La comunità andina in Italia - Promofirenze
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PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
1<br />
Perù, Colombia ed Ecuador:<br />
prospettive and<strong>in</strong>e per il made <strong>in</strong> Italy<br />
S O M M A R I O<br />
Pag.<br />
Clara Caselli<br />
Vale un Perù! Un paese emergente<br />
fra contraddizioni e potenzialità<br />
3<br />
William Muñoz<br />
Tradizione Tessile e Competitività Internazionale<br />
12<br />
Gianna Bressan<br />
Colombia: prospettive per il 2008<br />
29<br />
A cura della Camera di Commercio <strong>Italia</strong>na <strong>in</strong> Ecuador<br />
Ecuador, una terra di opportunità<br />
36<br />
Isabella Corv<strong>in</strong>o - Giulio Giangaspero<br />
<strong>La</strong> comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>: un vettore di sviluppo<br />
transnazionale<br />
44
2<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Promozione Firenze<br />
QUADERNO DI INFORMAZIONE IMPRENDITORIALE<br />
Semestrale di <strong>Promofirenze</strong><br />
Azienda Speciale della Camera di Commercio<br />
ANNO XXV - N.1 - gennaio/giugno 2008<br />
Spedizione <strong>in</strong> abb. postale<br />
Autorizz. Tribunale di Firenze n.3236<br />
Direttore:<br />
Vasco Galgani<br />
Direttore Responsabile:<br />
Luigi Antonio Boldr<strong>in</strong><br />
Capo Redattore:<br />
Lorenzo Tell<strong>in</strong>i<br />
Gruppo redazionale:<br />
Mar<strong>in</strong>etta D’Agost<strong>in</strong>o, Margherita Elisa Lella, Nadia Sportolaro,<br />
Stefania Ranieri<br />
Segreteria di Redazione:<br />
Ilaria Schlieter<br />
Articoli firmati:<br />
<strong>Promofirenze</strong> non è responsabile delle op<strong>in</strong>ioni espresse dagli autori<br />
Direzione e Redazione:<br />
via Por S.Maria - Palazzo Borsa Merci - 50122 Firenze<br />
Tel. 055/267141 - Fax 055/2671404<br />
E-mail: promofirenze@promofirenze.com<br />
Sito Internet: www.promofirenze.com<br />
Grafica: Pasquale Ielo<br />
Stampa: Litografia IP - Firenze<br />
© <strong>Promofirenze</strong>, 2008. È vietato manipolare o riprodurre il contenuto della presente<br />
pubblicazione senza una esplicita autorizzazione scritta di <strong>Promofirenze</strong>.<br />
Chiuso <strong>in</strong> tipografia: luglio 2008<br />
Promozione Firenze è anche sul web all’<strong>in</strong>dirizzo:<br />
www.promofirenze.com
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
3<br />
VALE UN PERÙ !<br />
Un paese emergente<br />
fra contraddizioni e potenzialità<br />
Clara Caselli *<br />
Campioni di crescita: luci e ombre<br />
Il Perù è uno dei più <strong>in</strong>teressanti Paesi dell’America<br />
<strong>La</strong>t<strong>in</strong>a: situato <strong>in</strong> posizione strategica sullo scenario<br />
del Pacifico, potrebbe svolgere un importantissimo<br />
ruolo di ponte nell’ambito dei mutati scenari <strong>in</strong>ternazionali<br />
(è, tra l’altro, <strong>in</strong>sieme al Cile e al Messico,<br />
membro dell’APEC e ospita quest’anno l’Annual<br />
Meet<strong>in</strong>g dell’organizzazione medesima). Inoltre, le<br />
tendenze economiche degli ultimi anni stanno mostrando<br />
una notevole vivacità e capacità di crescita<br />
dell’economia. Negli ultimi tempi sta significativamente<br />
cambiando la percezione che gli operatori<br />
<strong>in</strong>ternazionali italiani hanno rispetto a questo Paese:<br />
da “troppo lontano” a “un nuovo Paese emergente<br />
nello scenario del Pacifico”. In effetti, un tasso di<br />
crescita del 7,6% nel 2006 e del 9% previsto per il<br />
2007 (nonostante il terremoto dell’agosto scorso)<br />
non possono che attirare l’attenzione 1 .<br />
Il territorio è più di quattro volte quello italiano,<br />
mentre la popolazione è meno della metà, ma per<br />
quasi tre quarti concentrata nella capitale e nei centri<br />
urbani. Il livello di reddito pro capite è pari a 2980<br />
dollari nel 2006 (6490 se calcolato <strong>in</strong> base alla pa-<br />
* Professore Ord<strong>in</strong>ario<br />
di Economia e gestione<br />
delle imprese, Università<br />
di Genova; Preside<br />
della Facoltà di Scienze<br />
Economiche e Commerciali<br />
dell’Università Cattolica<br />
Sedes Sapientiae<br />
di Lima (Perù).<br />
1) Perù: congiuntura<br />
2007 e prospettive<br />
economiche 2008,<br />
ICE, marzo 2008
4<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
2) World Bank Atlas,<br />
2006.<br />
3) World Economic<br />
Forum, 2008.<br />
4) World Bank Atlas,<br />
2006.<br />
5) Censo Nacional, vari<br />
anni; Inei, Compendio<br />
Estadístico, vari anni.<br />
6) M<strong>in</strong>istero degli Affari<br />
Esteri - ICE, Perù, Rapporti<br />
Paese congiunti<br />
Ambasciate/Uffici Ice<br />
Estero, 2004.<br />
rità dei poteri di acquisto) 2 e si situa al 113° posto<br />
su 209 Paesi, ad un livello <strong>in</strong>termedio fra i Paesi <strong>in</strong><br />
via di sviluppo.<br />
Per quanto riguarda gli <strong>in</strong>dici di competitività dell’economia<br />
secondo il World Economic Forum, nel<br />
2006/2007 il Perù si colloca al 77° posto (su 131<br />
Paesi considerati) per quanto riguarda il Bus<strong>in</strong>ess<br />
Competitiveness Index, ma all’86° nel rank<strong>in</strong>g del<br />
Growth Competitiveness Index: le performance<br />
migliori riguardano le capacità strategiche delle<br />
imprese, la dimensione e l’efficienza dei mercati e<br />
della f<strong>in</strong>anza, mentre le peggiori si riferiscono alle<br />
istituzioni e ai servizi pubblici, alle <strong>in</strong>frastrutture, alla<br />
tecnologia e alla capacità di <strong>in</strong>novazione 3 .<br />
L’economia: risorse, terziarizzazione e microimprese<br />
<strong>La</strong> composizione per settori dell’economia fa<br />
emergere una struttura fortemente terziarizzata:<br />
il settore dei servizi (turismo, commercio, trasporti<br />
e comunicazioni) assorbe i tre quarti dell’occupazione<br />
e genera il 59,6% del prodotto nazionale,<br />
al settore primario fa capo il 6,6% del prodotto,<br />
mentre il settore secondario pesa per il 33,8% (il<br />
15,3% è riferibile all’<strong>in</strong>dustria manifatturiera) 4 .<br />
È <strong>in</strong>teressante notare che 40 anni fa la situazione<br />
era completamente rovesciata, <strong>in</strong> quanto il settore<br />
primario assorbiva il 52% di tutta l’occupazione:<br />
qu<strong>in</strong>di si è verificato un massiccio esodo dal settore<br />
agricolo a quello terziario, con i connessi fenomeni<br />
di concentrazione della popolazione nella capitale,<br />
accompagnato nelle due ultime decadi ad un processo<br />
di de<strong>in</strong>dustrializzazione 5 .<br />
Ovviamente i dati ufficiali non <strong>in</strong>cludono il vastissimo<br />
settore dell’economia <strong>in</strong>formale che è tuttora<br />
stimata <strong>in</strong>torno al 60% di quella ufficiale 6 .<br />
Per quanto riguarda la struttura produttiva va segna-
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
5<br />
lato il ruolo delle imprese m<strong>in</strong>ori (piccole e “micro”),<br />
che rappresentano il 99,7% del numero totale delle<br />
imprese, il 76% dell’occupazione, il 42% del prodotto<br />
<strong>in</strong>terno lordo e il 3,2% delle esportazioni 7 . Da<br />
questo punto di vista, molto forte è l’<strong>in</strong>teresse delle<br />
imprese e soprattutto delle autorità politiche verso<br />
il modello italiano e le esperienze di aggregazione<br />
delle piccole imprese: a molti appare una “ricetta”<br />
proponibile e di successo <strong>in</strong> grado di favorire lo<br />
sviluppo del tessuto produttivo.<br />
Scendendo all’analisi per comparti dell’economia<br />
peruviana, si ev<strong>in</strong>ce un profilo <strong>in</strong>teressante dal<br />
punto di vista della dotazione di risorse: anzitutto la<br />
notevole disponibilità di metalli (rame, z<strong>in</strong>co, oro,<br />
argento, piombo, stagno, molibdeno) ma anche<br />
di risorse petrolifere e soprattutto gas naturale 8 .<br />
A queste vanno aggiunte le tradizionali attività del<br />
Paese: i prodotti ittici, le fibre tessili, i prodotti agricoli<br />
(riso, patate, mais, caffè, canna da zucchero,<br />
ortaggi), il legno.<br />
Aperti al mondo<br />
Dal punto di vista <strong>in</strong>ternazionale il grado di apertura<br />
è notevole: nel 2007 il 25,3% all’export, il 18,7%<br />
all’import e il 15,5% rispetto agli <strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong><br />
entrata 9 . Si vende rame e catodi di rame, oro grezzo,<br />
z<strong>in</strong>co, argento, far<strong>in</strong>a e olio di pesce, t-shirt di<br />
cotone, caffè, frutti di mare. Si comprano derivati<br />
del petrolio, apparecchi telefonici, mais, medic<strong>in</strong>e,<br />
apparecchi televisivi, computer, mezzi di trasporto,<br />
beni strumentali, materiali per l’edilizia.<br />
I pr<strong>in</strong>cipali partner commerciali sono gli Stati Uniti,<br />
ma sta significativamente crescendo il ruolo dei Paesi<br />
dell’America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a e di quelli asiatici (soprattutto<br />
C<strong>in</strong>a, Giappone, Corea), mentre dal punto di vista<br />
degli <strong>in</strong>vestitori la Spagna precede gli Stati Uniti e<br />
il Regno Unito.<br />
7) Sunat, Declaración<br />
de Renta, 2001; Censo<br />
Nacional, 1993; Inei,<br />
Encuesta Nacional de<br />
Hogares, 2003.<br />
8) Recentemente è<br />
<strong>in</strong>iziato lo sfruttamento<br />
del giacimento di gas<br />
di Camisea, che per le<br />
sue dimensioni è dest<strong>in</strong>ato<br />
ad avere un’<strong>in</strong>cidenza<br />
significativa<br />
sullo sviluppo dell’economia<br />
peruviana.<br />
9) Nostra elaborazione<br />
su dati del Banco Central<br />
de Reserva.
6<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
10) Secondo le previsioni<br />
e i confronti<br />
forniti dalla Cia, il Perù<br />
si colloca fra i Paesi il<br />
cui reddito nazionale<br />
sta crescendo a tassi<br />
significativamente elevati:<br />
7,5% previsto nel<br />
2007, contro l’11,4%<br />
della C<strong>in</strong>a, l’8,5%<br />
dell’Argent<strong>in</strong>a, l’8,3%<br />
del Venezuela, l’8,1%<br />
della Russia (cfr. www.<br />
cia.org).<br />
I punti di forza dell’economia peruviana.<br />
I punti di forza sono rappresentati essenzialmente<br />
dalla posizione strategica, dalla buona dotazione<br />
di risorse che attribuiscono al Paese un significativo<br />
vantaggio comparato, cui occorre aggiungere la<br />
buona qualità potenziale delle risorse umane e le<br />
tendenze positive del quadro macroeconomico:<br />
la stabilità monetaria e, f<strong>in</strong>o all’anno scorso, del<br />
cambio hanno caratterizzato l’<strong>in</strong>izio del millennio e<br />
sono decisamente superiori rispetto agli altri Paesi<br />
lat<strong>in</strong>oamericani, primi fra tutti Brasile e Argent<strong>in</strong>a,<br />
così come il vigoroso slancio dell’<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong>ternazionale<br />
(anche se tra<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> parte da fattori<br />
cont<strong>in</strong>genti come i prezzi), che ha beneficiato di<br />
rilevanti <strong>in</strong>vestimenti privati nonché del crescente<br />
processo di <strong>in</strong>tegrazione economica e liberalizzazione<br />
degli scambi che si è verificato a 360 gradi<br />
(<strong>in</strong>tegrazione lat<strong>in</strong>oamericana, trattato con gli Stati<br />
Uniti <strong>in</strong> attuazione del Andean Trade Promotion &<br />
Drug Act, <strong>in</strong>teresse crescente verso il Pacifico, etc.).<br />
Attualmente lo slancio delle esportazioni che ha<br />
caratterizzato l’<strong>in</strong>izio del millennio è <strong>in</strong> attesa dell’attuazione<br />
del Trattato di Libero Commercio con<br />
gli Stati Uniti e della possibilità di maggior apertura<br />
del mercato europeo, mentre il quadro macroeconomico<br />
se da un lato – come si è detto - mostra un<br />
tasso di crescita del Pil molto significativo 10 , dall’altro<br />
risente del recente sfavorevole andamento del<br />
cambio con il dollaro e presenta altresì preoccupanti<br />
s<strong>in</strong>tomi di ripresa dell’<strong>in</strong>flazione (<strong>in</strong>torno al 4% nel<br />
2007 e <strong>in</strong> ulteriore crescita nel 2008), alimentata<br />
dalla componente importata.<br />
I punti di debolezza: politica e società<br />
A fronte degli <strong>in</strong>dubbi punti di forza che fanno del<br />
Perù un Paese non necessariamente condannato a
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
7<br />
rimanere <strong>in</strong> una posizione di arretratezza economica,<br />
stanno alcuni forti punti di debolezza.<br />
In primo luogo va ricordato il quadro politico: a<br />
fattori congiunturali, come l’<strong>in</strong>certezza che si presenta<br />
periodicamente <strong>in</strong> connessione alle vicende<br />
elettorali, si aggiungono fattori strutturali, comuni<br />
agli altri Paesi dell’America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a, quali il gap<br />
tra rappresentanti e rappresentati, la distanza tra<br />
cittad<strong>in</strong>i e politica, la sfiducia verso lo stato e la<br />
mancanza di credibilità e autorità morale della<br />
maggior parte delle istituzioni, oltre che della classe<br />
politica <strong>in</strong> generale.<br />
Il quadro sociale presenta problemi di varia natura:<br />
per esempio, diffusione della povertà urbana e rurale<br />
(il 53% dei Peruviani vive al di sotto della soglia<br />
di povertà e il 20% versa <strong>in</strong> condizioni di povertà<br />
estrema 11 ), alto grado di analfabetismo e carenze<br />
del sistema educativo (un tema molto discusso negli<br />
ultimi tempi è quello della “emergenza educativa”),<br />
disoccupazione (il 7,3% della popolazione nel<br />
2007) 12 , concentrazione urbana e <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento,<br />
<strong>in</strong>sufficiente tutela dell’ord<strong>in</strong>e pubblico e della sicurezza<br />
delle persone e delle cose, alta rilevanza<br />
dell’area dell’<strong>in</strong>formalità ed anche dell’illegalità,<br />
ambiguità e difficoltà nella lotta contro il settore dei<br />
produttori di coca. Anche se sono stati fatti numerosi<br />
passi avanti negli ultimi anni, i problemi cont<strong>in</strong>uano<br />
a permanere e <strong>in</strong> qualche caso si aggravano.<br />
11) Inei, Perú en<br />
cifras, vari anni.<br />
12) ICE, Guida al mercato,<br />
2005 e successivi<br />
aggiornamenti.<br />
I punti di debolezza: economia e imprese<br />
Per quanto riguarda il settore primario, nell’agricoltura<br />
le potenzialità e risorse esistenti non sono<br />
adeguatamente sfruttate per mancanza di capitali<br />
e tecnologie: si pensi alla qualità eccellente del cotone<br />
e della lana o all’eccellenza della ricerca nel<br />
settore della patata, dei tuberi, di alcune specie di<br />
allevamento, che non sviluppano tutte le ricadute
8<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
possibili sulla crescita economica. Si pensi anche<br />
alle immense risorse forestali il cui sfruttamento è<br />
oggi antieconomico e a rischio ecologico ma potrebbe<br />
diventare un fattore di sviluppo molto forte.<br />
Il settore m<strong>in</strong>erario, a sua volta costituisce il settore<br />
tra<strong>in</strong>ante del Paese, ma le esportazioni nella maggior<br />
parte dei casi non aggiungono molto valore a<br />
quello che si <strong>in</strong>contra <strong>in</strong> natura: <strong>in</strong> questo modo non<br />
si sviluppa l’occupazione nel Perù e il potenziale di<br />
ricchezza connesso si crea fuori del Paese. Come<br />
osservava Porter qualche anno fa, si afferma un<br />
modello basato sul b<strong>in</strong>omio materie prime vendute<br />
senza processarle / mano d’opera a basso costo,<br />
che impedisce la trasformazione di un vantaggio<br />
comparato <strong>in</strong> vantaggio competitivo.<br />
Per quanto riguarda il settore <strong>in</strong>dustriale, nel corso<br />
dei decenni si è verificata una certa de<strong>in</strong>dustrializzazione,<br />
legata alla connotazione di maturità di alcuni<br />
settori tra<strong>in</strong>anti come il tessile, i prodotti della pesca,<br />
l’<strong>in</strong>dustria alimentare che hanno sofferto del decl<strong>in</strong>o<br />
generale a livello mondiale, senza che si facessero<br />
<strong>in</strong>vestimenti privati adeguati e trasferimenti tecnologici<br />
necessari per modificare le caratteristiche dei<br />
settori stessi e la loro collocazione <strong>in</strong>ternazionale.<br />
<strong>La</strong> struttura produttiva, così fortemente dipendente<br />
dalle imprese di m<strong>in</strong>ori dimensioni, si trova pertanto<br />
<strong>in</strong> condizioni di grande arretratezza e qu<strong>in</strong>di di estrema<br />
fragilità anche rispetto alle politiche aggressive<br />
di altri Paesi emergenti, soprattutto asiatici, mentre<br />
la qualità delle materie prime e delle risorse umane<br />
potrebbe consentire di spostare il livello della competizione<br />
