497<br />
197<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
D'Alessandro G, Calcagno E, Tartari S, Rizzar<strong>di</strong>ni M, Invernizzi R, Cantoni L<br />
Glutamate and glutathione interplay in a motor neuronal model of amyotrophic lateral sclerosis reveals<br />
altered energy metabolism<br />
Neurobiol Dis 2011 43 : 346-355<br />
De Paola M, Visconti L, Vianello E, Mattana F, Banfi G, Corsi M M, Beghi E, Mennini T<br />
Circulating cytokines and growth factors in professional soccer players: correlation with in vitro-induced<br />
motor neuron death<br />
Eur J Neurol 2011 18 : 85-92<br />
Frasca A, Aalbers M, Frigerio F, Fiordaliso F, Salio M, Gobbi M, Cagnotto A, Gardoni F, Battaglia G S,<br />
Hoogland G, Di Luca M, Vezzani A<br />
Misplaced NMDA receptors in epileptogenesis contribute to excitotoxicity<br />
Neurobiol Dis 2011 43 : 507-515<br />
Galdeano C, Viayna E, Sola I, Formosa X, Camps P, Ba<strong>di</strong>a A, Clos M V, Relat J, Ratia M, Bartolini M,<br />
Mancini F, Andrisano V, Salmona M, Minguillon C, Gonzalez-Munoz G C, Rodriguez Franco M I,<br />
Bidon-Chanal A, Luque J F, Munoz-Torrero D<br />
Huprine-tacrine hetero<strong>di</strong>mers as anti-amyloidogenic compounds of potential interest against Alzheimer's<br />
and prion <strong>di</strong>seases<br />
J Med Chem 2011 E-pub<br />
Galizzi G, Russo Domenica, Deidda A, Cascio C, Passantino R, Guarneri R, Bigini P, Mennini T, Drago<br />
G, Guarneri P<br />
Different early ER-stress responses in the CLN8(mnd) mouse model of neuronal ceroid lipofuscinosis<br />
Neurosci Lett 2011 488 : 258-262<br />
Garattini E, Terao M<br />
Increasing recognition of the importance of aldehyde oxidase in drug development and <strong>di</strong>scovery<br />
Drug Metab Rev 2011 E-pub<br />
Gemma S, Colombo L, Forloni G, Savini L, Fracasso C, Caccia S, Salmona M, Brin<strong>di</strong>si M, Joshi B P ,<br />
Tripal<strong>di</strong> P, Giorgi G, Taglialatela-Scafati O, Novellino E, Fiorini I, Campiani G, Butini S<br />
Pyrroloquinoxaline hydrazones as fluorescent probes for amyloid fibrils<br />
Org Biomol Chem 2011 9 : 5137-5148<br />
Gesuete R, Orsini F, Zanier E R, Albani D, Deli M A, Bazzoni G, De Simoni M G<br />
Glial cells drive precon<strong>di</strong>tioning-induced blood-brain barrier protection<br />
Stroke 2011 42 : 1445-1453<br />
Giorgetti S, Raimon<strong>di</strong> S, Pagano K, Relini A, Bucciantini M, Corazza A, Fogolari F, Codutti L, Salmona<br />
M, Mangione P, Colombo Lino, De Luigi A, Porcari R, Gliozzi A, Stefani M, Esposito G, Bellotti V,<br />
Stoppini M<br />
Effect of tetracyclines on the dynamics of formation and destructuration of β2-microglobulin amyloid<br />
fibrils<br />
J Biol Chem 2011 286 : 2121-2131<br />
Girolamo F, Ferrara G, Strippoli M, Rizzi Marco, Errede M, Trojano M, Perris R, Roncali L, Svelto M,<br />
Mennini T, Virgintino D<br />
Cerebral cortex demyelination and oligodendrocyte precursor response to experimental autoimmune<br />
encephalomyelitis<br />
Neurobiol Dis 2011 43 : 678-689<br />
Mahro M, Coelho C, Trincao J, Rodrigues D, Terao M, Garattini E, Saggu M, Lendzian F, Hildebrandt P,<br />
Romao M J, Leimkuhler S<br />
198<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Characterization and crystallization of mouse Aldehyde Oxidase 3 (mAOX3): from mouse liver to E. coli<br />
heterologous protein expression<br />
Drug Metab Dispos 2011 E-pub<br />
Manzoni C, Colombo L, Bigini P, Diana V, Cagnotto A, Messa M, Lupi M, Bonetto V, Pignataro M,<br />
Airol<strong>di</strong> C, Sironi E, Williams A, Salmona M<br />
The molecular assembly of Amyloid Aβ controls its neurotoxicity and bin<strong>di</strong>ng to cellular proteins<br />
PLoS One 2011 6 : e24909<br />
Morigi M, Galbusera M, Gastol<strong>di</strong> S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M,<br />
Stravalaci M, Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C<br />
Alternative pathway activation of complement by shiga toxin promotes exuberant C3a formation that<br />
triggers microvascular thrombosis<br />
J Immunol 2011 187 : 172-180<br />
Mourtas S, Canovi M, Zona C, Aurilia D, Niarakis A, La Ferla B, Salmona M, Nicotra F, Gobbi M,<br />
Antimisiaris S G<br />
Curcumin-decorated nanoliposomes with very high affinity for amyloid-β1-42 peptide<br />
Biomaterials 2011 32 : 1635-1645<br />
Paris L, Bazzoni G<br />
The polarity sub-network in the yeast network of protein-protein interactions<br />
Network Biology 2011 1 : 149-158<br />
Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L,<br />
Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V<br />
Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells.<br />
PLoS One 2011 6 : e25545.<br />
Paroni G, Fratelli M, Gar<strong>di</strong>ni G, Bassano C, Flora M, Zanetti A, Guarnaccia V, Ubezio P, Centritto F,<br />
Terao M., Garattini E<br />
Synergistic antitumor activity of lapatinib and retinoids on a novel subtype of breast cancer with<br />
coamplification of ERBB2 and RARA<br />
Oncogene 2011 E-pub<br />
Pittala' V, Siracusa M A, Mo<strong>di</strong>ca M N, Salerno L, Pedretti A, Vistoli G, Cagnotto A, Mennini T, Romeo<br />
G<br />
Synthesis and molecular modeling of 1H-pyrrolopyrimi<strong>di</strong>ne-2,4-<strong>di</strong>one derivatives as ligands for the α1<br />
adrenoceptors<br />
Bioorg Med Chem 2011 19 : 5260-5276<br />
Quaglio E, Restelli E, Garofoli A, Dossena S, De Luigi A, Tagliavacca L, Imperiale D, Migheli A,<br />
Salmona M, Sitia R, Forloni G, Chiesa R<br />
Expression of mutant or cytosolic PrP in transgenic mice and cells is not associated with endoplasmic<br />
reticulum stress or proteasome dysfunction<br />
PLoS One 2011 6 : e19339<br />
Re F, Cambianica I, Sesana S, Salvati E, Cagnotto A, Salmona M, Couraud P, Moghimi M, Masserini M,<br />
Sancini G<br />
Functionalization with ApoE-derived peptides enhances the interaction with brain capillary endothelial<br />
cells of nanoliposomes bin<strong>di</strong>ng amyloid-beta peptide<br />
J Biotechnol 2011 E-pub<br />
Re F, Cambianica I, Zona C, Sesana S, Gregori M, Rigolio R, La Ferla B, Nicotra F, Forloni G, Cagnotto<br />
A, Salmona M, Masserini M, Sancini G<br />
Functionalization of liposomes with ApoE-derived peptides at <strong>di</strong>fferent density affects cellular uptake and<br />
drug transport across a blood-brain barrier model<br />
199<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nanome<strong>di</strong>cine 2011 7 : 551-559<br />
Stravalaci M, Beeg M, Salmona M, and Gobbi M. Use of surface plasmon resonance to study the<br />
elongation kinetics and the bin<strong>di</strong>ng properties of the highly amyloidogenic Abeta(1-42) peptide,<br />
synthesized by depsi-peptide technique. Biosens Bioelectron. 2011 26:2772-2775<br />
Terao M, Fratelli M, Kurosaki M, Zanetti A, Guarnaccia V, Paroni G, Tsykin A, Lupi M, Gianni M,<br />
Goodall G J, Garattini E<br />
Induction of miR-21 by retinoic acid in estrogen receptor-positive breast carcinoma cells: biological<br />
correlates and molecular targets<br />
J Biol Chem 2011 286 : 4027-4042<br />
Tonutti L, Bononi E, Paris L, Breillout F, Corvaia N, Bailly C, Bazzoni G<br />
Effect of microtubule-targeting drugs on cell-cell and cell-matrix junctions in tumor epithelial cells<br />
Anticancer Drugs 2011 E-pub<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />
Sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche per la cura delle amiloidosi<br />
centrali e periferiche<br />
Lo sviluppo <strong>di</strong> una strategia terapeutica efficace per la prevenzione e la cura della malattia <strong>di</strong><br />
Alzheimer e delle amiloidosi sistemiche è <strong>di</strong> primaria importanza in quanto non esiste<br />
attualmente una cura e la loro gravità, con<strong>di</strong>ziona pesantemente la vita dei pazienti e dei loro<br />
famigliari. La formazione <strong>di</strong> fibrille amiloi<strong>di</strong> e il loro deposito in tessuti specifici sono stati<br />
considerati per molto tempo la causa della malattia ma stu<strong>di</strong> recenti in<strong>di</strong>cano che le specie<br />
oligomeriche solubili sono i veri responsabili della tossicità. La cinetica <strong>di</strong> aggregazione della<br />
proteina, in conseguenza <strong>di</strong> un cambiamento conformazionale, e la comprensione dei<br />
determinanti genetici, biochimici e strutturali alla base <strong>di</strong> questa trasformazione sono molto<br />
importanti per la delucidazione del processo patogenetico e lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie<br />
terapeutiche. Allo scopo <strong>di</strong> sviluppare dei modelli semplificati che consentono <strong>di</strong> monitorare i<br />
cambiamenti conformazionali che precedono la precipitazione delle fibrille, abbiamo <strong>di</strong>segnato<br />
e sviluppato <strong>di</strong>versi pepti<strong>di</strong> sintetici dedotti dalla sequenza primaria <strong>di</strong> proteine amiloidogeniche<br />
umane nella loro forma wild-type o mutata.<br />
In collaborazione con l’<strong>Istituto</strong> Neurologico C. Besta <strong>di</strong> Milano è stata identificata una forma<br />
mutata <strong>di</strong> β-amiloide che ha un comportamento biologico sorprendente in quanto si lega alla β-<br />
proteina normale e blocca la formazione <strong>di</strong> amiloide e lo sviluppo dalla malattia. Questa<br />
proprietà apre una nuova prospettiva terapeutica sia per le forme genetiche che per quelle<br />
spora<strong>di</strong>che <strong>di</strong> malattia <strong>di</strong> Alzheimer, basata sull'uso <strong>di</strong> frammenti proteici contenenti questa<br />
mutazione o <strong>di</strong> composti peptido-mimetici. Abbiamo inoltre sintetizzato <strong>di</strong>versi pepti<strong>di</strong> sintetici<br />
della forma mutata <strong>di</strong> β-amiloide e abbiamo valutato l’effetto della mutazione sull’aggregazione<br />
e le proprietà amiloidogeniche. Stu<strong>di</strong> analoghi vengono condotti su pepti<strong>di</strong> delle proteine<br />
prioniche e su alcune proteine amiloidogeniche <strong>di</strong> origine periferica. Il primo approccio per lo<br />
sviluppo <strong>di</strong> utili can<strong>di</strong>dati terapeutici prevede lo sviluppo <strong>di</strong> composti in grado <strong>di</strong> interferire con<br />
la formazione delle specie oligomeriche, interagendo <strong>di</strong>rettamente con le molecole proteiche,<br />
destrutturando la sua conformazione in β-sheet oppure destabilizzando gli aggregati fibrillari.<br />
Questa attività <strong>di</strong> ricerca, comprende stu<strong>di</strong> in vitro in modelli “cell free” per determinare le<br />
proprietà conformazionali dei pepti<strong>di</strong> amiloidogenici, la loro struttura secondaria, lo scambio<br />
idrogeno-deuterio, la resistenza alla <strong>di</strong>gestione con proteasi, la capacità <strong>di</strong> aggregazione e le loro<br />
proprietà amiloidogeniche. Per comprendere i meccanismi biochimici e molecolari che<br />
200<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
determinano l’azione citotossica, i peptici sintetici vengono utilizzati per stu<strong>di</strong> in vitro che<br />
prevedono l’uso <strong>di</strong> vari modelli cellulari, correlando le loro proprietà chimico-fisiche con i loro<br />
effetti biologici. L’attività è volta, inoltre, ad analizzare la <strong>di</strong>stribuzione sub-cellulare dei pepti<strong>di</strong><br />
e ad identificare i bersagli biologici-molecolari intracellulari. Gli stu<strong>di</strong> condotti fino ad ora<br />
in<strong>di</strong>cano che le tetracicline sono dei nuovi can<strong>di</strong>dati come farmaci anti-amiloidogenici. In<br />
particolare, esse sono attive come composti anti-fibrillogenici e aumentano la sensibilità della<br />
PrP alla <strong>di</strong>gestione con proteinasi K. Le tetracicline sono inoltre in grado <strong>di</strong> inibire la morte <strong>di</strong><br />
cellule neuronali e la proliferazione astrogliale indotta dai pepti<strong>di</strong> prionici e, in modelli animali<br />
<strong>di</strong> malattia, sono in grado <strong>di</strong> prolungare la sopravvivenza degli animali infettati con il prione.<br />
Il nematode Caenorhab<strong>di</strong>tis elegans come modello sperimentale per lo<br />
stu<strong>di</strong>o in vivo dei meccanismi molecolari alla base dell’aggregazione delle<br />
proteine amiloidogeniche<br />
La descrizione degli eventi molecolari che modulano il processo <strong>di</strong> amiloidogenesi in vivo è<br />
essenziale per il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> strategie terapeutiche efficaci. Per la comprensione <strong>di</strong> tali<br />
meccanismi nel nostro laboratorio viene utilizzato il Caenorhab<strong>di</strong>tis elegans in quanto esso<br />
rappresenta un modello sperimentale che offre l’opportunità unica <strong>di</strong> analizzare in vivo le<br />
funzioni genetiche e molecolari dei geni correlati alle malattie umane. Questo nematode offre il<br />
vantaggio <strong>di</strong> poter generare facilmente ceppi transgenici che esprimono geni umani, producendo<br />
fenotipi specifici, che permettono l’identificazione <strong>di</strong> geni e/o proteine associate specificamente<br />
alla patologia. In particolare, caratterizzando il fenotipo del transgene ottenuto lo si può<br />
correlare con l’insorgenza della malattia, il processo degenerativo e l’espressione e<br />
l’aggregazione proteica in forma oligomerica e fibrillare. Nel nostro laboratorio sono <strong>di</strong>sponibili<br />
<strong>di</strong>versi ceppi transgenici che esprimono, in modo costitutivo o inducibile, vari frammenti della<br />
proteina β-amiloide umana in modo specifico nei neuroni o nel muscolo. Abbiamo inoltre<br />
sviluppato nuovi ceppi transgenici che esprimono nei neuroni i pepti<strong>di</strong> mutati della β-amiloide<br />
con sostituzione A-V o A-T in posizione 2, per valutare gli effetti in vivo <strong>di</strong> tali mutazioni.<br />
L’espressione <strong>di</strong> questi pepti<strong>di</strong> si traduce in inclusioni citoplasmatiche <strong>di</strong> β-amiloide e nella<br />
comparsa <strong>di</strong> un fenotipo specifico, quale la paralisi progressiva del verme. Gli aggregati<br />
fibrillari che si depositano sono simili a quelli osservati nel cervello dei pazienti affetti da<br />
Alzheimer o nei muscoli dei pazienti affetti da Inclusion Body Myositis, la forma spora<strong>di</strong>ca <strong>di</strong><br />
miopatia più comune. Questi modelli vengono utilizzati per lo stu<strong>di</strong>o della relazione tra la<br />
sequenza della proteina, la cinetica <strong>di</strong> formazione degli aggregati amiloidogenici e la tossicità.<br />
Inoltre, utilizzando un ceppo transgenico che produce solo la forma oligomerica della proteina,<br />
<strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> un buon modello pre<strong>di</strong>ttivo per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> potenziali farmaci che interagiscono<br />
in modo specifico con gli oligomeri. Il C.elegans viene inoltre utilizzato come modello per lo<br />
stu<strong>di</strong>o dei meccanismi alla base <strong>di</strong> alcune amiloidosi sistemiche, come quella causata da depositi<br />
tessutali delle catene leggere delle immunoglobuline o da β2-microglobulina. Utilizzando un<br />
approccio multi<strong>di</strong>sciplinare integrato, genomico e molecolare, i risultati ottenuti su questi<br />
modelli costituiscono la base per lo sviluppo e la validazione <strong>di</strong> cure innovative e l’analisi in<br />
vivo delle funzioni molecolari dei geni correlati alle amiloidosi umane.<br />
L’uso delle nanoparticelle in farmacologia: nuovi sistemi per la <strong>di</strong>agnosi e<br />
la terapia<br />
Lo sviluppo clinico <strong>di</strong> molecole con promettente attività terapeutica per il trattamento <strong>di</strong><br />
malattie con prognosi infausta è limitato a volte da problemi correlati alla loro scarsa<br />
bio<strong>di</strong>sponibilità, ad una rapida clearance, alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> attraversare alcune barriere<br />
biologiche e, non ultimo dall’insorgenza <strong>di</strong> pesanti effetti collaterali. Per superare tali ostacoli è<br />
stato proposto l’utilizzo <strong>di</strong> nanoparticelle (NP) biocompatibili e biodegradabili che,<br />
201<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
“proteggendo” il principio attivo, agiscono come sistemi <strong>di</strong> rilascio controllato. Vari tipi <strong>di</strong> NP,<br />
lipi<strong>di</strong>che e/o polimeriche, sono state usate nel nostro laboratorio per migliorare le cinetiche <strong>di</strong><br />
rilascio delle molecole in esse contenute e, mo<strong>di</strong>ficando la loro superficie con particolari<br />
pepti<strong>di</strong>, anticorpi o ligan<strong>di</strong>, è stato possibile alterarne la bio<strong>di</strong>stribuzione nei tessuti sani o<br />
tumorali.<br />
Nell’ambito del progetto europeo “Nanoparticles for theraphy and <strong>di</strong>agnosis of Alzheimer<br />
Disease”, il nostro laboratorio ha valutato la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse NP <strong>di</strong> natura lipi<strong>di</strong>ca e<br />
polimerica <strong>di</strong> superare in vivo la barriera emato-encefalica per veicolare farmaci antiamiloidogenici<br />
a livello cerebrale. Inoltre, in collaborazione con il Politecnico <strong>di</strong> Milano e il<br />
Politecnico <strong>di</strong> Zurigo (ETH), sono state sviluppate e sintetizzate nuove NP polimeriche ed è<br />
stata valutata la loro stabilità nei liqui<strong>di</strong> biologici. Utilizzando NP non biodegradabili caricate<br />
con molecole fluorescenti, e/o molecole paramagnetiche, sono stati effettuati stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
bio<strong>di</strong>stribuzione in vivo utilizzando tecniche <strong>di</strong> In vivo Optical Imaging, Risonanza Magnetica<br />
Nucleare e microscopia ottica e <strong>di</strong> fluorescenza. Questi risultati costituiranno la base per il<br />
<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> NP da utilizzare per la <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> malattie specifiche e per il monitoraggio<br />
dell’efficacia della terapia.<br />
Sono attualmente in corso stu<strong>di</strong> per approfon<strong>di</strong>re i parametri che influenzano in vitro e in vivo il<br />
rilascio <strong>di</strong> farmaco dalle NP. Tutti i dati ottenuti vengono utilizzati per lo sviluppo <strong>di</strong> modelli<br />
matematici atti a descrivere la farmacocinetica delle NP e delle molecole da esse rilasciate.<br />
Preclinical imaging per favorire il processo <strong>di</strong> traslazionalità dall’animale<br />
alla clinica<br />
La possibilità <strong>di</strong> uniformare i criteri <strong>di</strong> analisi preclinici e clinici rappresenta uno dei principali<br />
obiettivi della ricerca farmacologica. La <strong>di</strong>agnostica per immagini non invasiva (risonanza<br />
magnetica, ecografia, tomografia) assume rilevanza sempre maggiore in molti ambiti clinici.<br />
Tale <strong>di</strong>ffusione ha generato grande sviluppo <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> screening non invasivo de<strong>di</strong>cati agli<br />
stu<strong>di</strong> preclinici.<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Biochimica e Farmacologia Molecolare sta sviluppato una serie <strong>di</strong> procedure<br />
<strong>di</strong> analisi atte a correlare le informazioni ottenute dagli strumenti <strong>di</strong> imaging (MRI, microCT,<br />
Fluorescent Molecular Tomography (FMT), Ocular Coherence Tomography (OCT)) con i dati<br />
ottenuti me<strong>di</strong>ante le classiche tecniche <strong>di</strong> istopatologia e immunoistologia. L’integrazione delle<br />
<strong>di</strong>verse tecniche viene identificata con il termine “preclinical imaging”.<br />
Analisi <strong>di</strong> preclinical imaging sono state utilizzate ad esempio per valutare importanti<br />
alterazioni patologiche nel topo mnd, un modello murino <strong>di</strong> lipofuscinosi ceroidea (patologia<br />
ere<strong>di</strong>taria, caratterizzata da accumulo intracellulare <strong>di</strong> materiale lipo-proteico e da<br />
degenerazione neuronale e retinica). Me<strong>di</strong>ante tecniche non invasive quali la fluoro-angiografia<br />
e l’OCT, abbiamo osservato una marcata riduzione e <strong>di</strong>sorganizzazione dello strato retinico in<br />
questi animali (in collaborazione con il reparto <strong>di</strong> Oculistica dell’ospedale Sacco <strong>di</strong> Milano).<br />
Caratterizzazioni istologiche (in collaborazione con la clinica Veterinaria dell’Università <strong>di</strong><br />
Milano) hanno confermato l’atten<strong>di</strong>bilità dell’analisi in vivo fornendo un quadro più dettagliato<br />
delle sottopopolazioni su tessuti patologici oculari e cerebrali. Poiché il materiale lipo-proteico<br />
<strong>di</strong> accumulo conferisce alle cellule una caratteristica fluorescenza, abbiamo effettuato una serie<br />
<strong>di</strong> valutazioni a tre livelli <strong>di</strong> risoluzione nei tessuti patologici. Me<strong>di</strong>ante indagine non invasiva <strong>di</strong><br />
FMT (in collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia) abbiamo rilevato un alto livello <strong>di</strong><br />
fluorescenza in corrispondenza dell’ippocampo. Sezioni micrometriche <strong>di</strong> tessuto cerebrale ci<br />
hanno confermato la selettiva presenza <strong>di</strong> fluorescenza nei neuroni dell’ippocampo. L’analisi in<br />
microscopia elettronica (in collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare) ci ha<br />
permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la localizzazione subcellulare <strong>di</strong> tali lipopigmenti nei lisosomi e nei<br />
mitocondri dei neuroni.<br />
Esperimenti <strong>di</strong> MRI con mezzo <strong>di</strong> contrasto (MnCl 2 ) ci hanno permesso <strong>di</strong> osservare<br />
ipereccitabilità neuronale nell’ippocampo dei topi mnd (esperimenti eseguiti in collaborazione<br />
con Bracco Imaging). Tale ipereccitabilità neuronale è stata poi confermata da registrazioni<br />
202<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
elettroencefalografiche (in collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> Neurologia Sperimentale) e da<br />
esperimenti <strong>di</strong> immunoistochimica per la rilevazione <strong>di</strong> una proteina overespressa in risposta ad<br />
un’aumentata eccitabilità neuronale (c-fos).<br />
Un altro esempio è costituito dalla valutazione del volume della massa tumorale nel parenchima<br />
cerebrale <strong>di</strong> un modello murino <strong>di</strong> glioma umano , me<strong>di</strong>ante somministrazione <strong>di</strong> Gadolinio<br />
pentaidrato e MRI, al fine <strong>di</strong> correlarne la crescita con la sopravvivenza dell’animale.<br />
Infine MRI e analisi istologica in immunofluorescenza sono state combinate per valutare<br />
l’interazione tra le cellule amniotiche umane, iniettate nei ventricoli cerebrali <strong>di</strong> topo, ed il<br />
tessuto ospite. La tracciabilità delle cellule è stata garantita me<strong>di</strong>ante una doppia marcatura, con<br />
un intercalante nucleare fluorescente (Hoechst 33258) e nanoparticelle paramagnetiche<br />
(feridex), effettuata su cellule vive prima dell’impianto. Sono in corso stu<strong>di</strong> preliminari su<br />
nanoparticelle fluo-paramagnetiche che ci permettano <strong>di</strong> localizzare le cellule trapiantate<br />
accoppiando indagini in MRI con analisi <strong>di</strong> FMT per la quantificazione della fluorescenza in<br />
vivo.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Molecolare<br />
Struttura e funzione dei molibdo-enzimi<br />
I molibdo-enzimi sono proteine che richiedono un cofattore molibdo-pterinico (cofattore<br />
molibdenico) per la loro attività catalitica. Fino a pochi anni fa si riteneva che la famiglia fosse<br />
costituita da tre soli membri: la sulfito ossidasi, l’aldeide ossidasi e la xantina ossido reduttasi.<br />
Nel corso degli ultimi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> ricerca il nostro laboratorio ha determinato la struttura dei<br />
geni co<strong>di</strong>ficanti <strong>di</strong>versi molibdo-enzimi nei ro<strong>di</strong>tori e nell’uomo. In particolare si è <strong>di</strong>mostrato<br />
che, nei ro<strong>di</strong>tori, esistono quattro aldei<strong>di</strong> ossidasi <strong>di</strong>verse (Aox1, Aox3, Aox4 e Aox3l1)<br />
caratterizzate da notevole similarità strutturale e funzionale. Il substrato fisiologico e la<br />
funzione omeostatica <strong>di</strong> queste proteine sono ancora sconosciuti, anche se è noto che le aldei<strong>di</strong><br />
ossidasi sono in grado <strong>di</strong> ossidare aldei<strong>di</strong> alifatiche ed aromatiche nei rispettivi aci<strong>di</strong> carbossilici<br />
e <strong>di</strong> idrossilare <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> anelli aromatici n-eterociclici. Le quattro <strong>di</strong>verse aldei<strong>di</strong> ossidasi<br />
<strong>di</strong> ratto e topo sono il prodotto <strong>di</strong> altrettanti geni posizionati a poca <strong>di</strong>stanza uno dall’altro sullo<br />
stesso cromosoma e originatisi attraverso un processo <strong>di</strong> duplicazione genica asincrona. I nostri<br />
stu<strong>di</strong> mirati alla determinazione del processo evolutivo dei geni co<strong>di</strong>ficanti le aldei<strong>di</strong> ossidasi<br />
hanno permesso <strong>di</strong> stabilire che la storia <strong>di</strong> questi geni è fatta <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> duplicazione e <strong>di</strong><br />
soppressione. Tale processo evolutivo ha portato hanno portato i <strong>di</strong>versi genomi dei vertebrati<br />
ad avere un numero <strong>di</strong> aldei<strong>di</strong> ossidasi variabile da uno a quattro. In particolare, l’ uomo è<br />
caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> un singolo gene attivo (AOX1) e <strong>di</strong> due pseudo geni inattivi<br />
localizzati sul cromosoma 2. Da un paio <strong>di</strong> anni siamo impegnati nella definizione della<br />
funzione delle <strong>di</strong>verse aldei<strong>di</strong> ossidasi <strong>di</strong> topo con l’obiettivo <strong>di</strong> stabilire le ragioni alla base<br />
della <strong>di</strong>sparità nel numero <strong>di</strong> tali enzimi tra uomo e ro<strong>di</strong>tori. A questo scopo abbiamo generato<br />
due animali knock-out, uno per il geni AOX4, l’altro per il gene AOX3l1. L’animale knock-out<br />
per il gene AOX4 è stato caratterizzato fenotipicamente, <strong>di</strong>mostrando alterazioni minime a<br />
livello dello strato epidermico. Il topo knock-out presenta infatti ipertrofia dell’epidermide<br />
associata a particolare fragilità dello strato corneo. A livello biochimico abbiamo osservato<br />
deficienza nella capacità <strong>di</strong> sintetizzare acido retinoico in situ nei due organi nei quali l’enzima<br />
AOX4 è presente in quantità apprezzabili (pelle e ghiandola <strong>di</strong> Harder). L’osservazione è in<br />
linea con l’idea che AOX4 possa avere un ruolo nel metabolismo della retinaldeide ad acido<br />
retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Abbiamo inoltre nuovi dati che in<strong>di</strong>cano un<br />
ruolo <strong>di</strong> AOX4 per il controllo dell’omeostasi del tessuto a<strong>di</strong>poso. La cosa è <strong>di</strong> particolare<br />
importanza anche per l’uomo, in quanto sembra che AOX1 possa avere un effetto similare per<br />
ciò che concerne la sintesi e la deposizione lipi<strong>di</strong>ca. Stiamo effettuando stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo similare<br />
sul topo knock-out per AOX3l1.<br />
203<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
I retinoi<strong>di</strong> nel trattamento e nella chemio-prevenzione della leucemia<br />
mieloide e del carcinoma mammario<br />
Da anni il nostro laboratorio è impegnato a definire il potenziale dei derivati naturali e sintetici<br />
dell’acido retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Questi composti comunemente<br />
definiti retinoi<strong>di</strong> sono caratterizzati da effetti cito-<strong>di</strong>fferenziativi, anti-proliferativi e apoptotici,<br />
effetti che nel loro insieme sono alla base dell’azione terapeutica <strong>di</strong> questi composti nell’ambito<br />
della leucemia mieloide e del carcinoma della mammella. I retinoi<strong>di</strong> sono agenti terapeutici<br />
molto attivi ma dotati <strong>di</strong> effetti collaterali importanti soprattutto nell’ambito <strong>di</strong> un loro utilizzo<br />
<strong>di</strong> lunga durata. L’utilizzo clinico ottimale dei retinoi<strong>di</strong> richiede una migliore conoscenza dei<br />
meccanismi d’azione alla base degli effetti anti-neoplastici esercitati da questo tipo <strong>di</strong> composti.<br />
Una conoscenza approfon<strong>di</strong>ta in questo senso è fondamentale per il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> nuove strategie<br />
<strong>di</strong> trattamento a base <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> caratterizzate da aumento dell’in<strong>di</strong>ce terapeutico <strong>di</strong> questi<br />
composti. Da anni siamo interessati alla definizione dei meccanismi molecolari che regolano<br />
l’attività dei recettori nucleari per l’acido retinoico con l’dea che questo possa portare<br />
all’identificazione <strong>di</strong> bersagli da modularsi modulati in maniera specifica con agenti<br />
farmacologici. Riteniamo infatti che questo possa portare allo sviluppo <strong>di</strong> combinazioni<br />
razionali tra retinoi<strong>di</strong> ed altri agenti farmacologicamente attivi da utilizzarsi nel trattamento <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> tumori. Tale approccio ha recentemente portato all’identificazione della prolilisomerasi,<br />
Pin1, quale regolatore negativo dell’attività del recettore RARα per l’acido retinoico.<br />
Inibitori farmacologici <strong>di</strong> Pin1 si sono <strong>di</strong> mostrati particolarmente efficaci nel sensibilizzare la<br />
cellula leucemica agli effetti anti-neoplastici dei retinoi<strong>di</strong>. Tali risultati aprono la possibilità <strong>di</strong><br />
sviluppare combinazioni a base <strong>di</strong> inibitori <strong>di</strong> Pin-1 e retinoi<strong>di</strong> nel trattamento della leucemia<br />
acuta mieloide. Seguendo lo stesso tipo <strong>di</strong> logica, abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che<br />
l’inibizione del microRNA miR-21 nel carcinoma della mammella positivo per il recettore degli<br />
estrogeni possa essere <strong>di</strong> grande importanza per potenziare l’attività anti-proliferativa dei<br />
retinoi<strong>di</strong> in questo particolare tipo <strong>di</strong> tumore. Abbiamo infine osservato che un sottogruppo<br />
particolare <strong>di</strong> carcinoma della mammella HER2/neu-positivi possa giovarsi del trattamento a<br />
base <strong>di</strong> retinoi<strong>di</strong> e <strong>di</strong> associazioni tra retinoi<strong>di</strong> ed inibitori dell’attività tirosina-chinasica del<br />
recettore HER2/Neu.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmaco<strong>di</strong>namica e Farmacocinetica<br />
Malattie da misfol<strong>di</strong>ng proteico<br />
Uno dei principali settori d’interesse del Laboratorio riguarda lo stu<strong>di</strong>o delle cosiddette malattie<br />
da “misfol<strong>di</strong>ng”, dovute a un alterato ripiegamento (“misfol<strong>di</strong>ng”) <strong>di</strong> particolari pepti<strong>di</strong> o<br />
proteine, e quin<strong>di</strong> a una struttura terziaria <strong>di</strong>versa da quella associata alle funzioni fisiologiche<br />
della proteina stessa. Le cause del misfol<strong>di</strong>ng possono essere <strong>di</strong>verse (mutazioni, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
stress, invecchiamento) e comportano una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione o, spesso, l’acquisizioni <strong>di</strong><br />
proprietà peculiari, tra cui la propensione ad aggregare e ad accumularsi sotto forma <strong>di</strong> depositi<br />
amiloidei.<br />
L’interesse del Laboratorio è rivolto in particolare alla malattia <strong>di</strong> Alzheimer, associata<br />
all’aggregazione <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> <strong>di</strong> 40-42 amino aci<strong>di</strong> (Aβ1-40 e Aβ1-42, presenti nella tipiche<br />
placche del cervello Alzheimer), e alle encefalopatie spongiformi dovute al misfol<strong>di</strong>ng e<br />
all’aggregazione della proteina prionica (PrP). Stu<strong>di</strong> recenti suggeriscono però che il misfol<strong>di</strong>ng<br />
proteico e la conseguente propensione a formare aggregati tossici è una caratteristica comune a<br />
molte proteine, ed è associata a <strong>di</strong>verse patologie (ad esempio alfa-sinucleina per la malattia <strong>di</strong><br />
Parkinson, Huntingtin con espansioni poliQ per la malattia <strong>di</strong> Huntington, superossido<br />
<strong>di</strong>smustasi per la sclerosi laterale amiotrofica, transtiretina per l’amiloidosi sistemica),<br />
accrescendo la rilevanza nello stu<strong>di</strong>o dei meccanismi cellulari e molecolari che sottendono tali<br />
eventi. Una maggiore conoscenza in questo settore è fondamentale per lo sviluppo <strong>di</strong> efficaci<br />
strategie terapeutiche.<br />
204<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
In questo settore, l’attività del Laboratorio è rivolta alla caratterizzazione dei meccanismi <strong>di</strong><br />
aggregazione proteica, in <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni sperimentali, e alla possibilità <strong>di</strong> interferire<br />
farmacologicamente con tali meccanismi. Per questi stu<strong>di</strong> si utilizzano <strong>di</strong>fferenti meto<strong>di</strong>che<br />
chimico-fisiche e biochimiche e, in particolare, la Risonanza Plasmonica <strong>di</strong> Superficie (RPS),<br />
una tecnologia avanzata per lo stu<strong>di</strong>o dell’interazione tra macromolecole.<br />
La RPS è stata applicata, nel nostro Laboratorio, per stu<strong>di</strong>are la cinetica <strong>di</strong><br />
elongazione/polimerizzazione <strong>di</strong> fibrille <strong>di</strong> Aβ1-42 (Stravalaci et al., Biosens Bioelectron,<br />
2011), contribuendo a definirne anche il meccanismo. La messa a punto <strong>di</strong> questa meto<strong>di</strong>ca ci<br />
ha permesso <strong>di</strong> valutare l’effetto <strong>di</strong> mutazioni della proteina (Di Fede et al., Science, 2009) <strong>di</strong><br />
testare molecole con potenziali effetti anti-aggreganti (anti-amiloidogenici) (Di Fede, Catania et<br />
al., Science, 2009; Taylor et al., Biochemistry, 2010) Inoltre, nel Laboratorio sono state messe a<br />
punto alcune meto<strong>di</strong>che per lo stu<strong>di</strong>o delle proprietà <strong>di</strong> legame <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stati aggregativi <strong>di</strong><br />
pepti<strong>di</strong>/proteine amiloidogenici, tra cui la conformazione iniziale (monomerica), interme<strong>di</strong><br />
oligomerici (potenzialmente tossici) e fibrille amiloi<strong>di</strong>. Questi stu<strong>di</strong> ci hanno permesso, ad<br />
esempio, <strong>di</strong> confermare l’interazione tra PrP e oligomeri <strong>di</strong> Aβ1-42 (Balducci et al., PNAS,<br />
2010).<br />
Il Laboratorio è inoltre partner <strong>di</strong> un network europeo (NAD, Nanoparticles for Alzheimer<br />
Disease, FP7) il cui obiettivo è quello <strong>di</strong> sviluppare nanoparticelle funzionalizzate per legare<br />
l’Aβ, con potenziali utilizzi sia in ambito <strong>di</strong>agnostico che terapeutico. I protocolli <strong>di</strong> RPS<br />
sviluppati in laboratorio (punto precedente) sono stati utilizzati, nell’ambito del presente<br />
progetto, per determinare l’affinità delle nanoparticelle per fibrille <strong>di</strong> Aβ immobilizzate sul<br />
sensore SPR (Gobbi et al., Biomaterials, 2010; Mourtas et al., Biomaterials, 2011; Canovi et al.,<br />
Biomaterials, 2011, Brambilla et al., J Control Release 2011).<br />
In parallelo, il Laboratorio è coinvolto nella valutazione delle proprietà farmacocinetiche delle<br />
nanoparticelle funzionalizzate, in particolare per ciò che riguarda il loro passaggio della barriera<br />
emato-encefalica. Il Laboratorio è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> effettuare stu<strong>di</strong> sia sull’interazione tra la<br />
nanoparticella e la proteina bersaglio che sul profilo farmacocinetico delle nanoparticelle e/o del<br />
farmaco <strong>di</strong> interesse, due aspetti fondamentali in un settore <strong>di</strong> grande interesse e <strong>di</strong> notevole<br />
espansione.<br />
Le competenze del Laboratorio per quanto riguarda la determinazione analitica dei farmaci nei<br />
campioni biologici sono applicate in altri due progetti <strong>di</strong> ricerca, sempre attinenti alle malattie<br />
da misfol<strong>di</strong>ng proteico.<br />
Il primo è un progetto che vede coinvolti <strong>di</strong>versi laboratori a livello europeo (progetto IMI-<br />
Pharmacog) che si propone <strong>di</strong> identificare e validare gli strumenti preclinici che possano<br />
permettere una più rapida e affidabile identificazione <strong>di</strong> molecole potenzialmente attive per la<br />
malattia <strong>di</strong> Alzheimer. Per questo si svilupperà un approccio integrato che include aspetti<br />
farmacocinetici, markers farmaco<strong>di</strong>namici e modelli preclinici, partendo da molecole la cui<br />
efficacia è già stata provata (donepezil e memantina). Nell’ambito <strong>di</strong> questo progetto, il<br />
Laboratorio si occupa della caratterizzazione farmacocinetica <strong>di</strong> tali molecole, da integrare con<br />
le proprietà farmaco<strong>di</strong>namiche e le attività nei modelli comportamentali.<br />
Il Laboratorio partecipa anche ad uno stu<strong>di</strong>o clinico, coor<strong>di</strong>nato da ricercatori <strong>di</strong> Pavia<br />
(Università e Ospedale SanMatteo), che si propone <strong>di</strong> valutare gli effetti del trattamento con<br />
doxiciclina in pazienti con amiloidosi periferica (<strong>di</strong>alisi-correlata o da transtiretina). Il nostro<br />
laboratorio si occupa della misurazione dei livelli plasmatici <strong>di</strong> doxiciclina in questi pazienti,<br />
caratterizzandone il profilo farmacocinetico.<br />
Coenzima Q10 Nella Sclerosi Laterale Amiotrofica<br />
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una grave malattia neurodegenerativa che colpisce i<br />
motoneuroni a livello del tronco encefalico e del midollo spinale, determinando una paralisi<br />
progressiva fino alla morte per compromissione dei muscoli respiratori. L’eziopatogenesi della<br />
SLA è in gran parte ignota, anche se importanti informazioni sono derivate dalla scoperta che<br />
205<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
mutazioni sul gene della superossido-<strong>di</strong>smutasi (SOD) sono responsabili della maggior parte<br />
dei casi <strong>di</strong> SLA familiare. Stu<strong>di</strong> condotti sui topi transgenici che riproducono queste mutazioni,<br />
e che sviluppano una malattia del motoneurone, hanno evidenziato un aumentato stress<br />
ossidativo e danni a livello mitocondriale.<br />
Il coenzimaQ10 (CoQ10 o ubiquinone) è uno dei principali componenti della catena respiratoria<br />
presente a livello mitocondriale. Inoltre, nella sua forma ridotta (ubiquinolo, la principale forma<br />
presente nell’organismo) ha proprietà antiossidanti.<br />
Per queste ragioni, è attualmente in corso uno stu<strong>di</strong>o, in collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong><br />
“Neurobiologia Molecolare” (<strong>di</strong>retto dalla dott.ssa Bendotti, che si occupa specificatamente <strong>di</strong><br />
SLA e che <strong>di</strong>spone dei topi transgenici modello della malattia), che ha lo scopo <strong>di</strong> indagare<br />
possibili correlazioni tra i livelli <strong>di</strong> CoQ10 (misurati nel plasma e nel SNC) e lo sta<strong>di</strong>o e la<br />
gravità della malattia.<br />
Sinaptopatie<br />
Un’ipotesi attualmente oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o riguarda la possibilità che i danni neuronali osservati in<br />
alcune malattie da misfol<strong>di</strong>ng (ad esempio nella malattia <strong>di</strong> Alzheimer, nelle malattie da prioni e<br />
nella sclerosi laterale amiotrofica) siano conseguenza <strong>di</strong> alterazioni primarie a livello della<br />
sinapsi e della trasmissione sinaptica, causate da aggregati tossici. In collaborazione con altri<br />
Laboratori che in <strong>Istituto</strong> si occupano <strong>di</strong> queste patologie e che <strong>di</strong>spongono, come modelli<br />
sperimentali, <strong>di</strong> specifici topi transgenici, abbiamo stu<strong>di</strong> in corso che riguardano la<br />
caratterizzazione della trasmissione glutamatergica e GABAergica nel cervello <strong>di</strong> questi<br />
animali, valutata con le meto<strong>di</strong>che biochimiche <strong>di</strong>sponibili nel laboratorio.<br />
Neurofarmacologia dei sistemi Glutamatergico e Serotoninergico<br />
Il Laboratorio ha una lunga tra<strong>di</strong>zione per ciò che riguarda la neurofarmacologia dei principali<br />
sistemi neurotrasmettitori ali, in particolare per i sistemi glutamatergico e serotoninergico. La<br />
<strong>di</strong>sponibilità delle meto<strong>di</strong>che utili per l’analisi dei principali meccanismi <strong>di</strong> trasmissione<br />
sinaptica (rilascio del neurotrasmettitore, legame ai recettori e ricaptazione tramite specifici<br />
trasportatori) ha consentito e consente collaborazioni con i Dipartimenti <strong>di</strong> Chimica<br />
Farmaceutica per la sintesi e la caratterizzazione <strong>di</strong> nuove molecole.<br />
Interazioni Molecolari<br />
La <strong>di</strong>sponibilità della Risonanza Plasmonica <strong>di</strong> Superficie (RPS), una tecnologia avanzata<br />
specificatamente sviluppata per stu<strong>di</strong>are nei dettagli le interazioni tra molecole, ha permesso <strong>di</strong><br />
contribuire in maniera rilevante in <strong>di</strong>fferenti progetti condotti in collaborazione con altri<br />
Laboratori (Gesuete et al., Annals of Neurology, 2009; Colombo et al., J Biol Chem, 2010;<br />
Deban et al., Nature Immunology, 2010; Provenza et al., FEBS J, 2010; Morigi et al., J Immunol<br />
2011))<br />
Tra i progetti descritti precedentemente, uno particolarmente significativo si sta sviluppando in<br />
collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> “Infiammazione e malattie del sistema nervoso” (<strong>di</strong>retto<br />
dalla dott.ssa De Simoni). E’ un progetto basato su un nostro lavoro recente (Gesuete, Storini et<br />
al., Annals of Neurology, 2009) che suggerisce un possibile ruolo <strong>di</strong> MBL nei danni indotti da<br />
ischemia cerebrale e significativi effetti anti-ischemici <strong>di</strong> inibitori <strong>di</strong> questa proteina. Gli stu<strong>di</strong><br />
attualmente in corso prevedono: la sintesi <strong>di</strong> nuovi possibili ligan<strong>di</strong> (inclusi dendrimeri<br />
sintetizzati nel Dipartimento <strong>di</strong> Chimica Organica e Industriale dell’Università <strong>di</strong> Milano,<br />
<strong>di</strong>retta dalla D.ssa Bernar<strong>di</strong>); la valutazione della loro interazione con MBL in vitro, tramite i<br />
nostri stu<strong>di</strong> con SPR; la validazione dei possibili effetti anti-ischemici con esperimenti in vivo,<br />
condotti nel laboratorio della dott.ssa De Simoni.<br />
Il nostro Laboratorio è anche coinvolto in alcuni progetti, in collaborazione con il <strong>Negri</strong><br />
Bergamo (in particolare dott.ssa Morigi e dott.ssa Noris), che riguardano la caratterizzazione <strong>di</strong><br />
206<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
nuovi possibili meccanismi molecolari coinvolti in alcune gravi patologie coma la Porpora<br />
Trombotica Trombocitopenica e la Sindrome Emolitico-Uremica. In particolare, stiamo<br />
utilizzando l’RPS per indagare la possibilità che esistano interazioni tra proteine non ancora<br />
descritte, che spieghino in maniera più sod<strong>di</strong>sfacente le relazioni tra formazione <strong>di</strong> trombi e<br />
attivazione delle cascate del complemento.<br />
Il Laboratorio è anche partner in un progetto triennale multicentrico, finanziato dalla Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a (Meta<strong>di</strong>stretti), dal titolo “SEPSIS - Sistema Miniaturizzato per la Diagnostica<br />
Molecolare E Proteomica della Sepsi ,basato sull'Integrazione della Risonanza Plasmonica <strong>di</strong><br />
Superficie”, che si propone <strong>di</strong> identificare dei biomarkers <strong>di</strong> Sepsi utili e <strong>di</strong> implementare dei<br />
nuovi sistemi RPS a basso costo per una <strong>di</strong>agnosi rapida. In particolare il nostro Laboratorio si<br />
sta occupando della identificazione e validazione <strong>di</strong> potenziali biomarkers, misurandone la<br />
presenza nel plasma tramite interazione con specifici anticorpi immobilizzati sul sensore del<br />
nostro sistema “classico” <strong>di</strong> RPS.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare<br />
Modelli in vitro per lo stu<strong>di</strong>o delle patologie del motoneurone<br />
Forme mutate <strong>di</strong> proteine specifiche svolgono un ruolo preminente in molte patologie<br />
neurodegenerative. E’ quin<strong>di</strong> importante poter riprodurre nei modelli sperimentali l’espressione<br />
<strong>di</strong> queste proteine tossiche.<br />
Nel laboratorio è <strong>di</strong>sponibile la linea motoneuronale NSC-34, ampiamente validata per lo stu<strong>di</strong>o<br />
delle malattie del motoneurone. A questa linea è stato applicato il sistema noto come pTet-Off<br />
che permette <strong>di</strong> modulare l’espressione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> interesse tramite la presenza <strong>di</strong> tetracicline ed<br />
è stata ottenuta una linea (NSC-34-tTA40) che esprime stabilmente la proteina transattivatrice<br />
tTA e può essere utilizzata per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici <strong>di</strong> malattie del<br />
motoneurone dopo trasfezione transiente/stabile <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> interesse per queste patologie.<br />
La linea NSC-34 e la linea NSC-34-tTA40 sono quin<strong>di</strong> state utilizzate per sviluppare modelli in<br />
vitro per lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi patogenetici della sclerosi laterale amiotrofica. Forme mutate<br />
<strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 sono responsabili <strong>di</strong> alcune delle forme familiari <strong>di</strong> questa malattia.<br />
Sono state perciò generate linee cellulari che esprimono in modo costitutivo o con<strong>di</strong>zionale la<br />
forma mutata G93A della superossido <strong>di</strong>smutasi 1 umana.<br />
Nuovi bersagli intracellulari nella degenerazione selettiva del<br />
motoneurone nella sclerosi laterale amiotrofica<br />
La sclerosi laterale amiotrofica è una patologia del motoneurone ad esito infausto in tempi brevi<br />
per cui non sono <strong>di</strong>sponibili terapie. L'identificazione dei meccanismi biochimici e molecolari<br />
alterati dalla patologia è una via per favorire la messa a punto <strong>di</strong> strategie terapeutiche efficaci.<br />
Abbiamo utilizzato i <strong>di</strong>versi modelli cellulari creati nel laboratorio per stu<strong>di</strong>are i meccanismi<br />
biochimico-molecolari delle alterazioni della morfologia mitocondriale osservate a sta<strong>di</strong> precoci<br />
della malattia nei terminali dei nervi motori <strong>di</strong> pazienti e in modelli sperimentali murini. I nostri<br />
modelli esprimono la forma mutata G93A <strong>di</strong> superossido <strong>di</strong>smutasi 1 (SOD1) umana. Abbiamo<br />
mostrato che i motoneuroni sono un tipo cellulare particolarmente suscettibile al danno<br />
mitocondriale e che il danno morfologico del mitocondrio è modulato dalla quantità <strong>di</strong> proteina<br />
SOD1 mutata della cellula. Inoltre in presenza <strong>di</strong> G93ASOD1, i motoneuroni appaiono più<br />
vulnerabili agli effetti tossici <strong>di</strong> inibitori della catena mitocondriale <strong>di</strong> trasporto degli elettroni<br />
suggerendo che farmaci e sostanze esogene (ad esempio contaminanti ambientali) con queste<br />
caratteristiche possano rappresentare dei fattori <strong>di</strong> rischio. Nelle cellule motoneuronali, abbiamo<br />
evidenziato una modulazione della glutammato cisteina ligasi che regola la sintesi del<br />
glutatione, il principale antiossidante cellulare, a seconda del livello <strong>di</strong> proteina SOD1 mutata.<br />
Ad un maggior livello <strong>di</strong> espressione della SOD1 mutata corrisponde un abbassamento del<br />
207<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
livello <strong>di</strong> glutatione. Questo effetto è associato ad un più basso livello <strong>di</strong> glutammato, un<br />
aminoacido che è sia un precursore del glutatione sia un neurotramettitore. Inoltre il<br />
metabolismo mitocondriale <strong>di</strong> glutamina e glutammato è alterato evidenziando un nuovo aspetto<br />
del danno mitocondriale dovuto alla SOD1 mutata.<br />
La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> glutatione può essere un fattore importante per contrastare la formazione <strong>di</strong><br />
proteine nitrate, un aspetto della tossicità delle forme mutate <strong>di</strong> SOD1 che è stato stu<strong>di</strong>ato in<br />
collaborazione con il laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale.<br />
La superfamiglia del citocromo P-450<br />
La maggioranza dei farmaci esistenti <strong>di</strong>pende dall'attività del sistema del citocromo P-450 per<br />
porre termine agli effetti biologici o per gli effetti collaterali o per lo scatenamento <strong>di</strong> reazioni<br />
avverse. Il laboratorio <strong>di</strong> Patologia Molecolare si è a lungo occupato dei meccanismi <strong>di</strong><br />
induzione/degradazione <strong>di</strong> specifici citocromo P-450 che avvengono in seguito all'assunzione <strong>di</strong><br />
farmaci o in seguito a patologie.<br />
L'attivazione degli enzimi della via metabolica <strong>di</strong> degradazione dell’eme<br />
(isozimi dell’emeossigenasi e della biliver<strong>di</strong>na reduttasi) come<br />
meccanismo protettivo <strong>di</strong> risposta allo stress<br />
Il sistema enzimatico dell’eme ossigenasi (HO) provvede alla degradazione delle molecole<br />
contenenti eme (ad esempio citocromi ed emoglobina) e al riciclo del ferro. Il monossido <strong>di</strong><br />
carbonio e i pigmenti biliari, prodotti da questa attività catalitica, hanno importanti funzioni<br />
regolatorie all’interno della cellula. Un aumento della attività enzimatica dell’HO (<strong>di</strong> solito<br />
dovuta all’attivazione dell’isoforma inducibile HO-1) è attualmente considerato un meccanismo<br />
protettivo <strong>di</strong> risposta cellulare allo stress. In passato il laboratorio ha identificato le citochine<br />
come induttori dell'attività dell'HO e come attivatori trascrizionali <strong>di</strong> HO-1. Attualmente ci<br />
proponiamo <strong>di</strong> caratterizzare il ruolo <strong>di</strong> HO-1 dal punto <strong>di</strong> vista biochimico e funzionale in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> neurodegenerazione.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale<br />
Identificazione <strong>di</strong> proteine biomarcatori della SLA nei linfomonociti <strong>di</strong><br />
pazienti<br />
Un biomarcatore è una molecola in<strong>di</strong>catore dello stato patologico o fisiologico <strong>di</strong> un organismo.<br />
Un biomarcatore <strong>di</strong> malattia è potenzialmente uno strumento molto importante in clinica in<br />
quanto può aiutare a <strong>di</strong>agnosticare precocemente una malattia, a monitorarne la progressione, e<br />
a valutare l’efficacia <strong>di</strong> trattamenti sperimentali. Inoltre, le proteine, i biomarcatori per<br />
eccellenza, possono fungere da in<strong>di</strong>catori dei meccanismi molecolari che causano la malattia e<br />
quin<strong>di</strong> aiutare la ricerca <strong>di</strong> base nello sviluppo <strong>di</strong> approcci terapeutici nuovi e più efficaci. La<br />
sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa che colpisce i<br />
motoneuroni, le cellule nervose che impartiscono ai muscoli il comando <strong>di</strong> movimento. In<br />
generale, si assiste alla per<strong>di</strong>ta progressiva delle funzioni motorie, fino alla paralisi dei muscoli<br />
respiratori e alla morte. La SLA è una malattia <strong>di</strong>fficile da <strong>di</strong>agnosticare. Oggi non esiste alcun<br />
test o procedura che fornisca una <strong>di</strong>agnosi definitiva <strong>di</strong> SLA. La <strong>di</strong>agnosi viene formulata<br />
attraverso un attento esame clinico e ripetuto nel tempo da parte <strong>di</strong> un neurologo esperto ed una<br />
serie <strong>di</strong> esami <strong>di</strong>agnostici per escludere altre malattie. Per la SLA, oltre a non esserci ad oggi<br />
una cura risolutiva, non esistono neppure dei biomarcatori validati, cioè verificati su ampie<br />
popolazioni <strong>di</strong> pazienti e <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong> controllo. La ricerca dei biomarcatori per le malattie<br />
neurodegenerative come la SLA si è concentrata principalmente nell’indagine del liquido<br />
cerebrospinale (CSF). Il CSF, il fluido che lambisce il sistema nervoso centrale e ne riflette i<br />
cambiamenti, è considerato il campione <strong>di</strong> riferimento per la ricerca dei biomarcatori delle<br />
208<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
malattie neurologiche. Purtroppo, nonostante i progressi tecnologici nell’ambito dell’analisi<br />
delle proteine (le tecniche <strong>di</strong> proteomica), l’analisi del CSF rimane molto complessa. Inoltre, il<br />
prelievo del CSF è altamente invasivo e <strong>di</strong>fficilmente attuabile in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> validazione su larga<br />
scala ed in stu<strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>nali. In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Neurobiologia Molecolare<br />
e il Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />
con la Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, <strong>di</strong> Milano e il Centro clinico NEMO <strong>di</strong> Milano,<br />
abbiamo condotto una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> mirati ad identificare biomarcatori della SLA. La novità sta<br />
nel fatto che i biomarcatori sono stati ricercati nelle cellule mononucleate del sangue (PBMC),<br />
sostanzialmente linfociti e monociti, facilmente isolabili da sangue periferico e più semplici da<br />
analizzare con metodologie proteomiche rispetto al CSF. Il razionale per questa analisi è che la<br />
SLA non è più considerata una malattia cell-autonomous, cioè non colpisce esclusivamente i<br />
motoneuroni. Infatti sono state riscontrate alterazioni sistemiche anche nelle cellule PBMC.<br />
Quin<strong>di</strong> è stato fatto uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> proteomica <strong>di</strong>fferenziale, cioè è stato paragonato l’insieme<br />
delle proteine espresse dalle cellule PBMC <strong>di</strong> pazienti SLA con quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sani e<br />
pazienti affetti da malattie con sintomi simili alla SLA. Sono state in<strong>di</strong>viduate delle proteine che<br />
riescono a <strong>di</strong>stinguere efficacemente i pazienti SLA dai casi controllo [per esempio chloride<br />
intracellular channel protein 1 (CLIC1), heterogeneous nuclear ribonucleoprotein A2/B1<br />
(ROA2), tyrosine nitrated actin, interleukin-1 receptor-associated kinase 4 (IRAK4),<br />
cyclophilin A (CypA), etc.) e che sono correlate con la progressione della malattia (CypA,<br />
protein <strong>di</strong>sulfide isomerase A3 e TDP-43). Queste proteine sono state poi misurate in un<br />
modello animale <strong>di</strong> SLA e alcune <strong>di</strong> queste risultano essere alterate nello stesso modo che<br />
nell’uomo (CypA, CLIC1, tyrosine nitrated actin, glutathione S-transferase omega-1, far<br />
upstream element-bin<strong>di</strong>ng protein 1), già prima dell’esor<strong>di</strong>o dei sintomi. Questo fa ben sperare<br />
che la valutazione <strong>di</strong> tali biomarcatori possa essere sfruttata per <strong>di</strong>agnosticare precocemente la<br />
malattia anche nell’uomo. Inoltre, il parallelo uomo-modello animale permetterà <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are in<br />
profon<strong>di</strong>tà queste proteine che potrebbero essere coinvolte nei meccanismi molecolari che<br />
causano la SLA, ancora sconosciuti. Anche in questo caso siamo <strong>di</strong> fronte a dei can<strong>di</strong>dati<br />
biomarcatori che aspettano una validazione su un’ampia popolazione <strong>di</strong> pazienti SLA e casi<br />
controllo. La validazione sarà agevolata da un reperimento più facile dei campioni biologici,<br />
sangue piuttosto che CSF, e dal proce<strong>di</strong>mento analitico molto meno complesso <strong>di</strong> quello<br />
utilizzato nella fase <strong>di</strong> identificazione. Il Laboratorio <strong>di</strong> Proteomica Traslazionale ha ora in<br />
programma uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazione <strong>di</strong> questi biomarcatori.<br />
Laboratorio per lo Stu<strong>di</strong>o dei Sistemi Biologici<br />
Analisi sistemica delle interazioni proteiche nel complesso delle giunzioni<br />
intercellulari<br />
Le giunzioni intercellulari, che formano il cosiddetto complesso giunzionale apicale, me<strong>di</strong>ano<br />
l’adesione fra cellule contigue e rappresentano dunque la base cellulare della coesione dei<br />
tessuti, come (ad esempio) il rivestimento epiteliale dell’intestino. Al fine <strong>di</strong> acquisire una<br />
comprensione sistemica del complesso giunzionale apicale, abbiamo stu<strong>di</strong>ato (me<strong>di</strong>ante<br />
meto<strong>di</strong>che d’analisi delle reti o ‘network analysis’) tutte le interazioni tra proteine che sono state<br />
descritte a livello delle giunzioni <strong>di</strong> cellule epiteliali umane. Sebbene veri e propri ‘hubs’ (vale a<br />
<strong>di</strong>re proteine molto rare ma con un numero molto alto d’interazioni con altre proteine) fossero<br />
assenti dal network giunzionale, le proteine con maggior numero d’interazioni erano proteine<br />
molto importanti perché prodotte da geni essenziali per la sopravvivenza. Inoltre, all’interno del<br />
network giunzionale, abbiamo potuto osservare moduli (vale a <strong>di</strong>re gruppi <strong>di</strong> proteine molto<br />
densamente connesse tra loro). L’analisi dei moduli ha infine messo in luce principi<br />
organizzativi generali del complesso giunzionale. Questo progetto ci ha permesso <strong>di</strong> convalidare<br />
l’utilità della ‘network analysis’ per lo stu<strong>di</strong>o degli elementi e delle funzioni della cellula.<br />
209<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
210<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA<br />
PERSONALE<br />
DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir.<br />
LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA GENERALE<br />
Capo Laboratorio<br />
Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir.<br />
Unità <strong>di</strong> Epidemiologia dei Tumori<br />
Capo Unità<br />
Unità <strong>di</strong> Stili <strong>di</strong> Vita e Prevenzione<br />
Capo Unità<br />
Cristina BOSETTI, Dr.Mat.<br />
Liliane CHATENOUD, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità <strong>di</strong> Epidemiologia per la Ricerca Clinica<br />
Capo Unità<br />
Silvano GALLUS, Dr.Sci. Informaz.<br />
Unità <strong>di</strong> Epidemiologia Analitica<br />
Capo Unità<br />
Clau<strong>di</strong>o PELUCCHI, Dr.Sci.Stat.<br />
LABORATORIO METODI EPIDEMIOLOGICI<br />
Capo Laboratorio<br />
Eva NEGRI, Dr.Mat.<br />
LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE CRONICHE<br />
Capo Laboratorio<br />
Alessandra TAVANI, Dr.Sci.Biol.<br />
LABORATORIO INFORMATICA MEDICA<br />
Capo Laboratorio<br />
Eugenio SANTORO, Dr. Sci. Informaz.<br />
211<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Carlo La Vecchia ha ricevuto la laurea in Me<strong>di</strong>cina presso l'Università <strong>di</strong> Milano e un Master in<br />
Epidemiologia Clinica all'università <strong>di</strong> Oxford. Egli è riconosciuto universalmente come una delle<br />
principali autorità nel campo dell’eziologia ed epidemiologia del cancro.<br />
Esperienze lavorative: Attualmente è Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano, e Professore Associato presso la facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dell'Università <strong>di</strong> Milano. Il dottor<br />
La Vecchia serve come e<strong>di</strong>tor per numerose riviste scientifiche. E’ tra i più celebri e produttivi<br />
epidemiologi, con oltre 1.630 articoli su riviste scientifiche peer-reviewed ed è tra i ricercatori me<strong>di</strong>ci più<br />
citati nel mondo, secondo ISIHighlyCited.comsm, lo sviluppatore ed e<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Science Citation Index. Il<br />
dr. La Vecchia è Professore Aggiunto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina alla Vanderbilt Me<strong>di</strong>cal Center e Vanderbilt-Ingram<br />
Cancer Center, e <strong>di</strong> Epidemiologia presso l'Università <strong>di</strong> Losanna, Svizzera.<br />
Il dr. La Vecchia è consulente temporaneo presso l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro<br />
(IARC) <strong>di</strong> Lione e l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS) <strong>di</strong> Ginevra, e è un giornalista registrato<br />
a Milano. E’ stato Professore Associato <strong>di</strong> Epidemiologia alla Harvard School of Public Health tra il 1996<br />
e il 2001.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: I principali campi <strong>di</strong> interesse del dr. La Vecchia includono: l’epidemiologia dei tumori<br />
e il rischio legato alla <strong>di</strong>eta, il tabacco, l’uso <strong>di</strong> contraccettivi orali e l'esposizione professionale o<br />
ambientale a sostanze tossiche, e l'analisi degli andamenti temporali e della <strong>di</strong>stribuzione geografica della<br />
mortalità per cancro, malattie car<strong>di</strong>ovascolari, perinatale e altre con<strong>di</strong>zioni selezionate.<br />
Eva <strong>Negri</strong> si è laureata in Matematica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano nel 1985.<br />
Esperienze lavorative: Dal 2007: Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Metodologia Epidemiologica del Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Epidemiologia; 1992-2006: Capo dell’Unità <strong>di</strong> metodologia Epidemiologica del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Epidemiologia, nel 1990-92 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia; 1984-1990 Collaboratore<br />
presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Disegno, conduzione e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici su patologie croniche (es. cancro<br />
e infarto miocar<strong>di</strong>co) e incidenti, analisi della mortalità <strong>di</strong> coorti <strong>di</strong> lavoratori, analisi <strong>di</strong> andamenti<br />
temporali e della <strong>di</strong>stribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari, incidenti e<br />
altre patologie selezionate, analisi <strong>di</strong> indagini nazionali sulla salute, applicazione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong><br />
modellizzazione lineare all’analisi <strong>di</strong> dati epidemiologici, ri-analisi collaborative e meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
epidemiologici.<br />
Premi: Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea per lo stu<strong>di</strong>o dell’Epidemiologia (1988)<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Bagnar<strong>di</strong> V, Rota M, Botteri E, Scotti L, Jenab M, Bellocco R, Tramacere I, Pelucchi C, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C, Corrao<br />
G, Boffetta P. Alcohol consumption and lung cancer risk in never smokers: a meta-analysis. Ann Oncol. 2011;22:2631-9.<br />
• <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C, Pelucchi C, Tavani A The risk of acute myocar<strong>di</strong>al infarction after stopping drinking Prev Med<br />
2005; 40: 725-728<br />
• <strong>Negri</strong> E, Pelucchi C, Talamini R, Montella M, Gallus S, Bosetti C, Franceschi S, La Vecchia C Family history of cancer<br />
and the risk of prostate cancer and benign prostatic hyperplasia Int J Cancer 2005; 114: 648-652<br />
• <strong>Negri</strong> E, Little D, Boiocchi M, La Vecchia C, Franceschi S. B-cell non-Hodgkin’s lymphoma and hepatitis C virus<br />
infection: A systematic review Int J Cancer 2004; 111: 1-8<br />
• <strong>Negri</strong> E, Ron E, Franceschi S, La Vecchia C, Preston-Martin S, Kolonel L, et al. Risk factors for medullary thyroid<br />
carcinoma: A pooled analysis Cancer Causes Control 2002; 13: 365-372<br />
• Levi F, La Vecchia C, Boyle P, Lucchini F, <strong>Negri</strong> E Western and eastern European trends in testicular cancer mortality<br />
Lancet 2001; 357: 1853-1854<br />
Alessandra Tavani - laurea in Scienze Biologiche, Università <strong>di</strong> Milano (luglio 1977); Specialista in<br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong>, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”(luglio 1979).<br />
Esperienze lavorative: 1979-81: Ricercatrice nel laboratorio <strong>di</strong> Metabolismo dei Farmaci, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. 1981: Ricercatrice nella “Unit for Research on Ad<strong>di</strong>ctive<br />
Drugs”(<strong>di</strong>rettore prof. H.W. Kosterlitz), Università <strong>di</strong> Aberdeen, Scozia, U.K. 1982-1990: Capo<br />
dell’Unità <strong>di</strong> Neurofarmacologia degli Oppioi<strong>di</strong>, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>”1990: Ricercatrice nell’Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Perinatale, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. 1991-2007: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia delle Malattie Croniche<br />
del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. Dal 2007: Capo<br />
212<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia delle Malattie Croniche del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”.<br />
Area <strong>di</strong> interesse: Epidemiologia dei tumori e delle malattie coronariche. Organizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> casocontrollo<br />
e stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore, includendo la raccolta <strong>di</strong><br />
campioni biologici. Analisi dei fattori <strong>di</strong> rischio legati alla genetica e agli stili <strong>di</strong> vita, in particolare caffè,<br />
<strong>di</strong>eta, attività fisica.<br />
Premi: “Rafaelsen Scholar Award”dal Collegium Internationale Neuro-Psychopharmacologicum<br />
(CINP), 16th Meeting, Monaco (F.R.G.), 1988.<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Bravi F, Scotti L, Bosetti C, Gallus S, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C, Tavani A. Coffee drinking and endometrial cancer risk: a<br />
metaanalysis of observational stu<strong>di</strong>es. Am J Obstet Gynecol 2009; 200: 130-135<br />
• Herrero R, Castellsague X, Pawlita M, Lissowska J, Kee F, Balaram P, Rajkumar T, Sridhar H, Rose B, Pintos<br />
J, Fernandez L, Idris A, Sanchez M J, Nieto A, Talamini R, Tavani A, et al. Human papillomavirus and oral cancer: The<br />
International Agency for Research on Cancer Multicenter Study. J Natl Cancer Inst 2003; 95: 1772-1783<br />
• Galeone C, Tavani A, Pelucchi C, Turati F, Winn D M, Levi F, Yu G - P, Morgenstern H, Kelsey K, Dal Maso L, Purdue<br />
M, McClean M, Talamini R, Hayes R B, Franceschi S, Schantz S, Zhang Z F, Ferro G, Chuang S - C, Boffetta P, La<br />
Vecchia C, Hashibe M. Coffee and tea intake and risk of head and neck cancer: pooled analysis in the international head<br />
and neck cancer epidemiology consortium. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2010; 19: 1723-1736<br />
• A meta-analysis of coffee consumption and pancreatic cancer. Turati F, Galeone F, Edefonti V, Ferraroni M, Lagiou P,<br />
La Vecchia C, Tavani A. Ann Oncol 2012; 23 : 311–318<br />
• Coffee and cancers of the upper <strong>di</strong>gestive and respiratory tracts: meta-analyses of observational stu<strong>di</strong>es. Turati F,<br />
Galeone C, La Vecchia C, Garavello W, Tavani A. Ann Oncol 2011; 22 : 536-544<br />
• Anthropometric measures at <strong>di</strong>fferent ages and endometrial cancer risk. Dal Maso L, Tavani A, Zucchetto A, Montella<br />
M, Ferraroni M, <strong>Negri</strong> E, Polesel J, Decarli A, Talamini R, La Vecchia C, Franceschi S. Br J Cancer 2011; 104 : 1207-<br />
1213<br />
Eugenio Santoro si è laureato in Scienze dell’Informazione nell’anno accademico 1988-1989 presso<br />
l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Nel 1985 inizia a lavorare con una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”. E’ stato responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Informatica Clinica e<br />
Statistica Applicata e del Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Clinica e Statistica Applicata afferenti al<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Car<strong>di</strong>ovascolare. Dal 2001 guida il Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca che dal<br />
2007 è entrato a fare parte del Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia. La sua attività si è concentrata<br />
prevalentemente nella produzione <strong>di</strong> software per la gestione e l’analisi statistica <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici tra i quali<br />
quelli denominati GISSI (Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravvivenza nell’Infarto miocar<strong>di</strong>co) e<br />
per la conduzione <strong>di</strong> meta-analisi. Dal 1995 si occupa <strong>di</strong> Internet, e più <strong>di</strong> recente <strong>di</strong> web 2.0, <strong>di</strong> social<br />
me<strong>di</strong>a, e delle loro applicazioni in ambito me<strong>di</strong>co sviluppando siti e portali a carattere me<strong>di</strong>co/scientifico<br />
e sfruttandone le potenzialità come strumento <strong>di</strong> formazione e informazione. Autore e coautore <strong>di</strong> oltre<br />
200 articoli e <strong>di</strong> 70 relazioni presentate ai principali congressi internazionali <strong>di</strong> informatica e <strong>di</strong><br />
car<strong>di</strong>ologia, ha pubblicato per il Pensiero Scientifico <strong>di</strong> Roma quattro volumi dai titoli “Web 2.0 e social<br />
me<strong>di</strong>a in me<strong>di</strong>cina”, “Facebook, Twitter e la me<strong>di</strong>cina”, “Guida alla me<strong>di</strong>cina in rete”e “Internet in<br />
me<strong>di</strong>cina. Guida all’uso e applicazioni pratiche”, e curato per conto della stessa casa e<strong>di</strong>trice la traduzione<br />
dall’inglese <strong>di</strong> altri volumi <strong>di</strong> informatica e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina. Ha inoltre contribuito alla stesura del capitolo<br />
“Clinical Trials Data Management”del volume “Clinical Trials Handbook”(Wiley 2009, E<strong>di</strong>ted by Gad<br />
S.C.), della voce “Internet e me<strong>di</strong>cina”per l’aggiornamento III della Enciclope<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca Italiana (UTET<br />
2007) e del dossier “Internet e Me<strong>di</strong>cina - Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione”curato<br />
dalla Commissione Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Membro <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>verse società scientifiche nazionali e internazionali, cura per conto <strong>di</strong> alcune riviste me<strong>di</strong>che italiane<br />
rubriche sull’uso <strong>di</strong> Internet.<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Santoro E. “Web 2.0 e social me<strong>di</strong>a in me<strong>di</strong>cina: come social network, wiki e blog trasformano la comunicazione,<br />
l’assistenza e la formazione in sanità. 2° e<strong>di</strong>zione. Il Pensiero Scientifco E<strong>di</strong>tore, Roma 2011<br />
• Santoro E. “Facebook, Twitter e la me<strong>di</strong>cina”. Il Pensiero Scientifco E<strong>di</strong>tore, Roma 2011<br />
• Santoro E., Tinazzi A.”Clinical Trials Data Management”. In “Clinical Trials Handbook”(Wiley 2009, E<strong>di</strong>ted by Gad<br />
S.C.).<br />
• Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical<br />
trials on me<strong>di</strong>cines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375<br />
• Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data<br />
management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250<br />
213<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin<br />
Trials 1999; 20: 194-201<br />
• Franzosi M G, Santoro E, Zuanetti G, Latini R, Maggioni A P, Tognoni G, GISSI. In<strong>di</strong>cations for ACE inhibitors in<br />
the early treatment of acute myocar<strong>di</strong>al infarction. Systematic overview of in<strong>di</strong>vidual data from 100.000 patients in<br />
randomized trial. Circulation 1998; 97: 2202-2212<br />
Cristina Bosetti si è laureata in Matematica presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (1994) e si è<br />
specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”,<br />
Milano (1999).<br />
Esperienze lavorative: E’ Capo Unità “Epidemiologia dei Tumori”, Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”dal 2005. Tra le altre esperienze lavorative vi sono:<br />
Visiting scientist presso l’unità”Life style and Cancer”dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul<br />
Cancro (IARC) <strong>di</strong> Lione, Francia (Ott 2009); Collaborazione con “International Epidemiology Institute”,<br />
Rockville, MD, USA (2002-2009); Collaborazione con Unità “Field and intervention stu<strong>di</strong>es”, IARC,<br />
Lione, Francia (sett-2000-giu. 2001); Collaborazione con Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia, Harvard School<br />
of Public Health, Boston, MA, USA (sett-nov. 1998); Ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”(1998-2005); Ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Salute Materno Infantile, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano (1996-1997).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Epidemiologia dei tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari e altre patologie croniche; analisi<br />
dei rischi associati a <strong>di</strong>eta, consumo <strong>di</strong> alcol e <strong>di</strong> tabacco, fattori riproduttivi e ormonali ed esposizioni<br />
occupazionali e ambientali a sostanze tossiche, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> modelli lineari generalizzati;<br />
meta-analisi e revisione sistematiche della letteratura epidemiologica su rischio <strong>di</strong> tumore in relazione a<br />
varie esposizioni.<br />
E’ autore/coautore <strong>di</strong> oltre 230 pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed citate in<br />
PubMed/MEDLINE. I.F. me<strong>di</strong>o: 3.8. H-index: 35 (su Google Scholar o SCOPUS).<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Bosetti C, Scelo G, Chuang SC, Tonita JM, Tamaro S, Jonasson JG, Kliewer EV, Hemminki K, Weiderpass E, Pukkala<br />
E, Tracey E, Olsen JH, Pompe-Kirn V, Brewster DH, Martos C, Chia KS, Brennan P, Hashibe M, Levi F, La Vecchia C,<br />
Boffetta P. High constant incidence rates of second primary cancers of the head and neck: a pooled analysis of 13 cancer<br />
registries. Int J Cancer. 2011 Jul 1;129(1):173-9.<br />
• Bosetti C, Bertuccio P, Chatenoud L, <strong>Negri</strong> E, Levi F, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in Europe, 1970-2007.<br />
Eur J Cancer. 2010;46:384-94.<br />
• Bosetti C, Gallus S, Peto R, <strong>Negri</strong> E, Talamini R, Tavani A, Franceschi S, La Vecchia C.Tobacco Smoking, Smoking<br />
Cessation, and Cumulative Risk of Upper Aero<strong>di</strong>gestive Tract Cancers.Am J Epidemiol. 2007; 167:468-73.<br />
• Bosetti C, Malvezzi M, Chatenoud L, <strong>Negri</strong> E, Levi F, La Vecchia C. Trends in cancer mortality in the Americas, 1970-<br />
2000. Ann Oncol 2005; 16: 489-511.<br />
• Smith J S, Herrero R, Bosetti C, Munoz N, Bosch F X, Eluf-Neto J, et al. IARC Multicentric Cervical Cancer Study<br />
Group Herpes simplex virus-2 as a human papillomavirus cofactor in the etiology of invasive cervical cancer. J Natl<br />
Cancer Inst 2002; 94: 1604-1613.<br />
Liliane Chatenoud si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (1987);<br />
ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Statistica Sanitaria presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
(1995).<br />
Esperienze lavorative: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Stili <strong>di</strong> Vita e Prevenzione, Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia<br />
(sett. 2005-); ricercatrice presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (1993-2005); Biometrista junior presso la<br />
Bracco S.p.A. (1988-1990). Dal 2007, membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera Valtellina e<br />
Valchiavenna<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Dermatoepidemiologia, epidemiologia dei tumori (Stu<strong>di</strong> caso-controllo). Analisi degli<br />
andamenti temporali e della <strong>di</strong>stribuzione geografica della mortalità perinatale, tumori ed altre con<strong>di</strong>zioni.<br />
Coautore/autore <strong>di</strong> oltre 150 pubblicazioni su riviste <strong>di</strong> interesse internazionale dal 1994 ad oggi.<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Chatenoud L, Bertuccio P, Bosetti C, Levi F, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in America, Asia, and<br />
Oceania, 1970 through 2007. Cancer. 2010;116:5063-74.<br />
• Chatenoud L, Malvezzi M, Pitrelli A, La Vecchia C, Bamfi F. Asthma mortality and long-acting beta2-agonists in five<br />
major European countries, 1994-2004. J Asthma 2009 46: 546-551<br />
• Nal<strong>di</strong> L, Chatenoud L Registry research in dermatology. Dermatol Clin 2009 27: 185-19<br />
214<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Nal<strong>di</strong> L, Chatenoud L, Belloni A, Peserico A, Balato N, Virgili A R, Bruni P L, Ingordo V, Lo Scocco G, Solaroli C,<br />
Schena D, Di Landro A, Pezzarossa E, Arcangeli F, Gianni C, Betti R, Carli P, Farris A, Barabino G F, La Vecchia C,<br />
Parazzini F Me<strong>di</strong>cal history, drug exposure and the risk of psoriasis. Evidence from an Italian case-control study<br />
Dermatology 2008 216: 125-132<br />
• Valentini L G, Casali C, Chatenoud L, Chiaffarino F, Uberti Foppa C, Broggi G Surgical site infections after elective<br />
neurosurgery: a survey of 1747 patients. Neurosurgery 2008 62: 88-95<br />
• Chatenoud L, Mosconi P, Malvezzi M, Colombo P, La Vecchia C, Apolone G. Impact of a major thermoelectric plant on<br />
self-perceived health status. Prev Med. 2005;41:328-33.<br />
• Nal<strong>di</strong> L, Chatenoud L, Linder D, Belloni Fortina A, Peserico A, Virgili AR, et al. Cigarette smoking, body mass index,<br />
and stressful life events as risk factors for psoriasis: results from an Italian case-control study. J Invest Dermatol.<br />
2005;125:61-7.<br />
Silvano Gallus si è laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
(1999).<br />
Esperienze lavorative: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia per la Ricerca Clinica, Dipartimento <strong>di</strong><br />
Epidemiologia (dal 2006); Consulente statistico per stu<strong>di</strong> epidemiologici presso gruppi <strong>di</strong> ricerca<br />
ospedalieri, Milano e Bergamo (dal 2002); ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (dal 1997);<br />
Responsabile del sito internet dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Niguarda Ca’ Granda”, Milano (1999-<br />
2002).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Monitoraggio della prevalenza e delle tendenze del fumo <strong>di</strong> tabacco e obesità in Italia e<br />
in Europa, e del relativo impatto sulla salute. Stu<strong>di</strong> caso-controllo e stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte sui tumori e sulle<br />
malattie ischemiche del cuore. Analisi dei fattori <strong>di</strong> rischio legati ad abitu<strong>di</strong>ni e stili <strong>di</strong> vita tra cui in<br />
particolare fumo, alcol e <strong>di</strong>eta. Analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte occupazionali. Autore/coautore <strong>di</strong> oltre 170<br />
pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali dal 1998 ad oggi.<br />
Il Dott Gallus dal 2008 è E<strong>di</strong>tor Associato della rivista BMC Public Health ed è membro dell’E<strong>di</strong>torial<br />
Board delle riviste: The Open Obesity Journal (dal 2008), The Open Demography Journal (dal 2009),<br />
World Journal of Gastrointestinal Oncology (dal 2009), World Journal of Dermatology (dal 2010).<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Parente F, Molteni M, Marino B, Colli A, Ar<strong>di</strong>zzone S, Greco S, Sampietro G, Foschi D, Gallus S. Are colonoscopy and<br />
bowel ultrasound useful for assessing response to short-term therapy and pre<strong>di</strong>cting <strong>di</strong>sease outcome of moderate-tosevere<br />
forms of ulcerative colitis: a prospective study. Am J Gastroenterol. 2010;105:1150-7.<br />
• Gallus S, Nal<strong>di</strong> L, Carli P, La Vecchia C; Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology (GISED). Nevus<br />
count on specific anatomic sites as a pre<strong>di</strong>ctor of total body count: a survey of 3,406 children from Italy. Am J<br />
Epidemiol. 2007 Aug 15;166(4):472-8.<br />
• Gallus S, Scotti L, <strong>Negri</strong> E, Talamini R, Franceschi S, Montella M, Giacosa A, Dal Maso L, La Vecchia C. Artificial<br />
sweeteners and cancer risk in a network of case-control stu<strong>di</strong>es. Ann Oncol. 2007 Jan;18(1):40-4.<br />
• Gallus S, Schiaffino A, La Vecchia C, Townsend J, Fernandez E. Price and cigarette consumption in Europe. Tob<br />
Control. 2006 Apr;15(2):114-9.<br />
• Gallus S, Zuccaro P, Colombo P, Apolone G, Pacifici R, Garattini S, La Vecchia C. Effects of new smoking regulations<br />
in Italy. Ann Oncol. 2006 Feb;17(2):346-7.<br />
• Clifford GM, Gallus S, Herrero R, Muñoz N, Snijders PJ, Vaccarella S, Anh PT, Ferreccio C, Hieu NT, Matos E,<br />
Molano M, Rajkumar R, Ronco G, de Sanjosé S, Shin HR, Sukvirach S, Thomas JO, Tunsakul S, Meijer CJ, Franceschi<br />
S; IARC HPV Prevalence Surveys Study Group. Worldwide <strong>di</strong>stribution of human papillomavirus types in cytologically<br />
normal women in the International Agency for Research on Cancer HPV prevalence surveys: a pooled analysis. Lancet.<br />
2005 Sep 17-23;366(9490):991-8.<br />
Clau<strong>di</strong>o Pelucchi si è laureato in Scienze Statistiche presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano-Bicocca<br />
nel 2003.<br />
Esperienze lavorative: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia Analitica, Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”(dal 2011); Ricercatore presso il Dipartimento <strong>di</strong><br />
Epidemiologia (2007-2010); Collaboratore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia (1999-2006). Altre<br />
esperienze lavorative: collaborazioni con l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano (dal<br />
2006); con il Dipartimento <strong>di</strong> Traumatologia, Ortope<strong>di</strong>a e Me<strong>di</strong>cina del Lavoro dell’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino (dal 2003); con l’International Prevention Research Institute, Lione, Francia (2010-2011);<br />
con la European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (2009-2010).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Stu<strong>di</strong> caso-controllo e <strong>di</strong> coorte occupazionale sui fattori <strong>di</strong> rischio per neoplasie e altre<br />
patologie croniche. Metanalisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> osservazionali e <strong>di</strong> clinical trials. Analisi dell’impatto clinico e<br />
socio-economico dell’influenza e <strong>di</strong> altre infezioni in età pe<strong>di</strong>atrica. Autore/coautore <strong>di</strong> oltre 110<br />
pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. H-index: 23 (SCOPUS); 29 (Google Scholar).<br />
215<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Pubblicazioni selezionate<br />
• Pelucchi C, La Vecchia C, Bosetti C, Boyle P, Boffetta P. Exposure to acrylamide and human cancer-a review and metaanalysis<br />
of epidemiologic stu<strong>di</strong>es. Ann Oncol 2011; 22:1487-1499.<br />
• Pelucchi C, <strong>Negri</strong> E, Talamini R, Levi F, Giacosa A, Crispo A, Bidoli E, Montella M, Franceschi S, La Vecchia C.<br />
Metabolic syndrome is associated with colorectal cancer in men. Eur J Cancer 2010; 46:1866-1872.<br />
• Esposito S, Bosis S, Pelucchi C, Begliatti E, Rognoni A, Bellasio M, Tel F, Consolo S, Principi N. Pe<strong>di</strong>atrician<br />
knowledge and attitudes regar<strong>di</strong>ng human papillomavirus <strong>di</strong>sease and its prevention. Vaccine. 2007; 25:6437-6446.<br />
• Galeone C, Pelucchi C, Levi F, <strong>Negri</strong> E, Franceschi S, Talamini R, Giacosa A, La Vecchia C. Onion and garlic use and<br />
human cancer. Am J Clin Nutr. 2006; 84:1027-1032.<br />
• Pira E, Pelucchi C, Buffoni L, Palmas A, Turbiglio M, <strong>Negri</strong> E, Piolatto P G, La Vecchia C. Cancer mortality in a cohort<br />
of asbestos textile workers. Br J Cancer 2005; 92:580-586.<br />
• Tavani A, Pelucchi C, <strong>Negri</strong> E, Bertuzzi M, La Vecchia C. n-3 polyunsaturated fatty acids, fish, and nonfatal acute<br />
myocar<strong>di</strong>al infarction. Circulation 2001; 104:2269-2272.<br />
ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia si occupa <strong>di</strong> epidemiologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse neoplasie comuni (tra<br />
cui tumori della mammella, del tratto genitale femminile, del tratto respiratorio e <strong>di</strong>gerente,<br />
della prostata e delle vie urinarie, neoplasie linfoi<strong>di</strong>, melanomi, etc.) e delle malattie<br />
car<strong>di</strong>ovascolari, attraverso un approccio sia descrittivo, che analitico. Tra le attività <strong>di</strong><br />
epidemiologia descrittiva vi sono l’analisi degli andamenti temporali e della <strong>di</strong>stribuzione<br />
geografica della mortalità per tumori, malattie car<strong>di</strong>ovascolari e altre con<strong>di</strong>zioni selezionate, in<br />
Italia, Europa e altri Paesi del mondo; l’analisi degli andamenti nel consumo <strong>di</strong> tabacco nella<br />
popolazione italiana e dei corrispondenti effetti sull’incidenza e la mortalità per tumore del<br />
polmone e altre neoplasie tabacco-relate. Per ciò che riguarda l’epidemiologia analitica, il<br />
Dipartimento si occupa della conduzione e analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo caso-controllo su vari tumori o<br />
patologie car<strong>di</strong>ovascolari, con la finalità <strong>di</strong> identificare e quantificare le relazioni tra aspetti<br />
genetici e vari fattori legati allo stile <strong>di</strong> vita (<strong>di</strong>eta, fumo, alcool, etc.), all’utilizzo <strong>di</strong> ormoni<br />
esogeni e all’esposizione a varie sostanze. In particolare, si occupa dell’analisi dei correlati<br />
<strong>di</strong>etetici <strong>di</strong> tumori e malattie car<strong>di</strong>ovascolari; della quantificazione degli effetti sulla salute del<br />
fumo <strong>di</strong> tabacco, consumo <strong>di</strong> alcool e delle relative implicazioni per la prevenzione; dell’analisi<br />
del rischio <strong>di</strong> vari tumori associato all’utilizzo <strong>di</strong> contraccettivi orali e terapie sostitutive in<br />
menopausa; della valutazione dell’impatto dello screening nella <strong>di</strong>agnosi precoce e nella<br />
prevenzione del cancro. Il Dipartimento si occupa inoltre <strong>di</strong>: conduzione <strong>di</strong> revisioni<br />
sistematiche e meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> pubblicati; ri-analisi dei dati originali <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
epidemiologici pubblicati sui tumori del cavo orale e faringe, del pancreas, della tiroide,<br />
dell’ovaio, della mammella e del collo dell’utero; analisi <strong>di</strong> coorti storiche <strong>di</strong> esposizioni<br />
occupazionali ad amine aromatiche, asbesto, fibre <strong>di</strong> vetro, erbici<strong>di</strong> e altri noti o potenziali<br />
cancerogeni; monitoraggio e prevenzione degli incidenti; analisi del ruolo delle infezioni<br />
nell’eziologia delle malattie allergiche (ipotesi igienista); stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologia descrittiva,<br />
osservazionale e clinica in dermatologia, pe<strong>di</strong>atria ed oncologia, in collaborazione con vari<br />
gruppi italiani. Altre attività del Dipartimento riguardano lo sviluppo <strong>di</strong> siti web a carattere<br />
me<strong>di</strong>co, lo stu<strong>di</strong>o della qualità delle informazioni me<strong>di</strong>che in Internet, la ricerca e la formazione<br />
su argomenti legati all’informatica me<strong>di</strong>ca e all’uso in me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Internet, dei social me<strong>di</strong>a e<br />
delle applicazioni web 2.0.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
I nostri dati suggeriscono che vi siano due <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> tumori del rinofaringe: i tumori<br />
<strong>di</strong>fferenziati, sono associati al fumo <strong>di</strong> tabacco come gli altri tumori della testa e collo, mentre il<br />
tabacco non sembra avere un ruolo sul rischio dei tumori non <strong>di</strong>fferenziati.<br />
216<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Un pattern alimentare basato su alimenti <strong>di</strong> origine animale aumenta il rischio <strong>di</strong> tumore<br />
dell’esofago, mentre una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> vitamine e fibre è protettiva per questo tumore.<br />
Il pattern caratterizzato da un alto consumo <strong>di</strong> pane e pasta e quello caratterizzato da un alto<br />
consumo <strong>di</strong> frutta e verdura non interagiscono con la storia familiare <strong>di</strong> tumore del colon-retto<br />
sul rischio <strong>di</strong> tale tumore.<br />
Una storia familiare <strong>di</strong> tumore del fegato aumenta il rischio <strong>di</strong> carcinoma epatocellulare,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente da un’infezione cronica da virus dell'epatite. La combinazione <strong>di</strong> storia<br />
familiare <strong>di</strong> tumore del fegato e marcatori sierologici <strong>di</strong> epatite B/C è associata ad un rischio <strong>di</strong><br />
carcinoma epatocellulare 70 volte più elevato.<br />
L’attività fisica occupazionale e nel tempo libero non è associata a una riduzione del rischio <strong>di</strong><br />
cancro al pancreas.<br />
Le fibre alimentari totali e alcuni tipi specifici <strong>di</strong> fibre alimentari sono inversamente associate al<br />
tumore del pancreas.<br />
L’acrilamide nella <strong>di</strong>eta non è associato con il tumore del pancreas.<br />
Fumo e <strong>di</strong>abete risultano essere associati al rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, con un effetto<br />
moltiplicativo dei due fattori.<br />
La sindrome metabolica è stata <strong>di</strong>rettamente associata al rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, sia in<br />
uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo che in una meta-analisi degli stu<strong>di</strong> inerenti pubblicati in letteratura.<br />
Vi è un’evidenza limitata che i fattori mestruali, riproduttivi, e ormonali sono correlati al rischio<br />
<strong>di</strong> tumore del pancreas.<br />
Le proantociani<strong>di</strong>ne presenti in mele, pere e legumi possono avere un ruolo protettivo sul<br />
rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas.<br />
Una storia familiare <strong>di</strong> tumore della laringe nei parenti <strong>di</strong> primo grado aumenta il rischio <strong>di</strong><br />
tumore della laringe. Il rischio è in<strong>di</strong>pendente da quello <strong>di</strong> fumo e alcol.<br />
Vi è un'associazione <strong>di</strong>retta tra sindrome metabolica e rischio <strong>di</strong> tumore mammario nelle donne<br />
in post-menopausa.<br />
Il peso recente ha un’importanza predominante rispetto a quello passato sul rischio <strong>di</strong> tumore<br />
dell’endometrio e quin<strong>di</strong> perdere peso a qualsiasi età può ridurre il rischio <strong>di</strong> questo tumore.<br />
La sindrome metabolica è risultata associata al rischio <strong>di</strong> tumore della prostata in una<br />
popolazione Italiana.<br />
La sindrome metabolica è risultata essere un fattore <strong>di</strong> rischio per il tumore primario del fegato.<br />
Poliomavirus e papillomavirus umano non sono risultati associati al rischio <strong>di</strong> carcinoma della<br />
vescica a cellule transazionali.<br />
Una meta-analisi ha confermato l'associazione tra consumi moderati ed elevati <strong>di</strong> alcol e rischio<br />
<strong>di</strong> carcinoma dell’esofago a cellule squamose. Il consumo <strong>di</strong> piccole quantità <strong>di</strong> alcol sembra<br />
217<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
essere associato al carcinoma dell’esofago a cellule squamose soprattutto negli stu<strong>di</strong> asiatici,<br />
suggerendo un possibile ruolo <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> suscettibilità genetica.<br />
Un’altra meta-analisi ha fornito la prova definitiva dell’assenza <strong>di</strong> associazione tra consumo <strong>di</strong><br />
alcool e adenocarcinoma dell’esofago e car<strong>di</strong>as, anche a dosi elevate <strong>di</strong> consumo.<br />
Una meta-analisi mostrava un eccesso <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> adenocarcinoma dell’esofago e del car<strong>di</strong>as<br />
gastrico significativo per i fumatori, rischio che decresceva ma persisteva anche dopo<br />
l’interruzione dell’abitu<strong>di</strong>ne al fumo.<br />
Non vi è alcuna associazione tra consumo moderato <strong>di</strong> alcool e rischio <strong>di</strong> tumore dello stomaco,<br />
ma è emersa un'associazione positiva con un forte consumo <strong>di</strong> alcool.<br />
Una revisione sistematica e meta-analisi ha <strong>di</strong>mostrato una chiara associazione positiva tra<br />
rischio <strong>di</strong> cancro del colon-retto e consumo <strong>di</strong> alcool, anche a dosi relativamente basse.<br />
Sebbene un effetto combinato <strong>di</strong> fumo e alcool non possa essere escluso, l'alcool non gioca un<br />
ruolo in<strong>di</strong>pendente nell’eziologia del tumore del polmone.<br />
Da una meta-analisi non abbiamo trovato alcuna evidenza <strong>di</strong> un'associazione tra consumo <strong>di</strong><br />
alcol e tumore alla prostata, anche a dosi elevate.<br />
Una meta-analisi ha fornito prove definitive sull'assenza <strong>di</strong> associazione tra consumo <strong>di</strong> alcool e<br />
rischio <strong>di</strong> tumore della vescica, anche a elevati livelli <strong>di</strong> consumo.<br />
In un'analisi combinata <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani, il consumo <strong>di</strong> caffè non è risultato<br />
associato in modo consistente con rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas. Nessuna associazione è<br />
emersa con il caffè decaffeinato e il tè.<br />
Da una meta-analisi abbiamo trovato che il consumo <strong>di</strong> caffè, anche elevato, non è associato al<br />
rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas.<br />
Utilizzare olio d'oliva al posto <strong>di</strong> altri con<strong>di</strong>menti, in particolare quelli ricchi <strong>di</strong> grassi saturi,<br />
potrebbe ridurre il rischio <strong>di</strong> neoplasie dell'alto apparato <strong>di</strong>gerente-respiratorio e della<br />
mammella.<br />
Una meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici su acrilamide nella <strong>di</strong>eta e tumori ha suggerito<br />
l’assenza <strong>di</strong> associazione con vari tipi <strong>di</strong> cancro. La principale relazione che richiede un<br />
ulteriore monitoraggio riguarda il tumore del rene.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o INHANCE ha trovato che i rischi <strong>di</strong> tumori <strong>di</strong> testa e collo per l’uso <strong>di</strong> tabacco e<br />
alcool sono maggiori nelle donne che negli uomini, in particolare per il tumore orofaringeo.<br />
Nello stu<strong>di</strong>o INHANCE la storia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete è stata associata positivamente ai tumori <strong>di</strong> testa e<br />
collo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o collaborativo INHANCE sui tumori della testa e del collo ha mostrato che pattern<br />
alimentari basati su prodotti <strong>di</strong> origine animale, cereali e grassi aumentano il rischio <strong>di</strong> tumore<br />
della laringe, mentre un pattern ricco <strong>di</strong> vitamine e fibre è protettivo per il tumore del cavo orale<br />
e della faringe.<br />
218<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nello stu<strong>di</strong>o INHANCE, un alto consumo <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> frutta e verdura e un basso consumo <strong>di</strong><br />
carne rossa è associato a ridotto rischio <strong>di</strong> tumori della testa e del collo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o INHANCE suggerisce che un aumento dell’attività fisica nel tempo libero potrebbe<br />
essere ridurre il rischio <strong>di</strong> tumori della testa e del collo.<br />
L'interazione tra il consumo <strong>di</strong> folati, alcool e genotipo ALDH2 è particolarmente forte in<br />
Giappone.<br />
Un’analisi collaborativa ha fornito l’evidenza che il fumo <strong>di</strong> sigari è associato con un aumento<br />
del rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, mentre nessuna associazione significativa è emersa con il<br />
fumo <strong>di</strong> pipa e il consumo <strong>di</strong> tabacco <strong>di</strong>verso dal fumo.<br />
Un’ampia analisi collaborativa ha fornito prove supplementari <strong>di</strong> un’associazione <strong>di</strong>retta tra<br />
elevato consumo <strong>di</strong> alcol e rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas.<br />
Un’ampia pooled-analisi ha confermato che il fumo <strong>di</strong> sigaretta è associato ad un rischio <strong>di</strong> 2<br />
volte <strong>di</strong> tumore del pancreas e che il rischio aumenta con il numero <strong>di</strong> sigarette fumate e la<br />
durata del fumo. Il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas scende al livello dei non fumatori circa 20<br />
anni dopo aver smesso.<br />
La polmonite <strong>di</strong> comunità associata a rinovirus è frequente sia nei bambini piccoli che in quelli<br />
più gran<strong>di</strong>, e il rinovirus-A è il ceppo più comunemente rilevato. La rilevanza clinica della<br />
polmonite <strong>di</strong> comunità associata a rinovirus sembra essere da lieve a moderata.<br />
La gravità percepita dei sintomi e il rischio <strong>di</strong> complicanze gravi sono risultate simili nei<br />
bambini con influenza pandemica A/H1N1/2009 o stagionale A/H3N2, mentre entrambi questi<br />
virus sembravano avere un impatto clinico e socioeconomico maggiore rispetto al virus<br />
A/H1N1 stagionale.<br />
I bambini con influenza pandemica A/H1N1/2009 sono risultati potenzialmente contagiosi per il<br />
virus anche fino a due settimane dopo l'esor<strong>di</strong>o della malattia.<br />
La protezione contro l’influenza è statisticamente superiore con il vaccino trivalente<br />
intradermico con 15 mcg <strong>di</strong> ogni antigene virale, rispetto al vaccino intramuscolare, con un<br />
profilo <strong>di</strong> sicurezza accettabile.<br />
L'immunogenicità, la sicurezza e la tollerabilità <strong>di</strong> una singola dose del vaccino monovalente<br />
per la pandemia influenzale 2009 A/H1N1 MF59-a<strong>di</strong>uvato in bambini e adolescenti con la<br />
sindrome <strong>di</strong> Williams o <strong>di</strong> Cornelia de Lange è molto buona, ed è simile a quella dei soggetti<br />
sani.<br />
Il vaccino pandemico MF59-a<strong>di</strong>uvato è immunogenico, sicuro e ben tollerato sia nei bambini<br />
affetti da HIV che nei bambini sani.<br />
I risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o hanno confermato la rilevanza dell'influenza nei bambini altrimenti sani,<br />
sia per la sua frequenza che per le conseguenze in<strong>di</strong>rette nelle famiglie dei bambini affetti.<br />
I dati dello stu<strong>di</strong>o MILD hanno mostrato che le patologie polmonari interstiziali fumo-correlate<br />
tendono a progre<strong>di</strong>re in una parte rilevante <strong>di</strong> casi nel corso <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> 3 anni.<br />
219<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nello stu<strong>di</strong>o MILD, uno score <strong>di</strong> calcificazione delle arterie coronariche è risultato associato<br />
