Il numero di Ottobre 2011 - Associazione Nazionale Venezia Giulia ...
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<br />
trasferendosi a Roma per stu<strong>di</strong>are<br />
presso il Collegio Romano.<br />
Qui si <strong>di</strong>stingue soprattutto<br />
nel campo della matematica<br />
pura e della fisica, tanto da <strong>di</strong>ventare<br />
professore <strong>di</strong> matematica<br />
presso lo stesso Collegio; fu<br />
consulente pontificio <strong>di</strong> Benedetto<br />
XIV per tutte le importanti<br />
questioni tecniche e si occupò<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi progetti, tra cui<br />
il consolidamento della cupola<br />
<strong>di</strong> S. Pietro nel 1742 per cui<br />
propose una soluzione <strong>di</strong> barre<br />
<strong>di</strong> ferro concentriche. Benedetto<br />
XIV gli offrì <strong>di</strong> effettuare le<br />
operazioni <strong>di</strong> misura sul territorio<br />
dello Stato Pontificio e<br />
nel 1755 pubblicò una prima<br />
mappa dello stesso Stato Pontificio.<br />
Curò il progetto per la<br />
costruzione dell’Osservatorio<br />
del Collegio <strong>di</strong> Brera nel 1764,<br />
ed anche il primo progetto per<br />
la costruzione dell’Osservatorio<br />
del Collegio Romano al<br />
posto della cupola (mai realizzata)<br />
della chiesa <strong>di</strong> S. Ignazio.<br />
I peggiorati rapporti con<br />
l’ambiente milanese, nonché<br />
il decreto <strong>di</strong> soppressione della<br />
Compagnia <strong>di</strong> Gesù lo indussero<br />
nel 1773 a trasferirsi a<br />
Parigi, dove Luigi XV istituì<br />
appositamente per lui il prestigioso<br />
posto <strong>di</strong> Directeur d’optique<br />
au service de la Marine;<br />
ma nel 1783 Boscovich decise<br />
<strong>di</strong> tornare in Italia. Morì a<br />
Milano nel 1787 e fu sepolto<br />
presso la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Podone. Papa Benedetto<br />
XVI ha pronunciato queste<br />
parole:<br />
«<strong>Il</strong> gesuita Boscovich era<br />
un fisico, un astronomo, matematico,<br />
architetto, un filosofo:<br />
la sua esistenza <strong>di</strong>mostra la<br />
possibilità <strong>di</strong> far vivere in armonia<br />
la scienza e la fede, il<br />
servizio alla patria e l’impegno<br />
nella Chiesa».<br />
a rilevare che anche<br />
nelle altre lingue il<br />
nome <strong>di</strong> Boscovich e della sua<br />
città natale, Ragusa <strong>di</strong> Dalmazia,<br />
sono correttamente<br />
riportati. Atten<strong>di</strong>amo naturalmente<br />
l’annuncio delle Poste<br />
croate (Hrvatska Pošta),<br />
sul cui sito non appare ancora<br />
la notizia. In ogni caso,<br />
è più che apprezzabile il rispetto<br />
storico e filologico con<br />
il quale l’Ufficio Filatelico e<br />
Numismatico vaticano ha voluto<br />
impostare e comunicare<br />
l’emissione: segno, certamente<br />
autorevole anche in questo<br />
specifico settore, <strong>di</strong> quanto<br />
una pur lunga e complessa<br />
battaglia condotta dagli enti<br />
culturali dell’associazionismo<br />
giuliano-dalmato non è stata<br />
vana. Da rilevare, altrettanto<br />
doverosamente, che in realtà<br />
la Croazia non avrebbe alcun<br />
titolo per commemorare Boscovich,<br />
se non che Ragusa è<br />
oggi compresa, con il nome <strong>di</strong><br />
Dubrovnik, nei suoi confini.<br />
<br />
Stuparich,<br />
il ricordo<br />
nel 50.mo<br />
dalla scomparsa<br />
icorre quest’anno il 50.mo<br />
dalla morte, avvenuta a<br />
Roma nel 1961, <strong>di</strong> Giani Stuparich<br />
al quale l’annuale e<strong>di</strong>zione gradese<br />
<strong>di</strong> «Lagunamovies» ha reso omaggio<br />
con la proiezione <strong>di</strong> alcune pellicole<br />