su settori a più alto valore aggiunto. Del<br />
resto alcuni significativi progressi sono stati compiuti<br />
negli anni recenti, come testimoniano le crescenti<br />
esportazioni di primizie, frutti di mare, tessile di<br />
qualità, artigianato artistico, etc.<br />
Passando al settore terziario privato, il turismo, che
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
9<br />
potrebbe essere un punto di forza molto importante<br />
dell’economia peruviana, è <strong>in</strong>dubbiamente cresciuto,<br />
ma soffre di un’arretratezza e <strong>in</strong>sufficienza delle<br />
strutture e della rete dei servizi <strong>in</strong>frastrutturali.<br />
Il settore distributivo è anch’esso molto frammentato<br />
e arretrato: anche se con la presenza di capitali<br />
stranieri si sono creati nella capitale e nelle città più<br />
importanti centri commerciali di notevole livello, la<br />
struttura rimane fortemente dualistica e presenta<br />
anche estesi caratteri di <strong>in</strong>formalità. Notevole è stato<br />
<strong>in</strong>vece lo sviluppo nel settore delle comunicazioni<br />
e nel settore f<strong>in</strong>anziario, tra<strong>in</strong>ati dagli <strong>in</strong>vestimenti<br />
stranieri e comunque non privi di ambiguità, il<br />
primo per la forte diffusione di modelli e stili di<br />
vita tipici di Paesi avanzati <strong>in</strong> un contesto dove<br />
rimangono <strong>in</strong>soddisfatti bisogni primari ben più<br />
gravi (per esempio, è impressionante la diffusione<br />
dei cellulari: 490 ogni 1000 abitanti) e il secondo<br />
per la perdurante <strong>in</strong>capacità di rendere un servizio<br />
efficiente allo sviluppo delle imprese m<strong>in</strong>ori.<br />
Nuove politiche pubbliche: decentramento<br />
e apertura<br />
A fronte dei punti di debolezza rilevati, l’<strong>in</strong>tervento<br />
pubblico è spesso <strong>in</strong>adeguato: la spesa pubblica è<br />
alta e <strong>in</strong>efficiente e cont<strong>in</strong>ua ad essere molto concentrata;<br />
nonostante gli sforzi per migliorare la rete<br />
viaria e i collegamenti aerei <strong>in</strong>ternazionali, rimane<br />
da affrontare il problema delle <strong>in</strong>frastrutture portuali<br />
(decisive per svolgere un ruolo strategico nel Pacifico)<br />
e dei collegamenti aerei e stradali <strong>in</strong>terni.<br />
Tuttavia, il Perù sta <strong>in</strong> questo momento cercando di<br />
effettuare importanti modificazioni strutturali: ad<br />
esempio è <strong>in</strong> atto un processo di decentramento<br />
delle decisioni e di regionalizzazione che ha lo<br />
scopo di riequilibrare il rapporto tra zone urbane<br />
e rurali e rompere il circuito vizioso della povertà
10<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
rurale che produce emigrazione e maggiore povertà,<br />
attraverso la messa <strong>in</strong> moto di meccanismi<br />
locali di sviluppo.<br />
Al tempo stesso la politica di apertura <strong>in</strong>ternazionale<br />
e l’apporto della cooperazione, facilitati dal<br />
miglioramento del quadro macroeconomico ed<br />
anche del rat<strong>in</strong>g <strong>in</strong>ternazionale del Paese, cercano<br />
di favorire il miglioramento della struttura produttiva<br />
e della competitività del sistema Paese, attraverso<br />
l’<strong>in</strong>nalzamento del livello tecnologico, la formazione<br />
di cluster di imprese, lo sviluppo dell’occupazione,<br />
la “emersione” dell’economia <strong>in</strong>formale.<br />
Certamente un grosso <strong>in</strong>terrogativo è rappresentato<br />
dalla qualità della classe politica (i risultati dei<br />
sondaggi sulla popolarità della classe politica sono<br />
impressionanti!) e dal superamento dei fenomeni di<br />
esclusione dalle decisioni di gran parte della popolazione:<br />
da questo punto di vista un passo decisivo<br />
è il rafforzamento della società civile e della sua<br />
capacità di voice.<br />
È molto evidente che non è possibile mettere <strong>in</strong> moto<br />
nessun processo di sviluppo autentico guidato dal di<br />
fuori, dalle grandi imprese e dai grandi capitali. Ciò<br />
che può veramente mutare la struttura del Paese è il<br />
rafforzamento del tessuto produttivo, imprenditoriale<br />
e umano, f<strong>in</strong>o a formare un “tessuto” radicato e<br />
diffuso, soggetto e protagonista dello sviluppo.<br />
I rapporti con l’<strong>Italia</strong><br />
L’<strong>Italia</strong> importa dal Perù più di quanto non esporti:<br />
nel 2007 si trova all’11° posto fra i clienti con<br />
una quota del 3% circa, mentre nella classifica de<br />
fornitori occupa la 13a posizione, con una quota<br />
dell’1,8%. L’<strong>Italia</strong>, fra i Pesi europei, è comunque il<br />
secondo fornitore del Perù (dopo la Germania) e il<br />
terzo cliente (dopo la Spagna e la Germania).<br />
Le esportazioni italiane sono costituite pr<strong>in</strong>cipal-
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
11<br />
mente da prodotti dest<strong>in</strong>ati al settore <strong>in</strong>dustriale, <strong>in</strong><br />
quanto si tratta per la maggior parte di beni strumentali<br />
quali turb<strong>in</strong>e a gas e loro parti, compressori,<br />
macch<strong>in</strong>e tessili, macch<strong>in</strong>e per t<strong>in</strong>tura, macch<strong>in</strong>e<br />
per il settore della plastica, macch<strong>in</strong>e per il settore<br />
metalmeccanico, nonché prodotti farmaceutici e<br />
diverse apparecchiature elettroniche.<br />
Le importazioni sono costituite per l’80% da prodotti<br />
m<strong>in</strong>erari quali catodi di rame, z<strong>in</strong>co, piombo.<br />
Altri componenti sono i prodotti ittici, tessuti e filati<br />
pregiati, t-shirt, etc.<br />
Lo stock di <strong>in</strong>vestimenti diretti italiani <strong>in</strong> Perù non è<br />
<strong>in</strong>vece molto rilevante, anche a fronte di forti dis<strong>in</strong>vestimenti<br />
negli anni passati: l’<strong>Italia</strong> si colloca al 15°<br />
posto con una quota dell’1%. Il pr<strong>in</strong>cipale settore di<br />
<strong>in</strong>vestimento rimane quello f<strong>in</strong>anziario, seguito dal<br />
m<strong>in</strong>erario, energetico e servizi.<br />
Sono presenti il Gruppo Intesa (ridimensionato),<br />
ACEA, ENI-Saipem, Aqua American Quality,<br />
Maccaferri. FIAT è presente attraverso Italmotor,<br />
Marcegaglia e Astaldi stanno avviando progetti di<br />
collaborazione.<br />
In complesso, il ruolo dell’<strong>Italia</strong> appare marg<strong>in</strong>ale:<br />
la lontananza geografica ha sempre giocato un<br />
ruolo notevolmente più forte della vic<strong>in</strong>anza culturale<br />
dovuta alla nutrita presenza della comunità<br />
italiana. Tuttavia le favorevoli prospettive esistenti<br />
e il d<strong>in</strong>amismo di presenza di alcuni paesi europei,<br />
primo fra tutti la Spagna, suggeriscono la possibilità<br />
di <strong>in</strong>dividuare un ruolo più attivo: i settori delle<br />
costruzioni, <strong>in</strong>frastrutture di ogni genere, m<strong>in</strong>iere,<br />
energia e idrocarburi (gas di Camisea), agro<strong>in</strong>dustria,<br />
tessile di qualità, turismo, telecomunicazioni<br />
sono solo alcuni dei settori nei quali è possibile<br />
<strong>in</strong>dividuare ruoli significativi sia per le grandi che<br />
per le piccole imprese 13 .<br />
13) Perù: congiuntura<br />
2007 e prospettive<br />
economiche 2008,<br />
ICE, marzo 2008
12<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
TRADIZIONE TESSILE<br />
E COMPETITIVITÀ<br />
INTERNAZIONALE<br />
William Muñoz*<br />
* Esperto UNIDO (United<br />
Nations Industrial<br />
Development Organization)<br />
<strong>in</strong> Perú<br />
1) El Peruano, 2001,<br />
Hilos Milenarios, El<br />
mensaje del tradicional<br />
arte textil peruano,<br />
Pág.1.<br />
Antecedenti storici del settore tessile peruviano<br />
Dalle epoche pre<strong>in</strong>ca il cotone ed i capelli f<strong>in</strong>i dei<br />
camélidos sud-americani hanno sostenuto lo sviluppo<br />
dell’attività economica <strong>in</strong> gran parte del Perù. <strong>La</strong><br />
lana di pecora ed i capelli f<strong>in</strong>i di alpachi e vigogne,<br />
caratterizzano i dipartimenti di Puno, Cuzco, Arequipa,<br />
Ayacucho e Junín, mentre il cotone Pima, Tangüis<br />
e del Cerro riportano alle produzioni di Piura,<br />
Lima, Ica e <strong>La</strong>mbayeque. Questa grande copertura<br />
territoriale e l’esistenza e sviluppo di attività legate<br />
a queste risorse favorirono l’organizzazione di villaggi,<br />
laboratori, città <strong>in</strong>termedie e città capitali. In<br />
questi centri la creatività e la passione degli antichi<br />
artigiani peruviani produsse tessuti e abbigliamento<br />
di grande qualità e bellezza 1 .<br />
L’evidenza più concreta risale alla f<strong>in</strong>e del Periodo<br />
Formativo Superiore, (500 anni A.C.), alla penisola<br />
di Paracas, dove si sviluppò una cultura straord<strong>in</strong>aria<br />
che generò un legame con la tradizione tessile<br />
peruviana. I Paracas plasmavano nelle loro creazioni<br />
la loro propria forma di <strong>in</strong>terpretare il mondo.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
13<br />
I loro design, figure, tessuti e colori, esposti pr<strong>in</strong>cipalmente<br />
nei manti, rivelano una maestria nelle<br />
tecniche del tessuto. L’attività tessile <strong>in</strong>fluenzò la vita<br />
quotidiana dei peruviani, denotando rango e situazione<br />
sociale. I tessuti avevaano diverse f<strong>in</strong>alità:<br />
economiche, sociali, cerimoniali e funerarie; alcuni<br />
dei loro usi erano anche per reti da pesca, borse,<br />
camicie, gonnell<strong>in</strong>e, cerchietti, calzature, manti,<br />
arazzi, polsi e sudari funerari.<br />
L’abilità degli artigiani pre-<strong>in</strong>cas 2 e le relative<br />
conoscenze nel trattamento della fibra, le t<strong>in</strong>ture<br />
naturali e la confezione di tessuti 3 , furono notevoli.<br />
Coltivarono cotoni nativi, marroni e di toni rosacei,<br />
tosavano fiamme per tessuti grossolani ed alpaca e<br />
vigogna per i tessuti f<strong>in</strong>i. T<strong>in</strong>gevano le fibre animali<br />
e vegetali, prima di filarle, utilizzando pigmenti m<strong>in</strong>erali<br />
o t<strong>in</strong>ture vegetali che aderivano o impregnavano<br />
la fibra con l’aiuto di mordenti 4 . Possedevano<br />
un’ammirabile abilità nei processi di pigmentazione<br />
tessile, ottenevano il rosso dalla coch<strong>in</strong>illa 5 , l’azzurro<br />
dall’<strong>in</strong>daco, il giallo da argille ferrug<strong>in</strong>ose,<br />
il marrone da frutti secchi, l’arancione dal seme<br />
di achiote ed il violetto dal murice 6 . Per la filatura<br />
utilizzavano il fuso, col quale la fibra era allungata,<br />
ritorta e filata. Per tessere il filo utilizzavano f<strong>in</strong>o a<br />
tre strutture: il telaio di vita, il telaio verticale ed il<br />
telaio orizzontale; quest’ultimo serviva per confezionare<br />
tessuti grossolani, i primi due si usavano<br />
nei tessuti più f<strong>in</strong>i. Queste strutture comprendevano<br />
due assi, tra i quali si disponeva l’ordito 7 ; il tessuto<br />
si completava con l’aiuto di strumenti di legno che<br />
facilitavano la creazione delle trame 8 . Erano conosciute,<br />
<strong>in</strong>oltre, tecniche tessili per la produzione di<br />
broccati, tappezzerie, doppi tessuti e veli.<br />
2) Ramón Mujica, 2005,<br />
Arte e Iconografía del<br />
Perú, Hueso Húmero 46<br />
3) Álvaro Higueras,<br />
1998, Técnicas textiles,<br />
Textiles Prehispánicos<br />
1, 1-30<br />
4) Risolvi che aiutano a<br />
fissare il colore riducendo<br />
l’acidità della<br />
t<strong>in</strong>tura..<br />
5) Parassita del cactus.<br />
6) T<strong>in</strong>tura di molluschi.<br />
7) Struttura verticale di<br />
fibre.<br />
8) Struttura orizzontale<br />
di fibre.
14<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
9) <strong>La</strong> “leva militare”<br />
dell’epoca<br />
In epoca <strong>in</strong>ca, l’istituzione della reciprocità richiedeva<br />
grandi quantità di abbigliamento f<strong>in</strong>e dest<strong>in</strong>ato<br />
ai nobili del Tahuant<strong>in</strong>suyo; ugualmente la mita<br />
guerriera 9 obbligava lo stato a coprire le esigenze<br />
logistiche dell’esercito. Per rispondere a queste necessità,<br />
gli Inca istituirono gli Aclla huasis o manifatture<br />
femm<strong>in</strong>ili, dove le mamaconas confezionavano<br />
capi di abbigliamento f<strong>in</strong>i e grossolani.<br />
Durante la colonizzazione arrivarono il telaio a<br />
pedale e le nuove versioni del telaio verticale. Gli<br />
Spagnoli portarono un nuovo processo di confezione<br />
che <strong>in</strong>cludeva il taglio e la cucitura di tessuti per<br />
fare vestiti ed altri prodotti. Gli artigiani si specializzarono<br />
<strong>in</strong> tappeti, copriletti <strong>in</strong> bassorilievo, coltri,<br />
tessuti piani realizzati a mano, coperte e capi d’abbigliamento<br />
di <strong>in</strong>fluenza occidentale come i ponchos<br />
ed i chullos. È <strong>in</strong> questo periodo che si accentuò lo<br />
sfruttamento degli <strong>in</strong>digeni nei manufatti, a causa<br />
dell’avidità spagnola volta ad ottenere una maggiore<br />
produzione e qu<strong>in</strong>di più imposte, con eccessi<br />
negli orari di lavoro ed abusi punitivi.<br />
All’<strong>in</strong>izio del periodo repubblicano, la coltivazione<br />
pr<strong>in</strong>cipale nelle grandi tenute era la canna da<br />
zucchero, successivamente crebbe l’importanza del<br />
cotone.<br />
<strong>La</strong> liberazione degli schiavi neri orig<strong>in</strong>ò un arrivo<br />
massiccio di manodopera asiatica per il lavoro nei<br />
campi. Term<strong>in</strong>ata la guerra con Cile, si era poi<br />
determ<strong>in</strong>ato un certo decl<strong>in</strong>o della élite dei proprietari<br />
terrieri e la nascita di nuovi gruppi di potere,<br />
costituiti pr<strong>in</strong>cipalmente da immigranti europei.<br />
L’orientamento all’export dell’apparato produttivo<br />
si consolidò e l’economia di esportazione divenne<br />
una delle pr<strong>in</strong>cipali fonti di entrata per il fisco.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
15<br />
In quel contesto, un scienziato portoricano, Fermín<br />
Tangüis, sviluppò nella valle di Pisco una varietà di<br />
cotone 10 a fibra lunga, resistente, soffice e adatta per<br />
la t<strong>in</strong>tura, che costituisce uno dei pr<strong>in</strong>cipali prodotti<br />
agricoli di esportazione per la costa centrale del Perù.<br />
Anni più tardi, per la valle di Piura, Emilio Hilbk Sem<strong>in</strong>ario<br />
importò dall’Arizona 11 la varietà “Pima” 12 ,<br />
di fibra extra-lunga e straord<strong>in</strong>aria qualità.<br />
Le due guerre mondiali, e successivamente la guerra<br />
di Corea e quella del Vietnam, facilitarono l’<strong>in</strong>cremento<br />
dei prezzi delle materie prime; tra esse anche<br />
il cotone, che divenne, per un paio di decadi, uno<br />
dei pr<strong>in</strong>cipali prodotti di esportazione del paese. Lo<br />
sviluppo cotoniero fu sostenuto dall’<strong>in</strong>troduzione<br />
delle mollettatrici, macch<strong>in</strong>e per separare la fibra<br />
dal seme. <strong>La</strong> fibra era l’<strong>in</strong>put delle filande e delle<br />
<strong>in</strong>dustrie tessili, il seme serviva per l’<strong>in</strong>dustria oleicola<br />
e per l’allevamento del bestiame.<br />
Questa fase positiva per il cotone favorì lo sviluppo<br />
della sua catena produttiva, che <strong>in</strong>tegrava diversi<br />
settori dell’economia: dagli agricoltori agli <strong>in</strong>dustriali,<br />
f<strong>in</strong>o agli esportatori. In questi anni aumentò<br />
la produttività della coltivazione, migliorarono le<br />
pratiche agricole, crebbe il settore manifatturiero<br />
tessile e si acquisirono nuove tecnologie dall’Inghilterra<br />
e dall’<strong>Italia</strong>.<br />
<strong>La</strong> riforma agraria, attuata dal governo militare del<br />
Generale Velasco 13 , colpì la maggior parte delle<br />
tenute cotoniere, consegnando la proprietà delle<br />
stesse ai loro lavoratori. Furono anni critici a causa<br />
dei problemi orig<strong>in</strong>ati dalla frammentazione delle<br />
terre, per la mancanza di capacità gestionali adeguate,<br />
per la scarsità di <strong>in</strong>vestimenti sia <strong>in</strong> capitale<br />
umano che <strong>in</strong> tecnologia.<br />
10) Varietà “Tangüis”,<br />
sviluppata tra gli anni<br />
1906-1908 nella valle<br />
di Pisco per Ferm<strong>in</strong><br />
Tangüis.<br />
11) Bruno Revesz,<br />
Estado, algodón y<br />
productores agrarios.<br />
Cipca, Pág.1, 1982.<br />
12) Fu importata nel<br />
1922 per Emilio Hilbck,<br />
deriva della varietà<br />
egiziana “Metafifi”<br />
13) Generale Juan<br />
Velasco Alvarado,<br />
Presiede la Giunta di<br />
Governo tra gli anni<br />
1968-1975.