agli eventi car<strong>di</strong>ovascolari e alla mortalità per tutte le cause.<br />
L'esposizione al fumo passivo nei non fumatori risulta sostanzialmente ridotta 5 anni dopo il<br />
<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> fumo nazionale. Tuttavia, l'esposizione risulta ancora frequente nelle automobili<br />
private e in sottopopolazioni specifiche, compresi i giovani.<br />
La prevalenza dei fumatori è <strong>di</strong>minuita negli ultimi anni, soprattutto nei giovani. Ciononostante,<br />
più <strong>di</strong> un quarto degli adulti italiani erano fumatori nel 2009.<br />
L'obiettivo <strong>di</strong> una prevalenza <strong>di</strong> fumatori al <strong>di</strong> sotto del 10% sarà raggiunto entro i prossimi<br />
decenni, con un sensibile aumento della cessazione del fumo, e pertanto aumentando la<br />
tassazione del tabacco, introducendo il rimborso totale del trattamento per smettere <strong>di</strong> fumare, e<br />
sviluppando ulteriormente i centri per la cessazione del fumo.<br />
L'estensione del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> fumo in selezionate aree all'aperto, in particolare nei cortili delle<br />
scuole e negli spazi esterni circostanti gli ospedali, è sostenuta dalla grande maggioranza della<br />
popolazione italiana.<br />
Nel 2010 abbiamo trovato la prevalenza <strong>di</strong> fumatori più bassa registrata negli ultimi 50 anni in<br />
Italia (21,7%). Dal 1998 ad oggi, i decessi attribuiti al fumo sono <strong>di</strong>minuiti <strong>di</strong> quasi il 15%.<br />
Si osserva un persistente calo nella mortalità per cancro alla mammella in Europa negli ultimi<br />
25-30 anni, dovuto principalmente ai progressi nella terapia.<br />
Negli ultimi due decenni, le tendenze della mortalità per tumori urologici erano favorevoli in<br />
Europa, con l'eccezione <strong>di</strong> alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale.<br />
La mortalità per malattie coronariche e malattie cerebrovascolari in Europa <strong>di</strong>minuisce<br />
costantemente dall’inizio degli anni ‘80, eccetto in Russia, dove i tassi sono 10/15 volte più alti<br />
che in Francia, Italia e Svezia.<br />
I tassi <strong>di</strong> mortalità per tumore in Messico rimangono bassi su scala mon<strong>di</strong>ale e mostrano<br />
andamenti favorevoli negli più recenti. Tuttavia, la mortalità per tumore dell’utero rappresenta<br />
una maggiore priorità <strong>di</strong> salute pubblica in questo paese.<br />
Vi è un livellamento dell'epidemia per tumore del covo orale gli uomini nella maggior parte dei<br />
paesi europei, inclusi l’Ungheria e altri paesi dell'Europa centrale dove la mortalità per questo<br />
tumore è estremamente elevata.<br />
Nonostante i tassi <strong>di</strong> mortalità favorevoli, i numeri assoluti <strong>di</strong> morti per cancro sono stabili in<br />
Europa. Il <strong>di</strong>vario tra l'Europa occidentale e i paesi dell’est probabilmente persisterà per il<br />
prossimo futuro.<br />
Le tendenze favorevoli nella mortalità per cancro sono legati, alla riduzione nel consumo <strong>di</strong><br />
tabacco e alcol negli uomini, progressi nella cura e gestione dei tumori al colon-retto, il cancro<br />
al seno, leucemie, e alcuni altri rari tumori curabili, e miglioramenti <strong>di</strong>agnostici per i tumori del<br />
colon-retto, della mammella e della cervice uterina.<br />
C'è un gap tra le in<strong>di</strong>cazioni dell’AIFA e l’utilizzo del bevacizumab nella pratica clinica.<br />
220<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
ASL Rimini<br />
Associazione Italiana <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca (AIOM)<br />
Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi – Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Accademia Nazionale <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Genova<br />
Agenzia giornalismo scientifico Za<strong>di</strong>g, Milano<br />
Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia<br />
Associazione Nazionale dei Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Ospedalieri (ANMCO)<br />
Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano<br />
Azienda Ospedaliera San Gerardo, Monza<br />
Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni Battista Le Molinette, Torino<br />
Azienda Unità Sanitaria Locale <strong>di</strong> Ravenna<br />
Centro Car<strong>di</strong>ologico Monzino, Milano<br />
Centro Stu<strong>di</strong> Comunicazione sul Farmaco, Milano<br />
Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico, Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia e Biostatistica, Aviano (PN)<br />
Comune <strong>di</strong> Milano, Direzione centrale salute, Settore politiche per la Salute<br />
Federazione Italiana delle Associazioni <strong>di</strong> Volontariato in Oncologia (FAVO)<br />
Federazione Italiana Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale – Provincia Milano<br />
Federazione Me<strong>di</strong>co Sportiva Italiana – Regione Puglia<br />
Fondazione LuVI<br />
Fondazione Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Fondazione SmithKline, Milano<br />
Gruppo Italiano per lo Stu<strong>di</strong>o della Sopravivenza nell’Infarto miocar<strong>di</strong>co (GISSI)<br />
Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia GISED, Bergamo<br />
Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti <strong>di</strong> Ricerca<br />
Biome<strong>di</strong>ca<br />
Gruppo Stu<strong>di</strong> Tumori Urologici (GSTU)<br />
International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Divisione Malattie Metaboliche III, IRCCS, Piancavallo (VB)<br />
<strong>Istituto</strong> Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Endocrinologiche (LSRE),<br />
IRCCS, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> DOXA, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Divisione <strong>di</strong> Epidemiologia e Biostatistica, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Divisione <strong>di</strong> Chirurgia Cervico Facciale, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Divisione Melanomi e Sarcomi Muscolo Cutanei<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisiologia Clinica CNR, Sezione <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale <strong>di</strong> Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia Toracica,<br />
Oncologia<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale per lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, Struttura Complessa <strong>di</strong> Chirurgia<br />
Generale In<strong>di</strong>rizzo Oncologico 4 (Melanomi e Sarcomi)<br />
Sperimentale, Unità <strong>di</strong> Ere<strong>di</strong>tà Poligenica, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Oncologico Romagnolo<br />
<strong>Istituto</strong> Ortope<strong>di</strong>co Gaetano Pini, Centro <strong>di</strong> Chirurgia Ortope<strong>di</strong>ca Oncologica, Milano<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Osservatorio Fumo Alcol Droga, Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Tumori “Fondazione Pascale”, Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia, Napoli<br />
Novartis Vaccines SpA, Siena<br />
Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci della Provincia <strong>di</strong> Bari<br />
221<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza San Giovanni Rotondo<br />
Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />
Ospedale Alessandro Manzoni, Unità <strong>di</strong> Gastroenterologia, Lecco (LC)<br />
Ospedale Luigi Sacco, Az Osp - Polo Universitario, Milano<br />
Policlinico <strong>di</strong> Monza, Unità Operativa <strong>di</strong> Endoscopia I, Monza (MB)<br />
Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Mangiagalli, Milano<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, U.O. Governo dei servizi sanitari territoriali e politiche <strong>di</strong> appropriatezza e<br />
controllo Struttura Sistemi <strong>di</strong> remunerazione e Osservatorio Epidemiologico Direzione Generale<br />
Sanità<br />
Società Italiana Attività Regolatorie<br />
Unione Nazionale dei Giornalisti Scientifici Italiani<br />
Università Bocconi <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Analisi Istituzionale e Management Pubblico,<br />
Milano<br />
Università Cattolica del Sacro Cuore, Unità <strong>di</strong> Epidemiologia genetica e Biologia Molecolare,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Igiene, Roma<br />
Università <strong>di</strong> Milano - Bicocca, Dipartimento <strong>di</strong> Statistica, Milano<br />
Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca, I Clinica Otorinolaringoiatria, DNTB, Monza<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Clinica Pe<strong>di</strong>atrica De Marchi, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro, Sezione <strong>di</strong> Statistica<br />
Me<strong>di</strong>ca e Biometria, Milano<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Milano<br />
Università <strong>di</strong> Pavia, Azienda <strong>di</strong> Servizi alla Persona, Pavia<br />
Università <strong>di</strong> Torino, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro, CTO, Torino<br />
Università <strong>di</strong> Verona, Clinica Ostetrico Ginecologica, Verona<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Catalan Institute of Oncology, Institut d’Investigaciò Biomé<strong>di</strong>ca de Bellvitge (IDIBELL),<br />
Cancer Prevention and Control Unit, L’Hospitalet de Llobregat, Spagna<br />
Center of Oncology, Dept. of Epidemiology and Cancer Prevention, Varsavia, Polonia<br />
Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) and Municipal Institute of<br />
Me<strong>di</strong>cal Research (IMIM), Barcellona, Spagna<br />
Evidence and Risk Assessment Division, Centre for Chronic Disease Prevention and Control,<br />
Public Health Agency of Canada, Ottawa, Ontario, Canada<br />
Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, Boston, USA<br />
Hellenic Health Foundation<br />
Hôpital Necker - Enfants Malades, Centre of the Association Claude Bernard on Auto-immunes<br />
<strong>di</strong>seases, Parigi, Francia<br />
Institute de Academie des Sciences, Paris, Francia<br />
International Agency for Research on Cancer, Lione, Francia<br />
International Epidemiology Institute (IEI), Rockville, USA<br />
International Life Science Institute (ILSI), Bruxelles, Belgio<br />
International Prevention Research Institute (IPRI), Lyon, France<br />
Karolinska Institute, Department of Me<strong>di</strong>cal Epidemiology and Biostatistics, Stockholm, Svezia<br />
National Cancer Institute, Environmental Stu<strong>di</strong>es Section, Bethesda, USA<br />
National School of Public Health, WHO, Atene, Grecia<br />
NUTRIM School for Nutrition, Toxicology and Metabolism, Department of Complex Genetics,<br />
Cluster of Genetics and Cell Biology, Maastricht University Me<strong>di</strong>cal Centre, Maastricht,<br />
Olanda<br />
222<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Registre Vaudois des Tumeurs, Institut Universitaire de Médecine Sociale et Préventive,<br />
Losanna, Svizzera<br />
Senologic International Society<br />
Society for Internet in Me<strong>di</strong>cine<br />
The Tisch Cancer Institute and Institute for Translational Epidemiology, Mount Sinai School of<br />
Me<strong>di</strong>cine, New York, NY, USA<br />
Tobacco Free Research Institute, Dublino, Irlanda<br />
UNDP/UNFPA/WHO/WORLD Bank special programme of research development and research<br />
training in human reproduction, Ginevra, Svizzera.<br />
Universitat Pompeu Fabra, Department of Experimental and Health Sciences, Barcellona,<br />
Spagna<br />
University of Athens Me<strong>di</strong>cal School, Department of Hygiene and Epidemiology, Atene, Grecia<br />
University of Cordoba, Faculty of Me<strong>di</strong>cal Diseases, Cordoba, Argentina<br />
University of Las Palmas de Gran Canaria, Department of Clinical Sciences, Las Palmas de<br />
Gran Canaria, Spagna<br />
Vanderbilt University, Department of Me<strong>di</strong>cine, School of Me<strong>di</strong>cine, Nashville, TN, USA<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Advances in Therapy (Eva <strong>Negri</strong>)<br />
Alimentazione e Prevenzione (Carlo La Vecchia)<br />
Annals of Oncology (Carlo La Vecchia, Associate E<strong>di</strong>tor)<br />
Archives of Me<strong>di</strong>cal Science (Carlo La Vecchia)<br />
BMC Public Health (Silvano Gallus, Associate E<strong>di</strong>tor)<br />
Cancer Letter (Carlo La Vecchia, Associate E<strong>di</strong>tor)<br />
Current Cancer Therapy Reviews (Carlo La Vecchia)<br />
Dermatology Research and Practice (Carlo La Vecchia)<br />
Digestive and Liver Disease (Carlo La Vecchia)<br />
Economia Politica del Farmaco (Carlo La Vecchia)<br />
European Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia, Associate E<strong>di</strong>tor)<br />
European Journal of Clinical Nutrition (Carlo La Vecchia)<br />
European Journal of Nutrition (Carlo La Vecchia)<br />
Evidence Based Dermatology (Carlo La Vecchia, Liliane Chatenoud)<br />
Family Planning (Carlo La Vecchia)<br />
In Scope Oncology & Haematology (Carlo La Vecchia)<br />
Journal of Family Planning and Reproductive Health Care (Carlo La Vecchia)<br />
ISRN Car<strong>di</strong>ology (Eugenio Santoro)<br />
Maturitas (Carlo La Vecchia)<br />
Nutrition and Cancer (Carlo La Vecchia)<br />
Open Cancer Journal (Carlo La Vecchia)<br />
Oral Oncology (Carlo La Vecchia)<br />
Portale Partecipasalute.it – http://www.partecipasalute.it (Eugenio Santoro)<br />
Revisiones en Ginecologìa y Obstetricia (Carlo La Vecchia)<br />
Revista Española de Nutriciò Comunitaria (Carlo La Vecchia)<br />
Revue d’Epidémiologie et de Santé Publique (Carlo La Vecchia)<br />
Società Italiana Attività Regolatorie News, SIARNews (Eugenio Santoro)<br />
The Open Obesity Journal (Silvano Gallus)<br />
The Scientific World Journal (Cristina Bosetti)<br />
Tumori (Carlo La Vecchia)<br />
223<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
World Journal of Gastrointestinal Oncology (Silvano Gallus)<br />
ATTIVITA’ DI REVISIONE<br />
Acta Dermato-Venereologica; Acta Psychiatrica Scan<strong>di</strong>navica; Alcologia; American Journal of<br />
Clinical Nutrition; American Journal of Epidemiology; Annals of Epidemiology; Annals of<br />
Oncology; Archives of Internal Me<strong>di</strong>cine; BMC Public Health; British Journal of Cancer;<br />
British Journal of Nutrition; British Me<strong>di</strong>cal Journal; Bulletin of the World Health<br />
Organization; Cana<strong>di</strong>an Journal of Physiology and Pharmacology; Cancer; Cancer Causes and<br />
Control; Cancer Detection and Prevention; Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention;<br />
Computer Methods and Programs in Biome<strong>di</strong>cine; Diabetes/Metabolism Research and Reviews;<br />
Digestive Liver Disease; Epidemiologia & Prevenzione; Epidemiology; Epidemiology &<br />
Biostatistic; European Heart Journal; European Journal of Cancer; European Journal of Cancer<br />
Prevention; European Journal of Clinical Nutrition; European Journal of Epidemiology;<br />
European Journal of Public Health; Evidence-Based Healthcare and Public Health;<br />
Gynecological Endocrinology; Gut; Hepatology; Human Reproduction; International Journal of<br />
Cancer; International Journal of Environmental Research and Public Health; International<br />
Journal of Epidemiology; International Journal of Hygiene and Environmental Health;<br />
International Journal of Obesity; ISRN Public Health; JAMA; Journal of American College of<br />
Nutrition; Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism; Journal of Clinical<br />
Epidemiology; Journal of Epidemiology and Community Health; Journal of Investigative<br />
Dermatology; Journal of Me<strong>di</strong>cal Economics; Journal of Me<strong>di</strong>cal Internet Research; Journal of<br />
the National Cancer Institute; Journal of Women's Health; Lancet Oncology; Lung Cancer;<br />
Maturitas; Melanoma Research; Nicotine & Tobacco Research; Nutrition and Cancer; Obstetric<br />
and Gynecology; Oncology; PLoS ONE; Preventive Me<strong>di</strong>cine; Public Health; Public Health<br />
Nutrition; QJM; Ra<strong>di</strong>ation Research; Revue d’Epidèmiologie et de Santé Publique; The Breast;<br />
The Cancer Journal; The Lancet; The Open Obesity Journal; The Scientific World<br />
Journal;Tobacco Control; Tumori; World Journal of Gastroenterology.<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Advisory Committee of the Oxford Collaborative group on Aetiological Factors in Cancers of<br />
the Female Genital Tract<br />
Comitato Scientifico del Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia<br />
Comitato Scientifico della Società Italiana <strong>di</strong> Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale<br />
Comitato Scientifico del portale www.familyhealth.it<br />
Data and Safety Monitoring Board of the “Phase II therapeutic trial with a humanized<br />
nonmitogenic CD3 (ChAgly CD3) monoclonal antibody in recently <strong>di</strong>agnosed type I <strong>di</strong>abetic<br />
patients”<br />
Executive Committee, International Head and Neck Cancer Epidemiology (INHANCE)<br />
consortium<br />
Ministero della Salute, Sottocomitato fumo<br />
Giuria del Premio Nazionale Comunicazione, Marketing e Informazione per la Salute – Festival<br />
Internazionale del Giornalismo<br />
Scientific Review Committee del UND/WHO/World Bank Human Reproduction Programme<br />
224<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Meeting PPACTE; PPACTE, WP2: European Survey. 10 February 2011, Milano<br />
Corso “Internet, web 2.0 e social me<strong>di</strong>a al servizio della formazione e dell’aggiornamento del<br />
me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, organizzato in collaborazione con l’ASL <strong>di</strong> Bergamo,<br />
Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale, Bergamo 5,12,19, 25 ottobre 2011<br />
Corso ECM “Corso introduttivo sull’impiego <strong>di</strong> PubMed”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 30 maggio 2011<br />
Corso ECM “Corso avanzato sull'impiego <strong>di</strong> PubMed e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione della ricerca<br />
biome<strong>di</strong>ca”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 31 maggio 2011<br />
Corso ECM “Internet per l’aggiornamento del me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 7 giugno 2011<br />
Corso ECM “Il web 2.0 per l’aggiornamento del me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 8 giugno 2011<br />
Corso ECM “Facebook, Twitter, YouTube e i nuovi social me<strong>di</strong>a per l’aggiornamento me<strong>di</strong>co”,<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 9 giugno 2011<br />
Corso ECM “Corso introduttivo sull’impiego <strong>di</strong> PubMed”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 26 ottobre 2011<br />
Corso ECM “Corso avanzato sull'impiego <strong>di</strong> PubMed e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione della ricerca<br />
biome<strong>di</strong>ca”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 27 ottobre 2011<br />
Corso ECM “Internet per l’aggiornamento del me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 8 novembre 2011<br />
Corso ECM “Il web 2.0 per l’aggiornamento del me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 9 novembre 2011<br />
Corso ECM “Facebook, Twitter, YouTube e i nuovi social me<strong>di</strong>a per l’aggiornamento me<strong>di</strong>co<br />
“, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 10 novembre 2011<br />
Corso <strong>di</strong> formazione e aggiornamento per i giornalisti “Facebook, Twitter e i nuovi social me<strong>di</strong>a<br />
per il reperimento e la <strong>di</strong>ffusione dell’informazione me<strong>di</strong>co-scientifica”, organizzato in<br />
collaborazione con la Unione Nazionale dei Giornalisti Scientifici Italiani (UNAMSI), <strong>Istituto</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 22 ottobre 2011<br />
Corso “Il web 2.0 e i social me<strong>di</strong>a al servizio della formazione e dell’aggiornamento del me<strong>di</strong>co<br />
e dell’operatore sanitario”organizzato presso l’Azienda Unità Sanitaria Locale <strong>di</strong> Ravenna, Ravenna<br />
6-7 ottobre 2011<br />
Corso “Internet, web 2.0 e social me<strong>di</strong>a al servizio della formazione e dell’aggiornamento del<br />
me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”promosso dalla Scuola Umbra <strong>di</strong> Amministrazione Pubblica,<br />
Perugia 3-4, 17-18 novembre 2011<br />
225<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Convegno “Salute 2.0: come utilizzare i nuovi me<strong>di</strong>a per guidare l’evoluzione della<br />
comunicazione sanitaria”nell’ambito della manifestazione “Med.it”, Vicenza 29 marzo 2011<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
AERES Committee – evaluation of Cancerpoles. Parigi, Francia. 9-10 febbraio 2011<br />
5 th ISC International Conference & 1 st GOCCI International Conference on Cancer Therapeutics<br />
– Molecular Targets, Pharmacology and Clinical Applications. “Digestive tract cancers:<br />
Epidemiology”. Firenze 4-5 marzo 2011<br />
Corso sugli stu<strong>di</strong> caso-controllo. Master in Epidemiologia e Biostatistica. Università Cattolica,<br />
Policlinico Gemelli. Roma 9 marzo 2011<br />
8th annual INHANCE meeting. “Dietary patterns”. Mt. Sinai Shool of Me<strong>di</strong>cine. Mt. Sinai 22<br />
marzo 2011<br />
Corso. Scrivere un articolo scientifico. I e<strong>di</strong>zione. “Materiali e Meto<strong>di</strong>”. Milano, 14-15 aprile<br />
2011<br />
Convegno. Il tabagismo in Italia. La farmaco-terapia nella smoking-cessation: facciamo il punto<br />
su Vareniclina. “Discussione del documento e consolidamento <strong>di</strong> una versione con<strong>di</strong>visa”.<br />
Milano 5 maggio 2011<br />
Meeting Prophylactic use of aspirin. “Cancer: incidence in those with precursor lesions and<br />
recurrence in those with cancer”. Londra 6 maggio 2011<br />
Toxicology, course Me<strong>di</strong>cal University of Vienna. “The smoking epidemic and lung cancer in<br />
the EU- Epidemiology of alcohol and <strong>di</strong>sease, with focus on cancer-Me<strong>di</strong>terranean <strong>di</strong>et and<br />
cancer risk-Lifestyle and car<strong>di</strong>ovascular risk”. Vienna 12 maggio 2011<br />
10 th Interlymph Meeting. Cagliari 10-13 giugno 2011<br />
Convegno. Fumo: <strong>di</strong>pendenza o stile <strong>di</strong> vita “Dimezzare le morti da fumo”. Sala degli Atti<br />
Parlamentari. Roma 5 luglio 2011<br />
Meeting of Collaborative group on epidemiological stu<strong>di</strong>es of breast, ovarian and endometrial<br />
cancers. Oxford, UK 6-8 luglio 2011<br />
Workshop centro stu<strong>di</strong> ILVA. “Seconda conversazione su salute e inquinamento. Sviluppo <strong>di</strong><br />
mappe epidemiologiche: Metodologie e utilità per la prevenzione sanitaria. Moderatore. Taranto<br />
13 luglio 2011<br />
Convegno. Family planning: new fin<strong>di</strong>ngs and more informed choices. Capri. 28-29 agosto<br />
2011<br />
Convegno. Fertility and health in WHO group 2 anovulatory women. “Infertility, anovulation in<br />
relation to cancer and car<strong>di</strong>ovascular <strong>di</strong>seases risk. Capri 31 agosto-1 settembre 2011<br />
226<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Convegno. Problemi vecchi e nuovi in oncologia. “Variazioni d’incidenza e mortalità delle<br />
neoplasie”. Pavia 10 settembre 2011<br />
Convegno. La prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare efficace: la <strong>di</strong>stanza fra evidenze scientifiche e<br />
realtà clinica. Una proposta per il SSN. “Tabagismo e prevenzione car<strong>di</strong>ovascolare: la<br />
situazione nel nostro paese”. Firenze 12 settembre 2011<br />
Corso. Scrivere un articolo scientifico. I e<strong>di</strong>zione. “Materiali e Meto<strong>di</strong>”. Milano, 15-16<br />
settembre 2011<br />
VI Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca ed Epidemiologica Clinica.<br />
Sismec. Misurare per migliorare. “I criteri della valutazione dei “prodotti”della ricerca nel<br />
processo e<strong>di</strong>toriale”. Ancona, 1 ottobre 2011<br />
BergamoScienza. IX E<strong>di</strong>zione. “Le conseguenze della contaminazione nucleare”. Bergamo. 2<br />
ottobre 2011<br />
IEO Educational. Alimentazione e tumori: dalla prevenzione al supporto nutrizionale. “Caffè e<br />
tumori: un piacere che può avere effetti benefici sulla salute” e “Acrilamide nella <strong>di</strong>eta e rischio<br />
<strong>di</strong> cancro: revisione e meta-analisi degli stu<strong>di</strong> epidemiologici”. Milano, 14 ottobre 2011<br />
Congresso Prevenzione un investimento vitale. “Gli screening: luci e ombre”. Salsomaggiore<br />
Terme (Parma), 14-15 ottobre 2011<br />
4th International Congress on Nutrition & Cancer. “Coffee and liver <strong>di</strong>sease”“Olive oil and<br />
cancer risk”. Antalya, Turchia, 19-23 ottobre 2011<br />
Giornate della Società Italiana <strong>di</strong> Riproduzione (S.I.d.R.). “Infertility and anovulation in relation<br />
to cancer and car<strong>di</strong>ovascular <strong>di</strong>seases “. Taormina, 21 Ottobre 2011<br />
11 th European Nutrition Conference fensmadrid2011. Diversity vs Globalization: a nutritional<br />
challenge for a changing Europe. “Selected components of the Me<strong>di</strong>terranean <strong>di</strong>et and cancer<br />
risk”. Madrid, Spagna, 26-29 ottobre 2011<br />
Policy Advisory Board on tobacco control and smoking cessation. Novotel Centrum, Varsavia,<br />
Polonia, 9-11 novembre 2011<br />
XXXV Congresso Annuale AIE. “Infezioni virali in bambini con polmoniti acquisite in<br />
comunità: risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o italiano”. Torino, 9 novembre 2011<br />
Meeting ERC Project. “The hygiene hypothesis preliminary results from PACT data”“PACT<br />
biological data bank and the hygiene hypothesis. Description and <strong>di</strong>scussion on possible<br />
collaboration”. Parigi, Francia, 16-17 novembre 2011<br />
74 Congresso Nazionale SIMLII. La me<strong>di</strong>cina del lavoro <strong>di</strong> fronte alla globalizzaizone delle<br />
conoscenze, delle regole, del mercato. “La cancerogenesi professionale”. Torino, 16-19<br />
novembre 2011<br />
International Symposium ECP. Wine, food and cancer prevention. “Me<strong>di</strong>terranean <strong>di</strong>et and<br />
cancer prevention: global perspective”“Metanalisis of alcohol consumption and cancer risk with<br />
focus on low doses”. Grinzane Cavour (CN), 25-26 novembre 11<br />
227<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PhD Thesis Ms. Barbara Neves Peleteiro. “The role of helicobacter pylori infection in the Web<br />
of gastric cancer”. Porto, Portogallo, 16 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
“Prophylactic use of aspirin”, Wolfson Institute of Preventive Me<strong>di</strong>cine, London on May 6<br />
2011.<br />
Symposium Maastricht University and the University of Birmingham. Me<strong>di</strong>cal<br />
School, Edgbaston Campus, Birmingham, 27 ottobre 2011<br />
37° Congresso Nazionale Società Italiana Tumori (SIT). Prevenzione primaria: Il<br />
ruolo del legislatore sul controllo del tabagismo; 25 November 2011, Bologna, Italy<br />
Meeting PPACTE; PPACTE, WP2: Results and recommendations on pricing<br />
policies. 5 October 2011, Bruxelles, Belgio<br />
Meeting LineeGuida Prevenzione Fumo. 11 July 2011, Bologna<br />
European Conference on Tobacco or Health. Chapter 5: Tax, price and adult tobacco<br />
use. 29 March 2011, Amsterdam, Olanda<br />
Corso “Internet, web 2.0 e social me<strong>di</strong>a al servizio della formazione e dell’aggiornamento del<br />
me<strong>di</strong>co e dell’operatore sanitario”, promosso dal Dipartimento <strong>di</strong> Cure Primarie, Servizio Cure<br />
palliative e Hospice, ASL Cesena, 1-3 febbraio 2011<br />
Convegno “Alleati per la salute”, Milano 11 marzo 2011. Titolo della relazione “Come far<br />
circolare le informazioni sui social network”<br />
Corso “Le nuove tecnologie al servizio dell’efficacia e dell’efficienza in <strong>di</strong>abetologia”,<br />
promosso da Roche Diagnostics, Cavenago, 12 marzo 2011<br />
Corso “L’uso dei nuovi strumenti del web 2.0 e dei social per il me<strong>di</strong>co sportivo: potenzialità e<br />
applicazioni”, promosso dalla Federazione Me<strong>di</strong>co Sportiva Italiana – Regione Puglia, Bari 1-2<br />
aprile 2011<br />
Corso “Facebook, Twitter e i social me<strong>di</strong>a: nuovi strumenti per l’aggiornamento scientifico”,<br />
promosso da <strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori <strong>di</strong> Milano, 5 aprile 2011<br />
Festival Internazionale del Giornalismo, convegno “Comunicazione, marketing e informazione<br />
per la salute”, Perugia, 15 aprile 2011<br />
Corso “Internet, social me<strong>di</strong>a e me<strong>di</strong>cina: quali nuovi strumenti <strong>di</strong> comunicazione utili”,<br />
promosso dal servizio formazione del personale me<strong>di</strong>co della Provincia Autonoma <strong>di</strong> Bolzano,<br />
Bolzano 3 maggio 2011<br />
Corso, “Siti, strumenti e applicazioni del web 2.0, dei social network e dei social me<strong>di</strong>a in<br />
ambito me<strong>di</strong>co”promosso dalla Biblioteca Me<strong>di</strong>ca della AIL Biella-Fondazione Clelio Angelino<br />
onlus, Biella 30 marzo, 12 aprile, 19 maggio 2011<br />
2° Corso <strong>di</strong> perfezionamento post-laurea su “Formazione clinica, comunicazione e management<br />
in car<strong>di</strong>ologia”, anno accademico 2010/2011 promosso da Università <strong>di</strong> Padova, Facoltà <strong>di</strong><br />
228<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia. Titolo lezione: “La comunicazione della salute attraverso i social me<strong>di</strong>a e<br />
i social network. Il ruiolo dei me<strong>di</strong>ci e dei pazienti”, Milano 23 maggio 2011<br />
Corso “Il valore clinico dell’information management nel paziente tipo 1: casi clinici e ricerca<br />
in banca dati bibliografica”, promosso da Roche Diagnostics, Milano 24 giugno 2011<br />
Convegno “Innovazione e ricerca in nefrologia”organizzato dalla società italiana <strong>di</strong> nefrologia,<br />
Roma 30 giugno-1 luglio 2011. Titolo della relazione: “Il networking professionale nell’era del<br />
web 2.0”<br />
Corso “Le nuove tecnologie al servizio dell’efficacia e dell’efficienza in <strong>di</strong>abetologia”,<br />
promosso da Roche Diagnostics, Mestre 24 settembre 2011<br />
Convegno “Comunicazione e promozione della salute”, Modena, 27 settembre 2011. Titolo<br />
della relazione “Web 2.0 e promozione della salute”.<br />
Convegno “Shape the future- la settimana della psichiatria: innovazione in psichiatria”. Titolo<br />
della relazione “Psichiatria: nuove frontiere del <strong>di</strong>gitale”, Chia (CA), 5 ottobre 2011<br />
Master Universitario <strong>di</strong> II° livello in Statistica Me<strong>di</strong>ca e Meto<strong>di</strong> Statistici per l’Epidemiologia,<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, anno accademico 2011-2012.<br />
Ruolo <strong>di</strong> docenze nel modulo “Internet e le nuove tecnologie per la ricerca clinica”, Milano 22-<br />
25 novembre 2011<br />
Master Universitario <strong>di</strong> I° livello in Ricerca Clinica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, anno<br />
accademico 2011-2012. Ruolo <strong>di</strong> docenze nel modulo “Internet e le nuove tecnologie per<br />
l’aggiornamento me<strong>di</strong>co-scientifico”, Milano 28 novembre 2011<br />
2° Convegno “Questioni <strong>di</strong> cuore: Il valore delle reti car<strong>di</strong>ologiche nell’era della comunicazione<br />
globale”, promosso dalla Azienda Unità Sanitaria locale <strong>di</strong> Forlì, dalla Associazione Nazionale<br />
dei Me<strong>di</strong>ci Car<strong>di</strong>ologi Italiani”. Titolo della relazione “I nuovi me<strong>di</strong>a per rivoluzionare la<br />
relazione tra citta<strong>di</strong>ni e car<strong>di</strong>ologi”, Bologna 2 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
AIFA<br />
Arcispedale Santa Maria Nuova, Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Reggio Emilia<br />
Associazione Italiana Oncologia Me<strong>di</strong>ca<br />
Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC)<br />
Azienda Sanitaria Locale <strong>di</strong> Bergamo<br />
Azienda Unità Sanitaria Locale <strong>di</strong> Ravenna<br />
Centro Car<strong>di</strong>ologico Monzino<br />
Lega Italiana Lotta contro i Tumori (LILT)<br />
European Commission (FP7)<br />
European Research Council (ERC)<br />
Federazione Italiana Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale – Provincia Milano<br />
Federazione Me<strong>di</strong>co Sportiva Italiana – Regione Puglia<br />
Fondazione Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
GISED<br />
229<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>Istituto</strong> Oncologico Romagnolo<br />
Ministero della Salute<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Weber Shandwich<br />
Consorzio Assomela<br />
ISA<br />
Perfetti Van Melle<br />
Provincia Autonoma <strong>di</strong> Bolzano<br />
Roche Diagnostics<br />
Scuola Umbra <strong>di</strong> Amministrazione Pubblica<br />
Unione Nazionale dei Giornalisti Scientifici Italiani<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Gallus S, Tramacere I, Boffetta P, Fernandez E, Rossi S, Zuccaro P, Colombo P, La Vecchia C.<br />
Temporal changes of under-reporting of cigarette consumption in population-based stu<strong>di</strong>es.<br />
Tobacco Control 20: 34-39 (2011)<br />
Bravi F, Polesel J, Bosetti C, Talamini R, <strong>Negri</strong> E, Dal Maso L, Serraino D, La Vecchia C.<br />
Dietary intake of selected micronutrients and the risk of pancreatic cancer: an Italian casecontrol<br />
study. Ann Oncol, 22: 202-206 (2011)<br />
Rossi M, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C, Campos H. Smoking habits and the risk of nonfatal acute<br />
myocar<strong>di</strong>al infarction in Costa Rica. Eur J Card Prev Rehabil, 18: 467-474 (2011)<br />
Rosato V, Zucchetto A, Bosetti C, Dal Maso L, Montella M, Pelucchi C, <strong>Negri</strong> E, Franceschi S,<br />
La Vecchia C. Metabolic syndrome and endometrial cancer risk. Ann Oncol, 22: 884–889<br />
(2011)<br />
Bosetti C, Scelo G, Chuang S - C, Tonita J M, Tamaro S, Jonasson J G, Kliewer E V,<br />
Hemminki K, Weiderpass E, Pukkala E, Tracey E, Olsen J H, Pompe-Kirn V, Brewster D H,<br />
Martos C, Chia K - S, Brennan P, Hashibe M, Levi F, La Vecchia C, Boffetta P. High constant<br />
incidence rates of second primary cancers of the head and neck: a pooled analysis of 13 cancer<br />
registries. Int J Cancer, 129: 173–179 (2011)<br />
Pelucchi C, Galeone C, Talamini R, <strong>Negri</strong> E, Polesel J, Serraino D, La Vecchia C. Dietary<br />
acrylamide and pancreatic cancer risk in an italian case-control study. Ann Oncol, 22: 1910-<br />
1915 (2011)<br />
Bertuccio P, La Vecchia C, Silverman D, Petersen G, Bracci P, <strong>Negri</strong> E, Donghui L, Risch H A,<br />
Olson S H, Gallinger S, Miller A B, Bueno-De-Mesquita H B, Talamini R, Polesel J, Gha<strong>di</strong>rian<br />
P, Baghurst P A, Zatonski W, Fontham E, Bamlet W R, Holly E A, Lucenteforte E, Hassan M,<br />
Yu H, Kurtz R C, Cotterchio M, Su J, Maisonneuve P, Duell E J, Bosetti C, Boffetta P. Cigar<br />
and pipe smoking, smokeless tobacco use and pancreatic cancer: a re-analysis from the<br />
International Pancreatic Cancer Case-Control Consortium (PanC4). Ann Oncol, 22: 1420-1426<br />
(2011)<br />
Lucenteforte E, Zucchetto A, Bosetti C, Talamini R, <strong>Negri</strong> E, Serraino D, Franceschi S,<br />
Lipworth L, La Vecchia C. Reproductive and hormonal factors and pancreatic cancer Risk in<br />
women. Pancreas, 40: 460-463 (2011)<br />
230<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Bertuccio P, Levi L, Lucchini F, Chatenoud L, Bosetti C, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C. Coronary<br />
heart <strong>di</strong>sease and cerebrovascular <strong>di</strong>sease mortality in young adults: recent trends in Europe. Eur<br />
j car<strong>di</strong>ovascular prev, 18: 627–634 (2011)<br />
Bosetti C, Levi F, Rosato V, Bertuccio P, Lucchini F, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C. Recent trends in<br />
colorectal cancer mortality in Europe. Int J Cancer, 129: 180–191 (2011)<br />
Lipworth L, Zucchetto A, Bosetti C, Franceschi S, Talamini R, Serraino D, McLaughlin J K, La<br />
Vecchia C, <strong>Negri</strong> E. Diabetes mellitus and other me<strong>di</strong>cal con<strong>di</strong>tions and pancreatic cancer: a<br />
case-control study. Diabetes Metab Res Rev, 27: 255-261 (2011). Bonifazi M, Malvezzi M,<br />
Bertuccio P, Edefonti V, Garavello W, Levi F, La Vecchia C, <strong>Negri</strong> E. Age-Period-Cohort<br />
Analysis of Oral Cancer Mortality in Europe: the End of an Epidemic Oral Oncol, 47: 400-407<br />
(2011)<br />
Tramacere I, La Vecchia C, <strong>Negri</strong> E. Tobacco smoking and esophageal and gastric car<strong>di</strong>a<br />
adenocarcinoma: A meta-analysis. Epidemiology, 22: 344-349 (2011)<br />
Gallus S, Turati F, Polesel J, Talamini R, Franceschi S, La Vecchia C. Soft drinks, sweetened<br />
beverages and risk of pancreatic cancer. Cancer Causes and Control 22; 33-39 (2011)<br />
Gallus S, Tramacere I, Pacifici R, Zuccaro P G, Colombo P, Ghislan<strong>di</strong> S, La Vecchia C.<br />
Smoking in Italy 2008-2009: a rise in prevalence related to the economic crisis. Prev Med 52:<br />
182-183 (2011)<br />
Lubin J H, Muscat J, Gaudet M M, Olshan A F, Curado M P, Dal Maso L, Wunsch-Filho V,<br />
Sturgis E M, Szeszenia-Dabrowska N, Castellsague X, Zhang Z F, Smith E, Fernandez E,<br />
Matos E, Franceschi S, Fabianova E, Rudnai P, Purdue M P, Mates D, Wei Q, Herrero R,<br />
Kelsey K, Morgenstern H, Shangina O, Koifman S, Lissowska J, Levi F, Daudt A W, Neto J E,<br />
Chen C, Lazarus P, Winn D, Schwartz S M, Boffetta P, Brennan P, Menezes A, La Vecchia C,<br />
McClean M, Talamini R, Rajkumar T, Hayes R B, Hashibe M. An Examination of Male and<br />
Female Odds Ratios by BMI, Cigarette Smoking and Alcohol Consumption for Cancers of the<br />
Oral Cavity, Pharynx and Larynx in Pooled Data from 15 Case-Control Stu<strong>di</strong>es. Cancer Causes<br />
Control, 22: 1217-1231 (2011)<br />
Pelucchi C, Serraino D, <strong>Negri</strong> E, Montella M, Dellanoce C, Talamini R, La Vecchia C. The<br />
metabolic syndrome and risk of prostate cancer in Italy. Ann Epidemiol, 21:835–841 (2011)<br />
Bosetti C, Rodriguez T, Chatenoud L, Bertuccio P, Levi F, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C. Trends in<br />
cancer mortality in Mexico, 1981-2007. Eur J Cancer Prev, 20: 355-363 (2011).<br />
Dal Maso L, Tavani A, Zucchetto A, Montella M, Ferraroni M, <strong>Negri</strong> E, Polesel J, Decarli A,<br />
Talamini R, La Vecchia C, Franceschi S. Anthropometric measures at <strong>di</strong>fferent ages and<br />
endometrial cancer risk. BJC, 104: 1207-1213 (2011)<br />
Fe<strong>di</strong>rko V, Tramacere I, Bagnar<strong>di</strong> V, Rota M, Scotti L, Islami F, <strong>Negri</strong> E, Straif K, Romieu I,<br />
La Vecchia C, Boffetta P, Jenab M. Alcohol drinking and colorectal cancer risk: an overall and<br />
dose-response meta-analysis of published stu<strong>di</strong>es. Ann Oncol, 22: 1958-1972 (2011)<br />
Tramacere I, Gallus S, Pacifici R, Zuccaro P G, Colombo P, La Vecchia. Smoking in young and<br />
adult population, Italy 2009. Tumori, 97: 423-427 (2011).<br />
231<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Arfè A, Malvezzi M, Bertuccio P, Decarli A, La Vecchia C, <strong>Negri</strong> E. Cancer mortality trend<br />
analysis in Italy, 1970–2007. Eur J Cancer Prev, 20: 364-374 (2011).<br />
La Vecchia C. Infertility, ovulation, induced ovulation and female cancers. Eur J Cancer Prev,<br />
20: 147-149 (2011)<br />
Rosato V, Bosetti C, Talamini R, Levi F, Montella M, Giacosa A, <strong>Negri</strong> E, La Vecchia C.<br />
Metabolic syndrome and the risk of breast cancer in post-menopausal women. Ann Oncol, 22:<br />
2687–2692 (2011)<br />
Bagnar<strong>di</strong> V, Rota M, Botteri E, Scotti L, Jenab M, Bellocco R, Tramacere I, Pelucchi C, <strong>Negri</strong><br />
E, La Vecchia C, Corrao G, Boffetta P. Alcohol Consumption and Lung Cancer Risk in Never<br />
Smokers: A Meta-Analysis. Ann Oncol, 22: 2631–2639 (2011)<br />
Hu J, La Vecchia C, Morrison H, <strong>Negri</strong> E, Mery L, Cana<strong>di</strong>an Cancer Registries Epidemiology<br />
Research Group. Salt, processed meat and the risk of cancer. Eur J Cancer Prev, 20:132–139<br />
(2011)<br />
Islami F, Fe<strong>di</strong>rko V, Tramacere I, Bagnar<strong>di</strong> V, Jenab M, Scotti L, Rota M, Corrao G, Garavello<br />
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A. Risch, S. H. Olson, S. Gallinger, A. B. Miller, H. B. Bueno-de-Mesquita, R. Talamini, J.<br />
Polesel, P. Gha<strong>di</strong>rian, P. A. Baghurst, W. Zatonski, E. Fontham, W. R. Bamlet, E. A. Holly, E.<br />
Lucenteforte, M. Hassan, H. Yu, R. C. Kurtz, M. Cotterchio, J. Su, P. Maisonneuve, E. J. Duell,<br />
C. Bosetti, P. Boffetta. RE: Are cohort data on smokeless tobacco use and pancreatic cancer<br />
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SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2011)<br />
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epidemiologici<br />
In: Manuale <strong>di</strong> ginecologia e ostetricia. E<strong>di</strong>SES, Napoli, 2011; 721-728<br />
Avanzini F, Di Giulio P, Amodeo R, Baldo S, Bergna M L, Busi G, Carlino L, Colombo Fabio,<br />
Cotza R, De Ponti A, Di Rocco E, Marigliani C, <strong>Negri</strong> E, Roncaglioni M C, Saltarel I, Sorbara<br />
L, Tavani A, De Martini M. Efficacia <strong>di</strong> un intervento educativo infermieristico in pazienti<br />
ricoverati per una sindrome coronarica acuta. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2011; 30: 16-<br />
23<br />
Santoro E. Facebook, pochi amici per i dottori. Sole 24 Ore Sanità 2011 n.2: 10<br />
Santoro E. Anche in Italia i social network per i me<strong>di</strong>ci. Ricerca & Pratica 2011 n.157: 34-35<br />
Santoro E. La salute è sul social network. Sole 24 Ore Sanità 2011 n.45: 10-11<br />
Santoro E. Google Health chiude i battenti. Ricerca & Pratica 2011 n.162: 253-254<br />
Santoro E. Me<strong>di</strong>co e paziente non sono amici su Facebook. Partecipasalute 13 gennaio 2011<br />
Santoro E. Google Health: la fine anticipata <strong>di</strong> un sogno. Partecipasalute 1 agosto 2011<br />
Santoro E. Social network. Aggiornamenti sociali 2011; 4:299-302<br />
Santoro E. Il Facebook degli scienziati. Scienzainrete 19 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
235<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Milano G, Santoro E. Web e salute, serve cautela. Il Sole 24 Ore Sanità Toscana 11-17 ottobre<br />
2011; 6<br />
Santoro E. Facebook, pochi amici per i dottori. Il Sole 24 Ore Sanità 18-24 gennaio 2011; 10<br />
Santoro E. Anche in Italia i social network per i me<strong>di</strong>ci. Ricerca & Pratica 2011; n.157: 34-35<br />
Santoro E. Google Health chiude i battenti. Ricerca & Pratica 2011; n.162: 253-254<br />
ALTRE PUBBLICAZIONI (2011)<br />
Santoro E. Web 2.0 e social me<strong>di</strong>a in me<strong>di</strong>cina: come social network, wiki e blog trasformano la<br />
comunicazione, l’assistenza e la formazione in sanità. Seconda e<strong>di</strong>zione. Il Pensiero Scientifco<br />
E<strong>di</strong>tore, Roma 2011<br />
Santoro E. Facebook, Twitter e la me<strong>di</strong>cina. Il Pensiero Scientifico E<strong>di</strong>tore, Roma 2011<br />
ATTIVITA’ DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Generale<br />
STUDI CASO-CONTROLLO SUI TUMORI IN ITALIA<br />
Alcool, tabacco e tumore rinofaringeo<br />
Utilizzando i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo su 150 casi <strong>di</strong> tumore del rinofaringe (TRF)<br />
confermati istologicamente e 450 controlli ospedalieri abbiamo analizzato il ruolo del fumo <strong>di</strong><br />
tabacco e dell’alcool sul rischio <strong>di</strong> questi tumori. Non vi era un’associazione significativa con il<br />
fumo <strong>di</strong> tabacco per i TRF nel loro complesso. Tuttavia, per i TRF <strong>di</strong>fferenziati vi era<br />
un’associazione significativa e un aumento <strong>di</strong> rischio all’aumentate del numero <strong>di</strong> sigarette<br />
fumate e della durata dell’abitu<strong>di</strong>ne al fumo. Anche se il consumo <strong>di</strong> alcool non era, per se,<br />
associato al rischio <strong>di</strong> TRF, la combinazione <strong>di</strong> fumo <strong>di</strong> tabacco e consumo <strong>di</strong> alcool era<br />
responsabile del 57% del TRF <strong>di</strong>fferenziati, e del 14% <strong>di</strong> quelli non <strong>di</strong>fferenziati. Questi risultati<br />
suggeriscono che, nelle popolazioni occidentali, i TRF comprendano due entità separate: quelli<br />
<strong>di</strong>fferenziati, associati a alcool e tabacco, come gli altri tumori della testa e collo, e quelli non<br />
<strong>di</strong>fferenziati, per i quali il tabacco ha un’influenza nulla o molto limitata.<br />
Pattern alimentari e rischio <strong>di</strong> tumore dell’esofago<br />
In uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo italiano sul tumore dell’esofago abbiamo in<strong>di</strong>viduato cinque pattern<br />
alimentari principali. Il pattern “Prodotti <strong>di</strong> origine animale e relative componenti”aumentava il<br />
rischio <strong>di</strong> tumore dell’esofago (odds ratio, OR=1.64), i pattern “Vitamine e fibre”e “Altri aci<strong>di</strong><br />
grassi polinsaturi e vitamina D”erano protettivi per il tumore dell’esofago (OR=0.50 e OR=0.48,<br />
rispettivamente). I restanti pattern, chiamati “Ricco <strong>di</strong> ami<strong>di</strong>”e “Altri grassi”non risultavano<br />
associati alla malattia.<br />
Pattern alimentari, storia familiare e tumore del colon-retto<br />
Abbiamo utilizzato i dati <strong>di</strong> un stu<strong>di</strong>o caso-controllo sul tumore colon-retto (CRC; 1953 casi e<br />
4154 controlli) per indagare se l'effetto delle abitu<strong>di</strong>ni alimentari sul rischio <strong>di</strong> CRC può essere<br />
mo<strong>di</strong>ficato da una storia familiare (FH) <strong>di</strong> CRC. Rispetto agli in<strong>di</strong>vidui senza FH e nel terzile<br />
236<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
più basso del pattern caratterizzato dall’alto consumo <strong>di</strong> pane e pasta, gli OR sono risultati 1,38<br />
per il gruppo senza FH e nel terzile più alto, 2,89 per quelli con FH e nel terzile più basso, e<br />
4,00 per quelli con FH e nel terzile più alto. Rispetto agli in<strong>di</strong>vidui senza FH e nel terzile più<br />
alto del pattern caratterizzato dall’alto consumo <strong>di</strong> frutta e verdura, gli OR sono risultati 1,29<br />
per quelli senza FH e nel terzile più basso, 2,89 per quelli con FH e nel terzile più alto, e 3,74<br />
per quelli con FH e nel terzile più basso.<br />
Storia familiare <strong>di</strong> tumore del fegato e carcinoma epatocellulare<br />
Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l'associazione tra storia familiare <strong>di</strong> tumore del fegato e il rischio <strong>di</strong><br />
carcinoma epatocellulare (HCC) in un nostro stu<strong>di</strong>o caso-controllo su 229 casi e 431 controlli, e<br />
in una meta-analisi. Nello stu<strong>di</strong>o caso-controllo, dopo aver aggiustato per i principali fattori<br />
confondenti, tra cui l'infezione cronica ai virus B / C dell’epatite, la storia familiare <strong>di</strong> tumore<br />
del fegato è risultata associata al rischio <strong>di</strong> HCC, sia quando si è utilizzato un in<strong>di</strong>catore binario<br />
(sì / no) (OR=2,38) sia quando si è usato uno score <strong>di</strong> familiarità, con ORs crescenti per<br />
categorie <strong>di</strong> score successive. Rispetto ai soggetti senza storia familiare e nessuna infezione<br />
cronica da virus epatici, l'OR per i soggetti esposti a entrambi i fattori <strong>di</strong> rischio è risultato<br />
72,48. La meta-analisi (13 stu<strong>di</strong>, e circa 3.600 casi <strong>di</strong> tumore del fegato) ha trovato un rischio<br />
relativo (RR) globale <strong>di</strong> 2,50.<br />
Fibre alimentari e tumore del pancreas<br />
In uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo condotto nel nord Italia, abbiamo stu<strong>di</strong>ato il ruolo <strong>di</strong> vari tipi <strong>di</strong><br />
fibre alimentari nell'eziologia del cancro del pancreas. I casi erano 326 pazienti con tumore<br />
incidente del pancreas, e i controlli erano 652 pazienti ricoverati per con<strong>di</strong>zioni non<br />
neoplastiche acute negli stessi ospedali dei casi. L’assunzione <strong>di</strong> fibre alimentari totali era<br />
inversamente associata al rischio <strong>di</strong> cancro al pancreas (OR = 0,4 per il quintile più alto <strong>di</strong><br />
consumo rispetto al più basso). E’ emersa un'associazione inversa tra tumore del pancreas e<br />
fibre solubili (OR = 0,4) e fibre insolubili totali (OR = 0,5), in particolare cellulosa (OR = 0,4) e<br />
lignina (OR = 0,5). Il consumo <strong>di</strong> fibre derivanti dalla frutta è risultato inversamente associato al<br />
tumore del pancreas (OR = 0,5), mentre le fibre derivanti da cereali non erano associate al<br />
rischio <strong>di</strong> cancro (OR = 1,2). Questo stu<strong>di</strong>o ha suggerito che le fibre alimentari totali e tipi<br />
specifici <strong>di</strong> fibre alimentari sono inversamente associate al tumore del pancreas.<br />
Attività fisica e tumore del pancreas<br />
Abbiamo anche analizzato i dati sull’attività fisica in relazione al rischio <strong>di</strong> cancro del pancreas.<br />
Per il livello più elevato <strong>di</strong> attività fisica sul lavoro rispetto al più sedentario, gli OR erano 1.24<br />
all'età <strong>di</strong> 15-19, 1.21 all’età 30-39 e 1.41 all’età 50-59 anni, senza che emergesse alcun trend<br />
significativo nei rischi alle età considerate. Gli OR corrispondenti per i livelli <strong>di</strong> attività fisica<br />
nel tempo libero erano 1.44 all’età 15-19, 1.52 all’età 30-39 e 1.39 all’età 50-59 anni. Pertanto,<br />
l’attività fisica occupazionale e nel tempo libero non erano associate a una riduzione del rischio<br />
<strong>di</strong> cancro al pancreas.<br />
Acrilamide e tumore del pancreas<br />
Nello stesso database sul tumore del pancreas, abbiamo indagato la relazione con l’esposizione<br />
ad acrilamide nella <strong>di</strong>eta. L'OR <strong>di</strong> tumore del pancreas per un aumento <strong>di</strong> ingestione <strong>di</strong><br />
acrilamide <strong>di</strong> 10 µg/<strong>di</strong>e era <strong>di</strong> 1.01. Non è stata rilevata nessuna <strong>di</strong>fferenza significativa tra gli<br />
OR negli strati <strong>di</strong> fumo <strong>di</strong> tabacco, consumo <strong>di</strong> alcol, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea e altre covariate.<br />
Pertanto, questo stu<strong>di</strong>o non ha trovato alcuna associazione tra acrilamide nella <strong>di</strong>eta e tumore<br />
del pancreas.<br />
Diabete mellito, altre con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che e tumore del pancreas<br />
237<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Abbiamo considerato la relazione tra <strong>di</strong>abete mellito e altre con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che e rischio <strong>di</strong><br />
tumore del pancreas all’interno <strong>di</strong> due dataset <strong>di</strong> dati raccolti tra il 1983 e il 2008, per un totale<br />
<strong>di</strong> 683 casi. Il <strong>di</strong>abete era associato con il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, e l’associazione era<br />
significativa per <strong>di</strong>abete <strong>di</strong>agnosticato fino a 10 anni prima dell’insorgenza del tumore del<br />
pancreas. Rispetto ai soggetti non <strong>di</strong>abetici non fumatori, l’OR era pari a 1.85 tra i fumatori<br />
attuali non <strong>di</strong>abetici, 2.18 tra i non/ex-fumatori <strong>di</strong>abetici e 4.67 tra i fumatori attuali <strong>di</strong>abetici,<br />
suggerendo un effetto moltiplicativo tra i due fattori <strong>di</strong> rischio. Il tumore del pancreas era inoltre<br />
significativamente associato con la pancreatite, principalmente tra coloro che avevano avuto una<br />
<strong>di</strong>agnosi entro i 2 anni precedenti.<br />
Sindrome metabolica e tumore del pancreas<br />
Nello stu<strong>di</strong>o caso-controllo sul pancreas abbiamo analizzato il ruolo della sindrome metabolica<br />
sul rischio <strong>di</strong> questo tumore. Sebbene la componente principalmente responsabile del processo<br />
carcinogenico sembra essere il <strong>di</strong>abete (OR = 2,36), abbiamo trovato un’associazione<br />
significativa tra la sindrome metabolica e il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas (OR = 2,13 per<br />
soggetti con 3 o più componenti della sindrome rispetto ai soggetti con nessuna componente).<br />
Abbiamo condotto anche una meta-analisi, <strong>di</strong> 3 stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte pubblicati entro febbraio 2011 e<br />
lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo italiano, che ha evidenziato un RR <strong>di</strong> 1,55 per i soggetti con la sindrome<br />
metabolica.<br />
Fattori riproduttivi e ormonali e tumore del pancreas nelle donne<br />
Nei dati combinati <strong>di</strong> 2 italiani stu<strong>di</strong> caso-controllo sui 285 donne con tumore del pancreas e<br />
713 donne <strong>di</strong> controllo, abbiamo stu<strong>di</strong>ato il ruolo dei fattori mestruali, riproduttivi e ormonali e<br />
<strong>di</strong> malattie benigne. Rispetto alle nulliparae, l'OR era 0,76 (intervallo <strong>di</strong> confidenza, 95% CI,<br />
0,51-1,12) per le donne con figli e 0,46 (95% CI, 0,26-0,85) per le donne con 4 o più figli, in<br />
assenza, tuttavia, <strong>di</strong> un trend significativo con il numero <strong>di</strong> figli. Il rischio <strong>di</strong> tumore del<br />
pancreas era non significativamente ridotto tra le donne un primo figlio prima dei 25 anni <strong>di</strong> età<br />
(OR=0,65, 95% CI, 0,42-1,01). Altri fattori, tra cui l'età al menarca e alla menopausa, lo stato<br />
menopausale, il tipo <strong>di</strong> menopausa, aborti spontanei e indotti, l'uso <strong>di</strong> contraccettivi orali e la<br />
terapia ormonale sostitutiva, e patologie benigne non erano correlati al rischio <strong>di</strong> tumore del<br />
pancreas.<br />
Proantociani<strong>di</strong>ne e altri flavonoi<strong>di</strong> e tumore del pancreas<br />
Abbiamo analizzato la relazione tra i flavonoi<strong>di</strong> e il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas. Abbiamo<br />
trovato che le proantociani<strong>di</strong>ne con tre o più meri erano inversamente associate al rischio <strong>di</strong><br />
tumore del pancreas. L'OR per quintile più alto rispetto a quello più basso era 0,41 (95% CI,<br />
0,24-0,69) per i polimeri con tre o più meri. Mangiare una porzione supplementare <strong>di</strong> frutta<br />
ricca <strong>di</strong> proantociani<strong>di</strong>ne ogni giorno riduceva il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas del 25%.<br />
Storia familiare <strong>di</strong> tumore e tumore della laringe<br />
Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l'associazione tra storia familiare <strong>di</strong> tumore e rischio <strong>di</strong> tumore della laringe,<br />
utilizzando i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo condotto in Italia e in Svizzera su 852 casi e 1970<br />
controlli. L'OR multivariato per la storia familiare <strong>di</strong> tumore della laringe è risultato 2,8. L'OR<br />
era più alto quando il parente era stato <strong>di</strong>agnosticato prima dei 60 anni <strong>di</strong> età (OR=3,5). Rispetto<br />
ai soggetti senza storia familiare, non fumatori e bevitori moderati, l'OR per i fumatori, forti<br />
bevitori, con storia familiare <strong>di</strong> tumore della laringe era 37,1.<br />
Sindrome metabolica e tumore della mammella<br />
Abbiamo analizzato uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo condotto in Italia e Svizzera e includente 3869<br />
donne in post-menopausa con tumore incidente mammario e 4082 controlli ospedalieri in postmenopausa.<br />
Gli OR erano 1,33 per il <strong>di</strong>abete, 1,19 per l’ipertensione, 1,08 per l’iperlipidemia,<br />
238<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
1,26 per l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea ≥30 kg/m 2 e 1,22 per la circonferenza vita ≥88 cm. Per le<br />
donne con 3 o più componenti della sindrome metabolica rispetto ai soggetti con nessuna<br />
componente, abbiamo trovato un’associazione significativa tra sindrome e rischio <strong>di</strong> tumore<br />
mammario in post-menopausa (OR=1,75).<br />
Misure antropometriche e rischio <strong>di</strong> tumore dell’endometrio<br />
Abbiamo analizzato l’associazione tra storia e tipo <strong>di</strong> obesità utilizzando i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o<br />
caso-controllo multicentrico includente 454 donne con tumore dell’endometrio e 908 controlli<br />
ospedalieri. L’associazione con l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea (IMC) alla <strong>di</strong>agnosi era monotona<br />
crescente, e il rischio delle donne obese era 4 volte quello delle donne normopeso. Il <strong>rapporto</strong><br />
delle circonferenze vita/fianchi, invece, mostrava una curva <strong>di</strong> rischio a campana, con un rischio<br />
elevato solo nel terzile me<strong>di</strong>ano. Dopo stratificazione per IMC alla <strong>di</strong>agnosi, l’IMC a 30 anni <strong>di</strong><br />
età non era associato al rischio <strong>di</strong> tumore dell’endometrio,e quello a 50 anni mostrava solo una<br />
debole associazione. I nostri risultati mostrano l’importanza predominante del peso recente,<br />
rispetto alla storia <strong>di</strong> peso passata, e suggeriscono che perdere peso a qualsiasi età possa ridurre<br />
il rischio <strong>di</strong> tumore dell’endometrio.<br />
Sindrome metabolica e rischio <strong>di</strong> tumore della prostata e del fegato<br />
Abbiamo esaminato i dati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo multicentrico italiano, basato su 1294<br />
pazienti con tumore della prostata incidente, istologicamente confermato e 1451 controlli<br />
(ricoverati in ospedale per con<strong>di</strong>zioni non neoplastiche acute), per fornire informazioni sul ruolo<br />
della sindrome metabolica sul rischio <strong>di</strong> cancro alla prostata. La sindrome metabolica è stata<br />
definita sulla base <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> obesità addominale, ipercolesterolemia, ipertensione e<br />
<strong>di</strong>abete. Considerando le componenti separate della sindrome metabolica, gli ORs erano pari a<br />
0.98 per il <strong>di</strong>abete, 1,14 per l'ipertensione, 1,54 per l'ipercolesterolemia, e 1,02 per l'obesità<br />
addominale. L'OR <strong>di</strong> tumore della prostata era 1.66 negli uomini con sindrome metabolica<br />
rispetto a quelli senza sindrome. Gli OR erano 1,02 per gli uomini con una sola componente<br />
della sindrome metabolica, 1,12 per due, 1,65 (per tre, e 3,99 per quattro, rispetto a chi non<br />
aveva nessuna componente. La sindrome metabolica è risultata associata al rischio <strong>di</strong> tumore<br />
della prostata in questa popolazione.<br />
In un altro dataset italiano, la sindrome metabolica è risultata essere un fattore <strong>di</strong> rischio anche<br />
per il tumore primario del fegato.<br />
Virus e tumore della vescica<br />
Per quanto riguarda i tumori delle vie urinarie, in uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo sul carcinoma della<br />
vescica a cellule transizionali, poliomavirus e papillomavirus umano non sono risultati associati<br />
al rischio <strong>di</strong> questo tumore.<br />
META-ANALISI E REVISIONI SISTEMATICHE<br />
Consumo <strong>di</strong> alcool e rischio <strong>di</strong> carcinoma squamo-cellulare dell’esofago<br />
Abbiamo condotto una revisione sistematica e meta-analisi basata su 40 stu<strong>di</strong> caso-controllo e<br />
13 stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte che riportavano il rischio <strong>di</strong> carcinoma squamo-cellulare dell’esofago<br />
associato con il consumo <strong>di</strong> alcol considerando almeno 3 livelli <strong>di</strong> consumo. Negli stu<strong>di</strong><br />
aggiustati per sesso, età e consumo <strong>di</strong> tabacco il RR e il corrispondente CI al 95% per<br />
l’associazione tra un ridotto consumo <strong>di</strong> alcol (≤12.5g/giorno) era 1,38. L’associazione era<br />
lievemente maggiore nei paesi asiatici che in altre popolazioni. I RR aggiustati erano 2,62 per<br />
un consumo <strong>di</strong> alcol moderato (>12,5-
IRFMN<br />
carcinoma squamo-cellulare dell’esofago in Asia (5 stu<strong>di</strong>) ma non in altre aree (3 stu<strong>di</strong>). Tra i<br />
non-fumatori (9 stu<strong>di</strong>), il RR era 0,74 per un consumo ridotto, 1,54 per un consumo moderato, e<br />
3,09 per un consumo elevato <strong>di</strong> alcool.<br />
Consumo <strong>di</strong> alcool e adenocarcinoma dell’esofago e del car<strong>di</strong>as<br />
Al fine <strong>di</strong> fornire una quantificazione precisa dell'associazione tra consumo <strong>di</strong> alcool e rischio <strong>di</strong><br />
adenocarcinoma dell’esofago e del car<strong>di</strong>as, abbiamo condotto una meta-analisi <strong>di</strong> 20 stu<strong>di</strong> casocontrollo<br />
e 4 <strong>di</strong> coorte, per un totale <strong>di</strong> 5500 casi. Il RR per i bevitori rispetto ai non-bevitori era<br />
0,96 nel totale, 0,87 per l'adenocarcinoma dell’esofago e 0,89 per l'adenocarcinoma del car<strong>di</strong>as.<br />
Rispetto ai non bevitori, i RR riassuntivi erano 0,86 per un basso consumo (≤ 1<br />
bicchiere/giorno), 0,90 per i bevitori moderati (1-1 a 3 bicchieri/giorno), e 1,52 per un consumo <strong>di</strong> alcol elevato (≥4 bicchieri/giorno).<br />
Il RR per i bevitori moderati, rispetto ai non- o occasionali bevitori, era più forte per gli uomini<br />
(RR=1,24) che per le donne (RR=1,08; P=0,02). Per i forti bevitori, l’associazione tendeva ad<br />
essere più forte negli stu<strong>di</strong> asiatici (RR=1,81) rispetto agli stu<strong>di</strong> condotti in altre aree<br />
geografiche, e in particolare in Europa (RR=1,16). L’analisi dose-rischio trovava RRs <strong>di</strong> 1,07,<br />
1,18, 1,38, e 1,82 per 10, 25, 50, e 100 g/giorno <strong>di</strong> alcol, rispettivamente. Questa meta-analisi<br />
fornisce una forte evidenza dell’esistenza <strong>di</strong> un’associazione tra consumo <strong>di</strong> alcol e rischio <strong>di</strong><br />
tumore del colon-retto, anche a dosi relativamente basse.<br />
240<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Consumo <strong>di</strong> alcool e tumore del polmone nei non fumatori<br />
Il ruolo dell’alcool come fattore <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>pendente per il tumore del polmone è<br />
controverso. Dal momento che le abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> bere alcolici e fumare tabacco sono fortemente<br />
correlate tra loro, un effetto <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento residuo del fumo può alterare la stima<br />
dell’associazione tra consumo <strong>di</strong> alcool e tumore del polmone. Pertanto, abbiamo condotto una<br />
meta-analisi per valutare quantitativamente l'associazione tra alcool e rischio <strong>di</strong> cancro al<br />
polmone nei non fumatori. Abbiamo trovato e incluso 10 articoli, per un totale <strong>di</strong> 1913 casi <strong>di</strong><br />
cancro al polmone in non fumatori. Il RR riassuntivo per i bevitori rispetto ai non bevitori <strong>di</strong><br />
alcolici era <strong>di</strong> 1,21. Il RR corrispondente dopo l'esclusione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o con risultati outlier era<br />
<strong>di</strong> 1,05. Nelle analisi dose-risposta, il RR per un aumento <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong> alcool <strong>di</strong> 10 g/<strong>di</strong>e era<br />
<strong>di</strong> 1,01. Sebbene un effetto combinato <strong>di</strong> fumo e alcool non possa essere escluso, i nostri<br />
risultati suggeriscono che l'alcool non gioca un ruolo in<strong>di</strong>pendente nell’eziologia del tumore del<br />
polmone.<br />
Consumo <strong>di</strong> alcol e tumore della prostata<br />
Abbiamo stu<strong>di</strong>ato il rischio <strong>di</strong> tumore della prostata per <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> alcol,<br />
attraverso una meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici. Abbiamo identificato 50 stu<strong>di</strong> casocontrollo<br />
e 22 stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte (52.899 casi <strong>di</strong> tumore alla prostata). L’RR globale per i<br />
consumatori <strong>di</strong> alcol rispetto ai non consumatori/consumatori occasionali è risultato 1.06 Si<br />
sono trovati RR globali pari a 1,05, 1,06 e 1,08 rispettivamente per il consumo <strong>di</strong> quantità<br />
limitate (≤ 1 bicchiere / <strong>di</strong>e), moderate (> 1 a
IRFMN<br />
respiratorio. Per questi ultimi, aggiustando per uso <strong>di</strong> alcol e tabacco, il RR tra i livelli estremi<br />
<strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> olio d'oliva era 0,3-0,4. Il rischio era circa 5 volte superiore per i soggetti che<br />
consumavano principalmente burro rispetto a quelli che consumavano prevalentemente olio<br />
d'oliva. Il RR riassuntivo <strong>di</strong> tumore della mammella era 0,62 (95% CI, 0,44-0,88) per il livello<br />
più alto <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> olio d'oliva rispetto al più basso. Quin<strong>di</strong>, utilizzare l’olio d'oliva al posto<br />
<strong>di</strong> altri con<strong>di</strong>menti, in particolare <strong>di</strong> quelli ricchi <strong>di</strong> grassi saturi, potrebbe ridurre il rischio <strong>di</strong><br />
neoplasie dell'alto apparato <strong>di</strong>gerente-respiratorio, della mammella e, potenzialmente, del colonretto<br />
e altri siti.<br />
Acrilamide e rischio <strong>di</strong> cancro<br />
Abbiamo condotto una revisione critica e meta-analisi degli stu<strong>di</strong> che hanno indagato la<br />
relazione tra esposizione ad acrilamide e rischio <strong>di</strong> vari tumori. Abbiamo identificato 25<br />
pubblicazioni con risultati rilevanti. I RR riassuntivi per un aumento <strong>di</strong> 10 µg/<strong>di</strong>e <strong>di</strong> ingestione<br />
<strong>di</strong> acrilamide nella <strong>di</strong>eta erano vicini all’unità per tutti i tumori considerati, variando tra 0,98 per<br />
il tumore dell’esofago e 1,01 per i tumori del colon, dell'endometrio, dell'ovaio e del rene.<br />
Nessuna delle stime è risultata significativa. I rapporti standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> mortalità per un’elevata<br />
esposizione occupazionale ad acrilamide erano pari a 1,67 per il tumore del pancreas e 2,22 per<br />
il tumore del rene. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili suggeriscono quin<strong>di</strong> l’assenza <strong>di</strong> associazione tra<br />
esposizione ad acrilamide e vari tipi <strong>di</strong> cancro. La principale relazione che richiede un ulteriore<br />
monitoraggio riguarda il tumore del rene.<br />
Stu<strong>di</strong>o internazionale INHANCE (International Head and Neck Cancer<br />
Epidemiology)<br />
I nostri dati sui tumori del cavo orale e della faringe sono stati inclusi in una ri-analisi<br />
collaborativa degli stu<strong>di</strong> caso-controllo e <strong>di</strong> coorte su queste neoplasie (International Head and<br />
Neck Cancer Epidemiology, INHANCE), che comprendeva i dati <strong>di</strong> 33 stu<strong>di</strong> condotti in tutto il<br />
mondo sui tumori <strong>di</strong> testa e collo, per un totale <strong>di</strong> circa 25.000 casi e 33.000 controlli.<br />
Tra i temi analizzati nel 2011, abbiamo indagato eventuali <strong>di</strong>fferenze nei rischi rispetto al sesso,<br />
trovando che i RR per l’uso <strong>di</strong> tabacco e alcool erano maggiori nelle donne che negli uomini, in<br />
particolare per il tumore orofaringeo. Nel dataset INHANCE, abbiamo inoltre considerato la<br />
storia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete in relazione ai tumori <strong>di</strong> testa e collo, rilevando un’associazione positiva<br />
moderata, ma significativa.<br />
Nello stu<strong>di</strong>o collaborativo INHANCE abbiamo osservato tre pattern alimentari principali,<br />
chiamati “Vitamine antiossidanti e fibre”, “Prodotti <strong>di</strong> origine animale e cereali”, e “Grassi”. Il<br />
pattern “Vitamine antiossidanti e fibre”è risultato protettivo per il tumore del cavo orale e della<br />
faringe (OR=0.57), il pattern “Prodotti <strong>di</strong> origine animale e cereali”aumentava il rischio <strong>di</strong><br />
tumore della laringe (OR=1.54), mentre il pattern “Grassi”era protettivo per il tumore del cavo<br />
orale e della laringe (OR=0.78) e aumentava il rischio <strong>di</strong> tumore della laringe (OR=1.69).<br />
Nel consorzio INHANCE, abbiamo stu<strong>di</strong>ato l'associazione tra <strong>di</strong>eta e rischi <strong>di</strong> tumori della testa<br />
e del collo. Un'associazione inversa è stata osservata per un alto consumo <strong>di</strong> frutta (OR per il 4°<br />
vs il 1 ° quartile = 0,52, 95% CI = 0,43-0,62) e verdura (OR = 0,66, 95% CI = 0,49-0,90). Il<br />
consumo <strong>di</strong> carne rossa (OR = 1,40, 95% CI = 1,13-1,74) e <strong>di</strong> carne lavorata (OR = 1,37, 95%<br />
CI = 1,14-1,65) era associato positivamente con il rischio <strong>di</strong> questi tumori. Pattern alimentari<br />
caratterizzati da elevato consumo <strong>di</strong> frutta/verdura e basso consumo <strong>di</strong> carne rossa, sono stati<br />
associati a ridotto rischio <strong>di</strong> tumori della testa e del collo.<br />
In quattro stu<strong>di</strong> caso-controllo all'interno del consorzio INHANCE, includenti 2.289 casi <strong>di</strong><br />
tumore della testa e del collo e 5.580 controlli, abbiamo analizzato l'effetto dell’attività fisica<br />
ricreativa (rPA). Nel complesso, una moderata rPA era associata con un rischio ridotto del 22%<br />
<strong>di</strong> tumori della testa e del collo rispetto a nessuna rPA o rPA molto bassa. Una moderata rPA<br />
era associata con un rischio ridotto per tumori del cavo orale (OR = 0,74) e della faringe (OR =<br />
0,67), così come alti livelli <strong>di</strong> rPA (OR = 0,53, 0,88 per la cavità orale, OR = 0,58 per la<br />
242<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
faringe). Alti livelli <strong>di</strong> rPA, tuttavia, erano associati a più alto rischio <strong>di</strong> cancro della laringe<br />
(OR = 1,73).<br />
Interazione tra il consumo <strong>di</strong> folati, alcool e genotipo ALDH2 sul rischio dei<br />
tumori del collo e della testa in Giappone<br />
Il consumo <strong>di</strong> folati è inversamente associato al rischio <strong>di</strong> tumore del cavo orale e della faringe e<br />
potrebbe interagire con l’assunzione <strong>di</strong> alcool nel rischio <strong>di</strong> sviluppare questi tumori. E’ inoltre<br />
noto che il gene dell’aldeide deidrogenasi 2 (ALDH2) interagisce con il consumo <strong>di</strong> alcol.<br />
Utilizzando modelli <strong>di</strong> regressione logistica sui dati <strong>di</strong> un stu<strong>di</strong>o caso-controllo condotto in<br />
Giappone con 409 tumori della testa e del collo e 1227 controlli, abbiamo trovato<br />
un'associazione inversa tra il consumo <strong>di</strong> folati e rischio <strong>di</strong> questi tumori. L'OR era 0,53 per<br />
un’alta assunzione <strong>di</strong> folati (95% CI: 0,36-0,77) rispetto a una bassa assunzione (p trend =<br />
0,003). Questa associazione era simile negli strati <strong>di</strong> genotipo, sesso, età, fumo, e ALDH2.<br />
L'interazione tra il consumo <strong>di</strong> folati, alcool e genotipo ALDH2 era significativa.<br />
Stu<strong>di</strong>o internazionale Panc4 (International Pancreatic Cancer Case-<br />
Control Consortium)<br />
Abbiamo analizzato la relazione tra il fumo <strong>di</strong> sigari e pipa, il consumo <strong>di</strong> tabacco senza fumo e<br />
il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, su un insieme <strong>di</strong> dati provenienti da 11 stu<strong>di</strong> caso-controllo<br />
(6.056 casi e 11.338 controlli), all’interno <strong>di</strong> un consorzio denominato PanC4. Tenendo come<br />
riferimento i non fumatori, l’OR per i fumatori esclusivi <strong>di</strong> sigari era 1,6, ovvero un valore<br />
confrontabile con quello dei fumatori esclusivi <strong>di</strong> sigarette (OR 1,5). L’OR per i fumatori<br />
esclusivi <strong>di</strong> pipa era 1,1. Inoltre, abbiamo osservato un’evidenza <strong>di</strong> aumento del rischio <strong>di</strong><br />
tumore del pancreas all’aumentare della quantità <strong>di</strong> sigari consumata al giorno (OR 1,82 per ≥10<br />
grammi <strong>di</strong> tabacco), sebbene non della durata. L’OR per i consumatori esclusivi <strong>di</strong> tabacco<br />
senza fumo, confrontati con quelli che non ne hanno mai fatto uso, era pari a 0,98.<br />
Abbiamo valutato la relazione dose-risposta tra fumo <strong>di</strong> sigaretta e tumore del pancreas<br />
utilizzando i dati dello stu<strong>di</strong>o PanC4. Rispetto a coloro che non avevano mai fumato, l'OR era <strong>di</strong><br />
1,2 (IC 95% 1,0-1,3) per gli ex fumatori e 2,2 (IC 95% 1,7-2,8) per i fumatori attuali <strong>di</strong><br />
sigarette, con un trend significativo del rischio con un numero crescente <strong>di</strong> sigarette tra i<br />
fumatori attuali (OR = 3.4 per ≥ 35 sigarette al giorno, P per trend
IRFMN<br />
Abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o su 592 bambini con polmonite <strong>di</strong> comunità (CAP)<br />
ra<strong>di</strong>ologicamente confermata, per valutare il ruolo dei rinovirus (RV) sulla malattia. I RV sono<br />
stati identificati in 172 casi (29,0%). Il loro sequenziamento ha <strong>di</strong>mostrato che 82 RV (49,1%)<br />
erano <strong>di</strong> tipo A, 17 (10,1%) <strong>di</strong> tipo B, e 52 (31,1%) <strong>di</strong> tipo C, mentre 21 (12,2%) non erano<br />
tipizzabili. I RV sono stati rilevati come singoli agenti infettivi in 99 casi, e in combinazione ad<br />
altri virus in 73 casi. La PAC RV-associata è frequente non solo nei bambini piccoli ma anche<br />
in quelli più gran<strong>di</strong>, e RV-A è il ceppo più comunemente rilevato. La rilevanza clinica <strong>di</strong> PAC<br />
RV-associata sembra essere da lieve a moderata, senza gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze tra i ceppi A e B e il<br />
ceppo RV-C, recentemente identificato.<br />
In un altro stu<strong>di</strong>o, abbiamo confrontato gli effetti della pandemia influenzale con quelli dei<br />
sottotipi virali dell’influenza A stagionale. La gravità percepita dei sintomi e il rischio <strong>di</strong><br />
complicanze gravi sono risultate simili nei bambini con influenza pandemica A/H1N1/2009 o<br />
stagionale A/H3N2, ma entrambi questi virus sembravano avere un impatto clinico e<br />
socioeconomico maggiore rispetto al virus A/H1N1 stagionale.<br />
Inoltre, abbiamo stu<strong>di</strong>ato lo shed<strong>di</strong>ng virale nei bambini (altrimenti sani) con pandemia<br />
influenzale A/H1N1/2009. In<strong>di</strong>pendentemente dalla loro età, abbiamo trovato che i bambini sani<br />
erano potenzialmente contagiosi per il virus influenzale pandemico A/H1N1/2009 anche fino a<br />
due settimane dopo l'insorgenza della malattia, e le famiglie dei bambini potenzialmente<br />
contagiosi per il virus per ≥9 giorni hanno sofferto <strong>di</strong> un numero maggiore <strong>di</strong> malattie similinfluenzali<br />
nelle due settimane successive all'esor<strong>di</strong>o della prima malattia.<br />
Vaccinazioni antinfluenzali in pe<strong>di</strong>atria<br />
Abbiamo confrontato l'immunogenicità e la sicurezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse dosi <strong>di</strong> vaccino antinfluenzale<br />
trivalente somministrato per via intradermica con quello somministrato per via intramuscolare<br />
in bambini sani. I nostri risultati hanno suggerito che la protezione contro l’influenza è<br />
statisticamente superiore con il vaccino intradermico con 15 mcg <strong>di</strong> ogni antigene virale,<br />
rispetto al vaccino intramuscolare, con un profilo <strong>di</strong> sicurezza accettabile.<br />
Inoltre, due stu<strong>di</strong> hanno valutato l'immunogenicità, la sicurezza e la tollerabilità del vaccino per<br />
la pandemia influenzale 2009 A/H1N1 MF59-a<strong>di</strong>uvato. I risultati del primo stu<strong>di</strong>o hanno<br />
<strong>di</strong>mostrato che l’efficacia e la sicurezza <strong>di</strong> una singola dose del vaccino monovalente per la<br />
pandemia influenzale 2009 A/H1N1 MF59-a<strong>di</strong>uvato in bambini e adolescenti con la sindrome<br />
<strong>di</strong> Williams o <strong>di</strong> Cornelia de Lange è molto buona, ed è simile a quella dei soggetti sani. Nel<br />
secondo stu<strong>di</strong>o, il vaccino pandemico MF59-a<strong>di</strong>uvato è risultato immunogenico, sicuro e ben<br />
tollerato sia nei bambini affetti da HIV che nei bambini sani. La sua somministrazione<br />
simultanea con il vaccino per l’influenza stagionale sembrava aumentare la risposta immunitaria<br />
contro il virus pandemico e quello stagionale con un profilo <strong>di</strong> sicurezza uguale a quella del solo<br />
vaccino pandemico.<br />
Abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o per valutare i costi dell’influenza in età pe<strong>di</strong>atrica, in bambini<br />
altrimenti sani. I risultati hanno confermato la rilevanza dell'influenza nei bambini altrimenti<br />
sani, sia per la sua frequenza che per le conseguenze in<strong>di</strong>rette nelle famiglie dei bambini affetti,<br />
a sostegno della vaccinazione antinfluenzale nei bambini sani <strong>di</strong> età compresa tra 6 mesi e 5<br />
anni.<br />
Il trial MILD<br />
Una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> è derivata dai risultati della tomografia computerizzata (CT) <strong>di</strong> un trial<br />
multicentrico italiano sulla <strong>di</strong>agnosi del tumore del polmone (Multicentric Italian Lung<br />
Detection, MILD). Questi dati hanno mostrato che le patologie polmonari interstiziali fumocorrelate<br />
tendono a progre<strong>di</strong>re in una parte rilevante <strong>di</strong> casi nel corso <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> 3 anni.<br />
Nello stu<strong>di</strong>o MILD, abbiamo analizzato l’associazione tra uno score <strong>di</strong> calcificazione delle<br />
arterie coronariche, il FEV1 %, e l’estensione dell’enfisema e rischio <strong>di</strong> eventi car<strong>di</strong>ovascolari e<br />
mortalità per tutte le cause. Uno score <strong>di</strong> calcificazione delle arterie coronariche elevato è<br />
risultato associato a un aumento della mortalità per tutte le cause (OR=3,73) e degli eventi<br />
244<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
car<strong>di</strong>ovascolari (OR=2,87), mentre FEV1 % e estensione dell’enfisema non erano associati alla<br />
mortalità e agli eventi car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
PROGETTO ERC – “Ipotesi igienista”<br />
L'ipotesi igienista postula un paradossale ruolo <strong>di</strong> protezione delle infezioni sulle malattie<br />
immuno-me<strong>di</strong>ate, tra cui l’atopia (dermatite atopica, rinite, asma) e più recentemente le malattie<br />
autoimmuni, ed è stata oggetto <strong>di</strong> numerose ricerche. Obiettivo del nostro progetto è <strong>di</strong> validare<br />
questa ipotesi attraverso l'integrazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici, condotti dal nostro Dipartimento,<br />
e sperimentali, condotti da un gruppo <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> Parigi. La nostra sezione epidemiologica si<br />
basa sia su una serie <strong>di</strong> revisioni sistematiche, ovvero meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong>retti e<br />
in<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> infezioni in relazione a varie con<strong>di</strong>zioni atopiche, e uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo<br />
originale, volto ad analizzare l'associazione tra infezioni e atopia, avendo la dermatite atopica<br />
come modello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. In particolare, nel corso del 2011, abbiamo concluso la fase pilota dello<br />
stu<strong>di</strong>o caso-controllo, che ha portato ad alcuni cambiamenti nel questionario e nello schema <strong>di</strong><br />
raccolta dei dati. L'arruolamento <strong>di</strong> casi e controlli è attualmente in corso. Con riferimento alla<br />
parte <strong>di</strong> revisioni sistematiche, abbiamo condotto una meta-analisi sulla supplementazione <strong>di</strong><br />
probiotici durante la gravidanza e l'infanzia per la prevenzione della dermatite atopica.<br />
STUDIO VALIHIDATE<br />
Le infezioni persistenti da genotipi oncogeni <strong>di</strong> Human Papilloma Virus (HPV) sono cause<br />
necessarie per lo sviluppo del tumore della cervice, che rappresenta, a livello mon<strong>di</strong>ale, la<br />
seconda causa <strong>di</strong> morte per cancro nelle donne. Lo Stu<strong>di</strong>o Valhidate, finanziato dalla Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a per il periodo novembre 2010 - novembre 2014, ha come scopo principale la<br />
valutazione della circolazione e la tipizzazione <strong>di</strong> HPV in popolazioni ad elevato rischio <strong>di</strong><br />
carcinoma della cervice uterina. Lo stu<strong>di</strong>o prevede 2 fasi sequenziali: uno stu<strong>di</strong>o iniziale crosssectional<br />
multicentrico <strong>di</strong> epidemiologia osservazionale e uno stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale, prospettico,<br />
multicentrico sulla popolazione arruolata inizialmente nello stu<strong>di</strong>o cross-sectional. Nella fase<br />
iniziale verranno arruolate 7000 donne appartenenti a 4 <strong>di</strong>fferenti gruppi che afferiscono in<br />
modo autonomo e volontario ai centri partecipanti allo stu<strong>di</strong>o. I meto<strong>di</strong> per la valutazione<br />
all’arruolamento sono: anamnesi e visita ginecologica o pe<strong>di</strong>atrica, anamnesi infettivologica per<br />
le pazienti affette da HIV, brush cervicale per test <strong>di</strong> genotipizzazione HPV, Pap test e<br />
campione per la banca cito/virologica o campione <strong>di</strong> urine. I tempi <strong>di</strong> follow-up sono stati<br />
definiti da algoritmi basati sui risultati dei test citologici e biomolecolari. I risultati derivati da<br />
questo stu<strong>di</strong>o permetteranno <strong>di</strong> definire strategie specifiche <strong>di</strong> prevenzione primaria e<br />
secondaria del carcinoma della cervice uterina in tali popolazioni. Nel corso del primo anno <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o, sono state arruolate circa 2000 donne.<br />
Progetto HI-WATE<br />
Dati sperimentali suggeriscono che sottoprodotti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione (DBPs) sono possibili<br />
cancerogeni del colon-retto, ma l'evidenza epidemiologica è inconcludente. Per valutare il<br />
rischio del tumore del colonretto in relazione all'esposizione a lungo termine a DBP è stato<br />
condotto uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo nell'area metropolitana <strong>di</strong> Milano e nelle province <strong>di</strong><br />
Pordenone e U<strong>di</strong>ne, in Italia e nell'area metropolitana <strong>di</strong> Barcellona, in Spagna. I casi erano<br />
pazienti con tumore incidente, confermato istologicamente del colon e del retto, <strong>di</strong> età compresa<br />
tra 20-85 anni residenti nelle aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. I controlli erano su base ospedaliera (in Italia) e <strong>di</strong><br />
popolazione (in Spagna), ed erano appaiati ai casi per età e sesso. Oltre ai dati sui fattori <strong>di</strong><br />
rischio noti o potenziali per il cancro colorettale, sono state raccolte informazioni sulla storia<br />
residenziale e la fonte <strong>di</strong> acqua, il consumo <strong>di</strong> acqua, attraverso l’uso, l’ingestione, l’utilizzo <strong>di</strong><br />
245<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
doccia e bagno, il lavare i piatti e la frequenza delle piscine. Dati retrospettivi sui livelli DBP<br />
(soprattutto trialometani, THM) nelle aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono stati raccolti attraverso le aziende<br />
idriche locali. Analisi su 400 casi e 363 controlli provenienti dall’Italia, e 500 casi e 436<br />
controlli dalla Spagna, hanno mostrato che il 46% <strong>di</strong> soggetti italiani e il 56% dei soggetti<br />
spagnoli hanno bevuto acqua da acquedotto presso la residenza più lunga (durata me<strong>di</strong>a 37 anni<br />
in Italia e 35 anni Spagna), mentre la restante acqua era da bottiglie o da altre fonti. L’OR per il<br />
consumo <strong>di</strong> acqua potabile da acquedotto rispetto a quello <strong>di</strong> acqua in bottiglia era 1.17 in Italia<br />
e 1,18 in Spagna. Un lungo utilizzo <strong>di</strong> docce rispetto a uno breve da un OR <strong>di</strong> 1,16 in Italia e <strong>di</strong><br />
1,04, in Spagna. I livelli me<strong>di</strong> <strong>di</strong> THM in Italia erano
IRFMN<br />
Consenso dell’estensione del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> fumo in selezionate aree all’aperto<br />
in Italia.<br />
Per valutare la <strong>di</strong>sponibilità degli italiani verso un’estensione del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> fumo in selezionate<br />
aree all’aperto, abbiamo considerato i dati <strong>di</strong> due indagini italiane sul fumo condotte nel 2009 e<br />
nel 2010 su un campione totale <strong>di</strong> 6233 in<strong>di</strong>vidui, rappresentativo della popolazione italiana <strong>di</strong><br />
15 anni o più. Il 64,6% degli italiani era favorevole a politiche antifumo nei parchi pubblici, il<br />
68,5% negli sta<strong>di</strong> sportivi, il 62,1% nelle spiagge, l’85,9% nei cortili scolastici e il 79,9% nelle<br />
aree all’aperto degli ospedali. Tra i fumatori, le stime corrispondenti sono state del 32,9% per i<br />
parchi, il 38,2% per gli sta<strong>di</strong>, il 31,2% per le spiagge, il 67,6% per le scuole e il 55,3% per gli<br />
ospedali.<br />
Prevalenza <strong>di</strong> fumatori e mortalità attribuibile al fumo in Italia nel 2010.<br />
Abbiamo utilizzato i dati <strong>di</strong> un’indagine rappresentativa condotta in Italia nel 2010 e il software<br />
SAMMEC per aggiornare i dati sulla mortalità attribuibile al fumo in Italia. Nel 2010, il 21,7%<br />
degli italiani (23,9% degli uomini e il 19,7% delle donne) si è definito fumatore. Nel complesso,<br />
71,445 morti in Italia (52,707 uomini e 18,738 donne, il 12,5% della mortalità totale) sono<br />
attribuibili al fumo.<br />
PREVENZIONE E INFORMAZIONE A LIVELLO DI SALUTE PUBBLICA<br />
E’ continuata l’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione scientifica e <strong>di</strong> prevenzione rivolta all’opinione pubblica<br />
generale, attraverso articoli scientifici e altre pubblicazioni <strong>di</strong>vulgative, onde <strong>di</strong>ffondere<br />
informazione quantitativa e favorire concreti atteggiamenti <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> rischio.<br />
Laboratorio Meto<strong>di</strong> Epidemiologici<br />
ANDAMENTI DELLA MORTALITÀ PER TUMORE IN EUROPA<br />
La <strong>di</strong>minuzione della mortalità per tumore della mammella in Europa<br />
Abbiamo aggiornato gli andamenti <strong>di</strong> mortalità per cancro alla mammella in Europa fino alla<br />
fine del 2000. Nell’Unione europea (UE), il tasso <strong>di</strong> mortalità per cancro alla mammella<br />
aggiustata per età (popolazione mon<strong>di</strong>ale standard) è <strong>di</strong>minuito del 6,9% tra il 2002 e il 2006,<br />
dal 17,9 al 16.7/100000. Le maggiori <strong>di</strong>minuzioni sono state osservate nei paesi dell'Europa<br />
settentrionale, ma riduzioni della mortalità più recenti sono state osservate anche nell’Europa<br />
centrale e orientale. Nel 2007, tutti i principali paesi europei avevano tassi <strong>di</strong> tumore della<br />
mammella tra 15 e 19/100000. In termini relativi, il calo della mortalità era più gran<strong>di</strong> nelle età<br />
più giovani (-11,6% a 20-49 anni tra il 2002 e il 2007 nell'UE), e <strong>di</strong>minuiva con l'avanzare<br />
dell'età (-6,6% a 50-69 anni, -5,0 % a 70-79 anni).<br />
Andamento della mortalità per tumori urologici in Europa<br />
Abbiamo analizzato le tendenze della mortalità per tumore della prostata, del testicolo, della<br />
vescica, del rene e in Europa nel periodo 1970-2008. La mortalità per cancro alla prostata si è<br />
stabilizzata dal 1990 nei paesi dell'Europa occidentale e del nord in particolare negli ultimi anni<br />
mentre era ancora in aumento in Bulgaria, Romania e Russia. Nell' UE, la mortalità per tumore<br />
della prostata ha raggiunto un picco nel 1995 a 15,0 per 100000 uomini ed è scesa a 12,5 per<br />
100 000 nel 2006. La mortalità per tumore del testicolo è <strong>di</strong>minuita nella maggior parte dei<br />
paesi dell'Europa occidentale e settentrionale dal 1970. Le riduzioni sono state più tar<strong>di</strong>ve e<br />
sensibilmente inferiori nei paesi del centro/est Europa. Nell'UE, il tasso <strong>di</strong> mortalità per tumore<br />
del testicolo è <strong>di</strong>minuito da 0,75 nel 1980 a 0,32 per 100000 uomini nel 2006, con forti cali fino<br />
alla fine degli anni 1990 e <strong>di</strong> un apparente livellamento dei tassi successivamente. Nel corso<br />
247<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
degli ultimi 15 anni, la mortalità per cancro della vescica è <strong>di</strong>minuita in molti paesi europei in<br />
entrambi i sessi. Le eccezioni principali sono stati la Bulgaria, Polonia e Romania. Nella UE, la<br />
mortalità per cancro della vescica è stato stabile fino al 1992 e per scendere dal 7,3-5,5 per<br />
100000 uomini e 1,5-1,2 per 100000 donne nel 2006. La mortalità per tumore del rene è<br />
aumentata in tutta Europa fino a primi anni 1990 e si è stabilizzata in seguito in molti paesi,<br />
tranne in alcuni dell’Europa centrale e orientale. Tra il 1994 e il 2006, il tasso <strong>di</strong> mortalità è<br />
<strong>di</strong>minuito dal 4,9-4,3 per 100000 negli uomini nell'UE e 2,1-1,8 per 100000 nelle donne<br />
nell'UE.<br />
Mortalità per malattie coronariche e cerebrovascolari nei giovani adulti, in<br />
Europa<br />
Abbiamo analizzato la mortalità per malattie coronariche (CHD) e malattie cerebrovascolari<br />
(CVD) nella fascia <strong>di</strong> età 35-44 anni, in 12 Paesi europei selezionati e nell’Unione Europea<br />
(UE), per il periodo 1980-2007. Abbiamo osservato <strong>di</strong>minuzioni della mortalità per CHD<br />
dall’inizio degli anni ’80 per la maggior parte dei Paesi considerati, eccetto in Russia (con un<br />
tasso pari a 130/100.000 uomini e 24/100.000 donne, nel periodo 2005-07). I tassi più bassi<br />
(circa 9/100.000 uomini e 2/100.000 donne) erano in Francia, Italia e Svezia. Negli uomini,<br />
abbiamo osservato le <strong>di</strong>minuzioni maggiori <strong>di</strong> mortalità nella Repubblica Ceca (con variazione<br />
annuale percentuale, VAP pari a -6,1%), nei Paesi Bassi (VAP=-5.2%), in Polonia (VAP=-<br />
4.5%) e in Inghilterra e Galles (VAP=-4.5%). Nelle donne, abbiamo osservato andamenti simili,<br />
sebbene con tassi più bassi. In UE, il VAP era pari a -3,3% per gli uomini (tasso=16,6/100.000<br />
tra il 2005 e il 2007) e -2,1% per le donne (tasso=3,5/100.000).<br />
In Russia, i tassi <strong>di</strong> mortalità per CVD erano 40/100.000 per gli uomini e 16/100.000 per le<br />
donne nel periodo 2005-07, valori 5-10 volte più alti rispetto alla maggior parte dei Paesi<br />
dell’Europa occidentale. Abbiamo osservato le <strong>di</strong>minuzioni maggiori nella Repubblica Ceca e in<br />
Italia per gli uomini, e in Svezia e in Repubblica Ceca per le donne- In UE, le VAP erano -2,5%<br />
in entrambi i sessi, con <strong>di</strong>minuzioni maggiori dopo la seconda metà degli anni ’90<br />
(tassi=6,4/100.000 uomini e 4,3/100.000 donne nel periodo 2005-07).<br />
Andamenti della mortalità per tumore in Messico, 1981-2007<br />
Abbiamo analizzato gli andamenti della mortalità totale per tumore e per 20 se<strong>di</strong> tumorali<br />
selezionate, in Messico, tra il 1981 e il 2007. Per la maggior parte dei tumori, si osserva una<br />
mortalità alta, che inizia a <strong>di</strong>minuire alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 in entrambi<br />
i sessi. Nel periodo 2005-2007, i tassi <strong>di</strong> mortalità per tumore totale erano 75.5/100 000 negli<br />
uomini e 69.2/100 000 nelle donne. La mortalità per tumore dell’utero <strong>di</strong>minuiva annualmente<br />
<strong>di</strong> circa 2.5% negli anni ’90, e <strong>di</strong> circa 5% nell’ultimo decennio, ma i suoi tassi sono rimasti<br />
elevati (9.7/100 000 nel periodo 2005-2007). Altre maggiori <strong>di</strong>minuzioni negli anni più recenti<br />
si sono osservate per il tumore dello stomaco (approssimativamente 2.5% all’anno, con tassi<br />
pari a 6.6/100 000 negli uomini e 4.9/100 000 nelle donne, nel periodo 2005-2007) e del<br />
polmone (2-2.5% all’anno, 11.0/100 000 negli uomini e 4.5/100 000 nelle donne, nel periodo<br />
2005-2007). La mortalità si è stabilizzata solo dall’inizio degli anni ’90 per i tumori del seno e<br />
della prostata, e dalla fine degli anni ’90 per il tumore del colon-retto. In conclusione, i tassi <strong>di</strong><br />
mortalità per tumore in Messico rimangono bassi su scala mon<strong>di</strong>ale e mostrano andamenti<br />
favorevoli negli anni più recenti. La mortalità per il tumore dell’utero rappresenta tuttora una<br />
maggiore priorità <strong>di</strong> salute pubblica in questo Paese.<br />
Analisi età-periodo-coorte della mortalità per cancro al cavo orale e<br />
faringe<br />
Abbiamo analizzato la mortalità del tumore al cavo orale e della faringe con un modello etàperiodo-coorte<br />
in 37 paesi europei nel periodo 1970-2007. La mortalità maschile per questo<br />
248<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
tumore ha continuato a <strong>di</strong>minuire nella maggior parte dei paesi europei, ma soprattutto, ha<br />
iniziato a <strong>di</strong>minuire in alcuni dei paesi con i tassi più alti, vale a <strong>di</strong>re l'Ungheria (18.9/100 000) e<br />
Slovacchia (15.8/100 000); aumenti persistenti sono stati tuttavia osservati in Bielorussia,<br />
Bulgaria e Romania. I tassi femminili erano più bassi rispetto agli e non hanno mostrato alcuna<br />
tendenza apprezzabile nel periodo recente. Gli effetti stimati delle coorti <strong>di</strong> nascita per la<br />
maggior parte dei paesi selezionati hanno mostrato un calo dalle coorti nate dopo il 1950. Per<br />
l'effetto periodo c'è stato un aumento per i perio<strong>di</strong> precedenti al 1990, una inversione e un calo<br />
continuo fino all'ultimo periodo in stu<strong>di</strong>o. Solo alcuni paesi con economie <strong>di</strong> mercato recenti,<br />
come la Romania, l'Ucraina e la Lituania, hanno mostrato un aumento negli effetti delle coorti<br />
fino alle generazioni più recenti. La scoperta principale <strong>di</strong> questa analisi è il livellamento<br />
dell'epidemia per gli uomini nella maggior parte dei paesi europei, tra cui Ungheria e altri paesi<br />
dell'Europa centrale dove la mortalità per questo tumore è estremamente elevata. Ciò riflette<br />
essenzialmente l'evoluzione dei modelli <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> alcol e tabacco nelle varie popolazioni.<br />
Pre<strong>di</strong>zioni per l’anno 2011 della mortalità per tumore in Europa<br />
Utilizzando i dati <strong>di</strong> mortalità e popolazione dell’OMS, abbiamo stimato il numero <strong>di</strong> morti per<br />
tumore nell' Unione europea (UE) nel 2011 e nei suoi sei paesi principali. I tassi standar<strong>di</strong>zzati<br />
sono stati calcolati utilizzando le stime <strong>di</strong> popolazione dell’EUROSTAT. Il numero previsto <strong>di</strong><br />
decessi per cancro nell'Unione Europea nel 2011 è 1 281 436, con un tasso standar<strong>di</strong>zzato <strong>di</strong><br />
143/100 000 uomini e 85/100 000 donne. La Polonia ha il tasso più alto, con lievi cali nei<br />
perio<strong>di</strong> più recenti. La <strong>di</strong>minuzione della mortalità per i siti principali, tra cui lo stomaco, colonretto,<br />
mammella, utero, prostata, leucemie e il cancro al polmone negli uomini, continuerà fino<br />
al 2011. Inoltre è prevista un’inversione <strong>di</strong> tendenza o un appiattimento la dove sono state<br />
osservate tendenze sfavorevoli in precedenza. I tassi <strong>di</strong> mortalità per cancro al polmone nelle<br />
donne sono in aumento in tutti i principali paesi dell'Unione Europea ad eccezione del Regno<br />
Unito, dove è la prima causa <strong>di</strong> morte per cancro, come ora in Polonia. E’ probabile che le<br />
tendenze sfavorevoli osservate fino al 2004 nella mortalità per tumore al pancreas nelle donne si<br />
siano stabilizzate.<br />
Nonostante i tassi <strong>di</strong> mortalità favorevoli, i numeri assoluti <strong>di</strong> morti per cancro sono stabili in<br />
Europa. Il <strong>di</strong>vario tra l'Europa occidentale e i paesi dell’est probabilmente persisterà nel<br />
prossimo futuro.<br />
Analisi dei trend <strong>di</strong> mortalità per tumori in Italia, 1970-2007<br />
La mortalità per tumori in Italia è stata aggiornata con i dati per il 2006 e il 2007.<br />
Complessivamente i tassi <strong>di</strong> mortalità per cancro negli uomini sono <strong>di</strong>minuiti del 1,8% annuo<br />
dal 1994, raggiungendo un tasso <strong>di</strong> 147 per 100 000 residenti nel 2007. Nelle donne,<br />
complessivamente i tassi <strong>di</strong> mortalità per cancro sono <strong>di</strong>minuiti del 1,1% annuo dal 1991,<br />
risultando in un tasso <strong>di</strong> mortalità <strong>di</strong> 85 per 100 000 abitanti nel 2007. Le morti evitate, rispetto<br />
ai tassi del 1988, per tumori a polmone, intestino, stomaco e seno ammontano a 30 646. Negli<br />
uomini, le tendenze sono state portate dai tumori del polmone e <strong>di</strong> altri siti legati al tabagismo,<br />
l'intestino e lo stomaco. Gli andamenti favorevoli per i tumori della mammella, l’intestino, lo<br />
stomaco e l’utero hanno contribuito alla caduta del tasso <strong>di</strong> mortalità nelle donne. Tendenze al<br />
ribasso sono state osservati in entrambi i sessi per il linfoma <strong>di</strong> Hodgkin, i tumori ossei e le<br />
leucemie. Il cancro al polmone nelle donne ha mostrato un andamento sfavorevole, con tassi <strong>di</strong><br />
mortalità in crescita del 2,6% annuo dal 1997, <strong>di</strong>ventando la seconda causa <strong>di</strong> mortalità per<br />
cancro nelle donne <strong>di</strong> mezza età. Andamenti sfavorevoli sono stati osservati nelle donne anche<br />
per i tumori del cavo orale e del pancreas. Le tendenze favorevoli nella mortalità per cancro<br />
sono legati, alla riduzione nel consumo <strong>di</strong> tabacco e alcol negli uomini, progressi nella cura e<br />
gestione dei tumori al colon-retto, il cancro al seno, leucemie, e alcuni altri rari tumori curabili,<br />
e miglioramenti <strong>di</strong>agnostici per i tumori del colon-retto, della mammella e della cervice uterina.<br />
249<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nuovi farmaci chemioterapici ad alto costo: utilizzo clinico, sicurezza ed<br />
efficacia nella pratica clinica dopo l’immissione sul mercato<br />
L'obiettivo <strong>di</strong> questo progetto è quello <strong>di</strong> fornire una descrizione dettagliata <strong>di</strong> come sono<br />
utilizzati alcuni farmaci oncologici innovativi e ad alto costo nella pratica clinica, in Lombar<strong>di</strong>a.<br />
In particolare, analizziamo i trend temporali delle prescrizioni <strong>di</strong> alcuni farmaci, la conformità<br />
rispetto alle linee guida dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e stimiamo la frequenza<br />
degli effetti collaterali e della sopravvivenza. Un ulteriore obiettivo è quello <strong>di</strong> indagare la<br />
fattibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che mirino a valutare l'efficacia <strong>di</strong> alcune terapie <strong>di</strong> interesse in termini <strong>di</strong><br />
sopravvivenza, in particolare per il tumore del colon-retto, della mammella e dei polmoni.<br />
In una prima pubblicazione, abbiamo stu<strong>di</strong>ato il bevacizumab per i trattamento del tumore del<br />
colon-retto metastatico. C'era una gap tra le in<strong>di</strong>cazioni dell’AIFA e l’utilizzo del bevacizumab<br />
nella pratica clinica. La frequenza <strong>di</strong> eventi avversi gravi e il tasso <strong>di</strong> sopravvivenza dei pazienti<br />
affetti dal tumore del colon-retto metastatico erano simili ai dati riportati dai trial clinici che<br />
hanno portato all’ approvazione del farmaco.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia delle malattie Croniche<br />
STUDI CASO-CONTROLLO<br />
