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LA VELOCITÀ DELLA LUCE<br />
Venerdì 3 aprile 2009 ore 16.00<br />
Regia: Andrea Papini<br />
Interpreti: Patrick Bauchau (Rinaldo), Peppino<br />
Mazzotta (Mario), Beatrice Or<strong>la</strong>ndini (Beatrice)<br />
Genere: Noir<br />
Origine: Italia<br />
Anno: 2006<br />
Soggetto: Andrea Papini, Gualtiero Rosel<strong>la</strong><br />
Sceneggiatura: Andrea Papini, Gualtiero Rosel<strong>la</strong><br />
Fotografia: (Panoramica/a colori): Benjamin<br />
Nathaniel Minot<br />
Musica: Susanna Stivali, Fabrizio Bondi<br />
Montaggio: Maurizio Baglivo<br />
Durata: 90’<br />
Produzione: Ferdinando Vicentini Orgnani, Sandro<br />
Frezza, Sergio Bernardi Per A.L.B.A. Produzioni<br />
Distribuzione: Mediaplex (2008)<br />
Soggetto<br />
Mario ruba su ordinazione auto speciali lungo l’autostrada.<br />
Questa volta l’auto commissionata è una Bentley<br />
Continental R del 1994, un oggetto da veri amatori. Appena<br />
individuata <strong>la</strong> preda, Mario si prepara al<strong>la</strong> caccia. Telefona<br />
ad un call center e, fingendo un’emergenza, ottiene il numero<br />
del cellu<strong>la</strong>re del proprietario partendo dal<strong>la</strong> targa. Poi, fingendo<br />
un’interferenza, chiama <strong>la</strong> vittima e cerca di stabilire<br />
un rapporto. Il copione prevede che, durante il pranzo in<br />
autogrill, un complice, utilizzando il codice di antifurto<br />
satellitare, porti via <strong>la</strong> macchina che viene subito inviata a<br />
destinazione. Il rapporto col malcapitato, di nome Rinaldo,<br />
comincia secondo previsioni ma poi prende strade impreviste.<br />
Quando Mario vede che <strong>la</strong> situazione gli sta sfuggendo<br />
di mano, cerca di coinvolgere anche Beatrice, <strong>la</strong> telefonista<br />
del call center. Ma Rinaldo sembra inattaccabile e, con il suo<br />
magnetismo, fa cadere i due nel<strong>la</strong> più totale confusione.<br />
Valutazione<br />
Tre soli <strong>per</strong>sonaggi, più un quarto, silenzioso ma ‘pesante’:<br />
l’autostrada. Parte da <strong>qui</strong>, dal confronto tra <strong>la</strong> presenza<br />
umana e l’oggetto, questo copione anomalo e suggestivo,<br />
in<strong>qui</strong>eto e spiazzante: un thriller che comincia come <strong>la</strong> cronaca<br />
di una semplice truffa, prosegue come il diario di una<br />
progressiva confusione mentale, finisce come <strong>la</strong> rabbrividente<br />
presa d’atto del<strong>la</strong> impossibilità di sabilire re<strong>la</strong>zioni<br />
inter<strong>per</strong>sonali chiare e reciproche. Succede infatti che <strong>la</strong><br />
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