16<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
14) Francisco Med<strong>in</strong>a<br />
Mart<strong>in</strong>ez, 1990, <strong>La</strong><br />
Industria Textil en el<br />
Cuzco, Pág. 3. 1928-<br />
1980<br />
15) Pro<strong>in</strong>versión, ,<br />
Guía de Inversiones<br />
en el Sector Textil y de<br />
Confecciones para la<br />
exportación, Pág.7.<br />
2005<br />
Lo sfruttamento di lane e capelli f<strong>in</strong>i, fu concentrato<br />
nei dipartimenti di Cusco e Puno.<br />
Nel periodo coloniale erano state create diverse manifatture<br />
nel Cusco, per la produzione di tessuti che<br />
venivano poi <strong>in</strong>viati a Potosí. Dopo l’<strong>in</strong>dipendenza<br />
si attivò un d<strong>in</strong>amico commercio laniero tra il dipartimento<br />
di Cusco, Puno ed Arequipa, divenendo<br />
quest’ultimo il centro commerciale più importante<br />
della zona, per la sua vic<strong>in</strong>anza al porto di Islay, da<br />
dove si esportava la lana verso l’Europa.<br />
Agli <strong>in</strong>izi del secolo XX, le élite di commercianti e<br />
latifondisti 14 , stabilite nei dipartimenti del sud del<br />
Perù, furono i propulsori dell’<strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong>dustriale.<br />
Così, si costituirono le fabbriche di tessuti di<br />
lana e le filande, attivandosi <strong>in</strong> questo caso anche la<br />
catena produttiva della lana, con la partecipazione<br />
di allevatori, commercianti ed <strong>in</strong>dustriales.<br />
<strong>La</strong> riforma agraria colpì la catena produttiva delle<br />
lane mediante le espropriazioni delle tenute montane<br />
e dei loro allevamenti. I “fagotti” furono ridotti<br />
<strong>in</strong> volume e mischiate le varietà. Come nel caso<br />
dell’agricoltura costiera, l’allevamento di montagna<br />
si perse e portò ai livelli di sussistenza migliaia di<br />
piccoli allevatori.<br />
F<strong>in</strong>ora possiamo affermare che il settore tessile <strong>in</strong><br />
Perù si è sviluppato approfittando della ricchezza<br />
genetica, tanto del cotone come dei camélidos<br />
sud-americani, i piani ecologici e la destrezza e versatilità<br />
degli artigiani 15 (capaci di creare le proprie<br />
tecniche per processi complessi come quelli della<br />
filatura, la t<strong>in</strong>tura e la tessitura, e anche di assimilare<br />
e adattare nuove tecnologie). Essi controllarono i<br />
processi di design, lo sviluppo di colori e anche la<br />
commercializzazione. L’attività tessile fu v<strong>in</strong>colata
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
17<br />
allo sviluppo di laboratori e, successivamente, a<br />
quello di impianti <strong>in</strong>dustriali, sempre <strong>in</strong>tensivi <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i di manodopera e allo stesso tempo portatori<br />
di conoscenze tecnologiche <strong>in</strong> processi di relativa<br />
complessità.<br />
Un altro aspetto è costituito dalla configurazione<br />
delle catene produttive: queste <strong>in</strong>tegrarono una serie<br />
di attività con maggiore utilizzo di manodopera, materie<br />
prime, processi e capitali. Come conseguenza,<br />
si generarono beni <strong>in</strong>termedi e f<strong>in</strong>ali per i mercati<br />
locali e anche per l’estero.<br />
Negli anni recenti, con il ritorno della democrazia ed<br />
i paralleli processi di apertura commerciale ed <strong>in</strong>tegrazione<br />
economica, si presentano opportunità per<br />
il settore nel mercato ampliato e saranno proprio<br />
le catene produttive con le loro capacità di adattamento<br />
e crescita, quelle che genereranno un’offerta<br />
esportabile adeguata alla domanda <strong>in</strong>ternazionale.<br />
Ovviamente si dovranno sviluppare nuove capacità,<br />
migliorare i processi, <strong>in</strong>corporare nuove tecnologie<br />
ed estendere le catene con attività di design e sviluppo<br />
di prodotto, distribuzione e commercializzazione.<br />
Questa è la sfida attuale e sarà materia della nostra<br />
analisi nei capitoli successivi.<br />
<strong>La</strong> Competitività del settore tessile nel Perù<br />
Con il supporto di diversi strumenti analitici rivediamo<br />
la situazione della competitività del settore<br />
tessile <strong>in</strong> Perù. In primo luogo commenteremo il<br />
Diamante del settore tessile peruviano; di seguito<br />
riassumeremo i pr<strong>in</strong>cipali apprezzamenti di Michael<br />
Porter sulla competitività <strong>in</strong> Perù e, <strong>in</strong> particolare,<br />
nel suo settore tessile.
18<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Diamante del settore tessile peruviano<br />
Abbiamo preso come fonte di riferimento il Piano<br />
Operativo Esportatore del settore Tessile e confezioni<br />
del M<strong>in</strong>istero del Commercio Esterno (MINCETUR) e<br />
fatto <strong>in</strong>terviste a specialisti di istituzioni pubbliche e<br />
private collegate al settore, con la f<strong>in</strong>alità di potere<br />
organizzare i nostri commenti sulle determ<strong>in</strong>anti del<br />
Diamante del settore tessile.<br />
Grafico Nº 1 - Diamante del Settore Tessile peruviano<br />
Factores básicos<br />
Alta calidad de la fibra<br />
de algodón pese a su<br />
degeneración actual<br />
Alta f<strong>in</strong>ura de la fibra<br />
de alpaca<br />
Proximidad al oeste<br />
de EE.UU.<br />
Reconocida habilidad<br />
de la mano de obra<br />
Dependencia relativa<br />
del algodón importado<br />
Factores creados<br />
Factores de<br />
producción<br />
Deficiente <strong>in</strong>frastructura vial,<br />
portuaria y aeroportuaria<br />
Elevados costos logísticos<br />
Insuficiente personal capacitado<br />
Reactivos en moda<br />
Rápido aprendizaje y adaptación<br />
de procesos productivos<br />
Sistema de telecomunicaciones<br />
poco aprovechado<br />
Altos costos de capital<br />
Escasa <strong>in</strong>vestigación<br />
y desarrollo de fibras<br />
Baja asociatividad vertical<br />
y horizontal<br />
Poca coord<strong>in</strong>ación entre<br />
sectores privado y público<br />
Fonte: Penx<br />
Estrategia<br />
Estructura y<br />
Rivalidad<br />
Empresas <strong>in</strong>tegradas desde<br />
hilatura a confección son<br />
competitivas <strong>in</strong>ternacionalmente<br />
Exportaciones compiten por<br />
los mismos pocos clientes<br />
en mercado de EE.UU.<br />
75% de exportaciones son polos<br />
de tejidos de punto de algodón<br />
Escasa presencia en mercado<br />
de prendas de tejidos planos<br />
Mayor posibilidad de atraer<br />
<strong>in</strong>versiones por reducción<br />
de riesgo páis<br />
Competencia cerrada en costos<br />
Maximización de rentabilidad<br />
a corto plazo<br />
Industrias<br />
relacionadas<br />
y de apoyo<br />
Cluster de Gamarra<br />
des<strong>in</strong>tegrado y entrampado<br />
en mercado <strong>in</strong>terno<br />
Concentración geografica de<br />
productores <strong>in</strong> Lima<br />
facilita <strong>in</strong>tercambio<br />
Baja capacidad y tecnología<br />
en teñidos y acabados<br />
Dependencia importada en<br />
abastecimiento de <strong>in</strong>sumos<br />
(colorantes, botones, cierres<br />
y otros)<br />
Demanda mundial por productos<br />
de calidad y bajo precio<br />
Consumidores locales priorizan<br />
precio antes que calidad<br />
Consumidores norteamericanos<br />
menos exigentes que europeos<br />
D<strong>in</strong>amismo de demanda en<br />
prendas de fibras s<strong>in</strong>téticas<br />
Condiciones<br />
de la demanda<br />
Centros de moda y diseño<br />
<strong>in</strong>cipientes<br />
Capacitación técnica<br />
de baja escala<br />
Alta dependencia de equipo<br />
y maqu<strong>in</strong>aria importados<br />
Aranceles a la importación<br />
de bienes de capital e <strong>in</strong>sumos<br />
relativamente altos<br />
Limitado f<strong>in</strong>anciamiento
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
19<br />
Nel grafico Nº 1 mostriamo le determ<strong>in</strong>anti del<br />
diamante del settore tessile, su essi e col prezioso<br />
apporto di esperti del settore 16 adesso facciamo<br />
qualche commento:<br />
Condizioni dei fattori<br />
Il paese dispone di condizioni molto favorevoli grazie<br />
alla disponibilità di materie prime eccezionali,<br />
una manodopera abile ed un’ubicazione strategica<br />
<strong>in</strong> relazione al mercato americano.<br />
Non accade la stessa cosa con i fattori “artificiali”, <strong>in</strong><br />
particolare quelli di tipo avanzato. Su essi gli esperti<br />
commentano che l’<strong>in</strong>frastruttura logistica, vitale per<br />
ottenere una risposta rapida e ridurre i costi non<br />
è la più adeguata; che, sebbene la manodopera<br />
sia abile, la disponibilità di personale qualificato<br />
per operazioni specifiche è limitata, a tal punto<br />
che risulta <strong>in</strong>sufficiente per coprire le domande di<br />
macch<strong>in</strong>isti per le confezioni <strong>in</strong> tessuto piano e per<br />
la cucitura di qualità. Un altro aspetto citato dagli<br />
esperti riguarda la necessità di offrire maggiori<br />
opportunità a designer e produttori aff<strong>in</strong>ché partecip<strong>in</strong>o<br />
a fiere e sfilate <strong>in</strong>ternazionali, <strong>in</strong> modo da<br />
poter mantenere un contatto diretto con prodotti ed<br />
operatori che del<strong>in</strong>eano le tendenze della moda.<br />
Sulla ricerca e sviluppo di fibre, l’Istituto Peruviano<br />
del Cotone (IPA) e l’Istituto Peruviano di Energia<br />
Nucleare (IPEN) stanno lavorando per migliorare le<br />
varietà di cotone al f<strong>in</strong>e di ridurre il ciclo produttivo<br />
ed <strong>in</strong>crementarne i rendimenti, <strong>in</strong> particolare per<br />
le fibre extralargas. Inoltre, l’IPEN sta realizzando<br />
ricerche <strong>in</strong> genetica molecolare per migliorare le<br />
fibre del cotone ed i capelli f<strong>in</strong>i di alpaca.<br />
Gli esperti suggeriscono la convenienza a sviluppare<br />
relazioni di collaborazione scientifica e tecnologica<br />
con università e centri specializzati nel settore tessile,<br />
come l’università del North Carol<strong>in</strong>a, il M.I.T<br />
e Biella.<br />
16) Ing. Ricardo Gomez<br />
Catturarti, Direttore di<br />
Operazioni di Tessile<br />
San Cristobal.<br />
Ing. Miguel Ortiz di<br />
Zevallos, Consulente<br />
della catena produttiva<br />
tessile, Direttore del<br />
SENATI.<br />
Ing. Daniel Delgadillo,<br />
Funzionario di Universal<br />
Textil.<br />
Sig.ra. Sonia Lozada,<br />
Designer, Consulente<br />
PROMPEX.<br />
Ing. Alejandro Gonzales,<br />
Past President<br />
PROMPEX, Diretore<br />
Textil Piura.<br />
Sr. Manuel Centeno, Direttore<br />
di competitività<br />
PRODUCE.<br />
Sig.ra. Teresa Ichikawa,<br />
Direttoressa di Divisione<br />
Tessile PROMPEX.<br />
Ec. Gladys Triveño,<br />
Presidente PROEXPAN-<br />
SIÓN.