Organizzazione della raccolta dati e campioni biologici per gli stu<strong>di</strong> casocontrollo<br />
E’ continuata la raccolta <strong>di</strong> dati epidemiologici che prevede: 1) la gestione delle interviste, degli<br />
intervistatori e l’attività <strong>di</strong> training dei nuovi intervistatori; 2) i contatti con i reparti ospedalieri<br />
e i comitati etici per l’approvazione e conduzione degli stu<strong>di</strong>; 3) controllo e rico<strong>di</strong>fica delle<br />
schede dei pazienti; 4) revisione delle <strong>di</strong>agnosi e controllo degli esami istologici dei pazienti<br />
con tumore; 5) gestione e organizzazione della raccolta dei campioni biologici; 6) gestione<br />
dell’input dei dati.<br />
Gli stu<strong>di</strong> caso-controllo attualmente in corso riguardano il tumore del cavo orale, faringe,<br />
laringe, esofago-car<strong>di</strong>as, vie biliari, colon retto, vescica, linfomi, mielomi e sarcomi.<br />
Il dataset complessivo include ora circa: 1.250 casi <strong>di</strong> tumore del cavo orale e della faringe, 700<br />
dell’esofago, 1.100 dello stomaco, 6.500 del colon-retto, 600 del fegato, 120 della colecisti e<br />
dotti biliari, 600 del pancreas, 850 della laringe, 500 <strong>di</strong> melanoma maligno cutaneo, 7.000 della<br />
mammella, 1.000 della cervice, 1.000 dell’endometrio, 200 della malattia trofoblastica<br />
gestazionale, 200 della vulva, 2.000 dell’ovaio, 1.300 della prostata, 700 della vescica, 800 del<br />
rene e bacino renale, 600 della tiroide, 200 del morbo <strong>di</strong> Hodgkin, 500 <strong>di</strong> NHL, 450 <strong>di</strong> sarcomi,<br />
300 <strong>di</strong> mielomi e circa 18.000 controlli. La raccolta dei campioni biologici riguarda i tumori del<br />
cavo orale, faringe, laringe, vescica e colon-retto al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are polimorfismi genetici.<br />
Misure antropometriche a <strong>di</strong>fferenti età e rischio <strong>di</strong> tumore<br />
dell’endometrio<br />
Il tumore dell’endometrio dell’endometrio è fortemente associato all’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea<br />
(BMI), ma non è ancora stata stabilita l’influenza della storia <strong>di</strong> BMI e dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> obesità.<br />
In uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo basato su 454 casi <strong>di</strong> tumore dell’endometrio e 908 controlli,<br />
abbiamo trovato un OR <strong>di</strong> 4,08 (95% CI: 2,90–5,74) nelle donne con un BMI (kg/m 2 ) >30,<br />
rispetto a donne con un BMI da 20 a
IRFMN<br />
maggiore del peso corporeo recente rispetto alla storia del peso durante tutta la vita, giustifica<br />
l’incoraggiamento a perdere peso a tutte le età per prevenire il tumore dell’endometrio.<br />
META-ANALISI E REVISIONI<br />
Meta-analisi sul consumo <strong>di</strong> caffè e il rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas<br />
Da quando nel 1981 uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo ha mostrato un’associazione positiva tra<br />
consumo <strong>di</strong> caffè e rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas, <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> hanno riportato risultati<br />
contrastanti. Abbiamo condotto una meta-analisi aggiornata a marzo 2011 per riassumere ciò<br />
che è stato pubblicato sull’argomento. Il RR globale per il consumo più alto in ogni stu<strong>di</strong>o<br />
rispetto al più basso è risultato pari a 1,13, basato su 37 stu<strong>di</strong> caso-controllo e 17 <strong>di</strong> coorte<br />
(10.594 casi). Il RR corrispondente, considerando solo gli stu<strong>di</strong> che aggiustavano per fumo, era<br />
1,08. Il RR globale per l'incremento <strong>di</strong> una tazza <strong>di</strong> caffè al giorno è risultato 1,03, basato su 28<br />
stu<strong>di</strong> che fornivano stime aggiustate per il fumo.<br />
Caffè, caffè decaffeinato, tè e rischio <strong>di</strong> tumore del pancreas: un’analisi<br />
combinata <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani<br />
Abbiamo valutato l'associazione tra consumo <strong>di</strong> caffè, caffè decaffeinato e tè e rischio <strong>di</strong> tumore<br />
del pancreas in un’analisi combinata <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani, che includevano<br />
globalmente 688 casi e 2204 controlli. Rispetto ai non bevitori <strong>di</strong> caffè, l'OR multivariato per i<br />
bevitori <strong>di</strong> caffè è risultato 1.34. Tuttavia, non è stato trovato trend del rischio rispetto a dose e<br />
durata <strong>di</strong> consumo. L'OR per un incremento <strong>di</strong> una tazza al giorno era 1,05. Non c'era<br />
eterogeneità negli strati <strong>di</strong> età, sesso e altre covariate, tra cui il fumo. Nessuna associazione è<br />
emersa per il caffè decaffeinato (OR = 0,87) e per il tè (OR = 0,92).<br />
Meta-analisi sul consumo <strong>di</strong> caffè e il rischio <strong>di</strong> tumore delle alte vie aeree<br />
e <strong>di</strong>gestive<br />
I dati degli stu<strong>di</strong> epidemiologici sulla relazione tra consumo <strong>di</strong> caffè e rischio <strong>di</strong> tumore delle<br />
vie aeree e <strong>di</strong>gestive superiori sono pochi e inconclusivi. Pertanto abbiamo condotto una metaanalisi<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> osservazionali pubblicati prima dell’ottobre 2009. Abbiamo combinato i RR con<br />
i relativi 95% CI per i tumori del cavo orale/faringe (OF) e laringe, il carcinoma a cellule<br />
squamose dell’esofago (CSE) e l’adenocarcinoma dell’esofago (ACE), paragonando le categorie<br />
<strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> caffè più alte rispetto alle più basse. Per il tumore dell’OF il RR cumulativo era<br />
<strong>di</strong> 0.64 (95% CI 0.51–0.80), basato su un totale <strong>di</strong> 2633 casi da uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte e 8 casocontrollo,<br />
con assenza <strong>di</strong> eterogeneità significativa tra gli stu<strong>di</strong>. I RR erano 0.61 (95% CI 0.41–<br />
0.89) per gli stu<strong>di</strong> europei, 0.58 (95% CI 0.36–0.94) per quelli americani e 0.74 (95% CI 0.48–<br />
1.15) per quelli asiatici, nei quali il consumo <strong>di</strong> caffè era molto più basso. I RR corrispondenti<br />
erano 1.56 (95% CI 0.60–4.02) per il tumore della laringe (732 casi da 3 stu<strong>di</strong> caso-controllo),<br />
0.87 (95% CI 0.65–1.17) per il CSE (2115 casi da uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte e 6 caso-controllo) e<br />
1.18 (95% CI 0.81–1.71) per l’ACE (415 casi da 3 stu<strong>di</strong> caso-controllo). Pertanto, il consumo <strong>di</strong><br />
caffè era inversamente correlato al rischio <strong>di</strong> tumore dell’orofaringe, mentre non vi era relazione<br />
con gli altri tumori considerati.<br />
ALTRI PROGETTI<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio e storia clinica dei sarcoma dei tessuti molli<br />
I sarcoma dei tessuti molli (STS) hanno bassa incidenza, il che causa un basso potere statistico<br />
in stu<strong>di</strong> eziologici e un’esperienza limitata dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale nella pratica clinica,<br />
che spesso porta a un ritardo nella <strong>di</strong>agnosi. La loro duplice classificazione per sito anatomico e<br />
per tipo istologico causa confusione nello stu<strong>di</strong>o della sua eziologia. Questo progetto include<br />
due stu<strong>di</strong> integrati. Il primo stu<strong>di</strong>o (caso-controllo, coor<strong>di</strong>nato dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>) si basa<br />
251<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
su un questionario validate (con molte covariate e basato su un dettagliato database <strong>di</strong><br />
composizione degli alimenti), l’uso <strong>di</strong> appropriate analisi statistiche e misure <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> agenti<br />
tossici nei tessuti biologici. Il secondo stu<strong>di</strong>o (stu<strong>di</strong>o clinico, coor<strong>di</strong>nato in collaborazione con<br />
l’Università <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro/CTO Maria Adelaide) si basa su<br />
questionari che riportano la storia delle visite e procedure me<strong>di</strong>che eseguite prima<br />
dell’ammissione in ospedale e caratteristiche socio-economiche dettagliate dei casi. I casi<br />
vengono seguiti per 5 anni. Raccogliamo campioni <strong>di</strong> sangue da casi e controlli e tessuto<br />
neoplastico dai casi. Lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo ha lo scopo <strong>di</strong> identificare e quantificare i fattori<br />
<strong>di</strong> rischio e i rischi attribuibili in Italia per i STS, la cui eziologia è largamente sconosciuta. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o clinico ha lo scopo <strong>di</strong> stabilire la storia clinica prima dell’ingresso in ospedale e il suo<br />
impatto sulla gravità della malattia al momento della <strong>di</strong>agnosi corretta e se queste possono<br />
essere influenzate dalle caratteristiche socioeconomiche del paziente e dalla sua area <strong>di</strong><br />
residenza. I maggiori punti <strong>di</strong> forza dello stu<strong>di</strong>o sono: l’ampio dataset dovuto alla<br />
partecipazione della maggior parte dei centri <strong>di</strong> riferimento per il trattamento dei STS; le<br />
informazioni dettagliate sul sito anatomico e il tipo istopatologico sei STS; la quantificazione<br />
dei fattori <strong>di</strong> rischio dei STS; l’approccio inter<strong>di</strong>sciplinare; La creazione <strong>di</strong> una bioteca <strong>di</strong><br />
ricerca per analisi <strong>di</strong> genetica molecolare e citogenetica; la preparazione <strong>di</strong> linee guida che<br />
contribuiscano a un precoce trattamento corretto dei STS da parte dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
generale.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca<br />
Sviluppo <strong>di</strong> piattaforme software partecipative<br />
Nell’ambito <strong>di</strong> una collaborazione con l’Arcispedale S. Maria Nuova <strong>di</strong> Reggio Emilia è stato<br />
attivato un progetto che ha un triplice obiettivo: formare il personale dell’Arcispedale<br />
nell’impiego <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> web 2.0 e social me<strong>di</strong>a per l’aggiornamento professionale;<br />
progettare strumenti per consentire loro <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre conoscenze (<strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette);<br />
sviluppare soluzioni partecipative in grado <strong>di</strong> favorire la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> casi clinici con il<br />
supporto <strong>di</strong> materiali multime<strong>di</strong>ali. Il progetto ha consentito <strong>di</strong> formare su queste tematiche oltre<br />
80 tra me<strong>di</strong>ci, operatori sanitari e personale della biblioteca me<strong>di</strong>ca. Con la collaborazione della<br />
biblioteca me<strong>di</strong>ca P.G. Corra<strong>di</strong>ni. Operante presso l’Arcispedale (e referente interno del<br />
progetto) è stato inoltre attivato un blog aziendale per favorire l’aggiornamento dei me<strong>di</strong>ci della<br />
struttura e la <strong>di</strong>scussione su alcune aree me<strong>di</strong>che <strong>di</strong> interesse.<br />
Mantenimento dei siti web CARDIO.CARE, ONCO.CARE, GASTRO.CARE,<br />
NEURO.CARE, PNEUMO.CARE, PAIN.CARE, BPCO.CARE e DERMA.CARE<br />
Questi in<strong>di</strong>ci sono stati realizzati dal Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca per raccogliere,<br />
classificare e commentare i migliori siti web <strong>di</strong>sponibili sulla rete, fornendo agli utenti <strong>di</strong><br />
Internet uno strumento efficace <strong>di</strong> ricerca sulla rete. Il progetto copre <strong>di</strong>verse aree me<strong>di</strong>che tra<br />
cui la car<strong>di</strong>ologia (http://www.car<strong>di</strong>ocare.it), la neurologia (http://www.neurocare.it),<br />
l’oncologia (http://www.oncocare.it), la gastroenterologia (http://www.gastrocare.it), la<br />
pneumologia (http://www.pneumocare.it e http://www.bpcocare.it ), il trattamento del dolore<br />
(http://www.paincare.it) e la dermatologia (http://www.dermacare.it) e ha visto la<br />
collaborazione <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>partimenti dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca<br />
Car<strong>di</strong>ovascolare, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze e il Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia) e <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong><br />
ricerca esterni (Gruppo Italiano Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia – GISED). Nella fase <strong>di</strong><br />
mantenimento dei siti web, sono state raccolte anche informazioni sull’uso da parte dei siti<br />
censiti <strong>di</strong> strumenti web 2.0 come i podcast, i feed RSS, i blog, i webcats, i webinar.<br />
Un’indagine in Internet condotta dal Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca sulle tipologie <strong>di</strong><br />
252<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
applicazioni web 2.0 esistenti in rete in ambito me<strong>di</strong>co ha permesso <strong>di</strong> segnalare (e classificare)<br />
su alcuni <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>ci i principali servizi <strong>di</strong> feed RSS e <strong>di</strong> podcasting a cui l’utente può<br />
registrarsi.<br />
Uso dei social me<strong>di</strong>a da parte delle strutture sanitarie italiane<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca è impegnato in uno stu<strong>di</strong>o sull’impiego <strong>di</strong> social me<strong>di</strong>a<br />
(Facebook, Twitter, YouTube) e <strong>di</strong> strumenti web 2.0 (feed RSS, podcast e social bookmark)<br />
per incentivare il <strong>di</strong>alogo e il confronto con i citta<strong>di</strong>ni da parte delle oltre 1.200 strutture<br />
sanitarie italiane (tra quelle pubbliche e private), sia in termini quantitativi, sia in termini<br />
qualitativi. I risultati saranno <strong>di</strong>sponibili entra metà del 2012.<br />
Stu<strong>di</strong> sull’impiego <strong>di</strong> strumenti web 2.0 e social me<strong>di</strong>a in me<strong>di</strong>cina<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Informatica Me<strong>di</strong>ca è impegnato in indagini sulla tipologia <strong>di</strong> servizi web 2.0 e<br />
<strong>di</strong> social netwoking offerti in rete agli operatori sanitari e su come tali servizi siano percepiti<br />
dalla comunità me<strong>di</strong>ca.<br />
Attività <strong>di</strong> formazione<br />
Nel corso del 2011 è proseguita l’attività <strong>di</strong> formazione su tematiche legate all’uso in ambito<br />
me<strong>di</strong>co e sanitario <strong>di</strong> Internet e dei recenti strumenti web 2.0. L’attività <strong>di</strong> formazione è<br />
avvenuta attraverso l’organizzazione e lo svolgimento <strong>di</strong> corsi svolti nell’ambito del programma<br />
ECM (Educazione Continua in Me<strong>di</strong>cina), <strong>di</strong> workshop, <strong>di</strong> convegni, <strong>di</strong> seminari e <strong>di</strong> master<br />
universitari (sia interni all’istituto, sia esterni) a cui ha partecipato il personale del Dipartimento<br />
con ruoli <strong>di</strong> docenza.<br />
253<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
254<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI SALUTE PUBBLICA<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir.<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria A. e A. Valenti (CESAV)<br />
Capo Laboratorio<br />
Livio GARATTINI, Dott. Economia<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Capo Laboratorio<br />
Guido BERTOLINI, Dr.Med.Chir.<br />
Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica<br />
Capo Unità<br />
Davide LUCIANI, Dr.Med.Chir.<br />
Unità <strong>di</strong> Metodologie Informatiche per la Ricerca Clinica<br />
Capo Unità<br />
Simone GHETTI, Ing. Inf.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Capo Laboratorio<br />
Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir.<br />
255<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Maurizio Bonati si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: monitoraggio e valutazione epidemiologica dell’utilizzo e degli effetti dei farmaci e dei<br />
vaccini in età pe<strong>di</strong>atrica e in gravidanza; ricerca metodologica nell’ambito dell’assistenza ospedaliera e<br />
delle cure primarie pe<strong>di</strong>atriche; promozione e produzione <strong>di</strong> informazioni sanitarie nella comunità;<br />
epidemiologia delle cure pe<strong>di</strong>atriche e perinatali.<br />
Ruoli attuali e passati in <strong>Istituto</strong> e in organizzazioni esterne: 1973-77 Ricercatore presso l’IRFMN,<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Neurochimica; 1977-85 assistente ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong><br />
Farmacologia Clinica; 1986-93 capo dell’ Unità <strong>di</strong> Farmacologia Clinica Perinatale; membro del Gruppo<br />
<strong>di</strong> Ricerca sull’Utilizzo dei Farmaci (gravidanza, pe<strong>di</strong>atria e allattamento) dell’OMS; 1987-92<br />
coor<strong>di</strong>natore dello Stu<strong>di</strong>o Cooperativo Internazionale sull’uso <strong>di</strong> farmaci in gravidanza, sotto l’auspicio<br />
della OMS e il supporto della CEE; 2000-05 coor<strong>di</strong>natore dello Stu<strong>di</strong>o Cooperativo Europeo: Registro<br />
Europeo degli Stu<strong>di</strong> Clinici Pe<strong>di</strong>atrici (DEC-net); dal 1989 Responsabile del Centro <strong>di</strong> Informazione sul<br />
Farmaco e la Salute, CIFS; dal 1993 capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’IRFMN; dal<br />
1997 docente ai Corsi <strong>di</strong> Formazione Professionale della Regione Lombar<strong>di</strong>a; dal 2000 <strong>di</strong>rettore dello<br />
Stage annuale in Cooperazione e Salute Pubblica - Master in Analisi e Gestione <strong>di</strong> Progetti <strong>di</strong> Sviluppo<br />
dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; dal 2002 <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> redazione della rivista Ricerca & Pratica; dal<br />
2003 docente titolare della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Pe<strong>di</strong>atria dell’Università <strong>di</strong> Milano Bicocca;<br />
docente al corso annuale europeo Evaluation of me<strong>di</strong>cinal products in children promosso da ESDPPP e<br />
Eu<strong>di</strong>pharm; dal 2008 capo del Dipartimento <strong>di</strong> Salute Pubblica; dal 2010 coor<strong>di</strong>natore dello Stu<strong>di</strong>o<br />
Cooperativo Europeo: “COHEMI-Coor<strong>di</strong>nation resources to Assess and Improve health status of migrants<br />
from Latin America” all’interno del 7° Programma Quadro dell’Unione Europea.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Santoro E, Rossi V, Pandolfini C, Bonati M. DEC-net: the development of the European Register of Clinical Trials on<br />
Me<strong>di</strong>cines for Children. Clinical Trials 2006;3:366-375.<br />
• Clavenna A, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Use of Psychotropic Me<strong>di</strong>cations in Italian Children and adolescents. Eur J<br />
Pe<strong>di</strong>atr 2007;166:339-47.<br />
• Maschi S, Clavenna A, Schiavetti B, Campi R, Bernat M, Bonati M. Neonatal outcome following pregnancy exposure to<br />
antidepressants: a prospective controlled cohort study. BJOG 2008;115:283-289.<br />
• Usala T, Clavenna A, Zuddas A, Bonati M. Randomised controlled trials of Selective Serotonin Reuptake Inhibitors in<br />
treating depression in children and adolescents: a systematic review and meta-analysis. European<br />
Neuropsychopharmacology 2008;18:62-73.<br />
• Fortinguerra F, Clavenna A, Bonati M. Psychotropic drug use during breastfee<strong>di</strong>ng: a review of the evidence. Pe<strong>di</strong>atrics<br />
2009;124:e547-e556.<br />
• Fortinguerra F, Maschi S, Clavenna A, Bonati M. Pain management in the pae<strong>di</strong>atric population. The regulatory<br />
situation in Europe. Arch Dis Child 2010;95:749-753.<br />
Livio Garattini : laureato in Scienze Economiche nel Marzo 1983 presso l’Università Bocconi <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: “King’s Fund College”, Londra: frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> management sanitario;<br />
“Centre for Health Economics”, York: analisi bibliografica <strong>di</strong> pubblicazioni sul NHS inglese; “Ecole<br />
Nationale de la Santé Publique”, Rennes: frequentazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> management sanitario.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Economia e Politica sanitaria.<br />
Attualmente: Direttore CESAV (Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria A. e A. Valenti dell’<strong>Istituto</strong> M. <strong>Negri</strong>);<br />
1981-1983: ricercatore c/o l’<strong>Istituto</strong> M. <strong>Negri</strong>; 1983-1984: impiegato c/o la Banca Commerciale Italiana<br />
<strong>di</strong> Milano; Settembre 1984-Luglio 1985: consulente senior c/o la “Sogess srl” <strong>di</strong> Milano; 1985-1990:<br />
ricercatore c/o l’Università Bocconi <strong>di</strong> Milano.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Garattini L, Cornago D, De Compadri P. Pricing and reimbursement of in-patent drugs in seven European countries: A<br />
comparative analysis. Health Policy 2007;82:330-339.<br />
• Garattini L, Motterlini N, Cornago D. Prices and <strong>di</strong>stribution margins of in-patent drugs in pharmacy: A comparison in<br />
seven European countries. Health Policy 2008;85(3):305-313.<br />
• Garattini L, Casadei G. Health technology assessment: for whom the bell tolls The European Journal of Health<br />
Economics 2008;9(4):311-312.<br />
• Garattini L, Casadei G, Freemantle N. Continuing me<strong>di</strong>cal education fun<strong>di</strong>ng and management in Europe: room for<br />
improvement (E<strong>di</strong>torial) JME 2009;12(1):56-59.<br />
256<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Garattini L, Gritti S, De Compadri P, Casadei G. Continuing Me<strong>di</strong>cal Education in six European countries: A<br />
comparative analysis. Health Policy2010;94:246-254.<br />
• Garattini L, Koleva D, Casadei G. Modeling in pharmacoeconomic stu<strong>di</strong>es: Fun<strong>di</strong>ng sources and outcomes.<br />
International Journal of Technology Assessment in Health Care 2010;26(3):330-333.<br />
Guido Bertolini si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università <strong>di</strong> Bologna e si è<br />
specializzato nel 1993 in Metodologia della ricerca farmacologica presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e nel<br />
1994 in Gastroenterologia ed endoscopia <strong>di</strong>gestiva, presso l’Università <strong>di</strong> Pavia.<br />
Ha fondato e <strong>di</strong>retto dal 1997 al 2000 la Scuola <strong>di</strong> Metodologia Clinica e Miglioramento Continuo della<br />
Qualità degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo e <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Dal 1999<br />
al 2003 è stato professore a contratto presso le Scuole <strong>di</strong> Specializzazione in Anestesia e Rianimazione<br />
delle Università <strong>di</strong> Brescia e <strong>di</strong> Milano. Dal 2002 al 2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà<br />
<strong>di</strong> Lettere e Filosofia, Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze dell’educazione, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse sono la valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza, l’Outcome research, la<br />
metodologia della ricerca clinica, l’analisi delle decisioni e la formazione del me<strong>di</strong>co. Queste aree sono<br />
sviluppate prevalentemente nell’ambito della Terapia Intensiva (TI) e delle Malattie Rare.<br />
Dal 1997 è responsabile del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento del gruppo collaborativo GiViTI per la ricerca in<br />
TI. E’ stato responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Epidemiologia e Formazione per la Pratica Clinica presso l’<strong>Istituto</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” e dal 2001 è responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica. Dal 2001 al 2005 è<br />
stato Vice-chairman del Research Group on Cost-effectiveness, Section on Health Services Research and<br />
Outcomes – European Society of Intensive Care Me<strong>di</strong>cine. Dal 2004 al 2007 è stato presidente del<br />
Comitato Scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” <strong>di</strong> Crema.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Simini B, Bertolini G. Should same anaesthetist do preoperative anaesthetic visit and give subsequent anaeshetic<br />
Questionnaire survey of anaesthetists. BMJ 2003;327:79-80.<br />
• Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibo<strong>di</strong>es, and the risk of<br />
thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102:2717-2723.<br />
• Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Ad<strong>di</strong>s A, Poole D. Use of drotrecogin alfa (activated) in Italian intensive<br />
care units: the results of a nationwide survey. Intensive Care Med 2007;33:426-434.<br />
• Malacarne P, Langer M, Nascimben E, Moro ML, Giu<strong>di</strong>ci D, Lampati L, Bertolini G, GiViTI. Buil<strong>di</strong>ng a continuous<br />
multicenter infection surveillance system in the intensive care unit: fin<strong>di</strong>ngs from the initial data set of 9,493 patients<br />
from 71 Italian intensive care units. Crit Care Med 2008;36:1105-1113.<br />
• Poole D, Bertolini G, Garattini S. Errors in the approval process and post-marketing evaluation of drotrecogin alfa<br />
(activated) for the treatment of severe sepsis. Lancet Infect Dis 2009;9:67-72.<br />
• Bertolini G, Boffelli S, Malacarne P, Peta M, Marchesi M, Barbisan C, Tomelleri S, Spada S, Satolli R, Gridelli B,<br />
Lizzola I, Mazzon D. End-of-Life Decision-Making and Quality of ICU Performance: An Observational Study in 84<br />
Italian Units. Intensive Care Med 2010;36:1495-504.<br />
• J.C. Marchall, K. Reinhart, D. Angus, A. Argent, G. Bernard, G. Bertolini, S. Bhagwanjee, J.P. Cobb, D.J. cook, D.<br />
Fedson, S. Finfer, R. Fowler, C. Gomersall, E. Jimenez, N. Kissoon, D. McAuley, S. Opal, J.L. Vincent, S. Webb.<br />
InFACT: a global vritical care clinical research reponse to severe pendemic H1N1. Lancet 2010;375:11-3.<br />
Davide Luciani si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1995 presso l'Università <strong>di</strong> Bologna, e<br />
<strong>di</strong>plomato in "Me<strong>di</strong>cina Tropicale e Igiene" nel 1997 presso l'Università <strong>di</strong> Liverpool. Nel 2001, ha<br />
trascorso un anno come "academic visitor" presso il Department of Statistical Science dell'University<br />
College <strong>di</strong> Londra. Le applicazioni probabilistiche <strong>di</strong> tipo bayesiano, la teoria delle decisioni e l'approccio<br />
grafico nella costruzione <strong>di</strong> modelli fisiopatologici costituiscono le aree <strong>di</strong> principale interesse.<br />
Nell'ambito della sua attività <strong>di</strong> ricerca, tali competenze sono intese come gli ingre<strong>di</strong>enti metodologici<br />
principali nella formalizzazione del ragionamento clinico, al fine <strong>di</strong> migliorarne l'efficienza pratica e<br />
valorizzarne il ruolo formativo. Dal 2005 è responsabile dell'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza<br />
Clinica.<br />
Principali pubblicazioni<br />
• Squizzato A, Luciani D, Rubboli A, Gennaro LD, Landolfi R, De Luca C, Porro F, Moia M, Testa S, Imberti D,<br />
Bertolini G. Differential <strong>di</strong>agnosis of pulmonary embolism in outpatients with non-specific car<strong>di</strong>opulmonary symptoms.<br />
Intern Emerg Med 2011 Nov 18. [Epub ahead of print]<br />
• Luciani D, Marchesi M, Bertolini G. The role of Bayesian Network in the <strong>di</strong>agnosis of pulmunary embolism. J Thromb<br />
Haemost 2003;1:698-707.<br />
• Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibo<strong>di</strong>es, and the risk of<br />
thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102 (8):2717-23.<br />
• Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G. Bayes pulmonary embolism assisted<br />
<strong>di</strong>agnosis: a new expert system for clinical use. Em Med J 2007;24:157-164.<br />
257<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• M.Cesana, R.Cerutti, E.Grossi, E.Fagiuoli, M.Stabilini, F.Stella, D Luciani. Bayesian Data Mining Techniques: The<br />
Evidence Provided by Signals Detected in Single-Company Spontaneous Reports Databases. Drug Information Journal<br />
2007;41:11-21.<br />
• Latronico N, Bertolini G, Guarneri B, Botteri M, Peli E, Andreoletti S, Bera P, Luciani D, Nardella A, Vittorielli E,<br />
Simini B, Can<strong>di</strong>ani A Simplified electrophysiological evaluation of peripheral nerves in critically ill patients: the Italian<br />
multi-centre CRIMYNE study. Crit Care 2007;11(1):R11.<br />
• Bertolini G, Luciani D, Biolo G Immunonutrition in septic patients: A philosophical view of the current situation. Clin<br />
Nutr 2007;26:25-29.<br />
Simone Ghetti si è laureato in Ingegneria Informatica nel 2002 presso il Politecnico <strong>di</strong> Milano. Dal 2010<br />
collabora con il laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> ricerche farmacologiche <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
coor<strong>di</strong>nandone le attività in ambito informatico. L'area <strong>di</strong> interesse principale è l'informatica applicata alla<br />
ricerca clinica per essere <strong>di</strong> supporto non solo con i tipici e pratici strumenti informatici, ma soprattutto<br />
cercando <strong>di</strong> applicare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ragionamento razionali ed ingegneristici che caratterizzano l'ambiente<br />
dell'Information Technology all'ambito della ricerca in sanità. Dal 2011 è responsabile dell'unità <strong>di</strong><br />
Metodologie informatiche per la ricerca clinica presso il laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia clinica.<br />
ATTIVITA' DI DIPARTIMENTO<br />
Comprendere quali fattori influenzano la salute dei singoli e delle popolazioni e definire gli<br />
interventi efficaci per rispondere ai bisogni <strong>di</strong> salute sono le finalità principali della Salute<br />
Pubblica e del Dipartimento. Particolare enfasi è, quin<strong>di</strong>, rivolta alla prevenzione, affinché siano<br />
ridotti i rischi <strong>di</strong> contrarre malattie, e all’informazione, capillare, basata sulle evidenze e che sia<br />
in<strong>di</strong>pendente. Ma tutto questo non può prescindere dall’insieme del Servizio Sanitario<br />
Nazionale (SSN) che deve garantire al paziente, in particolare quello appartenente a gruppi o a<br />
popolazioni più vulnerabili, l’accesso e la qualità delle cure, basati sui principi <strong>di</strong> equità e<br />
appropriatezza. E’ in questo contesto che lavora il Dipartimento <strong>di</strong> Salute Pubblica.<br />
Oltre all’attività <strong>di</strong> ricerca formale, il Dipartimento è attivo nella partecipazione e<br />
organizzazione <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> informazione, formazione e <strong>di</strong>battito rivolte sia agli operatori<br />
sanitari e sociali che alla popolazione, anche me<strong>di</strong>ante la pubblicazione <strong>di</strong> 2 riviste:<br />
Ricerca&Pratica e Quaderni <strong>di</strong> Farmaco Economia.<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Il Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti (CESAV) è sorto il 1° Gennaio 1992<br />
con il contributo della Fondazione Valenti e nell’ambito delle attività dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”.<br />
La presente relazione traccia un bilancio dell’attività svolta dal Centro nel 2011 ed illustra i<br />
programmi per il 2012. Il CESAV è ubicato a Villa Camozzi (Ranica, BG), dove occupa<br />
l’ultimo piano <strong>di</strong> un’ala della villa. Oltre agli uffici dei ricercatori ed alla segreteria, è presente<br />
una biblioteca ed un’emeroteca, in cui sono <strong>di</strong>sponibili per la consultazione più <strong>di</strong> 15.000 voci<br />
bibliografiche fra libri, rapporti e articoli <strong>di</strong> riviste specializzate (12 riviste estere e 8 italiane),un<br />
settimanale e un quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Laboratorio Di Epidemiologia Clinica<br />
Le attività del Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica sono rivolte al miglioramento<br />
dell’assistenza sanitaria in <strong>di</strong>versi ambiti <strong>di</strong>sciplinari. Due sono le principali <strong>di</strong>rettrici: aiutare gli<br />
operatori a utilizzare al meglio le conoscenze e le risorse <strong>di</strong>sponibili; contribuire alla produzione<br />
<strong>di</strong> nuove conoscenze utili alla pratica clinica.<br />
L’ambito assistenziale in cui il Laboratorio è attivo è la terapia intensiva.<br />
Nell'ambito del Laboratorio, l'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica ha come principale<br />
obiettivo quello <strong>di</strong> valorizzare il ragionamento clinico tramite modelli probabilistici che ne<br />
258<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
consentono la formalizzazione, favorendo così la valutazione e il miglioramento continuo delle<br />
attività cliniche rivolte a problemi <strong>di</strong> particolare complessità. L'Unità <strong>di</strong> Metodologie<br />
Informatiche per la Ricerca Clinica ha come principale area <strong>di</strong> intervento la realizzazione <strong>di</strong> una<br />
cartella clinica informatizzata per i reparti <strong>di</strong> Terapia Intensiva che possa coa<strong>di</strong>uvare le necessità<br />
e la rigidezza <strong>di</strong> classificazione e co<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ricerca multicentrico con le esigenze<br />
sia me<strong>di</strong>co legali che puramente cliniche <strong>di</strong> gestione del paziente per l'intera permanenza in<br />
Terapia Intensiva.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
La ricerca, intesa come approccio multi<strong>di</strong>sciplinare per produrre conoscenza, caratterizza<br />
l'attività del Laboratorio che si esplica per la partecipazione <strong>di</strong> operatori sanitari e sociali, madri,<br />
bambini e genitori.<br />
Il principale obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio è quello <strong>di</strong> contribuire al<br />
miglioramento del benessere della madre e del bambino me<strong>di</strong>ante un lavoro inter<strong>di</strong>sciplinare e<br />
collettivo nell'ambito della Salute Pubblica.<br />
Quattro sono le aree <strong>di</strong> ricerca:<br />
− il monitoraggio e la valutazione epidemiologica dell’uso razionale dei farmaci e<br />
dei vaccini;<br />
− interventi nella pratica ospedaliera e nelle cure primarie;<br />
− lo stu<strong>di</strong>o delle variabili socio-sanitarie associate alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute dei<br />
bambini;<br />
− il trasferimento dell’informazione alla comunità.<br />
Ogni iniziativa è volta a sviluppare maggior equità e appropriatezza delle cure.<br />
Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del<br />
Mondo, attraverso la collaborazione nella stesura, valutazione e conduzione <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong><br />
cooperazione.<br />
Oltre all’attività <strong>di</strong> ricerca formale il Laboratorio è attivo nella partecipazione e organizzazione<br />
<strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> informazione, formazione e <strong>di</strong>battito rivolte sia agli operatori sanitari e sociali<br />
che alla popolazione, attinenti alla cura e al prendersi cura della madre e del bambino.<br />
Il trasferimento critico e partecipato delle conoscenze scientifiche è stimolo continuo e<br />
quoti<strong>di</strong>ano al lavoro che il Laboratorio svolge.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
− Enti pubblici nazionali (Ministero della Salute, Assessorati Regionali, Aziende<br />
Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere).<br />
− Collaborazioni con enti privati (aziende del settore e associazioni <strong>di</strong> categoria).<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
− Ospedale A. Manzoni, U.O. Anestesia e Rianimazione 1, Lecco.<br />
− Ospedale San Giovanni Bosco, Servizio Anestesia e Rianimazione, Torino<br />
− Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia, Dipartimento <strong>di</strong> Specialità Chirurgiche,<br />
Scienze Ra<strong>di</strong>ologiche e Me<strong>di</strong>co Forensi, Cattedra <strong>di</strong> Anestesia.<br />
259<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
− Università <strong>di</strong> Firenze, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia,Cattedra <strong>di</strong> Fisica e<br />
Informatica Me<strong>di</strong>ca.<br />
− Università <strong>di</strong> Milano Bicocca, Dipartimento <strong>di</strong> Informatica Sistemistica e<br />
Comunicazione.<br />
− Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona<br />
− CNT, Centro Nazionale Trapianti.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
− Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />
− Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP)<br />
− A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
− Centro Antiveleni –Tossicologia Clinica – Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />
− Centro per la Salute del Bambino (CSB)<br />
− Federfarma Lombar<strong>di</strong>a<br />
− Il Pensiero Scientifico E<strong>di</strong>tore<br />
− <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS)<br />
− <strong>Istituto</strong> Don Calabria CTD Negrar<br />
− Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG)<br />
− Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
− Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera (SIFO)<br />
− Società Italiana <strong>di</strong> Farmacisti Preparatori (SIFAP)<br />
− Unità Operativa <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Fondazione<br />
Policlinico <strong>di</strong> Milano<br />
− Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari – Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze Clinica <strong>di</strong><br />
Neuropsichiatria Infantile<br />
− Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze – Dipartimento Area Critica Me<strong>di</strong>co Chirurgica<br />
Clinica Malattie Infettive, S.O.D. Malattie Infettive e Tropicali<br />
− Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Bicocca – Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina – Clinica<br />
Pe<strong>di</strong>atrica<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
− Associazione Francese degli economisti sanitari, Parigi<br />
− Università Corvinus, Budapest<br />
− Global Fund , Ginevra<br />
− <strong>Istituto</strong> WidO, Bonn<br />
− Servicio Canario de la Salud, S/C de Tenerife<br />
− Università <strong>di</strong> Birmingham<br />
− Università <strong>di</strong> Hannover<br />
− Università <strong>di</strong> York<br />
− Università Pompeu Fabra, Barcellona<br />
− Università Erasmus, Rotterdam<br />
260<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
− <strong>Istituto</strong> Bloomsbury <strong>di</strong> Cure Intensive, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Ricerca Biome<strong>di</strong>ca, University<br />
College Londra, Regno Unito<br />
− Clinica <strong>di</strong> Anestesiologia e Terapia Intensiva, Jena, Germania<br />
− Machine Intelligence Group, Università <strong>di</strong> Aalborg, Danimarca<br />
− <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Anestesia e Cure Intensive, Università <strong>di</strong> Semmelweis, Budapest, Ungheria<br />
− Dipartimento <strong>di</strong> Anestesiologia e Cure Intensive, Università <strong>di</strong> Varsavia, Polonia<br />
− Dipartimento <strong>di</strong> Cure Intensive, Ospedale Generale <strong>di</strong> Novo Mesto, Slovenia<br />
− Dipartimento <strong>di</strong> Pneumologia e Cure Intensive, Ospedale Generale <strong>di</strong> Nicosia, Cipro<br />
− Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Sperimentale, Unità accademica <strong>di</strong> Scienze della Salute,<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> Extremo Sul Catarinense, Criciúma, SC, Brasile<br />
− Dipartimento <strong>di</strong> Anestesiologia e Cure Intensive, Università <strong>di</strong> Toronto, Canada<br />
− Me<strong>di</strong>cina Intensiva, Ospedale Regionale <strong>di</strong> Lugano, Svizzera<br />
− Me<strong>di</strong>cina Intensiva, Ospedale Regionale Beata Vergine, Mendrisio - Ticino, Svizzera<br />
− Terapia Intensiva Pe<strong>di</strong>atrica, Soroka University Me<strong>di</strong>cal Center, Beer-Sheva, Israele<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
− Agenzia Europea per i Me<strong>di</strong>cinali (EMA)<br />
− Centro <strong>di</strong> Epidemiologia Comunitaria e Me<strong>di</strong>cina Tropicale (CECOMET),<br />
Ecuador<br />
− Clinica Infantile Colsubsi<strong>di</strong>o, Colombia<br />
− Coletivo de Estu<strong>di</strong>os Aplicado y Desarrollo Social Juan XXIII, Bolivia<br />
− European Society for Developmental Perinatal & Pae<strong>di</strong>atric Pharmacology<br />
(ESDPPP)<br />
− Fundació Privada Clinic per la Ricerca Biome<strong>di</strong>ca, Spagna<br />
− Fundacion Salud Ambiente y Desarrollo, Ecuador<br />
− International Society of Drug Bulletins (ISDB)<br />
− Ospedale Robert Debré, Francia<br />
− Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS)<br />
− Taller de Educacion y Comunicacion Guarani Asociacion, Bolivia<br />
− Unione Europea (UE)<br />
− Università <strong>di</strong> Amsterdam – Universiteit Van Amsterdam, Olanda<br />
− Università College London Hospital NHS Fondation Trust, UK<br />
− Università <strong>di</strong> Nottingham - Derbyshire Children's Hospital, UK<br />
− Universidad Peruana Cayetano Here<strong>di</strong>a, Perù<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
INTERNAZIONALI:<br />
Acta Bio Me<strong>di</strong>ca; Applied Health Economics and Health Policy; Biome<strong>di</strong>cal Statistics and<br />
Clinical Epidemiology; BMC-Health Services Research; Health Policy; Journal of Me<strong>di</strong>cal<br />
Economics; The European Journal of Health Economics.<br />
261<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
NAZIONALI:<br />
FarmacoEconomia News; Farmeconomia e Percorsi Terapeutici; L'Internista;<br />
PharmacoEconomics Italian Research Articles; Quaderni <strong>di</strong> FarmacoEconomia.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
INTERNAZIONALI:<br />
Intensive Care Me<strong>di</strong>cine<br />
NAZIONALI:<br />
Ricerca & Pratica; Dedalo. Gestire i sistemi complessi in sanità.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
INTERNAZIONALI:<br />
European Journal Clinical Pharmacology; Journal of Clinical Pharmacology &<br />
Pharmacoepidemiology; Saludarte.<br />
NAZIONALI:<br />
Dialogo sui Farmaci; Disturbi d’Attenzione e Iperattività; Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia;<br />
Ricerca & Pratica.<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Applied Health Economics and Health Policy; BMC-Health Services Research; Health Policy;<br />
PharmacoEconomics; The European Journal of Health Economics; epilepsia; British Me<strong>di</strong>cal<br />
Journal.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
INTERNAZIONALI:<br />
Intensive Care Me<strong>di</strong>cine; Critical Care Me<strong>di</strong>cine; American Journal of respiratory and Critical<br />
Care Me<strong>di</strong>cine.<br />
NAZIONALI:<br />
Ricerca & Pratica<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
INTERNAZIONALI:<br />
Acta Pae<strong>di</strong>atrica; African Health Sciences; Annals of African Me<strong>di</strong>cine; Archives of Disease in<br />
Childhood; Basic & Cronical Pharmacology & Toxicology; BMC Pe<strong>di</strong>atric; BMC Infetious<br />
Diseases; BMC Pulmonary Me<strong>di</strong>cine; Current Drug Safety; European Journal of Clinical<br />
Pharmacology; European Journal of Public Health; Expert Review of Clinical Pharmacology;<br />
Health and Quality of Life Outcome; International Journal of Pharmacy Practice; Malaria<br />
Journal; Pharmacoepidemiology and Drug Safety; Pe<strong>di</strong>atrics; Pe<strong>di</strong>atrics Nephrology; PLoS<br />
ONE; The Journal of Clinical Pharmacology; The Journal of Pe<strong>di</strong>atrics; The New England<br />
Journal of Me<strong>di</strong>cine.<br />
NAZIONALI:<br />
Giornale Italiano <strong>di</strong> Farmacia Clinica; Me<strong>di</strong>co e Bambino; Quaderni ACP.<br />
262<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
− Commissione per la Ricerca sanitaria finalizzata, Provincia autonoma <strong>di</strong> Trento<br />
− Consiglio Scientifico del Centro <strong>di</strong> Ricerca Inter<strong>di</strong>sciplinare Scienze Umane<br />
Salute e Malattia – Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Persona, Università <strong>di</strong><br />
Bergamo<br />
− Gruppo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento tecnico della Regione Lombar<strong>di</strong>a sulla ricerca<br />
oncologica<br />
− Commissione per la ricerca finalizzata della regione Emilia Romagna<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
− Comitato Etico dell'Azienda Ospedaliera "Ospedale Maggiore" <strong>di</strong> Crema<br />
− Commissione tecnica per l'elaborazione, gestione e aggiornamento del<br />
Prontuario Terapeutico Regionale (P.T.R.), Regione Autonoma Valle d'Aosta.<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
National Congress of Pharmacoeconomics: “Economia del farmaco: fra soluzioni tecniche e<br />
decisioni politiche”, May 24-25, Ranica (BG).<br />
Regional Congress of Pharmacoeconomics “I biosimilari: “ stato dell’arte” e prospettive<br />
future”, December 20, Ranica.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Corso, Statistica applicata alla Ricerca biome<strong>di</strong>ca, da Gennaio a Febbraio, Ranica (BG).<br />
Workshop, Meeting Compact, 12 Maggio, Ranica (BG).<br />
Congresso, Meeting annuale GiViTI, 26-28 Ottobre, Pesaro.<br />
Workshop, Meeting MargheritaTre, 21-22 Novembre, Ranica (BG).<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Congresso “Uso razionale dei farmaci per i bambini e i loro genitori” Laboratorio per la<br />
Salute Materno Infantile, IRFMN, Milano.<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Aprile<br />
263<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
BUDGET IMPACT ANALYSIS: THEORY AND PRACTICE. Congresso “Second Croatian<br />
and first Adriatic congress on pharmacoeconomics and outcomes research with international<br />
participation”. Section for Pharmacoeconomics and Outcomes Research, Croatian Society of<br />
Clinical Pharmacology and Therapeutics, Croatian Me<strong>di</strong>cal Association; Rovinj, Croatia.<br />
Maggio<br />
I CONTRATTI D’ESITO: “STATO DELL’ARTE”. QUADRO NORMATIVO, SPESA E<br />
RISPARMI ATTESI. Congresso, “Economia del Farmaco- Fra soluzioni tecniche e decisioni<br />
politiche”. CESAV; Ranica (BG).<br />
Luglio<br />
GLI ACCORDI INTEGRATIVI CON I MMG. IL FARMACO ECONOMISTA. Convegno<br />
“Il farmacista territoriale nei nuovi programmi assistenziali”. Società Italiana <strong>di</strong> Farmacia<br />
Ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie; Catania.<br />
Ottobre<br />
IL PROGRESSO DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA: FRA INNOVAZIONE E<br />
NOVITÀ. SPESA SANITARIA E SOSTENIBILITÀ. BIA- BUDGET IMPACT ANALYSIS.<br />
INTRODUZIONE AGLI ARGOMENTI DEL POMERIGGIO, DEFINIZIONE DEI<br />
COMPITI E SUDDIVISIONE NEI GRUPPI DI LAVORO. Convegno “Economia, Politica<br />
del Farmaco e HTA”. Italiana <strong>di</strong> Farmacia Ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende<br />
sanitarie; Mortegliano (UD).<br />
Dicembre<br />
ECONOMIC IMPLICATIONS OF HPV VACCINATION IN THE MALE GENDER.<br />
Congresso “14th congress of the European Society for Sexual Me<strong>di</strong>cine”. European Society<br />
for Sexual Me<strong>di</strong>cine; Milano.<br />
BIOSIMILARI E GENERICI: CENNI INTRODUTTIVI. BIOSIMILARI E GENERICI:<br />
CENNI INTRODUTTIVI. INQUADRAMENTO GENERALE SULLA NORMATIVA<br />
RIFERITA AI BIOSIMILARI: LA SITUAZIONE A LIVELLO EUROPEO.<br />
L’ESPERIENZA FDA: L'INTERCAMBIABILITÀ É DAVVERO POSSIBILE I<br />
BIOSIMILARI IN ITALIA: FRA STATO E REGIONI. Convegno “I biosimilari: ‘stato<br />
dell’arte’ e prospettive future”. CESAV; Ranica (BG).<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Febbraio<br />
Meeting: Presentazione Margheirta Tre; Cantù (CO).<br />
Marzo<br />
Convegno: Appropriatezza dei ricoveri in Terapia Intensiva, <strong>Istituto</strong> Sant’Anna; Pisa.<br />
Convegno: SINPE; Milano.<br />
Aprile<br />
Corso: Manager in sanità, SDA Bocconi; Milano.<br />
Maggio<br />
Workshop, Meeting Compact; Ranica (BG).<br />
Luglio<br />
Meeting: Presentazione Margheirta Tre; Cesena.<br />
Meeting: Incontro complessità; Bologna<br />
Agosto<br />
Meeting: Presentazione Margheirta Tre; Reggio Emilia.<br />
Settembre<br />
Convegno: Convegno CPFA; Bologna.<br />
Meeting: Incontro e <strong>di</strong>scussione con TI Calabria; Rossano (CS).<br />
Ottobre<br />
Convegno: Meeting GiViTI 2011; Pesaro.<br />
Novembre<br />
264<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Convegno: 22nd ESPNIC Me<strong>di</strong>cal & Nursing annual Congress 2011; Hannover.<br />
Convegno: 'Registri <strong>di</strong> Farmaci'; Roma.<br />
Workshop: Meeting MargheritaTre; Ranica (BG).<br />
Dicembre<br />
Convegno: XV Congresso Nazionale SINPE; Bari.<br />
Convegno: 'L'errore in me<strong>di</strong>cina. Divulgazione sul tema.'; Cremona.<br />
Convegno: “HOT TOPICS” IN TERAPIA INTENSIVA; Cesena.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Gennaio<br />
DATI ECONOMICI E DATI SANITARI: PROVE ED ERRORI PER ANDARE OLTRE IL<br />
PIL. Seminario “Oltre il PIL”. LEC (Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia <strong>di</strong> Citta<strong>di</strong>nanza),<br />
Fondazione Basso; Roma.<br />
RETI CLINICHE E PROGETTI DELL'ISTITUTO MARIO NEGRI. Workshop “I<br />
PROGETTI DI RICERCA DEI CENTRI ENCePP”. <strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità (ISS); Roma.<br />
Febbraio<br />
DESIGUALDAD EN LA ATENCIÓN DE LA SALUD AREA MATERNO-INFANTIL.<br />
Corso pilota: “Salute Globale e Sviluppo” parte del progetto “Fondazione in policy-making e<br />
management per la salute globale” finanziato da Fondazione Cariplo. Università degli Stu<strong>di</strong><br />
Bicocca; Milano.<br />
Marzo<br />
POLITICHE DI SALUTE NEI PAESI CON SCARSE RISORSE. XVII corso<br />
multi<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> educazione allo sviluppo: “I <strong>di</strong>ritti dell’infanzia e dell’adolescenza alla<br />
luce degli Obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millennio”. UNICEF; Milano.<br />
Aprile<br />
TAVOLA ROTONDA. Incontro inter<strong>di</strong>sciplinare: pe<strong>di</strong>atria <strong>di</strong> famiglia e neuropsichiatria<br />
infantile “Lo screening precoce dell’autismo”. SINPIA (Società Italiana <strong>di</strong> Neuropsichiatria<br />
dell’Infanzia e dell’Adolescenza) SiMPeF (Sindacato Me<strong>di</strong>ci Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Famiglia); Milano.<br />
IL NUOVO REGISTRO REGIONALE DELL'ADHD. PICCOLI ADHD CRESCONO. 3°<br />
ADHD Workshop “Appropriatezza degli interventi terapeutici e farmacovigilanza”. Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cagliari Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Azienda Ospedaliera Universitaria <strong>di</strong><br />
CagliariCentro Terapie <strong>Farmacologiche</strong> in NeuroPsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza;<br />
Cagliari.<br />
ADHD IN LOMBARDIA: NOTE EPIDEMIOLOGICHE. Seminario informativo per il<br />
personale docente ed educatori: “L’integrazione scolastica degli alunni con Disturbo da<br />
Deficit <strong>di</strong> Attenzione e Iperattività – ADHD”. Ospedale <strong>di</strong> Circolo, Comune <strong>di</strong> Varese, Facoltà<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Ufficio Scolastico Territoriale <strong>di</strong> Varese, Serving the Children of the<br />
World, AIFA onlus; Varese.<br />
LA FARMACOVIGILANZA IN PEDIATRIA. Incontro “Farmacovigilanza 2011”. GSISR<br />
(Gruppo scientifico Italiano Stu<strong>di</strong> e <strong>Ricerche</strong>); Milano.<br />
TERAPIA PSICOFARMACOLOGICA NELL’ETA’ EVOLUTIVA: USO RAZIONALE DEI<br />
FARMACI – ADHD”. Corso della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile.<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia; Pavia.<br />
PROCEDURA DI GESTIONE DELLE REAZIONI AVVERSE. 1° Incontro <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento dello stu<strong>di</strong>o “SONDO”. Verona.<br />
Maggio<br />
FARMACI ESSENZIALI: REPERIMENTO, CONSERVAZIONE E DISTRIBUZIONE. VIII<br />
Corso <strong>di</strong> Aggiornamento. Me<strong>di</strong>ci in Africa; Genova.<br />
THE RATIONAL USE OF PSYCHO-MEDICINES IN THE DEVELOPMENTAL AGE. 6°<br />
European Congress Childhood and Adolescent Psychopatology “New normalities, new<br />
265<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
pathologies, new practices”. AEPEA (Association européenne de psychopathologie de l’enfant<br />
et de l’adolescent); Bologna.<br />
I FARMACI ANTI-VEGF ASPETTI FARMACOLOGICI E FARMACOCINETICI. 4<br />
Congresso Internazionale del Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o per la Retinopatia del Pretermine. ROP<br />
Retinopatia Pretermine; Milano.<br />
REAZIONI AVVERSE IN GRAVIDANZA. Master, Corso <strong>di</strong> Perfezionamento in<br />
“Farmacovigilanza”. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano – Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />
<strong>Farmacologiche</strong>, Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia e farmacovigilanza Preventiva (SEFAP); Milano.<br />
ALLESTIMENTO DI MEDICINALI IN PEDIATRIA. Corso “Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in<br />
Farmacia Ospedaliera”. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; Milano.<br />
Giugno<br />
IL DIRITTO ALLA SALUTE DELLE DONNE E DEI NEONATI DURANTE I CONFLITTI<br />
ARMATI. Conferenza. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
PROGETTO: MIGRAZIONE E DISAGIO PSICHICO DALL’ETÀ EVOLUTIVA ALL’ETÀ<br />
ADULTA. Incontro. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
RATIONAL USE OF MEDICINES IN EUROPE. 13th ESDP Biannual Congress. European<br />
Society for Developmental Perinatal & Pae<strong>di</strong>atric Pharmacology (ASDPPP); Oslo.<br />
Luglio<br />
L’USO DEI FARMACI PER I BAMBINI. IL NUOVO REGISTRO REGIONALE ADHD.<br />
Conferenza. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
C’E’ BISOGNO CHE TI PRENDA CURA DI ME. Corso “Lotta alla povertà e all’esclusione<br />
minorile”. Federazione SCS/CNOS Salesiani per il Sociale; Roma.<br />
IL REGISTRO REGIONALE DELL'ADHD. 3 MESI DOPO L’ATTIVAZIONE. Incontro.<br />
IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
Settembre<br />
NASCERE E CRESCERE OGGI IN ITALIA. Congresso “Uso razionale dei farmaci per i<br />
bambini e i loro genitori: un obiettivo <strong>di</strong>namico e strategico”. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
FARMACO-VIGILANZA. FARMACO-CINETICA. Congresso “Farmaci e neonati: più<br />
ombre che luci”. SIN (Società Italiana <strong>di</strong> Neonatologia); Roma.<br />
IL NUOVO REGISTRO LOMBARDO DELL’ADHD. Giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e approfon<strong>di</strong>mento<br />
“Lavorare insieme nella ADHD, nei Centri <strong>di</strong> Riferimento della Lombar<strong>di</strong>a”. Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a, ASL Brescia, Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia; Iseo (BS).<br />
CINQUANT’ANNI DI PSICOFARMACOLOGIA: TRA TRIONFALISMI E<br />
DISILLUSIONI. Congresso “Psichiatria neuroscienze, contesti <strong>di</strong> vita e metodo scientifico”.<br />
IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
Ottobre<br />
THE ACTIVITIES OF THE LABORATORY FOR MOTHER AND CHILD HEALTH<br />
TURNED THE SOUTH. Master “Sustainable Regional Health System”. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
LA CARTOGRAFIA IN AMBITO SCIENTIFICO: COME VEDERE I DATI SANITARI.<br />
Incontro. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
LA PROMOZIONE DELLA SALUTE NEL MODELLO “IO E L’ASMA” ATTRAVERSO<br />
L’EXPANDED CHRONIC CARE MODEL (ECCM). Presentazione del progetto <strong>di</strong><br />
Cooperazione Internazionale. Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biome<strong>di</strong>ca, Spedali<br />
Civili; Brescia.<br />
CURRENT STATE OF HEALTH STATUS OF LATIN AMERICAN MIGRANTS IN<br />
EUROPE. 7th European Congress “Tropical Me<strong>di</strong>cine & International Health”. CRESIB<br />
(Hospital Clínic-Universitat de Barcelona), FESTMIH and ISGlobal; Barcellona, Spagna.<br />
266<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
EFFICACIA DEL BECLOMETASONE VERSUS PLACEBO NELLA PROFILASSI DEL<br />
WHEEZING VIRALE IN ETÀ PRESCOLARE: ENBe. XXIII Congresso ACP “Il bambino<br />
che verrà”. Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP); Roma.<br />
LA PRESCRIZIONE DI FARMACI IN ETÀ PEDIATRICA: IN ITALIA, IN LOMBARDIA,<br />
A CREMONA. Incontro “Appropriatezza prescrittiva in tema <strong>di</strong> antibioticoterapia e <strong>di</strong> farmaci<br />
per l'asma in età pe<strong>di</strong>atrica”. ASL Cremona, Regione Lombar<strong>di</strong>a; Cremona.<br />
Novembre<br />
LA VALUTAZIONE DEI DISTURBI NEUROPSICHIATRICI IN ETÀ EVOLUTIVA.<br />
Incontro. IRFMN (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>); Milano.<br />
PRINCIPI DI TERAPIA IN ETÀ PEDIATRICA. Corso <strong>di</strong> Clinica Pe<strong>di</strong>atrica. Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> Milano Bicocca, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Ospedale San Gerardo; Milano.<br />
VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE. I PERCHÉ DI UNA CONTROVERSIA E LE<br />
POSSIBILI SOLUZIONI. Diari ver 2.011; Roma.<br />
Dicembre<br />
TERAPIA PSICOFARMACOLOGICA NELL’ETÀ EVOLUTIVA: USO RAZIONALE DEI<br />
FARMACI. FARMACOLOGIA PEDIATRICA (ASMA). Corso <strong>di</strong> Clinica Pe<strong>di</strong>atrica.<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> Milano Bicocca, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Ospedale San<br />
Gerardo; Milano.<br />
IL NUOVO REGISTRO REGIONALE DELL'ADHD. Incontro “Disturbo da deficit <strong>di</strong><br />
attenzione con iperattività”. UONPIA Milano, Regione Lombar<strong>di</strong>a; Milano.<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
− Abbott<br />
− AIFA<br />
− Grunenthal-Prodotti Formenti<br />
− Merck Serono<br />
− Sanofi Aventis<br />
− Sanofi Pasteur MSD<br />
− Schering Plough<br />
− Vivisol<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
− ASL TO-2 Piemonte<br />
− Bellco SpA<br />
− Draeger Italia<br />
− Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
− Regione Toscana<br />
− Commissione Europea DG SANCO<br />
− Hill-Rom<br />
− Brahms<br />
− Astellas<br />
− Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
− SINPE<br />
267<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
− CNT<br />
− A.O. Como<br />
− A.O. Lecco<br />
− ASL 1 Sassari<br />
− ASL 2 Olbia<br />
− ASL AL<br />
− ASL TO2<br />
− ASL TO4<br />
− IRCCS Policlinico S.Matteo <strong>di</strong> Pavia<br />
− A. O. Reggio Emilia<br />
− USL1 Massa Carrara<br />
− USL <strong>di</strong> Cesena<br />
− USSL9 Treviso<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
− AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco<br />
− A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
− ICEI, <strong>Istituto</strong> Cooperazione Economica Internazionale.<br />
− IRCCS Burlo Garofolo, Trieste<br />
− IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />
− Provincia <strong>di</strong> Milano<br />
− Regione Lombar<strong>di</strong>a – Assessorato alla Sanità<br />
− Regione Valle d'Aosta – Assessorato alla Sanità<br />
− Unione Europea<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Garattini L, Casadei G. Risk sharing agreements: what lessons from Italy Int J Technol Assess Health Care<br />
2011;27:1-4.<br />
Garattini L, Casadei G. Letter to the E<strong>di</strong>tor. Vaccine 2011:9:2229.<br />
Garattini L, Padula A. To model or not to model: lessons from two vaccinations. (E<strong>di</strong>torial) EJHE 2011;2:189.<br />
Garattini L, Padula A, Casadei G. Management of vaccinations in Italy: a national survey after health care<br />
regionalization. J Med Econom 2011;14:527-41.<br />
Garattini L, Koleva D. Influenza vaccine for healthy adult workers: an issue for health authorities or employers<br />
Health Policy 2011;102:89-65.<br />
Garattini L, Van de Vooren K. Budget Impact Analysis in Economic Evaluation: a proposal for a clearer definition.<br />
(E<strong>di</strong>torial) Eur J Health Econom 2011;12:499-502.<br />
Garattini L, Van de Vooren K, Gianluigi Casadei. HPV vaccine prices in Italy. BMJ 2011;343:7828.<br />
Koleva D, De Compadri P, Padula A, Garattini L. Economic Evaluation of Human Papilloma Virus Vaccination in<br />
the European Union: A Critical Review. Intern Emerg Med 2011;6:163-74.<br />
268<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Koleva D, Cortelazzo S, Toldo C, Garattini L. Health Care Costs of Multiple Myeloma: an Italian Study. Eur J<br />
Cancer Care 20:330-336.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Squizzato A, Luciani D, Rubboli A, Gennaro LD, Landolfi R, De Luca C, Porro F, Moia M, Testa S, Imberti D,<br />
Bertolini G. Differential <strong>di</strong>agnosis of pulmonary embolism in outpatients with non-specific car<strong>di</strong>opulmonary<br />
symptoms. Intern Emerg Med 2011 Nov 18. [Epub ahead of print]<br />
Bertolini G, Rossi C, Crespi D, Finazzi S, Morandotti M, Rossi S, Peta M, Langer M, Poole D. Is A(H1N1) influenza<br />
pneumonia more severe than other community acquired pneumonia The results of the GiViTI survey on 155 Italian<br />
ICUs. Intensive Care Med 2011;37:1746-55.<br />
Gristina GR, Antonelli M, Conti G, Rogante S, Ciarlone A, Rossi C, Bertolini G. Noninvasive versus invasive<br />
ventilation for acute respiratory failure in patients with hematologic malignancies: a 5 year multicenter. Critical Care<br />
Me<strong>di</strong>cine 2011;39:2232-39.<br />
Martin-Loeches I, Lisboa T, Rhodes A, Moreno R P, Silva E, Chiche J D, Sprung C, Villabon M, Barahona D,<br />
Balasini C, Pearse R M, Matos R, Rello J, Bertolini G, ESICM H1N1 Registry Contributors. Use of early<br />
corticosteroid therapy on ICU admission in patients affected by severe pandemic (H1N1)v influenza A infection.<br />
Intensive Care Med 2011;37:272-83.<br />
Briani C, Vitaliani R, Grisold W, Honnorat J, Graus F, Antoine JC, Bertolini G, Giometto B; For the PNS<br />
Euronetwork. Spectrum of paraneoplastic <strong>di</strong>sease associated with lymphoma. Neurology 2011 Feb 22;76(8):705-10.<br />
Finazzi S, Poole D, Luciani D, Cogo P E, Bertolini G, GIVITI. Calibration belt for quality of care assessment based<br />
on <strong>di</strong>chotomous variables. PLoS ONE 2011;6:e16110.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Bonati M, Severino F, Bagnati R, Carrà A, Fanelli R. Millet-porridge with Artemisa annua as first aid for African<br />
children with malaria Journal Alternative and Complementary Me<strong>di</strong>cine 2011;17:371-3.<br />
Caccia S, Clavenna A, Bonati M. Antispychotic drug toxicology in children. Expert Opin Drug Metab Toxicol<br />
2011;7:591-608.<br />
Clavenna A, Andretta M, Pilati P, Mezzalira L, Dusi M, Gangemi M, Gattoni MB, Lombardo G, Zoccante L, Bonati<br />
M. Antidepressant and antipsychotic use in an Italian pe<strong>di</strong>atric population. BMC Pe<strong>di</strong>atrics 2011;11:40.<br />
Clavenna A, Bonati M. Differences in antibiotic prescribing in pae<strong>di</strong>atric outpatients. Arch Dis Child 2011;96:590-<br />
595.<br />
Didoni A, Sequi M, Panei P, Bonati M, on behalf of the “Lombardy ADHD Registry Group”. One-Year Prospective<br />
Follow-up of Pharmacological Treatment in Children with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. Eur J Clin<br />
Pharmacol 2011;67:1061-67.<br />
Franchi C, Sequi M, Bonati M, Nobili A, Pasina L, Bortolotti A, Fortina I, Merlino L, Clavenna A. Differences in<br />
outpatient antibiotic prescription in Italy’s Lombardy region. Infection 2011;39:299-308.<br />
Marchetti F, Maestro A, Rovere F, Zanon D, Arrighini A, Bertolani P, Biban P, Da Dalt L, Di Pietro P, Renna S,<br />
Guala A, Mannelli F, Pazzaglia A, Messi G, Perri F, Reale A, Urbino AF, Valletta E, Vitale A, Zangar<strong>di</strong> T, Tondelli<br />
MT, Clavenna A, Bonati M, Ronfani L. Oral ondansetron versus domperidone for symptomatic treatment of vomiting<br />
during acute gastroenteritis in children: multicentre randomized controlled trial. BMC Pe<strong>di</strong>atrics 2011;11:15-23.<br />
Neubert A, Hsia Y, de Jong-van den Berg LTW, Janhsen K, Glaeske G, Furu C, Kieler H, Nørgaard M, Clavenna A,<br />
Wong ICK Comparison of anti-<strong>di</strong>abetic drug prescribing in children and adolescents in seven European countries. Br<br />
J Clin Pharmacol 2011;72:969-77.<br />
Racca F, Berta G, Sequi M, Bignamini E, Capello E, Cutrera R, Ottonello G, Ranieri M, Salvo I, Wolfler A, Bonati<br />
M. Long-term Home Ventilation of Children in Italy: a National Survey. Pe<strong>di</strong>atr Pulm 2011;46:566-572;2011.<br />
269<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Racca F, Bonati M, Del Sorbo L, Berta G, Sequi M, Capello EC, Wolfler A, Salvo I, Bignamini E, Ottonello G,<br />
Cutrera R, Biban P, Benini F, Ranieri VM on behalf of the “LTV Pe<strong>di</strong>atric Italian Network” Invasive and noninvasive<br />
long term mechanical ventilation in italian children. Minerv Anest 2011;77:892-901.<br />
E<strong>di</strong>torial<br />
Bonati M, Pandolfini C. Off-label drug use in children should be rational. Arch Dis Child 2011;96:870-71.<br />
Bianchi M, Campi R, Bonati M. Smoke-free legislation and hospitalizations for childhood asthma. N Engl J Med<br />
2011;364:87-88.<br />
Letter<br />
Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bonati M. Asthma <strong>di</strong>agnosis VS. analysis of anti-asthmatic prescriptions to<br />
identify asthma in children. Eur J Clin Pharmacol 2011;67:967-68.<br />
Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bonati M. Infant antibiotic use and asthma risk: the chicken or the egg causality<br />
<strong>di</strong>lemma. Pe<strong>di</strong>atrics 2011; http://pe<strong>di</strong>atrics.aappublications.org/content/127/6/1125/reply#pe<strong>di</strong>atrics_el_51443.<br />
Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Anti-asthma me<strong>di</strong>cation prescribing<br />
to children in the Lombardy Region of Italy: chronic versus new users. BMC Pulmonary Me<strong>di</strong>cine 2011;11:48-55.<br />
Bonati M, Rezzonico R. Although a model is low-cost its tranfer from developed to developing countries is not<br />
necessarily a priority. ADC Fetal & Neonatal 2011;<br />
http://fn.bmj.com/content/96/1/F75.full/reply#fetalneonatal_el_4726.<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2011)<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Casadei G, Garattini L. Farmaci innovative, HTA e trasparenza: l’anno che varrà. QdF 2011;14:5-6.<br />
De Compadri P, Padula A, Garattini L. Valutazioni Economiche della Vaccinazione contro il Virus del Papilloma<br />
Umano nell’Unione Europea: Una Revisione Critica. QdF 2011;14:7-20.<br />
Padula A, Casadei G, Garattini L. I biosimilari: evoluzione o involuzione II parte. QdF 2011;14:21-29.<br />
Casadei G. Dove stiamo andando QdF 2011;15:5-6.<br />
Fantelli V, Van de Vooren K, Garattini L. Budgect Impact Analysis: stato dell’arte in letteratura e proposta per una<br />
definizione in italia. QdF 2011;15:7-14.<br />
Garattini L, Curto A, Padula A, Casadei G. Indagine sulla gestione regionale della vaccinazione HPV. QdF<br />
2011;15:15-25.<br />
Casadei G, Garattini L. La manovra 2011 misure preliminari in attesa <strong>di</strong> vere riforme. Dialogo sui farmaci<br />
2011;4:148-49.<br />
Casadei G. Una questione <strong>di</strong> sostenibilità. QdF 2011;16:5-7.<br />
Curto A, Lomuto R, Garattini L . Revisione delle valutazioni economiche sul Bevacizumab applicato al CCR. QdF<br />
2011;16:8-20.<br />
Casadei G. Biosimilari in rapida evoluzione QdF 2011;16:21-30.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Davide Luciani. Sistemi esperti probabilistici e personalizzazione delle decisioni cliniche. R&P 2011;160:152-158<br />
270<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Bianchi M. Il dolore nel bambino. R&P 2011;158:77-78.<br />
Bianchi M. Fattori <strong>di</strong> rischio indoor per allegie e asma: la prevenzione nelle scuole. R&P 2011;27:82-83.<br />
Bonaccorsi A. Il ruolo dell’e<strong>di</strong>toria nella qualità dei giornali. R&P 2011;158:78-80.<br />
Bonati M. Quale strategia per la salute dei citta<strong>di</strong>ni R&P 2011;157:1-3.<br />
Bonati M. Ma è solo un problema <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci R&P 2011;159:89-90.<br />
Bonati M. Trasparenza: un <strong>di</strong>ritto e un dovere anche per la solidarietà. R&P 2011;160:133-34.<br />
Bonati M, Zuddas A, Masi G, Costantino A, Panei P. Domande inevase sull’ADHD. Il Sole24 ore Sanità<br />
2011;n.23:25.<br />
Campi R, Bonati M. Sviluppare la salute (per tutti) oltre il Pil. La Rivista delle Politiche Sociali 2011;1:235-250.<br />
Campi R, Bonati M. PIL: alla ricerca <strong>di</strong> un’alternativa. SaluteInternazionale.info<br />
http://saluteinternazionale.info/2011/04/pil-alla-ricerca-<strong>di</strong>-un%E2%80%99alternativa/:2011.<br />
Clavenna A, Bonati M. Sono troppi 19 mesi per far partire un trial. Il Sole 24 Ore Sanità 2011;n.5:14.<br />
Clavenna A, Bonati M. Se 19 mesi vi sembrano pochi, provate voi .... R&P 2011;159:111-112.<br />
Clavenna A, Fortinguerra F. In Europa molti bambini ricevono ancora farmaci off label. Quaderni ACP 2011;18:91.<br />
Clavenna A, Fortinguerra F. Le raccomandazioni dell’AIFA su farmaci e bambini per una maggiore appropriatezza <strong>di</strong><br />
impiego. Quaderni ACP 2011;18:33.<br />
Clavenna A, Fortinguerra F. Nuovo formulario dell’OMS dei farmaci essenziali per bambini. Quaderni acp<br />
2011;18:129.<br />
Clavenna A, Fortinguerra F, Piovani D. Tre revisioni sistematiche su efficacia e sicurezza dei farmaci. Quaderni acp<br />
2011;18:176<br />
Clavenna A, Fortinguerra F, Piovani D. L’agenzia europea dei me<strong>di</strong>cinali ha approvato le prime due autorizzazioni al<br />
commercio per uso pe<strong>di</strong>atrico. Quaderni acp 2011;18: 228.<br />
Clavenna A, Fortinguerra F, Piovani D. La vitamina A in età prescolare nei Paesi a risorse limitate: intervento<br />
salvavita. Quaderni acp 2011;18:279.<br />
Colombo C, Clavenna A, Bonati M, Mosconi P. La ricerca risponde ai bisogni dei pazienti R&P 2011;160:135-143.<br />
Fortinguerra F, Clavenna A, Bonati M. L’uso dei farmaci oftalmologici nella popolazione pe<strong>di</strong>atrica in Italia. M&B<br />
2011;30:311-318.<br />
Fortinguerra F, Didoni A, Bonati M. L'uso del metilfenidato in Italia: bisogni ancora inevasi per i pazienti con<br />
ADHD. GIFC 2011;25:39-49.<br />
Garattini S, Bonati M, Pandolfini C. Online il registro degli stu<strong>di</strong> clinici dell'IRFMN. R&P 2011;159:110-111.<br />
Severino F, Bonati M. La salute dei migranti e <strong>di</strong> chi li ospita. R&P 2011;160:167.<br />
ALTRE PUBBLICAZIONI (2011)<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Rossi C, Nava L, Bertolini G. Progetto Margherita - Promuovere la ricerca e la valutazione in Terapia Intensiva<br />
RAPPORTO 2010. Bergamo: E<strong>di</strong>zioni Sestante, 2011<br />
271<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Clavenna A. Drug Use In Outpatient Children: Epidemiological Evaluations. Lambert Academic Publishing;<br />
Saarbrücken, Germany. [libro]<br />
Tirrò S, Di Giorgio D, Valvo L, Reggi V, Bonati M. Il progetto AIFA-WHO sulle farmacia on line. In: Farmaci<br />
Contraffatti. AIFA, Borgomanero (NO) 2011; 182-188. [capitolo <strong>di</strong> libro]<br />
Bonati M, Garattini S. Milano promuova il garante per l'infanzia. Corriere della Sera 19 Novembre 2011; pag. 1 e 3.<br />
[Stampa <strong>di</strong>vulgativa]<br />
Clavenna A, Piovani D, Fortinguerra F. Farmaci in gravidanza: l'esperto risponde. Un team <strong>di</strong> specialisti a<br />
<strong>di</strong>sposizione per i quesiti dei lettori <strong>di</strong> Corriere.it. Corriere della Sera.it;<br />
http://www.corriere.it/salute/esperto/farmaci_gravidanza/forum-farmaci-gravidanza-introduzione_7c1c63c8-3394-<br />
11e0-ae6d-00144f486ba6.shtml [Stampa <strong>di</strong>vulgativa]<br />
“Io e l’Asma”. Controparte: Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia. [report]<br />
Campi R. Epidemiologia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza. R&P 2011;159:108-109. [Recensione]<br />
Didoni A. Le <strong>di</strong>fficoltà della maternità. R&P 2011;158:25-27. [Recensione]<br />
Severino F. Il fenomeno migratorio entra nella fase strutturale. R&P 2011;158:25-27. [Recensione]<br />
Uso razionale dei farmaci per i bambini e i loro genitori: un obiettivo <strong>di</strong>namico e strategico. 50 anni dalla parte dei<br />
pazienti: 25 anche dalla parte delle mamme e dei bambini! Dal Convegno IRFMN 9 settembre. [CD]<br />
Nel corso del 2011 le attività del Laboratorio sono state riprese dai me<strong>di</strong>a nazionali in oltre n. 110 occasioni.<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Centro <strong>di</strong> Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti<br />
Attività <strong>di</strong> formazione<br />
Il CESAV svolge attività <strong>di</strong> formazione prevalentemente collegata ai progetti <strong>di</strong> ricerca, al<br />
fine <strong>di</strong> offrire contributi formativi originali che si alimentino dei contenuti dell'attività<br />
primaria del Centro.<br />
Valutazione Economica<br />
L'obiettivo principale <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> valutare l’impatto economico <strong>di</strong><br />
patologie e alternative <strong>di</strong>agnostico-terapeutiche <strong>di</strong>sponibili. I tipi <strong>di</strong> analisi si <strong>di</strong>fferenziano a<br />
seconda che si tratti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> osservazionali <strong>di</strong> costi della patologia, oppure <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
valutazione economica in senso completo (tipicamente analisi costo-efficacia). Nel primo<br />
caso il metodo utilizzato è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are coorti <strong>di</strong> pazienti affetti dalla stessa patologia<br />
per un periodo significativo <strong>di</strong> tempo, al fine <strong>di</strong> verificare i relativi consumi <strong>di</strong> risorse<br />
sanitarie, da monetizzare poi attraverso l'in<strong>di</strong>viduazione dei costi unitari delle singole<br />
prestazioni. In particolare a livello ospedaliero, l'obiettivo è quello <strong>di</strong> stimare i costi unitari<br />
attraverso i dati <strong>di</strong> contabilità per centri <strong>di</strong> costo laddove <strong>di</strong>sponibili.<br />
Nel secondo caso, all'analisi dei costi si aggiunge la valutazione dell'efficacia delle<br />
alternative prese in esame (si raccolgono, quin<strong>di</strong>, informazioni anche <strong>di</strong> carattere clinico<br />
sulle terapie analizzate), al fine <strong>di</strong> calcolare dei rapporti costo-efficacia.<br />
Analisi Comparativa<br />
L'obiettivo principale <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l'organizzazione dei<br />
sistemi sanitari per trarre delle in<strong>di</strong>cazioni dai confronti sistematici fra gli stessi. Le scelte<br />
dei legislatori regionali e nazionali, a fronte <strong>di</strong> problemi comuni in ogni Paese, possono<br />
variare molto da una realtà all'altra. L'intervento pubblico è solitamente presente in ogni<br />
272<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
territorio, seppur in modo eterogeneo, poiché il servizio sanitario non possiede per<br />
definizione meccanismi regolatori <strong>di</strong> mercato collegati alle leggi economiche della domanda<br />
e dell'offerta; pertanto, l'analisi comparativa <strong>di</strong> tali scelte a livello nazionale e internazionale<br />
è utile per verificare il livello <strong>di</strong> razionalità conseguito da ogni politica sanitaria considerata.<br />
Lo schema d'indagine del CESAV prevede un approfon<strong>di</strong>mento dell'assetto istituzionale, dei<br />
principali servizi erogati e della gestione finanziaria del sistema indagato per ricostruirne una<br />
fotografia il più possibile esaustiva, traendo successivamente in<strong>di</strong>cazioni sia positive che<br />
negative sul funzionamento reale dei sistemi.<br />
Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia<br />
QdF è una rivista quadrimestrale <strong>di</strong> informazione farmacoeconomica e<strong>di</strong>ta dal CESAV,<br />
pensata come strumento per <strong>di</strong>ffondere presso gli operatori del SSN un approccio critico agli<br />
aspetti economici del settore farmaceutico, con particolare riferimento alle valutazioni<br />
economiche e alle politiche del farmaco in ambito nazionale e internazionale.<br />
E' nata nel 2006 con l’obiettivo <strong>di</strong> tenere viva la “voce” della ricerca in<strong>di</strong>pendente e <strong>di</strong><br />
stimolare l'approccio critico degli operatori sanitari in Italia.<br />
Alla base della pubblicazione vi è la convinzione dell’importanza <strong>di</strong> offrire agli operatori<br />
sanitari del SSN non esperti in tale scienza, o <strong>di</strong>sciplina, quale è la farmaco economia, la<br />
possibilità <strong>di</strong> un aggiornamento e <strong>di</strong> una sollecitazione critica. Questo perché chi opera nel<br />
campo non si illuda <strong>di</strong> trovare soluzioni magiche né prenda come oro colato quanto viene<br />
pubblicato, con il rischio nel lungo periodo <strong>di</strong> rimanere deluso e non dare cre<strong>di</strong>to anche ai<br />
contributi positivi, ma possa accostarsi con mente critica e strumenti adeguati ai temi<br />
scottanti dell’economia e della politica del farmaco.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica<br />
Qualità dell’assistenza in Terapia Intensiva<br />
Questa linea <strong>di</strong> ricerca è orientata a valutare l'appropriatezza dell’assistenza fornita dalle<br />
Terapie Intensive (TI) italiane.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un progetto pluriennale promosso all'interno del gruppo collaborativo GiViTI<br />
(Gruppo italiano per la Valutazione degli interventi in Terapia Intensiva), coor<strong>di</strong>nato dal<br />
Laboratorio. Fulcro <strong>di</strong> queste attività è il Progetto Margherita. Si tratta <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong><br />
valutazione continua della qualità dell’assistenza, basato su un software <strong>di</strong> raccolta dati<br />
prodotto e sviluppato all’interno del Laboratorio e <strong>di</strong>stribuito gratuitamente a tutte le TI<br />
iscritte. Il software è stato realizzato con una struttura modulare, che permette <strong>di</strong> integrare<br />
facilmente la raccolta dati <strong>di</strong> base (il "core" della Margherita) con raccolte dati relative a<br />
progetti <strong>di</strong> ricerca specifici (i "petali" della Margherita).<br />
Da gennaio 2011, il progetto Margherita è <strong>di</strong>ventato internazionale. Grazie ad un<br />
finanziamento della Unione Europea abbiamo infatti potuto sviluppare un nuovo software e<br />
allargare così il progetto a sei paesi: Slovenia, Ungheria, Polonia, Cipro, Brasile e Israele.<br />
Appropriatezza dei ricoveri in Terapia Intensiva<br />
I reparti <strong>di</strong> Terapia Intensiva sono ambiti assistenziali ad elevatissima tecnologia, dove è<br />
richiesta la presenza <strong>di</strong> molto personale, altamente qualificato. Questo fa sì che i costi <strong>di</strong><br />
gestione <strong>di</strong> questi reparti siano elevati e che vi sia una conseguente attenzione all’utilizzo<br />
appropriato delle risorse. In questo ambito si colloca lo stu<strong>di</strong>o StART (Stu<strong>di</strong>o<br />
sull’Appropriatezza dei Ricoveri in Terapia intensiva), attivato in quattro Regioni italiane<br />
(Lombar<strong>di</strong>a, Piemonte e Toscana). In particolare, la valutazione dell’appropriatezza d’uso<br />
della TI si poggia sulla classificazione gerarchica dei livelli <strong>di</strong> assistenza sanitaria, basata<br />
sull’intensità e la sofisticazione delle prestazioni: 1) livello <strong>di</strong> cure intensive, 2) livello <strong>di</strong><br />
cure sub-intensive e 3) livello <strong>di</strong> cure or<strong>di</strong>narie. Allo stesso modo sono stati identificati i<br />
273<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
corrispondenti livelli <strong>di</strong> assistenza erogabile, in funzione sia della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />
attrezzature che <strong>di</strong> personale.<br />
Idealmente, un letto attrezzato per poter erogare un dato livello assistenziale dovrebbe<br />
rispondere solo al livello corrispondente <strong>di</strong> complessità del problema e <strong>di</strong> bisogno<br />
assistenziale. Quando ciò si verifica, si può legittimamente parlare <strong>di</strong> uso del livello<br />
assistenziale appropriato. Sempre sul piano ideale, non ci dovrebbero essere sconfinamenti<br />
tra i livelli: un livello assistenziale più elevato non dovrebbe essere utilizzato per trattare un<br />
problema <strong>di</strong> entità inferiore così come un livello assistenziale me<strong>di</strong>o o basso non dovrebbe<br />
essere utilizzato per trattare un problema <strong>di</strong> entità superiore. Qualora ciò si verificasse, si<br />
dovrebbe parlare <strong>di</strong> un utilizzo inappropriato della struttura. Una prestazione inappropriata è<br />
dunque quella che potrebbe essere erogata anche ad un livello assistenziale più basso<br />
(l’inappropriatezza in tal caso è riferibile ad uno spreco <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong> alto livello), ma anche<br />
quella che dovrebbe essere erogata ad un livello assistenziale più alto (inappropriatezza<br />
riferibile alla non idoneità della struttura). Lo stu<strong>di</strong>o StART ha l’obiettivo <strong>di</strong> valutare questi<br />
fenomeni e in<strong>di</strong>viduarne le ragioni, con il fine <strong>di</strong> migliorare l’appropriatezza dei ricoveri in<br />
TI.<br />
Stu<strong>di</strong>o dei processi patologici dell'insufficienza multipla d'organo<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Epidemiologia Clinica ha condotto <strong>di</strong>verse indagini per chiarire quali<br />
meccanismi fisiopatologici inducano l'insufficienza multipla d'organo, una delle con<strong>di</strong>zioni<br />
che si <strong>di</strong>mostrano più resistenti al trattamento intensivo. Fra queste, l'indagine sulla<br />
compromissione neuromuscolare del paziente critico (lo stu<strong>di</strong>o osservazionale Crimyne), e<br />
gli stu<strong>di</strong> sui nuovi trattamenti proposti in caso <strong>di</strong> sepsi severa (Xigris e rimozione dei<br />
me<strong>di</strong>atori dell’infiammazione attraverso filtri applicati sui circuiti <strong>di</strong> emofiltrazione).<br />
Il valore <strong>di</strong> un controllo serrato della glicemia nel paziente critico è stato <strong>di</strong> recente<br />
enfatizzato, proprio perché legato a un farmaco come l'insulina che pur essendo largamente<br />
<strong>di</strong>sponibile e <strong>di</strong> basso costo, ha <strong>di</strong>mostrato una importante riduzione della mortalità in TI.<br />
L'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della Conoscenza Clinica ha sviluppato un modello basato su un<br />
sistema <strong>di</strong> equazioni <strong>di</strong>fferenziali che vorrebbe suggerire al me<strong>di</strong>co le quantità <strong>di</strong> insulina e<br />
glucosio da infondere al fine <strong>di</strong> estendere il controllo serrato della glicemia anche a quei<br />
pazienti dove tale controllo si è <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong>fficile, a causa del rischio <strong>di</strong> ipoglicemia.<br />
Questo modello rappresenta inoltre una preziosa opportunità per chiarire i meccanismi<br />
fisiopatologici alla base dei benefici dell’insulina, già <strong>di</strong>mostrati a livello empirico,<br />
permettendo <strong>di</strong> spiegare l'andamento <strong>di</strong>namico delle fluttuazioni glicemiche sulla base del<br />
profilo metabolico del paziente.<br />
La ricostruzione del ragionamento clinico nella pratica e nella<br />
formazione me<strong>di</strong>ca<br />
Quest’area <strong>di</strong> ricerca rappresenta il principale interesse dell'Unità <strong>di</strong> Ingegneria della<br />
Conoscenza Clinica, il cui obiettivo è quello <strong>di</strong> valorizzare il ragionamento clinico per<br />
risolvere problemi me<strong>di</strong>ci complessi.<br />
La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> embolia polmonare rappresenta ancora un’importante sfida clinica,<br />
determinata soprattutto dalla complessità del quadro <strong>di</strong> presentazione del paziente e dalla<br />
variabilità <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong>agnostiche <strong>di</strong>sponibili fra i vari Centri. A questo proposito abbiamo<br />
sviluppato un software <strong>di</strong> aiuto <strong>di</strong>agnostico BayPAD (Bayes Pulmonary embolism Assisted<br />
Diagnosis). Questo strumento, potendo contare su un modello probabilistico esteso a 72<br />
variabili cliniche e non prevedendo la necessità <strong>di</strong> inserire le osservazioni relative a tutte le<br />
variabili contemplate, vorrebbe superare le principali ragioni che hanno finora impe<strong>di</strong>to alle<br />
comuni linee guida <strong>di</strong> raggiungere un consenso largamente con<strong>di</strong>viso. Sono stati inoltre<br />
prodotti i risultati della validazione retrospettiva del sistema <strong>di</strong>agnostico.<br />
274<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Il modello <strong>di</strong>agnostico sull’embolia polmonare è stato esteso per comprendere uno spettro <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale molto più ampio, arrivando ad includere più <strong>di</strong> 300 variabili. In questo<br />
modo il sistema potrebbe assistere il me<strong>di</strong>co nel ragionamento <strong>di</strong>agnostico <strong>di</strong> circa il 40%<br />
dei casi che accedono in Pronto Soccorso, e permettere <strong>di</strong> calcolare il rischio <strong>di</strong> embolia<br />
polmonare senza la necessità <strong>di</strong> anticipare esplicitamente questa ipotesi. Il raggiungimento <strong>di</strong><br />
tale obiettivo non rappresenta solo un’ambizione metodologica, ma soprattutto clinica,<br />
tenendo conto che molti sono i casi <strong>di</strong> embolia polmonare riconosciuti postmortem sono per<br />
lo più pazienti in cui non era mai stato posto il sospetto <strong>di</strong>agnostico.<br />
Per sfruttare le potenzialità del sistema esperto sulla <strong>di</strong>agnosi dell’embolia polmonare ad<br />
altre problematiche cliniche, è stato sviluppato un software che permette <strong>di</strong> gestire un<br />
modello probabilistico su uno specifico dominio clinico al fine <strong>di</strong> suggerire la decisione più<br />
appropriata date le caratteristiche del paziente in esame. Le decisioni contemplate<br />
comprendono sia la scelta <strong>di</strong> ulteriori accertamenti, sia gli interventi terapeutici.<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una cartella clinica intelligente per la Terapia Intensiva<br />
L'obiettivo principale <strong>di</strong> quest'ambito <strong>di</strong> ricerca è la realizzazione <strong>di</strong> un software “verticale”<br />
<strong>di</strong> cartella clinica che possa essere <strong>di</strong>stribuito ai reparti <strong>di</strong> Terapia Intensiva e che sia alla<br />
base della valutazione delle performance dei reparti utilizzando in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> processo e non<br />
solo <strong>di</strong> esito. Per raggiungere l'obiettivo, il progetto poggia su un gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
multi<strong>di</strong>sciplinare con competenze me<strong>di</strong>che, infermieristiche, epidemiologiche, statistiche ed<br />
informatiche. Un'attenzione particolare è da riservare all'applicazione della normativa sia in<br />
materia <strong>di</strong> gestione dei dati personali (legge sulla privacy) che in ambito me<strong>di</strong>co legale.<br />
Laboratorio per la Salute Materno Infantile<br />
Stu<strong>di</strong>o ENBe. Efficacia del beclometasone versus placebo nella<br />
profilassi del wheezing virale in età prescolare.<br />
Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile coor<strong>di</strong>na lo stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato<br />
“Efficacia del beclometasone versus placebo nella profilassi del wheezing virale”(ENBe).<br />
Finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco nell’ambito dei ban<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendente<br />
2007, e condotto in collaborazione con l’Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri e il Centro <strong>di</strong><br />
Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti (CESAV), lo stu<strong>di</strong>o coinvolge 40 pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong><br />
libera scelta operanti in 9 ASL rappresentative, per <strong>di</strong>stribuzione geografica e contesto, del<br />
panorama nazionale.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ha lo scopo <strong>di</strong> valutare l’efficacia del beclometasone nebulizzato, farmaco da 30<br />
anni commercializzato in Italia e ampiamente prescritto ai bambini, nella profilassi del<br />
wheezing virale.<br />
Verranno arruolati 576 bambini <strong>di</strong> 1-5 anni <strong>di</strong> età, con presenza <strong>di</strong> infezioni virali delle vie<br />
aeree superiori nel corso della visita iniziale e almeno un precedente episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> wheezing<br />
associato a infezioni delle vie aeree nel corso dei 12 mesi precedenti.<br />
I bambini con ipersensibilità ai cortisonici, con patologie respiratorie croniche, con presenza<br />
<strong>di</strong> wheezing nel corso della visita iniziale o che abbiano assunto cortisonici nel mese<br />
precedente verranno esclusi dallo stu<strong>di</strong>o. I pazienti verranno randomizzati in 2 gruppi <strong>di</strong><br />
trattamento: gruppo a) beclometasone sospensione da nebulizzare 400 mcg 2 volte/<strong>di</strong>e per 10<br />
giorni; gruppo b) soluzione fisiologica da nebulizzare 2 volte/<strong>di</strong>e per 10 giorni. In caso <strong>di</strong><br />
comparsa <strong>di</strong> wheezing il pe<strong>di</strong>atra potrà somministrare la terapia che ritiene più opportuna<br />
(beta2 agonisti a breve durata d'azione, steroi<strong>di</strong> per os, steroi<strong>di</strong> inalatori). Lo stato <strong>di</strong> salute<br />
dei pazienti verrà monitorato per 6 mesi dopo il termine della terapia e verranno raccolti dati<br />
sulla riacutizzazione e/o ricomparsa <strong>di</strong> infezioni delle vie aeree e/o <strong>di</strong> wheezing. L’endpoint<br />
primario sarà rappresentato dalla percentuale <strong>di</strong> pazienti che presentano wheezing<br />
(<strong>di</strong>agnosticato dal pe<strong>di</strong>atra) nel corso dell’infezione delle vie aeree superiori. Verranno<br />
inoltre raccolti i dati sui costi sanitari <strong>di</strong>retti.<br />
275<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Dopo un lungo iter per ottenere l’autorizzazione da parte dei Comitati Etici delle ASL, che<br />
ha richiesto un totale <strong>di</strong> 19 mesi, lo stu<strong>di</strong>o è stato avviato nel mese <strong>di</strong> ottobre 2010.<br />
Al 15 gennaio 2012, dopo 66 settimane dall’inizio dello stu<strong>di</strong>o, sono stati visitati 1337<br />
bambini eleggibili, <strong>di</strong> cui 474 (35,4%) sono stati arruolati nello stu<strong>di</strong>o. Dei bambini arruolati,<br />
294 sono maschi e 180 femmine (l'età me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 2,5 anni). 387 bambini hanno concluso lo<br />
stu<strong>di</strong>o.<br />
La newsletter ENBe. Nell'ambito dello stu<strong>di</strong>o “Efficacia del beclometasone versus placebo<br />
nella profilassi del wheezing virale in età prescolare” (ENBe), è stata prodotta una newsletter<br />
perio<strong>di</strong>ca per segnalare quanto pubblicato nella letteratura scientifica riguardo alla <strong>di</strong>agnosi,<br />
al trattamento e alla prevenzione dal wheezing in età prescolare. Fino a <strong>di</strong>cembre 2011 sono<br />
stati prodotti 8 numeri della newsletter inviata a 104 iscritti (tra pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> libera scelta,<br />
me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale ed altri) e sono stati segnalati 106 lavori scientifici. La<br />
newsletter viene <strong>di</strong>vulgata a chiunque fosse interessato, inoltrando mail <strong>di</strong> richiesta alla<br />
segreteria dello stu<strong>di</strong>o ENBe: enbe@marionegri.it<br />
Stu<strong>di</strong>o SONDO<br />
Il Laboratorio collabora al lavoro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>Istituto</strong> per l’Infanzia IRCCS “Burlo<br />
Garofolo” <strong>di</strong> Trieste (coor<strong>di</strong>natore principale) dello stu<strong>di</strong>o “Trial controllato randomizzato<br />
multicentrico <strong>di</strong> valutazione comparativa dell’ondansetron verso domperidone per il<br />
trattamento sintomatico del vomito acuto da gastroenterite nel bambino” (Stu<strong>di</strong>o<br />
ONdansetron vs DOmperidone, SONDO). Lo stu<strong>di</strong>o, finanziato dall’Agenzia del Farmaco<br />
nell’ambito dei ban<strong>di</strong> per la ricerca in<strong>di</strong>pendente 2008 (progetto FARM8E53XM), ha lo<br />
scopo <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> un farmaco sintomatico per via orale (ondansetron o<br />
domperidone) in corso <strong>di</strong> gastroenterite acuta nel prevenire il ricorso alla reidratazione per<br />
via endovenosa o con son<strong>di</strong>no nasogastrico. La sperimentazione, avviata nel giugno 2011,<br />
vede il coinvolgimento <strong>di</strong> 15 Strutture <strong>di</strong> Pronto Soccorso Pe<strong>di</strong>atrico e prevede<br />
l’arruolamento <strong>di</strong> 540 bambini <strong>di</strong> età compresa tra 1 e 6 anni. Al 16 gennaio 2012 in 12 dei<br />
15 Pronto Soccorso partecipanti erano stati visitati 312 bambini, <strong>di</strong> cui 65 (21%) sono stati<br />
arruolati.<br />
Farmacoepidemiologia Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Il Laboratorio nell’ambito del progetto EPIFARM (Epidemiologia del Farmaco) finanziato<br />
dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a si occupa della valutazione del profilo prescrittivo dei farmaci in<br />
età pe<strong>di</strong>atrica.<br />
Nel corso dell’anno 2011, le attività hanno riguardato principalmente la valutazione <strong>di</strong>:<br />
a. profilo prescrittivo degli antibiotici in età pe<strong>di</strong>atrica;<br />
b. incidenza e prevalenza dell’asma pe<strong>di</strong>atrico e aderenza della terapia alle linee guida;<br />
c. epidemiologia dei <strong>di</strong>sturbi psichiatrici in età evolutiva.<br />
a) Profilo prescrittivo degli antibiotici in età pe<strong>di</strong>atrica<br />
E’ stato effettuato confronto multiregionale sulle prescrizioni pe<strong>di</strong>atriche <strong>di</strong> antibiotici nella<br />
popolazione extra-ospedaliera.<br />
Il confronto ha riguardato otto regioni italiane, per un totale <strong>di</strong> 4.828.569 bambini <strong>di</strong> età 0-14<br />
anni (58% della popolazione italiana).<br />
- La prevalenza d’uso stimata degli antibiotici è stata <strong>di</strong> 50,5%, con un minimo <strong>di</strong> 42,6% e<br />
un massimo <strong>di</strong> 62,1%. L’uso <strong>di</strong> antibiotici è stato significativamente più elevato nelle<br />
regioni meri<strong>di</strong>onali (61,1% nelle regioni meri<strong>di</strong>onali, versus 44,1 e 46,5% rispettivamente<br />
nelle regioni del centro e del nord del Paese). A livello <strong>di</strong> singole ASL la prevalenza<br />
variava da 35,6 a 68,5%.<br />
- È stata osservata una correlazione inversa tra la prevalenza <strong>di</strong> prescrizione e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
sviluppo umano (in<strong>di</strong>ce complesso in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> aspettativa <strong>di</strong> vita, red<strong>di</strong>to pro-capite,<br />
livello <strong>di</strong> istruzione e alfabetizzazione) nelle regioni prese in considerazione. E’ stata<br />
276<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
inoltre osservata una correlazione <strong>di</strong>retta tra la prevalenza e il numero <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atri per 1000<br />
bambini residenti.<br />
- Le penicilline (antibiotici <strong>di</strong> prima scelta) hanno costituito oltre la metà delle prescrizioni,<br />
con un minimo <strong>di</strong> 39,5% e un massimo <strong>di</strong> 62,5%. Le regioni meri<strong>di</strong>onali hanno mostrato<br />
un minor consumo <strong>di</strong> penicilline e la tendenza ad un maggior uso <strong>di</strong> antibiotici <strong>di</strong> seconda<br />
scelta rispetto al resto del Paese.<br />
b) Incidenza e prevalenza dell’asma pe<strong>di</strong>atrico e aderenza della terapia alle linee<br />
guida<br />
Il Laboratorio ha iniziato la valutazione dei percorsi <strong>di</strong>agnostici-terapeutici-assistenziali <strong>di</strong><br />
bambini e adolescenti (età 6-17 anni) asmatici della Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
- Utilizzando un modello precedentemente validato, che utilizza la prescrizione <strong>di</strong><br />
antiasmatici (in formulazione adeguata per l’età) come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> malattia, sono state<br />
stimate l’ incidenza (0,8%) e la prevalenza (3,5%) dell’asma. La prevalenza variava a<br />
seconda delle ASL, tra 2,5% a Pavia e 5,1% a Mantova.<br />
- Il 2,7% dei bambini lombar<strong>di</strong> era in terapia con antiasmatici da almeno tre anni.<br />
- Tra le inappropriatezze osservate, rispetto a quanto raccomandato dalle agenzie<br />
regolatorie nazionali e internazionali, vi è stata la prescrizione <strong>di</strong> agonista ß2 adrenergico<br />
a lunga durata <strong>di</strong> azione come primo farmaco ai nuovi casi <strong>di</strong> asma (da solo, nel 2% dei<br />
nuovi casi, o con steroi<strong>di</strong> inalatori, nel 7% dei nuovi casi).<br />
- Solo il 30% dei bambini asmatici ha effettuato almeno una spirometria annuale (come da<br />
raccomandazioni delle linee guida), con <strong>di</strong>fferenze tra le <strong>di</strong>verse ASL (21% a Sondrio e<br />
40% a Lo<strong>di</strong>).<br />
- Aggiustando per età, ASL <strong>di</strong> residenza e grado <strong>di</strong> severità dell’asma, i ragazzi hanno una<br />
probabilità doppia rispetto alle ragazze <strong>di</strong> effettuare la spirometria annuale.<br />
3. Epidemiologia dei <strong>di</strong>sturbi psichiatrici in età evolutiva<br />
Utilizzando le banche dati amministrative della Regione Lombar<strong>di</strong>a, sono stati identificati i<br />
casi <strong>di</strong> bambini e adolescenti con <strong>di</strong>sturbo psichico (prescrizione <strong>di</strong> psicofarmaco e/o<br />
ricovero ospedaliero per <strong>di</strong>sturbo psichico e/o prestazione ambulatoriale in unità operativa<br />
neuropsichiatria, UONPIA).<br />
- 63.550 bambini e adolescenti (39 per 1.000) residenti in Lombar<strong>di</strong>a si sono rivolti al<br />
Servizio Sanitario Nazionale per un <strong>di</strong>sturbo psichico. La prevalenza è risultata<br />
maggiore nei ragazzi rispetto alle ragazze (47 versus 31‰), con un picco all’età <strong>di</strong> 8<br />
anni (60‰).<br />
- 59.987 ragazzi (37,1‰) hanno avuto uno o più accessi alle UONPIA, 3.605 (2,2‰)<br />
sono stati ricoverati in ospedale (prevalentemente per ritar<strong>di</strong> dello sviluppo, psicosi e<br />
ritardo mentale) e 2.761 (1,7‰) hanno ricevuto almeno una prescrizione <strong>di</strong><br />
psicofarmaci (in particolare antidepressivi).<br />
- Il 57% dei bambini e adolescenti trattati con psicofarmaci, non ha avuto alcun accesso<br />
presso una UONPIA nel corso dell’anno <strong>di</strong> osservazione. Questa percentuale è risultata<br />
maggiore nei ragazzi trattati con antidepressivi, in cui il 65% non era seguito dallo<br />
specialista.<br />
- 14.741 bambini (9‰) hanno richiesto una maggiore intensità <strong>di</strong> cura/assistenza (per es.<br />
accessi ripetuti o prescrizioni ripetute <strong>di</strong> psicofarmaci).<br />
Progetto migrazione e <strong>di</strong>sagio psichico in età evolutiva e nell’adulto.<br />
Il Progetto coinvolge le sette Unità Operative <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Infanzia e<br />
dell’Adolescenza (UONPIA) <strong>di</strong> Milano, 2 Servizi <strong>di</strong> Psichiatria e il Servizio Famiglia,<br />
Infanzia ed Età Educativa dell’ASL <strong>di</strong> Milano, i Servizi Sociali ed Educativi del Comune <strong>di</strong><br />
Milano, l’<strong>Istituto</strong> Penale Minorile “Cesare Beccaria”, 7 Associazioni del terzo settore,<br />