storiche tratte dai suoi romanzi, tra<br />
le quali Un anno <strong>di</strong> scuola, pellicola<br />
magistralmente <strong>di</strong>retta nel 1976 dal<br />
W <br />
<br />
regista Franco Giral<strong>di</strong>, intervenuto l’8<br />
agosto alla serata commemorativa coor<strong>di</strong>nata<br />
dal giornalista Pietro Spirito.<br />
Un anno <strong>di</strong> scuola (e<strong>di</strong>to dai Fratelli<br />
Buratti nel 1929) è ambientato<br />
ella Trieste del 1913, in un clima fervente<br />
e inquieto per l’approssimarsi<br />
della Grande guerra. Ma è anche il<br />
racconto, delicato e appassionato,<br />
dell’inserimento in una classe maschile<br />
<strong>di</strong> una giovane alunna, Edda<br />
Marty, che per potersi iscrivere<br />
all’Università è costretta a frequentare<br />
l’ultima classe <strong>di</strong> un liceo maschile.<br />
Nonostante i suoi sforzi <strong>di</strong> stabilire<br />
un rapporto paritario con i compagni,<br />
la sua avvenenza e il suo forte<br />
carattere suscitano gli inevitabili turbamenti<br />
degli altri allievi nel contesto<br />
<strong>di</strong> una crescente tensione per il precipitare<br />
degli eventi verso il conflitto.<br />
«La figura <strong>di</strong> Giani Stuparich, il<br />
suo stile <strong>di</strong> narrare, mi avevano colpito<br />
sin dai primi anni del liceo - ha<br />
<strong>di</strong>chiarato Giral<strong>di</strong> nel corso <strong>di</strong> un’intervista<br />
rilasciata al “Piccolo” - . Credo<br />
che il racconto Un anno <strong>di</strong> scuola,<br />
[…] mi accompagnò per tutto il tempo<br />
dei primi anni romani, e fu solo<br />
dopo averne parlato a lungo con Tullio<br />
Kezich che mi decisi <strong>di</strong> proporlo<br />
ai funzionari della RAI […]. Fu una<br />
ricerca che mi riportò a Trieste. Lessi<br />
lettere, articoli <strong>di</strong> giornali dell’epoca,<br />
documenti che mi intrigarono non<br />
poco. C’era in quelle carte uno spaccato<br />
generazionale fatto <strong>di</strong> fermenti,<br />
vitalità, pulsioni represse […]».<br />
<strong>Il</strong> cinquantenario dalla scomparsa<br />
dell’autore lussignano era già<br />
stato celebrato il 25 gennaio scorso<br />
Q <br />
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<br />
al Circolo della Cultura e delle Arti<br />
<strong>di</strong> Trieste con il convegno Giani Stuparich<br />
sessant’anni dopo: funzione della<br />
cultura e messaggio dell’arte, cui hanno<br />
preso parte la prof.ssa Ernestina Pellegrini<br />
(Università <strong>di</strong> Firenze) e il prof.<br />
Giuseppe Sandrini (Università <strong>di</strong><br />
Verona) con il coor<strong>di</strong>namento della<br />
prof.ssa Anna Storti e del prof. Elvio<br />
Guagnini dell’Università <strong>di</strong> Trieste).<br />
Ed una mostra documentaria, aperta<br />
dal 16 <strong>di</strong>cembre 2010 al 26 febbraio<br />
<strong>2011</strong>, dal titolo Un mondo <strong>di</strong> coscienza<br />
e <strong>di</strong> libertà. L’impegno <strong>di</strong> Giani<br />
Stuparich (1891-1961) ha permesso<br />
<strong>di</strong> esporre un cospicuo e significativo<br />
campione <strong>di</strong> documenti facenti parte<br />
della donazione degli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Stuparich<br />
all’Archivio e Centro <strong>di</strong> Documentazione<br />
della Biblioteca Civica<br />
del capoluogo giuliano. L’esposizione,<br />
curata da Anna Storti, è stata allestita<br />
in collaborazione con l’Archivio<br />
e Centro <strong>di</strong> Documentazione della<br />
Cultura Regionale, l’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste e il Circolo della Cultura<br />
e delle Arti. Esposti manoscritti,<br />
lettere, pubblicazioni, note <strong>di</strong> lavoro;<br />