20<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
È stato osservato che i livelli di associazionismo<br />
imprenditoriale nel settore non sono ancora i più<br />
adeguati; esistono tuttavia <strong>in</strong>iziative del governo,<br />
per promuovere la costituzione di reti produttive,<br />
che offrono l<strong>in</strong>ee guida di orientamento verso la<br />
domanda. Queste reti sono però ancora limitate<br />
sia come numero che per impatto.<br />
Condizioni della domanda<br />
Riguardo alle condizioni della domanda, gli esperti<br />
sono d’accordo nell’affermare che la domanda<br />
mondiale del settore abbigliamento diventa sempre<br />
più esigente per quanto si riferisce a qualità e prezzi.<br />
I processi di apertura ed <strong>in</strong>tegrazione commerciale<br />
ampliano le possibilità di collocare la produzione<br />
nazionale all’estero. Diversamente da quello che<br />
accade nel mercato mondiale, su quello locale i<br />
consumatori preferiscono il prezzo piuttosto che la<br />
qualità, per cui la loro domanda non è molto esigente<br />
e comprano abbigliamento di fibra s<strong>in</strong>tetica<br />
e di cotoni a fibre corte.<br />
L’assenza di una strategia seria per difendere la proprietà<br />
<strong>in</strong>tellettuale e i marchi colpisce l’<strong>in</strong>novazione<br />
e lo sviluppo dei produttori locali. Altri fattori che,<br />
secondo loro, limitano lo sviluppo di una domanda<br />
sofisticata sono il contrabbando ed il dump<strong>in</strong>g, che<br />
generano distorsioni nei prezzi relativi. Suggeriscono<br />
che un primo passo per ord<strong>in</strong>are il mercato è<br />
quello di garantire le regole di libera concorrenza<br />
ed elim<strong>in</strong>are le distorsioni. Un secondo passo sarebbe<br />
promuovere la diversificazione verso mercati<br />
di esportazione dei tradizionali fornitori del mercato<br />
locale, (fabbricanti di prodotti s<strong>in</strong>tetici e di fibra<br />
corta); così si alzerebbero gli standard di qualità<br />
dei prodotti <strong>in</strong> generale.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
21<br />
Strategia, struttura e competizione<br />
In relazione alla strategia, struttura e competizione,<br />
gli esperti hanno osservato che le imprese più grandi<br />
del settore sono completamente <strong>in</strong>tegrate, dalla<br />
filatura f<strong>in</strong>o alla confezione, fatto che offre loro un<br />
vantaggio competitivo. L’elevato livello di concentrazione<br />
delle nostre esportazioni di confezioni verso<br />
gli Stati Uniti è pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>in</strong> tessuto di punto,<br />
quello che implicherebbe una certa vulnerabilità,<br />
mentre la nostra offerta di esportazione non è molto<br />
diversificata. Ancora non si è sviluppato un mercato<br />
esterno forte per l’abbigliamento di tessuto piano,<br />
la cui domanda mondiale è molto significativa e<br />
<strong>in</strong> crescita. Tutti sperano che la conseguenza della<br />
firma del TLC con gli Stati Uniti e l’evoluzione degli<br />
<strong>in</strong>dicatori macroeconomici nazionali siano stimoli<br />
duraturi per gli <strong>in</strong>vestimenti degli imprenditori stranieri<br />
nel settore.<br />
Industrie collegate e di supporto<br />
Sulle <strong>in</strong>dustrie collegate e di supporto, si osserva<br />
che effettivamente la pr<strong>in</strong>cipale agglomerazione di<br />
piccoli produttori del settore confezioni era quella<br />
di Gamarra, rivolta pr<strong>in</strong>cipalmente verso il mercato<br />
<strong>in</strong>terno, mentre si ritiene più appropriato che la<br />
maggioranza di imprese produttrici e complementari<br />
del settore siano ubicate a Lima, dato che questo<br />
potrebbe facilitare lo scambio, le comunicazioni e<br />
le relazioni.<br />
Il settore non dispone ancora di fornitori di servizi<br />
di t<strong>in</strong>tura e rif<strong>in</strong>iture completamente efficienti, per<br />
cui si generano colli di bottiglia e ritardi nei processi.<br />
Molti materiali, come ad esempio i coloranti,<br />
sono per la maggior parte importati dall’estero e<br />
questo riduce la flessibilità e la rapidità di risposta.<br />
Anche gli esperti dichiarano che, sebbene esistano
22<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
17) UCSS, Demanda<br />
<strong>La</strong>boral para jóvenes<br />
con formación técnica<br />
en sectores d<strong>in</strong>ámicos<br />
de Lima Metropolitana,<br />
Lima, Área de Investigación<br />
UCSS, 2005.<br />
alcune scuole di moda e des<strong>in</strong>g, queste risultano<br />
<strong>in</strong>sufficienti per formare un’offerta di design che<br />
permetta al settore di competere a scala globale.<br />
Da una ricerca fatta dall’Universidad Católica<br />
Sedes Sapientiae 17 , sulla domanda lavorativa per<br />
formazione tecnica, si è concluso che l’offerta formativa<br />
offerta dai Centri Educativi Occupazionali<br />
(CEOS) di Lima non è funzionale alla domanda,<br />
e pertanto quei Centri non formano macch<strong>in</strong>isti di<br />
cucitura adeguati alle necessità delle imprese. <strong>La</strong><br />
migliore proposta formativa è quella del Senati e si<br />
suggerisce perciò che sia quest’ultima istituzione a<br />
sviluppare i piani di studio dei CEOS e a garantirne<br />
il funzionamento.<br />
Il settore tessile<br />
Porter, riferendosi al settore tessile, ha osservato che<br />
uno dei nodi fondamentali dell’economia peruviana<br />
ha la sua radice nella maniera <strong>in</strong> cui si stanno<br />
sviluppando i suoi cluster del cotone e dell’alpaca,<br />
specificamente nel modo <strong>in</strong> cui le imprese stanno<br />
competendo all’<strong>in</strong>terno di essi. Si sta procedendo<br />
verso la formazione di una base di fornitori, grazie<br />
alla quale le imprese straniere presenti <strong>in</strong> Perù ne<br />
hanno sp<strong>in</strong>to lo sviluppo. Gamarra è un cluster<br />
dipendente dal cotone, cresciuto con modesti aiuti<br />
da parte del governo. <strong>La</strong> debolezza di questo cluster<br />
deriva anche dalla scarsa protezione della proprietà<br />
<strong>in</strong>tellettuale, si realizzano <strong>in</strong>fatti molte imitazioni.<br />
Occorrerebbe migliorare la promozione delle<br />
esportazioni, essere molto attivi nelle politiche di<br />
market<strong>in</strong>g e mantenere standard elevati. Le imprese<br />
peruviane potrebbero creare un attivo unico speciale<br />
mediante il design, se potessero crearsi condizioni<br />
<strong>in</strong>sediative più adeguate per un cluster tessile, e ciò<br />
potrebbe sp<strong>in</strong>gere un marchio importante, “Made <strong>in</strong><br />
Perù”, che aiuterebbe le imprese del cluster, ma le<br />
cui ricadute di immag<strong>in</strong>e sarebbero generalizzate.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
23<br />
I Cluster nel settore tessile<br />
Nella sua agenda nazionale per la competitività,<br />
Michael Porter menziona che è nell’ambito dei cluster<br />
che si apprezzano meglio i le sfide aperte per<br />
migliorare i settori <strong>in</strong>dustriali. Come si vedrà più <strong>in</strong><br />
dettaglio nel capitolo seguente, i pr<strong>in</strong>cipali acquirenti<br />
di abbigliamento sono le catene al dettaglio e<br />
i grandi marchi che progressivamente aumentano<br />
le loro aspettative rispetto ai fornitori, preferiscono<br />
comprare il pacchetto completo 18 e si rivolgono<br />
ad un mercato globale molto competitivo, dove le<br />
necessità cambiano cont<strong>in</strong>uamente. Rispondere a<br />
questo mercato complesso e d<strong>in</strong>amico è la sfida dei<br />
cluster nazionali. Perciò riteniamo importante identificare<br />
i problemi all’<strong>in</strong>terno dei cluster del cotone e<br />
dell’alpaca, mentre la correzione degli stessi aiuterà<br />
a migliorare la competitività del settore <strong>in</strong>dustriale<br />
dell’abbigliamento e le sue capacità di risposta al<br />
mercato <strong>in</strong>ternazionale.<br />
18) KSA, Programa<br />
para la cadena fibra,<br />
textil, vestido, México,<br />
Kurt Salmon Associates,<br />
2003, Pág.9.<br />
Cluster del Cotone Tessile-confezioni<br />
Il cluster del settore cotone <strong>in</strong> Perù (vedi grafico Nº 2)<br />
è costitutito dai produttori agricoli di cotone <strong>in</strong> ramo<br />
(con i loro fornitori) e dalle imprese mollettatrici, nella<br />
fase primaria. Dalle imprese che trasformano la fibra,<br />
dalle filature, dalle <strong>in</strong>dustrie di tessuti e confezioni 19<br />
e dalle imprese olearie ed agroalimentari, nella fase<br />
manifatturiera. Inoltre, dalle istituzioni governative e<br />
non governative che sostengono il settore; dai centri<br />
di ricerca come l’Istituto Nazionale di Investigazione<br />
Agraria (INIA), l’Università Agraria della Mol<strong>in</strong>a<br />
(UNALM) e l’Istituto Peruviano del Cotone (IPA). Dalle<br />
strutture formative, come il SENATI per la formazione<br />
tecnica e l’Università Nazionale di Ingegneria (UNI)<br />
per l’abilitazione degli <strong>in</strong>gegneri tessili. Inf<strong>in</strong>e, i<br />
fornitori <strong>in</strong>dustriali di macch<strong>in</strong>ari e servizi, la rete di<br />
<strong>in</strong>termediari locali e l’<strong>in</strong>sieme delle imprese espor-<br />
19) E.Brenes,<br />
K.Madrigal, F.Pérez,<br />
Reporte F<strong>in</strong>al del<br />
Proyecto: Agrotecnología<br />
en Perú, Lima,<br />
INCAE, 2001, Pág.4.
24<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
20) M<strong>in</strong>cetur, Plan<br />
Operativo Exportador<br />
del Sector Textil, Lima,<br />
PENX, 2004, Pág.14.<br />
21) E.Brenes, F.Cilloniz;<br />
K.Madrigal, F.Pérez,<br />
El cluster del algodón<br />
en Perú: Diagnóstico<br />
competitivo y recomendaciones<br />
estratégicas,<br />
Lima, INCAE, 2001.<br />
Págs. 74-75.<br />
22) E.Brenes,<br />
K.Madrigal, F.Pérez,<br />
Reporte F<strong>in</strong>al del<br />
Proyecto: Agrotecnología<br />
en Perú, Lima,<br />
INCAE, 2001, Págs.23-<br />
28.<br />
tatrici ed importatrici formano la componente “di<br />
servizio” del cluster.<br />
Il cluster del cotone è importante perché esporta uno<br />
dei pr<strong>in</strong>cipali prodotti non tradizionali del paese, l’abbigliamento.<br />
D’altra parte usa molta manodopera<br />
e collega attività di tipo agricolo-rurale con attività<br />
manifatturiero-urbane. Si stima che esso generi impiego<br />
diretto e <strong>in</strong>diretto per oltre 270,000 persone 20 .<br />
È <strong>in</strong>oltre lo spazio che permette l’omologazione ed<br />
assimilazione di standard da parte delle imprese,<br />
permette di orientare con efficienza le politiche dirette<br />
a fortificare i diversi livelli di operatori e promuove<br />
le s<strong>in</strong>ergie e l’associazionismo.<br />
Una ricerca del Progetto And<strong>in</strong>o di Competitività 21 ha<br />
identificato i pr<strong>in</strong>cipali problemi del cluster del cotone<br />
<strong>in</strong> Perù: scarsa organizzazione nella fase agricola,<br />
carenza di una strategia per tutto il settore, necessità<br />
di sviluppo tecnologico specialmente nella fase<br />
agricola, necessità di diversificazione dei mercati e di<br />
promozione della formazione per tutto il cluster.<br />
Un’altra ricerca dell’INCAE 22 , dopo avere analizzato<br />
i problemi del settore, formula raccomandazioni<br />
e <strong>in</strong>dividua come temi prioritari per migliorare la<br />
competitività del settore cotone:<br />
· Def<strong>in</strong>ire una strategia <strong>in</strong>tegrale per tutto il cluster,<br />
prendendo <strong>in</strong> considerazione adeguatamente tutti<br />
gli attori<br />
· Generazione, acquisizione e trasferimento di<br />
tecnologia: per fare ciò, occorre consolidare il<br />
sistema di ricerca attuale, progettare un sistema di<br />
estensione e trasferimento di tecnologia attraverso<br />
la formazione e approfittando delle potenzialità<br />
del settore privato, progettare un premio all’<strong>in</strong>novazione<br />
tessile.<br />
· Migliorare il “clima”: si suggerisce rivedere la cornice<br />
tributaria per il settore, di mantenere l’attuale
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
25<br />
flessibilità del lavoro, semplificare l’importazione<br />
di materiale genetico per la ricerca, realizzare il<br />
miglioramento genetico e promuovere la ricerca<br />
sulle varietà..<br />
· Organizzare la produzione primaria e irrobustire<br />
le istituzioni di supporto.<br />
· Diversificare i mercati di dest<strong>in</strong>azione: bisogna<br />
identificare l’offerta esportabile, analizzare i<br />
mercati di sbocco dei pr<strong>in</strong>cipali paesi importatori,<br />
identificare <strong>in</strong> quali prodotti esistono vantaggi<br />
competitivi, promuovere i prodotti <strong>in</strong> fiere <strong>in</strong>ternazionali,<br />
sviluppare una strategia comb<strong>in</strong>ata per<br />
la diversificazione dei prodotti, sviluppare s<strong>in</strong>ergie<br />
con gli <strong>in</strong>dustriali del cluster dell’alpaca per condividere<br />
strategie di design, market<strong>in</strong>g e moda,<br />
promuovere prodotti con t<strong>in</strong>ture organiche.<br />
· Promuovere la formazione: selezionare istituzioni<br />
ad hoc e determ<strong>in</strong>are i curriculum sia per<br />
l’<strong>in</strong>dustria che per le tecniche agricole, def<strong>in</strong>ire<br />
un sistema di promozione all’<strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong><br />
formazione per le imprese, def<strong>in</strong>ire progetti di<br />
formazione <strong>in</strong> tutte le fasi del cluster.<br />
Grafico Nº 2 - Cluster Cotone-Tessili-Confezioni<br />
Insumos<br />
y maqu<strong>in</strong>aria<br />
Prod. de algodón<br />
en rama<br />
Exportación de<br />
algodón en fibra<br />
Comprador<br />
<strong>in</strong>ternacional<br />
Investigación y<br />
capacitación<br />
F<strong>in</strong>anciamiento<br />
y crédito<br />
Desmote<br />
Aceite comestible<br />
grasa y jabón<br />
Alimentos para<br />
animales y<br />
procesamiento<br />
de semillas<br />
Algodón<br />
nacional en fibra<br />
Algodón importado<br />
en fibra<br />
Exportador<br />
<strong>in</strong>ternacional<br />
Hilado<br />
Tejeduría<br />
Hilado<br />
Outsourc<strong>in</strong>g<br />
T<strong>in</strong>torería<br />
y acabado<br />
Mano de obra<br />
y capital<br />
C o n f e c c i ó n<br />
Fonte: MINCETUR, Plan operativo Textil, 2004 pág. 7
26<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
23) E.Brenes,<br />
K.Madrigal, F.Pérez,<br />
Reporte F<strong>in</strong>al del<br />
Proyecto: Agrotecnología<br />
en Perú, Lima,<br />
INCAE, 2001,<br />
Págs.11-12.<br />
24) Si localizano <strong>in</strong><br />
Arequipa e presentano<br />
processi produttivi<br />
eterogenei.<br />
25) M<strong>in</strong>cetur, Plan<br />
Operativo Exportador<br />
del Sector Textil, Lima,<br />
PENX, 2004, Pág.14.<br />
26) E.Brenes,<br />
K.Madrigal, F. Pérez,<br />
K. Valladares, El cluster<br />
de los camélidos en<br />
el Perú: Diagnóstico<br />
competitivo y recomendaciones<br />
estratégicas,<br />
Lima, INCAE, 2001,<br />
Pág.14.<br />
Cluster dell’Alpaca<br />
I pr<strong>in</strong>cipali anelli del cluster dell’alpaca (vedi grafico<br />
Nº 3) sono 23 : l’allevamento degli animali, (ci sono<br />
circa 100.000 unità produttive nelle zone di Cusco e<br />
Puno); la produzione di fibra, che comprende la tosatura<br />
(si realizza ogni 18 mesi); la produzione di filati<br />
e tessili (ci sono 6 <strong>in</strong>dustrie formali che producono<br />
tops e filati di fibra di alpaca 24 ); i tessuti artigianali,<br />
(prodotti per piccole imprese che si dedicano all’artigianato<br />
e sono molto disperse); i mattatoi (esiste<br />
solo un mattatoio ufficiale e la pratica comune è<br />
che lo stesso produttore realizzi la macellazione); le<br />
conciature (esistono poche conciature che lavorano il<br />
cuoio di alpaca); la commercializzazione (la maggior<br />
parte della fibra <strong>in</strong>dustrialmente lavorata si esporta<br />
e, nel mercato locale, si negoziano essenzialmente<br />
prodotti artigianali); istituzioni di appoggio (la cooperazione<br />
<strong>in</strong>ternazionale, l’associazione <strong>in</strong>ternazionale<br />
dell’alpaca); i fornitori di <strong>in</strong>put, beni e servizi e,<br />
f<strong>in</strong>almente, lo Stato.<br />
Il cluster dell’alpaca è importante poiché il paese possiede<br />
circa l’80 percento dei capi a livello mondiale.<br />
L’habitat dell’alpaca oscilla fra i 3.800 e i 4.500 metri<br />
sul livello del mare; a quell’altezza l’allevamento<br />
dell’alpaca è la pr<strong>in</strong>cipale attività economica realizzata<br />
per quasi a 100.000 unità produttive che danno<br />
lavoro ad oltre 120.000 persone 25 . Nel mercato<br />
mondiale delle fibre di capelli f<strong>in</strong>i, quella di alpaca è<br />
molto apprezzata e compete col cashemire, il mohair<br />
e l’angora; essa rappresenta, <strong>in</strong>oltre, quasi il 10 % 26<br />
della produzione mondiale di capelli f<strong>in</strong>i.<br />
<strong>La</strong> ricerca del Progetto And<strong>in</strong>o di Competitività ha<br />
identificato come pr<strong>in</strong>cipali problemi del cluster dell’alpaca:<br />
l’assenza di una strategia per tutto il cluster,<br />
la necessità di sviluppo tecnologico per migliorare la<br />
qualità, lo stabilimento di prezzi differenziati secondo<br />