l’Ufficio Scolastico Provinciale e l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Obiettivo del Progetto è migliorare<br />
la risposta dei servizi ai problemi specifici della popolazione migrante in età evolutiva, con<br />
277<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
particolare attenzione alla fascia adolescenziale e dei minori arrivati in Italia senza la<br />
famiglia.<br />
Dal 2010 sono stati raccolti e analizzati dati <strong>di</strong> 1632 pazienti, per la maggior parte maschi, <strong>di</strong><br />
età compresa fra 0 e 32 anni (moda: 7 anni); il 66% nati in Italia. Nel 37,7% dei casi è stata<br />
la scuola ad inviare i bambini e ragazzi ai servizi; più frequentemente per <strong>di</strong>fficoltà<br />
scolastiche, problemi <strong>di</strong> comportamento e problemi <strong>di</strong> linguaggio o <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Nel 62% dei casi gli utenti migranti, non citta<strong>di</strong>ni italiani, hanno il permesso <strong>di</strong> soggiorno. I<br />
pazienti hanno generalmente una buona conoscenza dell’italiano, che risulta essere la lingua<br />
madre nell’11,6% dei pazienti. I genitori degli utenti sono generalmente nati all’estero e<br />
migrati senza la famiglia <strong>di</strong> origine (52,2%) alla ricerca <strong>di</strong> lavoro e hanno entrambi il<br />
permesso <strong>di</strong> soggiorno nel 41% dei casi.<br />
Bisogni comunicativi complessi e partecipazione (la CAA)<br />
Bambini che non parlano o che riescono a <strong>di</strong>re solo poche parole, bambini che fanno fatica a<br />
capire le parole degli altri. Sono circa 8000 le persone tra 0 e 18 anni che in Lombar<strong>di</strong>a<br />
presentano <strong>di</strong>sturbi della comunicazione, alcuni per qualche mese, altri per anni, altri per<br />
sempre.<br />
In Italia sono quasi 50.000. Alcuni hanno anche problemi motori, altri una sindrome genetica<br />
o un <strong>di</strong>sturbo autistico. Per tutti, crescere senza la possibilità <strong>di</strong> comunicare è molto <strong>di</strong>fficile,<br />
ed è essenziale trovare dei mo<strong>di</strong> che permettano <strong>di</strong> comunicare lo stesso anche senza la voce,<br />
attraverso interventi <strong>di</strong> supporto (comunicazione aumentativa). Possono essere utilizzati<br />
sistemi <strong>di</strong> simboli o <strong>di</strong> immagini, in cui tutte le figure usate hanno scritto sopra la parola o il<br />
verbo che rappresentano. Il bambino può così riconoscere le immagini e l’interlocutore<br />
leggere le parole.<br />
Possono essere usati strumenti <strong>di</strong>gitali programmati per “prestare” la voce quando<br />
necessario, o tecnologie informatiche e strumenti computerizzati appositamente adattati, o<br />
modalità che consentano <strong>di</strong> leggere o scrivere anche a coloro che non sono in grado <strong>di</strong> usare<br />
l’alfabeto o la penna. Tutte le persone che devono comunicare con un bambino devono<br />
utilizzare un linguaggio (scritto, parlato, visivo) adeguato alle capacità del bambino e che<br />
deve essere implementato e garantito nel tempo. È per questo che non è sufficiente formare<br />
gli operatori del settore ed è necessario coinvolgere anche i genitori e gli insegnanti. Ad<br />
oggi, solo pochi utenti riescono ad accedere agli interventi <strong>di</strong> supporto alla comunicazione<br />
in<strong>di</strong>spensabili, e in genere ciò avviene assai tar<strong>di</strong>vamente per la carenza <strong>di</strong> risorse<br />
adeguatamente formate all’interno dei servizi <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Infanzia e<br />
dell’Adolescenza.<br />
Per dare risposte a questo bisogno ancora inevaso l’ASL Milano ha attivato uno specifico<br />
progetto, finanziato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a per gli anni 2010-2012 e che coinvolge 15<br />
Unità Operative <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione. In tale<br />
contesto è stato organizzato dal Centro Sovrazonale <strong>di</strong> Comunicazione Aumentativa della<br />
Fondazione IRCCS “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano, insieme<br />
all’ASL Milano, alla UONPIA dell’AO Treviglio e al Laboratorio per la Salute Materno-<br />
Infantile dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” il Convegno del 21 ottobre<br />
2010. Nel Convegno è stato affrontato il tema dei bisogni comunicativi complessi in età<br />
evolutiva, è stato descritto in cosa consiste l’intervento <strong>di</strong> comunicazione aumentativa e<br />
come esso può essere declinato in situazioni specifiche, fino a <strong>di</strong>ventare una risorsa per tutti i<br />
bambini. Sono stati poi presentati in dettaglio il Progetto e una serie <strong>di</strong> esperienze già in atto<br />
che hanno portato alla strutturazione del progetto stesso.<br />
PROGETTI FP7<br />
1) TINN<br />
278<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Il progetto TINN, Treat Infections in Neonates, è parte del 7° Programma Quadro<br />
dell’Unione Europea (GA-223614) e integra e coor<strong>di</strong>na l’esperienza nell’ambito della ricerca<br />
neonatale presente in vari Paesi europei per produrre evidenze dettagliate sulla sicurezza ed<br />
efficacia della ciprofloxacina e del fluconazolo nel trattamento delle gravi infezioni del<br />
neonato. I risultati ottenuti serviranno anche a richiedere l’autorizzazione all’immissione in<br />
commercio dei due farmaci per l’uso pe<strong>di</strong>atrico (Pe<strong>di</strong>atric Use Marketing Authorization,<br />
PUMA). Nella fase iniziale del progetto è stata condotta una indagine sull’utilizzo dei due<br />
farmaci nelle terapie intensive neonatali (TIN) in Europa.<br />
Hanno partecipato 32 Nazioni con particolare adesione delle TIN <strong>di</strong>: Italia, Regno Unito e<br />
Francia. Sono stati raccolti dati da un totale <strong>di</strong> 200 TIN.<br />
I risultati <strong>di</strong> questa indagine rivelano un quadro assai eterogeneo per quanto riguarda gli<br />
schemi terapeutici e le in<strong>di</strong>cazioni per l’utilizzo dei due farmaci, sia tra i <strong>di</strong>versi paesi, sia<br />
all’interno dello stesso Paese. Sono state inoltre rilevate notevoli incertezze sulla sicurezza e<br />
l’efficacia dei due farmaci, evidenziando la mancanza <strong>di</strong> informazione scientifica e la<br />
necessità <strong>di</strong> ulteriori stu<strong>di</strong> per un utilizzo più appropriato.<br />
L’indagine ha riscontrato un forte interesse e <strong>di</strong>sponibilità da parte delle TIN a partecipare a<br />
futuri stu<strong>di</strong>.<br />
2) TINN2<br />
Il progetto TINN2 è una parte complementare del primo progetto TINN, ed è iniziato a<br />
gennaio 2011, sempre come parte del 7° Programma Quadro dell’Unione Europea (GA-<br />
260908). Lo scopo <strong>di</strong> TINN2 è valutare un altro farmaco, l’azitromicina, un antibiotico<br />
efficace contro l’ureaplasma che rientra nelle priorità dell’EMA per quanto riguarda le aree<br />
terapeutiche che necessitano <strong>di</strong> valutazioni farmacologiche specifiche nei neonati.<br />
3) COHEMI Coor<strong>di</strong>nating resources to assess and improve health status<br />
of migrants from Latin America<br />
I sistemi sanitari europei sono oggi impegnati a raccogliere la sfida <strong>di</strong> comprendere i bisogni<br />
delle popolazioni migranti e <strong>di</strong> adattare i loro servizi per sod<strong>di</strong>sfare queste esigenze. Le<br />
<strong>di</strong>fficoltà in<strong>di</strong>ssolubilmente legate a questa sfida si legano alla complessità dei modelli<br />
migratori e alle <strong>di</strong>fferenze tra popolazioni immigrate nei paesi UE. Al momento, i pochi dati<br />
<strong>di</strong>sponibili mostrano che i tentativi <strong>di</strong> inserire la salute dei migranti, in particolare quella dei<br />
migranti provenienti dai paesi non-UE, nei sistemi sanitari europei sono spora<strong>di</strong>ci e non<br />
coor<strong>di</strong>nati.<br />
A gennaio 2011 è partito il progetto COHEMI-Coor<strong>di</strong>nation resources to assess and improve<br />
health status of migrants from Latin America, <strong>di</strong> durata triennale, finanziato nell’ambito del<br />
7° Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (Programma Cooperazione-<br />
Salute, GA-261495), che vede il Laboratorio capofila <strong>di</strong> una cordata <strong>di</strong> 10 partner <strong>di</strong>slocati<br />
tra l’Europa (Italia, Olanda, Regno Unito e Spagna) e l’America Latina (Bolivia, Ecuador e<br />
Perù).<br />
L’obiettivo generale del progetto COHEMI è quello <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare i centri <strong>di</strong> riferimento che<br />
si occupano <strong>di</strong> malattie endemiche in America Latina (AL), al fine <strong>di</strong>:<br />
− produrre un’analisi dei sistemi sanitari e della normativa sui migranti e valutare i<br />
determinanti della salute;<br />
− analizzare i percorsi assistenziali <strong>di</strong> malattie tipiche dei Paesi AL (malattia <strong>di</strong><br />
Chagas, cisticercosi/epilessia; strongiloi<strong>di</strong>asi);<br />
− produrre, grazie alle tappe precedenti, nuove procedure con<strong>di</strong>vise e suggerimenti a<br />
livello <strong>di</strong> politiche migratorie che tengano conto delle specificità culturali dei<br />
migranti.<br />
Questo primo anno <strong>di</strong> lavoro è stato de<strong>di</strong>cato alla formazione <strong>di</strong> una rete funzionante fra i<br />
<strong>di</strong>versi partner, che permettesse una collaborazione ottimale nel lavoro e uno scambio<br />
279<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
efficace <strong>di</strong> informazioni. Nei <strong>di</strong>versi settori specifici del progetto (organizzazione<br />
dell’assistenza sanitaria e aspetti legislativi, malattia <strong>di</strong> Chagas, cisticercosi/epilessia,<br />
strongiloi<strong>di</strong>asi, tubercolosi, ipertensione e patologie car<strong>di</strong>ovascolari, aspetti antropologici e<br />
socio-culturali) sono state realizzate revisioni della letteratura e <strong>di</strong> quanto pubblicato. Il<br />
lavoro realizzato è stato regolarmente con<strong>di</strong>viso fra i partner (oltre che via mail, grazie a<br />
riunioni interne e conferenze telefoniche) e presentato anche in occasione <strong>di</strong> incontri<br />
pubblici, fra cui il 7° Congresso Europeo <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Tropicale e Salute Internazionale,<br />
svoltosi in ottobre a Barcellona.<br />
La newsletter COHEMI. Con il 2011 è iniziata la pubblicazione della newsletter relativa al<br />
progetto europeo COHEMI. La newsletter, che rientra fra gli obiettivi da raggiungere con il<br />
progetto, si propone come strumento informativo e <strong>di</strong> aggiornamento per un duplice<br />
pubblico: sia operatori sanitari, del terzo settore e in generale persone interessate alla salute<br />
dei migranti, sia partner <strong>di</strong>retti che stanno lavorando con il <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> sul progetto. La<br />
versione rivolta al pubblico generale, contiene un aggiornamento bibliografico della<br />
letteratura scientifica recente sui temi della salute dei migranti e sulle malattie seguite dal<br />
progetto COHEMI: malattia <strong>di</strong> Chagas, strongiloi<strong>di</strong>asi, cisticercosi, tubercolosi, malattie<br />
car<strong>di</strong>ovascolari. Per riceverla, è possibile iscriversi <strong>di</strong>rettamente dal sito del progetto:<br />
http://www.cohemi-project.eu. La versione realizzata per i partecipanti al progetto, oltre alle<br />
segnalazioni bibliografiche, contiene informazioni e aggiornamenti sui singoli blocchi <strong>di</strong><br />
lavoro, sul lavoro realizzato, sui risultati ottenuti e su quanto è stato pianificato, oltre a<br />
segnalazioni sugli appuntamenti e sugli eventi passati e in programma. Nel 2011 sono state<br />
prodotte due newsletter, la numero 0, presentata a marzo ai partner del progetto durante la<br />
riunione <strong>di</strong> apertura dei lavori, e la numero 1, pubblicata a ottobre. Le versione per il<br />
pubblico generale è <strong>di</strong>sponibile a partire dal 2012. La newsletter è consultabile sul sito<br />
internet del <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> nella sezione “L’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> per il Me<strong>di</strong>co”:<br />
http://www.marionegri.it/mn/it/index.html.<br />
Stu<strong>di</strong>o SONDO.<br />
Il Laboratorio collabora al lavoro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>Istituto</strong> per l’Infanzia IRCCS “Burlo<br />
Garofolo” <strong>di</strong> Trieste (coor<strong>di</strong>natore principale) dello stu<strong>di</strong>o “Trial controllato randomizzato<br />
multicentrico <strong>di</strong> valutazione comparativa dell’ondansetron verso domperidone per il<br />
trattamento sintomatico del vomito acuto da gastroenterite nel bambino” (Stu<strong>di</strong>o<br />
ONdansetron vs DOmperidone, SONDO). Lo stu<strong>di</strong>o, finanziato dall’Agenzia del Farmaco<br />
nell’ambito dei ban<strong>di</strong> per la ricerca in<strong>di</strong>pendente 2008 (progetto FARM8E53XM), ha lo<br />
scopo <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> un farmaco sintomatico per via orale (ondansetron o<br />
domperidone) in corso <strong>di</strong> gastroenterite acuta nel prevenire il ricorso alla reidratazione per<br />
via endovenosa o con son<strong>di</strong>no nasogastrico. La sperimentazione, avviata nel giugno 2011,<br />
vede il coinvolgimento <strong>di</strong> 15 Strutture <strong>di</strong> Pronto Soccorso Pe<strong>di</strong>atrico e prevede<br />
l’arruolamento <strong>di</strong> 540 bambini <strong>di</strong> età compresa tra 1 e 6 anni.<br />
Al 16 gennaio 2012 in 12 dei 15 Pronto Soccorso partecipanti erano stati visitati 312<br />
bambini, <strong>di</strong> cui 65 (21%) sono stati arruolati.<br />
Neonatologia<br />
Parte dell’impegno del Laboratorio è attualmente de<strong>di</strong>cato alla specificamente alla<br />
neonatologia. Oltre al progetto TINN, Treat Infections in Neonates (ve<strong>di</strong> sezione de<strong>di</strong>cata),<br />
ci sono tre <strong>di</strong>stinti lavori in corso, due dei quali riguardanti i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo:<br />
Una revisione della letteratura sull’impiego dei farmaci nelle terapie intensive neonatali dei<br />
Paesi a me<strong>di</strong>o e basso red<strong>di</strong>to.<br />
La valutazione della mortalità e durata <strong>di</strong> degenza dei neonati ricoverati nella più grande<br />
terapia intensiva neonatale del Nicaragua, dopo mo<strong>di</strong>fica della strategia <strong>di</strong> ventilazione<br />
meccanica.<br />
280<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Una sorveglianza della letteratura sull’uso dell’ipotermia moderata per la protezione dai<br />
danni cerebrali con particolare attenzione all’encefalopatia ipossico-ischemica del neonato.<br />
Io e l’Asma<br />
Si è concluso quest’anno il progetto “Io e l’Asma”, convenzione stipulata tra il Laboratorio e<br />
l’A.O. Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia, nel corso del quale sono stati valutati i dati raccolti<br />
dall’ambulatorio <strong>di</strong> Broncopneumologia dell’Ospedale dei Bambini, Spedali Civili <strong>di</strong><br />
Brescia. Il progetto “Io e l’Asma” ha come obiettivo la creazione <strong>di</strong> una rete<br />
multi<strong>di</strong>sciplinare composta da figure <strong>di</strong>verse (me<strong>di</strong>ci, infermieri, genitori, insegnanti,<br />
educatori) che con<strong>di</strong>vidono approcci terapeutici educativi comuni per la gestione dell’asma.<br />
Nel periodo settembre 2007-settembre 2010, 515 bambini (64% maschi) hanno effettuato<br />
almeno 3 visite presso l’ambulatorio <strong>di</strong> Broncopneumologia.<br />
Il livello <strong>di</strong> controllo dell’asma è stato valutato seguendo la classificazione delle linee guida<br />
GINA. Al momento dell’accesso all’ambulatorio il 40% dei bambini aveva un adeguato<br />
controllo dell’asma, percentuale che è aumentata al 76% alla momento della terza visita<br />
(dopo 12-16 settimane). Il 47% dei bambini ha beneficiato del percorso, in particolare il 6%<br />
è passato dal livello ‘non controllato’ al livello ‘parzialmente controllato’; il il 18% dal<br />
livello ‘non controllato’ a ‘controllato’; il 23% da ‘parzialmente controllato’ a ‘controllato’.<br />
Nel 34% dei bambini un adeguato controllo della malattia è stato mantenuto. Il tasso <strong>di</strong><br />
ospedalizzazione (da 7,6 a 2,7%) e <strong>di</strong> assenze scolastiche per asma (da 13,4 a 6,1%) nei<br />
bambini seguiti presso l’ambulatorio si è ridotto.<br />
Il 30% dei bambini seguiti presso l’ambulatorio non ha necessitato <strong>di</strong> alcuna terapia<br />
farmacologica <strong>di</strong> controllo, mentre il 62% dei bambini in trattamento con farmaci ha ricevuto<br />
uno steroide inalatorio (fluticasone) a basse dosi.<br />
Dopo l’accesso al percorso <strong>di</strong>agnostico-terapeutico-assistenziale tutti i bambini hanno<br />
utilizzato un <strong>di</strong>stanziatore appropriato per l’età, e nei 2/3 dei casi i sintomi sono stati<br />
registrati su un <strong>di</strong>ario giornaliero.<br />
Sebbene da questo stu<strong>di</strong>o non si possa valutare quanto sia più importante tra la componente<br />
<strong>di</strong>agnostica, quella terapeutica e quella assistenziale-educativa, è possibile affermare che<br />
l’approccio multi<strong>di</strong>sciplinare integrato utilizzato nell’ambito del progetto “Io e l’Asma” ha<br />
consentito <strong>di</strong> migliorare e mantenere un adeguato controllo dell’asma in più dell’80% dei<br />
bambini.<br />
Dati lombar<strong>di</strong> dal Registro Nazionale ADHD<br />
Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile, in quanto parte del Comitato Scientifico, ha<br />
partecipato alla stesura del protocollo che definisce la struttura e l'attività del “Registro<br />
Nazionale ADHD nell’età evolutiva” e al suo monitoraggio.<br />
A novembre 2011 la Lombar<strong>di</strong>a, con 358 pazienti, è la prima Regione per il numero <strong>di</strong><br />
pazienti residenti e trattati, monitorati dal Registro Nazionale.<br />
206 (58%) sono i pazienti in terapia con metilfenidato o atomoxetina in cura presso 15 Centri<br />
<strong>di</strong> riferimento Lombar<strong>di</strong>. 135 pazienti hanno iniziato il trattamento con atomoxetina (66%),<br />
71 con metilfenidato.<br />
L’89% dei pazienti è <strong>di</strong> sesso maschile, con un’età compresa fra i 6 e i 18 anni (me<strong>di</strong>ana 11<br />
anni, moda 9 anni). La <strong>di</strong>agnosi più frequente è stata <strong>di</strong> ADHD complessa (82%) seguita dal<br />
<strong>di</strong>sturbo con prevalenza <strong>di</strong> inattenzione (15%) o iperattività (3%). In 112 casi (39% del<br />
totale) non sono state riscontrate comorbi<strong>di</strong>tà, mentre in 173 erano presenti anche ansia,<br />
depressione o <strong>di</strong>sturbo dell’appren<strong>di</strong>mento (in 37 <strong>di</strong> questi casi è presente più <strong>di</strong> una delle<br />
<strong>di</strong>fferenti comorbi<strong>di</strong>tà). La comorbilità più frequentemente riscontrata è rappresentata dai<br />
<strong>di</strong>sturbi dell’appren<strong>di</strong>mento (52%).<br />
281<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Il Registro Lombardo dell’ADHD<br />
Grazie anche alla rete creatasi in seguito al Progetto <strong>di</strong> cui sopra, è stato possibile che i<br />
Centri <strong>di</strong> Riferimento si attivassero proponendo un progetto triennale “Con<strong>di</strong>visione dei<br />
percorsi <strong>di</strong>agnostico-terapeutici per l’ADHD in Lombar<strong>di</strong>a”, finanziato dalla Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a a partire dal gennaio 2010.<br />
Sono coinvolti 18 dei Centri <strong>di</strong> Riferimento e capofila del progetto è la UONPIA della A.O.<br />
Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia.<br />
Il nuovo Registro è più funzionale rispetto a quello Nazionale, così da incrementare la<br />
compliance dei Centri alla compilazione e migliorare la qualità dei dati raccolti.<br />
Il Registro è concepito come registro <strong>di</strong> malattia quin<strong>di</strong> sono raccolte informazioni relative<br />
non solo agli utenti in trattamento farmacologico con metilfenidato e atomoxetina con<br />
<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD ma a tutti coloro che afferiscano al Centro <strong>di</strong> Riferimento con sospetta<br />
ADHD. Il Registro consentirà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>:<br />
− monitorare i percorsi <strong>di</strong>agnostici;<br />
− delineare la prevalenza del <strong>di</strong>sturbo;<br />
− monitorare i percorsi terapeutici anche non farmacologici;<br />
− mantenere l’iniziativa <strong>di</strong> farmacovigilanza estendendo il monitoraggio dell’uso<br />
−<br />
dei farmaci anche a farmaci <strong>di</strong>versi da atomoxetina e metilfenidato;<br />
quantificare il carico <strong>di</strong> lavoro della presa in carico da parte dei Centri <strong>di</strong><br />
Riferimento.<br />
Il Registro è stato reso accessibile ai 18 Centri <strong>di</strong> Riferimento a partire dal 30 giugno 2011.<br />
Sono stati inseriti 170 pazienti <strong>di</strong> cui 60 con <strong>di</strong>agnosi accertata, 21 a cui non è stata<br />
riscontrata ADHD e 89 sono ancora in corso <strong>di</strong> valutazione. Gli invianti principali ai Centri<br />
<strong>di</strong> Riferimento sono stati nella maggior parte dei casi i genitori (31%) e la scuola (23%).<br />
Dei 60 pazienti a cui è stata <strong>di</strong>agnosticata ADHD al termine della prima visita, il 52% ha<br />
ricevuto una prescrizione <strong>di</strong> terapia non farmacologica, il 12% solo farmacologica, il 25 %<br />
entrambe. Le comorbi<strong>di</strong>tà più frequentemente riscontrate sono state i <strong>di</strong>sturbi<br />
dell’appren<strong>di</strong>mento (30%) e il <strong>di</strong>sturbo oppositivo/provocatorio (13%).<br />
La newsletter ADHD. Continua la pubblicazione <strong>di</strong> ADHDNEWS, un’iniziativa creata dal<br />
Laboratorio che ha come finalità principale quella <strong>di</strong> fornire, mensilmente, agli operatori<br />
interessati, un aggiornamento bibliografico della letteratura scientifica recente. Fino a<br />
<strong>di</strong>cembre 2011 sono stati prodotti 50 numeri della newsletter inviata a 397 iscritti (133<br />
psichiatri e neuropsichiatri; 58 me<strong>di</strong>ci generici; 66 psicologi; 34 pe<strong>di</strong>atri; 11 farmacisti; 33<br />
operatori scolastici; 62 “altri”) e sono stati segnalati 2591 lavori scientifici. La newsletter è<br />
consultabile sul sito internet del <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> nella sezione “L’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> per il<br />
Me<strong>di</strong>co”: http://www.marionegri.it/mn/it/index.html<br />
La Cooperazione con i Paesi a risorse limitate<br />
Come espressione, verifica, sviluppo originale della scelta <strong>di</strong> rendere le proprie ricerche<br />
trasferibili e accessibili alle popolazioni, il Laboratorio ha promosso e seguito progetti nel e<br />
per il "Sud del Mondo" in collaborazione con Organizzazioni non Governative (ONG) e<br />
anche con l'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità. Continua il supporto tecnico e<br />
organizzativo per lo svolgimento <strong>di</strong> progetti socio-sanitari in Paesi a risorse limitate.<br />
Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e<br />
dell’Adolescenza”<br />
Il Laboratorio è parte del Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la “Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e<br />
dell'Adolescenza” (CRC) in Italia. Quest'anno il Gruppo CRC ha tradotto il 2° Rapporto<br />
Supplementare in inglese e lo ha inviato all’NGO Group for the CRC, che lo ha trasmesso al<br />
Comitato ONU. Il Gruppo CRC, così come accaduto nel 2003 e nel 2006, ha partecipato alla<br />
282<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
pre-sessione (incontro a porte chiuse tra i membri del Comitato ONU e rappresentati delle<br />
ONG) e alla sessioni che si sono svolti nel 2011.<br />
A Novembre, è stata pubblicata la seconda e<strong>di</strong>zione della Guida Pratica al monitoraggio<br />
della Convenzione sui <strong>di</strong>ritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con la quale il Gruppo CRC<br />
intende formalizzare il proprio impegno e piano <strong>di</strong> lavoro per il prossimo quinquennio<br />
(2012-2017) e fornire uno strumento che faciliti la partecipazione <strong>di</strong> quanti si avvicinano al<br />
percorso <strong>di</strong> monitoraggio della CRC. Il testo è stato rivisto alla luce dell’esperienza maturata<br />
e delle nuove Raccomandazioni del Comitato ONU.<br />
Uso razionale dei farmaci per i bambini e i loro genitori: un obiettivo<br />
<strong>di</strong>namico e strategico. 50 anni dalla parte dei pazienti: 25 anche dalla parte<br />
delle mamme e dei bambini<br />
Lo scopo fondamentale delle attività dell'<strong>Istituto</strong> è contribuire alla <strong>di</strong>fesa della salute e della<br />
vita umana. Per realizzare tale obiettivo, occorre anzitutto approfon<strong>di</strong>re la comprensione<br />
degli intimi meccanismi <strong>di</strong> funzionamento degli organismi viventi, in<strong>di</strong>viduare le ragioni per<br />
cui insorgono le varie malattie, conoscere i processi che si sviluppano negli organismi stessi<br />
in seguito all'introduzione <strong>di</strong> sostanze estranee: è in questo senso che si sviluppano le<br />
ricerche dell'<strong>Istituto</strong>, dal livello molecolare fino all'uomo.<br />
Insieme a quella <strong>di</strong> ricerca, l'<strong>Istituto</strong> svolge anche attività <strong>di</strong> insegnamento per la formazione<br />
professionale <strong>di</strong> tecnici <strong>di</strong> laboratorio e ricercatori laureati.<br />
Contribuisce inoltre con molteplici iniziative alla <strong>di</strong>ffusione della cultura scientifica in<br />
campo biome<strong>di</strong>co, sia in senso generale che a specifico sostegno della pratica sanitaria, in<br />
particolare per un uso più razionale dei farmaci.<br />
Tra i settori prioritari in cui l'<strong>Istituto</strong> è impegnato c’è la salute materno-infantile. Principale<br />
obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile è quello <strong>di</strong><br />
contribuire al miglioramento del benessere della madre e del bambino me<strong>di</strong>ante un lavoro<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare e collettivo nell’ambito della Salute Pubblica.<br />
La ricorrenza dei 50 anni <strong>di</strong> attività dell’<strong>Istituto</strong> è un buon pretesto per riflettere<br />
collegialmente su un tema essenziale per il <strong>di</strong>ritto alla salute che ha accompagnato per alcuni<br />
lustri un’ampia collettività <strong>di</strong> giovani ricercatori presso il Laboratorio. Da qui l’idea <strong>di</strong><br />
raccogliere i contributi critici <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> coloro che hanno iniziato proprio in <strong>Istituto</strong> il loro<br />
percorso formativo professionale in un’area ampia e complessa quale è la farmacologia<br />
clinica. L’invito è stato inoltre esteso ad alcuni <strong>di</strong> coloro che hanno accompagnato, con<br />
attenzione e <strong>di</strong>sponibilità, il lavoro sinora svolto dal Laboratorio.<br />
Lo sai Mamma<br />
Il Laboratorio con la Associazione Culturale Pe<strong>di</strong>atri (ACP) e la Federfarma Lombar<strong>di</strong>a<br />
promuove l’iniziativa “Lo sai Mamma” per fornire informazioni alle mamme circa la salute<br />
del bambino attraverso la realizzazione <strong>di</strong> schede informative <strong>di</strong>stribuite in tutte le farmacie<br />
della Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Argomenti trattati nel 2011: depressione post parto; SIDS – morte improvvisa; incidenti<br />
domestici; nati per la musica; igiene dentale; sicurezza in bici; sicurezza in moto.<br />
Diritti delle persone con <strong>di</strong>sabilità complessa nell’accesso ai servizi<br />
sanitari<br />
Il Laboratorio ha partecipato all’organizzazione della consensus Conference e alla stesura<br />
delle linee guida:“Diritti delle persone con <strong>di</strong>sabilità complessa nell’accesso ai servizi<br />
sanitari”Raccomandazioni cliniche e organizzative.<br />
Obiettivi: Una ricerca svolta dalla Fondazione Zancan [2010] ha evidenziato una situazione<br />
piuttosto variegata nel panorama italiano, con criticità <strong>di</strong>stribuite non solo tra nord e sud ma<br />
anche all’interno delle stesse regioni. Ha soprattutto evidenziato l’urgenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre e<br />
283<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
perseguire un obiettivo comune: facilitare dell’accesso delle persone con <strong>di</strong>sabilità<br />
complessa e dei loro familiari ai servizi per tutti. Le <strong>di</strong>fficoltà che si incontrano<br />
quoti<strong>di</strong>anamente rendono infatti più <strong>di</strong>suguali le persone che invece avrebbero bisogno e<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> maggiori attenzioni per poter sparare in risposte appropriate ed efficienti.<br />
Meto<strong>di</strong>: per l’organizzazione e la conduzione della Conferenza <strong>di</strong> Consenso ci si è basati<br />
sulle in<strong>di</strong>cazioni del manuale metodologico del Sistema nazionale per le linee guida<br />
[http://www.snlg-iss.it/manuale_metodologico_consensus]. Le Conferenze <strong>di</strong> Consensus<br />
rappresentano uno degli strumenti <strong>di</strong>sponibili per raggiungere, attraverso un processo<br />
formale, un accordo tra le <strong>di</strong>verse figure rispetto a questioni sanitarie particolarmente<br />
controverse e/o complesse, favorendo la scelta <strong>di</strong> orientamenti il più possibile uniformi nella<br />
pratica clinica, nell’ottica <strong>di</strong> fornire ai pazienti la migliore qualità <strong>di</strong> cura in <strong>rapporto</strong> alle<br />
risorse <strong>di</strong>sponibili. Perché la Conferenza <strong>di</strong> Consensus <strong>di</strong>venti lo strumento che allarga il<br />
confronto su questioni <strong>di</strong> salute che interessano gli utenti, è in<strong>di</strong>spensabile che i pazienti, i<br />
citta<strong>di</strong>ni e/o i loro rappresentanti siano coinvolti nel suo sviluppo ed è quanto avvenuto sin<br />
dal momento della progettazione della Conferenza <strong>di</strong> cui presentiamo i risultati. E’ stato<br />
costituito un gruppo tecnico-scientifico <strong>di</strong> lavoro incaricato dai promotori della conferenza <strong>di</strong><br />
preparare una sintesi delle conoscenze scientifiche <strong>di</strong>sponibili ad una giuria multi<strong>di</strong>sciplinare<br />
composta da specialisti e non specialisti del settore. La produzione delle raccomandazioni è<br />
avvenuta a partire da una valutazione delle migliori prove scientifiche <strong>di</strong>sponibili sul tema<br />
della <strong>di</strong>sabilità complessa e l’accesso ai servizi sanitari. A tale proposito è stata effettuata<br />
una ricerca bibliografica sistematica consultando le principali banche dati internazionali<br />
(PubMed, Embase, CINHAL, Cochrane Library, PsycINFO, PsycArticle) e le riviste e<br />
pubblicazioni italiane pertinenti. Il materiale selezionato è servito alla stesura del documento<br />
sottoposto alla valutazione dei componenti della giuria. In considerazione delle ampie “aree<br />
grigie”, <strong>di</strong> incertezza e forte <strong>di</strong>somogeneità <strong>di</strong> comportamenti sul piano clinico,<br />
organizzativo e gestionale dell’assistenza sanitaria, che caratterizzano l’area delle <strong>di</strong>sabilità<br />
complesse, è stato necessario uno sforzo <strong>di</strong> analisi, valutazione critica e sintesi delle<br />
conoscenze <strong>di</strong>sponibili. Nel corso della Conferenza sono stati esposti i contenuti, le<br />
in<strong>di</strong>cazioni, le raccomandazioni, le evidenze e razionalità che li sostengono, alla presenza <strong>di</strong><br />
referenti della comunità scientifica, degli specialisti del settore e dei rappresentanti <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni e pazienti. Priorità <strong>di</strong> intervento nella <strong>di</strong>scussione dei singoli punti è stata data ai<br />
giurati, ma tutti i partecipanti hanno potuto adeguatamente intervenire. Al termine della<br />
<strong>di</strong>scussione è stato redatto, ad opera del comitato <strong>di</strong> scrittura, un documento che sintetizza le<br />
convergenze e con<strong>di</strong>visioni raggiunte con il contributo <strong>di</strong> tutti i partecipanti e le loro relative<br />
raccomandazioni per la pratica. Il documento definitivo <strong>di</strong> consenso è stato sottoposto a<br />
ciascun giurato per la lettura e l’approvazione. E’ stato successivamente trasmesso ai<br />
promotori per la sua <strong>di</strong>ffusione.<br />
Ricerca & Pratica<br />
Nata nel gennaio del 1985, come espressione dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
"<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", Ricerca & Pratica fa parte dell'International Society of Drug Bulletins che<br />
raggruppa le riviste in<strong>di</strong>pendenti.<br />
Da oltre venti anni, R&P rappresenta uno spazio aperto a tutti coloro che nell’ambito delle<br />
cure primarie raccolgono dati, producono stu<strong>di</strong>, alimentano confronti e suggeriscono<br />
riflessioni con il sincero intento <strong>di</strong> capire e <strong>di</strong> migliorarsi, con lo sforzo <strong>di</strong> guardare al <strong>di</strong> là<br />
dei soli aspetti clinici della me<strong>di</strong>cina, senza però mai <strong>di</strong>menticare che è alla clinica che i<br />
lettori de<strong>di</strong>cano la maggior parte del proprio tempo e dei propri sforzi.<br />
R&P rappresenta un osservatorio esclusivo e autonomo che è anche un laboratorio <strong>di</strong><br />
riflessione, valutazione e informazione attraverso strumenti come l'affidabilità e la rilevanza<br />
dei dati, l'equilibrio tra benefici e rischi e tra benefici e costi, l'in<strong>di</strong>pendenza da conflitti <strong>di</strong><br />
interesse con l'obiettivo reale <strong>di</strong> contribuire ad un miglioramento, progressivo ed equamente<br />
<strong>di</strong>stribuito, del livello <strong>di</strong> salute della popolazione.<br />
284<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
LABORATORIO POLITICHE<br />
REGOLATORIE DEL FARMACO<br />
PERSONALE<br />
Capo Laboratorio<br />
Ricercatore senior<br />
Ricercatore senior<br />
Visiting scientist<br />
Vittorio BERTELE’, Dr. Med. Chir.<br />
Rita BANZI, Dr Chim Farm, PhD<br />
Brian GODMAN, PhD<br />
Roberta JOPPI, Dr Chim Farm<br />
CURRICULUM VITAE<br />
Vittorio Bertele’ è un farmacologo clinico. Si è laureato in Me<strong>di</strong>cina nel 1977 presso l’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, dove pure si è specializzato in Me<strong>di</strong>cina Interna. E’ stato borsista presso la Harvard<br />
Me<strong>di</strong>cal School; poi ha lavorato presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”.<br />
Le sue principali aree d’interesse sono state la farmacologia clinica dei farmaci attivi sull’emostasi e sul<br />
sistema car<strong>di</strong>ovascolare 1-2 , l’epidemiologia degli interventi in campo car<strong>di</strong>ovascolare, e gli stu<strong>di</strong> clinici <strong>di</strong><br />
efficacia e <strong>di</strong> utilizzazione dei farmaci 3-4 .<br />
E’ stato esperto del Committee for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products (Cpmp) presso l’European Me<strong>di</strong>cine<br />
Evaluation Agency (Ema), membro del Comitato per la negoziazione dei prezzi dei farmaci presso il<br />
Ministero della Salute e membro della Commissione Tecnico-scientifica presso l’Agenzia Italiana del<br />
Farmaco (Aifa). Attualmente è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Politiche Regolatorie del Farmaco presso l’<strong>Istituto</strong><br />
“<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>” <strong>di</strong> Milano, segretario del Scientific Board <strong>di</strong> ECRIN e membro del Comitato Scientifico<br />
dell’Italian Horizon Scanning Center 5-10 .<br />
Selected publications<br />
1. Bertele' V., Falanga A., Tomasiak M., Dejana E., Cerletti C., De Gaetano G. Platelet<br />
thromboxane synthetase inhibitors with low doses of aspirin: Possible resolution of the<br />
"aspirin <strong>di</strong>lemma". Science 1983; 220: 517-519<br />
2. Bertele' V., Falanga A., Tomasiak M., Chiabrando C., Cerletti C., De Gaetano G.<br />
Pharmacological inhibition of thromboxane synthetase and platelet aggregation:<br />
Modulatory role of cyclooxygenase products. Blood 1984; 63: 1460-1466 (1984).<br />
3. The i.c.a.i. Group (Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'Ischemia cronica Critica degli Arti Inferiori).<br />
Prostanoids for chronic critical leg ischemia: A randomized, controlled, open-label trial with<br />
prostaglan<strong>di</strong>n E 1 . Ann Int Med 1999; 130: 412-421<br />
4. Garattini S, Bertele’ V. Adjusting regulatory rules to public health needs. Lancet 2001; 358: 64-<br />
67<br />
285<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
5. Garattini S, Bertele' V. Efficacy, safety, and cost of new anticancer drugs. BMJ 2002; 325: 269-<br />
271<br />
6. Garattini S, Bertele’ V, Li Bassi L. How can research ethics committees protect patients better<br />
BMJ 2003; 326:1199–201<br />
7. Joppi R, Bertele' V, Garattini S. Disappointing biotech. BMJ 2005; 331: 895-897<br />
8. Garattini S, Bertele' V. Non-inferiority trials are unethical because they <strong>di</strong>sregard patients'<br />
interests. Lancet 2007; 370 : 1875-1877<br />
9. Garattini S, Bertele' V. Homoeopathy: not a matter for drug-regulatory authorities. Lancet 2009;<br />
374 : 1578-1580<br />
10. Garattini S, Bertele' V. Europe's opportunity to open up drug regulation. BMJ 2010; 340 : c1578<br />
INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA’ DEL LABORATORIO<br />
Valutazione critica della metodologia clinica<br />
Collaborazione allo sviluppo e al funzionamento <strong>di</strong> un’infrastruttura europea <strong>di</strong> supporto alla<br />
pianificazione e alla conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici (ECRIN, European Clinical Research<br />
Infrastructure Network) attraverso le figure del ECRIN Scientific Board Secretariat e dello<br />
European Correspondent per l’Italia,<br />
Coor<strong>di</strong>namento del Gruppo 9.3 relativo a “Identificazione degli elementi principali nell’attività<br />
<strong>di</strong> monitoraggio degli stu<strong>di</strong> clinici” (WP9 del Progetto ECRIN).<br />
Valutazione critica del profilo <strong>di</strong> beneficio rischio dei farmaci.<br />
Valutazione preliminare dei farmaci in fase pre-registrativa.<br />
Ottimizzazione dell’uso dei farmaci e delle risorse in campo sanitario con particolare riguardo<br />
alle riforme e alle iniziative in atto in Europa per raggiungere questo obiettivo sia per i nuovi<br />
farmaci sia per quelli esistenti.<br />
Valutazione critica dei sistemi per stabilire prezzi e rimborsabilità dei farmaci in Europa con<br />
particolare riguardo all’introduzione dei farmaci generici.<br />
Collaborazione al <strong>di</strong>segno e alla conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacovigilanza e <strong>di</strong> farmaco<br />
epidemiologia in Europa.<br />
Valutazione dell’adeguatezza della legislazione, delle istituzioni e delle procedure regolatorie ai<br />
fini della salute pubblica.<br />
SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />
Valutazione critica <strong>di</strong> aspetti metodologici della ricerca clinica come l’adozione del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />
equivalenza o <strong>di</strong> non-inferiorità, l’uso <strong>di</strong> comparatori o <strong>di</strong> endpoint inadeguati, etc negli stu<strong>di</strong><br />
clinici controllati.<br />
286<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Valutazione <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici transnazionali europei da realizzare con il sostegno<br />
metodologico e operativo <strong>di</strong> ECRIN (European Clinical Research Infrastructure Network).<br />
Verifica dell’operatività e dei costi del Network.<br />
Supporto allo sviluppo della rete nazionale Ita-CRIN.<br />
Coor<strong>di</strong>namento delle attività ECRIN per l’Italia.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strategie europee per l’utilizzo razionale <strong>di</strong> vecchi e nuovi farmaci, incluse politiche<br />
<strong>di</strong> controllo della prescrizione <strong>di</strong> farmaci costosi e della loro sostituzione con farmaci generici<br />
quando questi siano <strong>di</strong>sponibili. Fondazione ed estensione del Piperska Group che concentra<br />
competenze a livello europeo in questa <strong>di</strong>rezione.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> nuovi modelli e strategie per ottimizzare l’accesso al mercato <strong>di</strong> nuovi farmaci. Tale<br />
attività <strong>di</strong> concerto con il Piperska Group include il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> risk sharing tra<br />
industria e autorità sanitarie e ha condotto a importanti riforme nel sistema assicurativo sanitario<br />
in Germania.<br />
Suggerimenti per politiche europee per l’attribuzione dei prezzi dei farmaci generici e dei<br />
farmaci <strong>di</strong> marca corrispondenti con scambi transnazionali <strong>di</strong> mutuo appren<strong>di</strong>mento delle<br />
strategie adottate nei singoli paesi.<br />
Valutazione critica dei farmaci in fase pre-registrativa nell’ambito dell’Italian Horizon Scanning<br />
Project che offre ai soggetti interessati informazioni tempestive sul potenziale impatto clinico e<br />
sul <strong>rapporto</strong> costo- efficacia <strong>di</strong> prodotti il cui ingresso nel mercato non è prossimo.<br />
Revisione critica dei criteri per valutare l’innovatività dei nuovi farmaci e l’opportunità della<br />
loro ammissione alla rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale.<br />
Partecipazione alla costituzione <strong>di</strong> un consorzio <strong>di</strong> centri pubblici e privati <strong>di</strong> farmacovigilanza e<br />
farmacoepidemiologia in Europa (PROTECT); sotto la guida dell’ European Me<strong>di</strong>cines Agency<br />
(EMA) il consorzio ha elaborato un progetto europeo che ha lo scopo <strong>di</strong> migliorare il <strong>di</strong>segno e<br />
la conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacovigilanza e farmacoepidemiologia e <strong>di</strong> sviluppare e integrare<br />
nuove tecniche <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> informazioni circa il profilo <strong>di</strong> beneficio-rischio dei farmaci.<br />
Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per<br />
adeguarle alle esigenze <strong>di</strong> salute pubblica.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Assessorato alla Sanità Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Italian Horizon Scanning Project<br />
287<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Italian Cochrane Network<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
European Me<strong>di</strong>cine Agency (EMA)<br />
European Clinical Research Infrastructures Network (ECRIN)<br />
European Network of Centres in Pharmacoepidemiology and Pharmacovigilance (ENCePP)<br />
Piperska network per l’ottimizzazione dell’uso razionale dei farmaci in Europa<br />
Karolinska Institutet, Division of Clinical Pharmacology, Department of Laboratory Me<strong>di</strong>cine,<br />
and Centre for Pharmacoepidemiology; Department of Drug Management and Informatics, SE<br />
University of Liverpool, Management School, Prescribing Research Group, UK<br />
Cochrane Collaboration<br />
International Information Network on New and Emerging Health Technologies (EuroScan)<br />
Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità (Dipartimento dei Farmaci Essenziali e della Politica<br />
Farmaceutica)<br />
PRESENTAZIONE IN COMITATI EDITORIALI<br />
Ricerca & Pratica<br />
Dialogo sui Farmaci<br />
Frontiers in Clinical Trials and Pharmacotherapy (associate e<strong>di</strong>tor)<br />
Frontiers in Pharmacology: Pharmacoeconomics and Outcomes Research (Associate E<strong>di</strong>tor)<br />
Internal and Emergency Me<strong>di</strong>cine (e<strong>di</strong>torial board)<br />
Generics and Biosimilar Initiatives (International E<strong>di</strong>torial Board)<br />
288<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
European Clinical Research Infrastructure Network (ECRIN) Scientific Board, Secretariat<br />
Comitato Scientifico dell’Italian Horizon Scanning Project<br />
Comitato etico provinciale <strong>di</strong> Verona<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />
NELL’ANNO 2011<br />
• Avanzini F, Bertele' V, Pistotti V, Mannucci PM, Garattini S. • Solicited Self-Referencing<br />
Undermines the Cre<strong>di</strong>bility of Researchers and Journals. J Thromb Haemost 2011; E-pub Dec 21.<br />
• Banzi R, Torri V, Bertele' V, Garattini S. Antibiotics versus surgery for appen<strong>di</strong>citis. Lancet 2011;<br />
378:1067-8.<br />
• Bertele' V, Banzi R, Gluud C, Garattini S. EMA's reflection on placebo does not reflect patients'<br />
interests. Eur J Clin Pharmacol 2011; E-pub Dec 2.<br />
• Garattini S, Bertele’ V Anything new in EU pharmacovigilance Eur J Clin Pharmacol 2011;<br />
67:1199-1200.<br />
• Garuoliene K, Godman B, Gulbinovič J, Wettermark B, Haycox A. European countries with small<br />
populations can obtain low prices for drugs: Lithuania as a case history. Expert Rev Pharmacoecon<br />
Outcomes Res. 2011; 11:343-9.<br />
• Godman B, Shrank W, Andersen M, Berg C et al. Policies to enhance prescribing efficiency in<br />
Europe: fin<strong>di</strong>ngs and future implications. Frontiers Pharmacol. 2011; 1: 1-16 doi:<br />
10.3389/fphar.2010.00141<br />
• Godman B, Sakshaug S, Berg C, Wettermark B, Haycox A. Combination of prescribing restrictions<br />
and policies to engineer low prices to reduce reimbursement costs. Expert Rev Pharmacoecon<br />
Outcomes Res. 2011; 11:121-9.<br />
• Godman B, Wettermark B, Bennie M, Burkhardt T, Garuoliene K, Lonsdale J, Malinowska K,<br />
Schwabe U, Sermet C, Zara C, Gustafsson LL. Enhancing prescribing efficiency through increased<br />
utilisation of generics at low prices. (E)Hospital 2011; 13: 28-31<br />
• Gustafsson LL, Wettermark B, Godman B, Andersén-Karlsson E, Bergman U, Hasselström J, Hensjö<br />
LO, Hjemdahl P, Jägre I, Julander M, Ringertz B, Schmidt D, Sjöberg S, Sjöqvist F, Stiller CO,<br />
Törnqvist E, Tryselius R, Vitols S, von Bahr C; Regional Drug Expert Consortium. The 'wise list'- a<br />
comprehensive concept to select, communicate and achieve adherence to recommendations of<br />
essential drugs in ambulatory care in Stockholm. Basic Clin Pharmacol Toxicol 2011; 108:224-33.<br />
• Moon J, Flett A, Godman B, Grosso M, Wierzbicki A. Getting better value from the NHS drug<br />
budget. BMJ 2011; 342: 30-32<br />
289<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Vončina L, Strizrep T, Godman B, Bennie M, Bishop I, Campbell S, Vlahović-Palčevski V,<br />
Gustafsson LL. Influence of demand-side measures to enhance renin-angiotensin prescribing<br />
efficiency in Europe: implications for the future. Expert Rev Pharmacoecon Outcomes Res 2011;<br />
11:469-79.<br />
• Wladysiuk M, Araszkiewicz A, Godman B, Szabert K, Barbui C, Haycox A. Influence of patient copayments<br />
on atypical antipsychotic choice in Poland: implications once generic atypicals are<br />
available. Appl Health Econ Health Policy 2011; 9:101-10.<br />
ATTIVITA’ DI RICERCA<br />
Valutazione critica della metodologia clinica<br />
Sensibilizzazione nell’ambito della comunità scientifica e dell’opinione pubblica dei potenziali<br />
con<strong>di</strong>zionamenti e dei fattori <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento nella ricerca clinica<br />
Valutazione critica della legislazione europea sui me<strong>di</strong>cinali<br />
Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per<br />
adeguarle alle esigenze <strong>di</strong> salute pubblica.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un’infrastruttura europea <strong>di</strong> supporto alla pianificazione e alla<br />
conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici<br />
Collaborazione allo sviluppo e al funzionamento <strong>di</strong> un’infrastruttura europea che collega reti<br />
nazionali <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ricerca clinica e <strong>di</strong> unità operanti nel settore degli stu<strong>di</strong> clinici controllati.<br />
Tale infrastruttura (ECRIN, European Clinical Research Infrastructure Network) offre servizi <strong>di</strong><br />
supporto a ricercatori clinici e sponsor <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> multicentrici e transnazionali.<br />
Valutazione critica delle riforme in corso in ambito sanitario nei vari paesi<br />
europei, in particolare quelle rivolte al controllo della spesa farmaceutica<br />
Valutazione delle riforme atte ad abbassare il costo <strong>di</strong> questi, dei corrispondenti prodotti <strong>di</strong><br />
marchio e dei farmaci della classe corrispondente. Confronto e appren<strong>di</strong>mento reciproco tra<br />
<strong>di</strong>versi sistemi e culture su come liberare risorse per coprire i costi <strong>di</strong> nuovi farmaci innovativi e<br />
fornire un’assistenza sanitaria quanto più vasta ed equa possibile.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strategie europee per accrescere l’uso razionale dei farmaci<br />
Accrescere l’uso razionale dei farmaci, aumentando la prescrizione dei generici e adottando<br />
l’approccio noto come le “Four E” ovvero: economics, enforcement, education, and<br />
engineering. Lo scopo è quello <strong>di</strong> liberare risorse per garantire l’accesso ai nuovi farmaci<br />
innovativi.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strategie per ottimizzare l’accesso al mercato <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />
Sviluppo <strong>di</strong> modelli per ottimizzare l’ingresso <strong>di</strong> nuovi farmaci sul mercato: tali modelli<br />
includono attività <strong>di</strong> horizon scanning, valutazione dell’impatto economico e del valore clinico<br />
dei farmaci nelle fasi precedenti e successive al loro lancio sul mercato.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strategie per la farmacovigilanza in Europa<br />
nella ricerca clinica Sviluppo e test <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> innovativi per integrare le informazioni su<br />
benefici e rischi legati all’uso dei farmaci a beneficio dei soggetti interessati: pazienti;<br />
prescrittori, addetti alle attività regolatorie e aziende farmaceutiche.<br />
Valutazione delle tecnologie emergenti<br />
290<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Raccolta <strong>di</strong> informazioni sui farmaci nella fase precoce dello sviluppo con particolare riguardo<br />
al loro potenziale impatto clinico e al <strong>rapporto</strong> costo-beneficio. Classificazione dei nuovi<br />
prodotti secondo la possibile data <strong>di</strong> autorizzazione al commercio, al grado <strong>di</strong> innovazione,<br />
all’impatto clinico ed economico, al possibile costo e alla sostenibilità da parte dei Servizi<br />
sanitari nazionali. Lo scopo è quello <strong>di</strong> fornire ai soggetti interessati informazioni tempestive<br />
circa il potenziale clinico e l’impatto clinico dei nuovi farmaci.<br />
Valutazione della documentazione alla base della domanda <strong>di</strong> ammissione<br />
al commercio <strong>di</strong> nuovi farmaci<br />
Supporto alla valutazione delle domande per l’ammissione al commercio <strong>di</strong> nuovi farmaci e per<br />
le successive variazioni alle con<strong>di</strong>zioni dell’autorizzazione originale.<br />
291<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
292<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CENTRO DI INGEGNERIA<br />
INFORMATICA<br />
PERSONALE<br />
Informatica per la Ricerca e Comunicazione<br />
Capo Divisione<br />
Lorenzo Marco ROSSI<br />
Servizi e Infrastrutture Informatiche<br />
Capo Divisione<br />
Davide BAZZI<br />
293<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Lorenzo Marco Rossi si è laureato in Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca con in<strong>di</strong>rizzo Strumentazioni<br />
Cliniche Ospedaliere presso il Politecnico <strong>di</strong> Milano. Collabora con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> dal<br />
1998.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> interesse sono:<br />
1.Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> software per la ricerca clinica<br />
2.Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> sistemi software per l’automazione aziendale<br />
3.Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> prodotti per la <strong>di</strong>vulgazione multime<strong>di</strong>ale<br />
Davide Bazzi si è <strong>di</strong>plomato in Informatica con in<strong>di</strong>rizzo ABACUS presso l’<strong>Istituto</strong> Tecnico<br />
Industriale Statale <strong>di</strong> Corsico. Collabora con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> dal 1997.<br />
Le principali aree <strong>di</strong> interesse sono:<br />
1. Progettazione, realizzazione e gestione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> comunicazione e Data Center<br />
2. Definizione e gestione dei livelli <strong>di</strong> qualità nell’erogazione dei servizi ICT<br />
4. Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> sistemi per l’innovazione tecnologica ICT<br />
3. Definizione e applicazione delle metodologie e dei processi organizzativi per la gestione della<br />
sicurezza informatica<br />
ATTIVITA’ DEL CENTRO<br />
Per meglio rispondere alle esigenze sempre maggiori <strong>di</strong> specializzazione nei campi <strong>di</strong> sviluppo<br />
dell’informatica, il Centro <strong>di</strong> Ingegneria Informatica è organizzato, sulla base <strong>di</strong> competenze<br />
acquisite, in due <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong>stinte legate tra loro da uno stretto <strong>rapporto</strong> collaborativo.<br />
Il Centro <strong>di</strong> Ingegneria Informatica, raccogliendo attorno a sé gli aspetti multi<strong>di</strong>sciplinari<br />
dell’informatica, promuove e si propone <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare e armonizzazione lo sviluppo degli<br />
strumenti <strong>di</strong> gestione delle informazioni, migliorando l'integrazione fra le procedure informative<br />
rendendo più efficaci i processi <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> gestione dei dati scientifici e<br />
amministrativi, per supportare e velocizzare i processi decisionali, <strong>di</strong> governo e i processi <strong>di</strong><br />
ricerca clinica e scientifica.<br />
ATTIVITA’ DI RICERCA<br />
Implementazione <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> raccolta dati per Stu<strong>di</strong> Clinici (E-CRF)<br />
- Lab. Ricerca Traslazionale e <strong>di</strong> Outcame in Oncologia (Dip. Oncologia)<br />
Trial CERP<br />
Manutenzione e gestione delle schede <strong>di</strong> raccolta dati per i seguenti stu<strong>di</strong><br />
clinici<br />
- Lab. Malattie Neurologiche (Dip. Neuroscienze):<br />
Registro Europeo SLA<br />
Trial L-ACETYLCARNITINE<br />
Trial ANTIEPILETTICI<br />
Trial EPILESSIA E STROKE<br />
Trial EPO VS MP IN SPINAL SHOCK<br />
294<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Trial VALPROATO<br />
Trial THEOREM<br />
Trial ANTIEPILETTICI<br />
Trial ADONE<br />
Trial EDU-COM<br />
- Lab. Clinical Trials (Dip. Oncologia)<br />
Trial FOLFOX<br />
Trial TOP<br />
Trial COMETS<br />
Trial TAILOR<br />
Trial HEAD & NECK<br />
Trial GLAUCOMA PEDIATRICO<br />
Emendamento al Trial TAILOR<br />
Trial ITACAS 2<br />
- Lab. Per lo Sviluppo <strong>di</strong> nuove Strategie <strong>Farmacologiche</strong> (Dip. Oncologia)<br />
Trial MAPS<br />
Trial STARPAN<br />
Trial TRIAC<br />
- Dip. Epidemiologia<br />
Trial CADASIL<br />
- Lab. Valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l'anziano (Dip. Neuroscienze)<br />
Trial GISAS<br />
Registro dei Pazienti per lo stu<strong>di</strong>o delle Polipatologie e Politerapie –<br />
rete SIMI<br />
Applicativi web based legati a progetti<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
Progettazione e realizzazione strumenti <strong>di</strong> monitoraggio per l'attuale programma <strong>di</strong> raccolta<br />
dati per stu<strong>di</strong> clinici<br />
Sistema Gestione Or<strong>di</strong>ni (Modulo Statistiche)<br />
Gestione della base <strong>di</strong> dati che ospita i dati relativi a ricoveri, prescrizioni e visite forniti da<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a per analisi dati convenzionate.<br />
Assistenza all’elaborazione dati nell’analisi delle prescrizioni in Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Aggiornamento utility per il programma sulle interazione tra i farmaci<br />
Progettazione, sviluppo e messa in produzione del nuovo Database delle Interazioni tra<br />
Farmaci<br />
Altri progetti<br />
Applicativi web based per l'automazione aziendale<br />
• Completamento e messa in produzione del nuovo Database dei Donatori<br />
• Progettazione e sviluppo del sistema <strong>di</strong> Gestione della Sperimentazione Animali<br />
• Aggiornamenti statistiche database Pubblicazioni <strong>Istituto</strong><br />
295<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Aggiornamento ed implementazione nuove funzionalità sistema <strong>di</strong> gestione<br />
Pubblicazioni <strong>Istituto</strong><br />
• Progettazione e sviluppo nuovo sistema <strong>di</strong> gestione Pubblicazioni <strong>Istituto</strong><br />
• Gestione database e cre<strong>di</strong>ti ECM<br />
• Aggiornamento e manutenzione Registro stu<strong>di</strong> clinici in <strong>Istituto</strong><br />
• Gestione sistema gestione test can<strong>di</strong>dati scuola della regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
• Gestione sistema gestione test can<strong>di</strong>dati PhD<br />
• Utility gestione frequenza scuola<br />
• Consulenze su architettura e funzionalità dei progetti per il sistema gestione or<strong>di</strong>ni e<br />
personale<br />
Comunicazione multime<strong>di</strong>ale<br />
−<br />
−<br />
Gestione contenuti multime<strong>di</strong>ali sito istituzionale<br />
Montaggio video e realizzazione DVD per presentazione<br />
Siti internet realizzati<br />
−<br />
−<br />
−<br />
Gestione e ampliamento sito Istituzionale<br />
Creazione e gestione contenuti sul sito Istituzionale della sezione sul Cinquantesimo<br />
dell'<strong>Istituto</strong><br />
Gestione siti collegati<br />
Infrastrutture informatiche<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
−<br />
Realizzazione migrazione physical-to-virtual e consolidamento dei server su piattaforma<br />
virtualizzata<br />
Realizzazione infrastruttura <strong>di</strong> supporto (server e database) per il progetto Valhidate<br />
Migrazione del nuovo sistema <strong>di</strong> posta elettronica su piattaforma virtualizzata<br />
Coor<strong>di</strong>namento attività per l’installazione e avviamento infrastrutture informatiche e <strong>di</strong><br />
telecomunicazione nuova sede del Km Rosso<br />
Completata attivazione nuova infrastruttura <strong>di</strong> collegamento intersede su rete MPLS<br />
Realizzazione nuovo sistema <strong>di</strong> backup (<strong>di</strong>sk-to-<strong>di</strong>sk) in server farm secondaria destinata a<br />
sito <strong>di</strong> <strong>di</strong>saster recovery<br />
Attività or<strong>di</strong>nare <strong>di</strong> helpdesk e gestione infrastrutture informatiche e <strong>di</strong> telecomunicazioni<br />
296<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CENTRO CATULLO E DANIELA<br />
BORGOMAINERIO<br />
Il centro de<strong>di</strong>cato a “Catullo e Daniela Borgomainerio” è sorto nel 1987, grazie al contributo<br />
della Signora Angela Marchegiano Borgomainerio.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un centro per lo stu<strong>di</strong>o delle malattie rare del bambino e a tutt’oggi alcuni dei<br />
laboratori ospitati conducono ricerche in questo senso. Ad esempio, si occupano dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
nuove opzioni terapeutiche da applicare al trattamento <strong>di</strong> una forma molto rara <strong>di</strong> leucemia<br />
acuta mieloide, nota come leucemia acuta promielocitica e sono in corso numerosi stu<strong>di</strong> per<br />
identificare nuovi farmaci dotati <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong>versi capaci <strong>di</strong> sinergizzare con l’acido transretinoico.<br />
Nel Centro Borgomainerio si svolgono inoltre ricerche epidemiologiche sulle leucemie infantili<br />
e sui tumori del testicolo negli adolescenti e giovani adulti.Si realizzano anche ricerche per fare<br />
in modo che le terapie nei bambini siano basate sull’evidenza.<br />
Le attività svolte presso il Centro Borgomainerio afferenti all'area pe<strong>di</strong>atrica sono condotte in<br />
collaborazione anche con gruppi dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong>slocati in altre se<strong>di</strong>, quali: il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò (Ranica, BG), il Centro <strong>di</strong> informazione sul<br />
farmaco (Crif) e il Laboratorio per la Salute Materno Infantile del Dipartimento <strong>di</strong> Salute<br />
Pubblica, che hanno entrambi sede a Milano.<br />
297<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
298<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
LA BIBLIOTECA<br />
PERSONALE<br />
Capo Bibliotecaria<br />
Vanna Pistotti<br />
299<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
La Biblioteca, specializzata nel campo della farmacologia ed epidemiologia clinica, è stata<br />
fondata nel 1963 grazie a una donazione della Gustavus and Louise Pfeiffer Research<br />
Foundation con sede a Denville, New Jersey, USA.<br />
Enti pubblici e privati contribuiscono al suo funzionamento me<strong>di</strong>ante donazioni, offerte <strong>di</strong><br />
materiale e <strong>di</strong> abbonamenti a perio<strong>di</strong>ci.<br />
PERSONALE<br />
Il personale della Biblioteca è composto da una responsabile, due assistenti e un incaricato al<br />
servizio fotocopie.<br />
LA COLLEZIONE<br />
La biblioteca possiede 5000 volumi tra libri <strong>di</strong> testo, monografie e atti <strong>di</strong> convegno e 150<br />
abbonamenti a perio<strong>di</strong>ci. I libri vengono classificati secondo la US National Library of<br />
Me<strong>di</strong>cine Classification, quinta e<strong>di</strong>zione e il Me<strong>di</strong>cal Subject Hea<strong>di</strong>ngs <strong>di</strong> Medline (MeSH).<br />
Oltre alla collezione interna la Biblioteca accede al Catalogo Nazionale dei Perio<strong>di</strong>ci , al<br />
Catalogo delle biblioteche appartenenti al Sistema Bibliotecario Biome<strong>di</strong>co Lombardo e a<br />
quello del GIDIF, RBM.<br />
BANCHE DATI E RIVISTE ELETTRONICHE<br />
Da ogni postazione interna all’<strong>Istituto</strong> è possibile accedere a più <strong>di</strong> 8000 riviste elettroniche e a<br />
tre tra le banche dati più importanti al mondo: Medline, La Cochrane Library, Embase.<br />
PROGETTI<br />
La biblioteca partecipa alla realizzazione del Catalogo dei Perio<strong>di</strong>ci dell’Associazione Italiana<br />
dei Documentalisti GIDIF, RBM.<br />
Collabora attivamente al sito web dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> cui in particolare cura la parte delle<br />
Pubblicazioni, sia scientifiche sia <strong>di</strong>vulgative.<br />
Ogni anno vengono svolti corsi al personale scientifico dell’<strong>Istituto</strong> sull’uso delle banche dati e<br />
delle riviste elettroniche.<br />
CONTRATTI PIU’ SIGNIFICATIVI<br />
Dal 1994 aderisce al progetto SBBL Sistema Bibliotecario Biome<strong>di</strong>co Lombardo della Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a, cui partecipano quattor<strong>di</strong>ci biblioteche lombarde come Poli primari e che offre<br />
banche dati, riviste elettroniche e articoli a più <strong>di</strong> 140 strutture in Regione.<br />
300<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
EVENTI E CORSI<br />
Corso “La ricerca bibliografica su database biome<strong>di</strong>ci”, organizzato in collaborazione con<br />
l’ASL <strong>di</strong> Bergamo Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale, Bergamo 5 ottobre<br />
2011<br />
7 ° e<strong>di</strong>zione del corso ECM “"La ricerca bibliografica su database biome<strong>di</strong>ci. ", <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 30-31 marzo 2011<br />
8° e<strong>di</strong>zione del corso ECM “"La ricerca bibliografica su database biome<strong>di</strong>ci. ", <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> “<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>”, Milano, 26-27 ottobre 2011<br />
PUBBLICAZIONI<br />
1 Banzi R, Moja L, Pistotti V, Facchini A, Liberati A<br />
Conceptual frameworks and empirical approaches used to assess the impact of health<br />
research: an overview of reviews<br />
Health Res Policy Syst 2011 9 : 26<br />
301<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
302<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Centro Anna Maria Astori<br />
Bergamo<br />
RAPPORTI<br />
ATTIVITA’ 2011<br />
<strong>di</strong>partimenti e laboratori<br />
303<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
304<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO<br />
DI MEDICINA MOLECOLARE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol. Ph. D.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa<br />
Capo Laboratorio<br />
Marina MORIGI, Dr. Sci. Biol., Ph.D.<br />
Unità: Interazione Piastrine-Endotelio Vascolare<br />
Capo Unità<br />
Miriam GALBUSERA, Dr. Sci. Biol.<br />
Unità Biologia dello Sviluppo<br />
Capo Unità Barbara IMBERTI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare<br />
Capo Laboratorio<br />
Marina NORIS, Dr. Chim. Farm.. Ph.D.<br />
Unità: Biologia Cellulare dell'Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto<br />
Capo Unità<br />
Sistiana AIELLO, Biol.Sci.D<br />
Unità: Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto<br />
Capo Unità<br />
Federica CASIRAGHI, Chemist<br />
Unità: Genetica e Basi Molecolari delle Malattie Renali<br />
Capo Unità<br />
Roberta DONADELLI, Biol. Sci.D.<br />
305<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione con altri<br />
Sistemi<br />
Capo Laboratorio<br />
Carla ZOJA, Dr. Sci. Biol. Ph.D.<br />
Unità: Patologia e Immunopatologia<br />
Capo Unità<br />
Mauro ABBATE, Dr. Med.<br />
Unità: Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali<br />
Capo Unità<br />
Daniela Corna, Chemist<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare<br />
Capo Laboratorio<br />
Susanna TOMASONI, Dr. Sci. Biol. Ph.D.<br />
Unità: Microscopia Avanzata<br />
Capo Unità<br />
Elena GAGLIARDINI, Dr. Sci. Biol. Ph.D.<br />
306<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Ariela Benigni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e<br />
ha conseguito il titolo <strong>di</strong> PhD presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda, nel 2001.<br />
Attività formative: nel 1979 Post Doctoral Fellow, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
(IRFMN), Laboratorio <strong>di</strong> Chemioterapia Antitumorale in vivo, Milano, Italia; nel 1980-1981 Post<br />
Doctoral Fellow, Associazione Bergamasca per lo Stu<strong>di</strong>o delle Malattie Renali, Laboratorio della<br />
Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi, Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, Bergamo; nel 1980 Post Doctoral Fellow,<br />
Guy’s Hospital, London; nel 1982 Titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea, Centre<br />
Regional de Transfusion Sanguigne de Strasbourg, Strasbourg, Francia; nel 1989 stage al Brigham and<br />
Women’s Hospital, Laboratory of Prof. Barry Brenner, Boston.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: me<strong>di</strong>atori vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con<br />
particolare riguardo all'endotelina; trattamento combinato <strong>di</strong> farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per<br />
rallentare la progressione della malattia renale cronica; utilizzo <strong>di</strong> cellule staminali per riparare il tessuto<br />
renale in modelli <strong>di</strong> insufficienza renale acuta e cronica; stu<strong>di</strong> dei meccanismi <strong>di</strong> rigenerazione del rene;<br />
tecniche <strong>di</strong> trasferimento genico in vitro e in vivo; prevenzione del rigetto acuto e cronico del trapianto<br />
attraverso trasferimento genico all’organo da trapiantare; induzione della tolleranza al trapianto attraverso<br />
tecniche <strong>di</strong> trasferimento genico; correzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti genetici nelle malattie rare.<br />
Ruoli: nel 1983 Ricercatore, IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, Bergamo; tra 1990-1994 Capo<br />
Laboratorio del Metabolismo <strong>di</strong> Prostaglan<strong>di</strong>ne e Leucotrieni, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 1991 è<br />
Segretario Scientifico, IRFMN, Bergamo, Italia; tra 1994 e 1999 è Capo Laboratorio dei Me<strong>di</strong>atori<br />
Vasoattivi e Infiammatori <strong>di</strong> Danno Tissutale, IRFMN, Bergamo, Italia; da Gennaio 2000 è Capo<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare, IRFMN, Bergamo. 1996-1998: Associate E<strong>di</strong>tor, Journal of<br />
Nephrology; 2003-2005: Associate E<strong>di</strong>tor, Kidney International. Associated E<strong>di</strong>tor dell'International<br />
Journal of Artificial Organs. 2007 -2012 Collaborazione con l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità per<br />
un progetto multicentrico internazionale sui fattori angiogenici come causa <strong>di</strong> pre-eclampsia. Nel 2007 ha<br />
avuto l’incarico <strong>di</strong> “Senior Fellow in Obstetric Me<strong>di</strong>cine” presso l’Università <strong>di</strong> Oxford, Nuffield<br />
Department of Obstetrics & Gynaecology.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M, Bettoni<br />
S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciar<strong>di</strong> F,<br />
Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and<br />
childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306.<br />
• Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting<br />
angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the<br />
glomerular architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38.<br />
• Benigni A. Will fish foster regenerative me<strong>di</strong>cine in man Nephrol Dial Transplant. 2011 Jul;26(7):2107-9.<br />
• Benigni A, Remuzzi G. Cells for treating organ damage: how long will we need them J Am Soc Nephrol. 2011<br />
Apr;22(4):590-2.<br />
• Perico N, Remuzzi G, Benigni A. Aging and the kidney. Curr Opin Nephrol Hypertens. 2011 May;20(3):312-7.<br />
• Benigni, M. Morigi, G. Remuzzi. Kidney regeneration. Lancet. 2010;375:1310-1317.<br />
Marina Morigi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano,<br />
Milano, Italia. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda, nel 2005.<br />
Attività formative: 1984–1987 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1987-1995 Borsista, IRFMN, Bergamo;<br />
1991 Stage al Brigham and Women’s Hospital, presso il laboratorio del Dr. P. Marsden, Boston.<br />
307<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Terapia cellulare e rigenerazione del tessuto renale: Stu<strong>di</strong>o della capacità delle<br />
cellule staminali adulte, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine, e dei progenitori renali <strong>di</strong> rigenerare il tessuto renale in<br />
modelli sperimentali <strong>di</strong> danno renale acuto e cronico. Terapia cellulare con cellule staminali embrionali<br />
per correggere il <strong>di</strong>fetto genetico in modelli sperimentali murini; Organogenesi renale e stu<strong>di</strong>o dei<br />
meccanismi rigenerativi indotti dal trapianto <strong>di</strong> reni embrionali in animali con danno renale cronico;<br />
Ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale tipico della forma epidemica <strong>di</strong> Sindrome<br />
Emolitico uremica; Ruolo del complemento nella <strong>di</strong>sfunzione endoteliale e trombosi; Stu<strong>di</strong>o dei<br />
me<strong>di</strong>atori/meccanismi coinvolti nel modello in vitro <strong>di</strong> rigetto iperacuto da xenotrapianto (endotelio<br />
porcino esposto a siero umano come fonte <strong>di</strong> complemento e xenoanticorpi); Tossicità renale delle<br />
proteine plasmatiche: stu<strong>di</strong> per identificare i segnali intracellulari, l’espressione e la produzione <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>atori pro-infiammatori in cellule epiteliali del tubulo prossimale e del glomerulo in vitro.<br />
Ruoli: dal 1995 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, Italy; 1996-1999 Capo, Unità <strong>di</strong> Biologia della Cellula<br />
Renale ed Endoteliale; dal 2000 Capo, Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa,<br />
IRFMN, Bergamo, Italy.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
− Rota C, Imberti B, Pozzobon M, Piccoli M, De Coppi P, Atala A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Xinaris C, Benedetti V, Fabricio AS,<br />
Squarcina E, Abbate M, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Human Amniotic Fluid Stem Cell Precon<strong>di</strong>tioning Improves<br />
Their Regenerative Potential. Stem Cells Dev. 2011 Dec 23. [Epub ahead of print].<br />
− Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M,<br />
Bettoni S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F,<br />
Macciar<strong>di</strong> F, Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E<br />
mutations and childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306.<br />
− Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting<br />
angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the<br />
glomerular architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38. Epub 2011 Jun 2.<br />
− Morigi M, Galbusera M, Gastol<strong>di</strong> S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M, Stravalaci M,<br />
Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Alternative pathway activation of complement by Shiga toxin promotes<br />
exuberant C3a formation that triggers microvascular thrombosis. J Immunol. 2011 Jul 1;187(1):172-80.<br />
− Imberti B, Casiraghi F, Cugini D, Azzollini N, Cassis P, Todeschini M, Solini S, Sebastiano V, Zuccotti M, Garagna S,<br />
Re<strong>di</strong> CA, Noris M, Morigi M, Remuzzi G. Embryonic stem cells, derived either after in vitro fertilization or nuclear<br />
transfer, prolong survival of semiallogeneic heart transplants. J Immunol. 2011 Apr 1;186(7):4164-74. Epub 2011 Mar 9.<br />
PubMed PMID: 21389254.<br />
− Benigni A, Morigi M, Remuzzi G. Kidney regeneration. Lancet. 2010 Apr 10;375(9722):1310-7. Review.<br />
− Morigi M, Rota C, Montemurro T, Montelatici E, Lo Cicero V, Imberti B, Abbate M, Zoja C, Cassis P, Longaretti L,<br />
Rebulla P, Introna M, Capelli C, Benigni A, Remuzzi G, Lazzari L. Life-sparing effect of human cord bloodmesenchymal<br />
stem cells in experimental acute kidney injury. Stem Cells. 2010 Mar 31;28(3):513-22.<br />
Marina Noris si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel novembre 1986 presso<br />
l’Università degli Stu<strong>di</strong> La Sapienza <strong>di</strong> Roma. Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso l’Università <strong>di</strong><br />
Maastricht, Olanda, nel 2005.<br />
Attività formative: nel 1984-1986 Borsista, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università<br />
<strong>di</strong> Roma; nel 1986-1987 Borsista, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università <strong>di</strong> Roma;<br />
nel 1987-1994 Borsista, IRFMN, Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>atori dell’infiammazione e del danno tessutale,<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Immunologia del trapianto e induzione della tolleranza, genetica della sindrome<br />
emolitico uremica, della porpora trombotica trombocitopenica, della glomerulosclerosi focale segmentale<br />
e della nefropatia <strong>di</strong>abetica, alterazioni dell’arginina e dell’ossido d’azoto nell’uremia e nella preeclampsia.<br />
Ruoli: nel 1992 ricercatrice, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia IRFMN, Bergamo; nel 1994 Capo Unità <strong>di</strong><br />
Patofisiologia dell’endotelio, IRFMN, Bergamo; nel 1996-1999 Capo, Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e<br />
Molecolare della Risposta Immune e dell'Autoimmunità, IRFMN, Bergamo; da gennaio 2000 Capo,<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica <strong>di</strong> Malattie Rare e Trapianti, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Molecolare, IRFMN, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
− Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M, Bettoni<br />
S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciar<strong>di</strong> F,<br />
Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and<br />
childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306.<br />
308<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
− Caprioli J, Remuzzi G, Noris M. Thrombotic microangiopathies: from animal models to human <strong>di</strong>sease and cure. Contrib<br />
Nephrol. 2011;169:337-50.<br />
− Aiello S, Noris M. Klotho in acute kidney injury: biomarker, therapy, or a bit of both Kidney Int. 2010<br />
Dec;78(12):1208-10.<br />
− Ozaltin F, Ibsirlioglu T, Taskiran EZ, Baydar DE, Kaymaz F, Buyukcelik M, Kilic BD, Balat A, Iatropoulos P, Asan E,<br />
Akarsu NA, Schaefer F, Yilmaz E, Bakkaloglu A; PodoNet Consortium. Disruption of PTPRO causes childhood-onset<br />
nephrotic syndrome. Am J Hum Genet. 2011 Jul 15;89(1):139-47.<br />
− Cassis P, Azzollini N, Solini S, Mister M, Aiello S, Cugini D, Scudeletti P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Abbate M, Gallon L, Remuzzi<br />
G, Noris M. Both darbepoetin alfa and carbamylated erythropoietin prevent kidney graft dysfunction due to<br />
ischemia/reperfusion in rats. Transplantation. 2011 Aug 15;92(3):271-9.<br />
− Aiello S, Cassis P, Mister M, Solini S, Rocchetta F, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Benigni A, Remuzzi G, Noris M. Rabbit<br />
anti-rat thymocyte immunoglobulin preserves renal function during ischemia/reperfusion injury in rat kidney<br />
transplantation. Transpl Int. 2011 Aug;24(8):829-38.<br />
− Noris M, Remuzzi G. Atypical Hemolytic Uremic Syndrome N Engl J Med. 2009 Oct 22;361(17):1676-87.<br />
Susanna Tomasoni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
e ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D in Scienze Fisiologiche presso l’Università <strong>di</strong> Milano nel 1995.<br />
Attività formative: nel 1989-1991 Studente tesista, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1991-1994<br />
Studente <strong>di</strong> dottorato, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1994 Borsista, Renal Division, Brigham &<br />
Women’s Hospital, Harvard Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA; nel 1995-1998 Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: costruzione <strong>di</strong> vettori adenovirali per terapia genica; tecniche <strong>di</strong> trasferimento genico in<br />
vitro e in vivo; utilizzo <strong>di</strong> vettori adenovirali e adeno-associati per prevenire il rigetto acuto e cronico<br />
dell’organo trapiantato; induzione della tolleranza al trapianto me<strong>di</strong>ante trasferimento genico; correzione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti genetici in malattie rare me<strong>di</strong>ante terapia cellulare e genica; valutazione del coinvolgimento <strong>di</strong><br />
microRNA nella progressione delle malattie renali; generazione <strong>di</strong> cellule pluripotenti indotte a partire da<br />
cellule somatiche adulte; esosomi rilasciati da cellule mesenchimali come possibile meccanismo <strong>di</strong><br />
comunicazione cellula-cellula.<br />
Ruoli: 1998-2000: Ricercatrice, IRFMN, Bergamo; 2000-2010: Capo, Unità <strong>di</strong> Terapia Genica, IRFMN,<br />
Bergamo; dal 2010 Capo Laboratorio <strong>di</strong> Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare, IRFMN,<br />
Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
− Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, et al. Myo1e mutations and<br />
childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med 2011; 365: 295-306.<br />
− Trionfini P, Tomasoni S, Galbusera M, Motto D, Longaretti L, Corna D, Remuzzi G, Benigni A. Adenoviral-me<strong>di</strong>ated<br />
gene transfer restores plasma ADAMTS13 antigen and activity in ADAMTS13 knockout mice. Gene Therapy 2009; 16:<br />
1379-85.<br />
− Tomasoni S, Remuzzi G, Benigni A. Allograft rejection: acute and chronic stu<strong>di</strong>es. Contrib Nephrol. 2008; 159:122-34.<br />
− Imberti B, Morigi M, Tomasoni S, Rota C, Corna D, Longaretti L, Rottoli D, Valsecchi F, Benigni A, Wang J, Abbate<br />
M, Zoja C, Remuzzi G. Insulin-like growth factor-1 sustains stem cell me<strong>di</strong>ated renal repair. J Am Soc Nephrol. 2007;<br />
18: 2921-8.<br />
− Benigni A, Tomasoni S, Turka LA, Longaretti L, Zentilin L, Mister M, Pezzotta A, Azzollini N, Noris M, Conti S,<br />
Abbate M, Giacca M, Remuzzi G, Adeno-associated virus-me<strong>di</strong>ated CTLA4Ig gene transfer protects MHC-mismatched<br />
renal allografts from chronic rejection. J Am Soc Nephrol. 2006; 17: 1665-72.<br />
Carlamaria Zoja si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, nel 1979.<br />
Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D presso l’Università <strong>di</strong> Maastricht, Olanda nel 2001.<br />
Attività formative: nel 1979-1981 Borsista “Associazione per lo Stu<strong>di</strong>o delle Malattie Renali” presso il<br />
Laboratorio della Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel 1981-1983<br />
titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea presso il Center for Thrombosis and Vascular<br />
Research, Department of Me<strong>di</strong>cal Research, Katholieke Universiteit, Leuven, Belgio; nel 1983-1985<br />
Borsista, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1988 stage presso la Case Western<br />
Reserve University, Cleveland, Ohio, USA; nel 1989 stage al Brigham and Women’s Hospital, Boston,<br />
USA.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: modelli sperimentali <strong>di</strong> malattie renali; me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> danno nella progressione delle<br />
malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove terapie per rallentare la<br />
progressione delle malattie renali; ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale nella<br />
Sindrome Emolitico Uremica.<br />
Ruoli: nel 1985-1989 Ricercatrice, Laboratorio <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1990-1994<br />
309<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Capo Unità Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; dal 1995 Capo Laboratorio<br />
Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo. (Da novembre 2010 nuova denominazione:<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione con Altri Sistemi)<br />
2004-2007 membro E<strong>di</strong>torial Board, Journal of the American Society of Nephrology. Da gennaio 2010<br />
Leader WP5.2, progetto SysKid FP7.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D, Bisighini C, Remuzzi<br />
G, Benigni A. Distinct car<strong>di</strong>ac and renal effects of ETA receptor antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2<br />
<strong>di</strong>abetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2011;301:F1114-23.<br />
• Morigi M, Galbusera M, Gastol<strong>di</strong> S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M, Stravalaci M,<br />
Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Alternative pathway activation of complement by Shiga toxin promotes<br />
exuberant C3a formation that triggers microvascular thrombosis. J Immunol. 2011;187:172-80.<br />
• Sangalli F, Carrara F, Gaspari F, Corna D, Zoja C, Botti L, Remuzzi G, Remuzzi A. Effect of ACE inhibition on<br />
glomerular permselectivity and tubular albumin concentration in the renal ablation model. Am J Physiol Renal Physiol.<br />
2011 Jun;300(6):F1291-300.<br />
• Zoja C, Corna D, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Arnabol<strong>di</strong> L, Benigni A, Remuzzi G. Ad<strong>di</strong>ng a statin to a combination of ACE<br />
inhibitor and ARB normalizes proteinuria in experimental <strong>di</strong>abetes which translates into full renoprotection. Am J<br />
Physiol Renal Physiol. 2010 Nov;299(5):F1203-11.<br />
• Zoja C, Buelli S, Morigi M. Shiga toxin-associated hemolytic uremic syndrome: pathophysiology of endothelial<br />
dysfunction. Pe<strong>di</strong>atr Nephrol. 2010 Nov;25(11):2231-40.<br />
• Perico N, Zoja C, Corna D, Rottoli D, Gaspari F, Haskell L, Remuzzi G.V1/V2 Vasopressin receptor antagonism<br />
potentiates the renoprotection of renin-angiotensin system inhibition in rats with renal mass reduction. Kidney Int. 2009;<br />
76:960-7.<br />
Mauro Abbate si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia.<br />
Nel 1991 ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica, presso IRFMN,<br />
Bergamo.<br />
Attività formative: nel 1984-1988 Studente tesista, IRFMN, Bergamo; nel 1989 - 1992 Borsista, IRFMN,<br />
Bergamo. 1992 – 1994 Training <strong>di</strong> ricerca, The Renal Unit, Massachusetts General Hospital, Harvard<br />
Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA. 1994-1996 Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: meccanismi <strong>di</strong> progressione delle malattie renali, con particolare riguardo al ruolo <strong>di</strong><br />
proteinuria, complemento e me<strong>di</strong>atori proinfiammatori; meccanismi <strong>di</strong> danno glomerulare; nefrite anti-<br />
GBM; meccanismi <strong>di</strong> danno tubulare e <strong>di</strong> fibrosi interstiziale; biopsia renale, glomerulopatia<br />
membranosa.<br />
Ruoli: 1996 - 2000 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2000 Capo Unità <strong>di</strong> Patologia e<br />
Immunopatologia Renale, IRFMN, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
<br />
Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting<br />
angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the<br />
glomerular architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Galbusera M, Buelli S, Saba<strong>di</strong>ni E, Marasà M, Beck LH Jr, Salant DJ, Benigni A,<br />
D'Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-related <strong>di</strong>sease. Am J Kidney Dis. 2011<br />
Aug;58(2); 272-5.<br />
<br />
<br />
<br />
Abbate M, Crave<strong>di</strong> P, Iliev I, Remuzzi G, Ruggenenti P. Prevention and treatment of <strong>di</strong>abetic retinopathy: evidence from<br />
clinical trials and<br />
perspectives. Curr Diabetes Rev. 2011 May;7(3):190-200.<br />
Buelli S, Abbate M, Morigi M, Moioli D, Zanchi C, Noris M, Zoja C, Pusey CD, Zipfel PF, Remuzzi G. Protein load<br />
impairs factor H bin<strong>di</strong>ng promoting complement-dependent dysfunction of proximal tubular cells. Kidney Int. 2009<br />
May;75(10):1050-9.<br />
Ruggenenti P, Crave<strong>di</strong> P, Sghirlanzoni MC, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Gaspari F, Marchetti G, Abbate M, Remuzzi G.<br />
Effects of rituximab on morphofunctional abnormalities of membranous glomerulopathy. Clin J Am Soc Nephrol. 2008<br />
Nov;3(6):1652-9.<br />
<br />
Abbate M, Zoja C, Corna D, Rottoli D, Zanchi C, Azzollini N, Tomasoni S, Berlingeri S, Noris M, Morigi M, Remuzzi<br />
G. Complement-me<strong>di</strong>ated dysfunction of glomerular filtration barrier accelerates progressive renal injury. J Am Soc<br />
Nephrol. 2008 Jun;19(6):1158-67.<br />
Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A,<br />
Remuzzi G. Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target<br />
for renoprotective intervention. Am J Pathol. 2006 Apr;168(4):1073-85.<br />
Abbate M, Zoja C, Morigi M, Rottoli D, Angioletti S, Tomasoni S, Zanchi C, Longaretti L, Donadelli R, Remuzzi G.<br />
Transforming growth factor-beta 1 is up-regulated by podocytes in response to excess intraglomerular passage of<br />
proteins: a central pathway in progressive glomerulosclerosis. Am J Pathol. 2002;161:2179-93.<br />
310<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Sistiana Aiello si è laureata in Scienze Biologiche nel 1993 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e ha<br />
conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel 1996.<br />
Attività formative: 1990-1993 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1993-2000 borsista presso IRFMN,<br />
Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: immunologia del trapianto con particolare attenzione alla biologia delle cellule<br />
dendritiche e ai meccanismi me<strong>di</strong>ante i quali si generano ed operano le cellule T regolatrici; stu<strong>di</strong> in vitro<br />
e in vivo su nuovi composti immunosoppressori o capaci <strong>di</strong> prevenire i danni causati da<br />
ischemia/riperfusione; me<strong>di</strong>atori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con<br />
particolare riguardo al platelet acrivating factor (PAF) e al monossido d’azoto (NO).<br />
Ruoli: dal 2000 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica delle Malattie Rare e del<br />
Trapianto, IRFMN, Bergamo; dal 2006 Capo dell’ Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare dell’Autoimmunità e del<br />
Rigetto al Trapianto, IRFMN, Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto<br />
Crespi”, Ranica.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
Aiello S, Cassis P, Mister M, Solini S, Rocchetta F, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Benigni A, Remuzzi G, Noris M.<br />
Rabbit anti-rat thymocyte immunoglobulin preserves renal function during ischemia/reperfusion injury in rat<br />
kidney transplantation. Transpl Int. 2011;24(8):829-38.<br />
<br />
Rocchetta F, Solini S, Mister M, Mele C, Cassis P, Noris M, Remuzzi G, Aiello S. Erythropoietin enhances<br />
immunostimulatory properties of immature dendritic cells. Clin Exp Immunol. 2011;165(2):202-10.<br />
Aiello S, Noris M. Klotho in acute kidney injury: biomarker, therapy, or a bit of both Kidney Int. 2010<br />
Dec;78(12):1208-10.<br />
Noris M, Cassis P, Azzollini N, Cavinato R, Cugini D, Casiraghi F, Aiello S, Solini S, Cassis L, Mister M,<br />
Todeschini M, Abbate M, Benigni A, Trionfini P, Tomasoni S, Mele C, Garlanda C, Polentarutti N, Mantovani A,<br />
Remuzzi G. The Toll-IL-1R Member Tir8/SIGIRR Negatively Regulates Adaptive Immunity against Kidney<br />
Grafts. J Immunol. 2009, 183(7): 4249-60.<br />
<br />
Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele<br />
C, Fanelli R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic<br />
peptides. J Am Soc Nephrol. 2009;20(1):123-30.<br />
Federica Casiraghi ha ottenuto il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Perito Chimico Industriale nel 1988 presso <strong>Istituto</strong> Tecnico<br />
per la Chimica “G.Natta” <strong>di</strong> Bergamo. Nel 1992 ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Ricerca Clinica<br />
presso il centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare, Villa Camozzi, Ranica (BG), e nel 1993 il<br />
<strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Ricerca Biochimica presso IRFMN <strong>di</strong> Bergamo, Italia.<br />
Attività formative: 1989-1994 Borsista presso IRFMN, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse:immunologia del trapianto con particolare attenzione alle terapie cellulari e<br />
farmacologiche <strong>di</strong> induzione e mantenimento della tolleranza al trapianto. Caratterizzazione delle cellule<br />
regolatrici in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene e in modelli sperimentali <strong>di</strong> tolleranza al trapianto. Impatto<br />
delle <strong>di</strong>verse terapie immunosoppressive sui linfociti T in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene. Me<strong>di</strong>atori<br />
vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo ai metaboliti<br />
dell’acido arachidonico.<br />
Ruoli: Nel 1994 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica delle Malattie rare e del<br />
Trapianto, IRFM, Bergamo; dal 2006 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza<br />
al Trapianto, IRFMN, Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”,<br />
Ranica.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
Perico N, Casiraghi F, Introna M, Gotti E, Todeschini M, Cavinato RA, Capelli C, Rambal<strong>di</strong> A, Cassis P, Rizzo P,<br />
Cortinovis M, Marasà M, Golay J, Noris M, Remuzzi G. Autologous Mesenchymal Stromal Cells and Kidney<br />
Transplantation: A Pilot Study of Safety and Clinical Feasibility. Clin J Am Soc Nephrol. 2011Feb ;6(2):412-22.<br />
Casiraghi F, Noris M, Remuzzi G. Immunomodulatory effects of mesenchymal stromal cells in solid organ<br />
transplantation. Curr Opin Organ Transplant. 2010 Sep 24.<br />
<br />
<br />
Casiraghi F, Aiello S, Remuzzi G. Transplant tolerance: progress and challenges. J Nephrol. 2010 May-Jun;23(3):263-70.<br />
Noris M, Cassis P, Azzollini N, Cavinato R, Cugini D, Casiraghi F, Aiello S, Solini S, Cassis L, Mister M, Todeschini<br />
M, Abbate M, Benigni A, Trionfini P, Tomasoni S, Mele C, Garlanda C, Polentarutti N, Mantovani A, Remuzzi G. The<br />
Toll-IL-1R Member Tir8/SIGIRR Negatively Regulates Adaptive Immunity against Kidney Grafts. J Immunol.<br />
2009;183(7): 4249-60.<br />
Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Imberti B, Morigi M, Cugini D, Cavinato RA, Todeschini M, Solini S, Sonzogni A,<br />
Perico N, Remuzzi G, Noris M. Pretransplant infusion of mesenchymal stem cells prolongs the survival of a<br />
semiallogeneic heart transplant through the generation of regulatory T cells. J Immunol. 2008;181(6):3933-46.<br />
311<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Daniela Corna si è <strong>di</strong>plomata in Chimica Industriale presso l’<strong>Istituto</strong> Tecnico Industriale Statale per la<br />
Chimica Giulio Natta, nel 1985.<br />
Attività formative: nel 1986-1989 Borsista e frequentatrice della scuola della Regione Lombar<strong>di</strong>a con<br />
conseguimento dell’ Attestato <strong>di</strong> Tecnico <strong>di</strong> Laboratorio in Ricerca Biochimica presso il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: modelli sperimentali <strong>di</strong> malattie renali in animali transgenici e non; me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> danno<br />
nella progressione delle malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove<br />
terapie per rallentare la progressione delle malattie renali.<br />
Ruoli: nel 1986-2010 Ricercatrice nel Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare, IRFMN, Bergamo; dal<br />
Novembre 2010 Capo Unità Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie Renali, IRFMN, Bergamo;<br />
Principali pubblicazioni:<br />
<br />
<br />
Zoja C, Corna D, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Arnabol<strong>di</strong> L, Benigni A, Remuzzi G. Ad<strong>di</strong>ng a statin to a combination of ACE<br />
inhibitor and ARB normalizes proteinuria in experimental <strong>di</strong>abetes which translates into full renoprotection. Am J<br />
Physiol Renal Physiol. 2010 Nov;299(5):F1203-11.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ni E, Corna D, Zoja C, Sangalli F, Carrara F, Rossi M, Conti S, Rottoli D, Longaretti L, Remuzzi A, Remuzzi<br />
G, Benigni A. Unlike each drug alone, lisinopril if combined with avosentan promotes regression of renal lesions in<br />
experimental <strong>di</strong>abetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2009 Nov; 297(5):F1448-1456.<br />
Benigni A, Corna D, Zoja C, Sonzogni A, Latini R, Salio M, Conti S, Rottoli D, Longaretti L, Cassis P, Morigi M,<br />
Coffman TM, Remuzzi G. Disruption of the Ang II type 1 receptor promotes longevity in mice. J Clin Invest. 2009<br />
Mar;119(3): 524-530.<br />
<br />
Corna D, Sangalli F, Cattaneo D, Carrara F, Gaspari F, Remuzzi A, Zoja C, Benigni A, Perico N, Remuzzi G. Effects of<br />
rosuvastatin on glomerular capillary size-selectivity function in rats with renal mass ablation. Am J Nephrol.<br />
2007;27(6):630-8.<br />
Roberta Donadelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1992 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
e ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel<br />
1995.<br />
Attività formative: 1990-1992 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1992-1999 borsista presso IRFMN,<br />
Bergamo; 1996 stage al Me<strong>di</strong>cal Policlinic, Ludwig-Maximilians University, Munich, Germany; 2002-<br />
2003 ospite ricercatore presso il Department of Molecular and Experimental Me<strong>di</strong>cine, Division of<br />
Hemostasis and Thrombosis, The Scripps Research Institute, San Diego, USA.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: genetica della SEU atipica e della TTP, GFS e MPGN; espressione e stu<strong>di</strong> funzionali<br />
dei mutanti dei geni co<strong>di</strong>ficanti le proteine del complemento e ADAMTS13; espressione e stu<strong>di</strong><br />
funzionali <strong>di</strong> mutazioni identificate nel gene della fibronectina in pazienti affetti da glomerulopatia con<br />
depositi <strong>di</strong> fibronectina; produzione topi knock-in come modello murino <strong>di</strong> aHUS; meccanismi<br />
molecolari coinvolti nella progressione delle malattie renali; geni indotti dallo shear-stress.<br />
Ruoli: dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali e Malattie Renali, IRFMN,<br />
Bergamo; dal 2010 Capo dell’ Unità <strong>di</strong> Genetica e Basi Molecolari <strong>di</strong> Malattie rRnali, IRFMN, Centro<br />
<strong>Ricerche</strong> Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
−<br />
Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S, Piras R, Krendel M, Bettoni<br />
S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciar<strong>di</strong> F,<br />
Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and<br />
childhood familial focal segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28; 365(4):295-306.<br />
− Castelletti F, Donadelli R, Banterla F, Hildebrandt F, Zipfel PF, Bresin E, Otto E, Skerka C, Renieri A, Todeschini M,<br />
Caprioli J, Caruso RM, Artuso R, Remuzzi G, Noris M. Mutations in FN1 cause glomerulopathy with fibronectin<br />
deposits. Proc Natl Acad Sci U S A. 2008;105(7):2538-43.<br />
−<br />
Donadelli R, Banterla F, Galbusera M, Capoferri C, Bucchioni S, Gastol<strong>di</strong> S, Nosari S, Monteferrante G, Ruggeri ZM,<br />
Bresin E, Scheiflinger F, Rossi E, Martinez C, Coppo R, Remuzzi G, Noris M. In-vitro and in-vivo consequences of<br />
mutations in the von Willebrand factor cleaving protease ADAMTS13 in thrombotic Thrombocytopenic purpura.<br />
Thromb Haemost. 2006;96:454-64.<br />
Elena Gagliar<strong>di</strong>ni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1998 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
e ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph.D. presso la Open University <strong>di</strong> Londra, UK, nel 2006.<br />
Attività formative: nel 1996–1998 tesista presso IRFMN, Bergamo; nel 1998-2006 Borsista, IRFMN,<br />
Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: meccanismi <strong>di</strong> progressione <strong>di</strong> malattie renali sperimentali sia acute che croniche;<br />
312<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
stu<strong>di</strong>o della patogenesi della nefropatia membranosa i<strong>di</strong>opatica e secondaria; trattamento combinato <strong>di</strong><br />
farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per rallentare la progressione della malattia renale cronica ed<br />
indurne la sua regressione; meccanismi preposti alla rigenerazione tissutale; ultrastruttura e funzione del<br />
filtro glomerulare in con<strong>di</strong>zioni fisiologiche e patologiche.<br />
Ruoli: dal 1996 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2010: Capo dell’Unità <strong>di</strong> Microscopia Avanzata,<br />
IRFMN, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting<br />
angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the<br />
glomerular architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ni E, Buelli S, Benigni A. Endothelin in chronic proteinuric kidney <strong>di</strong>sease. Contrib Nephrol. 2011;172:171-84.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Galbusera M, Buelli S, Saba<strong>di</strong>ni E, Marasà M, Beck LH Jr, Salant DJ, Benigni A,<br />
D'Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-related <strong>di</strong>sease. Am J Kidney Dis. 2011<br />
Aug;58(2):272-5.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Benigni A, Remuzzi G, Remuzzi A. Imaging of the porous ultrastructure of the glomerular<br />
epithelial filtration slit. J Am Soc Nephrol. 2010 Dec;21(12):2081-9.<br />
Zoja C, Corna D, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Arnabol<strong>di</strong> L, Benigni A, Remuzzi G. Ad<strong>di</strong>ng a statin to a combination of ACE<br />