ma particolare rilievo è stato dato<br />
all’impegno <strong>di</strong> educatore e all’azione<br />
civile e militare.<br />
Stuparich era nato a Trieste il 4<br />
aprile 1891 da genitori istriani. Laureato<br />
a Firenze in Letteratura italiana,<br />
durante la Prima guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
aveva partecipato al conflitto con<br />
la <strong>di</strong>visa dei Granatieri <strong>di</strong> Sardegna,<br />
meritando la Medaglia d’oro al valor<br />
militare. Insegnante <strong>di</strong> Lettere in un<br />
liceo <strong>di</strong> Trieste, non si iscrisse mai al<br />
PNF. Nel 1945, per i suoi contatti<br />
con la gli ambienti della Resistenza<br />
liberale, fu arrestato con la madre e<br />
la moglie Elody. Rinchiusi nella Risiera<br />
<strong>di</strong> San Sabba, ne uscirono dopo<br />
una settimana, grazie dall’intervento<br />
Croazia, per le restituzioni<br />
restano intatte le <strong>di</strong>scriminanti<br />
Ho appreso dalla stampa che la<br />
Repubblica della Croazia ha emanato<br />
una nuova legge che prevede<br />
la restituzione o il risarcimento<br />
dei beni sottratti dal regime comunista<br />
jugoslavo dopo la seconda<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale ai legittimi<br />
proprietari. Possiamo finalmente<br />
avere delle speranze <strong>di</strong> poter tornare<br />
in possesso dei beni che siamo<br />
stati costretti ad abbandonare e<br />
che sino ad oggi, ancora non abbiamo<br />
avuto in restituzione<br />
<br />
urtroppo molto spesso<br />
la stampa riferisce notizie<br />
non troppo precise. Infatti<br />
non è stata emanata ancora nessuna<br />
legge, bensì vi è stata solo<br />
una proposta <strong>di</strong> legge, la quale<br />
dovrà pertanto essere approvata<br />
dal Parlamento della Repubblica<br />
della Croazia prima <strong>di</strong> poterne<br />
avere il valore. Tale proposta<br />
sembrerebbe sicuramente prevedere<br />
una riapertura dei termini<br />
per chiedere la restituzione degli<br />
immobili nazionalizzati sotto il<br />
regime comunista jugoslavo.<br />
Infatti sulla base dell’ultimo<br />
provve<strong>di</strong>mento sulla denazionalizzazione<br />
(L. 5 luglio<br />
2002 n. 81), l’unico modo per<br />
riottenerne la proprietà era la<br />
presentazione della domanda <strong>di</strong><br />
denazionalizzazione entro il 5<br />
gennaio del 2003, oltre alla necessità<br />
<strong>di</strong> essere in possesso della<br />
citta<strong>di</strong>nanza croata.<br />
La legge croata 5 luglio<br />
2002 n. 81 aveva, in verità, integrato<br />
e mo<strong>di</strong>ficato la precedente<br />
normativa che prevedeva la restituzione<br />
dei beni nazionalizzati<br />
solamente ai citta<strong>di</strong>ni croati,<br />
ma tale normativa aveva solo<br />
in parte <strong>di</strong>sposto la restituzione<br />
anche a citta<strong>di</strong>ni non in possesso<br />
della citta<strong>di</strong>nanza croata, in<br />
quanto l’articolo <strong>di</strong> legge che<br />
aveva esteso il <strong>di</strong>ritto alla restituzione<br />
ai citta<strong>di</strong>ni esteri precisamente<br />
così <strong>di</strong>spone:<br />
«I <strong>di</strong>ritti prescritti da questa<br />
legge [ovvero <strong>di</strong>ritto alla<br />
restituzione-risarcimento, nda]<br />
possono essere acquisiti anche<br />
dalle persone fisiche e giuri<strong>di</strong>che<br />
straniere se ciò viene stabilito con<br />
accor<strong>di</strong> interstatali [il corsivo è<br />
nostro]».<br />
MANCA UN ACCORDO<br />
INTER-STATALE TRA<br />
ITALIA E CROAZIA<br />
a necessità <strong>di</strong> un accordo<br />
interstatale ha in questi<br />
ultimi anni, impe<strong>di</strong>to la totale<br />
equiparazione degli Esuli italiani<br />