la qualità.<br />
Nella ricerca condotta da Esteban Brenes 27 ed altri
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
27<br />
esperti su “Agro-tecnologie nel Perù”, si def<strong>in</strong>iscono<br />
come temi prioritari per migliorare la competitività<br />
nel cluster dell’alpaca:<br />
· Def<strong>in</strong>ire una strategia <strong>in</strong>tegrale di lungo periodo,<br />
che co<strong>in</strong>volga l’organizzazione e l’avviamento di<br />
un’istituzione <strong>in</strong>caricata di tutelare la competitività<br />
per il settore.<br />
· Generazione e trasferimento di tecnologia per<br />
migliorare la qualità: si dovrà diffondere la ricerca<br />
esistente, <strong>in</strong>dividuare le necessità di ricerca nel<br />
cluster dell’alpaca, cercare fonti di cooperazione<br />
per f<strong>in</strong>anziare ricerche prioritarie, sviluppare programmi<br />
di estensione e trasferimento di tecnologia,<br />
promozione ed <strong>in</strong>vestimento con i membri del<br />
cluster.<br />
· Superare la mancanza di prezzi differenziati per<br />
qualità di fibra, sviluppare un piano di miglioramento<br />
genetico, creazione di un’istituzione neutrale<br />
che certifichi la qualità della fibra e generi fiducia<br />
all’<strong>in</strong>terno del cluster, creazione di centri di servizi<br />
che aiut<strong>in</strong>o nel monitoraggio delle greggi al f<strong>in</strong> di<br />
determ<strong>in</strong>arne il numero e la qualità.<br />
27) E.Brenes,<br />
K.Madrigal, F.Pérez,<br />
Reporte F<strong>in</strong>al del<br />
Proyecto: Agrotecnología<br />
en Perú, Lima,<br />
INCAE, 2001,<br />
Págs.31-33.<br />
Maqu<strong>in</strong>arias<br />
y equipos<br />
Proveedores<br />
de <strong>in</strong>sumos<br />
Asistentes<br />
técnicos<br />
Grafico Nº 3 - Cluster produttivo <strong>in</strong>dustriale dell’alpaca<br />
CRIANZA<br />
ESTADO<br />
Politicas, servicios públicos, obras de<br />
<strong>in</strong>fraestructura, apoyo gubernamental<br />
PRIMARIA<br />
INDUSTRIA<br />
-Clasificación<br />
-Pe<strong>in</strong>ado<br />
-Hilatura<br />
VALOR<br />
AGREGADO<br />
-Tejido<br />
-Confección<br />
Servicios de formación, Capacitación,<br />
Entrenamiento, Investigación, Desarrollos tecnológicos,<br />
Sistemas de crédito y f<strong>in</strong>anciamiento<br />
COMERCIAL<br />
Fonte: IPAC<br />
Empaques<br />
Transporte<br />
Servicios<br />
posteriores<br />
Fabricantes de<br />
maqu<strong>in</strong>aria<br />
Publicidad<br />
Publicaciones<br />
especializadas<br />
Eventos
28<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Tessitura tradizionale nei pressi di Cuzco - Perù<br />
(picasaweb.google.com - Galleria pubblica di Kipu)
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
29<br />
Colombia:<br />
prospettive per il 2008<br />
Gianna Bressan *<br />
Cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong>arrestabile la crescita economica colombiana.<br />
Il 2007, con uno sviluppo del PIL superiore<br />
al 7,50 %, è stato il qu<strong>in</strong>to anno consecutivo a registrare<br />
una crescita superiore al 5%, completandosi <strong>in</strong><br />
questo modo uno dei cicli di maggiore espansione<br />
economica.<br />
L’<strong>in</strong>flazione ufficiale del 5,69% si è allontanata dalle<br />
stime programmate del Governo (del 4,5%): prodotti<br />
energetici e derrate alimentari sono state le causali<br />
dell’impennata più vistosa osservata nel paniere dei<br />
beni, impiegato sia dal DANE (ISTAT colombiano)<br />
che dal Banco de la Repubblica per calcolare questa<br />
variabile macroeconomica.<br />
Per il 2008 si prevede che il trend positivo degli ultimi<br />
anni si manifesti attraverso il rafforzamento degli <strong>in</strong>dici<br />
macroeconomici, sp<strong>in</strong>ti dalla d<strong>in</strong>amica degli <strong>in</strong>vestimenti<br />
privati (pr<strong>in</strong>cipalmente esteri) e dai consumi delle<br />
famiglie. Non si prevedono grossi cambiamenti, nonostante<br />
alcune <strong>in</strong>certezze dovute a fattori congiunturali<br />
esterni: l’<strong>in</strong>stabilità dei mercati f<strong>in</strong>anziari <strong>in</strong>ternazionali<br />
come conseguenza della crisi ipotecaria degli Stati<br />
Uniti, gli elevati prezzi del petrolio, la m<strong>in</strong>accia del<br />
rallentamento dell’economia statunitense e l’<strong>in</strong>cognita<br />
del Venezuela (secondo partner commerciale della<br />
* Segretario Generale<br />
Camera di Commercio<br />
<strong>Italia</strong>na per la Colombia
30<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Colombia), sono alla base delle <strong>in</strong>certezze.<br />
A ciò si aggiunge il futuro poco chiaro del TLC<br />
(Trattato di Libero Commercio) con gli Stati Uniti<br />
che, nonostante le pressioni e l’<strong>in</strong>teressamento<br />
dimostrato dal Governo Bush, è poco probabile<br />
sia ratificato quest’anno dal Congresso americano,<br />
visto il mancato appoggio dei rappresentanti<br />
democratici.<br />
Nell’attesa che il Congresso americano ratifichi il<br />
TLC, la Colombia cont<strong>in</strong>uerà a beneficiare delle<br />
agevolazioni previste dalla Legge di Preferenze<br />
Doganali per l’Area And<strong>in</strong>a (ATPDEA), che concede<br />
ad una quantità considerevole di prodotti colombiani<br />
esportati negli USA un particolare regime di<br />
esenzione doganale.<br />
In compensazione, il TLC con il Cile è stato approvato<br />
dal Congresso colombiano, il 1°. aprile scorso,<br />
mentre si progredisce nei negoziati con il Canada<br />
- congiuntamente con il Perù - e con l’Unione europea,<br />
<strong>in</strong>tenzionata a siglare un Accordo <strong>in</strong> blocco<br />
con i Paesi CAN.<br />
Negli ultimi sei anni il Paese ha dimostrato che esiste<br />
un notevole potenziale imprenditoriale, al di là dei<br />
problemi generati dalla ormai languente guerriglia<br />
e dal narcotraffico.<br />
<strong>La</strong> politica di “Sicurezza Democratica” e di prudente<br />
gestione macroeconomica del governo Uribe, hanno<br />
reso possibile un cambiamento, ormai evidente<br />
per la popolazione locale, passando <strong>in</strong> questi ultimi<br />
anni da una percezione generalizzata d’<strong>in</strong>sicurezza<br />
ad un clima d’ottimismo e di affidabilità.<br />
Risulta chiaro, <strong>in</strong>oltre, che la Colombia cont<strong>in</strong>uerà<br />
ad avere una moneta forte. Negli ultimi quattro<br />
anni, il peso colombiano si è rivalutato rispetto al<br />
dollaro americano e all’euro di oltre il trenta percento,<br />
raggiungendo livelli cambiari riscontrabili nel<br />
1999. Il tasso di cambio è diventato, negli ultimi
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
31<br />
tempi, una delle variabili più difficili da stimare,<br />
mentre i fattori che tra<strong>in</strong>ano la rivalutazione cont<strong>in</strong>ueranno<br />
a presentarsi sicuramente anche nel<br />
2008: il tasso elevato sul denaro fissato dal Banco<br />
de la Repubblica per contenere l’<strong>in</strong>flazione, il preoccupante<br />
<strong>in</strong>centivo all’arrivo di capitali speculativi <strong>in</strong><br />
aggiunta agli alti livelli <strong>in</strong>ternazionali di liquidità,<br />
l’aumento dei flussi di capitali provenienti da <strong>in</strong>vestimenti<br />
stranieri, l’arrivo di rimesse dei colombiani<br />
che lavorano all’estero e la buona percezione della<br />
sicurezza del Paese.<br />
Infrastrutture<br />
Il Paese desidera superare nel 2008 il ritardo nello<br />
sviluppo delle <strong>in</strong>frastrutture: strade, porti ed aeroporti<br />
si trovano nel pacchetto dei grandi progetti<br />
previsti per far fronte alle necessità che dovrebbero<br />
presentarsi con la firma del TLC con l’America.<br />
Di fatti, sono già state autorizzate le concessioni<br />
per ampliare i porti di Buenaventura, Barranquilla<br />
e Santa Marta e si trovano <strong>in</strong> pieno andamento le<br />
opere per rifare l’Aeroporto El Dorado di Bogotá,<br />
appalto v<strong>in</strong>to da un gruppo svizzero. Inoltre, a<br />
seguito della gara v<strong>in</strong>ta da un consorzio colombo<br />
– c<strong>in</strong>ese per la ristrutturazione di sei aeroporti (di<br />
cui due a Medellìn, la città più <strong>in</strong>dustrializzata del<br />
paese), si prevedono appalti per ulteriori sei term<strong>in</strong>ali<br />
aerei (Bucaramanga, Cúcuta, Valledupar,<br />
Santa Marta, Barrancabermeja e Rioacha). Da<br />
rilevare <strong>in</strong>oltre che il S<strong>in</strong>daco di Bogotá ha ottenuto<br />
l’avallo del Governo centrale e una donazione di<br />
1,5 milioni di dollari da parte della Banca Interamericana<br />
di Sviluppo, per dare <strong>in</strong>izio agli studi<br />
di fattibilità della prima l<strong>in</strong>ea metropolitana della<br />
capitale colombiana, che ha riscontrato l’<strong>in</strong>teresse<br />
di importanti imprese <strong>in</strong>ternazionali, tra cui la Metropolitana<br />
Milanese.
32<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
D’altra parte, sono previsti forti <strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong><br />
nuove centrali elettriche. Parallelamente cont<strong>in</strong>uerà<br />
l’appoggio, anche economico per mezzo di sussidi<br />
del governo, nei confronti dei produttori di biocombustibili:<br />
oltre ai diversi progetti funzionanti, nei<br />
prossimi mesi <strong>in</strong>izieranno le esportazioni di 40.000<br />
tonnellate/anno per gli USA e l’UE e si prevede<br />
l’avvio nel 2008 di un impianto di biodiesel, con un<br />
<strong>in</strong>vestimento di 23 milioni di dollari della statale Ecopetrol,<br />
che produrrà 100.000 tonnellate/anno.<br />
Edilizia<br />
Anche nel 2007 i risultati di questo importante settore<br />
economico sono stati considerati particolarmente<br />
positivi dagli operatori (con una crescita del 10%),<br />
attività che nei c<strong>in</strong>que anni precedenti ha segnato<br />
<strong>in</strong>crementi notevoli rispetto al passato. Per il 2008 le<br />
aspettative si presentano un po’ meno d<strong>in</strong>amiche, <strong>in</strong><br />
parte a causa dei timori della crisi nordamericana,<br />
un po’ anche per fattori <strong>in</strong>terni: la costruzione di<br />
abitazioni, di centri commerciali e di uffici a Bogotá,<br />
cont<strong>in</strong>uano a buon ritmo, ma <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciano a scarseggiare<br />
i terreni edificabili.<br />
D’altra parte, le grandi catene alberghiere hanno<br />
scelto la Colombia - <strong>in</strong> particolare Bogotá e Cartagena<br />
- come dest<strong>in</strong>azione per i loro nuovi progetti.<br />
Marriot International, Hyatt, Hilton Hotels Corporation<br />
e Sofitel apriranno strutture alberghiere e centri<br />
congressuali, la maggior parte dei quali <strong>in</strong>izieranno<br />
ad operare nel 2009.<br />
In forte espansione sono <strong>in</strong>oltre i Centri Commerciali:<br />
solo a Bogotá ne funzionano attualmente<br />
200, mentre la Federazione Colombiana di Commercianti<br />
– FENALCO – stima che, ogni 23 giorni,<br />
è <strong>in</strong>augurato un nuovo Centro Commerciale nel<br />
Paese.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
33<br />
Gli Investimenti Stranieri<br />
I flussi degli Investimenti Stranieri diretti verso la<br />
Colombia sono cresciuti <strong>in</strong> modo sostanziale negli<br />
ultimi anni. Solo nel primo trimestre del 2007 si<br />
è registrato un <strong>in</strong>cremento del 100% rispetto allo<br />
stesso periodo dell’anno precedente.<br />
Gli analisti ritengono che la fiducia degli <strong>in</strong>vestitori<br />
provenga non soltanto dalla buona d<strong>in</strong>amica dell’economia,<br />
ma dal fatto che il Paese ha sempre<br />
presentato livelli bassi e stabili d’<strong>in</strong>flazione ed una<br />
politica economica storicamente responsabile, non<br />
avendo mai dichiarato moratorie o subito fenomeni<br />
di iper<strong>in</strong>flazione.<br />
A ciò si aggiunge l’ambiente propizio per gli affari<br />
e le prerogative fornite agli <strong>in</strong>vestitori, che ricevono<br />
lo stesso trattamento concesso ai nazionali colombiani<br />
e la possibilità di trasferimento all’estero del<br />
totale degli utili.<br />
Poche sono le limitazioni per quanto riguarda i<br />
settori d’<strong>in</strong>tervento: tranne i casi di attività v<strong>in</strong>colate<br />
con la difesa e la sicurezza della Nazione o la lavorazione<br />
e gestione dei residui tossici o radioattivi,<br />
sono necessari permessi speciali da parte dello Stato<br />
solamente nei settori degli idrocarburi, m<strong>in</strong>erario,<br />
f<strong>in</strong>anziario ed assicurativo.<br />
<strong>La</strong> presenza diretta di aziende italiane è purtroppo<br />
poco rilevante (Assicurazioni Generali, Italtel,<br />
Parmalat, Metecno, Tecnip, Enel, BTic<strong>in</strong>o, Ducati e<br />
Zambon), mentre numerose sono <strong>in</strong>vece le imprese<br />
colombiane che hanno assunto la rappresentanza<br />
di marchi italiani nei più diversi settori (arredamento,<br />
articoli sanitari e sportivi, abbigliamento,<br />
apparecchiature elettroniche, sistemi di sicurezza,<br />
alimentare, ecc.). Nei giorni scorsi è stata <strong>in</strong>uaugurata<br />
a Bogotá la prima boutique di Ermengildo<br />
Zegna (273 metri quadri presso uno dei più eleganti
34<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Centri Commerciali della città), con un <strong>in</strong>vestimento<br />
di 2,5 milioni di dollari.<br />
Oltre 700 aziende mult<strong>in</strong>azionali hanno sede <strong>in</strong><br />
Colombia da ormai molti anni: Procter & Gamble,<br />
Johnson & Jonson, 3M, SABMiller, Telmex, America<br />
Móvil, Telefónica, Nestlé, Siemens. Diverse sono<br />
anche le Banche straniere presenti nel Paese (tra cui<br />
BBVA, Banco Santander, HSBC), mentre rilevante è<br />
la produzione locale di veicoli da parte di 3 aziende<br />
<strong>in</strong> particolare: Sofasa (Renault e Toyota), Colmotores<br />
(General Motors) e la Compañía Colombiana<br />
Automotriz (Mazda, Ford e Mitsubishi).<br />
Nel frattempo, molte aziende straniere stanno<br />
aprendo succursali <strong>in</strong> Colombia ed <strong>in</strong>crementando<br />
gli <strong>in</strong>vestimenti nel Paese: nel settore petrolifero – per<br />
esempio - la brasiliana Petrobras vede sempre più<br />
consolidata la sua presenza nel Paese; la svizzera<br />
Glencore International AG ha acquistato nel 2006 il<br />
51% della Raff<strong>in</strong>eria di Cartagena per un valore di<br />
circa 657 milioni di dollari; la S<strong>in</strong>opec Corp (C<strong>in</strong>a)<br />
e la ONGC (India), hanno comprato il 50% di<br />
Omimex Colombia; la Chevron Texaco ha <strong>in</strong>vestito<br />
ulteriori 110 milioni di dollari per <strong>in</strong>crementare la<br />
produzione di gas.<br />
Un altro settore importante per gli <strong>in</strong>vestimenti stranieri<br />
è quello dell’<strong>in</strong>dustria manifatturiera, nel quale<br />
si sono registrati importanti operazioni nel 2007.<br />
Esempi sono l’acquisto del 52% dell’acciaieria Paz<br />
della Rio da parte del gruppo Brasiliano Votoramt<strong>in</strong><br />
e l’acquisto della Petco da parte della messicana<br />
Mexichem.<br />
Altri comparti che hanno visto rilevanti <strong>in</strong>vestimenti<br />
nel 2007 sono il f<strong>in</strong>anziario (1.196 milioni di dollari)<br />
ed il settore m<strong>in</strong>erario (carbone, ferro nichel e oro)<br />
per 1.047 milioni di dollari.<br />
Il commercio, con 894 milioni di dollari, ha registrato<br />
l’acquisto di un pacchetto azionario del 30%
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
35<br />
della catena di supermercati Exito da parte della<br />
mult<strong>in</strong>azionale francese Cas<strong>in</strong>ò; Carrefour cont<strong>in</strong>ua<br />
ad aprire ulteriori punti di vendita <strong>in</strong> tutto il Paese<br />
e la catena cilena Falabella è presente sia direttamente<br />
con negozi propri, che con <strong>in</strong>vestimenti negli<br />
Homecenter locali.<br />
Perché la Colombia<br />
L’ubicazione geografica strategica, l’alto livello<br />
scolastico-tecnico medio della popolazione economicamente<br />
attiva, le bellezze naturali, la ricchezza<br />
del patrimonio culturale ed artistico, sono alcune<br />
delle motivazioni.<br />
Oltre alla stabilità economica che abbiamo cercato<br />
di esporre <strong>in</strong> questo articolo, rileviamo che il Paese<br />
ha conf<strong>in</strong>i geografici con il Venezuela, Ecuador,<br />
Perù, Panama e Brasile, oltre a 1.600 Km sull’Oceano<br />
Atlantico e 1.300 Km. sull’Oceano Pacifico.<br />
Registra circa 45 milioni di abitanti (di cui il 64% tra<br />
i 15 ed i 65 anni di età), costituendosi nella popolazione<br />
più alta nella Comunità And<strong>in</strong>a e nella terza<br />
<strong>in</strong> America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a, dopo il Brasile ed il Messico.<br />
Il mercato potenziale è <strong>in</strong>teressante: nella capitale<br />
Bogotá, vivono più di sette milioni di abitanti e <strong>in</strong><br />
ciascuna delle altre tre città importanti (Medellìn,<br />
Cali e Barranquilla) si contano oltre due milioni di<br />
persone. Almeno quattro città hanno una popolazione<br />
superiore ai 500 mila abitanti e 23 città<br />
di medie dimensioni possiedono più di 100 mila<br />
abitanti.<br />