inhibitor and ARB normalizes proteinuria in experimental <strong>di</strong>abetes, which translates into full renoprotection. Am J<br />
Physiol Renal Physiol. 2010 Nov;299(5):F1203-11.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ni E, Corna D, Zoja C, Sangalli F, Carrara F, Rossi M, Conti S,Rottoli D, Longaretti L, Remuzzi A, Remuzzi<br />
G, Benigni A. Unlike each drug alone, lisinopril if combined with avosentan promotes regression of renal lesions in<br />
experimental <strong>di</strong>abetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2009 Nov;297(5):F1448-56.<br />
Remuzzi A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Sangalli F, Bonomelli M, Piccinelli M, Benigni A, Remuzzi G. ACE inhibition reduces<br />
glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal <strong>di</strong>sease. Kidney Int. 2006<br />
Apr;69(7):1124-30.<br />
Benigni A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Tomasoni S, Abbate M, Ruggenenti P, Kalluri R, Remuzzi G. Selective impairment of gene<br />
expression and assembly of nephrin in human <strong>di</strong>abetic nephropathy. Kidney Int. 2004 Jun;65(6):2193-200.<br />
Miriam Galbusera si è laureata in Scienze Biologiche nel 1981 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
Attività formative: nel 1981-1983 tirocinante, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Patologia Speciale Me<strong>di</strong>ca dell'Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1985-1989 Borsista, IRFMN, Bergamo; nel 1989-1991 Borsista, Scripps Clinic and<br />
Research Foundation, Laboratory of Thrombosis and Hemostasis, La Jolla, CA, USA; nel 1991-1995<br />
Borsista, IRFMN, Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: ruolo del complemento nella per<strong>di</strong>ta della tromboresistenza endoteliale; complemento e<br />
trombosi nella Sindrome Emolitico Uremica e nella Porpora Trombotica Trombocitopenica; ADAMTS-<br />
13 e VWF nelle microangiopatie trombotiche; biochimica del VWF; xenotrapianto; interazione piastrineendotelio<br />
in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso; <strong>di</strong>fetti piastrinici nell’uremia; recettori renali e piastrinici.<br />
Ruoli: nel 1995-1999 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, dal 2000 Capo Unità dell’Interazione Piastrine-<br />
Endotelio Vascolare, IRFMN, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
e) Morigi M, Galbusera M, Gastol<strong>di</strong> S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M, Gobbi M, Stravalaci M,<br />
Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Shiga toxin triggers microvascular thrombosis via complement activation. J<br />
Immunol. 2011;187:172-80.<br />
f) Crave<strong>di</strong>, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Galbusera M, Buelli S, Saba<strong>di</strong>ni E, Marasà M, Beck LHJr, Salant DJ, D’Agati V,<br />
Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-related <strong>di</strong>sease. Am J Kidney Dis. 2011; 58:272-5.<br />
g) Trionfini, P, Tomasoni S, Galbusera M, Motto D, Longaretti L, Corna D, Remuzzi G, Benigni A. Adenoviral-me<strong>di</strong>ated<br />
gene transfer restores ADAMTS13 plasma levels and activity in knockout mice. Gene Therapy. 2009; 16:1373-9.<br />
h) Galbusera M, Remuzzi G, Boccardo P. Treatment of blee<strong>di</strong>ng in the <strong>di</strong>alysis patients. Semin Dial. 2009; 22:279-86.<br />
i) Galbusera M, Noris M, Remuzzi G. Inherited thrombotic thrombocytopenic purpura. Haematologica. 2009; 94:166-70.<br />
j) Bresin E, Gastol<strong>di</strong> S, Daina E, Belotti D, Pogliani E, Perseghin P, Scalzulli PR, Paolini R, Marcenò R, Remuzzi G,<br />
Galbusera M. Rituximab to prevent relapses in patients with thrombotic thrombocytopenic purpura and evidence of anti-<br />
ADAMTS13 autoantibo<strong>di</strong>es. Thromb Haemost. 2009; 101:233-8.<br />
Barbara Imberti si è laureata in Scienze Biologiche nel 1994 presso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia e<br />
ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Ph. D. presso la Open University Research School London nel 2007.<br />
313<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Attività formative: 1995-1997 Specializzazione post-laurea in Ricerca Farmacologica presso l'IRFMN,<br />
Bergamo; 1994-1998 Borsista IRFMN Bergamo: 1999-2000 Training presso il Georgia Institute of<br />
Technology, Petit Institute for Bioengineering and Bioscience, Atlanta, GA, USA<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: stu<strong>di</strong>o dei meccanismi rigenerativi delle cellule staminali adulte come terapia cellulare<br />
nel modello sperimentale <strong>di</strong> insufficienza renale acuta; stu<strong>di</strong>o dell'induzione della tolleranza con cellule<br />
staminali embrionali nel trapianto car<strong>di</strong>aco semi-allogenico; stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> sviluppo del rene<br />
embrionale.<br />
Ruoli: 2001-2007 Ricercatore IRFM, Bergamo, 2007-2011 Ricercatore Senior Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Molecolare IRFMN Bergamo, dal 2011 capo Unità Biologia dello Sviluppo, IRFMN, Bergamo<br />
Principali pubblicazioni:<br />
<br />
Rota C, Imberti B, Pozzobon M, Piccoli M, De Coppi P, Atala A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Xinaris C, Benedetti V, Fabricio AS,<br />
Squarcina E, Abbate M, Benigni A, Remuzzi G, Morigi M. Human Amniotic Fluid Stem Cell Precon<strong>di</strong>tioning Improves<br />
Their Regenerative Potential. Stem Cells Dev. 2011 Dec 23. [Epub ahead of print].<br />
Imberti B, Casiraghi F, Cugini D, Azzollini N, Cassis P, Todeschini M, Solini S, Sebastiano V, Zuccotti M, Garagna S,<br />
Re<strong>di</strong> CA, Noris M, Morigi M, Remuzzi G.Embryonic stem cells, derived either after in vitro fertilization or nuclear<br />
transfer, prolong survival of semiallogeneic heart transplants. J Immunol. 2011 Apr 1;186(7):4164-74.<br />
Morigi M, Rota C, Montemurro T, Montelatici E, Lo Cicero V, Imberti B, Abbate M, Zoja C, Cassis P, Longaretti L,<br />
Rebulla P, Introna M, Capelli C, Benigni A,Remuzzi G, Lazzari L. Life-sparing effect of human cord blood-mesenchymal<br />
stem cells in experimental acute kidney injury. Stem Cells. 2010 Mar 31;28(3):513-22.<br />
Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Imberti B, Morigi M, Cugini D, Cavinato RA, Todeschini M, Solini S, Sonzogni A,<br />
Perico N, Remuzzi G, Noris M. Pretransplant infusion of mesenchymal stem cells prolongs the survival of a<br />
semiallogeneic heart transplant through the generation of regulatory T cells. J Immunol. 2008 Sep 15;181(6):3933-46.<br />
Morigi M, Introna M, Imberti B, Corna D, Abbate M, Rota C, Rottoli D, Benigni A, Perico N, Zoja C, Rambal<strong>di</strong> A,<br />
Remuzzi A, Remuzzi G. Human bone marrow mesenchymal stem cells accelerate recovery of acute renal injury and<br />
prolong survival in mice. Stem Cells. 2008 Aug;26(8):2075-82.<br />
ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare è stato istituito nel 2000 presso i laboratori del <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Bergamo con lo scopo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare il lavoro <strong>di</strong> quattro laboratori e sette unità.<br />
L’attività del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare è strettamente collegata a quella del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e<br />
Cele Daccò”.<br />
Questi i principali obiettivi del Dipartimento:<br />
1) Identificazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori e <strong>di</strong> meccanismi d’azione responsabili della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
funzionalità renale nelle malattie renali; sviluppo <strong>di</strong> strategie terapeutiche farmacologiche,<br />
cellulari e molecolari per rallentare la progressione della malattia renale verso l’insufficienza<br />
renale terminale e indurre regressione del danno cronico al rene.<br />
2) Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> rigenerazione del rene indotta da terapie renoprotettive.<br />
Identificazione <strong>di</strong> progenitori renali.<br />
3) Analisi dei meccanismi e dei fattori responsabili della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tromboresistenza<br />
dell'endotelio nelle microangiopatie trombotiche.<br />
4) Sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie, tra cui la terapia genica, per modulare la risposta immunitaria<br />
post-trapianto e per prevenire il rigetto acuto e cronico del trapianto d’organo; stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> possibili<br />
vie immunologiche che portino alla tolleranza dell’organo trapiantato.<br />
5) Stu<strong>di</strong>o delle basi molecolari e genetiche <strong>di</strong> malattie rare come la sindrome emolitico uremica/<br />
porpora trombotica trombocitopenica e la preeclampsia; valutazione <strong>di</strong> alterazioni genetiche<br />
responsabili dello sviluppo <strong>di</strong> malattie rare e caratterizzazione <strong>di</strong> polimorfismi genetici che<br />
pre<strong>di</strong>cono la risposta dei pazienti alla terapie farmacologiche per malattie mono e poligeniche.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> terapia genica per la cura <strong>di</strong> malattie rare genetiche.<br />
Questi obiettivi sono perseguiti grazie all’impiego <strong>di</strong> svariati approcci metodologici:<br />
1) modelli sperimentali <strong>di</strong> malattie renali, <strong>di</strong> tipo immunologico e non, rappresentativi <strong>di</strong><br />
314<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
malattie umane, per stu<strong>di</strong>are i me<strong>di</strong>atori vasoattivi e infiammatori e per testare nuovi farmaci<br />
che riducano la proteinuria e inducano regressione delle lesioni<br />
2) Terapia cellulare per la cura <strong>di</strong> insufficienza renale acuta e cronica con l’utilizzo <strong>di</strong> cellule<br />
staminali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine (midollo osseo, cordone ombelicale, liquido amniotico)<br />
3) Valutazione “in vitro” dei meccanismi <strong>di</strong> danno indotto dal sovraccarico proteico in colture <strong>di</strong><br />
cellule renali.<br />
4) Modelli “in vitro” per stu<strong>di</strong>are l’interazione delle cellule dell’endotelio vascolare con<br />
leucociti e piastrine in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso controllato.<br />
5) Modelli sperimentali <strong>di</strong> allotrapianto <strong>di</strong> rene per stu<strong>di</strong>are i processi immunologici<br />
responsabili del rigetto acuto e cronico, la tossicità renale <strong>di</strong> farmaci immunosoppressori e per<br />
identificare strategie <strong>di</strong> induzione della tolleranza.<br />
6) Trasferimento genico me<strong>di</strong>ante costrutti virali contenenti geni per molecole<br />
immunomodulatorie come strategia per impe<strong>di</strong>re il rigetto cronico dell’organo trapiantato e<br />
ridurre o evitare la terapia immunosoppressiva. Utilizzo <strong>di</strong> costrutti virali per correggere <strong>di</strong>fetti<br />
genetici.<br />
7) Analisi <strong>di</strong> linkage, ricerca <strong>di</strong> mutazioni e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> polimorfismi genetici per identificare i<br />
geni responsabili o pre<strong>di</strong>sponenti allo sviluppo <strong>di</strong> malattie genetiche rare e per stabilire terapie<br />
personalizzate.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
Il trattamento con cellule staminali mesenchimali promuove la rigenerazione del tessuto renale<br />
in un modello <strong>di</strong> danno cronico.<br />
La shiga toxina attiva contribuisce alla formazione <strong>di</strong> trombi nel microcircolo attraverso<br />
l'attivazione del complemento nella Sindrome Emolitica Uremica.<br />
L’attivazione del complemento nella cellula endoteliale favorisce la formazione <strong>di</strong> trombi<br />
attraverso la trombomodulina e la deposizione del fattore <strong>di</strong> von Willebrand.<br />
Associazione <strong>di</strong> due farmaci per proteggere rene e cuore <strong>di</strong>abetico<br />
La terapia con bindarit limita l’infiammazione nel rene policistico<br />
L’infusione <strong>di</strong> cellule embrionali staminali, derivate da fertilizzazione in vitro o da<br />
trasferimento nucleare, prolunga la sopravvivenza del trapianto <strong>di</strong> cuore semi-allogenico nel<br />
topo.<br />
Nuovi approcci terapeutici per limitare i danni indotti dall’ischemia/riperfusione nel trapianto <strong>di</strong><br />
rene.<br />
Le mutazioni del gene MYO1E sono associate alla glomerulosclerosi focale segmentale<br />
familiare ad esor<strong>di</strong>o infantile.<br />
In<strong>di</strong>viduato un sistema <strong>di</strong> comunicazione tra cellule staminali mesenchimali e cellule renali<br />
Corretto <strong>di</strong>fetto genetico della porpora trombotica trombocitopenica sperimentale con la terapia<br />
genica<br />
Identificati nel rene <strong>di</strong> ratto cellule progenitrici che riparano il danno glomerulare<br />
315<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Centro Dislipidemie "Enrica Grossi Paoletti", Ospedale Niguarda Cà Grande, Milano<br />
Consorzio per la Ricerca sul Trapianto <strong>di</strong> Organi, Tessuti, Cellule e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa<br />
CORIT, Padova<br />
− Clinica <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria Oncoematologica, Università <strong>di</strong> Padova, Padova<br />
Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia dello Sviluppo, Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Animale, Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, Pavia<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Terapia genica e cellulare, G. Lanzani, Divisione <strong>di</strong> Ematologia, Ospedali Riuniti<br />
<strong>di</strong> Bergamo<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie della Riproduzione, AVANTEA Srl, Cremona<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Virologia, <strong>Istituto</strong> Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Istologia Microbiologia e Biotecnologie Me<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> Padova<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Patologia Clinica, Centro Regionale per Biomarcatori, Fondazione ABO,<br />
Venezia<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Patofisiologia Clinica, Sezione <strong>di</strong> Nefrologia, Università <strong>di</strong> Firenze<br />
− Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>Farmacologiche</strong>, Università <strong>di</strong> Milano<br />
International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, Molecular Me<strong>di</strong>cine Group,<br />
Trieste<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Geriatria e Centro <strong>di</strong> Ricerca Emostasi, Università Cattolica,<br />
Roma<br />
<strong>Istituto</strong> Nazionale dei Tumori Regina Elena, Roma<br />
U.O. <strong>di</strong> Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
− Stem Cell Processing Laboratory, Clinic of Pae<strong>di</strong>atric Oncohematology, Università <strong>di</strong><br />
Padova, Padova<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Academisch Ziekenhuis Maastricht, Interne Geneeskunde, Maastricht, Olanda<br />
Beth Israel Deaconess Me<strong>di</strong>cal Center and Harvard Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA<br />
Children's Hospital and Regional Me<strong>di</strong>cal Center, University of Washington, Seattle, USA<br />
Department of Cell and Developmental Biology, SUNY Upstate Me<strong>di</strong>cal University, Syracuse,<br />
NY, USA<br />
Departments of Pe<strong>di</strong>atrics and Human Genetics, University of Michigan, Ann Arbor, USA<br />
Deparment of Me<strong>di</strong>cine, Division of Rheumatology, Washington University School of<br />
Me<strong>di</strong>cine, St. Louis, USA<br />
Duke University Me<strong>di</strong>cal Center and Durham Veterans Affairs Me<strong>di</strong>cal Center, Durham, North<br />
Carolina, USA<br />
Emergentec Biodevelopment GmbH, Vienna, Austria<br />
Erasmus University of Rotterdam, Olanda<br />
Great Ormond Street Hospital and Institute of Child Health, University College London, Uk<br />
Hans-Knoll Institute for Natural Products Research, Jena, Germania<br />
Hospital of Bellvitge, Barcelona, Spagna<br />
Institute for Stem Cell Biology and Regenerative Me<strong>di</strong>cine, Stanford University School of<br />
Me<strong>di</strong>cine, Palo Alto, USA<br />
Klinikum der Ludwig Maximillians Universitat Munchen, Germania<br />
Max-Plank Gesellschaft zur Forderung der Wissenshaften, Hpi of experimental endocrinology,<br />
Hannover, Germania<br />
316<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Me<strong>di</strong>cal University of Innsbruck, Austria<br />
MISOT (Mesenchymal Stem Cells in Solid Organ Transplantation) study group<br />
Mosaiques Diagnostics GmbH, Hannover, Germania<br />
New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, NY, USA<br />
Pe<strong>di</strong>atric Nephrology Division, Center for Pe<strong>di</strong>atrics and Adolescence Me<strong>di</strong>cine, Heidelberg,<br />
Germania<br />
Rosalind Franklin University of Me<strong>di</strong>cine and Science, Chicago, USA<br />
UCD Conway Institute, University College Dublin, Irlanda<br />
University of British Columbia, Vancouver, Canada<br />
University of Colorado Car<strong>di</strong>ovascular Institute, Denver, USA<br />
University of Groningen, Olanda<br />
University of Liverpool, School of Biological Sciences, UK<br />
University of Pittsburgh School of Me<strong>di</strong>cine, Pittsburgh, USA<br />
Wake Forest Institute of Regenerative Me<strong>di</strong>cine, Wake Forest University of School of<br />
Me<strong>di</strong>cine, Winston-<br />
Saarland University Hospital, Homburg/Saar, Germania<br />
Salem, NC, USA<br />
Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele<br />
World Health Organization, Geneva, Svizzera<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
The International Journal of Artificial Organs<br />
American Journal of Kidney Diseases<br />
American Journal of Pathology<br />
American Journal of Physiology<br />
American Journal of Transplantation<br />
Archives of Me<strong>di</strong>cal Science<br />
Cell transplantation<br />
Cytotherapy<br />
Diabetologia<br />
Drug Discovery Today<br />
The European Journal of Pharmacology<br />
Experimental Gerontology<br />
Kidney International<br />
Journal of Clinical Investigation<br />
Journal of Immunology<br />
Journal of Nephrology<br />
Journal of the American Society of Nephrology<br />
Laboratory Investigation<br />
Molecular Me<strong>di</strong>cine<br />
Nature Reviews Nephrology<br />
Nephrology, Dialysis and Transplantation<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
317<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
New England Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />
Pe<strong>di</strong>atric Nephrology<br />
Plos One<br />
Proteomics<br />
Stem Cells and Development<br />
The Lancet<br />
Tissue and Cell<br />
Transplant Immunology<br />
Transplantation<br />
PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI<br />
First Annual SysKid Meeting, FP7, Innsbruck, Austria, gennaio 25-28, 2011<br />
Grandangolo 2011 in nefrologia, <strong>di</strong>alisi e trapianto. Bologna, 3 febbraio, 2011<br />
Molecular Med TriConference Stem Cells, S. Francisco, 22-25 febbraio, 2011<br />
American Transplant Congress, Philadelphia, PA, 1-5 Maggio, 2011<br />
− 17 th Annual Meeting International Society for Cellular Therapy, Rotterdam, Olanda, 18-<br />
21 maggio, 2011<br />
− 7th Bari International Conference, Vieste del Gargano, Foggia, 21-23 maggio, 2011,<br />
The 3th International Conference on HUS & related <strong>di</strong>seases, Insbruck, Austria, 22-24 maggio,<br />
2011<br />
10° Corso <strong>di</strong> formazione avanzata, “Ricerca traslazionale in ematologia e oncologia”, Pavia,<br />
16-20 maggio, 2011<br />
−<br />
HSR meeting “ A New Age for Cord Blood Stem Cells” , DIBIT San Raffaele, Milano,<br />
maggio 2011<br />
36 th FEBS Congress Biochemistry for tomorrow’s me<strong>di</strong>cine, Torino, 28 giugno, 2011<br />
The 4th International Dense Deposit Disease Focus Group Meeting, Leiden, Olanda,<br />
August 20, 2011<br />
XIII European Meeting on Complement in Human Diseases, Leiden, The Netherlands, 21-24<br />
agosto 2011<br />
II° meeting: Advances in therapy in nephrology <strong>di</strong>alysis and transplantation, Lucca, 9 settembre<br />
2011<br />
The 12 th International Conference on Endothelin, Cambridge, 13 settembre, 2011<br />
European Congress of Pathology”, Helsinki, Svezia, 27 agosto - 1 settembre 2011<br />
SysKid Workshop, Vienna, Austria, 10-11 ottobre 2011<br />
− STAR-T REK final meeting, Bergamo, 3-4 Ottobre, 2011<br />
IV e<strong>di</strong>zione Conferenza Internazionale Women & Technologies: e-Health, Milano, 7 novembre<br />
2011<br />
44th Annual Meeting, American Society of Nephrology, Philadelphia, USA, 10-14 novembre<br />
2011<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Comitato Telethon Fondazione ONLUS<br />
Commissione Europea<br />
Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare (ARMR)<br />
Fondazione ART per la Ricerca sui Trapianti ONLUS<br />
Fondazione Cariplo<br />
318<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Fondazione Compagnia <strong>di</strong> San Paolo<br />
F. Hoffman – La Roche Ltd<br />
Halpin Foundation<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Juvenile Diabetes Research Foundation International<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
ACRAF (Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco Spa)<br />
ADIENNE Srl<br />
Genzyme Corporation (Genzyme Renal Innovations Program)<br />
Genzyme Europe B.V.<br />
Reata Pharmaceuticals<br />
Sigma-Tau SpA<br />
Tengion Inc.<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Rota C, Imberti B, Pozzobon M, Piccoli M, De Coppi P, Atala A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Xinaris C,<br />
Benedetti V, Fabricio AS, Squarcina E, Abbate M, Benigni A, Remuzzi G,Morigi M. Human<br />
Amniotic Fluid Stem Cell Precon<strong>di</strong>tioning Improves TheirRegenerative Potential. Stem Cells<br />
Dev. 2011 Dec 23.<br />
Zoja C, Cattaneo S, Fiordaliso F, Lionetti V, Zambelli V, Salio M, Corna D, Pagani C, Rottoli D,<br />
Bisighini C, Remuzzi G, Benigni A. Distinct car<strong>di</strong>ac and renal effects of ETA receptor<br />
antagonist and ACE inhibitor in experimental type 2 <strong>di</strong>abetes. Am J Physiol Renal Physiol. 2011<br />
Nov;301(5):F1114-23.<br />
Aiello S, Cassis P, Mister M, Solini S, Rocchetta F, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Benigni A,<br />
Remuzzi G, Noris M. Rabbit anti-rat thymocyte immunoglobulin preserves renal function<br />
during ischemia/reperfusion injury in rat kidney transplantation.Transpl Int. 2011; 24(8):829-38.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Galbusera M, Buelli S, Saba<strong>di</strong>ni E, Marasà M, Beck LH Jr,<br />
Salant DJ, Benigni A, D'Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with IgG4-<br />
related <strong>di</strong>sease. Am J Kidney Dis. 2011 Aug;58(2):272-5.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ni E, Buelli S, Benigni A. Endothelin in chronic proteinuric kidney <strong>di</strong>sease. Contrib<br />
Nephrol. 2011;172:171-84.<br />
Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S, Remuzzi A,<br />
Remuzzi G. Inhibiting angiotensin-converting enzyme promotes renal repair by limiting<br />
progenitor cell proliferation and restoring the glomerular architecture. Am J Pathol. 2011<br />
Aug;179(2):628-38.<br />
Mele C, Iatropoulos P, Donadelli R, Calabria A, Maranta R, Cassis P, Buelli S, Tomasoni S,<br />
Piras R, Krendel M, Bettoni S, Morigi M, Delledonne M, Pecoraro C, Abbate I, Capobianchi<br />
MR, Hildebrandt F, Otto E, Schaefer F, Macciar<strong>di</strong> F, Ozaltin F, Emre S, Ibsirlioglu T, Benigni<br />
A, Remuzzi G, Noris M; PodoNet Consortium. MYO1E mutations and childhood familial focal<br />
segmental glomerulosclerosis. N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306.<br />
319<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Morigi M, Galbusera M, Gastol<strong>di</strong> S, Locatelli M, Buelli S, Pezzotta A, Pagani C, Noris M,<br />
Gobbi M, Stravalaci M, Rottoli D, Tedesco F, Remuzzi G, Zoja C. Alternative pathway<br />
activation of complement by Shiga toxin promotes exuberant C3a formation that triggers<br />
microvascular thrombosis. J Immunol. 2011 Jul 1;187:172-80.<br />
Sangalli F, Carrara F, Gaspari F, Corna D, Zoja C, Botti L, Remuzzi G, Remuzzi A. Effect of<br />
ACE inhibition on glomerular permselectivity and tubular albumin concentration in the renal<br />
ablation model. Am J Physiol Renal Physiol. 2011 Jun;300(6):F1291-300.<br />
Imberti B, Casiraghi F, Cugini D, Azzollini N, Cassis P, Todeschini M, Solini S, Sebastiano V,<br />
Zuccotti M, Garagna S, Re<strong>di</strong> CA, Noris M, Morigi M, Remuzzi G. Embryonic stem cells,<br />
derived either after in vitro fertilization or nuclear transfer, prolong survival of semiallogeneic<br />
heart transplants. J Immunol. 2011 Apr 1;186(7):4164-74.<br />
Cassis P, Azzollini N, Solini S, Mister M, Aiello S, Cugini D, Scudeletti P, Gagliar<strong>di</strong>ni E,<br />
Abbate M, Gallon L, Remuzzi G, Noris M. Both darbepoetin alfa and carbamylated<br />
erythropoietin prevent kidney graft dysfunction due to ischemia/reperfusion in rats.<br />
Transplantation. 2011;92(3):271-9<br />
Rocchetta F, Solini S, Mister M, Mele C, Cassis P, Noris M, Remuzzi G, Aiello S.<br />
Erythropoietin enhances immunostimulatory properties of immature dendritic cells. Clin Exp<br />
Immunol. 2011;165(2):202-10.<br />
Caprioli J, Remuzzi G, Noris M. Thrombotic microangiopathies: from animal models to human<br />
<strong>di</strong>sease and cure. Contrib Nephrol. 2011;169:337-50.<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa<br />
La terapia con cellule staminali mesenchimali promuove il riparo del<br />
tessuto renale in un modello <strong>di</strong> nefropatia indotta da adriamicina<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione<br />
con altri Sistemi<br />
La capacità rigenerativa <strong>di</strong> una terapia cellulare con cellule staminali mesenchimali (MSCs)<br />
del midollo osseo è stato stu<strong>di</strong>ata in un modello <strong>di</strong> nefropatia indotta da adriamicina (ADR).<br />
Tale malattia è caratterizzata da proteinuria, riduzione del numero <strong>di</strong> podociti WT1+ dovuta ad<br />
apoptosi, alterazioni nei pe<strong>di</strong>celli delle proteine associate allo ‘slit <strong>di</strong>aphragm’ quali la nefrina e<br />
CD2AP, e da glomerulosclerosi. Inoltre come conseguenza al danno ai podociti, le cellule<br />
parietali glomerulari (PECs) che esprimono NCAM -un marcatore <strong>di</strong> cellule progenitrici renaliperdono<br />
la loro fisiologica <strong>di</strong>stribuzione lungo la capsula <strong>di</strong> Bowman invadendo la matassa<br />
glomerulare e creando delle adesioni (sinechie) che successivamente contribuiscono alla<br />
formazione <strong>di</strong> lesioni iperplastiche. Il trattamento con cellule staminali mesenchimali è in grado<br />
<strong>di</strong> ridurre l’apoptosi e quin<strong>di</strong> la per<strong>di</strong>ta dei podociti e <strong>di</strong> limitare le alterazioni <strong>di</strong> nefrina e<br />
CD2AP, ma non mo<strong>di</strong>fica i livelli <strong>di</strong> proteinuria in animali con ADR. Inoltre le MSCs sono in<br />
grado <strong>di</strong> preservare l’architettura glomerulare limitando la formazione <strong>di</strong> sinechie e mantenendo<br />
una normale <strong>di</strong>stribuzione delle PECs lungo la capsula <strong>di</strong> Bowman. Il tutto si traduce in una<br />
significativa riduzione della glomerulosclerosi.<br />
320<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Alla ricerca dei fattori coinvolti nell’effetto renoprotettivo delle MSCs, ci siamo concentrati sul<br />
VEGF, un fattore <strong>di</strong> crescita prodotto in gran<strong>di</strong> quantità dalle MSCs e coinvolto<br />
nell’angiogenesi e nella sopravvivenza cellulare. Il danno indotto da adriamicina causa una<br />
riduzione del VEGF glomerulare con conseguente riduzione della densità <strong>di</strong> volume delle<br />
cellule endoteliali. L’evidenza che il trattamento con le MSCs incrementa i livelli <strong>di</strong> VEGF<br />
limitando la rarefazione delle microcircolazione renale glomerulare, suggerisce un effetto<br />
rigenerativo della terapia cellulare. Esperimenti <strong>di</strong> co-coltura <strong>di</strong> MSCs con podociti danneggiati<br />
da ADR hanno evidenziato un ruolo funzionale del VEGF nell’attivare vie intracellulari antiapoptotiche.<br />
Questi risultati <strong>di</strong>mostrano che il trattamento con le MSCs crea un ambiente<br />
glomerulare rigenerativo attraverso il VEGF e ristabilisce l’architettura glomerulare regolando<br />
l’attività dei podociti e dei progenitori parietali.<br />
La shiga toxin, attivando la via alternativa del complemento, genera C3a<br />
che potenzia la trombosi microvascolare nella Sindrome Emolitica<br />
Uremica<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione<br />
con altri Sistemi<br />
La shiga toxin (Stx), una tossina batterica prodotta da particolari ceppi <strong>di</strong> Escherichia coli, è<br />
riconosciuta come causa principale della forma tipica della Sindrome Emolitico Uremica<br />
associata a <strong>di</strong>arrea (D+SEU). Questa malattia è caratterizzata dalla comparsa d’anemia<br />
emolitica microangiopatica, piastrinopenia e insufficienza renale acuta dovuta al danno delle<br />
cellule endoteliali e alla formazione <strong>di</strong> trombi nella microcircolazione renale.<br />
Per capire i meccanismi alla base <strong>di</strong> tali lesioni, abbiamo valutato se la Stx era in grado <strong>di</strong><br />
attivare il complemento e <strong>di</strong> promuovere la trombosi in vitro in cellule endoteliali umane della<br />
microcircolazione (HMEC-1) stimolate con Stx e perfuse con siero umano, fonte <strong>di</strong><br />
complemento, e successivamente con sangue.<br />
I nostri risultati <strong>di</strong>mostrano che la Stx aumentava l’espressione sulla superficie delle cellule<br />
endoteliali <strong>di</strong> P-selettina, una molecola adesiva nota legare il fattore von Willebrand e<br />
promuovere l’aggregazione piastrinica. La P-selettina espressa sull’endotelio legava<br />
<strong>di</strong>rettamente e attivava, attraverso la via alternativa del complemento, la frazione C3 del<br />
complemento portando alla formazione <strong>di</strong> trombi in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso. Il blocco funzionale<br />
della P-selettina con un anticorpo specifico riduceva significativamente sia il deposito <strong>di</strong> C3 che<br />
la formazione <strong>di</strong> trombi. Inoltre, l’attivazione del C3 indotta da Stx portava alla formazione<br />
dell’anafilotossina C3a, responsabile <strong>di</strong> un ulteriore aumento <strong>di</strong> P-selettina, <strong>di</strong> una ridotta<br />
espressione <strong>di</strong> una glicoproteina anti-trombotica, la trombomodulina, e della formazione <strong>di</strong><br />
trombi sulle HMEC-1 in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flusso.<br />
Per validare i dati ottenuti in vitro abbiamo stu<strong>di</strong>ato un modello murino <strong>di</strong> SEU, ottenuto dalla<br />
co-iniezione <strong>di</strong> Stx2 e lipopolisaccaride (LPS), e caratterizzato da trombocitopenia e ridotta<br />
funzionalità renale,. L’espressione <strong>di</strong> P-selettina aumentava nei glomeruli <strong>di</strong> questi animali<br />
precedendo il deposito <strong>di</strong> C3, la formazione d’aggregati piastrinici efibrina/fibrinogeno, e la<br />
<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> trombomodulina. Animali deficienti per il fattore B, molecola chiave per<br />
l’attivazione della via alternativa del complemento, mostravano una minore per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> piastrine<br />
circolanti ed erano protetti dalle anomalie glomerulari e dall’insufficienza renale indotte da<br />
Stx/LPS. Risultati simili si sono ottenuti in seguito a trattamento con un inibitore del recettore <strong>di</strong><br />
C3a.<br />
In conclusione questo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostra che cellule endoteliali esposte a Stx attivano il deposito <strong>di</strong><br />
complemento attraverso P-selettina. La conseguente formazione <strong>di</strong> C3a è un step chiave che<br />
potenzia la trombosi microvascolare in D+SEU.<br />
Nella Sindrome Emolitico Uremica atipica l’attivazione della frazione C5<br />
del complemento porta alla per<strong>di</strong>ta della tromboresistenza dell’endotelio<br />
321<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie<br />
Rare<br />
La Sindrome Emolitico Uremica atipica (SEUa) è una malattia rara caratterizzata da anemia<br />
emolitica microangiopatica, piastrinopenia, formazione <strong>di</strong> trombi nella microcircolazione ed<br />
insufficienza renale. In questa sindrome sono state riportate sia anomalie genetiche dei<br />
regolatori del complemento sia dei componenti CFB e C3 della C3 convertasi della via<br />
alternativa. In precedenza abbiamo <strong>di</strong>mostrato che queste anomalie associate alla SEUa causano<br />
iperattivazione del complemento me<strong>di</strong>ata dalla via alternativa che porta ad un deposito <strong>di</strong> C3 ed<br />
alla formazione <strong>di</strong> MAC a livello endoteliale. In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo indagato il meccanismo<br />
attraverso il quale nella SEUa l’attivazione del complemento sfocia nella trombosi della<br />
microcircolazione. A questo proposito cellule endoteliali umane della microcircolazione<br />
(HMEC-1) preattivate con ADP sono state incubate con siero <strong>di</strong> soggetti sani o <strong>di</strong> pazienti con<br />
SEUa portatori <strong>di</strong> mutazioni su CFH o CFI o C3. Alla fine dell’incubazione le cellule sono state<br />
perfuse ad alto sforzo <strong>di</strong> taglio con sangue <strong>di</strong> soggetti sani pre-marcato con mepacrina per poter<br />
visualizzare i trombi fluorescenti. Le immagini sono state acquisite al microscopio confocale ed<br />
è stata quantificata l’area ricoperta dai trombi. La formazione <strong>di</strong> trombi era significativamente<br />
maggiore sulla superficie delle HMEC-1 esposte al siero dei pazienti con SEUa rispetto al siero<br />
<strong>di</strong> soggetti sani. Il trattamento del siero con il recettore1 solubile del complemento (sCR-1), un<br />
inibitore delle tre vie del complemento (classica, alternativa e della lectina), portava ad una<br />
marcata riduzione dei trombi sulle cellule esposte al siero <strong>di</strong> pazienti. Per comprendere i<br />
meccanismi che dall’attivazione del complemento portano l’endotelio alla per<strong>di</strong>ta delle sue<br />
proprietà antitrombogeniche abbiamo valutato sulle HMEC-1 esposte a siero <strong>di</strong> pazienti con<br />
SEUa o a siero <strong>di</strong> soggetti normali il fattore <strong>di</strong> von Willebrand (VWF), un proteina<br />
trombogenica, e la trombomodulina che ha proprietà antitrombotiche. Il siero <strong>di</strong> pazienti<br />
provocava un significativo aumento della deposizione del VWF ed una significativa<br />
<strong>di</strong>minuzione dell’espressione <strong>di</strong> trombomodulina sulla superficie delle HMEC-1. Tutte le<br />
anomalie sopra riportate erano prevenute quando il siero <strong>di</strong> pazienti con SEUa veniva trattato<br />
con un anticorpo anti-C5. Questi risultati offrono la spiegazione dell’efficacia dell’Eculizumab,<br />
un anticorpo monoclonale anti-C5, nel trattamento della SEUa e aprono nuove prospettive<br />
nell’uso degli inibitori del complemento in altre malattie associate all’attivazione del<br />
complemento e della trombosi.<br />
Il farmaco renoprotettivo ACE inibitore promuove il riparo del rene<br />
limitando la proliferazione <strong>di</strong> progenitori renali e ripristinando la nicchia<br />
glomerulare<br />
In collaborazione con l’Unità <strong>di</strong> Microscopia Avanzata<br />
La capacità del rene <strong>di</strong> rigenerare formando nuovi nefroni, caratteristica <strong>di</strong> pesci elasmobranchi<br />
e teleostei, si è persa durante l’evoluzione delle specie. Nell’uomo, il rene è sempre stato<br />
considerato un organo terminalmente <strong>di</strong>fferenziato con basso potenziale proliferativo. Tuttavia,<br />
come abbiamo precedentemente riportato(Lancet, 375: 1310-1317, 2010), stu<strong>di</strong> nei ro<strong>di</strong>tori<br />
suggeriscono che in seguito ad un danno renale acuto, progenitori presenti nel tessuto renale o<br />
che derivano dal midollo osseo, sono in grado <strong>di</strong> attivare processi molecolari e cellulari <strong>di</strong><br />
rigenerazione. In questo ambito, la nostra attività <strong>di</strong> ricerca si è sviluppata stu<strong>di</strong>ando se e come<br />
cellule staminali adulte <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine o tessuti renali embrionali siano in grado <strong>di</strong><br />
proteggere il rene e rigenerarlo in modelli <strong>di</strong> danno renale acuto e cronico. L’identificazione <strong>di</strong><br />
progenitori renali nel tessuto adulto permetterà <strong>di</strong> identificare nuovi possibili target per terapie<br />
rigenerative.<br />
Abbiamo ora identificato NCAM come marker <strong>di</strong> progenitori renali nel tessuto <strong>di</strong> ratto. In<br />
accordo con quanto precedentemente descritto in biopsie umane, abbiamo osservato che le<br />
cellule epiteliali parietali presenti lungo la capsula <strong>di</strong> Bowman dei reni <strong>di</strong> animali sani sono<br />
composte da tre <strong>di</strong>verse popolazioni cellulari: progenitori renali immaturi (NCAM + che non<br />
322<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
esprimono il marker <strong>di</strong> cellule epiteliali viscerali o podociti maturi WT1), podociti maturi<br />
(NCAM - WT1 + ), e cellule transizionali (NCAM + WT1 + ) aventi un fenotipo interme<strong>di</strong>o rispetto<br />
agli altri due tipi cellulari. Stu<strong>di</strong> in vitro hanno <strong>di</strong>mostrato che le cellule epiteliali parietali<br />
ottenute da glomeruli capsulati sono in grado <strong>di</strong> generare podociti in vitro, documentando la<br />
loro natura <strong>di</strong> progenitori. Utilizzando un modello sperimentale <strong>di</strong> nefropatia progressiva,<br />
abbiamo osservato che nel corso della malattia i progenitori renali vanno incontro ad eccessiva<br />
proliferazione, si staccano dalla capsula <strong>di</strong> Bowman ed invadono la matassa glomerulare<br />
contribuendo alla formazione <strong>di</strong> lesioni iperplastiche. Il trattamento con il farmaco antiipertensivo<br />
ACE inibitore induce il riparo del rene riducendo significativamente il numero e<br />
l’estensione delle lesioni iperplastiche glomerulari. ACE inibitore induce renoprotezione<br />
limitando la proliferazione dei progenitori renali NCAM + attraverso la modulazione<br />
dell’inibitore del ciclo cellulare C/EBPδ e ripristinando la nicchia glomerulare. In seguito a<br />
trattamento, infatti, i progenitori non sono più visibili a livello delle lesioni glomerulari ma sono<br />
<strong>di</strong>sposti lungo la capsula <strong>di</strong> Bowman analogamente a quanto osservato in animali <strong>di</strong> controllo.<br />
Questi risultati fanno luce sui meccanismi <strong>di</strong> danno e <strong>di</strong> riparo del glomerulo e in<strong>di</strong>cano<br />
l’inibizione della sintesi dell’angiotensina II come una potenziale via selettiva per migliorare la<br />
capacità intrinseca del rene <strong>di</strong> rigenerarsi.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie<br />
Rare<br />
Cellule embrionali staminali, derivate da fertilizzazione in vitro o da<br />
trasferimento nucleare, prolungano la sopravvivenza del trapianto <strong>di</strong><br />
cuore semi-allogenico nel topo<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto<br />
L'induzione della tolleranza nei confronti <strong>di</strong> un organo trapiantato allogenico è uno dei traguar<strong>di</strong><br />
principali nella me<strong>di</strong>cina dei trapianti. Le cellule staminali sono promettenti can<strong>di</strong>dati per<br />
indurre tolleranza donatore-specifica. In questo lavoro, abbiamo stu<strong>di</strong>ato le proprietà<br />
immunomodulatorie <strong>di</strong> cellule staminali murine, ottenute o con fertilizzazione in vitro (IVF-<br />
ESCs) o tramite trasferimento nucleare (NT-ESC), in un modello <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> cuore semiallogenico<br />
nel topo. Le IVF-ESCs hanno prolungato significativamente la sopravvivenza del<br />
trapianto <strong>di</strong> cuore proveniente dallo stesso ceppo donatore <strong>di</strong> ESC, fino a più <strong>di</strong> 100 giorni nel<br />
44% degli animali. Tuttavia, il 28% degli animali trapiantati infusi con le IVF-ESCs ha<br />
sviluppato teratomi. Le NT-ESCs hanno prolungato la sopravvivenza <strong>di</strong> un trapianto semiallogenico<br />
allo stesso modo (>100 giorni nel 40% degli animali), ma con minore teratogenicità.<br />
Tramite stu<strong>di</strong> in vitro, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che l'immunoregolazione dovuta alle IVF-ESCs e<br />
alle NT-ESCs è me<strong>di</strong>ata da fattori solubili ed abbiamo identificato la Prostaglan<strong>di</strong>na E2 come il<br />
me<strong>di</strong>atore maggiormente responsabile della immunomodulazione delle ESC. Il nostro stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong>mostra che sia le IVF-ESCs che le NT-ESCs modulano la risposta immune del ricevente verso<br />
la tolleranza al trapianto d'organo solido e che le NT-ESCs mostrano una minore tendenza alla<br />
formazione <strong>di</strong> teratomi. Le cellule NT-ESC, ottenute attraverso il trasferimento nucleare da un<br />
in<strong>di</strong>viduo adulto vivente in un oocita denucleato, potrebbero rappresentare in futuro la sorgente<br />
<strong>di</strong> cellule staminali del donatore per la terapia cellulare nel trapianto <strong>di</strong> organo solido.<br />
Mutazioni nel gene MYO1E associate alla glomerulo sclerosi focale<br />
segmentale familiare ad esor<strong>di</strong>o<br />
La Glomerulosclerosi Focale Segmentale (GFS) è una malattia renale caratterizzata<br />
clinicamente dalla Sindrome Nefrosica. Nella maggior parte dei casi, la GFS è resistente al<br />
trattamento con la terapia tra<strong>di</strong>zionale a base <strong>di</strong> glucocorticoi<strong>di</strong> e progre<strong>di</strong>sce fino<br />
323<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
all'insufficienza renale terminale nel 50-70% dei pazienti. Gli stu<strong>di</strong> effettuati in questi anni<br />
hanno permesso <strong>di</strong> identificare alcuni dei fattori responsabili <strong>di</strong> questa malattia, la maggior parte<br />
dei quali sono riconducibili a mutazioni genetiche che portano ad alterazioni delle proteine<br />
strutturali dei podociti, cellule che contribuiscono a costituire la barriera <strong>di</strong> filtrazione dei<br />
glomeruli. Tuttavia, queste alterazioni rimangono sconosciute in oltre il 50% dei pazienti, e non<br />
esiste ancora una terapia specifica ed efficace per la GFS. Molto spesso la malattia si ripresenta<br />
nel rene trapiantato, ma purtroppo le cause della reci<strong>di</strong>va post-trapianto non sono ancora note.<br />
Abbiamo analizzato il DNA dei membri <strong>di</strong> una famiglia, costituita da 2 genitori sani e 3 figli<br />
affetti da GFS. Attraverso l’analisi <strong>di</strong> tutto il loro genoma, abbiamo localizzato la regione<br />
cromosomica contenente il gene responsabile della loro malattia. Questa regione è stata<br />
successivamente sequenziata con una tecnica <strong>di</strong> ultima generazione che ci ha permesso <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare lo specifico gene e la mutazione che ha causato la GFS. L’analisi del nuovo gene è<br />
stata poi estesa ad altri 52 in<strong>di</strong>vidui affetti da GFS. Ulteriori analisi sulle biopsie renali dei<br />
pazienti mutati e sui podociti in coltura (in vitro) ci hanno permesso <strong>di</strong> caratterizzare la proteina<br />
co<strong>di</strong>ficata dal nuovo gene e <strong>di</strong> valutare gli effetti funzionali delle mutazioni in<strong>di</strong>viduate.<br />
Abbiamo identificato due mutazioni (A159P and Y695X) nel gene MYO1E, che co<strong>di</strong>fica per<br />
una proteina, chiamata Miosina 1E (Myo1E), in due famiglie non correlate, in cui la malattia,<br />
resistente ai glucocorticoi<strong>di</strong>, si è manifestata in età infantile. Le alterazioni sono state trovate<br />
solo nei membri affetti delle famiglie e non nei parenti sani, fatto che suggerisce il loro ruolo<br />
patogenetico. E’ interessante notare che uno dei pazienti ha ricevuto un trapianto <strong>di</strong> rene che<br />
dopo un anno funziona molto bene, in<strong>di</strong>cando che le mutazioni in Myo1E non pre<strong>di</strong>spongono al<br />
rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve post-trapianto. L’analisi alla microscopia elettronica delle biopsie dei pazienti<br />
mutati ha mostrato che la loro membrana basale glomerulare era ispessita e <strong>di</strong>sorganizzata,<br />
segno tipico della GFS. Le analisi in vitro, condotte con la Myo1E ricombinante alterata in vitro<br />
in modo da portare le mutazioni trovate nei pazienti, ci hanno permesso <strong>di</strong> determinare che la<br />
Myo1E è prodotta nei podociti e quando è alterata, come nel caso dei nostri pazienti, va a<br />
mo<strong>di</strong>ficare la struttura e la funzione dei podociti stessi, portando al malfunzionamento dei reni e<br />
alla comparsa dei sintomi e dei segni tipici della GFS. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che le mutazioni nel<br />
gene MYO1E sono associate a una forma <strong>di</strong> GFS resistente ai glucocorticoi<strong>di</strong> che esor<strong>di</strong>sce<br />
nell’infanzia. I nostri dati forniscono l’evidenza <strong>di</strong> un ruolo fondamentale della Myo1E per la<br />
struttura dei podociti e per l'integrità della barriera <strong>di</strong> filtrazione glomerulare.<br />
Nuovi approcci terapeutici per proteggere la funzione renale dal danno da<br />
ischemia/riperfusione in un modello sperimentale <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> rene<br />
L’ischemia e la riperfusione sono fenomeni attualmente inevitabili nel trapianto d’organo. Il<br />
danno da ischemia/riperfusione è causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione renale post-trapianto in molti pazienti.<br />
Più sono lunghi i tempi dell’ischemia a freddo e a caldo e più aumentano i rischi sia <strong>di</strong><br />
complicazioni precoci post-trapianto che <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del rene trapiantato a lungo termine.<br />
Abbiamo voluto valutare se immunoglobuline <strong>di</strong> coniglio anti-timociti <strong>di</strong> ratto (rATG) avessero<br />
un effetto protettivo nei confronti dei danni da ischemia/riperfusione in un modello <strong>di</strong> trapianto<br />
singenico nel ratto. rATG sono, per il ratto, il corrispettivo <strong>di</strong> Thymoglobuline ® nell’uomo<br />
(immunoglobuline <strong>di</strong> coniglio anti-timociti umani) utilizzate come terapia <strong>di</strong> induzione per<br />
prevenire il rigetto acuto nel trapianto. Il trattamento con rATG si è <strong>di</strong>mostrato efficace nel<br />
prevenire il ritardo della funzionalità renale, e nel ridurre il danno tissutale e l’apoptosi tubulare<br />
che si associano all’ischemia/riperfusione. Questo effetto protettivo è stato osservato solo<br />
quando rATG venivano somministrate al ricevente 2 ore prima del trapianto e non al momento<br />
della riperfusione. Il trattamento con rATG è stato anche efficace nel ridurre la quantità <strong>di</strong><br />
macrofagi, linfociti CD4 + e CD8 + , e cellule LFA-1 + che normalmente si accumulano nel rene<br />
trapiantato ischemico. Anche l’espressione <strong>di</strong> granzyme-B, enzima posseduto dai linfociti CD8 +<br />
e che causa citolisi, si è rivelata significativamente ridotta nel rene ischemico trapiantato in ratti<br />
324<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
pre-trattati con rATG. Se questi risultati venissero traslati in ambito clinico si potrebbe pensare<br />
che Thymoglobuline ® , attualmente somministrate nei pazienti post o peri-trapianto come<br />
terapia anti-rigetto, potrebbe essere somministrate pre-trapianto. Tale metodo <strong>di</strong><br />
somministrazione potrebbe offrire un ulteriore vantaggio: quello <strong>di</strong> limitare il danneggiamento<br />
dell’organo trapiantato causato dall’ischemia/riperfusione.<br />
Usando lo stesso modello <strong>di</strong> danno da I/R seguito dal trapianto <strong>di</strong> rene nel ratto, in un altro<br />
stu<strong>di</strong>o, abbiamo valutato gli effetti protettivi <strong>di</strong> Darbepoietina Alfa (DA) e <strong>di</strong> eritropoietina<br />
carbamilata (CEPO). DA e CEPO hanno ridotto significativamente la creatinina sierica, il danno<br />
tubulare, il segnale della nitrotirosina nei tubuli e prevenuto l’apoptosi tubulare indotta da I/R,<br />
ma solo quando somministrate sia al donatore che al ricevente. La citoprotezione dovuta a DA e<br />
CEPO è risultata me<strong>di</strong>ata dall’attivazione <strong>di</strong> p-Akt tubulare e dalla preservazione della densità<br />
capillare peritubulare.<br />
Da sottolineare, CEPO è risultata più efficace <strong>di</strong> DA nel ridurre lo stress ossidativo tubulare e<br />
nel preservare i capillari peritubulari. DA e CEPO hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere efficaci sia<br />
quando il rene trapiantato era singenico che quando era allogenico.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia delle Malattie Renali ed<br />
Interazione con altri Sistemi<br />
Effetto <strong>di</strong> un antagonista recettoriale <strong>di</strong> ETA e <strong>di</strong> ACE inibitore in un<br />
modello sperimentale <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2<br />
La nefropatia <strong>di</strong>abetica è spesso associata a complicanze car<strong>di</strong>ovascolari. La terapia standard è<br />
rappresentata dagli ACE inibitori che più efficacemente degli altri farmaci anti-ipertensivi<br />
limitano la proteinuria e la per<strong>di</strong>ta della funzione renale. Tuttavia, in pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo<br />
2 in fasi avanzate della malattia gli ACE inibitori possono non offrire nefroprotezione completa<br />
e i rischi car<strong>di</strong>ovascolari restano elevati. Tra i me<strong>di</strong>atori coinvolti nella progressione delle<br />
malattie renali croniche, l’endotelina-1 (ET-1) ha un ruolo importante nella <strong>di</strong>sfunzione renale e<br />
car<strong>di</strong>aca grazie alle sue proprietà vasoattive, fibrogeniche e chemotattiche. In un recente stu<strong>di</strong>o<br />
abbiamo valutato gli effetti del trattamento con un antagonista recettoriale <strong>di</strong> ETA (sitaxsentan)<br />
e un ACE inibitore (ramipril), somministrati singolarmente o in combinazione, in un modello <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2, i ratti ZDF (“Zucker <strong>di</strong>abetic fatty”). Le terapie erano somministrate da 4 mesi<br />
<strong>di</strong> età, quando erano già presenti proteinuria e lesioni renali e venivano proseguite fino a 8 mesi.<br />
I risultati hanno <strong>di</strong>mostrato che con la terapia combinata si aveva un miglioramento della<br />
proteinuria e della glomerulosclerosi soprattutto dovuti all’azione dell’ACE inibitore. Il blocco<br />
simultaneo delle vie dell’angiotensina II e dell’ET-1 normalizzavano l’espressione renale <strong>di</strong><br />
MCP-1 e l’infiammazione interstiziale. A livello car<strong>di</strong>aco, l’aumento del volume dei miociti era<br />
ridotto dalla somministrazione della terapia combinata che migliorava anche la densità dei<br />
capillari car<strong>di</strong>aci in presenza <strong>di</strong> un aumento dell’espressione <strong>di</strong> VEGF/VEGFR-1 e <strong>di</strong> una<br />
significativa riduzione dello stress ossidativo. Questi risultati <strong>di</strong>mostrano che nel <strong>di</strong>abete<br />
sperimentale <strong>di</strong> tipo 2 la terapia combinata <strong>di</strong> antagonista recettoriale <strong>di</strong> ETA ed ACE inibitore<br />
esercita importanti proprietà car<strong>di</strong>oprotettive, dovute principalmente al contributo<br />
dell’antagonista recettoriale dell’ETA attraverso l’azione del VEGF.<br />
Effetto <strong>di</strong> un inibitore <strong>di</strong> MCP-1 in un modello <strong>di</strong> malattia da rene<br />
policistico nel ratto<br />
Stu<strong>di</strong> sperimentali e clinici hanno evidenziato che la chemochina proinfiammatoria MCP-<br />
1/CCL2 ha un ruolo nello sviluppo dell’infiammazione interstiziale e dell’insufficienza renale<br />
325<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
nella malattia da rene policistico. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’effetto <strong>di</strong> bindarit, inibitore della sintesi <strong>di</strong><br />
MCP-1, in ratti PCK, un modello <strong>di</strong> malattia da rene e fegato policistico. I ratti PCK sono stati<br />
trattati dalle 5 alle 15 settimane <strong>di</strong> vita con veicolo o con bindarit. Nei ratti PCK che avevano<br />
ricevuto veicolo abbiamo osservato un aumento significativo dell’espressione renale <strong>di</strong> MCP-1<br />
sia a livello <strong>di</strong> mRNA che della proteina localizzata a livello delle cellule epiteliali dei tubuli<br />
<strong>di</strong>latati, delle cisti, e delle cellule infiammatorie interstiziali. Il trattamento con bindarit riduceva<br />
l’espressione <strong>di</strong> MCP-1 e limitava l’eccessivo accumulo <strong>di</strong> monociti/macrofagi nel rene.<br />
Bindarit migliorava la funzione renale e mostrava un importante effetto antiproteinurico<br />
associato al ripristino dell’espressione <strong>di</strong> nefrina nei podociti. Le cisti del rene e del fegato non<br />
erano mo<strong>di</strong>ficate dal trattamento. In conclusione, anche se bindarit non impe<strong>di</strong>va la crescita <strong>di</strong><br />
cisti renali, limitava l’infiammazione interstiziale e la <strong>di</strong>sfunzione renale e riduceva la<br />
proteinuria. Il bindarit potrebbe quin<strong>di</strong> essere considerato un intervento complementare alle<br />
terapie che agiscono specificatamente sulla crescita delle cisti renali.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare<br />
Sistemi <strong>di</strong> comunicazione tra cellule MSC e cellule renali danneggiate<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto<br />
Numerosi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che le cellule staminali mesenchimali derivate dal midollo<br />
osseo (BM-MSC) possono contribuire al riparo del tessuto renale. Il nostro gruppo ha<br />
documentato che l’infusione <strong>di</strong> questa popolazione cellulare era in grado <strong>di</strong> migliorare la<br />
funzione renale e <strong>di</strong> ridurre il danno tubulare in un modello sperimentale d’insufficienza renale<br />
acuta indotta da cisplatino. In tale ambito il nostro laboratorio ha cercato <strong>di</strong> identificare quali<br />
siano i segnali attraverso cui le MSCs comunicano con le cellule tubulari focalizzando<br />
l’attenzione sulla capacità da parte delle cellule MSCs <strong>di</strong> rilasciare nell’ambiente circostante<br />
microvescicole (MV/esosomi). Dopo averne definito struttura e <strong>di</strong>mensioni tramite analisi in<br />
microscopia elettronica, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che le MV/esosomi contengono microRNA,<br />
mRNA, proteine e sono in grado <strong>di</strong> trasferire, in vitro, il loro contenuto a cellule tubulari renali<br />
danneggiate aumentandone la capacità proliferativa. Me<strong>di</strong>ante esperimenti <strong>di</strong> Array Real Time<br />
PCR abbiamo <strong>di</strong>mostrato che gli esosomi contengono mRNA co<strong>di</strong>ficano per recettori <strong>di</strong><br />
membrana che attivano segnali proliferativi e/o anti-apoptotici come quello dell’IGF, PI3K-<br />
AKT, e MAP chinasi. Abbiamo quin<strong>di</strong> condotto esperimenti <strong>di</strong> silenziamento genico nelle<br />
cellule MSC prima del rilascio degli esosomi e abbiamo documentato che esosomi derivanti da<br />
MSC silenziate per IGF-1R inducevano una ridotta capacità proliferativa delle cellule tubulari<br />
renali danneggiate da cisplatino. Stiamo ora valutando come l’mRNA contenuto negli esosomi e<br />
veicolato nelle cellule target sia in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il trascrittoma delle cellule target.<br />
Induzione <strong>di</strong> cellule pluripotenti da cellule adulte<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare e Xenotrapianto<br />
Gli effetti terapeutici delle cellule embrionali staminali sono stati riportati in alcuni modelli<br />
animali <strong>di</strong> malattie degenerative e solo a gennaio 2009 l’ente americano FDA ha approvato il<br />
primo stu<strong>di</strong>o clinico sull’utilizzo delle cellule embrionali umane per il trattamento <strong>di</strong> pazienti<br />
affetti da danno alla spina dorsale. L’impiego <strong>di</strong> tali cellule però presenta alcuni ostacoli tra cui<br />
il rigetto, non essendo paziente- specifiche, e problemi etici legati all’uso delle cellule<br />
embrionali. Un modo per superare queste <strong>di</strong>fficoltà è rappresentato dalla possibilità <strong>di</strong> generare<br />
le induced pluripotent stem cells (iPS) cioè cellule pluripotenti ottenute da cellule <strong>di</strong>fferenziate.<br />
Per ottenere le cellule iPS, sono stati identificati quattro fattori (OCT4, SOX2, KLF4 e cMyc)<br />
essenziali per la produzione <strong>di</strong> cellule staminali da cellule <strong>di</strong>fferenziate, altamente espressi nelle<br />
cellule embrionali staminali. Per veicolare questi fattori all’interno <strong>di</strong> cellule <strong>di</strong>fferenziate sono<br />
state impiegate <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che tra cui la più sicura sembra essere quella che utilizza un<br />
vettore plasmi<strong>di</strong>co che non si integra nel genoma della cellula. Pertanto abbiamo costruito un<br />
326<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
vettore plasmi<strong>di</strong>co contenente i fattori d’interesse in un unico vettore che permette un’uguale<br />
espressione dei fattori all’interno della cellula <strong>di</strong>fferenziata. In particolare si è scelto <strong>di</strong><br />
riprogrammare fibroblasti adulti in quanto sono una fonte <strong>di</strong> cellule facilmente reperibile dai<br />
pazienti. I primi esperimenti eseguiti hanno portato alla generazione <strong>di</strong> colonie “iPS-like” con<br />
una parziale riprogrammazione delle cellule adulte. Per superare questo problema stiamo<br />
ottimizzando i protocolli <strong>di</strong> trasfezione e <strong>di</strong> coltura cellulare. Vista la bassa efficienza e la<br />
<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ottenere cellule iPS con meto<strong>di</strong> non integrativi, abbiamo generato le cellule iPS<br />
utilizzando un lentivirus che contiene tutti e quattro i fattori <strong>di</strong> riprogrammazione in un'unica<br />
cassetta <strong>di</strong> espressione. La cassetta <strong>di</strong> espressione è fiancheggiata da particolari sequenze che<br />
permettono <strong>di</strong> estrarla dal genoma della cellula ospite, lasciando integrata solo una piccola<br />
porzione del DNA virale. Con questa meto<strong>di</strong>ca siamo riusciti ad ottenere 4 cloni <strong>di</strong> cellule iPS<br />
che attualmente stiamo caratterizzando per verificare che siano realmente pluripotenti. A tal fine<br />
stiamo valutando sia come espressione genica che proteica i markers <strong>di</strong> pluripotenza tipicamente<br />
espressi in cellule staminali embrionali umane. Per ogni clone viene inoltre valutata la capacità<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare nei tre foglietti germinativi attraverso la formazione dei corpi embrioi<strong>di</strong>. Un<br />
ulteriore test <strong>di</strong> caratterizzazione dei cloni <strong>di</strong> iPS riguarda l’indagine dello stato <strong>di</strong> metilazione<br />
delle isole GpC nel promotore <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> pluripotenza. A tal fine abbiamo ottimizzato la tecnica<br />
del “Bisulfite Sequencing” che ci permetterà <strong>di</strong> confrontare lo stato <strong>di</strong> metilazione del<br />
promotore del gene NANOG tra i cloni <strong>di</strong> iPS generati, le cellule embrionali umane e i<br />
fibroblasti da cui le cellule iPS sono state generate.<br />
La terapia genica per correggere la malattia porpora trombotica<br />
trombocitopenica<br />
La Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) è una rara microangiopatia trombotica<br />
caratterizzata da anemia e trombocitopenia che si manifesta con prevalenti, ma non esclusivi,<br />
sintomi neurologici e <strong>di</strong>sfunzione renale. La PTT è causata dalla mancanza <strong>di</strong> attività <strong>di</strong><br />
ADAMTS13, una proteina plasmatica che regola la formazione dei trombi tagliando il fattore <strong>di</strong><br />
von Willebrand (vWF) secreto dalle cellule endoteliali sotto forma <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> multimeri. La<br />
terapia attuale per pazienti affetti dalla forma congenita della malattia è l’infusione <strong>di</strong> plasma<br />
che tuttavia espone i pazienti a un elevato rischio <strong>di</strong> infezioni, aumento <strong>di</strong> volume e reazioni<br />
allergiche. Questi limiti hanno reso necessaria la ricerca <strong>di</strong> una terapia alternativa.<br />
Recentemente abbiamo <strong>di</strong>mostrato che è possibile ripristinare la produzione <strong>di</strong> ADAMTS13 in<br />
topi knockout (KO) per la proteina stessa me<strong>di</strong>ante terapia genica. Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che topi<br />
trattati con un vettore adenovirale co<strong>di</strong>ficante per ADAMTS13 umana esprimevano nel plasma<br />
elevate quantità della proteina ricombinante funzionalmente attiva in grado <strong>di</strong> ridurre l’area dei<br />
trombi rispetto al sangue <strong>di</strong> topi controllo. L’utilizzo <strong>di</strong> un vettore adenovirale come sistema <strong>di</strong><br />
trasferimento genico causa tuttavia la produzione <strong>di</strong> anticorpi sia contro il virus che contro il<br />
transgene che riducono l’espressione e l’attività della proteina ricombinante a lungo termine.<br />
Nel tentativo <strong>di</strong> migliorare l’approccio <strong>di</strong> terapia genica stiamo valutando strategie <strong>di</strong><br />
trasferimento genico alternative basate sull’utilizzo <strong>di</strong> trasposoni. In particolare, vogliamo<br />
sfruttare il sistema degli “Sleeping Beauty” che prevede l’utilizzo <strong>di</strong> un plasmide contenente il<br />
cDNA per ADAMTS13 fiancheggiato da sequenze ripetute tipiche del trasposone Sleeping<br />
Beauty e da un plasmide che co<strong>di</strong>fica per la trasposase, una proteina in grado <strong>di</strong> tagliare il DNA<br />
a livello delle sequenze ripetute e <strong>di</strong> integrarlo nel genoma. Diversi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
l’integrazione del trasposone ricombinante avviene in punti non pericolosi del genoma<br />
permettendo un’espressione continua nel tempo del transgene. Inoltre allo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re<br />
l’espressione del transgene nelle cellule dendritiche responsabili dell’attivazione dei linfociti T,<br />
abbiamo inserito una sequenza target per il microRNA142-3p, presente nelle cellule dendritiche,<br />
a valle del cDNA per ADAMTS13. Il legame del microRNA alla sua sequenza target induce la<br />
327<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
degradazione dell’RNA co<strong>di</strong>ficante per ADAMTS13 nelle cellule dendritiche. In questo modo<br />
l’espressione <strong>di</strong> ADAMTS13 avviene solo negli epatociti, sede principale <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong><br />
ADAMTS13. Abbiamo valutato l’efficacia del nuovo costrutto in vitro. Epatociti in coltura<br />
trasfettati me<strong>di</strong>ante elettroporazione con due plasmi<strong>di</strong> contenenti rispettivamente il trasposone<br />
ricombinante con il cDNA per ADAMTS13 e il gene per la trasposase esprimono in modo<br />
stabile la proteina ADAMTS13 ad in<strong>di</strong>care che la trasposase ha inserito il gene per ADAMTS13<br />
nel genoma degli epatociti. Trasfettando contemporaneamente questi epatociti con il<br />
microRNA142-3p non si ha più espressione <strong>di</strong> ADAMTS13.<br />
La terapia genica per prevenire il rigetto cronico <strong>di</strong> un organo solido<br />
trapiantato<br />
Dalle sue origini la me<strong>di</strong>cina del trapianto ha fatto enormi progressi. L’introduzione <strong>di</strong> nuovi<br />
farmaci antirigetto e i miglioramenti nella chirurgia hanno reso il trapianto la terapia ideale per<br />
tutte le gran<strong>di</strong> insufficienze d’organo, del rene soprattutto ma anche del cuore, fegato, polmoni,<br />
intestino e pancreas. I farmaci antirigetto funzionano molto bene per il rigetto acuto - quello che<br />
nella maggior parte dei casi si verifica entro giorni, settimane o pochi mesi dal trapianto – ma<br />
c’è una forma <strong>di</strong> rigetto cronico per cui non abbiamo farmaci efficaci. Questo si traduce nel<br />
fatto che dopo 10 anni dal trapianto solo il 50% degli organi funzionano ancora, gli altri hanno<br />
smesso <strong>di</strong> funzionare e ci vuole un altro trapianto, quando questo è possibile, altrimenti si torna<br />
in <strong>di</strong>alisi per il rene o si muore per chi ha avuto un altro organo. Questo progetto si propone <strong>di</strong><br />
risolvere il problema del rigetto cronico utilizzando il rene come modello.<br />
Anche se le cause che portano all’insufficienza tar<strong>di</strong>va dell’organo trapiantato non sono ancora<br />
ben definite, sia fattori immunologici che non immunologici potrebbero contribuire alla<br />
progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzionalità dell’organo. Tra le cause immunologiche alla base del rigetto<br />
cronico post-trapianto vi è l’attivazione delle cellule T, me<strong>di</strong>ata dal processo <strong>di</strong> riconoscimento<br />
dell’alloantigene e dall’attivazione <strong>di</strong> segnali <strong>di</strong> costimolazione tra cui il più importante è quello<br />
tra CD28 presente sulla superficie delle cellule T e B7 presente sulle cellule che presentano<br />
l’antigene. Stu<strong>di</strong> eseguiti dal nostro laboratorio in ro<strong>di</strong>tori hanno <strong>di</strong>mostrato che il trasferimento<br />
genico nell’organo bersaglio <strong>di</strong> CTLA4Ig - una proteina <strong>di</strong> fusione in grado <strong>di</strong> prevenire<br />
l’interazione tra il recettore CD28 e il B7 era in grado <strong>di</strong> prevenire la comparsa <strong>di</strong> proteinuria e<br />
<strong>di</strong> proteggere i reni trapiantati dal danno strutturale nel lungo termine in completa assenza <strong>di</strong><br />
terapia immunosoppressiva. Il gene immunomodulatore, trasportato da un virus inattivo- un<br />
virus adeno-associato (AAV) in grado <strong>di</strong> indurre una duratura espressione del transgene senza<br />
segni evidenti <strong>di</strong> risposta infiammatoria e/o immune- faceva sì che la proteina si esprimesse nel<br />
rene a lungo termine. Il rene così mo<strong>di</strong>ficato trapiantato in un animale incompatibile era in<br />
grado <strong>di</strong> sopravvivere a lungo senza richiedere ulteriore somministrazione <strong>di</strong> cure antirigetto.<br />
Questi stu<strong>di</strong> possono avere applicazioni importanti per migliorare la cura del trapianto<br />
nell’uomo. Prima <strong>di</strong> pensare all’uomo però, servono ulteriori verifiche precliniche. Questo è<br />
l’obiettivo del progetto in collaborazione con altri due centri <strong>di</strong> ricerca italiani, il Centro<br />
Internazionale <strong>di</strong> Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) <strong>di</strong> Trieste e il Consorzio per la<br />
Ricerca sul Trapianto <strong>di</strong> Organi Tessuti, Cellule e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa (CORIT) <strong>di</strong> Padova.<br />
Utilizzando un modello <strong>di</strong> rigetto cronico nei primati stu<strong>di</strong>eremo l’efficacia del trasferimento<br />
genico <strong>di</strong> LEA29Y (CTLA4Ig con due sostituzioni aminoaci<strong>di</strong>che in modo che riconosca in<br />
modo più efficiente il recettore CD28 dei primati) nell’impe<strong>di</strong>re il rigetto cronico nel trapianto<br />
<strong>di</strong> rene, che rappresenta un para<strong>di</strong>gma per le future applicazioni in tutti gli altri trapianti <strong>di</strong><br />
organi soli<strong>di</strong>.<br />
Immagini dell’ultrastruttura dei pori <strong>di</strong> filtrazione glomerulare<br />
In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria<br />
328<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’ultrastruttura dei pori <strong>di</strong> filtrazione glomerulare è, ad oggi, ancora non completamente<br />
conosciuta. Le informazioni degli ultimi 30 anni derivano da osservazioni effettuate al<br />
microscopio elettronico a trasmissione (TEM) e da analisi teoriche associate a valutazioni della<br />
clearance <strong>di</strong> soluti a <strong>di</strong>mensioni note. Tuttavia, i risultati fino ad ora ottenuti sono controversi. In<br />
questo stu<strong>di</strong>o, l’impiego <strong>di</strong> un approccio tecnologico sofisticato ha permesso <strong>di</strong> osservare<br />
dettagli mai rilevati in passato. Abbiamo utilizzato un microscopio elettronico a scansione<br />
(SEM) <strong>di</strong> ultima generazione (Cross-Beam Supra con colonna Gemini, Carl Zeiss, Oberkochen,<br />
Germania) con un detector ad alta sensibilità capace <strong>di</strong> rilevare informazioni anche dalle regioni<br />
più profonde del campione. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto precedentemente documentato con il TEM,<br />
abbiamo osservato nei reni <strong>di</strong> animali <strong>di</strong> controllo la presenza <strong>di</strong> pori <strong>di</strong> forma circolare ed<br />
ellittica soprattutto localizzati nella regione centrale delle giunzioni dei podociti. Attraverso<br />
un’analisi morfologica abbiamo quantificato la <strong>di</strong>mensione dei pori. Il raggio me<strong>di</strong>o, stimato in<br />
12.1 nm, aveva una <strong>di</strong>stribuzione log-normale. Nei reni <strong>di</strong> animali proteinurici i valori me<strong>di</strong> del<br />
raggio del poro mostravano ancora una <strong>di</strong>stribuzione log-normale con una presenza, tuttavia, <strong>di</strong><br />
una popolazione <strong>di</strong> pori con <strong>di</strong>mensioni molto maggiori rispetto a quelle osservate in con<strong>di</strong>zione<br />
fisiologica. Questi pori, eccezionalmente gran<strong>di</strong>, potrebbero essere responsabili dell’aumentata<br />
presenza <strong>di</strong> proteine plasmatiche nelle urine nelle malattie glomerulari.<br />
Stiamo valutando se un inibitore dell’enzima <strong>di</strong> conversione <strong>di</strong> angiotensina, notoriamente<br />
efficace nel ridurre la proteinuria e nel migliorare la funzione e la struttura del rene, esercita<br />
l'attività renoprotettiva agendo sulla <strong>di</strong>mensione dei pori epiteliali glomerulari.<br />
329<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
330<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI BIOINGEGNERIA<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Andrea REMUZZI, Dr.Ing.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale<br />
Capo Laboratorio<br />
Daniela MACCONI, Dr.Sci.Biol.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />
Capo Laboratorio<br />
Bogdan ENE-IORDACHE, Dr.Ing.<br />
Unità <strong>di</strong> Ingegneria dei Tessuti<br />
Capo Unità<br />
Marina FIGLIUZZI, Dr.Sci.Biol.<br />
Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cal Imaging<br />
Capo Unità<br />
Luca ANTIGA, Ph.D.<br />
Unità <strong>di</strong> Informatica per la Ricerca Clinica<br />
Capo Unità<br />
Sergio CARMINATI, IT.<br />
331<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA<br />
Andrea Remuzzi si è laureato in Ingegneria Meccanica (in<strong>di</strong>rizzo Biome<strong>di</strong>co) nel 1979 presso il<br />
Politecnico <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: 1980 Politecnico <strong>di</strong> Milano, Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1981 <strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (Milano), Laboratorio <strong>di</strong> Farmacologia Car<strong>di</strong>ovascolare; 1982-83 Massachussets Institute of<br />
Technology, Mechanical Engineering Department, Cambridge, USA.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: fenomeni <strong>di</strong> trasporto nei sistemi biologici, modelli matematici, fluido<strong>di</strong>namica<br />
computazionale, fisiopatologia renale, risposta cellulare allo stimolo meccanico, ingegneria dei tessuti,<br />
tecniche <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche, basi <strong>di</strong> dati clinici.<br />
Ruoli: Dal 1984 al 1986 Ricercatore <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> (Bergamo), Laboratorio <strong>di</strong> malattie renali, 1986-<br />
1989 Capo dell’Unità <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, 1989-1993 Capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, 1993-1999 Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca Renale, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>, dal 2000 ad oggi Capo del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Dal 1998 al 2007<br />
professore a contratto, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, Politecnico <strong>di</strong> Milano. Dal 2007 ricercatore,<br />
Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, Università <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Davies PF, Remuzzi A, Gordon EJ, Dewey CF Jr, Gimbrone MA Jr. Turbulent fluid shear stress induces vascular endothelial<br />
cell turnover in vitro. Proc Natl Acad Sci U S A. 1986; 83(7): 2114-7.<br />
2. Remuzzi A, Puntorieri S, Battaglia C, Bertani T, Remuzzi G. Angiotensin converting enzyme inhibition ameliorates<br />
glomerular filtration of macromolecules and water and lessens glomerular injury in the rat. J Clin Invest. 1990 Feb;85(2):541-<br />
9.<br />
3. Noris M, Morigi M, Donadelli R, Aiello S, Foppolo M, Todeschini M, Orisio S, Remuzzi G, Remuzzi A. Nitric oxide<br />
synthesis by cultured endothelial cells is modulated by flow con<strong>di</strong>tions. Circ Res. 1995; 76(4):536-43.<br />
4. Antiga L, Ene-Iordache B, Remuzzi A. Computational geometry for patient-specific reconstruction and meshing of blood<br />
vessels from MR and CT angiography. IEEE Trans Med Imaging. 2003; 22(5):674-84. PMID: 12846436<br />
5. Remuzzi A, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Sangalli F, Bonomelli M, Piccinelli M, Benigni A, Remuzzi G. ACE inhibition reduces<br />
glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal <strong>di</strong>sease. Kidney Int. 2006; 69(7):1124-30.<br />
6. Antiga L, Piccinelli M, Fasolini G, Ene-Iordache B, Ondei P, Bruno S, Remuzzi G, Remuzzi A. Computed tomography<br />
evaluation of autosomal dominant polycystic kidney <strong>di</strong>sease progression: a progress report. CJASN 2006 1:754-60.<br />
7. Cornolti R, Figliuzzi M, Remuzzi A. Effect of micro-and macroencapsulation on oxygen consumption by pancreatic islets.<br />
Cell Transplant. 2009; 18(2):195-201.<br />
8. Remuzzi A, Cornolti R, Bianchi R, Figliuzzi M, Porretta-Serapiglia C, Oggioni N, Carozzi V, Crippa L, Avezza F, Fiordaliso<br />
F, Salio M, Lauria G, Lombar<strong>di</strong> R, Cavaletti G. Regression of <strong>di</strong>abetic complications by islet transplantation in the rat.<br />
Diabetologia 2009; 52: 2653-2661.<br />
9. Cornolti R, Cattaneo I, Trudu M, Figliuzzi M, Remuzzi A. Effect of islet transplantation on metabolic glucose control in rats<br />
with <strong>di</strong>abetes. Diabetes Technol Ther. 2009; 11(12):805-811<br />
10. Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Benigni A, Remuzzi G, Remuzzi A. Imaging of the porous ultrastructure of the glomerular epithelial<br />
filtration slit. Journal American Society Nephrology 21: 2081-2089, 2010.<br />
Daniela Macconi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: 1977-81 CNR, Sezione <strong>di</strong> Neuroscienze, Farmacologia Cellulare e Molecolare,<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Milano; 1982-83 Laboratorio della Divisione <strong>di</strong><br />
Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; 1984-85 University of Michigan, Me<strong>di</strong>cal School,<br />
Department of Pathology, Me<strong>di</strong>cal Science I, Ann Arbor Michigan, USA; 1985-89 <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Bergamo.<br />
Aree d’interesse: permeabilità glomerulare, progressione della malattia renale, angiotensina II, specie<br />
reattive dell’ossigeno.<br />
Ruoli: 2000 ad oggi Capo Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale, Dipartimento d’Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1994-<br />
2000 Capo Unità dei Me<strong>di</strong>atori dell’Infiammazione <strong>di</strong> Origine Leucocitaria; 1989-94 ricercatrice; 1985-<br />
89 borsista; 1982-83 borsista presso il Laboratorio della Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali<br />
Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Macconi D. Targeting the renin angiotensin system for remission/regression of chronic kidney <strong>di</strong>sease. Histol Histopathol<br />
25:655-68, 2010. Review.<br />
332<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
2. Macconi D, Sangalli F, Bonomelli M, Conti S, Condorelli L, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Remuzzi G, Remuzzi A. Podocyte repopulation<br />
contributes to regression of glomerular injury induced by ACE inhibition. Am J Pathol 174:797-807, 2009.<br />
3. Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli<br />
R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc<br />
Nephrol 20:123-30, 2009.<br />
4. Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A, Remuzzi<br />
G: Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target for<br />
renoprotective intervention. Am J Pathol 168:1073-85, 2006.<br />
5. Macconi D, Bonomelli M, Benigni A, Plati T, Sangalli F, Longaretti L, Conti S, Kawachi H, Hill P, Remuzzi G, Remuzzi A.<br />
Pathophysiologic implications of reduced podocyte number in a rat model of progressive glomerular injury. Am J Pathol<br />
68:42-54, 2006.<br />
6. Morigi M, Buelli S, Zanchi C, Longaretti L, Macconi D, Benigni A, Moioli D, Remuzzi G, Zoja C. Shigatoxin –induced<br />
endothelin-1 expression in cultured podocytes autocrinally me<strong>di</strong>ates actin remodeling. Am J Pathol 169:1965-75, 2006<br />
7. Morigi M, Macconi D, Zoja C, Donadelli R, Buelli S, Zanchi C, Ghilar<strong>di</strong> M, Remuzzi G: Protein overload-induced NFkappaB<br />
activation in proximal tubular cells requires H(2)O(2) through a PKC-dependent pathway. J Am Soc Nephrol<br />
13:1179-89, 2002<br />
8. Macconi D, Ghilar<strong>di</strong> M, Bonassi ME, Mohamed EI, Abbate M, Colombi F, Remuzzi G, Remuzzi A: Effect of angiotensinconverting<br />
enzyme inhibition on glomerular basement membrane permeability and <strong>di</strong>stribution of zonula occludens-1 in MWF<br />
rats. J Am Soc Nephrol 11:477-89, 2000.<br />
Bogdan Ene-Iordache si è laureato in Ingegneria Meccanica nel 1990 presso l’Università <strong>di</strong> Petrolio e<br />
Gas <strong>di</strong> Ploiesti (Romania).<br />
Attività formative: ha completato la sua formazione presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Bergamo e presso il<br />
Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: nell’ambito renale (emo<strong>di</strong>namica e remodeling nell’accesso vascolare, modelli teorici<br />
della filtrazione e analisi morfometrica del capillare glomerulare) e dell’informatica per la ricerca clinica<br />
(data management e analisi per gli stu<strong>di</strong> clinici controllati, sviluppo e gestione <strong>di</strong> sistemi web).<br />
Ruoli: Dal 1992 al 1996 borsista e poi dal 1996 al 1999 è stato ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Bioingegneria, Laboratori<strong>Negri</strong>, Beargamo. All’inizio del 2000 è <strong>di</strong>ventato capo del Laboratorio <strong>di</strong><br />
Tecnologie Biome<strong>di</strong>che del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria. Sta coor<strong>di</strong>nando le attività <strong>di</strong> supporto alla<br />
rete informatica del Centro “Aldo e Cele Daccò”. Inoltre, sta collaborando per i sistemi informativi delle<br />
Unità <strong>di</strong> Nefrologia, Diabetologia ed Ematologia degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo. Segue studenti in<br />
bioingegneria per tesi <strong>di</strong> laurea ed è docente per i corsi <strong>di</strong> formazione professionale della Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a condotti in <strong>Istituto</strong>.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Ene-Iordache B and Remuzzi A. Disturbed flow in ra<strong>di</strong>al-cephalic arteriovenous fistulae for hemo<strong>di</strong>alysis: low and oscillating<br />
shear stress locates the sites of stenosis. Nephrol Dial Transplant, 2011.<br />
2. Ene-Iordache B, Carminati S, Antiga L, Rubis N, Ruggenenti P, Remuzzi G and Remuzzi A. Developing regulatory-compliant<br />
electronic case report forms for clinical trials: experience with the DEMAND trial. JAMIA, 16(3):404-408, 2009.<br />
3. Ruggenenti P, Perna A, Loriga G, Ene-Iordache B, Turturo M, Lesti M, Perticucci E, Chakarsky IN, Leonar<strong>di</strong>s D, Garini G,<br />
Sessa A, Basile C, Alpa M, Scanziani R, Sorba G, Zoccali C and Remuzzi G for the REIN-2 Study Group. Blood-pressure<br />
control for renoprotection in patients with non-<strong>di</strong>abetic chronic renal <strong>di</strong>sease (REIN-2): multicentre, randomised controlled<br />
trial. Lancet 365(9463): 939-946, 2005.<br />
4. Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-Iordache B,<br />
Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications<br />
Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. NEJM 351(19): 1941-1951, 2004.<br />
5. Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherar<strong>di</strong> G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S,<br />
Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P. Mycophenolate<br />
mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomised trial. Lancet<br />
364(9433): 503-512, 2004.<br />
6. Ene-Iordache B, Mosconi L, Antiga L, Bruno S, Anghileri A, Remuzzi G, Remuzzi A. Ra<strong>di</strong>al artery remodeling in response to<br />
shear stress increase within arteriovenous fistula for hemo<strong>di</strong>alysis access. Endothelium 10(2): 95-102, 2003.<br />
7. Ene-Iordache B, Mosconi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Computational fluid dynamics of a vascular access case for<br />
hemo<strong>di</strong>alysis. J Biomech Eng 123(3): 284-292, 2001.<br />
8. Ene-Iordache B and Remuzzi A. Numerical analysis of blood flow in reconstructed glomerular capillary segments. Microvasc<br />
Res 49: 1-11, 1995.<br />
9. Ene-Iordache B, Imberti O, Foglieni O, Remuzzi G, Bertani T and Remuzzi A. Effects of angiotensin-converting enzyme<br />
inhibition on glomerular capillary wall ultrastructure in MWF/Ztm rats. J Am Soc Nephrol 5: 1378-1384, 1994.<br />
Marina Figliuzzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: 1991-94 <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Bergamo.<br />
333<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: tecniche <strong>di</strong> decellularizzazione <strong>di</strong> organi, tecniche <strong>di</strong> isolamento <strong>di</strong> isole pancreatiche<br />
da pancreas umano, bovino, <strong>di</strong> maiale e <strong>di</strong> ratto, colture cellulari, sistemi <strong>di</strong> immunoisolamento per isole<br />
pancreatiche, <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> cellule progenitrici del pancreas in cellule che contengono insulina,<br />
tecniche <strong>di</strong> immunoistochimica.<br />
Ruoli: 2000 ad oggi, Capo Unità <strong>di</strong> Ingegneria dei Tessuti, Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca; 1991-<br />
2000 borsista.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Figliuzzi M, Remuzzi A. Can We Delay or Even Reverse Diabetic Complications By Islet Transplantation JCMD 2010: 2(1).<br />
2. Figliuzzi M, Bonandrini B, Cattaneo I, Remuzzi G, Remuzzi A. Effect of inborn pancreatic islet deficit in the Munich Wister<br />
Frömter rat. Islets. 2010;2(5):318-22.<br />
3. Cornolti R, Cattaneo I, Trudu M, Figliuzzi M, Remuzzi A.Effect of islet transplantation on metabolic glucose control in rats<br />
with <strong>di</strong>abetes. Diabetes Technol Ther. 2009;11(12):805-11.<br />
4. Remuzzi A, Cornolti R, Bianchi R, Figliuzzi M, Porretta-Serapiglia C, Oggioni N, Carozzi V, Crippa L, Avezza F, Fiordaliso<br />
F, Salio M, Lauria G, Lombar<strong>di</strong> R, Cavaletti G. Regression of <strong>di</strong>abetic complications by islet transplantation in the rat.<br />
Diabetologia. 2009;52(12):2653-2661.<br />
5. Figliuzzi M, Cornolti R, Perico N, Rota C, Morigi M, Remuzzi G, Remuzzi A, Benigni A. Bone marrow-derived<br />
mesenchymal stem cells improve islet graft function in <strong>di</strong>abetic rats. Transplant Proc. 2009 Jun;41(5):1797-800.<br />
6. Cornolti R, Figliuzzi M, Remuzzi A. Effect of micro- and macroencapsulation on oxygen consumption by pancreatic<br />
islets.Cell Transplant. 2009;18(2):195-201.<br />
7. Figliuzzi M, Adobati F, Cornolti R, Cassis P, Remuzzi G, Remuzzi A. Assessment of in vitro <strong>di</strong>fferentiation of bovine<br />
pancreatic tissue in insulin-expressing cells. JOP 9(5):601-11, 2008.<br />
8. Figliuzzi M, Plati T, Cornolti R, Adobati F, Fagiani A, Rossi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Biocompatibility and function of<br />
microencapsulated pancreatic islets. Acta Biomater. 2006 Mar;2(2):221-7.<br />
9. Figliuzzi M, Cornolti R, Plati T, Rajan N, Adobati F, Remuzzi G, Remuzzi A: Subcutaneous xenotransplantation of bovine<br />
pancreatic islets. Biomaterials. 26:5640-47, 2005.<br />
10. Figliuzzi M, Zappella S, Morigi M, Rossi P, Marchetti P, Remuzzi A: Influence of donor age on bovine pancreatic islet<br />
isolation. Transplantation. 70:1032-37, 2000<br />
Luca Antiga si è laureato in Ingegneria Biome<strong>di</strong>ca nel 1999 presso il Politecnico <strong>di</strong> Milano e ha<br />
conseguito il Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Bioingegneria nel 2003 presso la stessa istituzione, avendo svolto<br />
l'attività <strong>di</strong> ricerca presso il laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, <strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Attività formative: 2003 Post-doctoral fellow presso Imaging Research Laboratories, Robarts Research<br />
Institute, London, Ontario.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: acquisizione ed elaborazione <strong>di</strong> immagini me<strong>di</strong>cali e <strong>di</strong> microscopia, modellistica<br />
matematica e numerica <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> trasporto.<br />
Ruoli: dal 2000 al 2002 Studente <strong>di</strong> Dottorato presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che,<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria; dal 2004 al 2006 Ricercatore presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie<br />
Biome<strong>di</strong>che, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria; dal 2007 Capo Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cal Imaging, Dipartimento <strong>di</strong><br />
Bioingegneria.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Perico N, Antiga L, Caroli A, Ruggenenti P, Fasolini G, Cafaro M, Ondei P, Rubis N, Diadei O, Gherar<strong>di</strong> G, Pran<strong>di</strong>ni<br />
S, Panozo A, Bravo RF, Carminati S, De Leon FR, Gaspari F, Cortinovis M, Motterlini N, Ene-Iordache B, Remuzzi A<br />
and Remuzzi G. Sirolimus therapy to halt the progression of Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease:<br />
The SIRENA study. JASN, 21(6):1031-1040, 2010.<br />
2. Caroli A, Antiga L, Cafaro M, Fasolini G, Remuzzi A, Remuzzi G and Ruggenenti P. Reducing polycystic liver volume<br />
in ADPKD: effects of the extended release somatostatin analogue octreotide. CJASN, 5(5): 783-789, 2010.<br />
3. Botti L, Piccinelli M, Ene-Iordache B, Remuzzi A and Antiga L. An adaptive mesh refinement solver for largescale<br />
simulation of biological flows. Communications in Numerical Methods in Engineering, 26(1): 86-100, 2010.<br />
4. Antiga L, and Steinman DA. Rethinking turbulence in blood. Biorheology, 46(2): 77-81, 2009.<br />
Botti L, Piccinelli M, Ene-Iordache B, Remuzzi A and Antiga L. An adaptive mesh refinement solver for large-scale<br />
simulation of biological flows. Communications in Numerical Methods in Engineering, 26(1): 86-100, 2010.<br />
5. Piccinelli M, Veneziani A, Steinman DA, Remuzzi A and Antiga L. A framework for geometric analysis of vascular<br />
structures: application to cerebral aneurysms. IEEE Transactions on Me<strong>di</strong>cal Imaging, 28(8): 1141-55, 2009.<br />
6. Ene-Iordache B, Carminati S, Antiga L, Rubis N, Ruggenenti P, Remuzzi G, Remuzzi A. Developing regulatory-compliant<br />
electronic case report forms for clinical trials: experience with the DEMAND trial. JAMIA, 16(3): 404-408, 2009.<br />
7. Lee SW, Antiga L and Steinman DA. Correlations among in<strong>di</strong>cators of <strong>di</strong>sturbed flow at the normal carotid bifurcation.<br />
Journal of Biomechanical Engineering, 131(6): 2009.<br />
8. Antiga L, Piccinelli M, Botti L, Ene-Iordache B, Remuzzi A and Steinman DA. An image-based modeling framework for<br />
patient-specific computational hemodynamics. Me<strong>di</strong>cal and Biological Engineering and Computing, 46: 1097-1112, 2008.<br />
334<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
9. Antiga L, Wasserman B, Steinman D. On the overestimation of early wall thickening at the carotid bulb by black blood MRI,<br />
with implications for coronary and vulnerable plaque imaging. Magnetic Resonance in Me<strong>di</strong>cine, 60(5): 1020-1028, 2008.<br />
10. Antiga L, Piccinelli M, Fasolini G, Ene-Iordache B, Ondei P, Ruggenenti P, Remuzzi G and Remuzzi A. Computed<br />
tomography evaluation of ADPKD progression: a progress report. CJASN) 1(4): 754-760, 2006.<br />
11. Thomas JB, Antiga L, Che S, Milner JS, Hangan Steinman DA, Spence JD, Rutt BK and Steinman DA. Variation in the<br />
carotid bifurcation geometry of young vs. older adults: Implications for "geometric risk" of atherosclerosis. Stroke, 36(11):<br />
2450-2456, 2005.<br />
12. Antiga L, Steinman DA. Robust and objective decomposition and mapping of bifurcating vessels. IEEE Transactions on<br />
Me<strong>di</strong>cal Imaging, 23(6): 704-713, 2004.<br />
13. Antiga L, Ene-Iordache B and Remuzzi A. Computational geometry for patient-specific reconstruction and meshing of blood<br />
vessels from MR and CT angiography. IEEE Transactions on Me<strong>di</strong>cal Imaging, 22(5): 674-684, 2003.<br />
14. Antiga L, Ene-Iordache B, Remuzzi G and Remuzzi A. Automatic generation of glomerular capillary topological organization.<br />
Microvascular Research, 62: 346-354, 2001.<br />
Sergio Carminati si è <strong>di</strong>plomato come Perito Commerciale, nel 2000, all’<strong>Istituto</strong> Tecnico Commerciale<br />
Camanghè <strong>di</strong> Zogno. Ha completato la sua formazione presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le<br />
Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”.<br />
Attività formative: nel 2001 ha conseguito il titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o post <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Analista Programmatore<br />
presso l’ENAIP Lombar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: data management per stu<strong>di</strong> clinici controllati, sviluppo <strong>di</strong> applicazioni web per la<br />
raccolta dati a servizio <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca nell’ambito epidemiologico.<br />
Attività <strong>di</strong> supporto: amministrazione siti internet, gestione reti computer e stampanti, assistenza<br />
conferenze/videoconferenze.<br />
Ruoli: dal 2001 al 2002 svolge il servizio civile presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che. Dal<br />
2002 al 2011 collabora con l'<strong>Istituto</strong> presso il Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che, Dipartimento <strong>di</strong><br />
Bioingegneria. Da febbraio 2011 è responsabile dell'Unità <strong>di</strong> Informatica per la Ricerca Clinica del<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Remission Clinic Task Force; Clinical Research Center "Aldo e Cele Daccò". The Remission Clinic approach to halt the<br />
progression of kidney <strong>di</strong>sease. J Nephrol, 2011;24(3):274-281.<br />
2. Ruggenenti P, Perna A, Tonelli M, Loriga G, Motterlini N, Rubis N, Ledda F, Rota S Jr, Satta A, Granata A, Battaglia G,<br />
Cambareri F, David S, Gaspari F, Stucchi N, Carminati S, Ene-Iordache B, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi G; for the ESPLANADE<br />
Study Group. Effects of Add-on Fluvastatin Therapy in Patients with Chronic Proteinuric Nephropathy on Dual Renin-<br />
Angiotensin System Blockade: The ESPLANADE Trial. Clin J Am Soc Nephrol, 2010.<br />
3. Perico N, Antiga L, Caroli A, Ruggenenti P, Fasolini G, Cafaro M, Ondei P, Rubis N, Diadei O, Gherar<strong>di</strong> G, Pran<strong>di</strong>ni S,<br />
Panozo A, Bravo RF, Carminati S, De Leon FR, Gaspari F, Cortinovis M, Motterlini N, Ene-Iordache B, Remuzzi A, Remuzzi<br />
G. Sirolimus therapy to halt the progression of ADPKD. J Am Soc Nephrol, 2010;21(6):1031-1040.<br />
4. Ene-Iordache B, Carminati S, Antiga L, Rubis N, Ruggenenti P, Remuzzi G, Remuzzi A. Developing regulatory-compliant<br />
electronic case report forms for clinical trials: experience with the DEMAND trial. JAMIA, 2009;16(3):404-408.<br />
335<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria svolge attività <strong>di</strong> ricerca e sviluppo nell’ambito biome<strong>di</strong>co, sia<br />
a livello sperimentale che clinico. All’interno del <strong>di</strong>partimento si stu<strong>di</strong>ano processi<br />
fisiopatologici me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> tecniche ingegneristiche e si sviluppano strategie<br />
terapeutiche innovative. Sono attualmente attive all'interno del Dipartimento linee <strong>di</strong> ricerca a<br />
livello <strong>di</strong> base, <strong>di</strong> ricerca applicata e clinica. I principali strumenti utilizzati per queste ricerche<br />
consistono in modelli teorici, elaborazione <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong>agnostiche e istologiche, misure <strong>di</strong><br />
parametri fisico-chimici sia a livello sperimentale che clinico, tecniche <strong>di</strong> coltura cellulare,<br />
utilizzo <strong>di</strong> biomateriali e sviluppo <strong>di</strong> tecnologie informatiche per l'archiviazione e l'elaborazione<br />
dei dati clinici. Gli stu<strong>di</strong> in corso afferiscono a quattro settori principali: 1) lo stu<strong>di</strong>o dei<br />
meccanismi coinvolti nella progressione delle nefropatie croniche; 2) lo stu<strong>di</strong>o sul ruolo<br />
dell’emo<strong>di</strong>namica nello sviluppo del danno vascolare; 3) lo sviluppo <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> laboratorio<br />
per l'ingegneria dei tessuti; 4) lo sviluppo <strong>di</strong> sistemi informativi de<strong>di</strong>cati alla gestione <strong>di</strong> dati<br />
clinici e <strong>di</strong> immagini generati nell'ambito dei stu<strong>di</strong> clinici controllati e nella pratica clinica.<br />
SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />
Sono state prodotte evidenze che <strong>di</strong>mostrano una possibile relazione tra la geometria dei vasi<br />
arteriosi cerebrali, le con<strong>di</strong>zioni emo<strong>di</strong>namiche e la localizzazione degli aneurismi cerebrali.<br />
Questi risultati stanno aprendo nuove prospettive nella comprensione dei meccanismi<br />
responsabili <strong>di</strong> questa patologia.<br />
Dimostrazione <strong>di</strong> una relazione significativa tra un parametro morfometrico del parenchima<br />
renale (<strong>rapporto</strong> volume interme<strong>di</strong>o e parenchima) quantificabile me<strong>di</strong>ante indagini TAC e la<br />
velocità <strong>di</strong> progressione della malattia renale in pazienti affetti da rene policistico.<br />
Dimostrazione che il meccanismo responsabile della rigenerazione del capillare glomerulare<br />
indotta da farmaci che inibiscono l’angiotensina II <strong>di</strong>pende dalla proliferazione delle cellule<br />
parietali della capsula <strong>di</strong> Bowman e dalla loro migrazione sulla matassa capillare glomerulare.<br />
Sviluppo e implementazione <strong>di</strong> un sistema per la pianificazione assistita al calcolatore della<br />
chirurgia vascolare impiegata per realizzare l'accesso vascolare in pazienti in emo<strong>di</strong>alisi.<br />
Attivazione <strong>di</strong> un network <strong>di</strong> specialisti in Nefrologia per la raccolta dati finalizzata al<br />
monitoraggio della qualità del trattamento multimodale delle nefropatie croniche progressive<br />
nella pratica clinica corrente.<br />
Identificazione e visualizzazione <strong>di</strong> una nuova struttura tri<strong>di</strong>mensionale dei pori delle cellule<br />
epiteliali glomerulari responsabili della filtrazione <strong>di</strong> acqua e macromolecole. La scoperta è<br />
stata ottenuta me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> microscopia elettronica a scansione ad alta risoluzione<br />
(SEM).<br />
336<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, Politecnico <strong>di</strong> Milano, Milano.<br />
Unità <strong>di</strong> Diabetologia, Ospedali Riuniti, Bergamo.<br />
Unità <strong>di</strong> Nefrologia, Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />
STMicroelectronics , Agrate Brianza, Milano.<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Industriale e Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria dell'Informazione e Meto<strong>di</strong><br />
Matematici, Università <strong>di</strong> Bergamo<br />
Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Massachusetts Institute of Technology, Cambridge MA, USA.<br />
Department of Mathematics and Computer Science, Emory University, Atlanta, Georgia, USA.<br />
Simula Laboratories, Oslo, Norvegia<br />
Academisch Me<strong>di</strong>sch Centrum, Amsterdam, Olanda<br />
University of Toronto, Ontario, Canada<br />
Ghent University, Ghent, Belgio<br />
Technical University, Eindhoven, Olanda<br />
University Hospital, Maastricht, Olanda<br />
The University of Sheffield, Sheffield, Gran Bretagna<br />
ESAOTE, Maastricht, Olanda<br />
Beta O2, Tel Aviv, Israele<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
International Journal of Artificial Organs (Andrea Remuzzi)<br />
ATTIVITA' DI REVISIONE<br />
Annals of Biome<strong>di</strong>cal Engineering<br />
ASME Journal of Biomechanical Engineering<br />
Journal of Vascular Research<br />
Magnetic Resonance in Me<strong>di</strong>cine<br />
Journal of the American Society of Nephrology<br />
Kidney International<br />
American Journal of Kidney Diseases<br />
American Journal of Pathology<br />
American Journal of Physiology<br />
Me<strong>di</strong>cal & Biological Engineering & Computing<br />
IEEE Transactions on Image Processing<br />
IEEE Transactions on Biome<strong>di</strong>cal Engineering<br />
Me<strong>di</strong>cal Physics<br />
337<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Journal of Biomechanics<br />
Me<strong>di</strong>cal Engineering and Physics<br />
Artificial Organs<br />
International Journal of Artificial Organs<br />
Biomaterials<br />
Contemporary Clinical Trials<br />
Nephrology Dialysis and Transplantation<br />
Acta Diabetologica<br />
Cells & Materials Journal<br />
Hemo<strong>di</strong>alysis International<br />
Cell transplantation<br />
Journal Biomaterial Science<br />
Neuroimage<br />
Neurobiology of Aging<br />
Journal of Alzheimer's Disease<br />
International Journal of Alzheimer's Disease<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Seminario: "Rigenerazione <strong>di</strong> organi in vitro: progetto e sperimentazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che per la<br />
decellularizzazione e ricellularizzazione del rene", Sarah Mapelli, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Sala Conferenze Centro Anna Maria Astori - Km Rosso Bergamo<br />
Seminario: "Sviluppo e integrazione del software <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> una telecamera per la riduzione<br />
della dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni nella ra<strong>di</strong>ologia <strong>di</strong>agnostica", Emily Plati, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Bergamo, Sala Conferenze Centro Anna Maria Astori - Km Rosso Bergamo<br />