agli attuali citta<strong>di</strong>ni croati e<br />
pertanto attualmente solo chi<br />
è in possesso della citta<strong>di</strong>nanza<br />
croata può con certezza ottenere<br />
la denazionalizzazione dei beni<br />
nazionalizzati.<br />
Purtroppo non ho ancora<br />
del prefetto <strong>di</strong> Trieste e del vescovo<br />
Santin. Tanti dei suoi articoli li de<strong>di</strong>cò<br />
proprio alla questione giuliana,<br />
su “La Stampa” <strong>di</strong> Torino (una collaborazione<br />
iniziata nel 1932) e sino a<br />
poco prima della morte su “<strong>Il</strong> Tempo”<br />
<strong>di</strong> Roma.<br />
Autore prolifico ma <strong>di</strong> altissima<br />
eleganza, ha lasciato alcuni dei più<br />
bei romanzi e racconti del Novecento<br />
italiano: Colloqui con mio fratello<br />
(1925), Guerra del ’15 (1931), Ritorneranno<br />
(1941), L’Isola (1942). Del<br />
1948 è Trieste nei miei ricor<strong>di</strong>, una<br />
commossa ricostruzione delle vicende<br />
storiche della città giuliana dalle<br />
aspirazioni compiute dell’annessione<br />
all’Italia agli orrori della seconda<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, dell’occupazione<br />
titina e della per<strong>di</strong>ta dell’Istria, ceduta<br />
alla Jugoslavia <strong>di</strong> Tito. In questa<br />
cornice si iscrive bene la notazione <strong>di</strong><br />
Clau<strong>di</strong>o Magris e Angelo Ara nel loro<br />
Trieste. Un’identità <strong>di</strong> frontiera: «Con<br />
Stuparich sembra tramontare, in un<br />
malinconico congedo pieno <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità,<br />
l’anima risorgimentale <strong>di</strong> Trieste».<br />
<br />
avuto modo <strong>di</strong> leggere il testo<br />
integrale della proposta <strong>di</strong> legge,<br />
ma sembrerebbe che possa prevedere<br />
la restituzione o il risarcimento<br />
dei beni nazionalizzati<br />
dal regime comunista jugoslavo,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dal possesso<br />
della citta<strong>di</strong>nanza croata.<br />
Sulla questione della restituzione<br />
dei beni nel territorio<br />
croato agli ex proprietari aventi<br />
la citta<strong>di</strong>nanza italiana, vi sono<br />
stati negli ultimi anni molti incontri<br />
tra i vertici del Governo<br />
italiano ed i vertici del Governo<br />
croato, ma quest’ultimo si è<br />
sempre rifiutato <strong>di</strong> concedere le<br />
restituzioni ai citta<strong>di</strong>ni italiani,<br />
giustificando il proprio operato<br />
sul fatto che l’Italia, con il<br />
Trattato <strong>di</strong> Osimo, aveva definito<br />
tutta la questione relativa ai<br />
beni situati sul territorio della ex<br />
Jugoslavia ed appartenuti a coloro<br />
che dopo la seconda guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale avevano optato per la<br />
citta<strong>di</strong>nanza italiana.<br />
Tale problematica potrebbe<br />
essere risolta solo con l’emanazione<br />
<strong>di</strong> una nuova legge che<br />
non ponga più alcun limite alle<br />
restituzioni del beni a coloro che<br />
non sono in possesso della citta<strong>di</strong>nanza<br />
croata. Purtroppo tale<br />
legge non è ancora stata emanata,<br />
ma sarà cura della dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong><br />
<strong>Giulia</strong> e Dalmazia continuare<br />
ad aggiornare gli Esuli sugli<br />
sviluppi <strong>di</strong> tale questione, oltre<br />
a sollecitare i vertici del nostro<br />
Governo affinché continuino<br />
a fare pressione sugli omologhi<br />
croati al fine <strong>di</strong> ottenere una legge<br />
sulla denazionalizzazione che<br />
non sia più <strong>di</strong>scriminante per i<br />
citta<strong>di</strong>ni italiani.