Per concludere, un altro dato importante: la forza<br />
lavorativa della Colombia è considerata la migliore<br />
nell’ambito della Comunità And<strong>in</strong>a e tra le<br />
più qualificate – a livello gestionale ed operativo –<br />
dell’<strong>in</strong>tera America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a, con un tasso di alfabetizzazione<br />
che raggiunge il 92,1%.<br />
Per ulteriori <strong>in</strong>formazioni:<br />
Camera di Commercio<br />
<strong>Italia</strong>na per la Colombia<br />
www.ccicolombia.com
36<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
L’ECUADOR, UNA TERRA<br />
DI OPPORTUNITÀ<br />
Per la sua eccellente posizione geografica,<br />
l’Ecuador rappresenta per gli Europei<br />
una terra variegata, piena di attrattive naturali<br />
ed è qu<strong>in</strong>di, come paese sudamericano, una<br />
dest<strong>in</strong>azione turistica per eccellenza.<br />
Camera di Commercio <strong>Italia</strong>na<br />
<strong>in</strong> Ecuador<br />
L’Ecuador è situato nella parte nordoccidentale del<br />
Sud America, e conf<strong>in</strong>a al nord con la Colombia,<br />
al sud e all’est con il Perù e all’ovest con l’Oceano<br />
Pacifico. È attraversato dalla l<strong>in</strong>ea equatoriale o<br />
parallelo zero, e da lì prende il suo nome: “Ecuador”.<br />
Il paese è diviso <strong>in</strong> quattro regioni naturali:<br />
la montagnosa o Catena And<strong>in</strong>a, la costa o Litorale,<br />
l’oriente o Amazzonia e la regione <strong>in</strong>sulare o<br />
Galapagos, tutte e quattro ricche di particolarità e<br />
caratteristiche proprie che fanno dell’Ecuador uno<br />
dei paesi più ricchi <strong>in</strong> flora e fauna del mondo.<br />
Come antecedenti storici possiamo <strong>in</strong>dicare che<br />
l’Ecuador è una Repubblica dal 1830; prima di questa<br />
data, quello che oggi si conosce come territorio ecuadoriano<br />
faceva parte della Gran Colombia, assieme<br />
a Venezuela, Colombia, Panamá, Perù e Bolivia.<br />
Il processo di <strong>in</strong>dipendenza nel paese è stato portato<br />
avanti da ambiziosi creoli e coraggiosi meticci ribelli<br />
che hanno sfidato gli emissari del re di Spagna.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
37<br />
<strong>La</strong> presenza degli spagnoli, nel territorio che oggi è<br />
l’Ecuador, risale al 1534, anno nel quale sono state<br />
fondate città come Quito e Santiago di Quito (vic<strong>in</strong>o<br />
all’attuale Riobamba, nel centro del paese); <strong>in</strong>oltre<br />
la presenza degli iberici ha significato un’eredità<br />
culturale meticcia, che si riscontra nell’architettura<br />
delle sue città, nei costumi e nelle manifestazioni<br />
religiose, così come nella gastronomia, tanto per<br />
citare solo alcuni di questi ambiti, <strong>in</strong> modo che il<br />
territorio ecuadoriano rappresenta un crogiolo nel<br />
quale si sono fuse due culture, quella spagnola e<br />
quella <strong>in</strong>digena <strong>and<strong>in</strong>a</strong>.<br />
Oggi il paese si estende su 256.370 km 2 e possiede<br />
una popolazione di 13.755.680 abitanti. Le sue<br />
città più importanti sono Quito, la capitale, Guayaquil,<br />
il porto pr<strong>in</strong>cipale, Cuenca, Manta, Ambato<br />
e Loja, tra le altre.<br />
Ecuador: un centro attraente dal punto di<br />
vista produttivo, turistico e commerciale<br />
L’Ecuador, come praticamente tutti gli stati lat<strong>in</strong>oamericani,<br />
è un paese <strong>in</strong> via di sviluppo ed offre<br />
qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>teressanti opportunità di <strong>in</strong>vestimento al<br />
capitale nazionale ed estero.<br />
Nelle aree rurali il territorio ha naturalmente una<br />
vocazione pr<strong>in</strong>cipalmente agricola. Grazie proprio<br />
al fatto che l’Ecuador è attraversato dal “parallelo<br />
zero” e gode qu<strong>in</strong>di di 12 o 13 ore di luce tutti i<br />
giorni dell’anno, alcune coltivazioni come i fiori,<br />
gli ortaggi, le gram<strong>in</strong>acee, tanto per menzionarne<br />
alcune, si possono raccogliere tutti i mesi dell’anno,<br />
massimizzando così il rendimento del terreno<br />
e dell’<strong>in</strong>vestimento nel suo complesso.<br />
D’altra parte, la costa, chiamata anche Litorale,<br />
dato che è situata a pochi metri sul livello del mare<br />
ed è caratterizzata da alti livelli di umidità, per-<br />
Le risorse produttive
38<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
mette la coltivazione del cacao, nella quale spicca<br />
il famoso “cacao aromatico” (è noto che uno dei<br />
migliori cacao nel mondo è quello ecuadoriano,<br />
dato che ha caratteristiche specifiche <strong>in</strong> quanto ad<br />
aroma e sapore). Un’altra coltivazione importante è<br />
quella della banana, nella quale l’Ecuador emerge<br />
come uno dei pr<strong>in</strong>cipali produttori ed esportatori<br />
del mondo; anche il caffè è un prodotto importante,<br />
che si coltiva <strong>in</strong> un clima caldo e secco; l’ananas, la<br />
papaya, il mango, il maracuyá, ecc. sono tutti frutti<br />
di tipo tropicale che rappresentano voci importanti<br />
nella produzione agricola ecuadoriana.<br />
Sulla costa, grandi estensioni di terra sono state<br />
dedicate alla coltivazione del riso, prodotto di base<br />
della dieta ecuadoriana, nonché alla palma africana<br />
(dalla quale si estrae grasso vegetale come olio e<br />
margar<strong>in</strong>a) mais giallo, yuca, ecc.<br />
Nella regione costiera ci sono anche grandi vasche<br />
per la produzione di gamberi e gamberoni di acqua<br />
dolce e salata. Sulle coste del Pacifico abbiamo la<br />
pesca del tonno, dell’ombr<strong>in</strong>a, della spigola e di altri<br />
pesci che hanno fatto dell’Ecuador un importante<br />
fornitore di prodotti ittici.<br />
Sulla Catena And<strong>in</strong>a troviamo coltivazioni di carciofi,<br />
broccoli, asparagi e altri ortaggi,dest<strong>in</strong>ati ai mercati<br />
esteri, oltre a frutta come fragole, uvillas, more e<br />
babacos che pure sono <strong>in</strong>viati ad altri paesi. <strong>La</strong><br />
zona montagnosa è nota per la produzione di fiori<br />
freschi, che si esportano soprattutto <strong>in</strong> paesi come<br />
gli Stati Uniti, la Russia, l’Olanda; sappiamo che i<br />
fiori ecuadoriani entrano nel mercato italiano attraverso<br />
grandi <strong>in</strong>termediari olandesi. D’altra parte, per<br />
quanto riguarda il mercato <strong>in</strong>terno, questa zona è<br />
una grande produttrice di tubercoli, soprattutto patate,<br />
mellocos, carote, camotes, ocas, ecc. Anche la<br />
qu<strong>in</strong>ua costituisce un’importante produzione <strong>and<strong>in</strong>a</strong><br />
che vanta notevoli caratteristiche proteiche.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
39<br />
Nella regione amazzonica si produce banana, cacao,<br />
caffè, yuca, frutti tropicali come l’ananas, la naranjilla,<br />
il maracuyá, la papaya, e citrici come pompelmi,<br />
mandar<strong>in</strong>i, arance e limoni.<br />
Nelle tre regioni naturali: costa, montagna e oriente,<br />
oltre ai terreni dest<strong>in</strong>ati alle piantagioni agricole,<br />
esistono grandi estensioni dedicate all’allevamento<br />
bov<strong>in</strong>o, settore che poi si aggancia a quello <strong>in</strong>dustriale<br />
attraverso le aziende casearie e di <strong>in</strong>saccati o<br />
derivati della carne, e il settore conciario.<br />
Dal punto di vista produttivo, le grandi città come<br />
Quito, Guayaquil e Cuenca possono essere considerate<br />
come Parchi Industriali, dato che lì si stabiliscono<br />
importanti <strong>in</strong>dustrie nelle quali vengono fabbricate<br />
varie l<strong>in</strong>ee di prodotti. Città <strong>in</strong>termedie come Ambato<br />
e la stessa Cuenca, tra le altre, possono essere situate<br />
al livello di distretti <strong>in</strong>dustriali, dato che nel corso<br />
degli anni hanno fatto spazio a importanti settori dell’<strong>in</strong>dustria.<br />
Per fare qualche esempio possiamo dire<br />
che Cuenca è un “distretto <strong>in</strong>dustriale ceramico”, nel<br />
quale si sono radicate importanti ditte che si dedicano<br />
alla fabbricazione di mattonelle o rivestimenti <strong>in</strong><br />
ceramica e aziende che fabbricano pezzi di ceramica<br />
utili e decorativi; Ambato potrebbe essere considerata<br />
come un “centro di produzione del cuoio”, dato che<br />
la maggior parte di concerie e aziende dedicate alla<br />
fabbricazione delle calzature sono situate <strong>in</strong> questa<br />
città; la città Antonio Ante, più conosciuta come Atuntaqui<br />
è un importante centro di produzione tessile<br />
del paese. In questo stesso articolo, ma più avanti,<br />
quando affronteremo il tema della commercializzazione,<br />
riprenderemo questo argomento.<br />
All’<strong>in</strong>terno del settore turistico, l’Ecuador offre due<br />
grandi ventagli di possibilità. <strong>La</strong> prima è quella di<br />
visitare il paese come turisti. Da questa posizione si<br />
possono, <strong>in</strong> pochi giorni, visitare le pr<strong>in</strong>cipali attrat-<br />
Il Turismo
40<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
tive turistiche che l’Ecuador offre: sulla costa le molte<br />
spiagge e località balneari del paese, note per la loro<br />
bellezza naturale, la gastronomia e <strong>in</strong> genere il calore<br />
della loro gente; nella zona montagnosa il paesaggio<br />
and<strong>in</strong>o è impressionante e ed è caratterizzato da un<br />
colore verde <strong>in</strong>tenso e dalle imponenti montagne,<br />
con molti ghiacciai perenni ed alcuni vulcani come il<br />
Cotopaxi, il Tungurahua e il Pich<strong>in</strong>cha; l’Amazzonia è<br />
una regione con un’enorme varietà di flora e fauna. Il<br />
territorio, <strong>in</strong>oltre, è lo spazio ideale per liberarsi dallo<br />
stress e godere delle delizie che offre la sua gastronomia;<br />
le Isole Galapagos sono un luogo privilegiato<br />
a livello mondiale e, a ragione, sono state dichiarate<br />
dall’UNESCO patrimonio naturale dell’umanità.<br />
Anche dal punto di vista culturale l’Ecuador è un<br />
paese che offre molto: le varie gastronomie tipiche<br />
di ognuna delle regioni naturali, nelle quali gli <strong>in</strong>gredienti<br />
di base sono prodotti propri di ciascuna;<br />
la ricchezza architettonica delle città, anche questa<br />
riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale<br />
dell’umanità nel caso di Quito e di Cuenca;<br />
il bagaglio culturale che si esprime nelle tradizioni e<br />
nelle feste popolari; l’arte popolare e l’artigianato,<br />
sono tutte attrattive con le quali il turista si diletta.<br />
Da un punto di vista prettamente economico, come<br />
possibilità di <strong>in</strong>vestimento, il capitale, nazionale e<br />
straniero, può trovare nel turismo un settore attraente.<br />
Così, con il proposito di soddisfare le necessità del<br />
turismo <strong>in</strong>terno ed esterno si possono fare piccoli<br />
<strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong> vari punti del paese, adeguando strutture<br />
alberghiere o ostelli alla portata di tutti i gusti e<br />
di tutte le tasche; <strong>in</strong> questo senso l’offerta dovrebbe<br />
subire un <strong>in</strong>cremento. Allo stesso modo i pacchetti<br />
turistici dovrebbero specializzarsi, offrendo sport di<br />
avventura, percorsi ecologici, turismo comunitario,<br />
feste popolari e folcloristiche che si svolgono <strong>in</strong> tutto<br />
il paese.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
41<br />
L’<strong>Italia</strong> rappresenta per l’Ecuador il pr<strong>in</strong>cipale socio<br />
commerciale nell’Unione europea, posizione consolidata<br />
da circa una decade.<br />
L’Ecuador concentra le sue esportazioni verso l’<strong>Italia</strong><br />
<strong>in</strong> una limitata gamma di prodotti; nel 2007 sono<br />
state esportate <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> 266 partite doganali: nelle<br />
prime c<strong>in</strong>que voci era concentrato il 90% del suddetto<br />
flusso commerciale.<br />
D’altra parte, nello stesso periodo <strong>in</strong> questione,<br />
cioè l’anno 2007, l’<strong>Italia</strong> ha venduto all’Ecuador<br />
2.438 partite doganali e non si potrebbe stimare<br />
una dipendenza verso prodotti o partite doganali,<br />
dato che le esportazioni italiane sono molto diversificate.<br />
I prodotti agroalimentari italiani sono altamente<br />
posizionati sul mercato locale, e si trovano nei<br />
supermercati e nei negozi specializzati del paese.<br />
Questi prodotti, nonostante l’alto livello dei prezzi,<br />
riscontrano una grande accettazione e rotazione<br />
sul mercato nazionale.<br />
Nel campo commerciale, l’<strong>Italia</strong> potrebbe offrire<br />
all’Ecuador beni con alto contenuto tecnologico,<br />
come ad esempio macch<strong>in</strong>ari per diversi settori produttivi<br />
come quello della ceramica, della falegnameria,<br />
del cuoio, delle calzature e degli accessori<br />
<strong>in</strong> genere; l’agro<strong>in</strong>dustria (forni <strong>in</strong>dustriali, sistemi<br />
di conservazione di alimenti e bevande, sistemi di<br />
imballaggio sotto vuoto), la costruzione, ecc. Anche<br />
il settore agricolo, <strong>in</strong>oltre, ha bisogno di tecnicizzarsi<br />
e <strong>in</strong> quel campo è applicabile l’offerta di impianti<br />
di irrigazione, sistemi di aratura, pulizia di terreni<br />
e raccolta di prodotti agricoli.<br />
D’altra parte, <strong>in</strong> risposta alla comunità degli ecuadoriani<br />
residenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, un altro settore che potrebbe<br />
avere un enorme potenziale è quello che offre<br />
prodotti ecuadoriani nel paese europeo. È questo<br />
il caso dei prodotti ad alto contenuto nostalgico,<br />
L’Ecuador,<br />
un’attrattiva<br />
commerciale
42<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
che potrebbero essere molto richiesti dai cittad<strong>in</strong>i<br />
ecuadoriani residenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>. Sempre per questo<br />
gruppo di persone si potrebbero sviluppare certi<br />
tipi di servizi come il trasporto di corrispondenza e<br />
i bonifichi bancari o giri di denaro, <strong>in</strong>crementando<br />
l’attuale offerta e migliorando la competitività di<br />
questi servizi.<br />
Un settore che è <strong>in</strong> forte crescita <strong>in</strong> Ecuador è lo sviluppo<br />
di sistemi <strong>in</strong>formatici o software, che potrebbero<br />
essere offerti all’<strong>Italia</strong> e sviluppati sulla base<br />
di richieste specifiche dei clienti italiani provenienti<br />
da diversi settori produttivi.<br />
Per concludere, crediamo che l’<strong>Italia</strong> e l’Ecuador<br />
potrebbero tendere ponti che conducano alla creazione<br />
di alleanze strategiche, tenendo presente che<br />
l’Ecuador è, per sua natura, fornitore di materie<br />
prime o beni a basso valore aggiunto, mentre l’<strong>Italia</strong><br />
è un paese che offre beni di alto livello tecnologico<br />
e richiede, allo stesso tempo, materie prime. Inoltre<br />
l’<strong>Italia</strong> annovera tra i suoi professionisti, esperti <strong>in</strong><br />
design che potrebbero contribuire allo sviluppo dei<br />
prodotti fabbricati <strong>in</strong> Ecuador, consegnando un alto<br />
valore aggiunto alle creazioni o tendenze elaborate<br />
nel paese sudamericano.<br />
Inf<strong>in</strong>e, alcune aziende italiane che hanno cercato<br />
sbocchi <strong>in</strong> paesi americani, hanno studiato la possibilità<br />
di dislocare la propria produzione e trasferirsi<br />
dall’<strong>Italia</strong> all’Ecuador, tenendo conto della posizione<br />
geografica del paese. Questa <strong>in</strong>iziativa tende a fare<br />
dell’Ecuador un centro di produzione, raccolta e<br />
distribuzione di merci verso altre dest<strong>in</strong>azioni del<br />
cont<strong>in</strong>ente americano.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
43<br />
ANNI<br />
Valori <strong>in</strong> migliaia di dollari<br />
Numero di partite doganali<br />
Variazione annuale (n / n-1)<br />
<strong>in</strong> valori assoluti<br />
Variazione annuale (n / n-1)<br />
<strong>in</strong> valori relativi<br />
Variazione del numero di partite<br />
Variazione percentuale<br />
del numero di partite<br />
Scambio commerciale (xs + ms)<br />
Variazione dello scambio<br />
<strong>in</strong> valori assoluti<br />
Variazione dello scambio<br />
<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi<br />
Scambio commerciale <strong>Italia</strong>-Ecuador<br />
ESPORTAZIONI<br />
(Ecuador - <strong>Italia</strong>)<br />
PREZZI FOB<br />
IMPORTAZIONI<br />
(<strong>Italia</strong> - Ecuador)<br />
PREZZI CIF<br />
2005 2006 2007 2005 2006 2007<br />
386.162,54<br />
236<br />
426.727,55<br />
251<br />
448.284,54<br />
266<br />
115.923,44<br />
2.202<br />
170.711,42<br />
2.283<br />
159.867,30<br />
2.438<br />
-<br />
40.565,01 21.556,99<br />
- 54.787,98 -10.844,12<br />
-<br />
-<br />
10,50%<br />
15<br />
5,05%<br />
15<br />
-<br />
-<br />
47,26%<br />
81<br />
-6,35%<br />
155<br />
-<br />
502.085,98<br />
6%<br />
597.438,97<br />
6%<br />
-<br />
4%<br />
7%<br />
608.151,84<br />
-<br />
95.352,99<br />
10.712,87<br />
-<br />
18,99%<br />
1,79%
44<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