Seminario: "Computational tools for patient-specific vascular access surgery planning" Simone<br />
Manini, Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, Sala Conferenze - Villa Camozzi<br />
Seminario: "Shear stress reverses dome formation in confluent renal tubular cells",Irene<br />
Cattaneo, Dipartimento Bioingegneria, Sala Conferenze Centro Anna Maria Astori - Km Rosso<br />
Bergamo<br />
Seminario: “Sviluppo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo per la generazione <strong>di</strong> flussi controllati su colture<br />
cellulari: dal banco prova al laboratorio”, Marco Franzoni, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Sala Conferenze Centro Anna Maria Astori - Km Rosso Bergamo.<br />
Seminario: "Influenza dell'angolo <strong>di</strong> anastomosi delle fistole ra<strong>di</strong>o-cefaliche <strong>di</strong>stali sulla<br />
<strong>di</strong>stribuzione locale degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong>sturbato", Luca Cattaneo, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Sala Conferenze - Villa Camozzi<br />
Seminario: "Le tecnologie del LabOnChip nel campo della <strong>di</strong>agnostica molecolare", Dr. Ing.<br />
Marco Bianchessi, STMicroelettrics Agrate Bianza (MI), Sala Conferenze Centro Anna Maria<br />
Astori - Km Rosso Bergamo<br />
Seminario: “Valutazione della funzionalità degli accessi vascolari in pazienti in trattamento<br />
emo<strong>di</strong>alitico” Sara Filippi, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bergamo, Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria Informatica<br />
Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo - Reparto <strong>di</strong> Nefrologia<br />
338<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Seminario: "Ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale della struttura della membrana glomerulare me<strong>di</strong>ante<br />
microscopia elettronica SEM-FIB", Giorgia Azzoni, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bergamo, Facoltà<br />
<strong>di</strong> Ingegneria Informatica, Saletta riunioni Centro Anna Maria Astori - Km Rosso Bergamo<br />
PARTECIPAZIONE AD EVENTI<br />
CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO<br />
Corso Teorico-Pratico avanzato <strong>di</strong> eco color Doppler carotideo e vertebrale, Milano 17-19<br />
Febbraio 2011.<br />
Centro Nazionale Alzheimer, Brescia, 03 Marzo 2011<br />
7 th International Conference on Polymer and Textile Biotechnology, Congress IPTB 2011,<br />
Milano, 2-4 Marzo 2011<br />
Internal Meeting: “Vascular endothelium a dynamically mutable interface”. Martin Conference<br />
Center, Harvard Me<strong>di</strong>cal School, Boston, USA 8-13 Giugno 2011.<br />
International Pancreas & Islet Transplant association (IPITA 2011), Praga, 1-5 Giugno 2011.<br />
Clinical workshop on implementation of preventive, pre<strong>di</strong>ctive and personalized me<strong>di</strong>cine<br />
ARCH AMEE, Londra 24 Giugno 2011.<br />
VPH-FET Conference - London 27 Giugno 2011<br />
An International Association for Me<strong>di</strong>cal Education (AMEE), Vienna 29-30 Agosto 2011.<br />
XXX Scuola Annuale <strong>di</strong> Bioingegneria, Bressanone, 19-23 Settembre 2011.<br />
American Society of Nephrology (ASN) Renal Week, Philadelphia, 8-13 Novembre 2011.<br />
ePractice Top Workshop: “e-Health & Equity in the Global Health Communities”, European<br />
commission premises, Brussels, 15 Dicembre 2011.<br />
“La Remission Clinic nella pratica clinica: nuove prospettive <strong>di</strong> prevenzione e trattamento per le<br />
nefropatie croniche progressive”, corso rivolto a car<strong>di</strong>ologi, <strong>di</strong>abetologi e nefrologi. Villa<br />
Camozzi, Ranica, 17 Dicembre 2011.<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Research grants AIFA - stu<strong>di</strong> clinici controllati (VARIETY, VALID, NEMO, ATHENA,<br />
ARCADIA).<br />
Research grant PKD foundation - ALADIN trial “Effect of long-acting somatostatin on <strong>di</strong>sease<br />
progression in ADPKD: a long-term three year follow-up study”.<br />
Research grant Baxter – ASAP trial “Acute Start Access Programme”.<br />
339<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Research grant ISN per il Kidney Disease Data Center (KDDC – COMGAN).<br />
Contributo Regione Lombar<strong>di</strong>a per data management del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Rete<br />
Regionale per le Malattie Rare.<br />
Progetto <strong>di</strong> ricerca - FP7 UE - ARCH "Patient specific image-based computational modelling<br />
for improvement of acute and long-term outcomes of vascular access for hemo<strong>di</strong>alysis”<br />
FP7-224390 - Project Coor<strong>di</strong>nation.<br />
LIGASILK, Regione Lombar<strong>di</strong>a - N.534/5287 - Bioingegnerizzazione <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>ni e legamenti:<br />
impiego combinato <strong>di</strong> supporti tessili in seta e cellule staminali adulte.<br />
Progetto <strong>di</strong> ricerca - FP7 UE - RESET "Dreaming of no more renal <strong>di</strong>alysis: how self-derived<br />
tissue and cells can replace renal function”. FP7- 268632 - Project Coor<strong>di</strong>nation.<br />
Research collaboration between <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Instiute, Bergamo (Italy) and Beta O2, Tel Aviv<br />
(Israel): Donor bovine islets immobilized in a “β-Air” device for blood glucose control in type 1<br />
<strong>di</strong>abetes model in the mini-pig.<br />
Progetto collaborativo Regione Lombar<strong>di</strong>a, <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>,<br />
Azienda Sanitaria Locale della Provincia <strong>di</strong> Bergamo, A.O. Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo,<br />
“Utilizzo, integrazione ed implementazione <strong>di</strong> database gestionali per la valutazione<br />
dell’appropriatezza prescrittiva e della continuità terapeutica Ospedale - Territorio”.<br />
Stu<strong>di</strong>o spontaneo: “A pilot, esplorative study to identify contrast enhanced ultrasound (CE-US)<br />
patterns that characterize acute allograft rejection and other causes of acute allagraft dysfunction<br />
in renal transplant recipients”. Short title: CE-US in renal transplantation. Contributo <strong>di</strong><br />
BRACCO.<br />
ROCHE: Polycystic Kidney Disease (PKD) and the “Interme<strong>di</strong>ate volume”.<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE<br />
APPARSE NELL’ANNO 2011<br />
1. Botti L, Di Pietro DA. A pressure-correction scheme for convection-dominated<br />
incompressible ows with <strong>di</strong>scontinuous velocity and continuous pressure. Journal of<br />
Computational Physics, 230(3), Feb, 2011.<br />
2. Bijari PB, Antiga L, Wasserman BA and Steinman DA. Scan-Rescan reproducibility<br />
of carotid bifurcation geometry from routine contrast-enhanced MR angiography.<br />
Journal of Magnetic Resonance Imaging. 2011 Feb;33(2):482-9.<br />
3. Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Iliev IP, Chiurchiu C, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-<br />
Iordache B, Gaspari F, Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N and<br />
Remuzzi G. Effects of verapamil added-on trandolapril therapy in hypertensive type<br />
2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B randomized trial. J<br />
Hypertens. 2011 Feb;29(2):207-16.<br />
340<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
4. Bode A, Caroli A, Huberts W, Planken N, Antiga L, Bosboom M, Remuzzi A and<br />
TordoirJ. Clinical study protocol for the ARCH project - Computational modeling<br />
for improvement of outcome after vascular access creation. Journal of Vascular<br />
Access 2011.<br />
5. Remuzzi G, Ruggenenti A and Remuzzi A. - REVIEW - Come fermare la<br />
progressione delle malattie renali e ridurre il numero <strong>di</strong> ammalati che avranno<br />
bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi. Leadershipme<strong>di</strong>ca nr. 277: 18-25. ISSN:122-4959.<br />
6. Piccinelli M, Bacigaluppi S, Boccar<strong>di</strong> E, Ene-Iordache B, Remuzzi A, Veneziani A<br />
and Antiga L. Geometry of the ICA and recurrent patterns in location, orientation<br />
and rupture status of lateral aneurysms: an image-based computational study.<br />
Neurosurgery. 2011 May;68(5):1270-1285.<br />
7. Sangalli F, Carrara F, Gaspari F, Corna D, Zoja C, Botti L, Remuzzi G and Remuzzi<br />
A. Effect of ace inhinition on glomerular permselectivity and tubular albumin<br />
concentration in the renal ablation model. Am J Physiol Renal Physiol.<br />
2011;300(6):F1291-300.<br />
8. Orlando G, Wood KJ, Baptista P, Binder KW, Bitar KN, Breuer C, Burnett L, Christ<br />
G, De Coppi P, Farney A, Figliuzzi M, Holmes J, Koch K, Macchiarini P, SM Sani,<br />
Opara E, Remuzzi A, Rogers J, Saul J, Seliktar D, Schweitzer KS, Smith T,<br />
Solomon D, Dyke MV, Yoo J, Zhan Y, Atala A, Stratta RJ, Soker S. - REVIEW -<br />
Regenerative me<strong>di</strong>cine as applied to general surgery. Annals of Surgery - 2011.<br />
9. Ene-Iordache B and Remuzzi A. Disturbed flow in ra<strong>di</strong>al-cephalic arteriovenous<br />
fistulae for hemo<strong>di</strong>alysis: low and oscillating shear stress locates the sites of<br />
stenosis. Nephrology Dialysis & Transplantation, 2011.<br />
10. Benigni A, Morigi M, Rizzo P, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Rota C, Abbate M, Ghezzi S,<br />
Remuzzi A, Remuzzi G. Inhibiting angiotensin-converting enzyme promotes renal<br />
repair by limiting progenitor cell proliferation and restoring the glomerular<br />
architecture. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):628-38.<br />
11. Caroli A, Antiga L, Conti S, Sonzogni A, Fasolini G, Ondei P, Perico N, Remuzzi G<br />
and Remuzzi A. Interme<strong>di</strong>ate volume at CT imaging defines a fibrotic compartment<br />
that pre<strong>di</strong>cts GFR decline in ADPKD patients. Am J Pathol. 2011 Aug;179(2):619-<br />
27.<br />
12. Figliuzzi M. and Remuzzi A. - REVIEW - Can we delay or even reverse Diabetic<br />
complications by islet transplantation Journal of Clinical Metabolism & Diabetes.<br />
June 2011, 2(1). 59-63.<br />
13. Cattaneo I, Condorelli L, Terrinoni AR, Antiga L, Sangalli A and Remuzzi A. Shear<br />
stress reverses dome formation in confluent renal tubular cells. Cellular Physiology<br />
and Biochemistry. 2011.<br />
341<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
14. Ruggenenti P, Perticucci E, Trevisan R, Dodesini AR, Gambara V, Ene-Iordache B,<br />
Carminati S, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi A and Remuzzi G.<br />
The Remission Clinic Task Force. The Remission Clinic approach to halt the<br />
progression of kidney <strong>di</strong>sease. J Nephrol, 24: 274-281, 2011.<br />
15. Ruggenenti P, Lauria G, Iliev IP, Fassi A, Ilieva AP, Rota S, Chiurchiu C, Pongrac<br />
D, Sghirlanzoni A, Lombar<strong>di</strong> R, Penza P, Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B,<br />
Filipponi M, Rubis N, Noris G, Motterlini N, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A,<br />
Zaletel J, Bossi A, Dodesini AR, Trevisan R and Remuzzi G. Effects of mani<strong>di</strong>pine<br />
and delapril in hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes: the DEMAND<br />
randomized clinical trial. Hypertension, 2011.<br />
16. Vergara C, Viscar<strong>di</strong> F, Antiga L, Luciani GB. Influence of bicuspid valve geometry<br />
on ascen<strong>di</strong>ng aortic fluid dynamics: a parametric study. Artificial Organs, 2011.<br />
17. Silini A, Ghilar<strong>di</strong> C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse D, Pedley RB, Giavazzi<br />
R, Bani M. Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of<br />
cancer vasculature elicited and sustained by the tumor’s proangiogenic<br />
microenvironment. Cellular and Molecular Life Sciences 2011.<br />
18. Drago V, Babiloni C, Bartrés-Faz D, Caroli A, Bosch B, Hensch T, Di<strong>di</strong>c M, Klafki<br />
HW, Pievani M, Jovicich J, Venturi L, Spitzer P, Vecchio F, Schoenknecht P,<br />
Wiltfang J, Redolfi A, Forloni G, Blin O, Irving E, Davis C, Hårdemark HG, Frisoni<br />
GB. Disease tracking markers for Alzheimer's <strong>di</strong>sease at the prodromal (MCI) stage.<br />
J Alzheimers Dis. 2011;26 Suppl 3:159-99.<br />
19. Passera K, Caroli A, Antiga L. Multimodality Imaging. In George C. Kaga<strong>di</strong>s and<br />
Steve G. Langer, Informatics in me<strong>di</strong>cal imaging (pp. 199-217). Published October<br />
16th 2011 by CRC Press. BOOK CHAPTER<br />
20. Perico N, Remuzzi A, Remuzzi G. Cap. 52: “Mechanisms and Consequences of<br />
Proteinuria”. Brenner & Rector's The Kidney 9th E<strong>di</strong>tion 2011 ISBN: 978-1-4160-<br />
6193-9.<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biofisica Renale<br />
Ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale della rete capillare glomerulare<br />
Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che l’inibizione dell’angiotensina II non solo rallenta la<br />
progressione della malattia renale ma può indurre anche regressione delle lesioni glomerulari.<br />
E’ possibile quantificare il grado <strong>di</strong> regressione delle lesioni sclerotiche e la rigenerazione del<br />
capillare glomerulare, indotta dalla terapia con inibitori dell’enzima <strong>di</strong> conversione<br />
dell’angiotensina, (ACE) utilizzando tecniche <strong>di</strong> ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale dei tessuti. Una<br />
<strong>di</strong> queste è il “casting” intravascolare che prevede la perfusione del rene con una resina in<br />
poliuretano che polimerizzando genera un calco della rete vascolare renale, previa macerazione<br />
342<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
del tessuto molle circostante con una soluzione alcalina concentrata. Me<strong>di</strong>ante l'osservazione al<br />
microscopio elettronico a scansione (SEM) del calco così ottenuto, si procede all'analisi<br />
morfologica della struttura del capillare glomerulare. Con tecniche morfometriche è possibile<br />
determinare i parametri geometrici che caratterizzano la struttura del capillare. Una nuova<br />
tecnica <strong>di</strong> microscopia elettronica, basata sulla combinazione <strong>di</strong> un fascio elettronico con uno<br />
ionico (SEM-FIB), permette, invece, <strong>di</strong> sezionare l’intero glomerulo e acquisire una serie<br />
d’immagini della sua ultrastruttura in base alle quali, applicando modelli matematici, si può<br />
ricostruire in 3D la topologia della rete capillare.<br />
Identificazione <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> immunogenici dell’albumina nel rene <strong>di</strong> ratti con<br />
nefropatia proteinurica<br />
In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare e con l’Unità <strong>di</strong> Chimica delle<br />
Proteine/Proteomica dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cina, Biome<strong>di</strong>cum <strong>di</strong> Helsinki.<br />
Nelle nefropatie proteinuriche l’eccesso <strong>di</strong> proteine, in particolare <strong>di</strong> albumina, filtrate<br />
attraverso la membrana glomerulare, causa stress alla cellula del tubulo prossimale che rilascia<br />
chemochine nell’interstizio responsabili del reclutamento e dell’attivazione <strong>di</strong> cellule<br />
infiammatorie. Gli infiltrati interstiziali sono comunemente caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong><br />
cellule immuno-competenti, cellule dendritiche e linfociti T CD8 + , che si accumulano nel<br />
parenchima renale anche in assenza <strong>di</strong> un insulto immune. Nel rene, le cellule dendritiche sono<br />
in stretto contatto con la parete del tubulo prossimale e, come sentinelle, sorvegliano<br />
l’interstizio in cerca d’antigeni estranei. In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> danno, gli stimoli infiammatori,<br />
rilasciati dalla cellula tubulare, rendono la cellula dendritica immunogenica verso antigeni del<br />
self che normalmente ignora. Abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che l’azione concertata delle<br />
cellule del tubulo renale e le cellule dendritiche processa l’albumina in pepti<strong>di</strong> immunogenici<br />
che scatenano una risposta immune (JASN 20:223,2009). Cellule del tubulo prossimale esposte<br />
in vitro a concentrazioni <strong>di</strong> albumina autologa, paragonabili a quelle presenti nell’ultrafiltrato in<br />
con<strong>di</strong>zioni proteinuriche, generano, per proteolisi, frammenti amino terminali dell’albumina, il<br />
più abbondante dei quali contiene 24 aminoaci<strong>di</strong> (Alb1-24). Questo peptide è internalizzato<br />
dalle cellule dendritiche e <strong>di</strong>gerito dal proteasoma in pepti<strong>di</strong> antigenici che si legano all’MHC I<br />
e attivano i linfociti T CD8 + singenici. Il ruolo funzionale del processamento <strong>di</strong> Alb1-24<br />
nell’indurre una risposta immune è stato <strong>di</strong>mostrato in vivo in un modello <strong>di</strong> nefropatia<br />
proteinurica nel ratto. Quattro settimane dopo la nefrectomia dei 5/6 della massa renale, le<br />
cellule dendritiche <strong>di</strong>minuiscono nel parenchima renale ed aumentano nel linfonodo drenante il<br />
rene suggerendo la migrazione <strong>di</strong> queste cellule dall’interstizio renale. I linfociti T CD8 + isolati<br />
dai linfono<strong>di</strong> renali si attivano quando vengono in contatto, per la prima volta, con le cellule<br />
dendritiche isolate dai linfono<strong>di</strong> renali ed esposte in vitro a Alb1-24, suggerendo che essi sono<br />
già stati esposti ai pepti<strong>di</strong> dell’albumina in vivo durante il corso della malattia. Al contrario, il<br />
trattamento in vivo con l’inibitore del proteasoma previene l’attivazione dei linfociti.<br />
Come follow-up dello stu<strong>di</strong>o abbiamo valutato la presenza <strong>di</strong> Alb1-24 nei reni <strong>di</strong> ratti<br />
proteinurici utilizzando una tecnica <strong>di</strong> imaging combinata alla spettrometria <strong>di</strong> massa che<br />
permette <strong>di</strong> analizzare simultaneamente nel tessuto centinaia <strong>di</strong> molecole <strong>di</strong>verse inclusi<br />
pepti<strong>di</strong>/proteine. A tale scopo, abbiamo avviato una collaborazione con l’Unità <strong>di</strong> Chimica<br />
delle Proteine/Proteomica dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cina, Biome<strong>di</strong>cum <strong>di</strong> Helsinki nell’ambito <strong>di</strong><br />
EUROKup (Urine and Kidney Proteomics), una rete multi<strong>di</strong>sciplinare, che ha l’obiettivo <strong>di</strong><br />
applicare la proteomica allo stu<strong>di</strong>o delle malattie renali, promuovendo l’interazione tra ricerca<br />
<strong>di</strong> base e clinica.<br />
L’applicazione della tecnologia MALDI (matrix-assisted laser desorption/ionization) imaging<br />
alle sezioni <strong>di</strong> rene <strong>di</strong> ratti con riduzione della massa renale e proteinuria ha identificato un<br />
peptide con una massa molecolare che corrisponde alla massa molecolare <strong>di</strong> Alb1-24. La<br />
sovrapposizione delle immagini delle aree positive al segnale a quelle della stessa zona, colorate<br />
343<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
con ematossilina/ eosina dopo l’analisi al MALDI, ha <strong>di</strong>mostrato che il peptide localizza in aree<br />
focali della corticale renale all’interno e in prossimità dei tubuli.<br />
Coinvolgimento dei microRNA nella progressione della malattia renale<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare<br />
(Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare)<br />
In<strong>di</strong>pendentemente dall’eziologia, l’evento finale comune alle malattie renali croniche è lo<br />
sviluppo <strong>di</strong> sclerosi glomerulare e danno tubulo interstiziale.<br />
I ratti MWF hanno la caratteristica <strong>di</strong> avere un elevato numero <strong>di</strong> glomeruli superficiali, ridotto<br />
numero <strong>di</strong> nefroni, ipertrofia glomerulare ed elevata escrezione urinaria <strong>di</strong> proteine rispetto ad<br />
altri ceppi e rappresentano un modello sperimentale <strong>di</strong> nefropatia cronica geneticamente<br />
determinata. I maschi MWF sviluppano con l’età ipertensione, massiva proteinuria, sclerosi<br />
glomerulare e danno tubulo interstiziale. Questi animali sono sensibili al trattamento con<br />
inibitori dell’ACE che ha un effetto protettivo sul glomerulo inducendo regressione della<br />
proteinuria e delle lesioni glomerulari anche quando somministrato nelle fasi avanzate della<br />
malattia. Tuttavia, l’efficacia del trattamento farmacologico non è completa soprattutto per<br />
quanto riguarda il danno tubulo interstiziale che, se molto avanzato, è meno prono alla<br />
regressione. Capire perciò quali sono i meccanismi molecolari che regolano il processo fibrotico<br />
è importante per trovare nuovi targets terapeutici per contrastare l’insufficienza renale.<br />
I microRNA (miRNA) sono un gruppo <strong>di</strong> piccole molecole <strong>di</strong> RNA non co<strong>di</strong>ficanti conservate<br />
lungo la scala evolutiva che regolano l’espressione <strong>di</strong> geni inibendo la traduzione dell’RNA<br />
messaggero in proteina. I miRNA sono coinvolti in numerosi processi biologici quali lo<br />
sviluppo, la proliferazione cellulare e l’apoptosi ma anche nell’insorgenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />
patologiche quali le malattie car<strong>di</strong>ovascolari e i tumori. L’obiettivo della nostra ricerca è stato<br />
quello <strong>di</strong> identificare possibili miRNA associati alla progressione della malattia renale ed in<br />
particolare allo sviluppo della fibrosi renale in ratti MWF. Utilizzando questo modello, abbiamo<br />
fatto un profilo <strong>di</strong> espressione genica <strong>di</strong> microRNA in glomeruli isolati da sezioni <strong>di</strong> rene e<br />
abbiamo visto che alcuni <strong>di</strong> questi erano modulati dalla progressione della malattia renale.<br />
Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul microRNA 324-3p che è maggiormente espresso<br />
nei ratti MWF rispetto a ratti controllo ed è localizzato sia nei glomeruli che nei tubuli.<br />
Utilizzando <strong>di</strong>versi algoritmi abbiamo identificato possibili geni target del microRNA tra cui il<br />
gene che co<strong>di</strong>fica per l’enzima prolyl endopeptidase (Prep), una serin-peptidasi coinvolta nel<br />
metabolismo delle angiotensine e nella sintesi del peptide anti-fibrotico Ac-SDKP. Me<strong>di</strong>ante<br />
stu<strong>di</strong> in vitro abbiamo validato la Prep come uno dei geni target del miR324-3p. Nei ratti MWF<br />
abbiamo documentato una correlazione inversa tra l’aumento dell’espressione del miRNA 324-<br />
3p e la <strong>di</strong>minuzione dell’espressione <strong>di</strong> Prep sia nei glomeruli che nei tubuli. Il trattamento con<br />
inibitori dell’ACE riduceva l’espressione del microRNA e in parallelo incrementava<br />
l’espressione renale <strong>di</strong> Prep con associata riduzione <strong>di</strong> fibrosi renale. Questi risultati <strong>di</strong>mostrano<br />
il coinvolgimento dei microRNA nella progressione della malattia renale e il loro ruolo<br />
patogenetico nella fibrosi renale. Inoltre, evidenziano i microRNA come potenziali target<br />
dell’effetto terapeutico degli inibitori dell’ACE sul rene.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />
Il Network Informativo per la Remission Clinic<br />
Diverse forme <strong>di</strong> nefropatie croniche evolvono con velocità costante nel tempo verso<br />
l’insufficienza renale terminale. Queste nefropatie sono frequentemente associate alla comparsa<br />
<strong>di</strong> proteine nelle urine e all’ipertensione, fattori aggravanti della progressione della patologia.<br />
Stu<strong>di</strong> clinici controllati hanno <strong>di</strong>mostrato che trattamenti specifici dell’ipertensione, me<strong>di</strong>ante<br />
344<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
l’impiego <strong>di</strong> farmaci che riducono l’escrezione urinaria <strong>di</strong> proteine, sono efficaci nel ridurre la<br />
velocità <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del filtrato glomerulare. In alcuni pazienti si è ottenuto il rallentamento della<br />
velocità <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta o ad<strong>di</strong>rittura il miglioramento del filtrato glomerulare permettendo così <strong>di</strong><br />
posticipare l’inizio della terapia <strong>di</strong>alitica o il ricorso al trapianto renale.<br />
Il nostro laboratorio ha avviato un programma <strong>di</strong> controllo della qualità della terapia e<br />
monitoraggio (protocollo Remission Clinic) attraverso una rete <strong>di</strong> specialisti impegnati nella<br />
cura delle nefropatie croniche progressive <strong>di</strong>stribuiti sul territorio nazionale, con l’obiettivo <strong>di</strong><br />
verificare se il consistente miglioramento osservato in questi pazienti in stu<strong>di</strong> clinici si potesse<br />
ottenere anche nell’ambito della pratica clinica. Con questo obiettivo primario, abbiamo<br />
sviluppato un’applicazione clinica con<strong>di</strong>visibile da tutti i centri partecipanti per la registrazione<br />
dei parametri clinici e delle terapie dei pazienti (http://clinicalweb.marionegri.it/remission). Il<br />
nostro strumento si pone il fine <strong>di</strong> offrire un supporto informatico che consenta <strong>di</strong> raccogliere ed<br />
analizzare in tempo reale i dati clinici relativi ai pazienti con nefropatie croniche trattati secondo<br />
le linee guida della Remission Clinic. Recentemente la Società Italiana <strong>di</strong> Nefrologia (SIN) ha<br />
pensato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere e promuovere questo progetto tra gli stu<strong>di</strong> collaborativi <strong>di</strong> particolare<br />
importanza e valenza scientifica in campo nefrologico. Inoltre, durante quest’anno il progetto è<br />
aperto alla partecipazione internazionale in collaborazione con la Società Internazione <strong>di</strong><br />
Nefrologia (ISN).<br />
KDDC - il centro <strong>di</strong> raccolta dati per il programma <strong>di</strong> prevenzione delle<br />
patologie nefro-vascolari nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo<br />
La <strong>di</strong>ffusione e l’incidenza delle malattie renali croniche nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo non sono<br />
note. Questo fatto rappresenta un ostacolo all’adozione <strong>di</strong> misure preventive, l’unica speranza<br />
per il futuro dei pazienti nei paesi emergenti, considerando che la <strong>di</strong>alisi non è accessibile alla<br />
maggior parte della popolazione per i suoi costi elevati. La Società Internazionale <strong>di</strong> Nefrologia<br />
(ISN) ha costituito un gruppo <strong>di</strong> ricerca (Global Outreach - GO) rivolto specificatamente ad<br />
affrontare le problematiche della prevenzione delle malattie renali nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Il<br />
coor<strong>di</strong>namento del gruppo e dei programmi d’intervento è stato affidato all’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche “Aldo e Cele Daccò” <strong>di</strong> Ranica. L’obiettivo generale del<br />
progetto è la definizione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> screening in paesi emergenti per identificare soggetti a<br />
rischio <strong>di</strong> sviluppare malattie renali, così da definire una strategia <strong>di</strong> prevenzione su scala<br />
nazionale attraverso l’intervento a livello governativo e finanziario dei ministeri della salute<br />
locali. Il centro <strong>di</strong> raccolta dati (Kidney Disease Data Center - KDDC) costituito preso il nostro<br />
Laboratorio, ha messo a punto uno strumento informatico web-based<br />
(http://comgan.marionegri.it/) che permetta la raccolta dei dati clinici provenienti da paesi in<br />
tutto il mondo e archiviati su un server de<strong>di</strong>cato.<br />
Il programma <strong>di</strong> prevenzione è stato avviato nel 2006 e fino ad ora ha raccolto oltre 61,000<br />
record <strong>di</strong> soggetti provenienti da 15 paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Indagini epidemiologiche ed analisi<br />
statistiche mirate su questi dati ci permettono <strong>di</strong> ottenere informazioni preziose che<br />
con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo con il personale me<strong>di</strong>co del posto. Sono stati anche pubblicati i risultati <strong>di</strong> uno<br />
screening su oltre 11,000 soggetti provenienti da 3 paesi dell'Asia che hanno rivelato la<br />
prevalenza <strong>di</strong> queste malattie, confermando la fattibilità dei progetto <strong>di</strong> screening e allo stesso<br />
tempo hanno <strong>di</strong>mostrato la necessità <strong>di</strong> attuare programmi <strong>di</strong> prevenzione in questi paesi. Il<br />
KDDC si è rivelato lo strumento ideale per monitorare l’andamento del programmi <strong>di</strong><br />
prevenzione ISN-GO mettendo in luce le necessità e le peculiarità <strong>di</strong> ognuno dei paesi coinvolti.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> sistemi computerizzati per la realizzazione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici<br />
controllati<br />
Nel Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” si svolgono numerosi<br />
stu<strong>di</strong> clinici controllati in collaborazione con gruppi <strong>di</strong> ricerca nazionali e internazionali. Gli<br />
345<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
stu<strong>di</strong> clinici sono condotti seguendo le linee guida Good Clinical Practice (GCP) e richiedono<br />
un alto standard <strong>di</strong> qualità nella raccolta e la gestione dei dati clinici. Ogni stu<strong>di</strong>o clinico<br />
richiede un case report form (CRF) cartaceo per la registrazione dei dati che devono poi essere<br />
archiviati in maniera elettronica in database appositamente pre<strong>di</strong>sposti.<br />
Nel nostro laboratorio abbiamo realizzato sistemi <strong>di</strong> raccolta dati per gli stu<strong>di</strong> clinici, utilizzando<br />
database relazionali (RDBMS) e sviluppato programmi finalizzati all’elaborazione, validazione<br />
e all’estrazione dei dati per l’analisi statistica. Nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o DEMAND abbiamo<br />
messo a punto un sistema innovativo <strong>di</strong> raccolta dati usando case report form elettronico sui<br />
computer portatili.<br />
Nel corso dell'anno 2009 abbiamo pubblicato un portale per gli Stu<strong>di</strong> Clinici condotti nel Centro<br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” (http://clintrials.marionegri.it/).<br />
Il sito rappresenta in generale una vetrina per la ricerca clinica svolta nel Centro e una potente<br />
piattaforma per condurre Trials elettronici via Internet. La piattaforma comprende un framework<br />
per la creazione <strong>di</strong> CRF elettronici e un sistema <strong>di</strong> randomizzazione web-based.<br />
Supporto Informatico per la Rete Regionale delle Malattie Rare<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare siamo<br />
impegnati nelle attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento del Network regionale Lombardo per le malattie rare.<br />
Tra i nostri compiti vi è lo sviluppo e la manutenzione del sito web del Centro <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale per le Malattie Rare (http://malattierare.marionegri.it/).<br />
Abbiamo sviluppato i database e le pagine web relative che permettano ricerche rapide e mirate<br />
sui presi<strong>di</strong> che rilasciano esenzioni per le malattie rare in Lombar<strong>di</strong>a, sulle associazione Italiane<br />
<strong>di</strong> pazienti e sulle malattie e malformazioni respiratorie congenite. Per la como<strong>di</strong>tà degli<br />
utilizzatori, questi sono raggiungibili via un modulo visibile in tutte le pagine web del sito (ve<strong>di</strong><br />
sezione Consulta i Database).<br />
Un’altra iniziativa riguarda il Registro Regionale per le Malattie Rare nato nel 2007 come<br />
collaborazione fra il nostro Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, Lombar<strong>di</strong>a Informatica e la Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a. L'idea centrale è quella <strong>di</strong> offrire ai me<strong>di</strong>ci dei presi<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> registrare le<br />
informazioni inerenti alle malattie e alle esenzioni in un registro unico della Lombar<strong>di</strong>a.<br />
L'applicativo, denominato Sistema Malattie Rare (SMR), è stato sviluppato dalla Lombar<strong>di</strong>a<br />
Informatica ed è ora in uso nei Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rete tramite il sistema della Carta Regionale dei<br />
Servizi.<br />
Emo<strong>di</strong>namica e patologia vascolare<br />
L'esistenza <strong>di</strong> una stretta relazione tra emo<strong>di</strong>namica e patologia vascolare è stata evidenziata nel<br />
corso dell'ultima decade sia in ambito biologico che clinico. Ambiti tipici <strong>di</strong> applicazione sono<br />
lo stu<strong>di</strong>o dello sviluppo <strong>di</strong> lesioni aterosclerotiche nel circolo arterioso, della patologia<br />
aneurismatica cerebrale e addominale, dell’effetto <strong>di</strong> procedure chirurgiche ed endo-vascolari.<br />
Grazie alle tecnologie sviluppate nel corso degli ultimi anni nell'ambito dell'imaging me<strong>di</strong>cale e<br />
della modellistica matematica, anche all'interno del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, è oggi<br />
possibile riprodurre accuratamente la <strong>di</strong>stribuzione delle sollecitazioni emo<strong>di</strong>namiche a livello<br />
del singolo paziente a partire da indagini standard <strong>di</strong> tomografia assiale computerizzata (CT) o<br />
risonanza magnetica (MR).<br />
All'interno del Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, tali tecnologie sono applicate in tre ambiti<br />
principali: l'aterosclerosi a livello della biforcazione carotidea e dell'arteria renale, la patologia<br />
aneurismatica cerebrale e le complicanze della creazione dell'accesso vascolare per emo<strong>di</strong>alisi.<br />
Analizzando gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong>sturbato con tecniche numeriche, abbiamo scoperto come<br />
anche nelle fistole ra<strong>di</strong>al-cefaliche utilizzate come accesso vascolare si sviluppi flusso<br />
<strong>di</strong>sturbato in alcuni siti, con dei meccanismi simili a quelli della biforcazione carotidea. La<br />
localizzazione <strong>di</strong> queste zone <strong>di</strong>pende dala geometria del accesso vascolare e della <strong>di</strong>stribuzione<br />
del flusso sanguigno, e sono preponderanti nella parete interna sulla vena juxta-anasatomosi e<br />
346<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
sulla parete laterale dell'arteria sull'anastomosis floor, zone dove poi si svilupperà iperplasia<br />
intimale e conseguentemente la stenosi. Sulla scia <strong>di</strong> queste scoperte, recentemente abbiamo<br />
<strong>di</strong>mostrato che l'angolo <strong>di</strong> anastomosi influenza la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong>sturbato,<br />
in<strong>di</strong>viduando in un angolo acuto (30°) la geometria migliore che più minimizza la formazione <strong>di</strong><br />
neointima.<br />
Progetto ARCH<br />
Il Dipartimento ha coor<strong>di</strong>nato un progetto collaborativo a livello internazionale, il progetto<br />
ARCH (FP7-ICT-2007-2-224390), finanziato nell'ambito del 7° Programma Quadro della<br />
Unione Europea e finalizzato al miglioramento della funzionalità dell'accesso vascolare per<br />
emo<strong>di</strong>alisi. Nell’ambito del progetto, il Dipartimento è coinvolto principalmente in due aspetti:<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> un modello computazionale per la simulazione emo<strong>di</strong>namica nelle reti vascolari,<br />
e lo stu<strong>di</strong>o clinico.<br />
Me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> imaging non invasive quali risonanza magnetica ed ecografia<br />
si possono estrarre informazioni dettagliate sulla geometria e la topologia delle reti vascolari,<br />
sulla base delle quali si possono costruire modelli geometrici. Inoltre, l’implementazione <strong>di</strong><br />
modelli matematici rende possibile la simulazione fluido<strong>di</strong>namica delle reti vascolari in tempi<br />
relativamente brevi. Nell'ambito del progetto ARCH, all’interno del Dipartimento, questi<br />
modelli computazionali sono utilizzati per sviluppare algoritmi e prodotti open-source per la<br />
simulazione dell’emo<strong>di</strong>namica nelle fistole arteriovenose (AVF). In particolare, il Dipartimento<br />
ha contribuito attivamente allo sviluppo <strong>di</strong> due principali strumenti open-source: archTk<br />
(archtk.github.com), un'infrastruttura composta da un'interfaccia grafica (archNE), che permette<br />
<strong>di</strong> creare modelli <strong>di</strong> reti vascolari, e un solutore (pyNS), che permette <strong>di</strong> simulare il flusso<br />
ematico nella rete. Sulla base <strong>di</strong> questi strumenti è stata sviluppata un’applicazione web<br />
orientata ai clinici per la pre<strong>di</strong>zione della funzionalità degli accessi vascolari per emo<strong>di</strong>alisi a<br />
partire da valutazioni pre-operatorie, che per consentire al clinico <strong>di</strong> pianificare la creazione<br />
dell’accesso vascolare più adatto alle con<strong>di</strong>zioni del singolo paziente.<br />
Nell’ambito del progetto è stato coor<strong>di</strong>nato uno stu<strong>di</strong>o pilota è finalizzato alla raccolta<br />
sistematica <strong>di</strong> dati clinici e <strong>di</strong> immagini (risonanza magnetica e ultrasuoni) in pazienti con<br />
malattia renale in sta<strong>di</strong>o terminale in attesa <strong>di</strong> accesso vascolare per emo<strong>di</strong>alisi. Tali dati<br />
vengono usati per la validazione e la calibrazione dei modelli computazionali sviluppati<br />
nell'ambito del progetto ARCH per la pre<strong>di</strong>zione della funzionalità e delle eventuali<br />
complicazioni degli accessi vascolari per emo<strong>di</strong>alisi. Nell'ambito <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o clinico il<br />
Dipartimento ha monitorato la raccolta dati (sia immagini che dati clinici) nei 4 centri clinici<br />
europei coinvolti, e gestito il database elettronico per l'estrazione e l'analisi dei dati.<br />
Imaging e quantificazione nella fisiopatologia renale<br />
L'adozione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> imaging come CT, MR ed ecografia e l'applicazione <strong>di</strong> metodologie<br />
avanzate <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> immagine rende oggi possibile effettuare analisi quantitative <strong>di</strong><br />
fenomeni biologici in vivo in modo non invasivo. Nel Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria, tale<br />
approccio è applicato allo stu<strong>di</strong>o della fisiopatologia renale. Me<strong>di</strong>ante quantificazione <strong>di</strong><br />
immagini CT e MR, sono allo stu<strong>di</strong>o nuove terapie per la patologia policistica renale (autosomal<br />
dominant polycystic kidney <strong>di</strong>sease, ADPKD). A questo fine, l’Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cal Imaging è<br />
stata coinvolta in numerosi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> trattamento, alcuni dei quali tuttora in corso e parzialmente<br />
finanziati dalla Polycystic Kidney Foundation, mirati a ridurre l'incremento del volume<br />
complessivo delle cisti renali. Sulle immagini CT, me<strong>di</strong>ante algoritmi automatici appositamente<br />
sviluppati, è stato possibile quantificare, oltre al volume totale renale, il volume delle <strong>di</strong>verse<br />
componenti tissutali (cisti e parenchima residuo). Inoltre, la quantificazione dell'immagine CT<br />
ha portato alla scoperta <strong>di</strong> una nuova componente (denominata volume interme<strong>di</strong>o) <strong>di</strong> cui è stata<br />
mostrata la natura fibrotica, che presenta una forte correlazione sia con la funzionalità renale<br />
347<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
che con la velocità <strong>di</strong> progressione <strong>di</strong> malattia, evidenziando per la prima volta una possibile<br />
<strong>di</strong>retta relazione tra struttura e funzione e aprendo la strada a nuovi target terapeutici. Oltre alla<br />
patologia policistica, sono attualmente allo stu<strong>di</strong>o nuove metodologie per la caratterizzazione<br />
non invasiva dello stato funzionale del rene a partire da <strong>di</strong>ffusion-weighted MRI (DWI). Stu<strong>di</strong><br />
preliminari su soggetti sani hanno evidenziato una buona risoluzione delle immagini e<br />
un’elevata riproducibilità delle misure, in<strong>di</strong>cative sia dei meccanismi <strong>di</strong> perfusione sia <strong>di</strong> quelli<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione renale, mostrando il potenziale della tecnica DWI per lo stu<strong>di</strong>o della fisiopatologia<br />
renale.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> strumenti per l'analisi d’immagine e la modellistica<br />
computazionale in ambito biome<strong>di</strong>co<br />
L'uso <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> imaging quantitative e <strong>di</strong> modellazione matematica al fine dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
processi fisiopatologici è <strong>di</strong>rettamente legato al problema della gestione <strong>di</strong> immagini me<strong>di</strong>cali e<br />
della loro elaborazione da un punto <strong>di</strong> vista metodologico. In particolare, all'interno del<br />
Dipartimento vengono svolte attività legate allo sviluppo <strong>di</strong> algoritmi per l'elaborazione <strong>di</strong><br />
immagine e <strong>di</strong> modelli matematici per la simulazione numerica <strong>di</strong> fenomeni biologici, sia dal<br />
punto <strong>di</strong> vista teorico che <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> software. Il Dipartimento contribuisce attivamente allo<br />
sviluppo <strong>di</strong> tre principali progetti open-source nell'ambito dell'imaging biome<strong>di</strong>cale, Vascular<br />
Modeling Toolkit (www.vmtk.org), <strong>di</strong> cui è principale sviluppatore, Insight Toolkit<br />
(www.itk.org), lo standard <strong>di</strong> fatto per l'elaborazione <strong>di</strong> immagini me<strong>di</strong>cali, e Slicer 3D<br />
(www.slicer.org), una delle principali piattaforme per la gestione <strong>di</strong> immagini me<strong>di</strong>cali. Tale<br />
attività vede il Dipartimento coinvolto all'interno della National Alliance for Me<strong>di</strong>cal Image<br />
Computing, un consorzio interuniversitario che coinvolge le principali istituzioni accademiche<br />
statunitensi.<br />
Sviluppo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo per il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche<br />
immunoisolate<br />
Il trapianto <strong>di</strong> cellule che producono insulina è una delle strategie innovative più stu<strong>di</strong>ate negli<br />
ultimi anni per la cura del <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1. E’ stato <strong>di</strong>mostrato che il controllo glicemico<br />
fisiologico che si può ottenere me<strong>di</strong>ante il trapianto <strong>di</strong> cellule che producono insulina, non solo<br />
libera il paziente dalla necessità <strong>di</strong> somministrazione dell’insulina e del controllo della glicemia,<br />
ma è anche in grado <strong>di</strong> prevenire lo sviluppo delle complicanze della malattia. Tuttavia, per<br />
effettuare trapianti <strong>di</strong> cellule senza dover ricorrere a terapie antirigetto è necessario isolare il<br />
materiale trapiantato dal sistema immunitario del ricevente. Il presente progetto ha come<br />
obiettivo principale lo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecniche <strong>di</strong> immunoisolamento per il trapianto delle<br />
isole pancreatiche o <strong>di</strong> cellule che producono insulina in ratti <strong>di</strong>abetici insulino-<strong>di</strong>pendenti e<br />
testare l’efficacia e la resistenza in vivo del <strong>di</strong>spositivo utilizzato. Un <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong><br />
immunoisolamento deve contenere molte isole in un volume limitato in modo da poter essere<br />
impiantato senza gravi traumi. I sistemi utilizzati che abbiamo sviluppato consistono in un<br />
<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> fibre cave a geometria piana e in un <strong>di</strong>spositivo a membrana sottoforma <strong>di</strong> piccole<br />
monete. Il <strong>di</strong>spositivo, inoltre, deve essere facilmente recuperabile e quin<strong>di</strong> abbiamo sviluppato<br />
una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> impianto sottocute quale sito alternativo per i trapianti. Abbiamo<br />
caratterizzando <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> materiale da utilizzare quali fibre cave <strong>di</strong> polisulfone e<br />
membrane tubolari <strong>di</strong> polivinil-alcool. Gli obiettivi che ci proponiamo con questa attività sono<br />
quelli <strong>di</strong> migliorare l’attuale funzionalità dei <strong>di</strong>spositivi testati con la messa a punto <strong>di</strong> tecniche<br />
basate sulle nanotecnologie per la caratterizzazione del materiali e del suo funzionamento.<br />
Effetto del trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche sulle complicanze del <strong>di</strong>abete<br />
Il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 rappresenta una delle patologie metaboliche più <strong>di</strong>ffuse a livello mon<strong>di</strong>ale. E’<br />
associato a gravi complicanze croniche che comportano lesioni a livello microvascolare,<br />
neurologico e macrovascolare dovute ad uno scarso controllo glicemico. Le complicanze<br />
348<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
aumentano il rischio <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà e mortalità e riducono la qualità della vita dei pazienti. Il<br />
presente progetto ha l’obiettivo <strong>di</strong> valutare se il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche sia in grado <strong>di</strong><br />
prevenire o ridurre le complicanze del <strong>di</strong>abete in un modello <strong>di</strong> allotrapianto in ratti con <strong>di</strong>abete<br />
indotto chimicamente. Per questo stu<strong>di</strong>o abbiamo utilizzato quattro gruppi <strong>di</strong> ratti: controlli sani,<br />
<strong>di</strong>abetici, <strong>di</strong>abetici trapiantati con isole pancreatiche e <strong>di</strong>abetici trattati con iniezioni giornaliere<br />
<strong>di</strong> insulina quattro mesi dopo l’induzione del <strong>di</strong>abete. Il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche induce un<br />
abbassamento della glicemia entro pochi giorni dal trapianto, accompagnato da un aumento <strong>di</strong><br />
peso dell’animale. Abbiamo inoltre evidenziato che il trapianto <strong>di</strong> isole pancreatiche i oltre ad<br />
indurre una importante regressione delle neuropatie periferiche nel modello <strong>di</strong> ratto con <strong>di</strong>abete<br />
indotto chimicamente, induce anche un’importante rigenerazione delle cellule beta nelle isole<br />
pancreatiche. La regressione delle neuropatie periferiche e la rigenerazione delle cellule beta è<br />
stata osservata anche negli animali trattati ogni giorno con insulina esogena, anche se i livelli<br />
ottenuti, sia <strong>di</strong> regressione neuropatica che <strong>di</strong> rigenerazione pancreatica, sono molto inferiori<br />
rispetto agli animali sottoposti al trapianto. Questo dato in<strong>di</strong>ca che la normalizzazione della<br />
quantità <strong>di</strong> glucosio nel sangue in animali <strong>di</strong>abetici è un punto importante per risolvere le<br />
complicanze legate al <strong>di</strong>abete, ma in<strong>di</strong>ca anche che le isole pancreatiche hanno meccanismi<br />
<strong>di</strong>fferenti d’azione per indurre la completa regressione <strong>di</strong> tali complicanze.<br />
Ingegneria del tessuto Vascolare<br />
Le malattie car<strong>di</strong>ovascolari sono la principale causa <strong>di</strong> morte nel mondo sviluppato. Protesi<br />
vascolari autologhe, come tratti <strong>di</strong> safena, sono attualmente l’unica strada percorribile. In<br />
pazienti affetti da patologie car<strong>di</strong>ovascolari, la probabilità <strong>di</strong> reperire tratti <strong>di</strong> vasi sanguigni da<br />
impiegare come sostituti vascolari è spesso limitata. Un’alternativa all’utilizzo <strong>di</strong> tessuti<br />
autologhi è rappresentata dall’impiego <strong>di</strong> materiali artificiali quali Dacron ed ePTFE. Queste<br />
protesi, tuttavia, possono essere impiegate solo se <strong>di</strong> calibro superiore a sei millimetri, a causa<br />
dell’elevato rischio trombotico.<br />
In collaborazione con la Stazione Sperimentale della Seta <strong>di</strong> Milano e il Politecnico <strong>di</strong> Milano,<br />
abbiamo stu<strong>di</strong>ato una strategia innovativa per la realizzazione <strong>di</strong> protesi vascolari <strong>di</strong> piccolo<br />
calibro utilizzando un materiale biodegradabile, la fibroina della seta. Tra i materiali bioattivi, la<br />
fibroina, è stata recentemente utilizzata in ingegneria dei tessuti, sia per la sua biocompatibilità<br />
che per le sue proprietà meccaniche comparabili in vitro e in vivo con altri biomateriali<br />
comunemente utilizzati. Tramite elettrofilatura della fibroina della seta, sono state prodotte<br />
strutture tubolari sulle quali sono state effettuate prove <strong>di</strong> biocompatibilità e biodegradazione in<br />
vivo. Con le strutture tubolari elettrofilate del <strong>di</strong>ametro interno <strong>di</strong> circa 1,8 mm sono stati<br />
effettuati impianti a lungo termine nel tratto <strong>di</strong>scendente dell’aorta <strong>di</strong> ratto. Al momento<br />
dell’espianto la protesi è risultata pervia all’osservazione macroscopica. L’analisi istologica ha<br />
rilevato che già dopo i primi giorni <strong>di</strong> contatto con il sangue il lume della protesi in fibroina è<br />
caratterizzato da una “neoformazione” molto simile, dal punto <strong>di</strong> vista morfologico, allo strato<br />
sotto-intimale che si osserva in vasi arteriosi nativi <strong>di</strong> calibro paragonabile. Il neotessuto è stato<br />
caratterizzato attraverso analisi d’immunofluorescenza che hanno in<strong>di</strong>viduato la presenza <strong>di</strong><br />
cellule muscolari lisce e <strong>di</strong> fibre elastiche le quali solitamente caratterizzano la tunica me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
un vaso nativo. La superficie luminale della protesi è inoltre risultata positiva ai marker delle<br />
cellule endoteliali, suggerendo la presenza <strong>di</strong> uno strato paragonabile alla tunica intima <strong>di</strong> un<br />
vaso arterioso. In tempi prolungati questa riorganizzazione rimane presente e si assiste alla<br />
contemporanea degradazione della fibroina.<br />
Questi risultati in<strong>di</strong>cano la potenzialità <strong>di</strong> una protesi vascolare <strong>di</strong> piccolo calibro in fibroina<br />
della seta elettrospinnata nel permettere la rigenerazione della parete arteriosa intimale, con<br />
caratteristiche <strong>di</strong> biocompatibilità richieste ad una superficie in contatto con il sangue.<br />
Messa a punto <strong>di</strong> un protocollo per la decellularizzazione del rene<br />
Le patologie degenerative del tessuto renale presentano tassi <strong>di</strong> mortalità altissimi e il trapianto<br />
d’organo rappresenta la soluzione ottimale ma le lunghe liste d’attesa costringono molti soggetti<br />
349<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
patologici a ricorrere alle terapie <strong>di</strong>alitiche, le quali però, sono estremamente invalidanti.<br />
L’ingegneria dei tessuti può offrire un promettente approccio alla realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />
biologici che consentano <strong>di</strong> replicare efficacemente le caratteristiche e le funzioni <strong>di</strong> un rene<br />
sano. Il presente progetto ha come obiettivo principale lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema per la<br />
decellularizzazione dei reni che consenta <strong>di</strong> ottenere uno scaffold biologicamente attivo e con<br />
struttura 3D intatta e ottimale per la crescita, proliferazione e <strong>di</strong>fferenziazione cellulare. A<br />
questo scopo è stato realizzato un sistema <strong>di</strong> perfusione per la decellularizzazione e<br />
cellularizzazione <strong>di</strong> reni interi. L’apparato <strong>di</strong> perfusione a circuito chiuso, costituito da una<br />
pompa, un circuito idraulico e una camera sterile, consente <strong>di</strong> impartire portate costanti e<br />
pressioni sufficientemente ripetibili agli organi per la totale e ottimale rimozione cellulare con<br />
mantenimento della struttura 3D della matrice extracellulare. Sono stati stu<strong>di</strong>ati <strong>di</strong>versi<br />
protocolli per la decellularizzazione, e sono stati analizzati gli effetti esercitati dai detergenti<br />
sulla matrice extracellulare. Il protocollo che ha consentito la totale rimozione delle cellule<br />
originarie, mantenendo integra la struttura 3D della matrice ECM, prevede la perfusione del<br />
rene con un detergente ionico (SDS), seguita da lavaggi per eliminare i residui <strong>di</strong> tale detergente<br />
dallo scaffold; infine il rene viene perfuso con soluzioni contenenti antibiotici e antimicrobici.<br />
L’avvenuta decellularizzazione e la presenza <strong>di</strong> proteine della matrice extracellulare (collagene<br />
IV, fibronectina e laminina) è stata confermata dall’analisi istologica e istochimica. Gli scaffold<br />
ottenuti sono stati seminati, utilizzando lo stesso sistema <strong>di</strong> perfusione utilizzato per la<br />
decellularizzazione, con cellule embrionali murine per ottenere la ripopolazione dell’organo. In<br />
seguito ad un periodo <strong>di</strong> incubazione statica per consentire l’adesione delle cellule infuse alla<br />
matrice del rene decellularizzato, i reni sono stati esposti ad un flusso fisiologico con me<strong>di</strong>um <strong>di</strong><br />
coltura per consentire l’ossigenazione delle cellule e favorire la proliferazione e la<br />
<strong>di</strong>fferenziazione cellulare. La presenza delle cellule infuse nello scaffold è stata <strong>di</strong>mostrata<br />
me<strong>di</strong>ante analisi istologiche e istochimiche. (In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Molecolare).<br />
350<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />
per le Malattie Rare<br />
Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg)<br />
RAPPORTI<br />
ATTIVITA’ 2011<br />
<strong>di</strong>partimenti<br />
351<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
352<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DIPARTIMENTO DI<br />
MEDICINA RENALE<br />
PERSONALE<br />
Capo Dipartimento<br />
Piero RUGGENENTI, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica<br />
Capo Laboratorio<br />
Annalisa PERNA, Dr.Sci.Stat.<br />
Laboratorio per il Coor<strong>di</strong>namento e Conduzione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici Controllati<br />
Capo Laboratorio<br />
Giulia GHERARDI, Inf. Ric.<br />
Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci<br />
Capo Unità<br />
Na<strong>di</strong>a RUBIS, Inf. Ric.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica<br />
Capo Laboratorio<br />
Flavio GASPARI, Dr.Chim.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell’Uomo<br />
Capo Laboratorio<br />
Norberto PERICO, Dr.Med.Chir.<br />
Unità <strong>di</strong> Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo<br />
Capo Unità<br />
Aneliya ILIEVA PARVANOVA, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Clinica delle Malattie Renali e del Trapianto<br />
Capo Laboratorio<br />
Paolo CRAVEDI, Dr.Med.Chir.<br />
Laboratorio per le Attività Regolatorie relative agli Stu<strong>di</strong> Clinici<br />
Capo Laboratorio<br />
Paola BOCCARDO, Dr.Sci.Bio.<br />
353<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITÆ<br />
Piero Ruggenenti si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Milano nel 1983. Si è specializzato in Car<strong>di</strong>ologia (1985) e in Nefrologia Clinica (1989) presso<br />
l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, ha conseguito la specializzazione in Ricerca Farmacologica presso<br />
l’IRFMN (1988).<br />
Attività formative: nel 1980-1983 ricercatore presso "Centro <strong>di</strong> Fisiologia Clinica e Ipertensione, Clinica<br />
Me<strong>di</strong>ca IV", Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; nel 1984 Ricercatore presso IRFMN; nel 1987-1988<br />
Assistente presso "Renal Unit" Division of Me<strong>di</strong>cine (University of London) of Guy's and St. Thomas<br />
Hospitals", Londra; nel 1988-1989 Assistente Supplente Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali<br />
Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: meccanismi <strong>di</strong> progressione delle nefropatie croniche; <strong>di</strong>abete e complicazioni del<br />
<strong>di</strong>abete; clinica del trapianto; microangiopatie trombotiche; complicazioni car<strong>di</strong>ovascolari delle malattie<br />
renali croniche; trial clinici; farmacologia clinica.<br />
Ruoli: dal 1990 Assistente <strong>di</strong> ruolo Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel<br />
1994-1999 Capo Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello sviluppo dei farmaci nell'Uomo presso il Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, Ranica, Bergamo; da gennaio 2000 Capo<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale, Centro Daccò. Membro dell’E<strong>di</strong>torial Board <strong>di</strong> Journal of Nephrology<br />
(dal Luglio ’92), Current Diabetes Reviews (dal Luglio 2004) e del Clinical Journal of the American<br />
Society of Nephrology (dal Luglio 2005).<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Ruggenenti P, Lauria G, Iliev IP, Fassi A, Ilieva AP, rota S, Chiurchiu C, Barlovic DP, Sghirlanzoni A, lombar<strong>di</strong> R, Penza P,<br />
Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B, Filipponi M, Rubis N, Noris G, Motterlini N, ene-jIordache B, Gaspari F, Perna A, Zaletel<br />
J, Bossi A, Dodesini AR, Trevisan R, Remuzzi G, DEMAND Study investigators. Effects of mani<strong>di</strong>pine and delapril in<br />
hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes mellitus: the delapril and mani<strong>di</strong>pine for nephroprotection in <strong>di</strong>abetes (DEMAND)<br />
randomized clincal trial<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Petrov Iliev I, Chiurchiu C, Rubis R, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gaspari G,<br />
Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G, for the BENEDICT-B Study Investigators. Effects of<br />
verapamil added-on trandolapril therapy in hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B<br />
randomized trial. J Hypert. 2011, 29:207-216<br />
• Ruggenenti P, Cattaneo D, Loriga G, Ledda F, Motterlini N, Gherar<strong>di</strong> G, Orisio S, Remuzzi G. Ameliorating hypertension<br />
and insulin resistance in subjects at increased car<strong>di</strong>ovascular risk: effects of acetyl-L-carnitine therapy. Hypertension, 2009<br />
Sep; 54(3): 567-74.<br />
• Rigotti P, Ekser B, Furian L, Baldan Nm Valente ML, Boschiero L, Motterlini N, Perna A, Remuzzi G, Ruggenenti P.<br />
Outcome of renal transplantation from very old donors. New Engl J Med 2009, 360:1464-1465.<br />
• Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P, Perna A, Dimitrov BD, Turturro M, Locatelli G, Rigotti P, Baldan N, Beatini M, Valente U,<br />
Scalamogna M, Ruggenenti P Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of renal transplantation from older donors.<br />
N Engl J Med, 2006; 354: 343-352.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova A, Bruno S, Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-Iordache<br />
B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications<br />
Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med, 2004; 351: 1941-1951.<br />
• Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherar<strong>di</strong> G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S,<br />
Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P. Mycophenolate<br />
mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomised trial. Lancet,<br />
2004 Aug 7-13; 364 (9433): 503-12.<br />
• Remuzzi G, Chiurchiu C, Abbate M, Brusegan V, Bontempelli M, Ruggenenti P. Rituximab for i<strong>di</strong>opathic membranous<br />
nephropathy. Research Letter. Lancet, 2002; 360: 923-924.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Garini G, Zoccali C, Salvadori M, Scolari F, Schena FP, Remuzzi G. Renoprotective<br />
properties of ACE-inhibition in non-<strong>di</strong>abetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet ,1999; 354: 359-364.<br />
Paola Boccardo ha conseguito la maturità classica nel 1979 e si è laureata in Scienze Biologiche presso<br />
l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pisa nel 1985. Nel 1987, superati gli esami <strong>di</strong> stato relativi all’abilitazione<br />
all’esercizio della libera professione, si è iscritta all’Albo Nazionale dei Biologi.<br />
Attività <strong>di</strong> formazione: ha condotto la sua formazione dapprima presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Mutagenesi e<br />
Differenziamento del CNR <strong>di</strong> Pisa, quin<strong>di</strong> presso l’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> dove,<br />
nel 1990, ha conseguito il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> “Specialista in <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong>”. Dal 1987 collabora alle<br />
attività <strong>di</strong> ricerca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, prima presso il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare e, dal<br />
1995, presso il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro Daccò.<br />
354<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: dal 1995 è incaricata degli Affari Regolatori e si occupa della pianificazione,<br />
organizzazione e conduzione degli stu<strong>di</strong> clinici nel rispetto dei requisiti richiesti dalle Norme <strong>di</strong> Buona<br />
Pratica clinica e della legislazione vigente in materia <strong>di</strong> sperimentazione clinica.<br />
Ruoli: da giugno 2006 a ottobre 2009 ha ricoperto il ruolo <strong>di</strong> Responsabile dell’Ufficio per i Clinical<br />
Trials; da novembre 2009 è Capo del Laboratorio per le Attività Regolatorie relative agli Stu<strong>di</strong> Clinici.<br />
Referente interna per l’applicazione delle normative <strong>di</strong> sicurezza (D.Lgs 626/94 e sgg.), da maggio 2008<br />
ricopre l’incarico <strong>di</strong> Responsabile del Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Protezione presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Perico N, Delaini F, Lupini C, Benigni A, Galbusera M, Boccardo P, Remuzzi G. Blunted excretory response to atrial<br />
natriuretic peptide in experimental nephrosis. Kidney Int, 1989; 36: 57-64.<br />
• Benigni A, Perico N, Dadan J, Gabanelli M, Galbusera M, Boccardo P, Mennini T, Remuzzi G. Functional implications of<br />
decreased renal cortical ANP bin<strong>di</strong>ng in experimental <strong>di</strong>abetes. Circ Res, 1990; 66: 1453-60.<br />
• Benigni A, Boccardo P, Noris M, Remuzzi G, Siegler RL. Urinary excretion of platelet-activating factor in hemolytic uremic<br />
syndrome. Lancet, 1992; 339: 835-6.<br />
• Noris M, Benigni A, Boccardo P, Aiello S, Gaspari F, Todeschini M, Figliuzzi M, Remuzzi G. Enhanced nitric oxide<br />
synthesis in uremia: implications for platelet dysfunction and <strong>di</strong>alysis hypotension. Kidney Int, 1993; 44: 445-450.<br />
• Benigni A, Boccardo P, Galbusera M, Monteagudo J, De Marco L, Remuzzi G, Ruggeri ZM. Reversible activation defect of<br />
the platelet glycoprotein IIb-IIIa complex in patients with uremia. Am J Kidney Dis, 1993; 22: 668-676.<br />
• Boccardo P, Noris M, Remuzzi G. Prevention and therapeutic management of blee<strong>di</strong>ng in <strong>di</strong>alysis patients. In: Dialysis<br />
Therapy, 3 rd e<strong>di</strong>tion. E<strong>di</strong>ted by Nissenson A.R., Fine R.N. Hanley & Belfus, Inc., Philadelphia 2001; 3: 190-194.<br />
• Remuzzi G, Galbusera M, Boccardo P. Disorders of hemostasis in <strong>di</strong>alysis patients. In: Heinrich, W.L. Ed. Principles and<br />
Practice of Dialysis, 4 th ed. Philadelphia, PA: Lippincot W & W, 2009.<br />
Paolo Crave<strong>di</strong> si è laureato con lode in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
nel 1999. Si è specializzato in Nefrologia Clinica con lode (2004) presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Parma. Nel 2009 ha conseguito il titolo <strong>di</strong> PhD presso la Open University <strong>di</strong> Londra.<br />
Attività formative: nel 2005 ha frequentato Master <strong>di</strong> II livello in Me<strong>di</strong>cina dei Trapianti d’organo,<br />
Università degli Stu<strong>di</strong>, Milano Bicocca. Nel 2007-2008 è stato Research Fellow presso il Transplant<br />
Branch dei National Institutes of Health (Mentor Dr. Roslyn Mannon).<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: meccanismi <strong>di</strong> progressione delle nefropatie croniche; clinica del trapianto renale e<br />
strategie per l’induzione della tolleranza; terapia delle glomerulonefriti; trial clinici.<br />
Ruoli: dal 2009, ricercatore presso Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò,<br />
Ranica, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P, Perna A, Dimitrov BD, Turturro M, Locatelli G, Rigotti P, Baldan N, Beatini M, Valente U,<br />
Scalamogna M, Ruggenenti P Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of renal transplantation from older donors.<br />
N Engl J Med, 2006; 354: 343-352.<br />
• Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Remuzzi G. Sirolimus to replace calcineurin inhibitors Too early yet. Lancet, 2009; 373:1235-6.<br />
• Ruggenenti P, Crave<strong>di</strong> P, Sghirlanzoni MC, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Gaspari F, Marchetti G, Abbate M, Remuzzi G. Effects of<br />
rituximab on morphofunctional abnormalities of membranous glomerulopathy. Clin J Am Soc Nephrol, 2008; 3: 1652-9.<br />
• Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Sghirlanzoni MC, Remuzzi G. Titrating rituximab to circulating B cells to optimize<br />
lymphocytolytic therapy in i<strong>di</strong>opathic membranous nephropathy. Clin J Am Soc Nephrol, 2007; 2: 932-7.<br />
• Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P, Costantini M, Lesti M, Ganeva M, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gotti E, Donati D, Salvadori M,<br />
Sandrini S, Segoloni G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Ruggenenti P. Mycophenolate mofetil versus azathioprine for<br />
prevention of chronic allograft dysfunction in renal transplantation: the MYSS follow-up randomized, controlled clinical trial.<br />
J Am Soc Nephrol, 2007; 18: 1973-85.<br />
Flavio Gaspari si è laureato in Chimica nel 1977 presso l’Università Statale degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e ha<br />
ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione nel 1979 presso la medesima Università.<br />
Attività formative: borsista e poi ricercatore dal 1981 al 1985 all’IRFMN <strong>di</strong> Milano, dal 1985 al 1991<br />
all’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: stu<strong>di</strong>o della farmacocinetica e del metabolismo delle xantine in <strong>di</strong>verse specie animali;<br />
farmacocinetica <strong>di</strong> numerosi composti in pazienti <strong>di</strong>alizzati e con vari gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> insufficienza renale;<br />
meto<strong>di</strong>che analitiche per la determinazione dei principali farmaci immunosoppressori per valutarne il<br />
profilo farmacocinetico in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene, cuore, fegato; tecniche <strong>di</strong> valutazione della<br />
funzionalità renale, dello stu<strong>di</strong>o della progressione del danno renale e del confronto tra <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che<br />
analitiche per la determinazione <strong>di</strong> albuminuria.<br />
355<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Ruoli: è stato nominato Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica all’inizio del 2000<br />
dopo aver ricoperto il ruolo <strong>di</strong> Capo Unità dal 1991.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Sangalli F, Carrara F, Gaspari F, Corna D, Zoja C, Botti L, Remuzzi G, Remuzzi A. Effect of ACE inhibition on glomerular<br />
permselectivity and tubular albumin concentration in the renal ablation model. Am J Physiol Renal Physiol. 2011<br />
Jun;300(6):F1291-300.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Iliev IP, Chiurchiu C, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Crave<strong>di</strong><br />
P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G; BENEDICT-B Study Investigators. Effects of verapamil added-on<br />
trandolapril therapy in hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B randomized trial. J<br />
Hypertens. 2011 Feb;29(2):207-16.<br />
• Perico N, Antiga L, Caroli A, Ruggenenti P, Fasolini G, Cafaro M, Ondei P, Rubis N, Diadei O, Gherar<strong>di</strong> G, Pran<strong>di</strong>ni S,<br />
Panozo A, Flores Bravo R, Carminati S, Rodriguez De Leon F, Gaspari F, Cortinovis M, Motterlini N, Ene-Iordache B,<br />
Remuzzi A, Remuzzi G. Sirolimus therapy to halt the progression of ADPKD. JASN 2010; 21: 1031-1040.<br />
• Gaspari F, Crave<strong>di</strong> P, Mandalà M, Perico N, de Leon FR, Stucchi N, Ferrari S, Labianca, R, Remuzzi G, Ruggenenti P.<br />
Pre<strong>di</strong>cting Cisplatin-Induced Acute Kidney Injury by Urinary Neutrophil Gelatinase-Associated Lipocalin Excretion: A Pilot<br />
Prospective Case-Control Study. Nephron Clin Pract 2010;115:c154-c160.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Tonelli M, Loriga G, Motterlini N, Rubis N, Ledda F, Rota S Jr, Satta A, Granata A, Battaglia G,<br />
Cambareri F, David S, Gaspari F, Stucchi N, Carminati S, Ene-Iordache B, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi G; for the ESPLANADE<br />
Study Group. Effects of Add-on Fluvastatin Therapy in Patients with Chronic Proteinuric Nephropathy on Dual Renin-<br />
Angiotensin System Blockade: The ESPLANADE Trial. Clin J Am Soc Nephrol. 2010; 5:1928-38.<br />
• Perico N, Zoja C, Corna D, Rottoli D, Gaspari F, Haskell L, Remuzzi G. V1/V2 Vasopressin receptor antagonism potentiates<br />
the renoprotection of renin-angiotensin system inhibition in rats with renal mass reduction. Kidney Int, 2009 Nov; 76(9): 960-<br />
7.<br />
• Ruggenenti P, Crave<strong>di</strong> P, Sghirlanzoni MC, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Conti S, Gaspari F, Marchetti G, Abbate M, Remuzzi G. Effects of<br />
rituximab on morphofunctional abnormalities of membranous glomerulopathy. Clin J Am Soc Nephrol, 2008 Nov; 3(6):<br />
1652-9.<br />
• Gotti E, Perico N, Gaspari F, Cattaneo D, Lesti MD, Ruggenenti P, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U, Donati D,<br />
Sandrini S, Federico S, Sparacino V, Mourad G, Bosmans JL, Dimitrov BD, Iordache BE, Remuzzi G. Blood cyclosporine<br />
level soon after kidney transplantation is a major determinant of rejection: insights from the Mycophenolate Steroid-Sparing<br />
Trial. Transplant Proc, 2005 Jun; 37(5): 2037-40.<br />
• Perico N, Gaspari F, Remuzzi G. Assessing renal function by GFR pre<strong>di</strong>ction equations in kidney transplantation. Am J<br />
Transplant, 2005 Jun; 5(6): 1175-6.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-Iordache<br />
B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G; Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial<br />
(BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med, 2004 Nov 4; 351 (19): 1941-51.<br />
Giulia Gherar<strong>di</strong> ha conseguito la Maturità Scientifica nel 1989 presso il Liceo Scientifico Marie Curie <strong>di</strong><br />
Zogno (Bergamo), il Diploma <strong>di</strong> Infermiere Professionale nel 1995 presso la Scuola per Infermieri<br />
Professionali dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo e il Master <strong>di</strong> I° livello in Ricerca<br />
Clinica nel 2008 presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: ha ottenuto l’attestato <strong>di</strong> Infermiere Professionale <strong>di</strong> Ricerca Clinica (1997) presso<br />
l’IRFMN svolgendo la sua attività presso il Centro Daccò.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti metodologici riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati a lungo termine in ambito<br />
nefrologico e <strong>di</strong>abetologico; coor<strong>di</strong>namento, conduzione e monitoraggio degli stu<strong>di</strong> clinici controllati.<br />
Ruoli: dal l997 al 2003 co-organizzatrice, relatrice, correlatrice e tutor del Corso per Infermieri<br />
Professionali <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele<br />
Daccò dell’IRFMN; dal 1997 al 1999 ha svolto le mansioni <strong>di</strong> Monitor <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso il Centro<br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN; dal 2000 al 2008 è stata<br />
responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci presso la sede <strong>di</strong> Ranica. Dal 2009 è capo del<br />
Laboratorio per il Coor<strong>di</strong>namento e la Conduzione degli Stu<strong>di</strong> Clinici Controllati del Dipartimento <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN (sede <strong>di</strong> Ranica,<br />
Bergamo).<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Petrov Iliev I, Chiurchiu C, Rubis R, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gaspari G,<br />
Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G, for the BENEDICT-B Study Investigators. Effects of<br />
verapamil added-on trandolapril therapy in hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B<br />
randomized trial. J Hypertens 2011; 29: 207-216.<br />
• Ruggenenti P, Perticucci E, Trevisan R, Dodesini A R, Gambara V, Ene-Iordache B, Carminati S, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G,<br />
Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi A, Remuzzi G, The Remission Clinic Task Force. The Remission Clinic approach to halt the<br />
progression of kidney <strong>di</strong>sease.<br />
• J Nephrol 2011; 24: 274-281.<br />
• Caroli A, Antiga L, Cafaro M, Fasolini G, Remuzzi A, Remuzzi G, Ruggenenti P. Reducing polycystic liver volume in<br />
ADPKD: effects of somatostatin analogue octreotide. Clin J Am Soc Nephrol 2010; 5: 783-789.<br />
356<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Perico N, Antiga L, Caroli A, Ruggenenti P, Fasolini G, Cafaro M, Ondei P, Rubis N, Diadei O, Gherar<strong>di</strong> G, Pran<strong>di</strong>ni S,<br />
Panozo A, Bravo RF, Carminati S, De Leon FR, Gaspari F, Cortinovis M, Motterlini N, Ene-Iordache B, Remuzzi A,<br />
Remuzzi G. Sirolimus therapy to halt the progression of ADPKD. J Am Soc Nephrol. 2010 Jun; 21(6): 1031-40.<br />
• Ruggenenti P, Cattaneo D, Loriga G, Ledda F, Motterlini N, Gherar<strong>di</strong> G, Orisio S, Remuzzi G. Ameliorating hypertension<br />
and insulin resistance in subjects at increased car<strong>di</strong>ovascular risk: effects of acetyl-L-carnitine therapy. Hypertension, 2009<br />
Sep; 54 (3): 567-74.<br />
• Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P, Costantini M, Lesti M, Ganeva M, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gotti E, Donati D, Salvadori M,<br />
Sandrini S, Segoloni G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Ruggenenti P. Mycophenolate mofetil versus azathioprine for<br />
prevention of chronic allograft dysfunction in renal transplantation: the MYSS follow-up randomized, controlled clinical trial.<br />
J Am Soc Nephrol, 2007 Jun; 18 (6): 1973-85.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-Iordache<br />
B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G; Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial<br />
(BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med, 2004 Nov 4; 351 (19): 1941-51.<br />
• Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherar<strong>di</strong> G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S,<br />
Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P. Mycophenolate<br />
mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomised trial. Lancet,<br />
2004 Aug 7-13; 364 (9433): 503-12.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Benini R, Remuzzi G. Chronic proteinuric nephropathies: outcomes and response to<br />
treatment in a prospective cohort of 352 patients with <strong>di</strong>fferent patterns of renal injury. Am J Kidney Dis, 2000 Jun; 35 (6):<br />
1155-65.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Garini G, Zoccali C, Salvadori M, Scolari F, Schena FP, Remuzzi G. Renoprotective<br />
properties of ACE-inhibition in non-<strong>di</strong>abetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet, 1999 Jul 31; 354 (9176):<br />
359-64.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Gaspari F, Benini R, Remuzzi G. Renal function and requirement for <strong>di</strong>alysis in chronic<br />
nephropathy patients on long-term ramipril: REIN follow-up trial. Gruppo Italiano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Nefrologia<br />
(GISEN). Ramipril Efficacy in Nephropathy. Lancet, 1998 Oct 17; 352 (9136): 1252-6.<br />
Norberto Perico si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1983 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Si è specializzato in Ricerca Farmacologica nel 1986 presso l’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo e in Nefrologia Clinica<br />
nel 1989 presso l’Università <strong>di</strong> Verona.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: terapie farmacologiche innovative nell’ambito del trapianto d’organo; stu<strong>di</strong> su<br />
meccanismi <strong>di</strong> tolleranza immunologica nel trapianto d’organo; meccanismi <strong>di</strong> progressione della<br />
nefropatia <strong>di</strong>abetica; prevenzione e terapie innovative nefropatia <strong>di</strong>abetica.<br />
Attività formative: nel 1982 titolare <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Comunità Europea presso il Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Farmacologia, New York Me<strong>di</strong>cal College, Valhalla, New York, USA; nel 1984-1988 borsista presso<br />
l’IRFMN, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia, Bergamo; nel 1988-1989 ricercatore presso lo stesso laboratorio.<br />
Ruoli: nel 1990-1994 Capo Unità <strong>di</strong> Fisiologia Renale, Laboratorio <strong>di</strong> Nefrologia, IRFMN, Bergamo; nel<br />
1990-2000 Assistente presso la Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; nel<br />
1994-1999 Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia del Trapianto, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 2000<br />
Capo del Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell'Uomo, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Renale, IRFMN, Bergamo; da settembre 2000 Direttore Sanitario, Centro <strong>di</strong> ricerche Cliniche per le<br />
Malattie Rare, IRFMN, Ranica, Bergamo.<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Dahlke MH, Hoogduijn M, Eggenhofer E, Popp FC, Renner P, Slowik P, Rosenauer A, Piso P, Geissler EK, Lange C,<br />
Chabannes D, Mazzanti B, Bigenzahn S, Bertolino P, Kunter U, Introna M, Rambal<strong>di</strong> A, Capelli C, Perico N, Casiraghi F,<br />
Noris M, Gotti E, Seifert M, Saccar<strong>di</strong> R, Verspaget HW, van Hoek B, Bartholomew A, Wekerle T, Volk HD, Remuzzi G,<br />
Deans R, Lazarus H, Schlitt HJ, Baan CC; MISOT Study Group. Toward MSC in solid organ transplantation: 2008 position<br />
paper of the MISOT study group. Transplantation, 2009 Sep 15; 88 (5): 614-9.<br />
• Cattaneo D, Cortinovis M, Baldelli S, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Limited sampling strategies for the estimation of<br />
sirolimus daily exposure in kidney transplant recipients on a calcineurin inhibitor-free regimen. J Clin Pharmacol, 2009 Jul;<br />
49 (7): 773-81.<br />
• Cattaneo D, Ruggenenti P, Baldelli S, Motterlini N, Gotti E, Sandrini S, Salvadori M, Segoloni G, Rigotti P, Donati D, Perico<br />
N, Remuzzi G; Mycophenolate Steroids Sparing (MYSS) Genetics Study Group. ABCB1 genotypes pre<strong>di</strong>ct cyclosporinerelated<br />
adverse events and kidney allograft outcome. J Am Soc Nephrol, 2009 Jun; 20 (6): 1404-15.<br />
• Perico N, Bravo RF, De Leon FR, Remuzzi G. Screening for chronic kidney <strong>di</strong>sease in emerging countries: feasibility and<br />
hurdles. Nephrol Dial Transplant, 2009 May; 24 (5): 1355-8.<br />
• Perico N, Benigni A, Remuzzi G. Present and future drug treatments for chronic kidney <strong>di</strong>seases: evolving targets in<br />
renoprotection. Nat Rev Drug Discov, 2008 Nov; 7 (11): 936-53.<br />
• Ruggenenti P, Perico N, Gotti E, Crave<strong>di</strong> P, D'Agati V, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Abbate M, Gaspari F, Cattaneo D, Noris M, Casiraghi<br />
F, Todeschini M, Cugini D, Conti S, Remuzzi G. Sirolimus versus cyclosporine therapy increases circulating regulatory T<br />
cells, but does not protect renal transplant patients given alemtuzumab induction from chronic allograft injury.<br />
Transplantation, 2007 Oct 27; 84 (8): 956-64.<br />
• Baldelli S, Merlini S, Perico N, Nicastri A, Cortinovis M, Gotti E, Remuzzi G, Cattaneo D. C-440T/T-331C polymorphisms<br />
in the UGT1A9 gene affect the pharmacokinetics of mycophenolic acid in kidney transplantation. Pharmacogenomics, 2007<br />
Sep; 8 (9): 1127-41.<br />
357<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Annalisa Perna si è laureata in Scienze Statistiche e Demografiche nel 1984 presso l’Università <strong>di</strong><br />
Bologna.<br />
Attività formative: ha completato la sua formazione presso l’IRFMN <strong>di</strong> Bergamo e presso il Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: aspetti metodologici riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati a lungo termine in ambito<br />
nefrologico; metodologia statistica per il calcolo della <strong>di</strong>mensione del campione; tecniche metaanalitiche.<br />
Esegue inoltre revisioni sistematiche nell’ambito del gruppo <strong>di</strong> revisione renale della<br />
Collaborazione Cochrane.<br />
Ruoli: attualmente è capo del Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro<br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’, IRFMN (sede <strong>di</strong> Ranica, Bergamo). Il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Biostatistica, nato nel 2000, si de<strong>di</strong>ca al <strong>di</strong>segno ed alla conduzione <strong>di</strong> sperimentazioni cliniche così come<br />
alla elaborazione dei dati provenienti dagli stu<strong>di</strong> suddetti.<br />
Pubblicazioni principali<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Petrov Iliev I, Chiurchiu C, Rubis R, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gaspari G,<br />
Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G, for the BENEDICT-B Study Investigators. Effects of<br />
verapamil added-on trandolapril therapy in hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B<br />
randomized trial. J Hypert. Feb; 29(2):207-216, 2011<br />
• Astor BC, Matsushita K, Gansevoort RT, van der Velde M, Woodward M, Levey AS, Jong PE, Coresh J; The Chronic<br />
Kidney Disease Prognosis Consortium, Astor BC, Matsushita K, Gansevoort RT, van der Velde M, Woodward M, Levey AS,<br />
de Jong PE, Coresh J, Levey AS, El-Nahas M, de Jong PE, Coresh J, Eckardt KU, Kasiske BL, Wright J, Appel L, Greene T,<br />
Levin A, Djurdjev O, Wheeler DC, Landray MJ, Townend JN, Emberson J, Clark LE, Macleod A, Marks A, Ali T, Fluck N,<br />
Prescott G, Smith DH, Weinstein JR, Johnson ES, Thorp ML, Wetzels JF, Blankestijn PJ, van Zuilen AD, Menon V, Sarnak<br />
M, Greene T, Beck G, Kronenberg F, Kollerits B, Froissart M, Stengel B, Metzger M, Remuzzi G, Ruggenenti P, Perna A,<br />
Heerspink HJ, Brenner B, de Zeeuw D, Rossing P, Parving HH, Astor BC, Auguste P, Coresh J, Gansevoort RT, de Jong PE,<br />
Matsushita K, van der Velde M, Veldhuis K, Wang Y, Woodward M, Camarata L, Thomas B, Manley T. Lower estimated<br />
glomerular filtration rate and higher albuminuria are associated with mortality and end-stage renal <strong>di</strong>sease. A collaborative<br />
meta-analysis of kidney <strong>di</strong>sease population cohorts. Kidney Int doi:10.1038/ki.2010.550, 2011<br />
• Buscarini E, Leandro G, Conte D, Danesino C, Daina E, Manfre<strong>di</strong> G, Lupinacci G, Brambilla G, Menozzi F, De Grazia F,<br />
Gazzaniga P, Inama G, Bonar<strong>di</strong> R, Blotta P, Forner P, Olivieri C, Perna A, Grosso M, Pongiglione G, Boccar<strong>di</strong> E, Pagella F,<br />
Rossi G, Zambelli A. Natural History and Outcome of Hepatic Vascular Malformations in a Large Cohort of Patients with<br />
Here<strong>di</strong>tary Hemorrhagic Teleangiectasia. Dig Dis Sci. DOI 10.1007/s10620-011-1585-2, 2011<br />
• Mallamaci F, Ruggenenti P, Perna A, Leonar<strong>di</strong>s D, Tripepi R, Tripepi G, Remuzzi G, Zoccali C for the REIN Study Group.<br />
ACE Inhibition Is Renoprotective among Obese Patients with Proteinuria. J Am Soc Nephrol, April 28, 2011<br />
• Ruggenenti P, Remuzzi A, Remuzzi G, Perticucci E, Trevisan R, Dodesini A, Gambara V, Ene-Iordache B, Carminati S,<br />
Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Perna A, Crave<strong>di</strong> P, for the Remission Clinic Task Force. The Remission Clinic approach to halt the<br />
progression of kidney <strong>di</strong>sease. J Nephrol. May-Jun;24(3):274-81. doi: 10.5301/JN.2011.7763, 2011<br />
• Zoccali C, Ruggenenti P, Perna A, Leonar<strong>di</strong>s D, Tripepi R, Tripepi G, Mallamaci F, Remuzzi G for the REIN Study Group.<br />
Phosphate May Promote CKD Progression and Attenuate Renoprotective Effect of ACE Inhibition. J Am Soc Nephrol,<br />
ASN.2011020175; published ahead of print August 18, 2011<br />
• Ruggenenti P, Lauria G, Petrov Iliev I, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Rota S, Chiurchiu C, Pongrac Barlovic D, Sghirlanzoni<br />
A, Lombar<strong>di</strong> R, Penza P, Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B, Filipponi M, Rubis N, Noris G, Motterlini N, Ene-Iordache B,<br />
Gaspari F, Perna A, Zaletel J, Bossi A, Dodesini AR, Trevisan R, Remuzzi G, and for the DEMAND Study Investigators.<br />
Effects of Mani<strong>di</strong>pine and Delapril in Hypertensive Patients With Type 2 Diabetes Mellitus: The Delapril and Mani<strong>di</strong>pine for<br />
Nephroprotection in Diabetes (DEMAND) Randomized Clinical Trial. Hypertension. 2011; published online before print<br />
September 19, 2011<br />
• Vegter S, Perna A, Postma MJ, Navis G, Remuzzi G, Ruggenenti P. So<strong>di</strong>um Intake, ACE Inhibition, and Progression to<br />
ESRD, J Am Soc Nephrol 2011 in press.<br />
Aneliya Parvanova Ilieva si è laureata in Me<strong>di</strong>cina nel 1988 presso la Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong><br />
Tracia (prima Università <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina), Stara Zagora, Bulgaria, e si è specializzata in Farmacologia presso<br />
il Dipartimento <strong>di</strong> Farmacologia, Università <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, Sofia, Bulgaria. La sua laurea in me<strong>di</strong>cina è<br />
riconosciuta in Italia nel 2009.<br />
Attività formative: dal 1989 al 1998 si è de<strong>di</strong>cata all’insegnamento e formazione degli studenti <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>cina del 3°, 4° e 5° anno e degli infermieri professionali in farmacologia generale e farmacologia<br />
clinica <strong>di</strong> 2° e 3° anno presso l’Università <strong>di</strong> Tracia, Stara Zagora, Bulgaria. Esaminatore <strong>di</strong> questi<br />
studenti in esami teorici e pratici, orali e scritti ed Esame <strong>di</strong> stato. Nel 1993 docente al Corso <strong>di</strong><br />
sperimentazione con organi isolati, Accademia Bulgara delle Scienze, Sofia. Nel 1998 visitatore<br />
scientifico, IRFMN, Bergamo. Nel 1998 ha sviluppato competenze nel metodo <strong>di</strong> misurazione<br />
dell’insulino sensitività (tecnica <strong>di</strong> clamp iperinsulinemico euglicemico), nelle misurazioni emo<strong>di</strong>namiche<br />
della funzione renale - velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare (clearance plasmatica dello iohexolo ed<br />
inulina), flusso plasmatico renale (clearance plasmatica dell’acido para-aminoippurico), selettività<br />
glomerulare (clearance plasmatica dei destrami neutri); 24 ore <strong>di</strong> monitoraggio della pressione arteriosa.<br />
358<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: prevenzione primaria e secondaria delle complicanze croniche del <strong>di</strong>abete mellito <strong>di</strong><br />
tipo II (nefropatia, retinopatia e neuropatia <strong>di</strong>abetiche); il ruolo del insulino-resistenza, ipertensione<br />
arteriosa, <strong>di</strong>slipidemia e iperomocisteinemia nelle complicanze micro- e macro-vascolari <strong>di</strong>abetiche;<br />
possibilità per il trattamento farmacologico <strong>di</strong> queste con<strong>di</strong>zioni patologiche.<br />
Ruoli: partecipa in qualità <strong>di</strong> sperimentatore in <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> e ricerche cliniche. Dal 2000 è Capo Unità<br />
Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo presso il Centro Daccò. È membro dell’Associazione<br />
dei Me<strong>di</strong>ci Bulgari (1989), dell’Associazione dei Farmacologi Bulgari (1990), dell’Associazione dei<br />
Ricercatori Bulgari (dal 1991), dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci chirurghi e degli Odontoiatri, Bergamo, Italy<br />
(05.03.2009) .<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Ruggenenti P, Lauria G, Iliev IP, Fassi A, Ilieva AP, Rota S, Chiurchiu C, Barlovic DP, Sghirlanzoni A, Lombar<strong>di</strong> R, Penza<br />
P, Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B, Filipponi M, Rubis N, Noris G, Motterlini N, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A,<br />
Zaletel J, Bossi A, Dodesini AR, Trevisan R, Remuzzi G; for the DEMAND Study Investigators. Effects of Mani<strong>di</strong>pine and<br />
Delapril in hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes mellitus.The Delapril and Mani<strong>di</strong>pine for Nephroprotection in Diabetes<br />
(DEMAND) Randomized Clinical Trial. Hypertension. 2011 Set; 58:776-783.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Iliev IP, Chiurchiu C, Rubis N, Ghepar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Crave<strong>di</strong><br />
P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G. for the BENEDICT-B Study Investigators. Effects of verapamil added-on<br />
trandolapril therapy in hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B randomized trial.<br />
Journal of Hypertension 2011 Feb; 29:207-16.<br />
• Ruggenenti P, Cattaneo D, Rota S, Iliev I, Parvanova A, Diadei O, Ene-Iordache B, Ferrari S, Bossi AC, Trevisan R, Belviso<br />
A, Remuzzi G. Effects of combined ezetimibe and simvastatin therapy as compared with simvastatin alone in patients with<br />
type 2 <strong>di</strong>abetes: a prospective randomized double-blind clinical trial. Diabetes Care 2010 Sep; 33(9): 1954-6. Epub 2010 Jun<br />
21.<br />
• Ruggenenti P, Iliev I, Costa GM, Parvanova A, Perna A, Giuliano GA, Motterlini N, Ene-Iordache B, Remuzzi G. Preventing<br />
left ventricular hypertrophy by ACE inhibition in hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes: a perspecified analysis of the<br />
Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT). Diabetes Care, 2008 Aug; 31 (8): 1629-34.<br />
• Ruggenenti P, Iliev I, Costa GM, Parvanova A, Perna A, Giuliano GA, Motterlini N, Ene-Iordache B, Remuzzi G. Preventing<br />
left ventricular hypertrophy by ACE inhibition in hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes: a perspecified analysis of the<br />
Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT). Diabetes Care, 2008 Aug; 31 (8): 1629-34.<br />
• Parvanova A, Trevisan R, Iliev I, Dimitrov BD, Vedovato M, Tiengo A, Remuzzi G, Ruggenenti P. Insulin resistance and<br />
microalbuminuria, A Cross-sectional, case-control study of 158 patients with type 2 <strong>di</strong>abetes and <strong>di</strong>fferent degrees of urinary<br />
albumin excretion. Diabetes, 2006; 55: 1456-1462.<br />
• Parvanova A, Chiurchiu C, Ruggenenti P, Remuzzi G. Inhibition of the renin-angiotensin system and car<strong>di</strong>o-renal protection:<br />
focus on losartan and angiotensin receptor blockade. Expert Opinion on Pharmacotherapy, 2005 Sep; 6 (11):1931-1942.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova A, Bruno S, Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> F, Ganeva M, Ene-<br />
Iordache, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini A, Remuzzi G. Preventing Microalbuminuria in Type 2<br />
Diabetes. NEJM, 2004;351 (19): 1941-51.<br />
• Parvanova A, Iliev I, Filipponi M, Dimitrov BD, Vedovato M, Tiengo A, Trevisan R, Remuzzi G, Ruggenenti P. Insulin<br />
resistance and proliferative retinopathy: a cross-sectional, case-control study in 115 patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. J Clin<br />
Endocrinol Metab, 2004 Sep; 89 (9): 4371-6.<br />
• The BENEDICT Group. The Bergamo Nephrologic DIabetes Complications Trial (BENEDICT): design and baseline<br />
characteristics. Controlled Clinical Trials, 2003; 24: 442-461.<br />
• Parvanova A, Iliev I, Dimitrov BD, Arnol<strong>di</strong> F, Zaletel J, Remuzzi G, Ruggenenti P. Hyperhomocysteinemia and increased<br />
risk of retinopathy: a cross-sectional, case-control study in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. Diabetes Care, 2002; 25 (12): 2361.<br />
Na<strong>di</strong>a Rubis ha conseguito il Diploma <strong>di</strong> Infermiere Professionale nel 1995 presso la Scuola per<br />
Infermieri Professionali dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Attività formative: ha ottenuto l’attestato <strong>di</strong> Infermiere Professionale <strong>di</strong> Ricerca Clinica (1998) presso<br />
l’IRFMN svolgendo la sua attività presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele<br />
Daccò.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: coor<strong>di</strong>namento, monitoraggio e farmacovigilanza degli stu<strong>di</strong> clinici.<br />
Ruoli: dal 2003 co-organizzatrice, relatrice e tutor del Corso per Infermieri Professionali <strong>di</strong> Ricerca<br />
Clinica presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN; dal<br />
gennaio 1998 all’agosto 2008 ha svolto la mansione <strong>di</strong> Monitor <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso il Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN; dal settembre 2008 è<br />
responsabile dell’Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale del Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN (sede <strong>di</strong> Ranica, Bergamo).<br />
Principali pubblicazioni:<br />
• Ruggenenti P, Lauria G, Iliev IP, Fassi A, Alieva AP, Rota S, Chiurchiu C, Barloovic DP, Sghirlanzoni A, Lombar<strong>di</strong> R,<br />
Penza P, Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B, Filipponi M, Rubis N, Noris G, Motterlini N, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna<br />
A, Zaletel J, Bossi A, Dodesini AR, Trevisan R, Remuzzi GR; DEMAND Study Investigators. Effects of mani<strong>di</strong>pine and<br />
delapril in hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes mellitus: the delapril and mani<strong>di</strong>pine for nephroprotection in <strong>di</strong>abetes<br />
(DEMAND) randomized clinical trial. Hypertension. 2011 Nov;58(5):776-83. Epub 2011 Sep 19.<br />
359<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
• Piero Ruggenenti, Anna Fassi, Aneliya Parvanova Ilieva, Ilian Petrov Iliev, Carlos Chiurchiu, Na<strong>di</strong>a Rubis, Giulia Gherar<strong>di</strong>,<br />
Bogdan Ene-Iordache, Flavio Gaspari, Annalisa Perna, Paolo Crave<strong>di</strong>, Antonio Bossi, Roberto Trevisan, Nicola Motterlini,<br />
Giuseppe Remuzzi, for the BENEDICT-B Study Investigators. Effects of verapamil added-on trandolapril therapy in<br />
hypertensive type 2 <strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B randomized trial. J Hypertens 29:207-216,<br />
2011.<br />
• Piero Ruggenenti, Annalisa Perna, Marcello Tonelli, Giacomina Loriga, Nicola Motterlini, Na<strong>di</strong>a Rubis, Franca Ledda,<br />
Stefano Rota Jr., Andrea Satta, Antonio Granata, Giovanni Battaglia, Francesco Cambareri, Salvatore David, Flavio Gaspari,<br />
Na<strong>di</strong>a Stucchi, Sergio Carminati, Bogdan Ene-Iordache, Paola Crave<strong>di</strong> and Giuseppe Remuzzi for the ESPLANADE study<br />
group. Effects of Add-on Fluvastatin Therapy in Patients with Chronic Proteinuric Nephropathy on Dual Renin-Angiotensin<br />
System Blockade: The ESPLANADE Trial. Clin J Am Nephrol 5: 1928-1938, 2010.<br />
• Ene-Iordache B, Carminati S, Antiga L, Rubis N, Ruggenenti P, Remuzzi G and Remuzzi A. Developing regulatorycompliant<br />
electronic case report forms for clinical trials: experience with the demand trial. J Am Med Inform Assoc, 2009<br />
May-Jun;16 (3): 404-8.<br />
• Fassi A, Rubis N, Parvanova A, Iliev I, Zamora J, Giuliano GA, Ene-Iordache B, Perna A, Anabaya A, Motterlini N,<br />
Ruggenenti P, Remuzzi G for the BENEDICT Study Investigators. Randomized and non-randomized patients in the Bergamo<br />
Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT). Abstract. 29th Annual Meeting of the Society for Clinical Trials St<br />
Louis, Missouri, May 18-21, 2008.<br />
• Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Bruno S, Petro Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Arnol<strong>di</strong> A, Ganeva M,<br />
Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G, for the Bergamo Nephrologic Diabetes<br />
Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med, 2004; 351:<br />
1941-51.<br />
• Ruggenenti P, Perna A, Gherar<strong>di</strong> G, Benini R, Rubis N, Gritti D, Ciocca I, Stucchi N and Remuzzi G for the GISEN Group.<br />
In chronic renal <strong>di</strong>sease, hypertension and type 2 <strong>di</strong>abetes pre<strong>di</strong>ct fast progression. Proteinuria < 2 g/24 hours, type 2 <strong>di</strong>abetes<br />
and polycystic kidneys are associated with poor response to ACE inhibition. ASN, November 5-8, 1999.<br />
ATTIVITÀ DEL DIPARTIMENTO<br />
Il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale è stato istituito nel 1999 presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” – Villa Camozzi, Ranica (Bergamo) per<br />
coor<strong>di</strong>nare le attività <strong>di</strong> sei laboratori e due unità.<br />
Il Dipartimento si de<strong>di</strong>ca in principal modo allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi <strong>di</strong> progressione delle<br />
nefropatie croniche e alla definizione <strong>di</strong> nuove strategie <strong>di</strong> prevenzione/trattamento della<br />
nefropatia <strong>di</strong>abetica, delle nefropatie croniche non <strong>di</strong>abetiche, della nefropatia cronica del<br />
trapianto, delle complicanze car<strong>di</strong>ovascolari del paziente <strong>di</strong>abetico, nefropatico, <strong>di</strong>alizzato o<br />
trapiantato e delle microangiopatie trombotiche.<br />
Gli obiettivi principali <strong>di</strong> queste attività sono:<br />
1. identificare strategie <strong>di</strong> screening e intervento atte a prevenire l’insorgenza della nefropatia e<br />
<strong>di</strong> altre complicanze croniche nel paziente <strong>di</strong>abetico e/o iperteso e nella popolazione<br />
generale;<br />
2. definire strategie <strong>di</strong> intervento per prevenire o rallentare la progressione delle nefropatie<br />
croniche ed eventualmente ottenere una remissione/regressione del danno renale;<br />
3. ottimizzare i protocolli <strong>di</strong> terapia immunosoppressiva nel trapianto con il fine ultimo <strong>di</strong><br />
ottenere la tolleranza dell’organo trapiantato e identificare nuovi criteri <strong>di</strong> selezione dei<br />
donatori per aumentare il pool <strong>di</strong> organi <strong>di</strong>sponibili;<br />
4. Identificazione <strong>di</strong> terapie innovative per glomerulopatie primitive quali nefropatia<br />
membranosa i<strong>di</strong>opatica, glomerulosclerosi focale segmentaria e nefropatia a lesioni minime.<br />
Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le seguenti modalità operative principali:<br />
1. stu<strong>di</strong> pilota <strong>di</strong> fisiopatologia e farmacologia clinica realizzati interamente presso il Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche per testare nuove ipotesi patogenetiche e nuove modalità <strong>di</strong> intervento;<br />
2. realizzazione <strong>di</strong> network e coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> trial multicentrici nazionali e internazionali per<br />
