9 S. GIOVEDÌ Apollonia ⧖ 6 . 40 - 326 7,14 - 17,34 10 S. VENERDÌ Scolastica ⧖ 6 . 41 - 325 7,13 - 17,36 11 Nostra SABATO Signora <strong>di</strong> Lourdes ⧖ 6 . 42 - 324 7,12 - 17,37 FEBBRAIO <strong>2012</strong> DOMENICA Eulalia 12S. ⧖ 6 . 43 - 323 7,11 - 17,38 77 La Conca <strong>di</strong> Veglia (Ph A.G.) 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 G V S D L M M G V S D L M M
78FEBBRAIO 2 012 13 S. LUNEDÌ Fosca e S. Maura ⧖ 7 . 44 - 322 7,09 - 17,40 L’idea <strong>di</strong> canalizzare l’acqua per azionare macchinari ed utensili vari è molto antica: nell’area me<strong>di</strong>terranea erano preferiti macchinari mossi da animali o dall’uomo, ma nell’arco alpino, data l’abbondanza <strong>di</strong> acqua in corsi regolari con grande portata, si <strong>di</strong>ffuse ampiamente la tecnologia che sfruttava la forza motrice dell’acqua. La sua applicazione pratica <strong>di</strong>retta erano i mulini, utilizzati generalmente per macinare cereali, ma si possono citare anche frantoi per macinare le noci e ricavarne il prezioso olio, attrezzi per sfibrare la canapa e schiacciare le mele, dalle quali si produceva, invece, il sidro. L’acqua era parte integrante della vita <strong>di</strong> un villaggio: in generale la comunità intera si occupava della costruzione e manutenzione dei canali che conducevano l’acqua ai campi, nonché del funzionamento del mulino. Possedere un mulino era la chiave per produrre il pane, base dell’alimentazione montanara: il mulino era fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to 14 S. MARTEDÌ Valentino m. ⧖ 7 . 45 - 321 7,08 - 17,41 9. L’acqua come forza motrice per i proprietari e controllarlo era il metodo più semplice per ottenere il pagamento delle decime. Durante il Me<strong>di</strong>oevo era, infatti, proibito macinare i propri cereali al <strong>di</strong> fuori del feudo <strong>di</strong> appartenenza. Con la scomparsa dei feudatari e l’avvento dell’economia comunale, si moltiplicarono i mulini pubblici, parallelamente alla <strong>di</strong>ffusione dell’idea che l’acqua fosse utilizzabile per produrre un lavoro: ognuno poteva macinarvi, a turno, i propri cereali, e chi non aveva partecipato alla costruzione del mulino doveva pagare la molitura, anche in natura. Ecco quin<strong>di</strong> che l’utilizzo dell’acqua venne regolamentato con l’aggiunta <strong>di</strong> una tassazione in quanto dal suo utilizzo se ne poteva ricavare un guadagno. Solamente nel 1920 <strong>di</strong>venne illegale la macinatura comunitaria. La tecnologia più antica utilizzata per macinare i cereali prevede una ruota orizzontale a palette, nella quale è la forza dell’acqua che spinge la ruota e la trasmissione 15 S. MERCOLEDÌ Faustino e S. Giovita ⧖ 7 . 46 - 320 7,07 - 17,42 del moto attraverso l’albero verticale è <strong>di</strong>retta, dalla ruota alla macina: ad ogni giro <strong>di</strong> ruota motrice corrisponde un giro della mola superiore. Tale tecnologia è adatta per torrenti impetuosi, con una forte pressione, ma <strong>di</strong> bassa portata, tipici dell’arco alpino e delle vallate strette. In pianura erano più <strong>di</strong>ffusi i mulini a ruota verticale, provvista <strong>di</strong> cassettoni, ai quali l’acqua giungeva grazie ad una derivazione dal torrente principale, tramite una canaletta in legno. Tale tecnologia sfrutta il peso dell’acqua e non la sua quantità: l’acqua viene temporaneamente immagazzinata nei cassettoni, sulla parte superiore della ruota, fino al loro svuotamento al termine del semigiro inferiore. Il ruotone è esterno al mulino, e la trasmissione del moto avviene grazie ad una serie <strong>di</strong> ingranaggi interni, che permettono la moltiplicazione dei giri ed anche il passaggio del movimento <strong>di</strong> rotazione da verticale nella 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 M G V S D L M M G V S D L M M