<strong>La</strong> comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>:<br />
un vettore di sviluppo<br />
transnazionale<br />
* CeSPI / SID<br />
** CeSPI<br />
Isabella Corv<strong>in</strong>o* - Giulio Giangaspero**<br />
1) “Il Triple w<strong>in</strong>, comporta<br />
un vantaggio per<br />
gli immigrati, per gli<br />
stati di dest<strong>in</strong>azione e<br />
quelli di orig<strong>in</strong>e del migrante”.<br />
Citazione dal<br />
discorso del Segretario<br />
Generale delle Nazioni<br />
Unite Kofi Annan <strong>in</strong><br />
occasione dell’evento:<br />
General Assembly on<br />
International Migrations<br />
and Development, New<br />
York, 15 – 16 settembre<br />
2006.<br />
Premessa<br />
Negli ultimi anni abbiamo assistito al progressivo<br />
<strong>in</strong>teressamento di governi nazionali e sopranazionali<br />
al tema “Migrazioni e sviluppo”, una delle questioni<br />
centrali sulle quali oggi i paesi si confrontano<br />
quotidianamente. Gli approcci da parte di Unione<br />
Europea e Nazioni Unite all’argomento sono mutati<br />
nel tempo, passando da politiche il cui obiettivo era<br />
sostanzialmente quello di controllare e/o bloccare<br />
la pressione migratoria ad un approccio più positivo<br />
e creativo che pone l’attenzione sugli effetti positivi<br />
che le migrazioni possono generare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />
sviluppo sia nei paesi d’orig<strong>in</strong>e sia <strong>in</strong> quelli di dest<strong>in</strong>azione<br />
dei migranti. <strong>La</strong> via del “triple w<strong>in</strong>” 1 , <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />
ha segnato il passaggio dal “root causes approach”<br />
ad una prospettiva <strong>in</strong> cui le migrazioni possono<br />
contribuire al co-sviluppo e al miglioramento delle<br />
relazioni tra stati.<br />
Uno degli aspetti più significativi di questa tesi è il<br />
possibile nesso presente tra migrazioni e sviluppo.<br />
Per alcune comunità di immigrati può risultare più<br />
facile trovare le condizioni utili a realizzare questo<br />
nesso virtuoso, come accade a quelle comunità che
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
45<br />
mantengono forti legami culturali ed economici<br />
con il paese d’orig<strong>in</strong>e e che dunque hanno molte<br />
più possibilità che nel breve periodo possano verificarsi<br />
le prospettive precedentemente descritte.<br />
Con questo <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong>tendiamo descrivere i fattori<br />
che permettono di considerare la comunità lat<strong>in</strong>oamericana,<br />
e <strong>in</strong> particolare i migranti provenienti<br />
dalla regione <strong>and<strong>in</strong>a</strong>, come un attore privilegiato<br />
di questo processo.<br />
Primo asset: la presenza <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />
<strong>La</strong> comunità lat<strong>in</strong>oamericana presente <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, e <strong>in</strong><br />
particolare i migranti provenienti dalla regione <strong>and<strong>in</strong>a</strong>,<br />
costituiscono un gruppo significativo nell’attuale<br />
panorama migratorio. Negli ultimi dieci anni l’<strong>Italia</strong><br />
è divenuta <strong>in</strong>fatti la terza meta preferenziale (tra i<br />
paesi <strong>in</strong>dustrializzati) della diaspora <strong>and<strong>in</strong>a</strong> dopo<br />
il Nord America e la Spagna. Secondo i dati ISTAT,<br />
alla f<strong>in</strong>e del 2006 i migranti regolari provenienti<br />
da Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù sul territorio<br />
italiano raggiungono un totale di 238.882 presenze.<br />
Allo stesso tempo, la comunità peruviana e quella<br />
ecuadoriana contano rispettivamente 61.953 e<br />
59.269 cittad<strong>in</strong>i residenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, collocandosi<br />
così tra le dodici maggiori comunità di immigrati<br />
presenti nel nostro paese. Oltre il 60% degli and<strong>in</strong>i<br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong> risiede nelle regioni del Nord-Ovest, con<br />
le maggiori concentrazioni a Milano (oltre 50.00<br />
and<strong>in</strong>i <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia), Genova (circa 20.000) e Tor<strong>in</strong>o<br />
(circa 10.000 presenze). Nel restante territorio italiano<br />
è soprattutto la prov<strong>in</strong>cia di Roma a registrare<br />
una concentrazione elevata di migranti provenienti<br />
dalla regione <strong>and<strong>in</strong>a</strong>, superiore alle 20.000 unità,<br />
e Firenze con poco meno di 10.000. Rispetto alla<br />
composizione di genere, la componente femm<strong>in</strong>ile<br />
costituisce il 62% del totale (nelle comunità ecuadoriana<br />
e peruviana questo dato sale al 65%), <strong>in</strong>
46<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
2) Per il caso peruviano<br />
si vedano i risultati<br />
dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e campionaria<br />
presentati <strong>in</strong> Gli<br />
immigrati nell’economia<br />
romana: lavoro, imprenditoria,<br />
risparmio,<br />
rimesse, (2003), CCIA<br />
Roma, Caritas Roma.<br />
Per il caso ecuadoriano,<br />
sulla condizione delle<br />
donne <strong>in</strong> particolare, si<br />
rimanda a Torre (2008),<br />
reperibile alla pag<strong>in</strong>a<br />
web: http://www.cespi.<br />
it/WP/WP41-TORRE.pdf<br />
3) Ambros<strong>in</strong>i (2007);<br />
Levitt, Glick-Schiller<br />
(2004); Levitt, De W<strong>in</strong>d,<br />
Vertovec (2003); Portes,<br />
Guarnizo e <strong>La</strong>ndolt<br />
(1999).<br />
conseguenza soprattutto di un mercato del lavoro<br />
che privilegia le donne rispetto agli uom<strong>in</strong>i, considerando<br />
l’elevato <strong>in</strong>serimento nel settore della cura<br />
alla persona e della collaborazione domestica da<br />
parte delle lavoratrici provenienti da questi paesi 2 .<br />
Tuttavia, non è affatto trascurabile il peso della componente<br />
imprenditoriale tra gli immigrati and<strong>in</strong>i, sia<br />
donne che uom<strong>in</strong>i, un elemento che, come vedremo<br />
più avanti, rappresenta un ulteriore fattore positivo<br />
per la realizzazione di <strong>in</strong>iziative volte oltre che alla<br />
maggiore <strong>in</strong>tegrazione nel tessuto socio-economico<br />
italiano e alla valorizzazione del contributo della popolazione<br />
migrante all’economia del nostro paese,<br />
anche alla promozione di attività di co-sviluppo con<br />
i paesi di orig<strong>in</strong>e dei migranti.<br />
Le comunità della diaspora <strong>and<strong>in</strong>a</strong> presentano una<br />
tendenza a mantenere forti legami con il contesto di<br />
provenienza. Infatti, i migranti alimentano un flusso<br />
significativo di beni e risorse materiali e immateriali<br />
attraverso i conf<strong>in</strong>i nazionali, operando <strong>in</strong> modi<br />
differenti: attraverso i mezzi di comunicazione, con<br />
la circolazione di <strong>in</strong>formazioni e pratiche; mediante<br />
l’<strong>in</strong>vio di denaro o di altri beni; attraverso i loro<br />
rientri <strong>in</strong> patria, temporanei o def<strong>in</strong>itivi; f<strong>in</strong>anziando<br />
attività di tipo solidaristico o <strong>in</strong>iziative imprenditoriali.<br />
Questo <strong>in</strong>sieme composito di azioni e risorse<br />
contribuisce a creare un legame transnazionale 3 tra<br />
i territori di partenza e di dest<strong>in</strong>azione, un collegamento<br />
con i propri paesi che la comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong><br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong> alimenta e mantiene nel tempo. In questa<br />
ottica, una dimensione centrale dei legami transnazionali<br />
è occupata dalle rimesse <strong>in</strong>viate a familiari<br />
e comunità di orig<strong>in</strong>e, rappresentando un “collante<br />
necessario” per le relazioni sociali a distanza, e<br />
permettendo cont<strong>in</strong>ue <strong>in</strong>terazioni tra migranti e non<br />
migranti (Guarnizo, 2003; Vertovec, 2004).
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
47<br />
Secondo asset: le rimesse<br />
Il trasferimento di denaro operato da parte dei<br />
migranti a favore dei propri familiari o amici è un<br />
comportamento strutturalmente connesso al fenomeno<br />
migratorio, di conseguenza, questa pratica<br />
ha ricevuto negli ultimi anni una particolare attenzione<br />
da parte degli studiosi dello sviluppo e degli<br />
organismi <strong>in</strong>ternazionali 4 al f<strong>in</strong>e di poter comprendere<br />
eventuali possibilità e modalità dell’impatto di<br />
questi flussi economici sullo sviluppo.<br />
In prima battuta, si consideri che il volume complessivo<br />
delle rimesse dirette verso i paesi d’orig<strong>in</strong>e dei<br />
migranti è cresciuto a ritmi sostenuti negli ultimi 15<br />
anni e ha superato – secondo i dati della Banca<br />
Mondiale – i 200 miliardi di dollari nel 2006, un<br />
volume superiore a quello dei flussi di <strong>in</strong>vestimenti<br />
produttivi e più che doppio rispetto agli aiuti pubblici<br />
allo sviluppo. L’America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> questo spaccato,<br />
rappresenta il maggiore mercato di dest<strong>in</strong>azione<br />
con circa 70 miliardi di dollari ricevuti nel 2006<br />
(dati Ifad e IADB) e <strong>in</strong> alcuni paesi and<strong>in</strong>i, quali<br />
Ecuador e Bolivia, il flusso dei trasferimenti da<br />
parte dei cittad<strong>in</strong>i residenti all’estero supera il 7%<br />
del valore del PIL.<br />
Per quanto riguarda l’<strong>Italia</strong>, nel 2006, secondo i dati<br />
dell’UIC, le rimesse degli stranieri 5 hanno raggiunto<br />
i 4,3 miliardi di euro. Il dato per il triennio 2004-<br />
2006, l’unico periodo con dati omogenei, è pari<br />
<strong>in</strong>vece a 10,9 miliardi di euro. I migranti peruviani e<br />
ecuadoriani hanno <strong>in</strong>viato oltre 210 milioni di euro<br />
nel 2006. Anche la comunità colombiana presenta<br />
un volume di <strong>in</strong>vio significativo se rapportata alla<br />
presenza <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (73 milioni di euro trasferiti nel<br />
2006 e 17.000 immigrati). Questi dati non devono<br />
però <strong>in</strong>durre a pensare che solo flussi di denaro<br />
molto consistenti possano dare impulso a cambiamenti<br />
positivi nei paesi riceventi, anzi, anche al<br />
4) Tra i numerosi<br />
testi sullo studio delle<br />
rimesse si consigliano,<br />
riferiti <strong>in</strong> particolare<br />
al caso lat<strong>in</strong>oamericano:<br />
P. Fajnzylber<br />
and J. H. López. 2007.<br />
‘Close To Home. The<br />
Development Impact<br />
of Remittances <strong>in</strong> <strong>La</strong>t<strong>in</strong><br />
America’, Wash<strong>in</strong>gton<br />
DC: The International<br />
Bank for Reconstruction<br />
and Development<br />
/World Bank; Katseli,<br />
L., Robert E.B. L. and<br />
T. Xenogiani. 2006.<br />
‘Effects of migration<br />
on send<strong>in</strong>g countries:<br />
what do we know’,<br />
Work<strong>in</strong>g Paper No. 250<br />
OECD Development<br />
Centre; IDB/MIF. 2004.<br />
‘Send<strong>in</strong>g money home:<br />
Remittance to <strong>La</strong>t<strong>in</strong><br />
America and the Caribbean’,<br />
Inter American<br />
Development Bank<br />
- Multilateral Investment<br />
Fund.<br />
5) I dati disponibili<br />
fanno riferimento agli<br />
stranieri <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> e non<br />
solo agli immigrati.<br />
Tuttavia, considerando<br />
il dato disaggregato<br />
per nazionalità, la maggior<br />
parte delle rimesse<br />
è <strong>in</strong>viata dagli stranieri<br />
provenienti dai paesi<br />
di recente <strong>in</strong>dustrializzazione<br />
o <strong>in</strong> via di<br />
sviluppo, vale a dire gli<br />
immigrati propriamente<br />
detti.
48<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
micro livello le rimesse sono una variabile chiave<br />
nei processi di cambiamento sociale prodotti dalle<br />
migrazioni.<br />
Flussi<br />
<strong>in</strong>ternazionali<br />
di rimesse:<br />
aree di<br />
dest<strong>in</strong>azione<br />
(2006)<br />
Asia<br />
meridionale<br />
18%<br />
Medio Oriente<br />
e Nord Africa 12%<br />
Africa<br />
subsahariana<br />
5%<br />
Asia orientale<br />
e Pacifico 24%<br />
America <strong>La</strong>t<strong>in</strong>a<br />
e Caraibi<br />
25%<br />
Europa e<br />
Asia centrale<br />
16%<br />
Fonte: Banca Mondiale<br />
6) I risultati dell’Indag<strong>in</strong>e<br />
ABI-CeSPI sui<br />
bisogni f<strong>in</strong>anziari e<br />
assicurativi degli immigrati<br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, condotta<br />
nel secondo semestre<br />
del 2007, sono <strong>in</strong> corso<br />
di pubblicazione. È <strong>in</strong>teressante<br />
anticipare che,<br />
nell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, le comunità<br />
lat<strong>in</strong>oamericane<br />
hanno mostrato alti<br />
tassi di bancarizzazione<br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (il dato relativo<br />
agli Ecuadoriani è pari<br />
al 70% del campione di<br />
<strong>in</strong>tervistati).<br />
7) Su questi temi si<br />
vedano anche gli studi<br />
Se la maggior parte delle rimesse è generalmente<br />
dest<strong>in</strong>ata al consumo, tuttavia alcune ricerche<br />
<strong>in</strong>dicano che una parte del denaro viene <strong>in</strong>vestita<br />
per avviare piccole imprese o nell’acquisto di beni<br />
immobili (MIF, 2007; Banca Mondiale, 2006). Il<br />
caso del Guatemala, ad esempio, mostra che le<br />
famiglie che ricevono rimesse spendono meno <strong>in</strong><br />
beni di consumo che <strong>in</strong> <strong>in</strong>vestimenti rispetto a quanti<br />
non ricevono denaro dai familiari all’estero (Adams,<br />
2006). Inoltre, una recente <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e del CeSPI, condotta<br />
<strong>in</strong> collaborazione con l’ABI su un campione di<br />
oltre 1300 immigrati <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, ha evidenziato come<br />
un numero consistente di famiglie riceventi dest<strong>in</strong>i<br />
le rimesse per scopi sanitari ed educativi 6 , andando<br />
perciò ad <strong>in</strong>cidere sulla dotazione di capitale umano<br />
della comunità di orig<strong>in</strong>e 7 .
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
49<br />
Esiste dunque un marg<strong>in</strong>e per potere valorizzare<br />
questo flusso di denaro, benché si tratti di risorse<br />
private, per <strong>in</strong>nescare un possibile circolo virtuoso<br />
tra risparmio dei lavoratori immigrati e sviluppo<br />
delle comunità di provenienza. Per potere cogliere<br />
appieno le potenzialità ed il reale impatto della<br />
relazione presente tra rimesse e sviluppo occorre<br />
considerare il flusso di rimesse nelle sue diverse<br />
componenti. Difatti, oltre ai trasferimenti dest<strong>in</strong>ati<br />
a familiari e amici (rimesse <strong>in</strong>dividuali), recenti contributi<br />
pongono l’attenzione su altre due tipologie di<br />
trasferimenti: le rimesse effettuate a livello collettivo<br />
e quelle a scopo imprenditoriale o per <strong>in</strong>vestimenti<br />
(Goldr<strong>in</strong>g, 2002). Delle prime si occupa questo<br />
paragrafo mentre le seconde saranno trattate più<br />
oltre.<br />
Le rimesse collettive, che a partire dagli anni Novanta<br />
hanno riscosso crescente attenzione da parte<br />
degli specialisti, sono “<strong>in</strong>iziative di gruppi di migranti<br />
per f<strong>in</strong>anziare progetti a beneficio delle propria<br />
comunità d’orig<strong>in</strong>e” (Levitt and Jaworsky, 2007).<br />
Tuttavia “perché sia possibile realizzare <strong>in</strong>iziative<br />
solidali è necessaria l’esistenza di una comunità che<br />
vive all’estero da molto tempo, ben organizzata e<br />
con un forte senso di appartenenza” (Paolo Boccagni<br />
2008). I progetti, non legati all’<strong>in</strong>teresse privato<br />
dei donatori, generalmente hanno l’obiettivo di<br />
migliorare le <strong>in</strong>frastrutture di base, i sistemi sanitari<br />
e i servizi educativi e le attività ricreative. In questo<br />
senso, l’immigrazione <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, cresciuta<br />
costantemente nel corso dell’ultimo decennio, ha<br />
raggiunto un grado di <strong>in</strong>serimento e di conoscenza<br />
del contesto di arrivo, mantenendo vivo il senso<br />
identitario e l’<strong>in</strong>teresse verso i propri paesi, tale<br />
da permettere il realizzarsi di <strong>in</strong>iziative di carattere<br />
solidale dest<strong>in</strong>ate alle aree di orig<strong>in</strong>e.<br />
realizzati dal CeSPI per<br />
MIF-IADB: A favourable<br />
macro-economic<br />
environment, <strong>in</strong>novative<br />
f<strong>in</strong>ancial <strong>in</strong>struments<br />
and International<br />
partnership to channel<br />
workers’ remittances<br />
towards the promotion<br />
of local development.<br />
The case-studies of<br />
Argent<strong>in</strong>ians and<br />
Peuvians <strong>in</strong> Italy (2004)<br />
e Programa de canalizaciòn<br />
y valorizaciòn de<br />
remesas de los migrantes<br />
peruanos en <strong>Italia</strong><br />
(2005).