verificare l’efficacia <strong>di</strong> nuovi trattamenti identificati nelle fasi <strong>di</strong> cui in 1;<br />
3. metanalisi e sviluppo <strong>di</strong> modelli probabilistici per testare fattori <strong>di</strong> rischio e trattamenti su<br />
gran<strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> pazienti e verificarne il valore pre<strong>di</strong>ttivo e l’efficacia a livello<br />
in<strong>di</strong>viduale.<br />
Molte <strong>di</strong> queste attività si avvalgono <strong>di</strong> una stretta collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Molecolare e il Dipartimento <strong>di</strong> Bioingegneria (<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong><br />
360<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Bergamo) e il Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong> Immunologia e Clinica dei<br />
Trapianti (Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo e <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong><br />
<strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, Bergamo) con il fine ultimo <strong>di</strong> programmare le attività <strong>di</strong> ricerca<br />
clinica del Dipartimento alla luce delle conoscenze che derivano dalla ricerca <strong>di</strong> base e delle<br />
problematiche che emergono dall’attività clinica <strong>di</strong> routine.<br />
PRINCIPALI RISULTATI<br />
Definizione e validazione <strong>di</strong> trattamenti specifici atti a prevenire l'insorgenza delle nefropatie in<br />
pazienti affetti da <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2.<br />
Avvio <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> screening nella popolazione generale per l’identificazione ed il<br />
trattamento precoce <strong>di</strong> soggetti a rischio <strong>di</strong> eventi renali e car<strong>di</strong>ovascolari<br />
Definizione e validazione <strong>di</strong> nuovi protocolli integrati <strong>di</strong> trattamento atti a rallentare la<br />
progressione e/o ottenere la remissione/regressione delle nefropatie croniche <strong>di</strong>abetiche e non<br />
<strong>di</strong>abetiche.<br />
Definizione <strong>di</strong> un protocollo informatizzato (Remission Clinic) da utilizzarsi in rete nell’ambito<br />
<strong>di</strong> un Network multicentrico finalizzato alla regressione/remissione delle nefropatie<br />
proteinuriche progressive nella pratica clinica ospedaliera.<br />
Caratterizzazione dell’effetto antiproteinurico, nefroprotettivo e car<strong>di</strong>oprotettivo dell’inibizione<br />
massimale e polifarmacologica del sistema renina angiotensina.<br />
Identificazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio acquisiti o congeniti per lo sviluppo <strong>di</strong> complicanze croniche<br />
del <strong>di</strong>abete.<br />
Definizione e validazione <strong>di</strong> trattamenti specifici per porpora trombotico trombocitopenica e la<br />
sindrome emolitico uremica atipica<br />
Identificazione <strong>di</strong> nuove terapie per il trattamento <strong>di</strong> glomerulopatie primitive quali nefropatia<br />
membranosa i<strong>di</strong>opatica, glomerulosclerosi focale e segmentaria, e nefropatia a lesioni minime<br />
Definizione <strong>di</strong> sicurezza ed efficacia <strong>di</strong> nuovi trattamenti per la malattia autosomica dominante<br />
del rene policistico.<br />
Definizione e validazione <strong>di</strong> nuove meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> laboratorio e <strong>di</strong> modelli pre<strong>di</strong>ttivi per il<br />
monitoraggio e ottimizzazione della terapia immunosoppressiva nel trapianto.<br />
Definizione e validazione <strong>di</strong> nuovi criteri <strong>di</strong> selezione ed allocazione <strong>di</strong> reni da donatori<br />
marginali per aumentare il pool <strong>di</strong> donatori e l’attività <strong>di</strong> trapianto.<br />
Ottimizzazione <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnostica e monitoraggio ecodoppler delle complicanze<br />
vascolari del paziente trapiantato ed emo<strong>di</strong>alizzato.<br />
Pianificazione, progettazione e conduzione <strong>di</strong> trials clinici multicentrici finalizzati alla<br />
prevenzione della nefropatia <strong>di</strong>abetica, della progressione delle nefropatie croniche<br />
proteinuriche, della malattia policistica del rene e del rigetto acuto e cronico del trapianto e alla<br />
identificazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio e promotori <strong>di</strong> danno d’organo.<br />
361<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Informatizzazione delle procedure <strong>di</strong> acquisizione e monitoraggio dei dati nella conduzione <strong>di</strong><br />
trials clinici controllati.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
- AO Bolognini Seriate, Ospedale Bolognini, Seriate (BG)<br />
- AO Ospedali Riuniti, Bergamo<br />
- AO Treviglio, Ospedale <strong>di</strong> Treviglio, Treviglio (BG)<br />
- AO Treviglio, Ospedale SS. Trinità, Romano <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a (BG)<br />
- AO Treviglio, Poliambulatorio extra-ospedaliero, Ponte San Pietro (BG)<br />
- ASL Bergamo, Bergamo<br />
- <strong>Istituto</strong> Humanitas Gavazzeni, Bergamo<br />
- AO Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Montichiari, Montichiari (BS)<br />
- AO Spedali Civili, Spedali Civili, Brescia<br />
- AO Ospedale Sant’Anna, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Sant’Anna, Como<br />
- Azienda Ospedaliera Istituti Ospedalieri <strong>di</strong> Cremona, Cremona<br />
- AO Provincia <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, Lo<strong>di</strong><br />
- AO Ospedale San Carlo Borromeo, Milano<br />
- AO Polo Universitario, Ospedale Luigi Sacco, Milano<br />
- AO San Gerardo, Ospedale Bassini, Cinisello Balsamo (MI)<br />
- AO San Gerardo, Ospedale San Gerardo, Monza (MI)<br />
- AO San Paolo – Polo Universitario, Milano<br />
- ASL Provincia <strong>di</strong> Milano 2, Ospedale A. Uboldo, Cernusco sul Naviglio (MI)<br />
- Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano<br />
- Fondazione IRCCS <strong>Istituto</strong> Neurologico Carlo Besta, Milano<br />
- IRCCS Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, Milano<br />
- IRCCS <strong>Istituto</strong> Clinico Humanitas, Rozzano (MI)<br />
- IRCCS Multime<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Sesto San Giovanni, Sesto San Giovanni (MI)<br />
- AO Guido Salvini, Ospedale Caduti Bollatesi, Bollate (MI)<br />
- AO Ospedale Civile <strong>di</strong> Legnano, Ospedale Legnano, Legnano (MI)<br />
- AO Ospedale Civile <strong>di</strong> Legnano, Ospedale G. Fornaroli <strong>di</strong> Magenta, Magenta (MI)<br />
- AO Pavia, Ospedale Civile <strong>di</strong> Voghera, Voghera (PV)<br />
- AO Valtellina e Valchiavenna, Ospedale <strong>di</strong> Sondrio, Sondrio<br />
- AO Universitaria, Ospedale <strong>di</strong> Circolo e Fondazione Macchi, Varese<br />
- ASO Santa Croce e Carle, Ospedale Santa Croce, Cuneo<br />
- AO Ospedale Infantile Regina Margherita-Sant’Anna <strong>di</strong> Torino, Ospedale Infantile Regina<br />
Margherita, Torino<br />
- AO Or<strong>di</strong>ne Mauriziano, Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino<br />
- ASL TO2, Ospedale San Giovanni Bosco, Torino<br />
- AULSS 17 Este, Ospedale <strong>di</strong> Monselice, Monselice (PD)<br />
- AULSS 9 <strong>di</strong> Treviso, Ospedale Santa Maria <strong>di</strong> Ca' Foncello, Treviso<br />
- AO Universistaria degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Trieste, Ospedale <strong>di</strong> Cattinara, Trieste<br />
- IRCCS Materno-Infantile Burlo Garofalo, Trieste<br />
- AO Universitaria <strong>di</strong> Bologna, Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, Bologna<br />
- AUSL Forlì, Ospedale G. B. Morgagni - L. Pierantoni, Forlì<br />
- AO Universitaria <strong>di</strong> Parma, Ospedale <strong>di</strong> Parma, Parma<br />
- AUSL Ravenna, Ospedale Santa Maria delle Croci, Ravenna<br />
- AO Reggio Emilia, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia<br />
- AUSL Rimini, Ospedale Infermi, Rimini<br />
- AO Universitaria Careggi, Firenze<br />
362<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- Università degli Stu<strong>di</strong>, Firenze<br />
- AUSL 2 Lucca, Ospedale Campo <strong>di</strong> Marte, Lucca<br />
- AO Universitaria Pisana, Ospedale Santa Chiara, Pisa<br />
- AUSL 3 <strong>di</strong> Pistoia, Ospedale SS. Cosma e Damiano <strong>di</strong> Pescia, Pescia (PT)<br />
- ASUR Zona Territoriale 13, Ospedale Mazzoni, Ascoli Piceno<br />
- IRCCS Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù, Roma<br />
- ASL Roma G, Ospedale San Giovanni Evangelista, Tivoli (RM)<br />
- AUSL Latina, Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Formia, Latina<br />
- AUSL Rieti, Rieti<br />
- AO Ospedale San Giuseppe Moscati, Avellino<br />
- AO Antonio Cardarelli, Napoli<br />
- AO Pe<strong>di</strong>atrica Santobono-Pausilipon, Ospedale Santobono, Napoli<br />
- Università Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, Napoli<br />
- Università Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, Policlinico Nuovo, Napoli<br />
- ASL Salerno, Ospedale Maria SS. Addolorata, Eboli (SA)<br />
- ASL Teramo, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Giuseppe Mazzini, Teramo<br />
- Centro Nazionale <strong>Ricerche</strong>, Reggio Calabria<br />
- AS 3 Rossano, Ospedale Civile Nicola Giannettasio, Rossano (CS)<br />
- AO Ospedale Cannizzaro, Catania<br />
- AO Universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Vittorio Emanuele,<br />
Catania<br />
- AUSL 3 Catania, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero <strong>di</strong> Acireale, Acireale (CT)<br />
- ASP 5 Messina, Ospedale <strong>di</strong> Milazzo, Milazzo (ME)<br />
- AO Civico-Di Cristina-Benfratelli, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Civico e Benfratelli, Palermo<br />
- AO Universitaria Policlinico Paolo Giaccone, Università degli Stu<strong>di</strong>, Palermo<br />
- <strong>Istituto</strong> Me<strong>di</strong>terraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (IsMeTT), Palermo<br />
- Fondazione <strong>Istituto</strong> San Raffaele – G. Giglio <strong>di</strong> Cefalù, Cefalù (PA)<br />
- Azienda Ospedaliera, Ospedale Umberto I, Siracusa<br />
- IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG)<br />
- AUSL Le/1, Ospedale Vito Fazzi, Lecce<br />
- ASL Taranto 1, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Valle D’Itria <strong>di</strong> Martina Franca, Martina Franca (TA)<br />
- AO Brotzu, Ospedale San Michele, Cagliari<br />
- ASL Sanluri, Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero Nostra Signora <strong>di</strong> Bonaria, San Gavino Monreale (VS)<br />
- ASL Olbia, Ospedale San Giovanni <strong>di</strong> Dio, Olbia (OT)<br />
- ASL Sassari, Azienda Ospedaliero-Universitaria <strong>di</strong> Sassari, Sassari<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
- University Me<strong>di</strong>cal Center, Ljubljana (Slovenia)<br />
- Service de Pharmacologie Clinique, Faculté de Médecine, Lyon (France)<br />
- Hospital Universitario de Canarias, La Laguna, Tenerife (Spain)<br />
- Department of Primary Health Care , University of Oxford, Oxford (UK)<br />
- Department of Clinical Sciences/Diabetes & Endocrinology Lund University, Skåne<br />
University Hospital, Malmö (Sweden)<br />
- University Me<strong>di</strong>cal Center Groningen, Groningen, (The Netherlands)<br />
- Department of Clinical Pharmacology, Groningen (The Netherlands)<br />
363<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
- Leiden University Me<strong>di</strong>cal Center, Leiden (The Netherlands)<br />
- University Me<strong>di</strong>cal Center, Groningen (The Netherlands)<br />
- Mariinskaya Hospital, Saint-Petersburg (Russia)<br />
- Moscow State University of Me<strong>di</strong>cine and Dentistry, Mosca (Russia)<br />
- Chişinău Hospital, Chişinău (Moldova)<br />
- Damanhour Me<strong>di</strong>cal National Institute, Damanhour, Beheira (Egypt)<br />
- Health Sciences University, Ulaanbaator (Mongolia)<br />
- BP Kerala Institute of Health, Dharan (Nepal)<br />
- Division of Car<strong>di</strong>ology, Brigham and Women's Hospital, Boston, MA (USA)<br />
- National Kidney Foundation, New York, NY (USA)<br />
- New England Me<strong>di</strong>cal Center, Boston, MA (USA)<br />
- Complejo Hosp Metropolitano de la Caja de Seguro Social, Panama City (Panama)<br />
- Hospital Juan XXIII, La Paz (Bolivia)<br />
- Hospital Maciel, Montevideo (Uruguay)<br />
- Cochrane Collaboration, Cochrane Renal Group, Centre for Kidney Research, NHMRC<br />
Centre for Clinical Research Excellence in Renal Me<strong>di</strong>cine, The Children's Hospital at<br />
Westmead, Westmead, (Australia).<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Current Diabetes Reviews (Piero Ruggenenti)<br />
Clinical Journal of the American Society of Nephrology (Piero Ruggenenti)<br />
Journal of Nephrology (Piero Ruggenenti)<br />
Nephron (Norberto Perico)<br />
The Open Hypertension Journal (Paolo Crave<strong>di</strong>)<br />
World Journal of Nephrology (Paolo Crave<strong>di</strong>)<br />
ATTIVITÀ DI REVISIONE<br />
Acta Diabetologica<br />
Acta Pharmacologica Sinica<br />
American Journal of Hypertension<br />
American Journal of Kidney Diseases<br />
American Journal of Pathology<br />
364<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
American Journal of Transplantation<br />
Archives of Me<strong>di</strong>cal Science<br />
Bentham Science<br />
Blood Purification<br />
British Me<strong>di</strong>cal Journal (BMJ)<br />
Circulation American Hearth Association (AHA)<br />
Clinical Journal of the American Society of Nephrology (CJASN)<br />
Clinical Nephrology<br />
EMBO Molecular Me<strong>di</strong>cine<br />
Expert Opinion on Pharmacotherapy<br />
Expert review of Clinical Immunology<br />
Heart Failure Reviews<br />
In<strong>di</strong>an Journal of Nephrology<br />
Internal Urology and Nephrology<br />
International Journal of Clinical Practice<br />
Islets<br />
Journal of the American Society of Nephrology (JASN)<br />
Journal of Hypertension<br />
Journal of Nephrology<br />
Kidney International<br />
Me<strong>di</strong>terranean Journal of Hematology And Infection Diseases<br />
Nature Communications<br />
Nature Reviews Nephrology<br />
Nephrology Dialysis Transplantation<br />
Nephron<br />
New England Journal of Me<strong>di</strong>cine<br />
The International Journal of Artificial Organs<br />
The Lancet<br />
Translational research<br />
Transplant International<br />
Transplantation<br />
PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />
DIPARTIMENTO<br />
“Combinación fija Mani<strong>di</strong>pino/Delapril: Una nueva forma de protección metabólica”, XVI<br />
Congress of the Sociedad Espanola de Hipertension. Barcellona (Spagna), 3 marzo 2011.<br />
“Optimizing the use of kidneys from older donors by widening the histologic criteria for organ<br />
selection and allocation: a way to shorten the waiting time for a kidney transplant in older<br />
<strong>di</strong>alysis patients”, North Italian Transplant Meeting. Milano (Italia), 22 marzo 2011.<br />
“Inibitori del Sistema Renina Angiotensina Aldosterone e progressione dell’insufficienza renale<br />
cronica”, Nuove risposte a vecchi problemi - I sartani nel paziente iperteso con insufficienza<br />
renale e gli anticoagulanti nel paziente con fibrillazione atriale. Monza (Italia), 26 marzo 2011.<br />
SUMMIT Plenary Meeting. Monaco (Germania), 29-31 marzo 2011.<br />
“La nefroprotezione”, X° Convegno Diabete-Obesità. Milano (Italia), 1 aprile 2011.<br />
365<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
“Kidney <strong>di</strong>sease and hypertension: the decisive role of RAAS”, VII IAGG European Congress<br />
“Healthy and active ageing for all Europeans – II”. Bologna (Italia), 15 aprile 2011.<br />
“New therapies in lowering proteinuria: impact on kidney and car<strong>di</strong>ovascular outcomes”,<br />
International Renal Meeting and Mayo Clinic Day in Sar<strong>di</strong>nia. Cagliari (Italia), 2 maggio 2011.<br />
“Il caso <strong>di</strong> Azatioprina e Micofenolato”, Trapianto <strong>di</strong> organi soli<strong>di</strong> e midollo: come cambia la<br />
terapia antirigetto. Bergamo (Italia), 14 maggio 2011.<br />
“From clinic to therapy”, XLVIII ERA – EDTA CONGRESS. Praga (Repubblica Ceca), 23-25<br />
giugno 2011.<br />
“ADPKD: Where do we stand now”, XLVIII ERA – EDTA CONGRESS. Praga (Repubblica<br />
Ceca), 23-25 giugno 2011.<br />
Primo Meeting <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento del progetto Superpig. Cremona (Italia), 16 settembre 2011.<br />
“Agonisti del recettore della vitamina D e protezione renale”, 52° Congresso Nazionale della<br />
Società Italiana <strong>di</strong> Nefrologia - Vantaggi e prospettive dell’attivazione selettiva dei VDR.<br />
Genova (Italia), 22 settembre 2011.<br />
“La proteinuria: nuove strategie terapeutiche”, 52° Congresso Nazionale della Società Italiana<br />
<strong>di</strong> Nefrologia – Vantaggi e prospettive dell’attivazione selettiva dei VDR. Genova (Italia), 22<br />
settembre 2011.<br />
“Progression, Remission and Regression of CKD”, 5 th Update of Nephrology Congress. Beirut<br />
(Libano), 27 ottobre 2011.<br />
“Preventing <strong>di</strong>abetic kidney <strong>di</strong>sease and related macrovascular complications”, 5 th Update of<br />
Nephrology Congress. Beirut (Libano), 27 ottobre 2011.<br />
“Immunosoppressione nel trapianto: farmaci vecchi, farmaci nuovi, minimizzazione e<br />
prospettive”, XXXV Congresso Nazionale S.I.T.O. Roma (Italia), 28 ottobre 2011.<br />
“Nephroprotection: treating the kidney to protect the heart”, Symposium Car<strong>di</strong>ometabolic risk<br />
and vascular <strong>di</strong>seases - from mechanisms to treatment”. Roma (Italia), 4 novembre 2011.<br />
“Update on MC Induction of Tolerance in Transplantation” nel corso <strong>di</strong> ”the Basic and Clinical<br />
Science Symposium, Mesenchymal Stem Cell Therapy: The Road toward a Clinical Therapy”,<br />
Kidney Week American Society of Nephrology. Phyladelphia (USA), 9-13 novembre 2011.<br />
“The tubule” durante la sessione “Mechanism of Albuminuria and Renal/CV Disease I”, “3 rd<br />
International Albuminuria Symposium”. Groningen (Paesi Bassi), 29 novembre-1 <strong>di</strong>cembre<br />
2011.<br />
“Agonisti selettivi dei VDR e RAAS”, 43 rd Course on Advances in Nephrology, Dialysis, and<br />
Transplantation - Metabolismo minerale, Rene e Cuore: nuove acquisizioni sull’attivazione<br />
selettiva dei VDR. Milano (Italia), 9 <strong>di</strong>cembre 2011.<br />
366<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco)<br />
Innovative Me<strong>di</strong>cine Initiative Joint Undertaking (IMI JU)<br />
International Society of Nephrology (ISN)<br />
Regione Puglia<br />
Regione Toscana<br />
Abbott Srl<br />
Alexion Pharmaceuticals<br />
Baxter SpA<br />
Bracco Imaging SpA<br />
Genzyme Europe BV<br />
Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite SpA<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Ruggenenti P, Gaspari F, Cannata A, Carrara F, Cella C, Ferrari S, Stucchi N, Pran<strong>di</strong>ni S, Ene-<br />
Iordache B, Diadei O, Perico N, Ondei P, Pisani A, Buongiorno E, Messa P, Dugo M, Remuzzi<br />
G; for the GFR-ADPKD Study Group. Measuring and estimating GFR and treatment effect in<br />
ADPKD patients: Results and implications of a longitu<strong>di</strong>nal cohort study. PLoS One.<br />
2012;7(2):e32533. Epub 2012 Feb 28.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Remuzzi G. Proteinuria should be used as a surrogate in CKD. Nat<br />
Rev Nephrol. 2012 Mar 6. doi: 10.1038/nrneph.2012.42. [Epub ahead of print].<br />
Martinelli I, Ruggenenti P, Cetin I, Par<strong>di</strong> G, Perna A, Vergani P, Acaia B, Facchinetti F, La Sala<br />
GB, Bozzo M, Rampello S, Marozio L, Diadei O, Gherar<strong>di</strong> G, Carminati S, Remuzzi G,<br />
Mannucci PM.Heparin in pregnant women with previous placenta-me<strong>di</strong>ated pregnancy<br />
complications: a prospective, randomized, multicenter, controlled clinical trial. Blood. 2012<br />
Jan 30. [Epub ahead of print].<br />
Vegter S, Perna A, Postma MJ, Navis G, Remuzzi G, Ruggenenti P. So<strong>di</strong>um Intake, ACE<br />
Inhibition, and Progression to ESRD. J Am Soc Nephrol. 2012 Jan; 23(1): 165-73.<br />
Ruggenenti P, Lauria G, Iliev IP, Fassi A, Ilieva AP, Rota S, Chiurchiu C, Barlovic DP,<br />
Sghirlanzoni A, Lombar<strong>di</strong> R, Penza P, Cavaletti G, Piatti ML, Frigeni B, Filipponi M, Rubis N,<br />
Noris G, Motterlini N, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Zaletel J, Bossi A, Dodesini AR,<br />
Trevisan R, Remuzzi G; DEMAND Study Investigators. Effects of mani<strong>di</strong>pine and delapril in<br />
hypertensive patients with type 2 <strong>di</strong>abetes mellitus: the delapril and mani<strong>di</strong>pine for<br />
nephroprotection in <strong>di</strong>abetes (DEMAND) randomized clinical trial. Hypertension. 2011 Nov;<br />
58(5): 776-83.<br />
Ble A, Mosca M, Di Loreto G, Guglielmotti A, Bion<strong>di</strong> G, Bombar<strong>di</strong>eri S, Remuzzi G,<br />
Ruggenenti P. Antiproteinuric effect of chemokine C-C motif ligand 2 inhibition in subjects with<br />
acute proliferative lupus nephritis. Am J Nephrol. 2011; 34(4): 367-72.<br />
Ruggenenti P, Remuzzi G. A German outbreak of haemolytic uraemic syndrome. Lancet. 2011<br />
Sep 17; 378 (9796): 1057-8.<br />
367<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Zoccali C, Ruggenenti P, Perna A, Leonar<strong>di</strong>s D, Tripepi R, Tripepi G, Mallamaci F, Remuzzi<br />
G; REIN Study Group. Phosphate may promote CKD progression and attenuate renoprotective<br />
effect of ACE inhibition. J Am Soc Nephrol. 2011 Oct; 22(10): 1923-30.<br />
Ruggenenti P, Remuzzi G. Worsening kidney function in decompensated heart failure: treat the<br />
heart, don't mind the kidney. Eur Heart J. 2011 Oct; 32(20): 2476-8.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Remuzzi G. Circulating anti-PLA2R autoantibo<strong>di</strong>es to monitor<br />
immunological activity in membranous nephropathy. J Am Soc Nephrol. 2011 Aug; 22(8):<br />
1400-2.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi G, Ruggenenti P. Targeting the renin angiotensin system in <strong>di</strong>alysis<br />
patients. Semin Dial. 2011 May-Jun; 24(3): 290-7. Review.<br />
Ruggenenti P, Remuzzi G. Chronic kidney <strong>di</strong>sease: Staging CKD: can we rely on estimated<br />
GFRs Nat Rev Nephrol. 2011 Jun; 7(6): 307-8.<br />
Ruggenenti P, Remuzzi G. Initial combination therapy for treatment of hypertension. Lancet.<br />
2011 Apr 30; 377(9776): 1491; author reply 1492.<br />
Mallamaci F, Ruggenenti P, Perna A, Leonar<strong>di</strong>s D, Tripepi R, Tripepi G, Remuzzi G, Zoccali<br />
C; REIN Study Group. ACE inhibition is renoprotective among obese patients with proteinuria.<br />
J Am Soc Nephrol. 2011 Jun; 22(6): 1122-8.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Sghirlanzoni MC, Marasà M, Salerno A, Remuzzi G, Ruggenenti P. Efficacy and<br />
safety of rituximab second-line therapy for membranous nephropathy: a prospective, matchedcohort<br />
study. Am J Nephrol. 2011; 33(5): 461-8.<br />
De Cosmo S, Prudente S, Lamacchia O, Lapice E, Morini E, Di Paola R, Copetti M, Ruggenenti<br />
P, Remuzzi G, Vaccaro O, Cignarelli M, Trischitta V. PPAR2 P12A polymorphism and<br />
albuminuria in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes: a meta-analysis of case-control stu<strong>di</strong>es. Nephrol<br />
Dial Transplant. 2011 Dec; 26(12): 4011-6.<br />
Abbate M, Crave<strong>di</strong> P, Iliev I, Remuzzi G, Ruggenenti P. Prevention and treatment of <strong>di</strong>abetic<br />
retinopathy: evidence from clinical trials and perspectives. Curr Diabetes Rev. 2011 May; 7(3):<br />
190-200. Review.<br />
Astor BC, Matsushita K, Gansevoort RT, van der Velde M, Woodward M, Levey AS, Jong PE,<br />
Coresh J; Chronic Kidney Disease Prognosis Consortium; Astor BC, Matsushita K, Gansevoort<br />
RT, van der Velde M, Woodward M, Levey AS, de Jong PE, Coresh J, El-Nahas M, Eckardt<br />
KU, Kasiske BL, Wright J, Appel L, Greene T, Levin A, Djurdjev O, Wheeler DC, Landray MJ,<br />
Townend JN, Emberson J, Clark LE, Macleod A, Marks A, Ali T, Fluck N, Prescott G, Smith<br />
DH, Weinstein JR, Johnson ES, Thorp ML, Wetzels JF, Blankestijn PJ, van Zuilen AD, Menon<br />
V, Sarnak M, Beck G, Kronenberg F, Kollerits B, Froissart M, Stengel B, Metzger M, Remuzzi<br />
G, Ruggenenti P, Perna A, Heerspink HJ, Brenner B, de Zeeuw D, Rossing P, Parving HH,<br />
Auguste P, Veldhuis K, Wang Y, Camarata L, Thomas B, Manley T. Lower estimated<br />
glomerular filtration rate and higher albuminuria are associated with mortality and end-stage<br />
renal <strong>di</strong>sease. A collaborative meta-analysis of kidney <strong>di</strong>sease population cohorts. Kidney Int.<br />
2011 Jun; 79(12): 1331-40.<br />
Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Iliev IP, Chiurchiu C, Rubis N, Gherar<strong>di</strong> G, Ene-Iordache B,<br />
Gaspari F, Perna A, Crave<strong>di</strong> P, Bossi A, Trevisan R, Motterlini N, Remuzzi G; BENEDICT-B<br />
Study Investigators. Effects of verapamil added-on trandolapril therapy in hypertensive type 2<br />
368<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>di</strong>abetes patients with microalbuminuria: the BENEDICT-B randomized trial. J Hypertens.<br />
2011 Feb; 29(2): 207-16.<br />
Ruggenenti P, Crave<strong>di</strong> P, Remuzzi G. Optimizing allocation of kidneys from older donors. Am J<br />
Transplant. 2011 Jan; 11(1): 182; author reply 183.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Ruggenenti P, Remuzzi G. Old donors for kidney transplantation: how old<br />
Gerontology. 2011; 57(6): 513-20.<br />
Cortinovis M, Gotti E, Pra<strong>di</strong>ni S, Gaspari F, Perico N. Renal graft function and low-dose<br />
cyclosporine affect mycophenolic acid pharmacokinetics in kidney transplantation.<br />
Transplantation. 2011 Sep 15; 92(5): 550-6.<br />
Caroli A, Antiga L, Conti S, Sonzogni A, Fasolini G, Ondei P, Perico N, Remuzzi G, Remuzzi<br />
A. Interme<strong>di</strong>ate volume on computed tomography imaging defines a fibrotic compartment that<br />
pre<strong>di</strong>cts glomerular filtration rate decline in autosomal dominant polycystic kidney <strong>di</strong>sease<br />
patients. Am J Pathol. 2011 Aug; 179(2): 619-27.<br />
Perico N, Remuzzi G, Benigni A. Aging and the kidney. Curr Opin Nephrol Hypertens. 2011<br />
May; 20(3): 312-7. Review.<br />
Perico N, Casiraghi F, Introna M, Gotti E, Todeschini M, Cavinato RA, Capelli C, Rambal<strong>di</strong> A,<br />
Cassis P, Rizzo P, Cortinovis M, Marasà M, Golay J, Noris M, Remuzzi G. Autologous<br />
mesenchymal stromal cells and kidney transplantation: a pilot study of safety and clinical<br />
feasibility. Clin J Am Soc Nephrol. 2011 Feb; 6(2): 412-22.<br />
Herz M, Gaspari F, Perico N, Viberti G, Urbanowska T, Rabbia M, Wieczorek Kirk D. Effects<br />
of high dose aleglitazar on renal function in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. Int J Car<strong>di</strong>ol. 2011<br />
Sep 1; 151(2): 136-42.<br />
Marasà M, Remuzzi G, Crave<strong>di</strong> P. Hypertension after kidney transplantation: an important, but<br />
still neglected issue. J Hypertens. 2011 Dec; 29(12): 2310-1.<br />
Crave<strong>di</strong> P, Abbate M, Gagliar<strong>di</strong>ni E, Galbusera M, Buelli S, Saba<strong>di</strong>ni E, Marasà M, Beck LH<br />
Jr, Salant DJ, Benigni A, D'Agati V, Remuzzi G. Membranous nephropathy associated with<br />
IgG4-related <strong>di</strong>sease. Am J Kidney Dis. 2011 Aug; 58(2): 272-5.<br />
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ablation model. Am J Physiol Renal Physiol. 2011 Jun; 300(6): F1291-300.<br />
369<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
ATTIVITÀ DI RICERCA<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Biostatistica<br />
Stu<strong>di</strong>o clinico multicentrico, randomizzato, controllato, aperto sulla<br />
prevenzione dell’insufficienza renale terminale in pazienti con <strong>di</strong>abete<br />
mellito <strong>di</strong> tipo 2 e nefropatia <strong>di</strong>abetica conclamata (VALID study): report<br />
per l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)<br />
VALID è uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato in aperto, con analisi dei risultati in cieco (PROBE)<br />
per valutare se, a livelli equivalenti <strong>di</strong> pressione arteriosa, la terapia combinata con l’ACE<br />
inibitore benazepril e l’antagonista del recettore dell’angiotensina II valsartan riduce più<br />
efficacemente la progressione verso l’insufficienza renale terminale rispetto alla terapia con solo<br />
benazepril o solo valsartan in pazienti affetti da <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2 e nefropatia conclamata. Nel<br />
2011 è stato completato il report per l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).<br />
Stu<strong>di</strong>o clinico multicentrico, randomizzato, controllato, aperto sulla<br />
prevenzione della microalbuminuria in pazienti con <strong>di</strong>abete mellito <strong>di</strong> tipo<br />
2 e ‘high normal’ albuminuria (VARIETY study): report per l’Agenzia<br />
Italiana del Farmaco (AIFA)<br />
VARIETY è uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato in aperto, con analisi dei risultati in cieco<br />
(PROBE) per valutare se, a livelli equivalenti <strong>di</strong> pressione arteriosa, la terapia combinata con<br />
l’ACE inibitore benazepril l’antagonista del recettore dell’angiotensina II sartano) valsartan<br />
riduce l’incidenza <strong>di</strong> microalbuminuria più efficacemente della terapia con il solo benazepril o<br />
con il solo valsartan in pazienti ipertesi affetti da <strong>di</strong>abete<br />
mellito <strong>di</strong> tipo 2 e con albuminuria al limite superiore <strong>di</strong> normalità. Nel 2011 sono state eseguite<br />
alcune analisi del report per l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).<br />
Stu<strong>di</strong>o clinico multicentrico, randomizzato, controllato, aperto<br />
sull’efficacia dell’eparina a basso peso molecolare in gravidanza in donne<br />
con pregresse complicanze ostetriche” (HAPPY STUDY): analisi finali<br />
HAPPY è uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato, multicentrico, controllato me<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> un<br />
gruppo <strong>di</strong> controllo, volto a valutare l’effetto <strong>di</strong> eparina a basso peso molecolare in pazienti<br />
gravide con pregresse complicanze ostetriche. Lo stu<strong>di</strong>o, finanziato dall’Agenzia Italiana del<br />
Farmaco (AIFA), prevedeva <strong>di</strong> eseguire un’analisi ad interim all’arruolamento <strong>di</strong> circa il 50%<br />
delle gravide previste nel calcolo della <strong>di</strong>mensione del campione. Nel 2011 sono state eseguite<br />
le analisi finali ed il lavoro scientifico è stato publicato su Blood.<br />
Stu<strong>di</strong>o clinico prospettico per valutare l’efficacia del rituximab nel<br />
mantenere la remissione della sindrome nefrosica dopo la sospensione<br />
della terapia steroidea ed immunosoppressiva in pazienti steroide<strong>di</strong>pendenti<br />
o con multirelapsing minimal change o con glomerulosclerosi<br />
segmentaria e focale (NEMO study): report finale per l’Agenzia Italiana del<br />
Farmaco (AIFA)<br />
NEMO è uno stu<strong>di</strong>o prospettico volto a valutare l’effetto <strong>di</strong> rituximab nel mantenere la<br />
remissione della sindrome nefrosica dopo la sospensione della terapia steroidea ed<br />
immunosoppressiva in pazienti steroide-<strong>di</strong>pendenti o con multirelapsing minimal change o con<br />
glomerulosclerosi segmentaria e focale. Nel 2011 è stato eseguito il report finale per l’Agenzia<br />
Italiana del Farmaco (AIFA).<br />
370<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Stu<strong>di</strong>o clinico Delapril and Mani<strong>di</strong>pine for Nephroprotection in Diabetes<br />
(DEMAND) – sottostu<strong>di</strong>o ‘Neuropatia’<br />
DEMAND è uno stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato, multicentrico, in doppio-cieco, controllato<br />
me<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> placebo, volto a valutare l’effetto <strong>di</strong> delapril da solo o in combinazione con<br />
mani<strong>di</strong>pina, sulla funzione renale in pazienti affetti da <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo II, ipertesi, senza<br />
nefropatia <strong>di</strong>abetica. Nel 2011 sono state eseguite alcune analisi per il sottostu<strong>di</strong>o ‘Neuropatia’.<br />
Il lavoro scientifico è stato pubblicato su Hypertension.<br />
Laboratorio per il Coor<strong>di</strong>namento e la Conduzione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici<br />
Controllati<br />
Il laboratorio si pone l’obiettivo <strong>di</strong> implementare e coor<strong>di</strong>nare tutte le attività finalizzate alla<br />
realizzazione degli stu<strong>di</strong> clinici pianificati nell'ambito del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale<br />
conformemente al protocollo <strong>di</strong> ricerca e nel rispetto della Good Clinical Practice.<br />
A tal fine i ricercatori del Laboratorio collaborano con tutti i Laboratori/Unità dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> coinvolti negli stu<strong>di</strong> clinici coor<strong>di</strong>nati dal Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale<br />
occupandosi <strong>di</strong>: garantire il flusso delle informazioni fra i Laboratori/Unità del Dipartimento <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Renale e un costante aggiornamento sullo status degli stu<strong>di</strong> clinici; sviluppare le<br />
schede raccolta dati degli stu<strong>di</strong> clinici; sviluppare i database degli stu<strong>di</strong> clinici; implementare ed<br />
aggiornare un sistema centralizzato <strong>di</strong> gestione dati facilmente fruibile dai ricercatori dei<br />
Laboratori/Unità del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale; promuovere attività <strong>di</strong> formazione per i<br />
giovani ricercatori; implementare ed aggiornare le SOPs relative alle procedure previste dai<br />
protocolli degli stu<strong>di</strong> clinici.<br />
Inoltre, il Laboratorio collabora con i Centri partecipanti a stu<strong>di</strong> clinici <strong>di</strong> fase I nell’attivazione<br />
e aggiornamento delle informazioni nella Banca Dati per il monitoraggio dei pazienti trattati in<br />
Italia con prodotti per terapia genica (PTG) e cellulare somatica (PTC) presso l’<strong>Istituto</strong><br />
Superiore <strong>di</strong> Sanità.<br />
In relazione all’accre<strong>di</strong>tamento della struttura sanitaria del Centro Daccò e in collaborazione con<br />
tutti i Laboratori del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale e con il Laboratorio Documentazione e<br />
Ricerca sulle Malattie Rare, il Laboratorio segue tutti gli aspetti relativi al mantenimento dei<br />
requisiti sanitari strutturali, informativi e formativi.<br />
Attività specifica è quella dell’Unità <strong>di</strong> Monitoraggio dei Farmaci, i cui obiettivi principali<br />
sono: verificare che i <strong>di</strong>ritti e il benessere dei soggetti inclusi negli stu<strong>di</strong> siano tutelati; verificare<br />
che i dati riguardanti la sperimentazione siano accurati, completi e verificabili, e verificare che<br />
la conduzione della sperimentazione sia conforme a quanto stabilito dal protocollo/emendamenti<br />
approvati, alla Norme <strong>di</strong> Buona Pratica Clinica (GCP) ed alle <strong>di</strong>sposizioni normative<br />
applicabili.<br />
I ricercatori dell’Unità (monitor <strong>di</strong> ricerca) agiscono da principale tramite tra il promotore e gli<br />
sperimentatori coinvolti in un progetto <strong>di</strong> ricerca, si occupano della formazione e<br />
dell’aggiornamento continuo degli sperimentatori e verificano, con visite <strong>di</strong> monitoraggio in<br />
loco, l’idoneità alla sperimentazione dei Centri partecipanti. Durante lo stu<strong>di</strong>o i monitor,<br />
controllano la corretta applicazione del protocollo e che tutti i dati richiesti siano correttamente<br />
registrati sulla scheda raccolta dati pre<strong>di</strong>sposta e verificabili per mezzo <strong>di</strong> documenti originali,<br />
<strong>di</strong>scutono con lo sperimentatore qualsiasi possibile deviazione al protocollo e si assicurano che<br />
tutti gli eventi avversi intercorsi siano documentati e notificati come richiesto dalle GCP e dalle<br />
autorità competenti. I monitor seguono inoltre, l’andamento dell’inclusione dei pazienti previsti<br />
371<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
da protocollo e <strong>di</strong>scutono eventuali problematiche <strong>di</strong> arruolamento con il promotore e con lo<br />
sperimentatore concordando le possibili azioni correttive.<br />
L’Unità si occupa <strong>di</strong> verificare la corretta gestione del prodotto in sperimentazione e <strong>di</strong><br />
documentare le fasi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, conservazione, ritiro e <strong>di</strong>struzione.<br />
Nel 2011 sono stati coor<strong>di</strong>nati e monitorati 20 progetti <strong>di</strong> ricerca clinica realizzati in 80 centri<br />
italiani presso i quali sono state effettuate circa 400 visite <strong>di</strong> monitoraggio.<br />
È inoltre proseguita l’attività <strong>di</strong> formazione del personale dell’Unità attraverso l’organizzazione<br />
<strong>di</strong> lezioni in<strong>di</strong>viduali e <strong>di</strong> gruppo e il tutoring dei nuovi ingressi durante le visite <strong>di</strong><br />
monitoraggio ai Centri. Nel corso del 2011 sono stati formati 3 nuovi monitor <strong>di</strong> ricerca.<br />
In collaborazione con il Laboratorio per le Attività Regolatorie relative agli Stu<strong>di</strong> Clinici sono<br />
stati organizzati 3 incontri <strong>di</strong> aggiornamento (Investigator Meeting) rivolti agli sperimentatori<br />
partecipanti agli stu<strong>di</strong> A.TH.E.N.A., A.R.CA.DIA e Remission Clinic.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica<br />
Atten<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> equazioni <strong>di</strong> stima <strong>di</strong> GFR in pazienti con malattia<br />
policistica renale autosomica dominante (Autosomal Dominant Polycystic<br />
Kidney Disease, ADPKD)<br />
La valutazione della velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare (GFR) è cruciale nei pazienti con<br />
ADPKD, in quanto a tale patologia è ascrivibile a circa l’8-10% dei casi <strong>di</strong> insufficienza renale<br />
cronica terminale che si osservano nei Paesi Occidentali. Inoltre i pazienti con ADPKD vanno<br />
incontro ad un rapido declino della funzione renale in quanto la progressione del danno è dovuta<br />
principalmente alla presenza <strong>di</strong> cisti che si ingran<strong>di</strong>scono <strong>di</strong>struggendo il tessuto normale. Nella<br />
pratica clinica per stimare la funzione renale vengono spesso utilizzate equazioni sviluppate<br />
utilizzando semplici parametri biochimici, dati demografici e antropometrici dei pazienti.<br />
L’utilizzo <strong>di</strong> queste formule viene spesso criticato in quanto ci sono <strong>di</strong>verse evidenze nella<br />
letteratura scientifica che in<strong>di</strong>cano che possono dare stime inatten<strong>di</strong>bili in soggetti con funzione<br />
renale normale o leggermente <strong>di</strong>minuita.<br />
Di conseguenza la determinazione accurata della velocità <strong>di</strong> GFR richiede l’utilizzo tecniche<br />
definite “gold standard” che comportano la somministrazione <strong>di</strong> sostanze esogene specifiche<br />
quali inulina, 51 Cr-EDTA, 99m Tc-DTPA o mezzi <strong>di</strong> contrasto non ra<strong>di</strong>oattivi come lo ioexolo.<br />
Per valutare quale fosse l’atten<strong>di</strong>bilità della stima <strong>di</strong> GFR me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> equazioni in<br />
pazienti con ADPKD abbiamo confrontato i valori <strong>di</strong> GFR determinati me<strong>di</strong>ante la clearance<br />
plasmatica <strong>di</strong> ioexolo con i valori determinati con due equazioni, la CKD-Epi (Chronic Kidney<br />
Disease Epidemiology Collaboration) e la aMDRD (abbreviated Mo<strong>di</strong>fication of Diet in Renal<br />
Disease). Abbiamo stu<strong>di</strong>ato un gruppo <strong>di</strong> 111 pazienti seguiti prospetticamente in stu<strong>di</strong> clinici<br />
italiani controllati e coor<strong>di</strong>nati dall’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>. Abbiamo<br />
valutato la corrispondenza dei valori <strong>di</strong> GFR misurati e stimati al basale e ad un anno dell’inizio<br />
degli stu<strong>di</strong> clinici. Il GFR misurato me<strong>di</strong>o al basale era <strong>di</strong> 78.6±26.7 mL/min/1.73m 2 . La CKD-<br />
Epi sovrastimava significativamente il valore <strong>di</strong> funzione renale (81.4±29.4 mL/min/1.73m 2 ,<br />
p
IRFMN<br />
CKD-Epi sovrastimava e la aMDRD sottostimava significativamente il valore <strong>di</strong> funzione<br />
renale. Nei 71 pazienti, la caduta <strong>di</strong> GFR ad un anno rispetto al valore basale è stata <strong>di</strong> 8.43<br />
mL/min/1.73m 2 mentre sia la CKD-Epi (4.99 mL/min/1.73m 2 ) che la aMDRD (4.53<br />
mL/min/1.73m 2 ) sottostimavano <strong>di</strong> oltre il 50% la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione renale. Gli altri parametri<br />
<strong>di</strong> performance determinati, ovvero bias, errore percentuale me<strong>di</strong>o ed errore percentuale me<strong>di</strong>o<br />
espresso in valore assoluto erano paragonabili per le due equazioni. L’accuratezza nello stimare<br />
la caduta <strong>di</strong> funzione renale era molto scarsa con entrambe le equazioni: solo l’8.57% e il<br />
5.71%, rispettivamente con la CKD-Epi e la aMDRD, era stimata in modo adeguato (errore<br />
inferiore a ±10% rispetto al valore <strong>di</strong> caduta <strong>di</strong> GFR misurato).<br />
Questi risultati ci hanno portato a concludere che anche nei pazienti con ADPKD le formule <strong>di</strong><br />
stima <strong>di</strong> GFR avevano una scarsa atten<strong>di</strong>bilità, ed in particolare non erano in grado <strong>di</strong> cogliere<br />
in maniera adeguata la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione renale ad un anno dall’inizio dello stu<strong>di</strong>o clinico.<br />
Pertanto i nostri risultati rafforzano il concetto che la determinazione della funzione renale deve<br />
essere effettuata con tecniche “gold standard” (come ad esempio la clearance plasmatica dello<br />
ioexolo) sia in ambito clinico che <strong>di</strong> ricerca, al fine <strong>di</strong> valutare in modo appropriato gli effetti<br />
del trattamento farmacologico sui pazienti. Il lavoro scientifico è stato pubblicato su PloS One.<br />
Ottimizzazione <strong>di</strong> una meto<strong>di</strong>ca per la misurazione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> GFR nel ratto<br />
La velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare (GFR) è il parametro ottimale per la valutazione della<br />
funzione renale. Mentre nell’uomo sono <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che, per quanto riguarda<br />
l’animale da esperimento i problemi sono notevoli. I meto<strong>di</strong> più comunemente utilizzati infatti<br />
sono scomo<strong>di</strong>, invasivi e possono richiedere il sacrificio dell’animale, non consentendo quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> seguire nel tempo gli effetti <strong>di</strong> una terapia sperimentale sullo stesso soggetto. Spesso tali<br />
meto<strong>di</strong>che necessitano raccolte urinarie accurate, me<strong>di</strong>ante cateterizzazione dell’animale, oltre<br />
all’esecuzione <strong>di</strong> prelievi ematici. Inoltre le procedure possono richiedere anestesia totale, con<br />
conseguente possibile <strong>di</strong>minuzione della funzione renale. Non esistono ad oggi meto<strong>di</strong>che<br />
semplici ed affidabili, che possano essere effettuate sull’animale conscio, che non richiedano<br />
raccolta urinaria ed eventualmente il sacrificio dell’animale stesso.<br />
Abbiamo quin<strong>di</strong> pensato <strong>di</strong> trasferire sul ratto la meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> valutazione del GFR correntemente<br />
utilizzata nell’uomo dal nostro laboratorio, che si basa sulla determinazione della clearance<br />
plasmatica dello ioexolo, un mezzo <strong>di</strong> contrasto non ra<strong>di</strong>oattivo, le cui concentrazioni vengono<br />
misurate con cromatografia liquida ad elevate prestazioni.<br />
Le mo<strong>di</strong>fiche alla meto<strong>di</strong>ca standard dal punto <strong>di</strong> vista analitico si sono basate sulla necessità <strong>di</strong><br />
dover lavorare su sangue intero, e non su plasma come nell’uomo, e su volumi <strong>di</strong> campione<br />
biologico decisamente ridotti, non avendo a <strong>di</strong>sposizione più <strong>di</strong> 15 µL <strong>di</strong> sangue per ogni<br />
prelievo effettuato sull’animale. La semplice correzione delle concentrazioni ematiche per il<br />
valore <strong>di</strong> ematocrito ha consentito <strong>di</strong> calcolare le corrispondenti concentrazioni plasmatiche.<br />
La procedura è stata quin<strong>di</strong> sperimentata nei ratti, inizialmente con campionamento tale da<br />
descrivere completamente la cinetica a 2 compartimenti del marker <strong>di</strong> funzione renale ed in<br />
seguito riducendo al minimo possibile il numero dei prelievi. La clearance del mezzo <strong>di</strong><br />
contrasto ioexolo è stata calcolata come dose/AUC (area sotto la curva), utilizzando 3 <strong>di</strong>versi<br />
approcci: con il campionamento completo a 11 prelievi (modello a 2 compartimenti) e l’AUC<br />
calcolata con il metodo dei trapezoi<strong>di</strong>; con il metodo slope-intercept, dove AUC è uguale al<br />
<strong>rapporto</strong> tra intercetta e pendenza della retta descritta dalla sola fase <strong>di</strong> eliminazione; con lo<br />
stesso metodo slope-intercept ma considerando solo 4 prelievi a tempi predefiniti.<br />
Utilizzando il modello a 2 compartimenti, il GFR me<strong>di</strong>o misurato nei ratti risultava 1.06±0.29<br />
mL/min/100g, mentre con il metodo slope-intercept era 1.18±0.32 mL/min/100g e 1.20±0.35<br />
mL/min/100g considerando solo 4 punti. Il <strong>rapporto</strong> tra il GFR <strong>di</strong> riferimento e i GFR calcolati<br />
con i meto<strong>di</strong> slope-intercept risultava costante in tutte le cinetiche valutate e pari a 0.90 con<br />
entrambi gli approcci. I risultati ottenuti ci hanno in<strong>di</strong>cato che è possibile determinare il valore<br />
vero <strong>di</strong> GFR utilizzando il metodo slope-intercept a soli 4 punti, moltiplicando poi il valore<br />
ottenuto per il fattore <strong>di</strong> correzione determinato.<br />
373<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
La meto<strong>di</strong>ca ottimizzata consente la misurazione <strong>di</strong> GFR nel ratto in modo semplice e<br />
relativamente poco invasivo, non essendo necessarie raccolte urinarie, ma solo 4 prelievi <strong>di</strong><br />
pochi µL, effettuabili dalla coda dell’animale, che viene mantenuto conscio. La procedura<br />
inoltre non prevede sacrificio del ratto, consentendo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> monitorare la funzione renale nel<br />
tempo sullo stesso animale e rendendo possibile ridurre in modo consistente il numero <strong>di</strong><br />
animali impiegati nelle sperimentazioni.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci<br />
nell'Uomo<br />
La funzione renale e la riduzione della dose <strong>di</strong> ciclosporina influenzano la<br />
farmacocinetica dell’acido micofenolico nel trapianto <strong>di</strong> rene<br />
La farmacocinetica dell’acido micofenolico (MPA), la componente attiva del profarmaco<br />
micofenolato mofetil (MMF), è influenzata sia dalla concomitante somministrazione <strong>di</strong><br />
ciclosporina (CsA) che dalla funzione renale. In questo stu<strong>di</strong>o è stato valutato l’impatto della<br />
riduzione della dose <strong>di</strong> CsA sulla farmacocinetica <strong>di</strong> MPA in pazienti trapiantati con <strong>di</strong>versi<br />
sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione renale. A tale scopo è stata svolta un’analisi retrospettiva su 135 profili<br />
farmacocinetici completi <strong>di</strong> MPA raccolti da 56 pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene da almeno<br />
6 mesi in cui la terapia immunosoppressiva <strong>di</strong> mantenimento era costituita dalla combinazione<br />
<strong>di</strong> MMF e basse dosi <strong>di</strong> CsA. In particolare, i parametri farmacocinetici dose-normalizzati <strong>di</strong><br />
MPA sono stati correlati con l’area sottesa alla curva concentrazione-tempo da 0 a 12 ore<br />
(AUC 0-12 ) <strong>di</strong> CsA e con la funzione renale, misurata come velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare<br />
(GFR). Inoltre, attraverso l’analisi multivariata, è stato valutato il contributo relativo<br />
dell’esposizione a CsA e della funzione renale sulla farmacocinetica <strong>di</strong> MPA in relazione ad<br />
altri parametri clinici ed ematologici. Sud<strong>di</strong>videndo i profili farmacocinetici <strong>di</strong> MPA in terzili in<br />
base all’esposizione giornaliera a CsA, si è osservato un aumento significativo dell’AUC 0-12<br />
dose-normalizzata <strong>di</strong> MPA in pazienti in cui l’AUC 0-12 <strong>di</strong> CsA era inferiore a 2000 ng*h/mL. È<br />
stata riscontrata una correlazione inversa e significativa anche tra l’esposizione giornaliera a<br />
MPA e GFR. Inoltre, stratificando i parametri farmacocinetici <strong>di</strong> MPA in base a 3 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
insufficienza renale (lieve, moderata e severa) l’AUC 0-12 dose-normalizzata <strong>di</strong> MPA era<br />
significativamente più elevata nei pazienti con insufficienza renale severa (70.37 ± 27.93<br />
µg*h/mL/g MMF; p
IRFMN<br />
potenzialmente fatale. Infatti il rischio <strong>di</strong> tossicità causata da AZA è estremamente elevato in<br />
pazienti omozigoti per le varianti alleliche <strong>di</strong> TPMT ma sostanzialmente basso negli in<strong>di</strong>vidui<br />
eterozigoti. Questo suggerisce che altri fattori, oltre al genotipo, possono influenzare l’attività <strong>di</strong><br />
TPMT. In particolare, S-adenosilmetionina (SAM) è un cofattore che stabilizza la struttura<br />
terziaria <strong>di</strong> TPMT i cui livelli endogeni sono influenzati dall’attività dell’enzima 5,10-<br />
metilentetraidrofolato reduttasi (MTHFR). Sono state identificate 2 varianti alleliche <strong>di</strong><br />
MTHFR, 677C>T e 1298A>C. Entrambe le varianti sono state associate ad una riduzione<br />
dell’attività enzimatica, effetto che può comportare la <strong>di</strong>minuzione della sintesi <strong>di</strong> SAM e la<br />
stabilità <strong>di</strong> TPMT. Anche l’enzima Inosin trifosfatasi (ITPA) è coinvolto nel metabolismo <strong>di</strong><br />
AZA e le varianti alleliche <strong>di</strong> questa proteina possono influenzare la tollerabilità al farmaco<br />
attraverso l’accumulo <strong>di</strong> metaboliti tossici <strong>di</strong> AZA, come è stato osservato in pazienti con<br />
malattie infiammatorie intestinali. Finora, le varianti alleliche <strong>di</strong> MTHFR e ITPA non sono state<br />
stu<strong>di</strong>ate nell’ambito del trapianto. I risultati preliminari dello stu<strong>di</strong>o in corso nel nostro<br />
laboratorio hanno confermato la presenza <strong>di</strong> varianti alleliche nei geni TPMT, MTHFR e ITPA<br />
in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene. Nel complesso, queste informazioni suggeriscono che<br />
l’in<strong>di</strong>vidualizzazione della terapia con AZA sulla base dei genotipi <strong>di</strong> TPMT, MTHFR e ITPA<br />
potrebbe limitare la comparsa <strong>di</strong> effetti collaterali causati da AZA e aumentare la sopravvivenza<br />
a lungo termine dell’organo trapiantato. Gli obiettivi dello stu<strong>di</strong>o attualmente in corso sono: 1)<br />
valutare il contributo relativo delle varianti alleliche <strong>di</strong> TPMT, MTHFR e ITPA alla comparsa <strong>di</strong><br />
effetti tossici legati l’uso <strong>di</strong> AZA; 2) verificare se genotipo <strong>di</strong> questi enzimi correla con il<br />
declino della funzionalità renale e/o con la sopravvivenza dell’organo a 3 anni dal trapianto; 3)<br />
sviluppare algoritmi che consentano <strong>di</strong> utilizzare sia informazioni cliniche che genetiche per<br />
pre<strong>di</strong>re il dosaggio ottimale <strong>di</strong> AZA in ciascun paziente in modo da minimizzare la comparsa <strong>di</strong><br />
effetti collaterali ed aumentare la sopravvivenza a lungo termine dell’organo trapiantato.<br />
Effetti del trattamento con sirolimus sulla progressione della malattia<br />
policistica renale autosomica dominante in pazienti con insufficienza<br />
renale severa (stu<strong>di</strong>o SIRENA II)<br />
I risultati dello stu<strong>di</strong>o SIRENA hanno documentato che in pazienti con malattia policistica<br />
renale autosomica dominante (ADPKD) e funzione renale normale o lievemente compromessa,<br />
il trattamento con sirolimus interrompe la crescita delle cisti e aumenta il volume del<br />
parenchima renale. Uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo condotto su un ristretto numero <strong>di</strong> pazienti con<br />
ADPKD e insufficienza renale terminale sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene ha <strong>di</strong>mostrato l’efficacia<br />
della terapia con sirolimus (parte del regime <strong>di</strong> immunosoppressione) nel ridurre il volume dei<br />
reni nativi durante un periodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 24 mesi. L’effetto è stato tre volte maggiore rispetto a<br />
quello documentato nei pazienti con ADPKD sottoposti a trapianto la cui terapia<br />
immunosoppressiva non includeva sirolimus. Queste osservazioni hanno fornito il razionale per<br />
estendere la valutazione dell’efficacia della terapia con sirolimus a pazienti con ADPKD ed<br />
insufficienza renale severa (15-40 mL/min/1.73m 2 ). In particolare, lo stu<strong>di</strong>o SIRENA II mira a<br />
valutare in una prima fase della durata <strong>di</strong> un anno la sicurezza e l’efficacia del trattamento con<br />
sirolimus nel rallentare la progressiva e rapida per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione renale che caratterizza questi<br />
pazienti. In una seconda fase dello stu<strong>di</strong>o, (estensione <strong>di</strong> 2 anni) l’obiettivo è <strong>di</strong> definire l’effetto<br />
a lungo termine <strong>di</strong> sirolimus sull’andamento della funzione renale in relazione al possibile<br />
rallentamento della crescita del volume totale dei reni, delle cisti e del tessuto interme<strong>di</strong>o.<br />
Questo stu<strong>di</strong>o è attualmente in corso <strong>di</strong> svolgimento.<br />
Infusione sistemica <strong>di</strong> cellule mesenchimali staminali per riparare il rene e<br />
migliorare la funzione renale in pazienti con tumori soli<strong>di</strong> a rischio <strong>di</strong><br />
sviluppare insufficienza renale acuta dopo trattamento con cisplatino<br />
L’introduzione del cisplatino nella pratica clinica ha contribuito ad aumentare la sopravvivenza<br />
dei pazienti in numerosi tipi <strong>di</strong> tumori. Sfortunatamente, questo composto causa nefrotossicità,<br />
375<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
un effetto tossico dose-<strong>di</strong>pendente e cumulativo che in alcuni casi richiede la riduzione della<br />
posologia o l’interruzione del trattamento. Le strategie finora proposte per il trattamento<br />
dell’insufficienza renale acuta indotta da cisplatino in modelli sperimentali si sono focalizzate<br />
sull’inibizione dei meccanismi che contribuiscono al danno renale, ma nessuna ha portato a<br />
risultati significativi nella pratica clinica. Un’altra possibilità consiste nell’adottare strategie<br />
volte a favorire la rigenerazione del tessuto renale danneggiato. I tentativi finora si sono<br />
concentrati sull’impiego <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita. Nonostante risultati promettenti in modelli<br />
sperimentali, non sono stati riportati benefici nella pratica clinica. L’abilità delle cellule<br />
extrarenali <strong>di</strong> partecipare al processo rigenerativo nell’insufficienza renale acuta secondaria a<br />
ischemia/riperfusione potrebbe essere sfruttata anche nel danno renale acuto causato da<br />
cisplatino. Il razionale <strong>di</strong> questo approccio si basa sui risultati <strong>di</strong> recenti stu<strong>di</strong> in modelli animali<br />
in cui le cellule staminali midollari hanno consentito la proliferazione <strong>di</strong> cellule muscolari nel<br />
tessuto car<strong>di</strong>aco danneggiato in seguito a infarto del miocar<strong>di</strong>o. Anche gli stu<strong>di</strong> condotti<br />
nell’uomo hanno documentato in modo consistente i benefici della terapia con cellule midollari<br />
in pazienti con ischemia car<strong>di</strong>aca. Queste osservazioni suggeriscono che la somministrazione <strong>di</strong><br />
cellule staminali adulte <strong>di</strong> derivazione midollare può favorire il riparo del rene danneggiato. Lo<br />
scopo dello stu<strong>di</strong>o attualmente in corso è <strong>di</strong> valutare se l’infusione <strong>di</strong> cellule mesenchimali<br />
staminali del donatore espanse ex-vivo accelera la rigenerazione delle cellule tubulari renali, e<br />
quin<strong>di</strong> favorisce il recupero della funzione renale, in pazienti con insufficienza renale acuta<br />
indotta da cisplatino. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> insufficienza renale acuta verrà effettuata sulla base delle<br />
concentrazioni urinarie e sieriche <strong>di</strong> neutrophil gelatinase-associated lipocalin (NGAL) una<br />
delle proteine maggiormente sovraespresse dal rene in seguito a ischemia.<br />
Effetto <strong>di</strong> terapie immunosoppressive <strong>di</strong> induzione sullo sviluppo <strong>di</strong><br />
anticorpi anti-human leukocyte (HLA) nel trapianto <strong>di</strong> rene<br />
Le terapie <strong>di</strong> induzione con anticorpi <strong>di</strong>retti contro antigeni linfocitari sono impiegate nella<br />
pratica clinica allo scopo <strong>di</strong> ridurre la terapia immunosoppressiva <strong>di</strong> mantenimento e gli effetti<br />
collaterali ad essa associati. Tuttavia il loro impiego è stato associato ad un’elevata incidenza <strong>di</strong><br />
anticorpi <strong>di</strong>retti contro gli antigeni <strong>di</strong> istocompatibilità del donatore (DSA). In questo stu<strong>di</strong>o è<br />
stato valutato lo sviluppo <strong>di</strong> DSA post-trapianto monitorando la presenza <strong>di</strong> tali anticorpi in sieri<br />
prelevati prima e dopo 1, 2, 3 e 4 anni dal trapianto in pazienti che avevano ricevuto terapia <strong>di</strong><br />
induzione con Campath-1H (n=22) o con la combinazione <strong>di</strong> Simulect e basse dosi <strong>di</strong><br />
timoglobuline (n=20). È strato osservato che l’incidenza <strong>di</strong> DSA era del 48% e che la<br />
produzione <strong>di</strong> questi anticorpi are associata ad una peggiore funzione renale nel lungo periodo<br />
dal trapianto (slope del GFR a 4 anni: DSA+: -3.57 ± 3.13; DSA-: -1.07 ± 3.59 mL/min/1.73m2,<br />
p
IRFMN<br />
effetto potrebbe determinare un aumento della risposta immune umorale con un conseguente<br />
incremento della produzione <strong>di</strong> DSA.<br />
Effetti <strong>di</strong> paracalcitolo sulla riduzione dei livelli <strong>di</strong> ormone paratiroideo e<br />
sul miglioramento <strong>di</strong> markers <strong>di</strong> rimodellamento osseo in pazienti con<br />
trapianto <strong>di</strong> rene e iperparatiroi<strong>di</strong>smo secondario (stu<strong>di</strong>o APPLE)<br />
Il rischio <strong>di</strong> fratture ossee è quattro volte superiore nei pazienti con trapianto d’organo rispetto<br />
alla popolazione generale. Nonostante la patogenesi delle alterazioni ossee post-trapianto sia<br />
multifattoriale, l’iperparatiroi<strong>di</strong>smo ha un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento<br />
del rimodellamento osseo che si osserva in questi pazienti. La vitamina D ed i suoi analoghi<br />
sono componenti della terapia volta a prevenire e migliorare l’iperparatiroi<strong>di</strong>smo secondario nei<br />
pazienti con malattia renale cronica. Nei pazienti in terapia sostitutiva emo<strong>di</strong>alitica la<br />
somministrazione per via endovenosa <strong>di</strong> paracalcitolo, un nuovo analogo della vitamina D,<br />
consente <strong>di</strong> normalizzare i livelli <strong>di</strong> ormone paratiroideo (PTH) più rapidamente ed<br />
efficacemente rispetto a calcitriolo (la forma attiva della vitamina D). Questo effetto è stato<br />
associato a piccole variazioni dei livelli sierici <strong>di</strong> calcio e fosforo. Risultati preliminari hanno<br />
inoltre <strong>di</strong>mostrato che in pazienti con malattia renale cronica, ma non ancora in <strong>di</strong>alisi, il<br />
trattamento con paracalcitolo per via orale riduce l’escrezione urinaria <strong>di</strong> proteine, un effetto<br />
in<strong>di</strong>pendente dalla terapia concomitante con inibitori del sistema renina-angiotensina e che a<br />
lungo termine potrebbe tradursi nel rallentamento della progressione del danno renale verso<br />
l’insufficienza renale terminale. Il rischio <strong>di</strong> iperparatiroi<strong>di</strong>smo è elevato nei pazienti con<br />
trapianto <strong>di</strong> rene sia a causa della lunga durata dell’insufficienza renale che precede il trapianto<br />
sia per il progressivo deterioramento della funzione renale post-trapianto secondario a danno<br />
cronico. Abbiamo <strong>di</strong>segnato uno stu<strong>di</strong>o che mira a: 1) valutare l’efficacia del trattamento per 6<br />
mesi con paracalcitolo nel ridurre i livelli sierici <strong>di</strong> PTH in pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene ed<br />
iperparatiroi<strong>di</strong>smo secondario; 2) verificare l’efficacia <strong>di</strong> paracalcitolo nel ridurre l’escrezione<br />
urinaria <strong>di</strong> proteine totali; 3) valutare se gli eventuali miglioramenti dell’iperparatiroi<strong>di</strong>smo<br />
documentati in seguito al trattamento con paracalcitolo si traducono nel miglioramento dei<br />
markers <strong>di</strong> rimodellamento osseo.<br />
Determinazione dei fattori che influenzano la via metabolica delle<br />
kynurenine in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene<br />
Alcuni stu<strong>di</strong> condotti in colture cellulari e in modelli animali <strong>di</strong> trapianto suggeriscono che<br />
l’attivazione della via metabolica delle kynurenine potrebbe ridurre il numero e la citotossicità<br />
dei linfociti T me<strong>di</strong>ante deplezione dell’aminoacido triptofano e la generazione <strong>di</strong> metaboliti<br />
pro-apoptotici (kynurenine) a livello della sinapsi immunologica. Tuttavia non è ancora stato<br />
stabilito se in pazienti sottoposti a trapianto l’attivazione <strong>di</strong> questa via metabolica possa<br />
contribuire a modulare la risposta immune verso l’organo trapiantato e a migliorare gli outcome<br />
clinici. In questo stu<strong>di</strong>o sono state misurate le concentrazioni sieriche <strong>di</strong> triptofano e kynurenina<br />
in 58 pazienti nel corso del primo anno dal trapianto <strong>di</strong> rene e in 20 volontari sani. Attraverso<br />
analisi univariate e multivariate sono stati definiti i parametri che influenzano i livelli circolanti<br />
<strong>di</strong> kynurenina. Inoltre, è stato valutato l’effetto dell’attivazione <strong>di</strong> questa via metabolica sulla<br />
risposta proliferativa dei linfociti T verso gli antigeni del donatore e sul numero <strong>di</strong> linfociti T<br />
CD4 + CD25 high nel sangue periferico dei pazienti trapiantati. È stato osservato che le<br />
concentrazioni sieriche <strong>di</strong> kynurenina erano significativamente più elevate nei pazienti<br />
trapiantati rispetto ai volontari sani. Si è riscontrata una correlazione inversa e significativa tra i<br />
livelli sierici <strong>di</strong> kynurenina (o il <strong>rapporto</strong> kynurenina/triptofano) e la funzione renale, espressa<br />
come velocità <strong>di</strong> filtrazione glomerulare misurata me<strong>di</strong>ante clearance plasmatica dello ioexolo. I<br />
risultati dell’analisi multivariata hanno inoltre documentato che la velocità <strong>di</strong> filtrazione<br />
glomerulare era il principale parametro correlato con i livelli circolanti <strong>di</strong> kynurenina (r = -<br />
0.547, p
IRFMN<br />
numero <strong>di</strong> linfociti T CD4 + CD25 high regolatori nel sangue periferico dei pazienti. Tuttavia, in<br />
corrispondenza del do<strong>di</strong>cesimo mese dal trapianto è stata riportata una correlazione inversa e<br />
significativa tra il <strong>rapporto</strong> kynurenina/triptofano e la risposta proliferativa dei linfociti T verso<br />
gli antigeni del donatore. I dati raccolti in<strong>di</strong>cano che i livelli sierici <strong>di</strong> kynurenina sono più<br />
elevati in pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene rispetto a volontari sani. Questi cambiamenti<br />
potrebbero contribuire a modulare la risposta del sistema immunitario verso l’organo trapiantato<br />
nel lungo periodo dal trapianto. Tuttavia, le elevate concentrazioni <strong>di</strong> kynurenina nel siero dei<br />
pazienti trapiantati sono da ricondurre principalmente ad una <strong>di</strong>minuzione dell’eliminazione<br />
piuttosto che ad un aumento della sintesi.<br />
Infusione <strong>di</strong> cellule mesenchimali stromali autologhe nel trapianto <strong>di</strong> rene<br />
Le cellule mesenchimali stromali (MSCs) inibiscono la risposta alloimmune in vitro ed<br />
esercitano importanti funzioni immunomodulatorie in vivo in modelli sperimentali.<br />
L’applicazione clinica <strong>di</strong> questo concetto al trapianto d’organo nell’uomo richiede tuttavia una<br />
valutazione critica. A tale scopo abbiamo condotto uno stu<strong>di</strong>o pilota che ha previsto l’infusione<br />
<strong>di</strong> MSCs autologhe (ClinicalTrials.gov, NCT00752479) in due pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong><br />
rene da donatore vivente per valutare la tollerabilità e la fattibilità clinica della terapia cellulare.<br />
Entrambi i pazienti hanno ricevuto terapia <strong>di</strong> induzione con Simulect e basse dosi <strong>di</strong><br />
timoglobuline (RATG) e terapia <strong>di</strong> mantenimento con ciclosporina e micofenolato mofetil. Le<br />
MSCs sono state somministrate per via endovenosa al settimo giorno dal trapianto. I pazienti<br />
sono stati sottoposti a monitoraggio clinico ed immunologico nel corso del primo anno dal<br />
trapianto. In entrambi i casi è stato documentato un aumento dei livelli <strong>di</strong> creatinina dal settimo<br />
al quattor<strong>di</strong>cesimo giorno dopo infusione <strong>di</strong> MSCs. Nel secondo paziente la biopsia renale ha<br />
escluso lo sviluppo <strong>di</strong> rigetto acuto ma ha evidenziato un infiltrato infiammatorio costituito<br />
prevalentemente da granulociti. Nel primo paziente la biopsia renale prevista dal protocollo<br />
clinico ad un anno dal trapianto non ha evidenziato segni particolari <strong>di</strong> danno. Dopo il trapianto<br />
è stato osservato un progressivo aumento della percentuale <strong>di</strong> linfociti T regolatori<br />
CD4 + CD25 + FoxP3 + CD127 - ed una marcata inibizione dell’espansione <strong>di</strong> linfociti T memoria<br />
CD45RO + RA - CD8 + . È stata anche riscontrata una profonda riduzione dell’attività citotossica dei<br />
linfociti T CD8 + . I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o hanno <strong>di</strong>mostrato che l’infusione <strong>di</strong> MSCs in<br />
pazienti sottoposti a trapianto <strong>di</strong> rene da donatore vivente è clinicamente praticabile, consente<br />
l’espansione dei linfociti T regolatori nel sangue periferico ed il controllo della funzione dei<br />
linfociti T CD8 + memoria. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Clinical<br />
Journal of American Society of Nephrology 2011; 6:412-422. Attualmente questo stu<strong>di</strong>o sta<br />
proseguendo con il monitoraggio successivo dei due pazienti e con l’arruolamento <strong>di</strong> nuovi altri<br />
pazienti allo scopo <strong>di</strong> stabilire se la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tolleranza immunologica che può essere<br />
indotta dall’infusione <strong>di</strong> MSCs autologhe possa consentire la riduzione, ed eventualmente la<br />
sospensione, della terapia immunosoppressiva <strong>di</strong> mantenimento nel lungo periodo dal trapianto.<br />
Effetto del trattamento con un analogo ad azione prolungata della<br />
somatostatina (octreotide LAR) sulla progressione della malattia<br />
policistica renale autosomica dominante in pazienti con insufficienza<br />
renale moderata o severa (stu<strong>di</strong>o ALADIN II)<br />
La somatostatina è un peptide endogeno ciclico in grado <strong>di</strong> inibire la proliferazione cellulare e la<br />
secrezione <strong>di</strong> ioni cloruro indotta dall’ormone vasopressina. Octreotide, un analogo sintetico<br />
della somatostatina, è da tempo utilizzato per il trattamento dell’acromegalia. Uno stu<strong>di</strong>o pilota<br />
condotto dal nostro <strong>Istituto</strong> ha <strong>di</strong>mostrato che il trattamento per 6 mesi con octreotide in pazienti<br />
con malattia policistica renale autosomica dominante (ADPKD) e <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> insufficienza<br />
renale è sicuro, ben tollerato e rallenta il progressivo aumento <strong>di</strong> volume del rene in modo<br />
significativo rispetto al gruppo placebo. L’effetto del farmaco sul volume totale del rene è da<br />
ricondurre all’azione combinata <strong>di</strong> octreotide sui volumi delle cisti e del parenchima renale.<br />
378<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Questi dati hanno costituito il razionale per il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o randomizzato in pazienti<br />
con ADPKD e funzione renale normale allo scopo <strong>di</strong> verificare se il trattamento a lungo termine<br />
con octreotide possa fornire una efficace renoprotezione. I risultati preliminari dello stu<strong>di</strong>o – lo<br />
stu<strong>di</strong>o ALADIN – ottenuti in pazienti che hanno raggiunto un anno <strong>di</strong> trattamento con<br />
octreotide, hanno confermato la capacità del farmaco <strong>di</strong> rallentare l’aumento <strong>di</strong> volume dei reni<br />
ed il declino della funzione renale in confronto al gruppo placebo. Sono necessari interventi <strong>di</strong><br />
renoprotezione in pazienti con ADPKD ed insufficienza renale severa, per i quali sono stati<br />
<strong>di</strong>segnati pochi stu<strong>di</strong> clinici. I risultati promettenti sulla sicurezza e l’efficacia <strong>di</strong> octreotide in<br />
un limitato numero <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>sfunzione renale severa nello stu<strong>di</strong>o pilota iniziale ed i dati<br />
preliminari riguardanti gli effetti a lungo termine del trattamento sul volume renale hanno<br />
suggerito l’estensione dello stu<strong>di</strong>o a pazienti con ADPKD ed insufficienza renale moderata o<br />
severa. Lo stu<strong>di</strong>o – ALADIN II – mira a verificare l’efficacia <strong>di</strong> octreotide LAR nel limitare il<br />
progressivo aumento del volume dei reni (e del fegato) e la per<strong>di</strong>ta progressiva della funzione<br />
renale in pazienti con ADPKD e GFR <strong>di</strong> 15-40 mL/min/1.73m 2 .<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Clinica delle Malattie Renali e del<br />
Trapianto<br />
Il Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Clinica delle Malattie Renali e del Trapianto ha come obiettivo<br />
principale lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi fisiopatologici alla base della progressione delle nefropatie<br />
croniche e l'identificazione <strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche per le malattie renali proteinuriche<br />
<strong>di</strong>abetiche e non <strong>di</strong>abetiche e per la nefropatia cronica del trapianto. La natura multi<strong>di</strong>sciplinare<br />
<strong>di</strong> queste linee <strong>di</strong> ricerca richiede necessariamente una stretta integrazione tra<br />
competenze <strong>di</strong>verse nell'ambito della clinica, della fisiologia e farmacologia clinica,<br />
dell'immunopatologia, e della biologia molecolare. Per questo motivo il Laboratorio include non<br />
solo ricercatori del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale, cui il Laboratorio afferisce, ma anche del<br />
Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Specialistica e dei Trapianti. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />
operativo, il Laboratorio interagisce strettamente con il Laboratorio per il Coor<strong>di</strong>namento e<br />
Conduzione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Clinici Controllati con il quale finalizza i protocolli <strong>di</strong> ricerca clinica<br />
<strong>di</strong>segnati nell'ambito del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale.<br />
Stu<strong>di</strong>o prospettico e sequenziale per stabilire l’efficacia della terapia con<br />
rituximab nel mantenere la remissione nella sindrome nefrosica dopo<br />
l’interruzione della terapia con steroi<strong>di</strong> e immunosoppressori in pazienti<br />
con nefropatia a lesioni minime o glomerulosclerosi focale steroido<strong>di</strong>pendenti<br />
o steroido-resistenti<br />
La sindrome nefrosica (SN) è una con<strong>di</strong>zione caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> imponente<br />
proteinuria che determina ipoalbuminemia, iperlipidemia ed ipogammaglobulinemia cui fanno<br />
seguito la comparsa <strong>di</strong> edemi declivi ed un aumentato rischio car<strong>di</strong>ovascolare e <strong>di</strong> infezioni.<br />
La malattia a lesioni minime (MCD) e la glomerulosclerosi focale e segmentaria (FSGS)<br />
rappresentano le due patologie renali che più frequentemente inducono SN nel bambino e, con<br />
minor frequenza, anche nell’adulto. La terapia <strong>di</strong> prima linea con steroi<strong>di</strong> orali induce una<br />
remissione in circa l’80%-90% dei casi. Alcuni pazienti, tuttavia, devono assumere<br />
cronicamente steroi<strong>di</strong> per prevenire le reci<strong>di</strong>ve (forme steroido-<strong>di</strong>pendenti). Altri<br />
immunosoppressori, associati o meno a steroi<strong>di</strong> endovena, o la plasmaferesi, sono attualmente i<br />
trattamenti più utilizzati nelle forme che non rispondono ai soli steroi<strong>di</strong> (forme steroidoresistenti).<br />
Tuttavia questi farmaci non sempre sono efficaci ed inoltre presentano importanti<br />
effetti collaterali, tra cui un aumentato rischio <strong>di</strong> infezioni opportunistiche e neoplasie, <strong>di</strong>sturbi<br />
dell’accrescimento, osteoporosi, ipertensione, <strong>di</strong>abete, etc.<br />
379<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Pertanto, l’identificazione <strong>di</strong> un farmaco alternativo agli immunosoppressori e poco tossico,<br />
capace <strong>di</strong> indurre una remissione duratura della SN, potrebbe permettere <strong>di</strong> ridurre l’uso cronico<br />
dello steroide e degli immunosoppressori in queste forme <strong>di</strong> SN.<br />
Il rituximab, un anticorpo monoclonale <strong>di</strong>retto contro l’antigene CD20 dei linfociti B ed in<br />
grado <strong>di</strong> determinarne l’eliminazione dal circolo, è stato introdotto nel 1998 inizialmente per il<br />
trattamento <strong>di</strong> alcune forme <strong>di</strong> leucemie e linfomi, con risultati molto incoraggianti, e<br />
recentemente è stato utilizzato anche in pazienti con varie nefropatie come quella membranosa e<br />
le nefropatie secondarie al lupus ed alle vasculiti, dove la produzione <strong>di</strong> autoanticorpi da parte<br />
dei linfociti B sembra giocare un ruolo causale. Questo farmaco potrebbe quin<strong>di</strong> essere la<br />
terapia ideale, mirata sul meccanismo patogenetico, anche nelle SN steroido-resistenti e<br />
steroido-<strong>di</strong>pendenti, dove molecole prodotte dai linfociti B sembrano essere i responsabili<br />
dell’induzione del danno renale.<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> verificare se la terapia con rituximab fosse in grado<br />
<strong>di</strong> mantenere la remissione della proteinuria in assenza <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong> o altri immunosoppressori<br />
nelle forme <strong>di</strong> SN steroido-<strong>di</strong>pendenti e a frequenti reci<strong>di</strong>ve (stu<strong>di</strong>o NEMO).<br />
Dopo un anno <strong>di</strong> follow-up, in 24 pazienti steroido-<strong>di</strong>pendenti arruolati in 6 centri <strong>di</strong> nefrologia<br />
pe<strong>di</strong>atrica o dell’adulto, il rituximab è stato capace <strong>di</strong> ridurre drasticamente il numero <strong>di</strong><br />
reci<strong>di</strong>ve/paziente/anno ma anche il numero <strong>di</strong> pazienti con reci<strong>di</strong>va/anno, determinando inoltre<br />
una riduzione dell’uso <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong> e altri immunosoppressori necessari per mantenere la<br />
remissione della SN. Di conseguenza, è pensabile che in un più lungo periodo <strong>di</strong> follow-up sarà<br />
possibile osservare anche una riduzione degli effetti avversi <strong>di</strong> questi farmaci, con potenziale<br />
beneficio sul rischio car<strong>di</strong>ovascolare, neoplastico, infettivo.<br />
Pertanto, i risultati dello stu<strong>di</strong>o NEMO ci hanno indotto a:<br />
- prolungare l’osservazione dei pazienti nell’ambito dello stu<strong>di</strong>o stesso al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli<br />
effetti positivi a lungo termine del rituximab sulla malattia e <strong>di</strong> ritrattare eventuali nuove<br />
reci<strong>di</strong>ve della SN, riducendo così il carico <strong>di</strong> immunosoppressione cumulativa in questi<br />
pazienti;<br />
- estendere il trattamento con rituximab non solo ai nuovi pazienti con SN steroido-<strong>di</strong>pendente<br />
pervenuti presso il nostro Centro dopo il termine dell’arruolamento previsto dallo stu<strong>di</strong>o<br />
NEMO ma anche ai pazienti con SN steroido-resistente, per i quali ad oggi non esiste una<br />
terapia che sia efficace sulla riduzione della proteinuria e priva <strong>di</strong> rischi a lungo termine.<br />
Nell’ambito <strong>di</strong> questo gruppo <strong>di</strong> pazienti resistenti alle terapie convenzionali, abbiamo osservato<br />
il caso <strong>di</strong> una giovane donna <strong>di</strong> 22 anni con FSGS multi-resistente, negativa alle indagini<br />
genetiche per le più comuni mutazioni responsabili <strong>di</strong> SN ad esor<strong>di</strong>o giovanile (WT1, ACTN4,<br />
INF2), che ha ottenuto una remissione completa della SN con una singola infusione <strong>di</strong> rituximab<br />
alla dose <strong>di</strong> 375 mg/m2 a giugno 2010. Dopo pochi mesi dal trattamento, la paziente ha sospeso<br />
tutti i farmaci immunosoppressori in corso senza più ripresentare reci<strong>di</strong>ve della SN. La<br />
descrizione <strong>di</strong> questo caso clinico è stata sottomessa per la pubblicazione in una rivista<br />
scientifica internazionale.<br />
Stu<strong>di</strong>o prospettico, randomizzato in aperto per valutare se, a livelli<br />
paragonabili <strong>di</strong> controllo pressorio, la terapia con ACE inibitore possa<br />
ridurre in maniera più efficace rispetto a farmaci non inibitori del sistema<br />
renina-angiotensina la mortalità e la morbi<strong>di</strong>tà car<strong>di</strong>ovascolare in pazienti<br />
in trattamento emo<strong>di</strong>alitico cronico, affetti da ipertrofia ventricolare<br />
Le malattie car<strong>di</strong>ovascolari sono la principale causa <strong>di</strong> morte nei pazienti in trattamento<br />
emo<strong>di</strong>alitico cronico e colpiscono dal 50 al 60% dei pazienti. Nei pazienti in emo<strong>di</strong>alisi la<br />
percentuale <strong>di</strong> mortalità annua è del 20% e il 45% delle morti è dovuta ad eventi<br />
car<strong>di</strong>ovascolari. Questa tipologia <strong>di</strong> pazienti ha un rischio 10-20 volte superiore <strong>di</strong> eventi<br />
car<strong>di</strong>ovascolari, rispetto a soggetti con normale funzione renale e il rischio è ulteriormente<br />
aumentato nei pazienti affetti da ipertrofia ventricolare sinistra. Si prevede inoltre che l’impatto<br />
380<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari crescerà sempre più col tempo in parallelo col progressivo<br />
aumento dell’età dei pazienti in terapia <strong>di</strong>alitica ed il continuo incremento dei pazienti ad<br />
aumentato rischio quali i <strong>di</strong>abetici e gli ipertesi, o i pazienti con eventi car<strong>di</strong>aci precedenti<br />
all’ingresso in <strong>di</strong>alisi.<br />
È stato ampiamente <strong>di</strong>mostrato che una classe <strong>di</strong> farmaci antiipertensivi, gli ACE inibitori,<br />
hanno la capacità <strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> morire e <strong>di</strong> ammalarsi <strong>di</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari,<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> infarto del miocar<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> ictus e <strong>di</strong> morte improvvisa. Questi farmaci sono inoltre in<br />
grado <strong>di</strong> prevenire e <strong>di</strong> trattare l’insufficienza renale cronica e l’ipertrofia a cui va incontro il<br />
muscolo car<strong>di</strong>aco in caso <strong>di</strong> ipertensione arteriosa mal controllata, con<strong>di</strong>zione che clinicamente<br />
si definisce come ipertrofia ventricolare sinistra. Tuttavia nessuno degli stu<strong>di</strong> effettuati finora è<br />
stato mai condotto in pazienti affetti da insufficienza renale <strong>di</strong> grado severo o in trattamento<br />
emo<strong>di</strong>alitico. È quin<strong>di</strong> necessario stabilire se anche nei pazienti in <strong>di</strong>alisi e affetti da ipertrofia<br />
ventricolare sinistra questa classe <strong>di</strong> farmaci ha la stessa efficacia che nella popolazione<br />
generale. I pazienti <strong>di</strong>alizzati infatti potrebbero rispondere in maniera <strong>di</strong>fferente a terapie che<br />
nella popolazione generale sono <strong>di</strong> comprovata efficacia.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o al quale ha come obiettivo principale proprio quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia del<br />
Ramipril (un farmaco appartenente alla classe degli ACE inibitori) nel prevenire l’insorgenza e<br />
la gravità delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari in pazienti sottoposti a trattamento emo<strong>di</strong>alitico cronico.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o avrà una durata <strong>di</strong> due anni e complessivamente parteciperanno a questa ricerca 624<br />
pazienti.<br />
Proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o clinico volto a confrontare gli effetti metabolici <strong>di</strong><br />
telmisartan rispetto a losartan in pazienti con trapianto renale<br />
Nei pazienti con trapianto renale, la terapia antirigetto più efficace si basa sull’utilizzo <strong>di</strong><br />
steroi<strong>di</strong> e/o inibitori della calcineurina (ciclosporina e tacrolimus) Questi farmaci, associati a<br />
un’insufficienza renale residua, situazione molto frequente nel trapianto renale, possono indurre<br />
una serie <strong>di</strong> effetti collaterali come l’ipertensione arteriosa, l’iperlipidemia e una ridotta<br />
tolleranza gluci<strong>di</strong>ca da ridotta attività insulinica. L’insieme <strong>di</strong> questi effetti non desiderati<br />
vengono a costituire la cosiddetta “sindrome metabolica” che, attraverso il conseguente aumento<br />
del rischio car<strong>di</strong>ovascolare, può contribuire al peggioramento della funzione renale fino alla<br />
per<strong>di</strong>ta dell’organo nei pazienti sottoposti a terapia antirigetto. Il punto chiave <strong>di</strong> questa<br />
sindrome è rappresentato da una riduzione della sensibilità dell’organismo all’insulina, in larga<br />
parte dovuta proprio ai farmaci immunosoppressori. Il miglioramento della sensibilità insulinica<br />
potrebbe quin<strong>di</strong> rappresentare il trattamento ideale per migliorare il profilo metabolico, ridurre il<br />
rischio car<strong>di</strong>ovascolare e quin<strong>di</strong> prolungare la sopravvivenza del paziente e dell’organo nei<br />
soggetti con trapianto renale. Recentemente si sono resi <strong>di</strong>sponibili nuovi farmaci utilizzati nel<br />
trattamento del <strong>di</strong>abete come i Tiazoli<strong>di</strong>ne<strong>di</strong>oni che agiscono legandosi al ricettore del PPARγ.<br />
Questo migra verso il DNA e attiva la trascrizione <strong>di</strong> un gruppo specifico <strong>di</strong> geni che, tra altri<br />
effetti positivi sul profilo metabolico, sono in grado <strong>di</strong> migliorare proprio la sensibilità<br />
all’insulina e mo<strong>di</strong>ficare la <strong>di</strong>fferenziazione degli a<strong>di</strong>pociti. L’effetto collaterale più frequente<br />
dei farmaci che agiscono sul recettore PPARγ è la ritenzione idrica con edema che si osserva in<br />
una percentuale minore al 5% dei pazienti trattati e in alcuni casi, scompenso car<strong>di</strong>aco. L’effetto<br />
collaterale più importante e l’epatotossicità.<br />
Un nuovo farmaco, utilizzato dal 2004 per controllare la pressione arteriosa, il Telmisartan,<br />
esercita la stessa attività positiva sulla sensibilità insulinica attraverso l’attivazione dei recettori<br />
PPARγ e, testato in gran<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici multicentrici, non ha avuto significativi effetti collaterali<br />
riguardo alla ritenzione idrica o altri effetti collaterali. Questa molecola, che appartiene alla<br />
classe degli inibitori del recettore dell’angiotensina II, oltre ad avere il citato effetto positivo sul<br />
profilo metabolico e antagonizzando gli effetti nefrotossici della ciclosporina, è in grado in<br />
particolare <strong>di</strong> proteggere la funzionalità renale, attraverso una riduzione della proteinuria. Questi<br />
effetti metabolici e renali del Telmisartan sono già stati descritti in pazienti <strong>di</strong>abetici e<br />
nefropatici. L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> verificare se il Telmisartan possiede la stessa<br />
381<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
efficacia sul miglioramento della sensibilità insulinica anche nei pazienti con trapianto renale,<br />
confrontandolo con un altro inibitore del recettore dell’angiotensina II, il Losartan, privo <strong>di</strong><br />
effetti sul recettore PPARγ.<br />
Trial prospettico, randomizzato, multicentrico per confrontare l’effetto<br />
sulla prevenzione della nefropatia cronica del trapianto <strong>di</strong> micofenolato<br />
mofetil e azatioprina impiegati come monoterapia immunosoppressiva<br />
cronica nei pazienti con trapianto renale<br />
Nel corso degli ultimi decenni la ricerca sul trapianto ha permesso <strong>di</strong> identificare nuovi farmaci<br />
immunosoppressori grazie ai quali il rischio <strong>di</strong> rigetto acuto si è significativamente ridotto.<br />
L’impiego cronico <strong>di</strong> questi farmaci, tra cui il cortisone e la ciclosporina, è tuttavia associato ad<br />
una significativa tossicità che può incidere, nel lungo termine, sull’aspettativa <strong>di</strong> vita del<br />
paziente e dell’organo trapiantato. Per questo, la me<strong>di</strong>cina del trapianto mira oggi ad identificare<br />
strategie immunosoppressive in grado <strong>di</strong> prevenire l’insorgenza <strong>di</strong> rigetti acuti minimizzando il<br />
rischio <strong>di</strong> effetti collaterali dei farmaci impiegati. Una possibilità per migliorare il<br />
rischio/beneficio del trattamento è rappresentata dal ridurre le dosi e il numero dei farmaci<br />
previsti nei vari protocolli immunosoppressivi. Lo stu<strong>di</strong>o MYSS ha infatti <strong>di</strong>mostrato che in<br />
trapiantati <strong>di</strong> rene in triplice terapia con steroi<strong>di</strong>, ciclosporina (CsA), e micofenolato mofetil o<br />
azatioprina, lo steroide poteva essere sospeso a 6 mesi dal trapianto senza un eccesso<br />
clinicamente rilevante <strong>di</strong> rigetti acuti. È stato inoltre <strong>di</strong>mostrato che, previa induzione con<br />
anticorpi monoclonali antagonisti del recettore per interleuchina 2 (basiliximab) e basse dosi (un<br />
quarto dello standard) <strong>di</strong> policlonali linfocitolitici (timoglobuline o RATG), è anche possibile<br />
ridurre le dosi <strong>di</strong> CsA senza eccesso <strong>di</strong> rigetti (e reazioni avverse), verosimilmente perché la<br />
transitoria deplezione/inibizione dei linfociti favorisce l’istaurarsi <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione in cui<br />
l’organismo del ricevente “accetta” l’organo del donatore senza il bisogno <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong><br />
immunosoppressione. Sarebbe quin<strong>di</strong> importante verificare se l’impiego <strong>di</strong> questa terapia <strong>di</strong><br />
induzione possa consentire anche una sospensione completa della CsA, evitandone gli effetti<br />
collaterali associati che possono aumentare la morbilità del paziente e accelerare il progressivo<br />
deterioramento funzionale del trapianto. La CsA esercita infatti un effetto tossico sul rene che, a<br />
lungo andare, si traduce in una per<strong>di</strong>ta della sua funzione. Evitare l’impiego <strong>di</strong> questo farmaco,<br />
quin<strong>di</strong>, dovrebbe portare ad un miglioramento della sopravvivenza del trapianto.<br />
È stato inoltre suggerito che l’impiego <strong>di</strong> micofenolato mofetil, un altro farmaco<br />
immunosoppressore che controlla la proliferazione dei globuli bianchi (i responsabili del rigetto<br />
acuto), possa contrastare l’insorgenza <strong>di</strong> rigetto cronico (e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> insufficienza funzionale del<br />
trapianto). Uno schema immunosoppressivo privo <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong> e CsA, basato sul solo impiego <strong>di</strong><br />
micofenolato, dovrebbe quin<strong>di</strong> portare ad un significativo miglioramento nella sopravvivenza<br />
del paziente e dell’organo. Gli effetti del micofenolato potrebbero tuttavia essere ottenuti anche<br />
con un farmaco molto meno costoso, l’azatioprina, che possiede un meccanismo d’azione molto<br />
simile. Lo stu<strong>di</strong>o MYSS non ha infatti rilevato alcuna <strong>di</strong>fferenza tra i due farmaci nella<br />
prevenzione del rigetto acuto, quando associati a CsA. Non è ancora noto se questi farmaci<br />
impiegati da soli possano proteggere dal rigetto cronico in modo paragonabile. Se così fosse, i<br />
futuri riceventi <strong>di</strong> un trapianto renale potrebbero essere mantenuti in monoterapia<br />
immunosoppressiva con azatioprina, il che permetterebbe <strong>di</strong> evitare gli effetti tossici <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong><br />
e CsA e, per il Servizio Sanitario Nazionale, un notevole risparmio economico.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o che si vuol intraprendere ha lo scopo <strong>di</strong> confrontare l’effetto <strong>di</strong> micofenolato mofetil e<br />
azatioprina impiegati in monoterapia immunosoppressiva cronica sullo sviluppo <strong>di</strong> rigetto<br />
cronico in trapiantati <strong>di</strong> rene che ricevono un’induzione con basiliximab e basse dosi <strong>di</strong> RATG.<br />
Screening per la <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> malattie renali e car<strong>di</strong>ovascolari in<br />
soggetti ad alto rischio nella popolazione dell’Area Urbana <strong>di</strong> Bergamo<br />
L’insufficienza renale cronica (IRC) è un grave problema per la salute pubblica, in larga parte<br />
ancora sottostimato.<br />
382<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Complessivamente le malattie del rene e delle vie urinarie sono causa <strong>di</strong> circa 830.000 morti<br />
ogni anno. Nel prossimo decennio il costo complessivo della terapia sostitutiva renale, che<br />
consiste principalmente nel trapianto <strong>di</strong> rene, emo<strong>di</strong>alisi e <strong>di</strong>alisi peritoneale, sarà superiore al<br />
trilione <strong>di</strong> dollari. Un sondaggio dell’Azienda Sanitara Locale (ASL) <strong>di</strong> Bergamo ha evidenziato<br />
che nel 2008 i costi <strong>di</strong>retti per l’emo<strong>di</strong>alisi cronica si approssimavano ai 25mila euro per un<br />
paziente <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a tra i 50 e i 69 anni, e che i costi annuali <strong>di</strong> trattamento per 366 soggetti<br />
sottoposti a <strong>di</strong>alisi nella stessa fascia <strong>di</strong> età superava i 9 milioni <strong>di</strong> euro. Tale onere economico è<br />
ancora più grande se si considerano i costi in<strong>di</strong>retti. È per questo che programmi <strong>di</strong> intervento<br />
precoce, mirati a prevenire o a limitare l'insorgenza e la progressione delle malattie renali<br />
croniche e la necessità <strong>di</strong> terapia sostitutiva, avrebbero implicazioni importantissime per il<br />
sistema sanitario nazionale.<br />
Tra i segni precoci <strong>di</strong> malattia renale cronica ci sono anomalie urinarie quali micro o<br />
macroalbuminuria, o ematuria, con o senza riduzione del filtrato glomerulare e/o anomalie<br />
strutturali riscontrabili ecograficamente. La microalbuminuria [escrezione urinaria <strong>di</strong> albumina<br />
<strong>di</strong> 30-300 mg/24 h (oppure <strong>di</strong> 20-200 mcg/min o <strong>di</strong> 20-200 mg/mL) o <strong>di</strong> albumina/creatinina <strong>di</strong><br />
30-300 mg/g] nel campione urina spot del mattino, non è solo un biomarcatore <strong>di</strong> danno renale,<br />
ma anche un importante pre<strong>di</strong>ttore sia <strong>di</strong> insufficienza renale che <strong>di</strong> danno car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Esistono solo pochi stu<strong>di</strong> in Europa <strong>di</strong> screening <strong>di</strong> anomalie renali nella popolazione generale.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o PREVEND (Prevention of End Stage Renal and Vascular End-points) condotto a<br />
Groningen in Olanda ha riscontrato che il 7.2% dei quasi 40.000 soggetti screenati era<br />
microalbuminurico. In questi soggetti è stato trovato che l’aumento della concentrazione<br />
urinaria <strong>di</strong> albumina era <strong>di</strong>rettamente proporzionale alla mortalità. Durante i 9 anni <strong>di</strong> follow-up,<br />
più <strong>di</strong> metà dei soggetti che in origine presentavano un aumentato livello <strong>di</strong> albumina nelle urine<br />
hanno dovuto iniziare la <strong>di</strong>alisi o hanno avuto un trapianto <strong>di</strong> rene. La percentuale <strong>di</strong> soggetti a<br />
rischio <strong>di</strong> terapia sostitutiva aumenta ancora <strong>di</strong> più se lo screening si focalizza sui soggetti<br />
ipertesi, <strong>di</strong>abetici, con precedenti eventi car<strong>di</strong>ovascolari, con un aumentato livello <strong>di</strong> proteine<br />
urinarie, o <strong>di</strong> età >55 anni.<br />
Si stima che in Italia, i pazienti con insufficienza renale più o meno severa (sta<strong>di</strong> 3, 4 e 5) sono<br />
circa 4 milioni, e meno del 30% <strong>di</strong> questi è seguito in un centro nefrologico. Per ogni paziente<br />
<strong>di</strong>alizzato ce ne sono circa 85 con vari livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione renale, ma <strong>di</strong> questi solo cinque (in<br />
genere con malattia in fase pre-terminale) sono seguiti da un nefrologo. Pertanto è<br />
importantissimo che si implementino nuovi interventi <strong>di</strong>agnostici e strategie terapeutiche volte a<br />
cogliere precocemente e correggere i fattori <strong>di</strong> rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> malattie renali croniche<br />
e le relate complicanze car<strong>di</strong>ovascolari. Trattamenti che riducono l’albuminuria possono<br />
prevenire la progressione del danno renale e car<strong>di</strong>ovascolare. Stu<strong>di</strong> su modelli animali e<br />
nell'uomo <strong>di</strong>mostrano che gli inibitori dell'enzima <strong>di</strong> conversione dell'angiotensina (ACE) e gli<br />
antagonisti dei recettori dell'angiotensina (sartani) riducono l’albuminuria e rallentano la per<strong>di</strong>ta<br />
progressiva della funzione renale. Lo stu<strong>di</strong>o BENEDICT (Bergamo Nephrologic Diabetes<br />
Complications Trial), un trial randomizzato, multicentrico, in doppio cieco condotto dall’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> in collaborazione con le Unità <strong>di</strong> Diabetologia della Provincia <strong>di</strong> Bergamo ha<br />
<strong>di</strong>mostrato che la terapia con l’ACE inibitore trandolapril riduceva l’incidenza <strong>di</strong><br />
microalbuminuria del 50% in pazienti con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2, ipertesi e senza evidenza <strong>di</strong> danno<br />
renale. Sulla base <strong>di</strong> queste osservazioni cliniche e sperimentali, nel 2008 l’Azienda Sanitaria<br />
Locale ha avviato un programma <strong>di</strong> screening per la microalbuminuria nella Provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo. Per aumentare l’efficienza del progetto, lo screening è stato focalizzato su soggetti <strong>di</strong><br />
età tra i 50 e i 69 anni, cioè su quei soggetti che potrebbero avere la più alta incidenza <strong>di</strong><br />
microalbuminuria, ed al tempo stesso, il maggior beneficio dell’ intervento reno- e car<strong>di</strong>oprotettivo.<br />
Oltre alla microalbuminuria, anche il riscontro <strong>di</strong> altre anomalie urinarie quali glicosuria ed<br />
ematuria, o <strong>di</strong> anomalie urologiche, litiasi, o infezioni del tratto urinario può contribuire ad<br />
identificare i soggetti a maggiore rischio renale e car<strong>di</strong>ovascolare. Anche un’aumentata<br />
escrezione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o può identificare soggetti a rischio aumentato a causa <strong>di</strong> un’eccessiva<br />
383<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
assunzione <strong>di</strong> sale. Infatti, l'eccessivo consumo <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o è associato ad ipertensione,<br />
iperfiltrazione glomerulare e attivazione dell’ACE tissutale, e potrebbe contribuire al danno<br />
renale cronico non solo aumentando la pressione sanguigna sistemica e la pressione<br />
glomerulare, ma anche per un effetto <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> accelerazione dei processi <strong>di</strong> fibrosi tissutale.<br />
Pertanto, il programma <strong>di</strong> screening proposto mira all’in<strong>di</strong>viduazione precoce <strong>di</strong> soggetti ad alto<br />
rischio <strong>di</strong> malattie renali e car<strong>di</strong>ovascolari nell’area urbana <strong>di</strong> Bergamo, con l'obiettivo finale <strong>di</strong><br />
prevenire o limitare l’incidenza <strong>di</strong> eventi renali e car<strong>di</strong>ovascolari in questa popolazione e ridurre<br />
quin<strong>di</strong> i costi <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> queste complicanze.<br />
Microalbuminuria e <strong>di</strong>sfunzione renale in Paesi a basso red<strong>di</strong>to<br />
La riduzione della funzione renale e la microalbuminuria sono fattori <strong>di</strong> rischio per malattia<br />
car<strong>di</strong>ovascolare (CVD) e la progressione verso l'insufficienza renale fine tappa (ESRF), ma,<br />
come evidenziato nel precedente progetto i dati epidemiologici sono scarsi. Ancora infriori sono<br />
le informazioni relative ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo.<br />
All’interno <strong>di</strong> un progetto finanziato dalla Società Internazionale <strong>di</strong> Nefrologia, (ISN), abbiamo<br />
valutato le caratteristivhe demografiche, cliniche, e i parametri ematochimici e urinari in<br />
soggetti inclusi in programmi <strong>di</strong> screening in Nepale in Bolivia . Questi dati sono stati<br />
confrontati presentati con quelli della popolazione statunitense recuperati dal National Health<br />
and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2005-2008. Abbiamo anche analizzato i dati<br />
<strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> screening in popolazioni ad alto rischio in Bangladesh e Georgia.<br />
I risultati delle analisi preliminari mostrano che le anomalie renali sono comuni sia nei i paesi a<br />
basso red<strong>di</strong>to che negli Stati Uniti. I programmi <strong>di</strong> prevenzione, con particolare<br />
riferimento a quelli conanomalie renali, dovrebbe essere istituito a livello mon<strong>di</strong>ale per<br />
preveniremalattie car<strong>di</strong>ovascolari e progressione verso l'ESRF. I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o<br />
saranno a breve sottomessi per la pubblicazione su una rivista internazionale.<br />
Efficacia e sicurezza della terapia con rituximab in 100 pazienti<br />
consecutivi con nefropatia membranosa e sindrome nefrosica persistente<br />
La nefropatia membranosa è una malattia renale rara che colpisce prevalentemente gli adulti e<br />
che nella maggior parte dei casi evolve senza complicazioni. In circa il 10-20% dei casi,<br />
tuttavia, questa malattia si associa ad una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elevate quantità <strong>di</strong> proteine nelle urine,<br />
sindrome nefrosica, e ad un progressivo peggioramento della funzione renale e può portare alla<br />
necessità <strong>di</strong> sostituire la funzione renale con la <strong>di</strong>alisi o il trapianto nell’arco <strong>di</strong> pochi anni.<br />
Le cause <strong>di</strong> questa malattia non sono del tutto conosciute, tuttavia alcuni stu<strong>di</strong> hanno mostrato<br />
che alterazioni a carico dei linfociti B sono tra i principali responsabili dello sviluppo della<br />
nefropatia membranosa. Queste cellule infatti possono produrre anticorpi che vanno ad<br />
accumularsi nel rene danneggiandolo. Per il trattamento <strong>di</strong> questa malattia, finora sono stati<br />
impiegati farmaci immunosoppressori aspecifici, che oltre ai linfociti B colpivano molte altre<br />
popolazioni cellulari. Queste terapie non sono sempre efficaci ed inoltre possono causare gravi<br />
effetti collaterali che in alcuni pazienti possono essere persino più gravi delle stesse<br />
complicanze della nefropatia membranosa.<br />
Rituximab, un anticorpo monoclonale chimerico <strong>di</strong>retto contro l’antigene CD20 espresso dai B<br />
linfociti, agisce proprio eliminando in modo selettivo queste cellule. Rituximab è stato<br />
introdotto nel 1998 con l’in<strong>di</strong>cazione per il trattamento dei linfomi non Hodgkin indolenti e<br />
aggressivi, della leucemia linfatica cronica e dell’artrite reumatoide. Rituximab è stato però<br />
utilizzato anche per il trattamento <strong>di</strong> numerose malattie autoimmuni come la nefropatia<br />
membranosa. Numerosi piccoli stu<strong>di</strong> suggeriscono che la terapia con Rituximab riduce la<br />
proteinuria nei pazienti con nefropatia membranosa i<strong>di</strong>opatica (IMN) e sindrome nefrosica. Per<br />
testare questa ipotesi, abbiamo analizzato i dati dei nostri 100 pazienti consecutivi con IMN<br />
trattati con rituximab.<br />
I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o – il più grande mai condotto finora su questa nefropatia – <strong>di</strong>mostrano<br />
chiaramente che il rituximab è efficace nel ridurre la proteinuria in oltre l’80% dei casi, un<br />
384<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
numero paragonabile a quello ottenuto con farmaci immunosoppressivi aspecifici, come<br />
steroi<strong>di</strong>, agenti alchilanti, e inibitori della calcineurina. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> questi trattamenti, pero’,<br />
il rituximab è stato molto ben tollerato, a <strong>di</strong>mostrazione del fatto che il rituximab ha un profilo<br />
<strong>di</strong> sicurezza/efficace migliore rispetto agli altri farmaci finora impiegati.<br />
I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o sono stati presentati come comunicazione orale al meeting della<br />
società internazionale <strong>di</strong> nefrologia che si è tenuto a Philadelphia dall’8 al 13 Novembre 2011 e<br />
sono stati sottomessi per la pubblicazione in una rivista internazionale.<br />
Stu<strong>di</strong>o prospettico per valutare la relazione tra le caratteristiche<br />
istologiche e resistenze vascolari misurate con pulsatile machine in reni<br />
da donatori anziani e il valore pre<strong>di</strong>ttivo <strong>di</strong> questi due parametri<br />
Il crescente <strong>di</strong>vario tra domanda e offerta <strong>di</strong> trapianto ha indotto ad espandere i criteri <strong>di</strong><br />
selezione per la donazione <strong>di</strong> rene al fine <strong>di</strong> aumentare il pool dei donatori <strong>di</strong>sponibili. Quin<strong>di</strong>,<br />
alla luce dell'invecchiamento della popolazione dei donatori, gli organi da soggetti <strong>di</strong> età<br />
superiore ai 60 anni vengono utilizzati con sempre maggiore frequenza. Tuttavia, questi reni<br />
hanno un alto tasso <strong>di</strong> fallimento del trapianto, 1 verosimilmente a causa <strong>di</strong> uno squilibrio tra il<br />
numero <strong>di</strong> nefroni vitali forniti da organi anziani e la richiesta metabolica del ricevente. Per<br />
colmare questo squilibrio e migliorare i risultati del trapianto, è stato proposto il trapianto <strong>di</strong> due<br />
reni anziani nello stesso ricevente. Inoltre, al fine <strong>di</strong> ottimizzare l'allocazione <strong>di</strong> questi organi<br />
per il trapianto singolo o doppio, una giuria internazionale <strong>di</strong> patologi - Dual Kidney Transplant<br />
Group (DKG) - ha suggerito un sistema <strong>di</strong> valutazione dei reni, con punteggi che vanno da un<br />
minimo <strong>di</strong> 0 (che in<strong>di</strong>ca l'assenza <strong>di</strong> lesioni renali) ad un massimo <strong>di</strong> 12 (che in<strong>di</strong>ca la presenza<br />
<strong>di</strong> notevoli cambiamenti nel parenchima renale). Secondo questo score, i reni con un punteggio<br />
<strong>di</strong> 3 o inferiore contengono un numero <strong>di</strong> nefroni sufficiente da essere usati singolarmente per il<br />
trapianto, quelli con un punteggio <strong>di</strong> 4, 5 o 6 possono essere usati per il doppio trapianto, sul<br />
presupposto che la somma dei nefroni praticabile nei due reni si avvicina al numero in un rene<br />
più giovane. Reni con un punteggio <strong>di</strong> 7 o superiore vengono scartati, perché contengono una<br />
dose insufficiente <strong>di</strong> nefroni, anche in un trapianto doppio. Secondo questo algoritmo, la<br />
sopravvivenza <strong>di</strong> trapianti <strong>di</strong> rene ottenuti da donatori <strong>di</strong> età superiore ai 60 anni e destinati al<br />
trapianto singolo o doppio, sulla base dei risultati della biopsia prima del trapianto è stata simile<br />
a quella dei trapianti singoli da donatori più giovani e significativamente migliore rispetto a<br />
quella degli innesti singolo da donatori <strong>di</strong> età superiore ai 60 anni quando questi innesti sono<br />
stati selezionati e assegnati senza biopsia renale.<br />
Questo approccio permette <strong>di</strong> aumentare il pool dei donatori <strong>di</strong>sponibili, senza peggiorare gli<br />
esiti del trapianto. Tuttavia, in considerazione della minore aspettativa <strong>di</strong> vita dei riceventi <strong>di</strong><br />
graft anziani (la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> età tra i donatori e riceventi è inferiore a 10 anni), gli organi con<br />
alterazioni istologiche più severe potrebbero comunque essere considerati per espandere<br />
ulteriormente il pool dei donatori <strong>di</strong>sponibili. Quin<strong>di</strong>, l'algoritmo attuale può essere<br />
ulteriormente esteso per consentire il trapianto singolo <strong>di</strong> organi che ora sono trapiantati in<br />
coppia e al trapianto in coppia <strong>di</strong> reni che ora sono scartati. A tale scopo, sono necessari<br />
strumenti aggiuntivi per valutare meglio la qualità del trapianto e pre<strong>di</strong>re l'esito.<br />
Recentemente, l’impiego della pulsatile machine è stato associato ad un miglioramento degli<br />
outcome del trapianto e ad accelerazione nella ripresa funzionale dei reni anziani. L’impiego<br />
della pulsatile machine permette una perfusione pulsatile del rene ex vivo, fornendogli ossigeno<br />
e sostanze nutritive e rimuovendo i prodotti <strong>di</strong> scarto. Polyák et al. hanno mostrato che la<br />
sopravvivenza del trapianto ad un anno è risultato maggiore nei vecchi reni che sono stati<br />
perfusi con la macchina rispetto al ghiaccio storage. 4 Inoltre, una meta-analisi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
confronto tra perfusione pulsatile e statica ha rilevato un beneficio nella sopravvivenza del<br />
trapianto del 2-3% in 10 anni. Inoltre, organi con una resistenza finale (pressione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>viso il<br />
flusso) superiore a 0,4 hanno un alto tasso <strong>di</strong> primary non function, così le resistenze possono<br />
essere utilizzate come strumento supplementare per pre<strong>di</strong>re l'esito del trapianto.<br />
385<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Pertanto, la valutazione combinata <strong>di</strong> biopsia basale e <strong>di</strong> resistenze misurate con pulsatile<br />
machine può permettere <strong>di</strong> ottimizzare i risultati e l'assegnazione dei reni da donatori anziani.<br />
L'obiettivo generale dello stu<strong>di</strong>o sarà quello <strong>di</strong> valutare se la macchina <strong>di</strong> perfusione pulsatile <strong>di</strong><br />
reni da donatori anziani può fornire risultati migliori rispetto alla perfusione statica e<br />
informazioni aggiuntive rispetto alla biopsia basale sul risultato del trapianto.<br />
Nefropatia membranosa associata alla sindrome da IgG4<br />
In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare<br />
La sindrome da IgG4 è una malattia sistemica rara, caratterizzata da elevati livelli circolanti<br />
<strong>di</strong> IgG4 e infiltrati <strong>di</strong> plasmacellule IgG4 + in vari organi, tra cui pancreas, ghiandole salivari, vie<br />
biliari, fegato, polmoni e rene.<br />
Noi abbiamo descritto il caso <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> 54 anni con sindrome da IgG4 che si è presentato<br />
con pancreatite autoimmune e sindrome <strong>di</strong> Mikulicz. La terapia steroide ha ridotto<br />
i livelli circolanti <strong>di</strong> IgG4 e ha promosso la regressione dei segni clinici. In seguito, un<br />
aumento dei valori sierici <strong>di</strong> IgG4 è stato seguito dalla comparsa <strong>di</strong> proteinuria in range<br />
nefrosica-range. Una biopsia renale ha mostrato un quadro compatibile con una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
nefropatia membranosa, senza infiltrati <strong>di</strong> cellule IgG4 + , caratteristici dei casi <strong>di</strong> interessamento<br />
renale della sindrome da IgG4 + . La ricerca <strong>di</strong> immunocomplessi circolanti ha dato esito<br />
negativo, così come quello per anticorpi contro il recettore PLA2, specifici delle forme<br />
primitive della nefropatia membranosa. Con analisi Western blot abbiamo identificato<br />
IgG3 circolanti reattive contro l’antigene glomerulare superossido <strong>di</strong>smutasi (SOD2).<br />
Il presente caso suggerisce che la nefropatia membranosa rappresenta una<br />
ulteriore manifestazione renale della sindrome da IgG4, la cui patogenesi è<br />
probabilmente associata alla neoproduzione <strong>di</strong> autoanticorpi rivolti contro antigeni podocitari.<br />
Stu<strong>di</strong>o dell’assetto immunocellulare e del pattern anticorpale anti-PLA2R<br />
in pazienti con nefropatia membranosa sottoposta a trattamento con<br />
rituximab<br />
In collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Molecolare<br />
La patogenesi della nefropatia membranosa i<strong>di</strong>opatica (IMN) è ad oggi scarsamente conosciuta.<br />
Alcuni recenti stu<strong>di</strong>, tuttavia, suggeriscono che alterazioni a carico dei linfociti B possano avere<br />
un ruolo nello sviluppo della malattia attraverso la produzione <strong>di</strong> anticorpi capaci <strong>di</strong> accumularsi<br />
a livello renale, causandone il danno. Tra queste molecole, un ruolo <strong>di</strong> maggior rilievo sembra<br />
essere ricoperto da anticorpi <strong>di</strong>retti verso un antigene presente sulle cellule renali: il recettore<br />
della fosfolipasi A2 (PLA2R).<br />
Il trattamento con rituximab della nefropatia membranosa è ancora in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o; tuttavia i<br />
risultati finora ottenuti a livello sperimentale sono molto incoraggianti in termini sia <strong>di</strong><br />
remissione clinica sia <strong>di</strong> sicurezza.<br />
Dall’osservazione <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 casi <strong>di</strong> IMN sottoposti a terapia con rituximab presso il nostro<br />
Centro negli ultimi 10 anni, abbiamo trovato che circa l’80% <strong>di</strong> essi ottiene una risposta parziale<br />
o completa sulla proteinuria, mentre altri non rispondono o rispondono in modo limitato al<br />
trattamento. Inoltre, alcuni <strong>di</strong> essi manifesta, a <strong>di</strong>stanza variabile dalla remissione, una reci<strong>di</strong>va<br />
della malattia. Ad oggi non ci sono dati che <strong>di</strong>mostrino se il numero delle cellule B nei mesi<br />
successivi al trattamento possa pre<strong>di</strong>re il <strong>di</strong>verso andamento clinico. Inoltre, il ruolo<br />
patogenetico degli anticorpi anti-PLA2R non è ancora chairo, dato che alcune forme <strong>di</strong><br />
membranosa possono manifestarsi in assenza <strong>di</strong> anticorpi anti-PLA2R.<br />
Il nostro intento quin<strong>di</strong> è <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are: 1) se, a <strong>di</strong>versi tempi dal trattamento, i pazienti con IMN<br />
membranosa trattati con rituximab, mostrano un <strong>di</strong>verso pattern immunocellulare ed anticorpale<br />
e se l’assetto delle cellule B e T, così come il titolo anticorpale stesso, correlano con la risposta<br />
clinica; 2) se, nei pazienti che precedentemente avevano risposto, queste alterazioni pre<strong>di</strong>cono<br />
lo sviluppo della reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> sindrome nefrosica; 3) inoltre, per verificare se tali alterazioni si<br />
traducono anche a livello istologico, la presenza <strong>di</strong> anticorpi anti-PLA2R e dei <strong>di</strong>versi sottotipi<br />
386<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
<strong>di</strong> cellule immunitarie saranno stu<strong>di</strong>ati in un sottogruppo <strong>di</strong> pazienti sottoposti a biopsia renale<br />
basale e <strong>di</strong> controllo alla remissione.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o verrà attuato in più fasi, <strong>di</strong> cui una prima fase, per la determinazione sierologica ed<br />
istologica degli anti-PLA2R, è già in corso d’opera in collaborazione con i ricercatori del Centro<br />
<strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> del Tenon Hôpital <strong>di</strong> Parigi e prevede l’analisi <strong>di</strong> materiale sierologico ed istologico<br />
raccolto nell’ambito dei nostri 100 casi <strong>di</strong> IMN. La seconda parte del progetto, prevede la<br />
raccolta <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> cellule a <strong>di</strong>versi tempi dal trattamento (basale, e ai mesi 1, 3, 6, 12 e in<br />
corrispondenza della risposta clinica), che saranno analizzati una volta raggiunto il numero <strong>di</strong> 30<br />
casi così sud<strong>di</strong>visi:<br />
- 10 pazienti in remissione completa;<br />
- 10 pazienti con reci<strong>di</strong>va;<br />
- 10 pazienti senza risposta clinica.<br />
I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o potrebbero fornirci in<strong>di</strong>cazioni utili sia ad una più ampia<br />
comprensione dei meccanismi alla base dello sviluppo della malattia, sia per la prognosi dopo il<br />
trattamento, allo scopo <strong>di</strong> guidare la terapia con rituximab in modo sempre più mirato sugli<br />
effettori del danno, determinando quin<strong>di</strong> un potenziale miglioramento del <strong>rapporto</strong><br />
rischio/beneficio del trattamento.<br />
Laboratorio per le Attività Regolatorie relative agli Stu<strong>di</strong> Clinici<br />
Dal 1999 il Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale in collaborazione con altri Dipartimenti<br />
dell’<strong>Istituto</strong> e con l’Azienda Ospedaliera OO.RR. <strong>di</strong> Bergamo, nell’ambito delle attività del<br />
Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Specialistica e dei Trapianti, <strong>di</strong>segna, promuove e<br />
coor<strong>di</strong>na progetti <strong>di</strong> ricerca clinica. Si tratta prevalentemente <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendente;<br />
alcuni vengono realizzati esclusivamente presso il Centro Daccò, ma la maggior parte sono dei<br />
veri e propri trials multicentrici, realizzati con la collaborazione <strong>di</strong> Ospedali, Centri <strong>di</strong> ricerca e<br />
Università, sia italiani che stranieri.<br />
Il Laboratorio per le Attività Regolatorie relative agli Stu<strong>di</strong> Clinici opera affinchè gli stu<strong>di</strong><br />
vengano eseguiti nel rispetto della sicurezza e dei <strong>di</strong>ritti dei pazienti e della normativa vigente.<br />
Nello svolgimento della propria attività il Laboratorio si rapporta a numerosi interlocutori, quali<br />
il Ministero della Salute, l’Agenzia Italiana del Farmaco, i Comitati etici locali, le ASL e le<br />
aziende farmaceutiche.<br />
Il Laboratorio, supportato da una segreteria, svolge un ruolo in tutte le fasi <strong>di</strong> pianificazione,<br />
organizzazione, conduzione e gestione degli stu<strong>di</strong> clinici.<br />
Durante la fase preparatoria, che precede l’inizio <strong>di</strong> una sperimentazione, collabora con i<br />
ricercatori alla stesura, in accordo con le Good Clinical Practice, del protocollo e degli altri<br />
documenti dello stu<strong>di</strong>o e si occupa della verifica dell’aderenza <strong>di</strong> tali documenti agli aspetti<br />
regolatori ed etici. Una volta che il protocollo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è stato definito, procede all’inserimento<br />
delle sperimentazioni nell’Osservatorio Nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei Me<strong>di</strong>cinali<br />
(OsSC), all’allestimento delle pratiche per la sottomissione alle autorità competenti per ottenere<br />
le autorizzazioni, necessarie per l’avvio della sperimentazione stessa, e ne segue l’iter<br />
burocratico.<br />
Durante lo svolgimento dello stu<strong>di</strong>o adempie agli obblighi <strong>di</strong> legge mantenendo costantemente<br />
aggiornati l’AIFA e i Comitati etici sull’andamento della sperimentazione. Si occupa inoltre<br />
della raccolta e del mantenimento <strong>di</strong> tutti i documenti essenziali per la conduzione degli stu<strong>di</strong><br />
clinici.<br />
In accordo con quanto stabilito dall’International Committee of Me<strong>di</strong>cal Journal E<strong>di</strong>tors, dal<br />
2005 il Laboratorio si occupa <strong>di</strong> registrare tutti gli stu<strong>di</strong> clinici promossi dal Centro Daccò sul<br />
registro delle sperimentazioni “clinicaltrials.gov” organizzato dall’NIH.<br />
387<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nel corso del 2011 il Laboratorio ha svolto le attività sopra descritte per tutti gli stu<strong>di</strong> in corso<br />
presso i Dipartimenti delle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ranica e Bergamo e in collaborazione con gli Ospedali<br />
Riuniti <strong>di</strong> Bergamo e gli altri centri italiani e stranieri che partecipano ai nostri progetti <strong>di</strong><br />
ricerca. Gli stu<strong>di</strong> seguiti nel 2011 sono 35 e coinvolgono circa 80 centri. Nell’anno 2011 sono<br />
state completate oltre 30 nuove pratiche autorizzative.<br />
In collaborazione con l’Unità <strong>di</strong> Monitoraggio sono stati inoltre organizzati gli Investigator<br />
Meeting relativi agli stu<strong>di</strong> A.R.CA.DIA., A.TH.E.N.A.e Remission Clinic.<br />
In relazione al recente accre<strong>di</strong>tamento sanitario del Centro Daccò, il Laboratorio ha mantenuto i<br />
rapporti con la ASL e con le altre autorità competenti in materia, per tutto quanto concerne il<br />
mantenimento dei requisiti e gli altri adempimenti <strong>di</strong> legge.<br />
388<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
DOCUMENTAZIONE E RICERCA<br />
SULLE MALATTIE RARE<br />
PERSONALE<br />
Capo Laboratorio<br />
Erica DAINA, Dr.Med.<br />
Unità Genetica per la Ricerca Clinica<br />
Capo Unità<br />
Elena BRESIN, Dr.Med.<br />
Unità Sviluppo Collaborazioni per le Malattie Rare<br />
Capo Unità<br />
Sara GAMBA, Inf.<br />
389<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULA VITAE<br />
Erica Daina si è laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1987 e si è specializzata in Nefrologia Me<strong>di</strong>ca nel<br />
1990 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Attività formative: Ha condotto la sua formazione clinica e scientifica dapprima presso la Divisione<br />
Me<strong>di</strong>ca II° - Cattedra <strong>di</strong> Patologia Speciale Me<strong>di</strong>ca – dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Ospedale San<br />
Raffaele, quin<strong>di</strong> presso la Divisione <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo. Nel<br />
giugno 1991 ha acquisito la Specializzazione in Ricerca Farmacologica nell’ambito del corso triennale<br />
istituito dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a presso l’IRFMN.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Il campo <strong>di</strong> ricerca clinica in cui svolge la propria attività riguarda le malattie rare in<br />
genere ed in particolare le microangiopatie trombotiche e le malattie genetiche del rene.<br />
Ruoli: Da Marzo 1988 collabora alle attività <strong>di</strong> ricerca dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e da Giugno 1993 lavora<br />
come me<strong>di</strong>co ricercatore presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò.<br />
Dal 1996 è stata responsabile del Centro <strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare e da Giugno 2009 è Capo<br />
del Laboratorio Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare. Dal Gennaio 2002 è membro del Gruppo<br />
<strong>di</strong> Lavoro istituito dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a con funzioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento operativo e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong><br />
strategie comuni per la prevenzione, la sorveglianza, la <strong>di</strong>agnosi, la terapia delle malattie rare, ai sensi del<br />
D.M. 18 Maggio 2001, n 279 (Delibera 7328 11/12/2001).<br />
Dallo stesso anno collabora all’attività formativa del Centro Multi<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>di</strong><br />
Immunopatologia e Documentazione su Malattie Rare <strong>di</strong> Torino.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Warnock DG, Daina E, Remuzzi G, West M. Enzyme Replacement Therapy and Fabry Nephropathy. Clin J Am Soc<br />
Nephrol, 2010 Feb;5(2):371-8<br />
2. Bresin E, Gastol<strong>di</strong> S, Daina E, Belotti D, Pogliani E, Perseghin P, Scalzulli PR, Paolini R, Marcenò R, Remuzzi G,<br />
Galbusera M. Rituximab as pre-emptive treatment in patients with thrombotic thrombocytopenic purpura and evidence of<br />
anti-ADAMTS13 autoantibo<strong>di</strong>es. Thromb Haemost 2009; 101(2):233-8<br />
3. Schieppati A, Henter JI, Daina E, Aperia A. Why rare <strong>di</strong>seases are an important me<strong>di</strong>cal and social issue. Lancet. 2008<br />
Jun 14;371(9629):2039-41.<br />
4. Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship T H J, Remuzzi G, International Registry<br />
Recurrent Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated Hemolytic<br />
Uremic Syndrome: Prognostic significance of genetic background. Clinical Journal American Society Nephrology 2006;<br />
1: 88-99<br />
5. Daina E, Schieppati A, Remuzzi G. Mycophenolate mofetil for the treatment of Takayasu arteritis: report of three cases.<br />
Ann Intern Med. 1999 Mar 2;130(5):422-6.<br />
Elena Bresin si è laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1994 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova e si<br />
è specializzata in Genetica Me<strong>di</strong>ca nell’ottobre 2000 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Verona.<br />
Attività formative: Ha condotto la sua formazione clinica e scientifica dapprima presso il Dipartimento <strong>di</strong><br />
Pe<strong>di</strong>atria - Cattedra <strong>di</strong> Genetica Me<strong>di</strong>ca - dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova, Policlinico Universitario,<br />
quin<strong>di</strong> presso il Dipartimento Materno ed Infantile e <strong>di</strong> Biologia Genetica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Verona, Ospedale Borgo Roma ed infine, da gennaio 2000, presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le<br />
Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’IRFMN.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Il campo <strong>di</strong> ricerca clinica in cui svolge la sua attività riguarda la genetica delle<br />
microangiopatie trombotiche, della glomerulonefrite membranoproliferativa e della glomerulosclerosi<br />
focale segmentale familiare.<br />
Ruoli: Da gennaio 2001 lavora come me<strong>di</strong>co ricercatore presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche per le<br />
Malattie Rare Aldo e Cele Daccò e da giugno 2009 è Capo dell’Unità <strong>di</strong> Genetica per la Ricerca Clinica.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Noris M, Caprioli J, Bresin E, Mossali C, Pianetti G, Gamba S, Daina E, Fenili C, Castelletti F, Sorosina A, Piras R,<br />
Donadelli R, Maranta R, van der Meer I, Conway EM, Zipfel PF, Goodship TH, Remuzzi G Relative Role of Genetic<br />
Complement Abnormalities in Spora<strong>di</strong>c and Familial aHUS and Their Impact on Clinical Phenotype. Clin J Am Soc<br />
Nephrol, 2010; 5(10):1844-59<br />
2. Bresin E, Gastol<strong>di</strong> S, Daina E, Belotti D, Pogliani E, Perseghin P, Scalzulli PR, Paolini R, Marcenò R, Remuzzi G,<br />
Galbusera M. Rituximab as pre-emptive treatment in patients with thrombotic thrombocytopenic purpura and evidence of<br />
anti-ADAMTS13 autoantibo<strong>di</strong>es. Thromb Haemost 2009; 101(2):233-8<br />
390<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
3. Castelletti F, Donadelli R, Banterla F, Hildebrandt F, Zipfel PF, Bresin E, Otto E, Skerka C, Renieri A, Todeschini M,<br />
Caprioli J, Caruso RM, Artuso R, Remuzzi G, Noris M. Mutations in FN1 cause glomerulopathy with fibronectin<br />
deposits. Proc Natl Acad Sci U S A 2008 Feb 19;105(7):2538-43<br />
4. Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F,<br />
Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G. Genetics of HUS: the<br />
impact of MCP, CFH and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood<br />
2006;108(4):1267-79<br />
5. Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship T H J, Remuzzi G, International Registry<br />
Recurrent Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated Hemolytic<br />
Uremic Syndrome: Prognostic significance of genetic background. Clinical Journal American Society Nephrology 2006;<br />
1: 88-99<br />
Sara Gamba si è <strong>di</strong>plomata Infermiera Professionale nel 1994 presso l’A.O. Bolognini <strong>di</strong> Seriate (BG).<br />
Attività formative: nel 1996 ha ottenuto l’attestato <strong>di</strong> Infermiere Professionale <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso<br />
l’IRFMN. Nel 2008 ha concluso il Master <strong>di</strong> I livello in Ricerca Clinica dell’Università Statale <strong>di</strong> Milano.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: Il campo <strong>di</strong> ricerca clinica in cui svolge la sua attività riguarda le malattie rare oggetto<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso il laboratorio. Si occupa inoltre della gestione dei rapporti <strong>di</strong> collaborazione con le<br />
Associazioni italiane de<strong>di</strong>cate alle malattie rare e coor<strong>di</strong>na l’organizzazione del servizio <strong>di</strong><br />
documentazione rivolto ai malati, ai loro familiari e agli operatori sanitari.<br />
Ruoli: Dal 1997 al 2003 co-organizzatrice, relatrice, e tutor aziendale del Corso per Infermieri<br />
Professionali <strong>di</strong> Ricerca Clinica presso l’IRFMN. Dal 2005 tutor aziendale per il Master <strong>di</strong> I livello in<br />
Ricerca Clinica dell’Università Statale <strong>di</strong> Milano presso l’IRFMN. Professore a contratto per incarico <strong>di</strong><br />
insegnamento nell’ambito del Master <strong>di</strong> 2 livello in Malattie Rare dell’Università <strong>di</strong> Torino (A.A. 2010-<br />
2011).<br />
Dal 2009 è Capo dell’Unità Sviluppo Collaborazioni per le Malattie Rare, Laboratorio Documentazione e<br />
Ricerca sulle Malattie Rare.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. M. Noris, J. Caprioli, E. Bresin, C. Mossali, G. Pianetti, S. Gamba, E. Daina, C. Fenili, F. Castelletti, A. Sorosina, R.<br />
Piras, R. Donadelli, R. Maranta, I. van der Meer, E.M. Conway, P.F. Zipfel, T.H. Goodship, G. Remuzzi. Relative role<br />
of genetic complement abnormalities in spora<strong>di</strong>c and familial aHUS and their impact on clinical phenotype. Clin J Am<br />
Soc Nephrol. 2010 Oct;5(10):1844-59<br />
2. Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F,<br />
Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G. Genetics of HUS: the<br />
impact of MCP, CFH and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood<br />
2006;108(4):1267-79<br />
3. Krulichova I, Gamba S, Ricci E, Garattini L on behalf of the Italian Takayasu Arteritis Study Group. Direct me<strong>di</strong>cal<br />
costs of monitoring and treating patients with Takayasu arteritis in Italy. Eur J Health Econ Vol. 49, August 2004<br />
4. Noris M, Brioschi S, Caprioli J, Todeschini M, Porrati F, Gamba S, Remuzzi G for the International Registry of<br />
Recurrent and Familial HUS/TTP. Familial haemolytic uraemic syndrome and an MCP mutation. The Lancet, Vol. 362,<br />
November 8, 2003<br />
5. Gamba S, Cicci L, Stefanov R. Qualità della vita in pazienti con malattie rare:l’esperienza degli infermieri del Centro <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò. Assistenza Infermieristica e Ricerca, Vol. 22, N. 3, July-<br />
September 2003.<br />
INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />
Le malattie rare possono essere definite come con<strong>di</strong>zioni patologiche a bassa prevalenza e<br />
incidenza.<br />
Con l’obiettivo <strong>di</strong> introdurre un criterio rigoroso, il Working Group on Rare Diseases - istituito<br />
dalla Comunità Europea - ha stabilito si possa considerare rara una malattia con prevalenza<br />
inferiore a 5 casi per 10.000 abitanti. Secondo l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità esistono<br />
5-7000 malattie rare; <strong>di</strong> queste la grande maggioranza, cioè più <strong>di</strong> 4000, è rappresentata da<br />
malattie genetiche.<br />
Stu<strong>di</strong> ed indagini svolti a livello internazionale hanno documentato come l’avanzamento delle<br />
conoscenze e le possibilità <strong>di</strong> identificazione e cura delle malattie rare siano più lenti e<br />
<strong>di</strong>fficoltosi rispetto alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> comune riscontro. Le motivazioni <strong>di</strong> tale svantaggio sono<br />
molteplici e vanno dalla oggettiva <strong>di</strong>fficoltà nell’analizzare eventi rari, alla complessità delle<br />
manifestazioni cliniche, alla carenza <strong>di</strong> sistemi efficienti <strong>di</strong> raccolta dati e <strong>di</strong> risorse de<strong>di</strong>cate.<br />
391<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Le malattie rare comprendono patologie molto eterogenee e coinvolgono praticamente tutte le<br />
aree <strong>di</strong> interesse me<strong>di</strong>co; un programma <strong>di</strong> ricerca clinica <strong>di</strong> livello adeguato presuppone<br />
pertanto un approccio molto articolato, multi<strong>di</strong>sciplinare.<br />
Il Laboratorio è nato con l’idea <strong>di</strong> riunire competenze <strong>di</strong>verse, accomunate dall’intento <strong>di</strong><br />
aiutare i pazienti favorendo la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> informazioni aggiornate e l’avanzamento delle<br />
conoscenze. Dall’inizio delle attività si è costituito un archivio <strong>di</strong> dati sulle malattie rare, si sono<br />
svolti progetti <strong>di</strong> ricerca mirati per alcune <strong>di</strong> esse e ci si è impegnati attivamente nel campo della<br />
<strong>di</strong>vulgazione e della formazione. Tra le malattie rare stu<strong>di</strong>ate si possono ricordare le forme<br />
familiari e ricorrenti <strong>di</strong> Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e Porpora Trombotica<br />
Trombocitopenica (PTT), la malattia <strong>di</strong> Fabry, la sindrome <strong>di</strong> Alport, la malattia <strong>di</strong> Takayasu, le<br />
sindromi nefrosiche ere<strong>di</strong>tarie.<br />
Negli anni il Laboratorio ha mo<strong>di</strong>ficato il proprio campo <strong>di</strong> azione, anche a seguito della sempre<br />
maggiore attenzione ai problemi delle malattie rare sviluppatasi a livello istituzionale.<br />
In linea con le in<strong>di</strong>cazioni della Comunità Europea, l’Italia ha stabilito che le malattie rare<br />
debbano essere considerate nell’ambito <strong>di</strong> un intervento prioritario tra le iniziative <strong>di</strong> sanità<br />
pubblica. Questo orientamento è stato confermato nei Piani Sanitari Nazionali a partire dal<br />
triennio 1998-2000.<br />
L’attuale regolamentazione (Decreto Ministeriale 18/05/2001 N. 279) prevede l’identificazione<br />
<strong>di</strong> Presi<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cati alla <strong>di</strong>agnosi e alla cura delle malattie rare ed istituisce una Rete Nazionale<br />
coor<strong>di</strong>nata dall’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità. La Regione Lombar<strong>di</strong>a ha in<strong>di</strong>viduato sul proprio<br />
territorio Presi<strong>di</strong> per oltre 300 malattie rare e dal 2001 ha attribuito al Laboratorio le funzioni <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento a livello regionale. Tutte le notizie relative alla Rete Regionale Malattie Rare<br />
sono <strong>di</strong>sponibili sul sito web de<strong>di</strong>cato<br />
http://malattierare.marionegri.it<br />
L’Unità <strong>di</strong> Genetica per la Ricerca Clinica, nata nel 2009, supporta i progetti <strong>di</strong> ricerca su<br />
malattie rare genetiche/ere<strong>di</strong>tarie in corso presso il Centro, in collaborazione con il Laboratorio<br />
<strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare e con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia<br />
Cellulare.<br />
L’Unità Sviluppo Collaborazioni per le Malattie Rare si propone come strumento ideale per il<br />
potenziamento delle collaborazioni avviate in questi anni e per il supporto alla creazione <strong>di</strong><br />
nuovi network.<br />
Particolarmente significativa la collaborazione con le Associazioni de<strong>di</strong>cate a specifiche<br />
malattie rare e con le Federazioni <strong>di</strong> Associazioni a livello nazionale (UNIAMO) e<br />
internazionale (NORD, EURORDIS).<br />
Costante attenzione viene de<strong>di</strong>cata a rendere <strong>di</strong>sponibili materiale <strong>di</strong>vulgativo e letteratura<br />
scientifica per i pazienti, i loro familiari e gli operatori sanitari e a mantenere attivo un servizio<br />
<strong>di</strong> help-line attraverso personale sanitario qualificato.<br />
SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI<br />
Nel Database del Laboratorio sono contenuti i dati relativi a 11471 pazienti affetti da 916<br />
<strong>di</strong>verse malattie rare. Ciò rende possibile, per alcune delle malattie segnalate, la realizzazione <strong>di</strong><br />
progetti <strong>di</strong> ricerca clinica.<br />
Nella Banca <strong>di</strong> materiale biologico sono raccolti e conservati campioni relativi a 1996 pazienti<br />
con malattie rare e loro familiari.<br />
Il Centro ha stabilito contatti con 356 Associazioni Italiane <strong>di</strong> pazienti e loro familiari.<br />
I pazienti affetti da 89 malattie rare per le quali non esiste ancora un'Associazione italiana<br />
de<strong>di</strong>cata, hanno potuto incontrarsi tra loro.<br />
392<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Nel 2000 la Commissione Europea ha riconosciuto al Laboratorio ruolo <strong>di</strong> "Postgraduate<br />
training on rare <strong>di</strong>seases" (contract No. QLK4-1999-50547).<br />
Dal Dicembre 2001, con Delibera della Giunta Lombarda n. 7328, il Centro è stato in<strong>di</strong>viduato<br />
quale sede del "Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale per le Malattie Rare".<br />
Il Laboratorio, grazie al coor<strong>di</strong>namento del Registro Internazionale per le forme ricorrenti e<br />
familiari <strong>di</strong> Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />
(PTT), ha contribuito a chiarire la patogenesi <strong>di</strong> queste malattie, in collaborazione con il<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare e con il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Biologia Cellulare.<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>di</strong> Immunopatologia e Documentazione su Malattie Rare - Struttura<br />
Complessa a Direzione Universitaria <strong>di</strong> Immunologia Clinica, Torino<br />
Coor<strong>di</strong>namento Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta<br />
A.O. Ospedali Riuniti, Bergamo<br />
Registro Italiano della Glomerulonefrite Membranoproliferativa<br />
Registro delle Sindromi Nefrosiche Steroido-Resistenti<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, Assessorato alla Sanità<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Patologia Clinica, Facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />
Network Italiano Promozione Acido Folico per la Prevenzione Primaria <strong>di</strong> Difetti Congeniti<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina ed Oncologia Sperimentale, Master<br />
<strong>di</strong> II° Livello in Malattie Rare<br />
Sezione Lombarda della Società Italiana <strong>di</strong> Neonatologia, Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulle malattie<br />
respiratorie rare del neonato<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Master <strong>di</strong> I° Livello in Ricerca Clinica<br />
Associazione BergamoScienza<br />
AO Niguarda Cà Granda, Milano, Corso <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari <strong>di</strong> Sindrome Emolitico Uremica e<br />
Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />
Information Centre for Rare Diseases and Orphan Drugs - ICRDOD, Bulgaria<br />
Podonet: Consortium for Clinical, Genetic and Experimental Research into Here<strong>di</strong>tary Diseases<br />
of the Podocyte – Coor<strong>di</strong>nator: Heidelberg University Hospital, Germania<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
Quaderni <strong>di</strong> Farmacoeconomia<br />
393<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
Gruppo <strong>di</strong> Lavoro con funzioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento operativo e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> strategie<br />
comuni per la prevenzione, la sorveglianza, la <strong>di</strong>agnosi, la terapia delle malattie rare, ai sensi del<br />
D.M. 18/5/2001, N°279, istituito dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a (Delibera Regione Lombar<strong>di</strong>a n.<br />
7328, 11/12/2001).<br />
Gruppo <strong>di</strong> lavoro “Classificazione e Co<strong>di</strong>fica delle malattie rare”coor<strong>di</strong>nato dall’<strong>Istituto</strong><br />
Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Gruppo <strong>di</strong> Lavoro Tecnico-scientifico per l’analisi e l’elaborazione dei dati del Registro<br />
Nazionale Malattie Rare<br />
Gruppo <strong>di</strong> Approfon<strong>di</strong>mento Tecnico “Ricerca In<strong>di</strong>pendente” istituito da Direzione Generale<br />
Sanità-Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI<br />
Open Day: informazione, ricerca e cure<br />
Un percorso de<strong>di</strong>cato alle malattie rare<br />
Ranica, (Bergamo) 25 febbraio 2011<br />
PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />
LABORATORIO<br />
14° Convegno Patologia Immune e Malattie Orfane 2011<br />
Torino, 20-22 gennaio 2011<br />
Corso elettivo: La Rete per la malattie rare<br />
Milano, 26 gennaio 2011<br />
Corsi <strong>di</strong> aggiornamento SIFMed<br />
Milano, 26 febbraio, 26 marzo, 02 aprile e 09 aprile 2011<br />
Quarta Giornata Internazionale delle Malattie Rare<br />
Le Malattie Rare in Lombar<strong>di</strong>a: rete, governo clinico e partecipazione<br />
Milano, 28 febbraio 2011<br />
XVI Convention Scientifica Telethon<br />
Riva del Garda (Trento), 07-09 marzo 2011<br />
Malformazione <strong>di</strong> Chiari Giornata <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sulla patologia<br />
Comune <strong>di</strong> Piazza Brembana, 26 marzo 2011<br />
Gli errori congeniti del metabolismo: screening neonatale, gestione clinica, reti <strong>di</strong> servizio per la<br />
tutela del neonato<br />
Milano, 06 maggio 2011<br />
394<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Corso: Come <strong>di</strong>agnosticare e trattare le malattie neuromuscolari: gestione integrata tra territorio<br />
ed ospedale<br />
Padova, 17 maggio 2011<br />
7th Bari International Conference (BIC)<br />
Pugnochiuso, Vieste (Foggia), 21-23 maggio 2011<br />
5 Meeting internazionale <strong>di</strong> formazione e informazione sulla sindrome <strong>di</strong> Moebius<br />
Gazzada (Varese), 10-12 giugno 2011<br />
Banche Biologiche: tra assistenza, ricerca e regole<br />
Milano, 13 giugno 2011<br />
Corso elettivo: La Rete per la malattie rare<br />
Milano, 29 giugno 2011<br />
13th European Meeting on Complement in Human Disease<br />
Leiden, 21-24 Agosto 2011<br />
Corso <strong>di</strong> formazione specifica in me<strong>di</strong>cina generale della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Bergamo, 18 ottobre 2011<br />
Malattie rare: perché è importante stu<strong>di</strong>arle Storia e futuro <strong>di</strong> un’intuizione vecchia quattro<br />
secoli<br />
Genova, 24 ottobre 2011<br />
Le Malattie Rare: rete dei servizi e gestione del paziente<br />
Desio, (Monza e Brianza), 12 novembre 2011<br />
Le Malattie Rare nella ASL Milano 1: epidemiologia, <strong>di</strong>agnosi precoce e percorso assistenziale<br />
Rho (Milano), 12 novembre 2011<br />
Malattie Rare, Quattro incontri<br />
III Incontro: L’Ospedale per le malattie rare<br />
Milano, 18 novembre 2011<br />
Malattie Rare: un’opportunità per la ricerca, una sfida per la clinica<br />
Milano, 28 novembre 2011<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare - ARMR, Bergamo<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
Fondazione Telethon<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2011)<br />
Matsukuma E, Gotoh Y, Kuroyanagi Y, Yamada T, Iwasa M, Yamakawa S, Nagai T, Takagi N, Mae H, Iijima K,<br />
Bresin E<br />
395<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
A case of atypical hemolytic uremic syndrome due to anti-factor H antibody in a patient presenting with a factor XII<br />
deficiency identified two novel mutations<br />
Clin Exp Nephrol. 2011 Apr;15(2):269-74.<br />
Buscarini E, Leandro G, Conte D, Danesino C, Daina E, Manfre<strong>di</strong> G, Lupinacci G, Brambilla Gianfranco, Menozzi<br />
F, De Grazia F, Gazzaniga P, Inama G, Bonar<strong>di</strong> R, Blotta P, Forner P, Olivieri C, Perna A, Grosso M, Pongiglione G,<br />
Boccar<strong>di</strong> E, Pagella F, Rossi G, Zambelli A<br />
Natural history and outcome of hepatic vascular malformations in a large cohort of patients with here<strong>di</strong>tary<br />
hemorrhagic teleangiectasia<br />
Dig Dis Sci. 2011 Jul;56(7):2166-78. Epub 2011 Feb 3.<br />
Caterina Mele, Biol.Sci.D., Paraskevas Iatropoulos, M.D., Roberta Donadelli, Biol.Sci.D., Andrea Calabria, Eng.D.,<br />
Ramona Maranta, Biol.Sci.D., Paola Cassis, Ph.D., Simona Buelli, Ph.D., Susanna Tomasoni, Ph.D., Rossella Piras,<br />
Chem.Pharm.D., Mira Krendel, Ph.D., Serena Bettoni, Biotech.D., Marina Morigi, Ph.D., Massimo Delledonne,<br />
Ph.D., Carmine Pecoraro, M.D., Isabella Abbate, Ph.D., Maria Rosaria Capobianchi, Ph.D., Friedhelm Hildebrandt,<br />
M.D., Edgar Otto, M.D., Franz Schaefer, M.D., Fabio Macciar<strong>di</strong>, M.D., Fatih Ozaltin, M.D., Sevinc Emre, M.D.,<br />
Tulin Ibsirlioglu, Ph.D., Ariela Benigni, Ph.D., Giuseppe Remuzzi, M.D., and Marina Noris, Ph.D., for the PodoNet<br />
Consortium<br />
MYO1E Mutations and Childhood Familial Focal Segmental Glomerulosclerosis<br />
N Engl J Med. 2011 Jul 28;365(4):295-306. Epub 2011 Jul 14.<br />
Ozaltin F, Ibsirlioglu T, Taskiran EZ, Baydar DE, Kaymaz F, Buyukcelik M, Kilic BD, Balat A, Iatropoulos P, Asan<br />
E, Akarsu NA, Schaefer F, Yilmaz E, Bakkaloglu A; PodoNet Consortium.<br />
Disruption of PTPRO causes childhood-onset nephrotic syndrome<br />
Am J Hum Genet. 2011 Jul 15;89(1):139-47. Epub 2011 Jun 30.<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Banca <strong>di</strong> materiale biologico e caratterizzazione delle nefropatie ere<strong>di</strong>tarie<br />
L’obiettivo del progetto è quello <strong>di</strong> raccogliere dati clinici e campioni <strong>di</strong> materiale biologico<br />
relativi a pazienti affetti da alcune malattie genetiche rare, e ai rispettivi familiari. Per<br />
realizzarlo sono stati creati un Archivio informatizzato dei casi segnalati e una Banca per la<br />
raccolta e la conservazione dei campioni biologici. La <strong>di</strong>sponibilità dei dati clinici e dei<br />
campioni biologici relativi ai casi raccolti, consente <strong>di</strong> eseguire test biochimici e genetici<br />
nell’ambito <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca finalizzati a comprendere sempre meglio la patogenesi delle<br />
malattie e a definire i trattamenti che più efficacemente potrebbero prevenirle o curarle.<br />
L’attenzione è focalizzata in particolare sulle malattie genetiche rare del rene. Al paziente<br />
affetto da una rara nefropatia ere<strong>di</strong>taria (es. sindrome <strong>di</strong> Alport, malattia <strong>di</strong> Fabry,<br />
glomerulopatia con depositi <strong>di</strong> fibronectina, malattia cistica della midollare, cistinuria,<br />
sindrome <strong>di</strong> Gitelman) che si rivolga al Centro viene offerta una valutazione clinica<br />
comprendente raccolta dei dati anamnestici, visita me<strong>di</strong>ca, ecografia renale, esami <strong>di</strong> laboratorio<br />
(del sangue e delle urine). In tale occasione viene inoltre offerta una consulenza genetica, e<br />
ricostruita la storia familiare nonché l’albero genealogico. Previo consenso informato scritto<br />
sono infine raccolti campioni <strong>di</strong> sangue, dai pazienti e familiari, che vengono etichettati con<br />
appositi co<strong>di</strong>ci e conservati nella Banca <strong>di</strong> materiale biologico. Per le nefropatie ere<strong>di</strong>tarie <strong>di</strong> cui<br />
sono noti i geni responsabili (es. sindrome <strong>di</strong> Alport, malattia <strong>di</strong> Fabry, malattia cistica della<br />
midollare, cistinuria), i campioni <strong>di</strong> sangue vengono inviati ai Laboratori <strong>di</strong> riferimento. Per le<br />
altre nefropatie, <strong>di</strong> cui è recente o ancora in corso l’identificazione dei geni implicati, i campioni<br />
<strong>di</strong> sangue vengono conservati con l’obiettivo <strong>di</strong> utilizzarli nell’ambito <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca.<br />
Stu<strong>di</strong>o delle anomalie genetiche e biochimiche nella Sindrome Emolitico<br />
Uremica e nella Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />
La Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e la Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) sono<br />
malattie rare caratterizzate da anemia emolitica, <strong>di</strong>minuzione del numero delle piastrine e<br />
396<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), con prevalente<br />
coinvolgimento dei reni nella SEU e del sistema nervoso nella PTT. Nella loro forma tipica<br />
SEU e PTT si manifestano con un evento acuto, seguito da guarigione senza conseguenze<br />
nell’80-90% dei casi; ciò può avvenire spontaneamente (come in molti casi <strong>di</strong> SEU infantile,<br />
associata a infezione gastrointestinale) oppure dopo infusione <strong>di</strong> plasma o plasmaferesi. Alcuni<br />
pazienti vanno invece incontro a una remissione transitoria, seguita da ricadute che comportano<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> danni renali o neurologici permanenti (forme ricorrenti). Esistono inoltre varianti<br />
estremamente rare <strong>di</strong> SEU/PTT, denominate familiari, in cui sono colpiti almeno due soggetti<br />
nella stessa famiglia.<br />
Il Laboratorio coor<strong>di</strong>na dal 1996 il Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari <strong>di</strong><br />
SEU/PTT. Tale iniziativa ha permesso <strong>di</strong> raccogliere oltre 800 casi <strong>di</strong> SEU/PTT segnalati da<br />
circa 100 Centri Italiani e da 80 Centri stranieri (Europei ed extra Europei) e <strong>di</strong> impostare<br />
specifici progetti <strong>di</strong> ricerca in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del<br />
Trapianto e Malattie Rare e con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia Cellulare - <strong>Negri</strong> Bergamo. In circa la<br />
metà dei casi <strong>di</strong> SEU e nei casi familiari <strong>di</strong> PTT è stato possibile identificare un fattore genetico<br />
pre<strong>di</strong>sponente lo sviluppo della malattia; la maggior parte dei casi <strong>di</strong> PTT ricorrente sono invece<br />
su base autoimmunitaria.<br />
MA.RES.CO.: database delle malattie e delle malformazioni respiratorie<br />
congenite<br />
La <strong>di</strong>agnosi nel neonato con sintomatologia respiratoria è spesso <strong>di</strong>fficile a causa della rarità<br />
della patologia o della sindrome ad essa sottesa. Il Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o MA.RES.CO. (acronimo<br />
per Malattie e Malformazioni Respiratorie Congenite), costituitosi all’interno della sezione<br />
lombarda della Società Italiana <strong>di</strong> Neonatologia in collaborazione con il Centro <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento della Rete Regionale per le Malattie Rare dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>, ha come<br />
obiettivo quello <strong>di</strong> facilitare il percorso <strong>di</strong>agnostico nelle patologie respiratorie del neonato e <strong>di</strong><br />
fornire informazioni utili sulla casistica e sull’evoluzione nel tentativo <strong>di</strong> facilitare le scelte<br />
terapeutiche e la comprensione prognostica del caso.<br />
Nel database MA.RES.CO. le malattie e le sindromi malformative sono or<strong>di</strong>nate in categorie a<br />
seconda della localizzazione anatomica dei <strong>di</strong>fetti respiratori presentati. Per ogni entità clinica è<br />
stata redatta una scheda nella quale viene riportata una descrizione essenziale, ma completa,<br />
nella quale viene dato risalto alle caratteristiche della sintomatologia respiratoria. Per ogni<br />
patologia compresa nell’elenco delle malattie rare esentabili viene, inoltre, fornito il link ai<br />
Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> riferimento della regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Il database MA.RES.CO. è principalmente rivolto all’uso da parte dei professionisti, in<br />
particolare del pe<strong>di</strong>atra neonatologo e del <strong>di</strong>smorfologo. La completezza dei sintomi e dei segni<br />
raccolti, ricercabili anche in modo trasversale in più sindromi attraverso la possibilità della<br />
ricerca libera, e i cenni alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale possono risultare particolarmente utili<br />
nell’inquadramento <strong>di</strong> casi atipici o sfumati. Il database è accessibile dalla homepage del sito<br />
del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento all’in<strong>di</strong>rizzo:<br />
http://malattierare.marionegri.it/.<br />
Identificazione <strong>di</strong> nuovi geni associati alla Sindrome Nefrosica Steroido-<br />
Resistente<br />
La Sindrome Nefrosica Steroido-Resistente (SNSR) è una rara causa <strong>di</strong> patologia renale cronica<br />
caratterizzata dall'assenza <strong>di</strong> risposta ai corticosteroi<strong>di</strong>, la terapia elettiva per la Sindrome<br />
Nefrosica (SN); quest’ultima è una con<strong>di</strong>zione causata da alterazioni dei glomeruli renali e<br />
caratterizzata da consistente proteinuria, ipoalbuminemia, edema e iperlipidemia.<br />
La SNSR colpisce 3-4 bambini su 100.000 sotto i 16 anni <strong>di</strong> età e rappresenta circa il 30% delle<br />
forme primarie <strong>di</strong> glomerulopatia nei giovani adulti. Si pensa che i casi <strong>di</strong> SNSR siano dovuti ad<br />
un <strong>di</strong>fetto primario nella barriera <strong>di</strong> filtrazione glomerulare, che non può essere corretto dalla<br />
397<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
terapia con immunosoppressori. Non esiste una cura specifica della malattia e in circa la metà<br />
dei casi questa patologia renale cronica evolve in insufficienza renale terminale con necessità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>alisi entro 10 anni dalla <strong>di</strong>agnosi.<br />
Ci sono <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> SNSR; la Glomerulosclerosi Focale Segmentale e la Glomerulopatia a<br />
lesioni minime (Minimal Change Disease) rappresentano la maggioranza dei casi; i rimanenti<br />
sono più spesso <strong>di</strong>agnosticati come Sclerosi Mesangiale Diffusa. In alcuni casi <strong>di</strong> SNSR<br />
possono essere riconosciute forme familiari <strong>di</strong> Nefropatia da IgA o <strong>di</strong> Glomerulopatia con<br />
depositi <strong>di</strong> fibronectina.<br />
Oltre alle forme isolate <strong>di</strong> SNSR, sono state descritte <strong>di</strong>verse sindromi caratterizzate da SNSR<br />
con manifestazioni extra-renali, come la sindrome <strong>di</strong> Denys-Drash, i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni MYH9-correlati, e<br />
la sindrome Reni-Coloboma.<br />
Tra i casi <strong>di</strong> SNSR familiare, sono state descritte sia forme a trasmissione autosomica<br />
dominante che forme a trasmissione autosomica recessiva. La forma autosomica dominante <strong>di</strong><br />
SNSR è generalmente meno severa, rispetto alla forma recessiva, e si manifesta solitamente in<br />
età adulta.<br />
Obiettivo del progetto è l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi fattori genetici associati alla malattia; ciò<br />
permetterà <strong>di</strong> ampliare le conoscenze sulle cause genetiche e <strong>di</strong> migliorare i criteri <strong>di</strong>agnostici.<br />
La caratterizzazione funzionale delle proteine co<strong>di</strong>ficate dai nuovi geni scoperti permetterà <strong>di</strong><br />
acquisire nuove conoscenze sulle proteine che regolano la funzione della barriera filtrante del<br />
glomerulo renale e <strong>di</strong> capire le conseguenze delle loro alterazioni per <strong>di</strong>segnare terapie<br />
specifiche ed evitare l'uso <strong>di</strong> farmaci inefficaci e tossici.<br />
Gestione del Registro Regionale delle Malattie Rare<br />
La Rete regionale per le malattie rare della Lombar<strong>di</strong>a è attualmente costituita da 31 Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
riferimento, da un Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento e dalle 15 Aziende Sanitarie Locali (ASL) presenti<br />
sul territorio. I Presi<strong>di</strong> sono in<strong>di</strong>viduati tra quelli in possesso <strong>di</strong> documentata esperienza in<br />
attività <strong>di</strong>agnostica o terapeutica specifica per le malattie o per i gruppi <strong>di</strong> malattie rare, nonché<br />
<strong>di</strong> idonea dotazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> servizi complementari (per es. <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />
genetica). Il ruolo <strong>di</strong> Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento è stato affidato al Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />
per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
La Rete regionale si avvale, inoltre, <strong>di</strong> un organismo trasversale con funzioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
operativo, <strong>di</strong>scussione e con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> strategie comuni denominato Gruppo <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
Regionale ai cui lavori partecipano rappresentati della Regione, del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento,<br />
dei Presi<strong>di</strong>, delle ASL e delle Associazioni <strong>di</strong> pazienti. La Lombar<strong>di</strong>a ha attivato un proprio<br />
registro, il Registro Lombardo delle Malattie Rare (RLoMR). Da <strong>di</strong>cembre 2006 il RLoMR è<br />
implementato via web per mezzo <strong>di</strong> un applicativo informatico de<strong>di</strong>cato (Sistema Malattie Rare)<br />
che opera nell’ambito del sistema informativo Carta Regionale dei Servizi - Sistema<br />
Informativo Socio Sanitario (CRS-SISS). La piattaforma CRS-SISS fornisce l’infrastruttura <strong>di</strong><br />
base per la sicurezza, l’identificazione certa <strong>di</strong> operatori e assistiti, la firma elettronica e<br />
l’integrazione <strong>di</strong> flussi clinici e amministrativi. L’implementazione del RLoMR viene svolta dai<br />
me<strong>di</strong>ci dei Presi<strong>di</strong> previa autenticazione al sistema CRS-SISS. I dati raccolti comprendono<br />
informazioni anagrafiche, assistenziali, demografiche e cliniche (<strong>di</strong>agnosi, modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />
e informazioni relative all’eventuale terapia farmacologica). La gestione dei dati del RLoMR è<br />
un compito del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento che provvede alla loro validazione ed analisi, alla<br />
produzione <strong>di</strong> rapporti e all’invio del dataset con<strong>di</strong>viso (sottoinsieme <strong>di</strong> dati richiesti dal<br />
Registro Nazionale delle Malattie Rare) all’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità.<br />
Il RLoMR costituisce uno strumento fondamentale per lo stu<strong>di</strong>o dell’epidemiologia delle<br />
malattie rare, per promuovere il confronto tra gli specialisti, per la valutazione dell’efficacia e<br />
dei costi e per la programmazione delle iniziative <strong>di</strong> sanità pubblica, anche a livello nazionale<br />
attraverso l’attiva collaborazione con il Registro Nazionale.<br />
I rapporti sull’attività del RLoMR descrivono i dati archiviati dai me<strong>di</strong>ci dei Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
riferimento per mezzo dell’applicativo Sistema Malattie Rare e validati dagli operatori del<br />
398<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento. I rapporti possono essere consultati e scaricati dal sito web del Centro<br />
<strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
http://malattierare.marionegri.it/<br />
Al 31 <strong>di</strong>cembre 2011, il RLoMR contiene 16031 schede <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia rara archiviate e<br />
validate e 4575 piani terapeutici archiviati e validati.<br />
Anomalie del Complemento nella Glomerulonefrite Membranoproliferativa<br />
La Glomerulonefrite Membranoproliferativa (GNMP) primaria è una rara causa d’insufficienza<br />
renale cronica che si manifesta principalmente nei bambini e nei giovani adulti e che ha spesso<br />
un’evoluzione sfavorevole.<br />
Ci sono scarsi dati sull’epidemiologia della GNMP, quin<strong>di</strong> un primo obiettivo <strong>di</strong> questo<br />
progetto è la raccolta <strong>di</strong> dati clinici e <strong>di</strong> campioni biologici da pazienti ben caratterizzati. A tale<br />
proposito, il Laboratorio coor<strong>di</strong>na dal 2006 il Registro Italiano della forma primaria <strong>di</strong> GNMP<br />
che ha permesso <strong>di</strong> raccogliere finora 126 casi (27 dei quali con GNMP tipo II, la forma più<br />
rara). I pazienti inclusi nello stu<strong>di</strong>o vengono sottoposti, oltre che ad un colloquio per raccogliere<br />
la storia clinica e familiare, ad un prelievo del sangue per le analisi biochimiche e genetiche, e<br />
in tale occasione viene offerta sia a loro che ai familiari una consulenza genetica.<br />
Le cause della GNMP sono ancora sconosciute. I dati <strong>di</strong>sponibili in<strong>di</strong>cano che l’eccessiva<br />
attivazione del complemento, dovuta ad anomalie autoimmuni e genetiche, gioca un ruolo<br />
nell’indurre danni al rene e ad altri organi. Il complemento è un sistema complesso <strong>di</strong> proteine<br />
che sono deputate alla risposta immune contro batteri e virus. In con<strong>di</strong>zioni fisiologiche le<br />
cellule umane sono protette dall’attacco del complemento da una serie <strong>di</strong> inibitori. Questo<br />
sistema <strong>di</strong> regolazione è deficitario nella GNMP e il complemento attacca le cellule del proprio<br />
organismo. L’obiettivo principale <strong>di</strong> questo progetto, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong><br />
Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare, è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> identificare i <strong>di</strong>fetti genetici<br />
e acquisiti che causano l’attivazione del complemento nella GNMP e stabilire se vi è<br />
un’associazione tra specifiche anomalie e il quadro clinico. Nel 10% dei casi (metà dei quali con<br />
GNMP tipo II) è già stato possibile identificare nell’ambito del sistema del complemento un<br />
fattore genetico pre<strong>di</strong>sponente lo sviluppo della malattia, mentre nel 30% dei casi è risultata<br />
positiva l’attività <strong>di</strong> C3NeF (un autoanticorpo che lega la C3-convertasi).<br />
399<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
400<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
COORDINAMENTO RAPPORTI<br />
INTERNAZIONALI PER LE MALATTIE<br />
RARE<br />
PERSONALE<br />
Capo Laboratorio<br />
Arrigo SCHIEPPATI, Dr.Med.<br />
401<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
CURRICULUM VITAE<br />
Arrigo Schieppati si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1978 e si è specializzato in Nefrologia<br />
Me<strong>di</strong>ca nel 1984 presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Ha svolto la propria formazione nei<br />
Laboratori <strong>Negri</strong> Bergamo con il Dr. Remuzzi, completandola con stage presso il Laboratorio del Prof.<br />
Patrono (Università Cattolica <strong>di</strong> Roma), il Laboratorio del Prof. John Gordon (Cambridge, GB), e la<br />
Divisione <strong>di</strong> Malattie Renali dell’University of Colorado Me<strong>di</strong>cal School, <strong>di</strong>retta dal Dr. Schrier (Denver,<br />
USA). Dal 1982 svolge la propria attività clinica presso la Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong><br />
Bergamo, dove è responsabile dell’Ambulatorio e Day Hospital. Dal 1992 è stato Capo unità del Centro<br />
<strong>di</strong> Informazione per le Malattie Rare e dal 1996 Capo laboratorio presso il Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />
per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Aree <strong>di</strong> interesse: <strong>di</strong>agnosi e terapia delle malattie renali croniche; <strong>di</strong>agnosi e terapia dell’ipertensione<br />
arteriosa; malattie renali rare.<br />
Affiliazioni: Comitato Etico dell’AO Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; referente dell’AO Ospedali Riuniti<br />
per le malattie rare e membro del Gruppo <strong>di</strong> lavoro sulle malattie rare della Regione Lombar<strong>di</strong>a; Comitato<br />
Scientifico dell’Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate; membro della Task Force on Rare Diseases (DG<br />
Health and Consumer Protection); membro della International Society of Nephrology e dell’American<br />
Society of Nephrology; membro dell’E<strong>di</strong>torial Board del Journal of Nephrology.<br />
Principali pubblicazioni<br />
1. Whitfield K, Huemer KH, Winter D, Thirstrup S, Libersa C, Barraud B, Kubiak C, Stankovski L, Grählert X, Dreier G,<br />
Geismann S, Kuchinke W, Strenge-Hesse A, Temesvari Z, Blasko G, Kardos G, O'Brien T, Cooney M, Gaynor S, Schieppati<br />
A, Serrano M, de Andres F, Sanz N, Hernández R, Kreis G, Asker-Hagelberg C, Johansson H, Asghar A, Husson JM,<br />
Demotes J, Gluud C. Compassionate use of interventions: results of a European Clinical Research Infrastructures Network<br />
(ECRIN) survey of ten European countries. Trials. 2010 Nov 12;11:104.<br />
2. Schieppati A, Henter J I, Daina E, Aperia A. Why rare <strong>di</strong>seases are an important me<strong>di</strong>cal and social issue. Lancet. 2008 June<br />
14; 371:2039-55.<br />
3. Schieppati A, Remuzzi G. Chronic renal <strong>di</strong>seases as a public health problem: epidemiology, social, and economic<br />
implications. Kidney Int Suppl. 2005 Sep;(98):S7-S10.<br />
4. Remuzzi G, Schieppati A, Boissel JP, Garattini S, Horton R. Independent clinical research in Europe. Lancet. 2004 Nov 6-<br />
12;364(9446):1723-6.<br />
5. Schieppati A, Perna A, Zamora J, Giuliano GA, Braun N, Remuzzi G. Immunosuppressive treatment for i<strong>di</strong>opathic<br />
membranous nephropathy in adults with nephrotic syndrome. Cochrane Database Syst Rev. 2004 Oct 18;(4):CD004293.<br />
6. Remuzzi G, Schieppati A, Ruggenenti P. Clinical practice. Nephropathy in patients with type 2 <strong>di</strong>abetes. N Engl J Med. 2002<br />
Apr 11;346(15):1145-51.<br />
7. Schieppati A, Remuzzi G, Garattini S. Modulating the profit motive to meet needs of the less-developed world. Lancet. 2001<br />
Nov 10;358(9293):1638-41.<br />
INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO<br />
Il laboratorio Coor<strong>di</strong>namento Rapporti Internazionali per le Malattie Rare è stato creato come<br />
evoluzione del precedente laboratorio de<strong>di</strong>cato all’informazione sulle malattie rare. La<br />
creazione <strong>di</strong> questo laboratorio rappresenta l’evoluzione delle attività nel campo delle malattie<br />
rare dell’<strong>Istituto</strong> e la necessità della proiezione verso la <strong>di</strong>mensione internazionale, soprattutto<br />
europea, delle nostre iniziative sulle malattie rare.<br />
<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, Assessorato alla Sanità<br />
UNIAMO Federazione Italiana Malattie rare<br />
COLLABORAZIONI NAZIONALI<br />
402<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
A.O. Ospedali Riuniti, Bergamo<br />
Associazione BergamoScienza<br />
COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI<br />
ICORD Society - International Conference on Rare Diseases and Orphan Drugs<br />
EURORDIS Rare Diseases Europe, non-governmental patient-driven alliance<br />
ECRIN - European Clinical Research Infrastructures Network<br />
ICRDOD - Information Centre for Rare Diseases and Orphan Drugs, Bulgaria<br />
Journal of Nephrology<br />
PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI<br />
PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />
External Advisory Board E-Rare (ERA-Net for research programs on rare <strong>di</strong>seases).<br />
Gruppo <strong>di</strong> Lavoro con funzioni <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento operativo e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> strategie<br />
comuni per la prevenzione, la sorveglianza, la <strong>di</strong>agnosi, la terapia delle malattie rare, ai sensi del<br />
D.M. 18/5/2001, N°279, istituito dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a (Delibera Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
N°7328, 11/12/2001).<br />
Comitato Scientifico A.O. Bolognini <strong>di</strong> Seriate.<br />
Comitato Etico, A.O. Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo<br />
PARTECIPAZIONE A EVENTI CON CONTRIBUTI DEL<br />
LABORATORIO<br />
EUROPLAN Final Conference<br />
Roma, 25 febbraio 2011<br />
Meeting BURQOL_RD<br />
Madrid, 23 maggio 2011<br />
Riunione Tecnica Progetto BURQOL_RD<br />
Roma, 12 settembre 2011<br />
Convegno Genetica e sor<strong>di</strong>tà, recenti acquisizioni cliniche e biologiche<br />
Varese, 14 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Commissione Europea (DG SANCO)<br />
CONTRIBUTI E CONTRATTI<br />
403<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE<br />
NELL'ANNO 2011<br />
Remuzzi G, Schieppati A<br />
Why rare <strong>di</strong>seases.<br />
Ann. Ist. Super Sanità 2011; 47: 94-97<br />
ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL<br />
2011<br />
Arrigo Schieppati<br />
La coda lunga dell'11 settembre<br />
Pubblicato su Scienza in Rete, 14 settembre, 2011 (http://www.scienzainrete.it)<br />
Giuseppe Remuzzi, Arrigo Schieppati<br />
Ricerca scientifica e paradossi italiani<br />
Corriere della Sera – Salute, 13 ottobre 2011<br />
Arrigo Schieppati<br />
L'eclissi della scienza in Italia<br />
Pubblicato su Scienza in Rete, 14 ottobre, 2011 (http://www.scienzainrete.it)<br />
ATTIVITA' DI RICERCA<br />
Progetto Europeo per lo Sviluppo <strong>di</strong> Piani Nazionali sulle Malattie Rare -<br />
EUROPLAN<br />
Iniziato nell'aprile 2008 come parte del Programma <strong>di</strong> Azioni Comunitarie nel campo della<br />
Salute Pubblica, EUROPLAN è un progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea<br />
(DG SANCO).<br />
Lo scopo principale del progetto è produrre Raccomandazioni su come sviluppare strategie e<br />
piani nazionali per le malattie rare. Al progetto partecipano 25 Paesi europei e EURORDIS,<br />
l'alleanza europea <strong>di</strong> pazienti e associazioni <strong>di</strong> malattie rare. EUROPLAN è coor<strong>di</strong>nato dal<br />
Centro Nazionale Malattie Rare dell’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità, Roma. L’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong><br />
ha preso parte ai lavori in qualità <strong>di</strong> Associated partner.<br />
Le raccomandazioni <strong>di</strong> EUROPLAN sono state presentate in occasione <strong>di</strong> conferenze<br />
organizzate da EURORDIS in Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia,<br />
Ungheria, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Spagna, Svezia, Regno Unito e<br />
Polonia per valutare la loro trasferibilità nei rispettivi Paesi e stimolare il <strong>di</strong>battito nazionale tra<br />
le parti interessate.<br />
Le Raccomandazioni EUROPLAN sono focalizzate su sette aree <strong>di</strong> intervento, che riflettono le<br />
Raccomandazioni del Consiglio dell'UE:<br />
Area 1 - Piani o Strategie nel settore delle malattie rare<br />
Area 2 - Definizione, co<strong>di</strong>fica e inventario adeguati delle malattie rare<br />
Area 3 - Ricerca sulle malattie rare<br />
Area 4 - Centri <strong>di</strong> expertise e reti europee <strong>di</strong> riferimento per le malattie rare<br />
Area 5 - Riunire a livello europeo le competenze sulle malattie rare<br />
Area 6 - Empowerment delle organizzazioni dei pazienti<br />
Area 7 – Sostenibilità<br />
404<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
http://www.europlanproject.eu/Home.aspx<br />
European Clinical Research Infrastructures Network – ECRIN<br />
ECRIN è un’infrastruttura senza scopo <strong>di</strong> lucro che si pone l’obiettivo <strong>di</strong> supportare progetti <strong>di</strong><br />
ricerca clinica in Europa. Il network fornisce ai ricercatori informazioni, consulenze e servizi<br />
per la progettazione e la realizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici multinazionali in ogni settore della<br />
me<strong>di</strong>cina. L’attività è particolarmente significativa nel sostenere iniziative accademiche o<br />
sponsorizzate da piccole e me<strong>di</strong>e imprese, così come nel settore delle malattie rare dove la<br />
cooperazione internazionale è una con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile per il progresso della ricerca. Tra i<br />
settori nei quali ECRIN si propone <strong>di</strong> agire favorevolmente a livello europeo si possono<br />
ricordare: ricerca e innovazione, con particolare riferimento allo sviluppo <strong>di</strong> biotecnologie e<br />
farmaci; sviluppo <strong>di</strong> nuovi modelli <strong>di</strong> assistenza sanitaria; malattie rare; ricerca traslazionale;<br />
appropriatezza dei trattamenti; sicurezza dei pazienti; contenimento dei costi <strong>di</strong> assistenza<br />
sanitaria; promozione della me<strong>di</strong>cina basata sulle evidenze e prevenzione. Il progetto mira a<br />
ridurre le <strong>di</strong>suguaglianze sanitarie in Europa e a garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari<br />
tenendo conto dei contesti nazionali e delle caratteristiche della popolazione.<br />
http://www.ecrin.org/<br />
Social economic burden and health-related quality of life in patients with<br />
rare <strong>di</strong>seases in Europe - BURQOL-RD<br />
BURQOL-RD è un progetto triennale, iniziato nell'aprile 2010, che si svolge nell’ambito del 2°<br />
Programma <strong>di</strong> Azioni Comunitarie nel campo della Salute Pubblica (DG Sanco) ed è coor<strong>di</strong>nato<br />
dalla Canary Foundation of Investigation and Health (FUNCIS).<br />
Scopo principale è quello <strong>di</strong> generare un modello per quantificare i costi socio-economici e la<br />
qualità della vita <strong>di</strong> pazienti con malattie rare e operatori sanitari in <strong>di</strong>versi paesi europei. Tale<br />
modello sarà utile per stu<strong>di</strong>are le <strong>di</strong>fferenze nella assistenza sanitaria e sociale nei <strong>di</strong>versi Stati<br />
membri. Le informazioni generate contribuiranno inoltre a programmare le politiche <strong>di</strong><br />
assistenza ai pazienti con malattie rare, facilitare la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> protocolli assistenziali,<br />
confrontare la <strong>di</strong>sponibilità e l'accesso alle risorse sanitarie specifiche in ciascun paese. Dopo un<br />
processo <strong>di</strong> selezione accurata, è stato definito un insieme <strong>di</strong> 10 malattie rare per le quali<br />
saranno raccolte informazioni: fibrosi cistica, sindrome <strong>di</strong> Prader-Willi, emofilia, <strong>di</strong>strofia<br />
muscolare <strong>di</strong> Duchenne, epidermolisi bollosa, sindrome X fragile, sclerodermia,<br />
mucopolisaccaridosi, artrite i<strong>di</strong>opatica giovanile, istiocitosi.<br />
Per ciascuna <strong>di</strong> queste malattie è stato approntato un questionario destinato ad essere<br />
somministrato ai pazienti e/o ai loro caregiver, per valutare il “burden” economico e sociale che<br />
grava sui pazienti affetti da una malattia rara e sui loro familiari. I questionari sono stati messi a<br />
punto da FUNCIS, e tradotti e adattati alla realtà italiana dai partner italiani del progetto (oltre<br />
all’<strong>Istituto</strong> <strong>Negri</strong>, l’<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità e l’Università Bocconi). A breve<br />
(Febbraio/Marzo 2012) deve partire la <strong>di</strong>ffusione dei questionari tra le associazioni dei pazienti,<br />
che a loro volta chiederanno ai loro associati <strong>di</strong> partecipare allo stu<strong>di</strong>o compilando online i<br />
questionari. Il raccordo tra i ricercatori italiani che partecipano a BURQOL e le associazioni dei<br />
pazienti è stato attuato dalla Federazione delle associazioni UNIAMO.<br />
E’ previsto un incontro annuale dei partecipanti al progetto (il prossimo sarà a Bruxelles a<br />
Maggio).<br />
L’<strong>Istituto</strong> partecipa al progetto BURQOL-RD come Associated partner.<br />
http://burqol-rd.com/index.html.<br />
405<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
406<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti<br />
Chiara Cucchi De Alessandri e<br />
Gilberto Crespi<br />
Il Centro <strong>Ricerche</strong> Trapianti (CRT) è nato nel 2002 per sostenere e promuovere il lavoro dei<br />
migliori ricercatori <strong>di</strong> tutto il mondo e per portare a termine importanti programmi <strong>di</strong> ricerca<br />
nell'ambito della trapiantologia.<br />
Il Centro ha sede a Villa Camozzi (Ranica), presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Bergamo ed è<br />
gestito in collaborazione con l'<strong>Istituto</strong> stesso.<br />
Lo staff del CRT è composto prevalentemente da ricercatori senior e junior che si sono formati<br />
nei Laboratori dell'lstituto <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Bergamo nell'ambito dell'immunologia del trapianto,<br />
della ricerca <strong>di</strong> farmaci immunosoppressori meno tossici e <strong>di</strong> nuove tecniche <strong>di</strong> terapia genica<br />
per prevenire il rigetto acuto del trapianto d'organo.<br />
Informazioni sulle attività <strong>di</strong> ricerca del Centro sono presenti nelle attività dei Dipartimenti <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Molecolare (Laboratorio <strong>di</strong> Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare) e<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Renale (Laboratorio <strong>di</strong> Farmacocinetica e Chimica Clinica).<br />
407<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
408<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
L’ATTIVITA’ DIDATTICA<br />
Responsabile Attività Didattica – Dott. <strong>Mario</strong> Salmona<br />
L’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> ha una consolidata tra<strong>di</strong>zione nella formazione <strong>di</strong> giovani laureati e<br />
<strong>di</strong>plomati in biome<strong>di</strong>cina avendo addestrato dal 1963, data <strong>di</strong> inizio della sua attività, oltre 6.000<br />
allievi. L’eccellenza dei corsi <strong>di</strong> formazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> è <strong>di</strong>mostrata dalla capacità<br />
<strong>di</strong> tutti gli allievi <strong>di</strong> inserirsi nelle strutture accademiche, industriali e nazionali <strong>di</strong> ricerca in<br />
Italia e all’estero. Le scuole <strong>di</strong> formazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> non sono frequentate solo<br />
da allievi residenti in Lombar<strong>di</strong>a, ma assai spesso da studenti provenienti da altre regioni<br />
italiane e dall’estero.<br />
Il Corso <strong>di</strong> Formazione per Specialisti in Ricerca Farmacologica, riconosciuto dalla Regione<br />
Lombar<strong>di</strong>a, rappresenta il primo percorso formativo post-laurea che l’<strong>Istituto</strong> ha offerto agli<br />
allievi. Nel 2009 la Regione Lombar<strong>di</strong>a ha iniziato una revisione dei corsi <strong>di</strong> formazione<br />
professionale e ha prodotto un Albo ad hoc denominato “Quadro Regionale degli Standard<br />
Professionali” (QRSP) che elenca tutti i corsi <strong>di</strong> formazione riconosciuti. Con il decreto n.<br />
14355 del 22/12/2009, la Regione Lombar<strong>di</strong>a ha approvato il nuovo profilo professionale<br />
denominato “Specialisti in Ricerca Biome<strong>di</strong>ca” (ex Specialisti in Ricerca Farmacologica)<br />
presentato dall’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>.<br />
Negli ultimi quin<strong>di</strong>ci anni sono stati proposti dei nuovi corsi post-laurea che ampliano il<br />
ventaglio delle possibilità <strong>di</strong> formazione. In particolare nel 1996 nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Bergamo<br />
e Ranica (BG) è stato attivato un corso <strong>di</strong> Ph.D riconosciuto dalla Open University inglese e,<br />
più recentemente, presso le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bergamo sono iniziati dei corsi <strong>di</strong> Ph.D nell’ambito <strong>di</strong><br />
convenzioni con le università olandesi <strong>di</strong> Groningen e Maastricht. Queste università hanno<br />
appurato la qualità della ricerca e della formazione che viene fatta nel nostro <strong>Istituto</strong> e hanno<br />
accettato che la parte sperimentale del dottorato fosse condotta in<strong>di</strong>stintamente in una delle tre<br />
se<strong>di</strong>. La responsabilità della ricerca che l’allievo svolge viene delegata ad un ricercatore senior<br />
dell’<strong>Istituto</strong>. Secondo una prassi ormai consolidata a livello europeo, la <strong>di</strong>scussione finale della<br />
tesi viene fatta in lingua inglese, scegliendo degli esaminatori stranieri estranei al progetto<br />
stesso.<br />
Queste considerazioni <strong>di</strong>mostrano che il nostro <strong>Istituto</strong> fornisce una formazione <strong>di</strong> eccellenza<br />
nel campo della biome<strong>di</strong>cina e l’alto numero degli iscritti ai vari corsi ne rappresenta una chiara<br />
testimonianza.<br />
Dal 1 gennaio 2009 è stato introdotto il corso “Scuola Avanzata <strong>di</strong> Farmacologia Applicata” che<br />
ha come obiettivo la formazione <strong>di</strong> ricercatori nel campo della farmacologia applicata. Il<br />
percorso formativo che si propone contempla uno stretto <strong>rapporto</strong> fra la preparazione culturale<br />
avanzata e l’esperienza pratica <strong>di</strong> lavoro sperimentale.<br />
Dal mese <strong>di</strong> gennaio 2009, l’<strong>Istituto</strong> ha introdotto tra i suoi corsi il Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in<br />
Scienze <strong>Farmacologiche</strong> riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca con Decreto<br />
Ministeriale in data 11 Novembre 2008.<br />
E’ utile sottolineare che i corsi <strong>di</strong> formazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> non offrono<br />
semplicemente una specializzazione ulteriore rispetto al corso <strong>di</strong> laurea, ma il metodo e le<br />
conoscenze tecniche per condurre una sperimentazione scientifica <strong>di</strong> alto livello. Questo è un<br />
aspetto assai critico per il nostro Paese dato che la popolazione dei ricercatori tende ad<br />
invecchiare e il ricambio generazionale avviene con grande lentezza.<br />
Gli allievi svolgono la loro attività <strong>di</strong> specializzazione prevalentemente in un laboratorio<br />
dell’<strong>Istituto</strong> e sono progressivamente inseriti nei programmi <strong>di</strong> ricerca in corso. Essi sono tenuti<br />
a frequentare lezioni, seminari, corsi e convegni e a utilizzare la biblioteca interna. L’<strong>Istituto</strong><br />
fornisce a tutti gli allievi la possibilità <strong>di</strong> utilizzare Internet per l’accesso alle basi <strong>di</strong> dati <strong>di</strong><br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
biome<strong>di</strong>cina e stampare in linea gli articoli delle principali riviste scientifiche. Gli allievi<br />
devono essere <strong>di</strong>sponibili a recarsi all’estero per partecipare a corsi e congressi.<br />
Tutti gli allievi dei corsi fruiscono <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o; dal 1963 al 2010 ne sono state erogate<br />
7.200 <strong>di</strong> cui 750 a ricercatori stranieri. L’<strong>Istituto</strong> favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro<br />
degli allievi dopo il conseguimento del <strong>di</strong>ploma.<br />
I corsi attualmente tenuti sono:<br />
• Corso triennale per laureati, che porta al conseguimento del <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> “SPECIALISTA IN<br />
RICERCA BIOMEDICA” (in collaborazione con la Regione Lombar<strong>di</strong>a).<br />
• Corso triennale per <strong>di</strong>plomati, che porta al conseguimento del <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> “TECNICO IN<br />
RICERCA BIOCHIMICA”.<br />
• Corso <strong>di</strong> Ph.D (Dottorato <strong>di</strong> Ricerca) nell’ambito <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> siglati con la Open University<br />
(UK) e le Università <strong>di</strong> Maastricht e <strong>di</strong> Groningen (NL). La durata <strong>di</strong> questi corsi varia da 3 a 4<br />
anni a seconda dei risultati ottenuti.<br />
• Scuola Avanzata <strong>di</strong> Farmacologia Applicata (SAFA) per laureati, della durata <strong>di</strong> due anni.<br />
• Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Scienze <strong>Farmacologiche</strong> riconosciuto dal Ministero dell’Università e<br />
della Ricerca, della durata <strong>di</strong> tre anni.<br />
• Master <strong>di</strong> 1° livello in Ricerca Clinica in collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Milano.<br />
• Master <strong>di</strong> 2° livello in Malattie Rare in collaborazione con l’Università <strong>di</strong> Torino.<br />
Altre attività formative<br />
• TESI DI LAUREA<br />
E’ possibile preparare la tesi <strong>di</strong> laurea in materie scientifiche presso l’<strong>Istituto</strong> previa<br />
approvazione delle rispettive Facoltà. E’ necessario frequentare l’<strong>Istituto</strong> per almeno un anno.<br />
• SUMMER STUDENTS<br />
L’<strong>Istituto</strong> accoglie, nei mesi <strong>di</strong> giugno e luglio, un numero massimo <strong>di</strong> 20 studenti del quarto<br />
anno delle scuole superiori nell’ambito degli stage formativi “scuola-lavoro”.<br />
Dal 2003 l’attività <strong>di</strong> formazione dell’<strong>Istituto</strong> è certificata secondo la norma UNI EN ISO<br />
9001:2008 per la “progettazione ed erogazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> formazione specialistica nell’ambito<br />
della biologia e della me<strong>di</strong>cina”.<br />
410<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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ORGANIGRAMMA<br />
Unità organizzative<br />
Uffici e Servizi<br />
411<br />
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IRFMN<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Prof. Silvio Garattini<br />
Silvio Garattini è nato a Bergamo il 12/11/1928. Perito Chimico. Dottore in Me<strong>di</strong>cina. Libero Docente in<br />
Chemioterapia e Farmacologia. Assistente ed Aiuto presso l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Farmacologia dell’Università <strong>di</strong><br />
Milano fino all'anno 1962. Fondatore nel 1961 e <strong>di</strong>rettore dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong><br />
<strong>Negri</strong>".<br />
Attualmente l'<strong>Istituto</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>" ha quattro localizzazioni (Milano, Bergamo, Ranica (Bg), S. Maria<br />
Imbaro (Ch) con un personale <strong>di</strong> oltre 950 unità. Autore <strong>di</strong> molte centinaia <strong>di</strong> lavori scientifici pubblicati<br />
in riviste nazionali ed internazionali e <strong>di</strong> numerosi volumi nel campo della farmacologia. Fa parte del<br />
Gruppo 2003 {gruppo dei ricercatori italiani altamente citati nella letteratura scientifica internazionale}.<br />
Fondatore dell'European Organization for Research on Treatment of Cancer (EORTC). Negli ultimi<br />
decenni é stato membro <strong>di</strong> vari organismi fra cui: Comitato <strong>di</strong> Biologia e Me<strong>di</strong>cina del Consiglio<br />
Nazionale delle <strong>Ricerche</strong> (C.N.R.), Consiglio Sanitario Nazionale e Commissione della Presidenza del<br />
Consiglio dei Ministri per la politica della ricerca in Italia, Membro della Commissione Unica del<br />
Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità. Ha ricoperto le seguenti cariche: Presidente del Comitato <strong>di</strong><br />
Chemioterapia Antitumorale dell'Unione Internazionale contro il Cancro, Presidente della Organizzazione<br />
Europea <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> sul Cancro (EORTC), Consulente dell'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità.<br />
Membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione dell'<strong>Istituto</strong> Superiore <strong>di</strong> Sanità. Presidente della European<br />
Society of Biochemical Pharmacology. Membro del Committee for Proprietary Me<strong>di</strong>cinal Products<br />
(CPMP) dell'European Agency for the Evaluation of Me<strong>di</strong>cinal Products (EMEA). Membro del Comitato<br />
esecutivo per la Politica della Ricerca (CEPR) del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e<br />
Tecnologica, Presidente Steering Advisory Group Current Controlled Trials, Componente del Comitato<br />
Scientifico della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori. Vice-Presidente del Consiglio Superiore <strong>di</strong><br />
Sanità. Presidente Commissione Ricerca e Sviluppo dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).<br />
Attualmente è Presidente dell'Associazione "Via <strong>di</strong> Natale" e della Fondazione Angelo e Angela Valenti.<br />
Presidente della Commissione Tecnica per l'Assistenza Farmaceutica, Regione Autonoma della Sardegna.<br />
Componente Comitato Strategico per il Welfare, Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Attualmente è Componente del Consiglio Superiore <strong>di</strong> Sanità e Membro del Comitato Nazionale <strong>di</strong><br />
Bioetica. E’ stato recentemente nominato Membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione dell'AIFA dal<br />
Ministro della Salute. Membro Comitato Scientifico AISLA, Membro Comitato Scientifico<br />
Internazionale, Centro <strong>di</strong> Riferimento Oncologico, Aviano, Membro Comitato Scientifico del<br />
Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Membro Consiglio<br />
Direttivo Associazione ADAMO Onlus, Milano, Membro Commissione ‘Recommendation for the Call’,<br />
Wemos Foundation, Amsterdam, Membro Development Advisory Board of the International Center for<br />
Biome<strong>di</strong>cal Sciences (ICBMS), Luxu Town, Wujiang City, China, Socio Onorario AREAS-CCI Onlus,<br />
Milano. Fellow della New York Academy of Sciences, dell'American Association for the Advancement<br />
of Science e <strong>di</strong> numerose società scientifiche nazionali ed internazionali. Honorary Fellow Royal College<br />
of Physicians (Pharmaceutical Me<strong>di</strong>cine). Tra le numerose onorificenze ricevute si segnalano la Legion<br />
d'Onore della Repubblica Francese per meriti scientifici; Premio della Società Italiana <strong>di</strong> Chimica “Giulio<br />
Natta”, Grand Ufficiale della Repubblica Italiana e Lauree Honoris Causae alle Università <strong>di</strong> Bialystok,<br />
Polonia e <strong>di</strong> Barcelona, Spagna. Fra i premi dell’ultimo triennio: Premio Ippocrate per la comunicazione<br />
scientifica. Premio Mens Sana in Corpore Sano. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Premio Nuova Spoleto,<br />
Premio Angelo dell’Anno, Alkmeon International Prize, Premio Internazionale Sant’Agostino Città <strong>di</strong><br />
Bergamo, Premio Il Campione per la Scienza. Premio Luigi Coppola, Lecce, Premio Scienza e Società<br />
nell’ambito del Premio Città <strong>di</strong> Firenze, Premio Rana d’Oro, Casalbeltrame (Novara), Premio Barocco,<br />
Città <strong>di</strong> Lecce, Premio Nazionale Tv ‘L’altra Italia’, Caserta; Premio Chirone, Centro <strong>Ricerche</strong> e Stu<strong>di</strong><br />
Direzionali (Ceris<strong>di</strong>) Palermo; Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica conferita dal Ministro<br />
della Salute.<br />
In 50 anni <strong>di</strong> attività, l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> <strong>Farmacologiche</strong> "<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>", sotto la <strong>di</strong>rezione del Prof.<br />
Garattini, ha prodotto oltre 12.000 pubblicazioni scientifiche e circa 250 volumi, in cancerologia,<br />
chemioterapia e immunologia dei tumori, in neuropsicofarmacologia, in farmacologia car<strong>di</strong>ovascolare e<br />
renale. Oltre 6.100 sono i giovani laureati e tecnici che si sono specializzati in questo periodo presso<br />
l'<strong>Istituto</strong>.<br />
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IRFMN<br />
Prof. Giuseppe Remuzzi<br />
Giuseppe Remuzzi è nato a Bergamo nel 1949, si è laureato in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia a Pavia nel 1974.<br />
Nel 1977 si è specializzato presso l'Università <strong>di</strong> Milano in Ematologia Clinica e <strong>di</strong> Laboratorio e nel<br />
1980 si é specializzato in Nefrologia Me<strong>di</strong>ca presso la stessa Università. Nel 1976 ha conseguito<br />
l'idoneità a primario <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi. Dal 1975 lavora presso l'U.O. <strong>di</strong> Nefrologia e Dialisi degli<br />
Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo, nel 1986 é <strong>di</strong>ventato Aiuto Primario e nel 1999 Primario presso la stessa<br />
Unità Operativa, dove tuttora presta la sua opera. Dal 1996 gli è stato conferito l'incarico <strong>di</strong> Direttore del<br />
Dipartimento Pubblico-Privato <strong>di</strong> Immunologia e Clinica dei Trapianti (collaborazione tra Ospedali<br />
Riuniti e <strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong>).<br />
Tra il 1979 e il 1980 ha trascorso perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> formazione presso il Laboratorio Biologia Cellulare<br />
dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Fisiologia Animale dell'Università <strong>di</strong> Cambridge e il Laboratorio <strong>di</strong> Scienze Cliniche della<br />
Scuola <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Guy's Hospital a Londra. Nel 1980 è stato nominato Consulente per i problemi<br />
renali dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> <strong>di</strong> Milano.<br />
Da quando l'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> ha aperto la sua sede a Bergamo, nel 1984, coor<strong>di</strong>na tutte le attività <strong>di</strong><br />
ricerca della sede <strong>di</strong> Bergamo dell'<strong>Istituto</strong> <strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> e dal 1992 anche del Centro <strong>di</strong> <strong>Ricerche</strong> Cliniche<br />
per le Malattie Rare "Aldo e Cele Daccò" <strong>di</strong> Ranica (BG).<br />
Ha tenuto corsi presso varie Università estere quali: Boston, Stanford, Ontario (Canada) e Londra.<br />
Nel 1990 é stato nominato Visiting Professor presso University College and Middlesex School of<br />
Me<strong>di</strong>cine <strong>di</strong> Londra, dove da allora tiene ogni anno un corso <strong>di</strong> lezioni post-laurea sulle malattie del rene.<br />
Nel 2003 è stato nominato Professore Onorario presso l'Università <strong>di</strong> Maastricht.<br />
La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti e i meccanismi <strong>di</strong><br />
progressione delle malattie renali. In particolare vanno considerati i risultati degli stu<strong>di</strong> ” REIN” (che<br />
hanno <strong>di</strong>mostrato l’efficacia del trattamento con ACE inibitore nel rallentare e in alcuni casi arrestare la<br />
progressione del danno renale, evitando la <strong>di</strong>alisi, nelle nefropatie croniche con proteinuria) e<br />
BENEDICT (che hanno <strong>di</strong>mostrato che è possibile nel <strong>di</strong>abetico prevenire il danno renale e<br />
car<strong>di</strong>ovascolare). Il Prof. Remuzzi ha anche fatto molti stu<strong>di</strong> nel campo del rigetto del trapianto. In<br />
questo settore gli stu<strong>di</strong> recenti del Prof. Remuzzi e dei suoi collaboratori hanno <strong>di</strong>mostrato per la prima<br />
volta che è possibile ottenere nell’animale la sopravvivenza indefinita <strong>di</strong> un organo incompatibile senza<br />
farmaci antirigetto “educando” il timo a riconoscere l’organo trapiantato come proprio.<br />
È membro dell'International Advisory Board delle riviste The Lancet e New England Journal of<br />
Me<strong>di</strong>cine; è uno dei vice-<strong>di</strong>rettori della rivista American Journal of Kidney Diseases. Fa parte del<br />
Comitato E<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> numerose riviste internazionali <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e <strong>di</strong> Nefrologia, fra cui Kidney<br />
International, Nephrology Dialysis and Transplantation, Experimental Nephrology, Nature Reviews in<br />
Nephrology, Current Opinion in Nephrology and Hypertension. Dal 1997 è Associate E<strong>di</strong>tor della rivista<br />
Journal of the American Society of Nephrology, <strong>di</strong> cui è stato anche Consulting E<strong>di</strong>tor dal 1999 al 2001.<br />
Dal 2005 è Associate E<strong>di</strong>tor e International E<strong>di</strong>tor anche del Clinical Journal of the American Society of<br />
Nephrology.<br />
Nel 2000 è stato nominato Chairman del GO (Global Advancement of Nephrology) - Research<br />
Subcommittee della Società Internazionale <strong>di</strong> Nefrologia(ISN). Dal maggio del 1998 è stato nominato<br />
membro dell'American Association of Physicians <strong>di</strong> Washington e fellow del Royal College of Physicians<br />
<strong>di</strong> Londra. Dal 2006 al 2009 è stato membro del Consiglio Superiore <strong>di</strong> Sanità. Nel 2005 ha ricevuto il<br />
più importante riconoscimento della nefrologia mon<strong>di</strong>ale, il Premio Jean Hamburger. Nel 2007 la Società<br />
Americana <strong>di</strong> Nefrologia (ASN) gli ha assegnato il John P. Peters Award, un premio de<strong>di</strong>cato a coloro<br />
che hanno portato contributi fondamentali nella ricerca nefrologica<br />
(un premio ambitissimo, che hanno avuto nel mondo dall’87 ad oggi solo 15 nefrologi, solo 4 europei) .<br />
Ad agosto 2008 gli è stato conferito il titolo <strong>di</strong> Professore Honoris Causa dalla Catholic University of<br />
Cordoba, Argentina. A Novembre 2011 è stato il vincitore della terza e<strong>di</strong>zione del premio internazionale<br />
per la nefrologia "Luis Hernando" assegnato dalla Iñigo Alvarez de Toledo Renal Foundation a Madrid<br />
ed è stato invitato a <strong>di</strong>ventare fellow del Royal College of Physicians <strong>di</strong> E<strong>di</strong>mburgo.<br />
Il Prof. Remuzzi è autore <strong>di</strong> 1118 pubblicazioni su riviste internazionali e <strong>di</strong> 13 libri ed è e<strong>di</strong>torialista per<br />
il Corriere della Sera.<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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<strong>Mario</strong> <strong>Negri</strong> Milano<br />
Direzione<br />
Direttore<br />
Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />
Amministrazione<br />
Maria Grazia PEZZONI, Capo Servizio Amministrativo<br />
Ufficio Tecnico<br />
Fabio BRIGHENTI, Dr. Arch.<br />
Manutenzione Generale<br />
Emanuele SINELLI<br />
Ufficio Stu<strong>di</strong><br />
Armanda JORI, Dr. Farm.<br />
Ufficio Stampa<br />
Sergio VICARIO, Dr. Economia e Commercio<br />
Ufficio Relazioni Esterne<br />
Clau<strong>di</strong>o PANTAROTTO, Comm.<br />
Servizio Prevenzione e Protezione<br />
Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica<br />
English Style E<strong>di</strong>tor<br />
Judy BAGGOTT<br />
Servizio Fotografico<br />
Felice DE CEGLIE<br />
Ufficio Acquisti<br />
Eufrasia COVIELLO<br />
Segreteria <strong>di</strong> Direzione (include Segreteria Generale)<br />
Elvira CARCANO, Responsabile Segreteria<br />
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
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Centro Anna Maria Astori Bergamo<br />
Direzione<br />
Direttore<br />
Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />
Coord. <strong>Ricerche</strong> Giuseppe REMUZZI, Dr. Med.<br />
Segretario Scientifico Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />
Progetti <strong>di</strong> Ricerca/Assistenza Amministrazione<br />
Daniela MELACINI, Dr. Sci. Biol.<br />
Ufficio Stampa e Comunicazione<br />
Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura<br />
Servizio Grafico Scientifico<br />
Antonella PICCINELLI, Dr. Sci. Biol.<br />
Servizio Prevenzione e Protezione<br />
Responsabile Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica,<br />
Biblioteca<br />
Responsabile<br />
Valeria MIGLIOLI<br />
Manutenzione Generale<br />
Giancarlo GASPARI<br />
Segreteria <strong>di</strong> Direzione<br />
Antoinette van ENGELEN, Responsabile Segreteria<br />
419<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
420<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011
IRFMN<br />
Centro Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg)<br />
Direzione<br />
Direttore<br />
Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med.<br />
Coord. <strong>Ricerche</strong> Giuseppe REMUZZI, Dr. Med.<br />
Segretario Scientifico Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D.<br />
Direttore Sanitario Norberto PERICO, Dr. Med.<br />
Ufficio Stampa e Comunicazione<br />
Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura<br />
Servizio Prevenzione e Protezione<br />
Responsabile Paola BOCCARDO, Dr. Sci. Biol.<br />
Biblioteca ‘Mansueto Astori’<br />
Responsabile Valeria MIGLIOLI<br />
Monica MINALI<br />
Segreteria <strong>di</strong> Direzione<br />
Barbara REMONTI, Dr. Lingue e Lett. Orientali<br />
Manutenzione Generale/Custode<br />
Giampiero CUGUSI<br />
421<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ 2011