50<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Dal punto di vista delle prospettive future, se le<br />
rimesse costituiscono un flusso di denaro costante<br />
(Ratha, 2007) garantendo la sostenibilità dei progetti<br />
f<strong>in</strong>anziati, e quelle collettive “Realizzano le condizioni<br />
per la creazione di nuovi assetti della comunità<br />
e dei servizi di questa” (Bimal Gosh, 2006), alcune<br />
potenzialità restano ancora da <strong>in</strong>dagare <strong>in</strong> merito<br />
al possibile utilizzo nella sfera produttiva (il Fondo<br />
può contribuire a costituire meccanismi di garanzia<br />
per l’accesso al credito, ad esempio) e alla possibile<br />
<strong>in</strong>cidenza nel miglioramento delle politiche dei governi<br />
<strong>in</strong> favore della canalizzazione e valorizzazione<br />
delle rimesse. Non è da sottovalutare, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nella<br />
valutazione dell’impatto dei trasferimenti collettivi di<br />
denaro dei migranti, la consistenza e la reale prospettiva<br />
di crescita della diaspora lat<strong>in</strong>oamericana<br />
all’estero “Alle spalle di questo flusso f<strong>in</strong>anziario<br />
ci sarà una forza reale organizzata, portatrice di<br />
professionalità imprenditoriale e di <strong>in</strong>novazione”<br />
(World Bank, 2001).<br />
Terzo asset: l’associazionismo<br />
<strong>La</strong> comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong>, come già anticipato, è una<br />
comunità che tradizionalmente mantiene forti legami<br />
culturali ed economici con i Paesi di orig<strong>in</strong>e,<br />
tende ad organizzarsi <strong>in</strong> associazioni e si dist<strong>in</strong>gue<br />
per vivacità e coesione <strong>in</strong>terna che la rendono particolarmente<br />
significativa. L’associazionismo and<strong>in</strong>o,<br />
<strong>in</strong>fatti, è funzionale alla creazione di reti capaci<br />
di rispondere agli <strong>in</strong>teressi sociali e culturali della<br />
popolazione migrante, è luogo privilegiato per la<br />
promozione della coesione sociale e per gli scambi<br />
d’<strong>in</strong>formazioni e, perciò, luogo eleggibile per l’avvio<br />
e la messa <strong>in</strong> opera di programmi di cooperazione<br />
che mir<strong>in</strong>o allo sviluppo dei paesi d’orig<strong>in</strong>e e che<br />
favoriscano l’<strong>in</strong>tegrazione ed il raggiungimento
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
51<br />
della piena cittad<strong>in</strong>anza dei migranti. E’<strong>in</strong>teressante<br />
notare come le esperienze s<strong>in</strong>ora svolte <strong>in</strong> questo<br />
particolare ambito mostr<strong>in</strong>o il modificarsi del profilo<br />
dei migranti nel tempo: gli and<strong>in</strong>i, da attori passivi<br />
o residuali della cooperazione hanno mostrato un<br />
atteggiamento proattivo nei confronti delle <strong>in</strong>iziative<br />
volte allo sviluppo nei paesi d’orig<strong>in</strong>e.<br />
Riguardo al nostro paese, nel 2006 alcune associazioni<br />
di migranti, con l’assistenza di CeSPI e<br />
SID, hanno <strong>in</strong>iziato un percorso di riflessione sul<br />
loro ruolo rispetto ai paesi d’orig<strong>in</strong>e e di residenza<br />
e quale collocazione attiva potessero avere nel<br />
mondo della cooperazione allo sviluppo. <strong>La</strong> discussione<br />
nel suo progredire ha messo <strong>in</strong> luce alcuni<br />
tipi d’<strong>in</strong>tervento che potevano essere condotti dalle<br />
stesse associazioni pur non avendo particolari competenze<br />
<strong>in</strong> materia di cooperazione allo sviluppo. In<br />
particolare, sono stati identificati tre tipi d’<strong>in</strong>iziative<br />
da promuovere: (1) progetti di solidarietà a favore<br />
della popolazione povera dei paesi d’orig<strong>in</strong>e (tramite<br />
rimesse collettive), (2) progetti imprenditoriali<br />
transnazionali (tramite rimesse imprenditoriali) – si<br />
anticipa qui, rimandando ai paragrafi seguenti, che<br />
il ruolo dell’imprenditoria immigrata all’<strong>in</strong>terno del<br />
tessuto imprenditoriale italiano è un fenomeno <strong>in</strong><br />
espansione ed è sempre più rilevante sotto il profilo<br />
economico; (3) progetti per il rafforzamento e consolidamento<br />
dell’associazionismo and<strong>in</strong>o.<br />
In quasi un anno le associazioni che rispettassero la<br />
condizione di essere legalmente costituite e avere i<br />
libri contabili <strong>in</strong> regola sono andate coagulandosi<br />
nella realizzazione di un’unica associazione di venti<br />
associazioni - Juntos por los Andes (JPLA) - registrata<br />
legalmente nel 2007, con l’obiettivo di imparare,<br />
fare e promuovere azioni di cooperazione avendo il<br />
ruolo di attori dello sviluppo del paese d’orig<strong>in</strong>e.
52<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
8) In una prima fase,<br />
le 20 associazioni di<br />
migranti and<strong>in</strong>i si sono<br />
impegnate a raccogliere<br />
complessivamente<br />
una quota di € 15.000<br />
euro attraverso una<br />
“riffa”, rivolta pr<strong>in</strong>cipal-<br />
Un esempio del potenziale associativo: il<br />
Fondo Italo And<strong>in</strong>o di solidarietà 4+1<br />
Lo strumento scelto dalle JPLA per realizzare i<br />
progetti di solidarietà nei paesi d’orig<strong>in</strong>e è stato<br />
<strong>in</strong>dividuato nel “Fondo Italo And<strong>in</strong>o di solidarietà<br />
4+1”, ispirato all’esperienza di successo del modello<br />
messicano noto come 3x1.<br />
Il modello 3x1 nasce negli anni Novanta, quando<br />
le <strong>in</strong>iziative delle associazioni della diaspora messicana<br />
negli Stati Uniti hanno deciso di utilizzare<br />
le rimesse collettive delle associazioni di villaggio,<br />
<strong>in</strong>tegrate con risorse del Governo Federale, Regionale<br />
e Municipale del Messico per f<strong>in</strong>anziare progetti<br />
sociali e di piccola <strong>in</strong>frastruttura civile nella propria<br />
regione d’orig<strong>in</strong>e. L’esperienza messicana, con il<br />
f<strong>in</strong>anziamento di un crescente numero di progetti,<br />
ha mostrato le potenzialità della partecipazione dei<br />
migranti come <strong>in</strong>terlocutori per lo sviluppo del proprio<br />
paese di provenienza. In questo modo, <strong>in</strong>fatti,<br />
i paesi d’orig<strong>in</strong>e dei migranti che hanno sistemi di<br />
welfare statale molto deboli hanno potuto beneficiare<br />
di una “<strong>in</strong>tegrazione” da parte di istituzioni<br />
pubbliche ai fondi privati costituiti dalle rimesse<br />
collettive (Stocchiero, 2004).<br />
Nel caso italiano, Juntos por los Andes ha rielaborato<br />
il meccanismo moltiplicatore delle rimesse alla<br />
base del modello 3x1, <strong>in</strong>cludendo l’apporto f<strong>in</strong>anziario<br />
di altri soggetti rispetto all’esperienza messicana:<br />
ad ogni euro raccolto dai migranti di JPLA se<br />
ne aggiungono 4 donati sia di partner pubblici che<br />
privati e sia italiani che esteri. <strong>La</strong> prima dotazione 8 è<br />
stata dest<strong>in</strong>ata al f<strong>in</strong>anziamento di quattro <strong>in</strong>iziative<br />
a sostegno di enti che si prendono cura di bamb<strong>in</strong>i<br />
bisognosi nei paesi and<strong>in</strong>i 9 .<br />
<strong>La</strong> costituzione del Fondo Italo And<strong>in</strong>o considera<br />
due aspetti centrali: sviluppa un approccio bottom<br />
up attraverso il co<strong>in</strong>volgimento di più soggetti e
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
53<br />
su livelli diversi (gli immigrati, il settore privato, il<br />
sistema bancario, gli enti territoriali, le agenzie di<br />
sviluppo e i governi) che partecipano alla realizzazione<br />
dei progetti di solidarietà e promuove il senso<br />
di ownership delle risorse da parte dei migranti.<br />
Infatti, nell’ambito di questa <strong>in</strong>iziativa, i migranti<br />
hanno l’occasione di svolgere un ruolo importante<br />
nel processo di sviluppo, fungendo da promotori e<br />
catalizzatori per azioni di cooperazione nei territori<br />
di provenienza.<br />
Il primo <strong>in</strong>tervento: il percorso di accompagnamento<br />
all’associazionismo<br />
Sarebbe auspicabile una partecipazione del mondo<br />
della cooperazione e dei governi per favorire la<br />
nascita di contesti positivi per un transnazionalismo<br />
attivo, per l’empowerment ed il raggiungimento della<br />
piena <strong>in</strong>tegrazione della comunità migrante nel<br />
contesto di dest<strong>in</strong>azione. Co<strong>in</strong>volgere le comunità<br />
migranti all’estero all’elaborazione di <strong>in</strong>terventi di<br />
cooperazione significa dare ownership ai progetti<br />
per le comunità d’orig<strong>in</strong>e e attivare un doppio canale<br />
di scambio positivo tra i membri della comunità<br />
nei paesi d’orig<strong>in</strong>e e quelli all’estero.<br />
Nel caso degli and<strong>in</strong>i <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, Juntos por los Andes<br />
ha partecipato alla concertazione di un programma<br />
per l’empowerment della comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> nel nostro<br />
paese con l’accompagnamento del consorzio<br />
per le migrazioni e sviluppo formato da ACLI, ARCI,<br />
ARCS, Banca Etica, CeSPI, Etimos, Ipsia, Ucodep e<br />
WWF. Questa azione prevede il rafforzamento delle<br />
associazioni dei migranti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> e la costruzione<br />
di reti di supporto a programmi di solidarietà e di<br />
crescita dell’imprenditoria transnazionale. In particolare,<br />
questa <strong>in</strong>iziativa è nata dalla richiesta delle<br />
associazioni stesse e dal forte <strong>in</strong>teresse dimostrato<br />
dalla comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> per la programmazione<br />
mente ai membri della<br />
comunità immigrata.<br />
Questa quota sarà<br />
replicata dai partner<br />
pubblici e privati<br />
<strong>in</strong>teressati all’<strong>in</strong>iziativa,<br />
e che costituiscono sostanzialmente<br />
l’apporto<br />
della cooperazione<br />
decentrata, <strong>in</strong> modo<br />
da costituire un fondo<br />
totale di 60.000 euro<br />
da dest<strong>in</strong>are ai progetti<br />
di solidarietà selezionati<br />
dalle associazioni.<br />
9) I progetti selezionati<br />
: <strong>La</strong> Casa de Danilo<br />
y el Centro Atiende<br />
para niños huérfanos y<br />
diversamente hábiles -<br />
Cochabamba, BOLIVIA;<br />
Plan Hermano: por los<br />
niños víctimas de las<br />
m<strong>in</strong>as antipersona -<br />
Antioquia, COLOMBIA;<br />
Una Familia de Familias<br />
- Quito, ECUADOR;<br />
Apoyando a los niños<br />
trabajadores migrantes<br />
de Lima - Yerbateros,<br />
Lima, PERU.
54<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
ed attuazione di programmi di sviluppo transnazionali.<br />
L’associazionismo and<strong>in</strong>o, allo stato attuale, risulta<br />
essere ancora di piccole dimensioni e la struttura<br />
organizzativa di buona parte delle associazioni,<br />
basata sul volontarismo di alcuni membri particolarmente<br />
attivi, non permette di <strong>in</strong>traprendere<br />
<strong>in</strong>iziative troppo complesse. <strong>La</strong> maggior parte<br />
delle associazioni sono nate <strong>in</strong> primo luogo per<br />
rispondere ad alcuni bisogni della comunità, come<br />
cont<strong>in</strong>uare a parlare la propria l<strong>in</strong>gua, stare <strong>in</strong>sieme<br />
ai propri connazionali, mantenere vive le tradizioni<br />
e la cultura del paese di orig<strong>in</strong>e. Nel momento <strong>in</strong><br />
cui l’associazione cresce e chi ne fa parte tenta di<br />
avere un ruolo “utile” per la comunità <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> promuovendo<br />
l’<strong>in</strong>tegrazione o <strong>in</strong>traprendendo percorsi<br />
nuovi e con obiettivi più ambiziosi, come imparare<br />
a pianificare progetti di cooperazione, l’associazionismo<br />
ha bisogno di re<strong>in</strong>ventarsi e di crescere,<br />
le persone che ne fanno parte dovrebbero essere<br />
co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> maniera diversa e vi è la possibilità che<br />
non tutti saranno <strong>in</strong>teressati a seguire questa strada.<br />
In questo contesto, diviene fondamentale chiarire<br />
qual è lo scopo che motiva l’aggregazione delle<br />
persone e se si dispone dei mezzi e strumenti per<br />
assumersi responsabilità maggiori.<br />
È stato perciò organizzato un percorso di sette<br />
sem<strong>in</strong>ari coadiuvati dalla presenza di esperti del<br />
consorzio che trattano diverse materie come la<br />
diagnostica associativa, la gestione economica e<br />
f<strong>in</strong>anziaria, il fundrais<strong>in</strong>g, la comunicazione strategica,<br />
l’auto-valutazione e la progettazione per la<br />
cooperazione <strong>in</strong>ternazionale. Le tematiche trattate<br />
sono state scelte con la partecipazione diretta delle<br />
associazioni and<strong>in</strong>e e l’approccio degli esperti<br />
non è quello verticale tra docente e discente ma<br />
improntato al dialogo pratico da sperimentare e
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
55<br />
vagliare <strong>in</strong>sieme, funzionale a garantire una piena<br />
collaborazione tra le associazioni e i membri del<br />
consorzio. L’obiettivo dell’accompagnamento / laboratorio<br />
è sostenere l’associazionismo <strong>in</strong> quanto<br />
canalizzatore d’impegni per il cosviluppo e per<br />
l’<strong>in</strong>tegrazione delle comunità migranti, rafforzando<br />
le loro capacità e strategie organizzative. I risultati<br />
ai quali si è giunti sono <strong>in</strong>teressanti: ad esempio, la<br />
diagnostica istituzionale (utile ad identificare la forza<br />
e le debolezze del sistema organizzativo associativo<br />
e ad analizzare la struttura dell’associazione e le<br />
d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>terne ad essa) sta mostrando la via per<br />
l’elaborazione di un piano strategico delle associazioni<br />
dove si def<strong>in</strong>iscano la visione, gli obiettivi e la<br />
programmazione comune.<br />
Questo percorso è complesso, <strong>in</strong> quanto sostiene<br />
una crescita personale e delle s<strong>in</strong>gole associazioni<br />
che dovrebbe riflettersi <strong>in</strong> una crescita dell’associazione<br />
JPLA, rafforzandone l’identità a due anni dall’<strong>in</strong>izio<br />
di questo percorso, chiarendone gli obiettivi<br />
ed i term<strong>in</strong>i di collaborazione, stabilendo i pr<strong>in</strong>cipi<br />
per risolvere eventuali conflitti e trovare soluzioni<br />
che super<strong>in</strong>o l’<strong>in</strong>teresse s<strong>in</strong>golare delle associazioni<br />
di appartenenza per favorire <strong>in</strong>vece JPLA.<br />
Durante il percorso di accompagnamento gli esperti<br />
sono a disposizione delle associazioni per un servizio<br />
di consulenza a distanza e, per la raccolta e<br />
la diffusione dei materiali di lavoro, il consorzio ha<br />
predisposto un’aula web. Tramite questa metodologia<br />
<strong>in</strong>tergrata (sem<strong>in</strong>ari, consulenze e aula web) si<br />
cerca di co<strong>in</strong>volgere il maggior numero di soggetti<br />
per capacitare formatori di formatori <strong>in</strong> ogni associazione<br />
e <strong>in</strong>nescare un meccanismo a “palla di<br />
neve” che possa consolidare questo network.<br />
Un fattore strategico del programma consiste nel<br />
favorire il protagonismo e la partecipazione della<br />
comunità migrante nella scelta delle tematiche prio-
56<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
ritarie da affrontare, oltre che nella concertazione<br />
e programmazione degli <strong>in</strong>terventi.<br />
Rispetto ad una valutazione complessiva, occorrerà<br />
verificare se, term<strong>in</strong>ato questo percorso, le associazioni<br />
potranno attuare una strategia di crescita,<br />
co<strong>in</strong>volgendo <strong>in</strong> maniera attiva la comunità <strong>in</strong><br />
questo impegno che tende a essere la prova che<br />
la diaspora può essere attrice non passiva della<br />
crescita dei propri paesi d’orig<strong>in</strong>e. Pur con alcuni<br />
limiti, quali un naturale grado di turn-over tra le<br />
associazioni e i s<strong>in</strong>goli partecipanti al progetto,<br />
questa <strong>in</strong>iziativa può risultare decisiva nel contesto<br />
attuale di crescita dell’associazionismo migrante,<br />
per avviare un dibattito nella comunità di immigrati<br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong> e favorire un meccanismo di attrazione di<br />
nuove associazioni che vogliano <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> questa<br />
<strong>in</strong>iziativa.<br />
Il quarto asset: gli imprenditori migranti<br />
Se il transnazionalismo nella letteratura dello sviluppo<br />
emerge come argomento chiave per comprendere<br />
le attività delle comunità diasporiche<br />
nei paesi d’orig<strong>in</strong>e e di residenza all’estero, gli<br />
imprenditori transnazionali sono spesso visti come<br />
il volto umano della globalizzazione, attuando una<br />
“forma alternativa di adattamento economico delle<br />
m<strong>in</strong>oranze straniere basata sulla mobilitazione dei<br />
network sociali da ambo le parti” (Portes, Haller,<br />
and Guarnizo 2001).<br />
L’avvio di un’attività di impresa a seguito di un percorso<br />
di migrazione agisce <strong>in</strong> una doppia direzione<br />
rispetto al processo di <strong>in</strong>tegrazione economica e<br />
sociale nel paese di dest<strong>in</strong>azione. Da un lato, <strong>in</strong>fatti,<br />
la necessità di avere relazioni economiche tali da<br />
permettere l’assunzione di un rischio economico e<br />
f<strong>in</strong>anziario e dei capitali necessari all’avviamento<br />
comporta l’essere già parte di una rete di rapporti
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
57<br />
basati sull’affidabilità e la fiducia, implicando un<br />
alto grado di <strong>in</strong>serimento dal punto di vista l<strong>in</strong>guistico<br />
ed abitativo ed una buona visibilità sociale.<br />
D’altro lato, l’imprenditorialità accelera i tempi di<br />
<strong>in</strong>serimento, favorendo la conoscenza delle relazioni<br />
di produzione e di scambio sul mercato, oltre<br />
che delle modalità relazionali esistenti 10 . Divenire<br />
imprenditori significa, perciò, attuare una strategia<br />
volta ad una maggiore <strong>in</strong>tegrazione nel contesto di<br />
arrivo e, allo stesso tempo, favorire tale processo 11 .<br />
L’imprenditoria transnazionale può essere letta anche<br />
come la conseguenza e la soluzione parziale<br />
alle sfide che si presentano agli skilled migrants<br />
nel trovare un impegno adeguato alle proprie<br />
competenze e rappresenta una opportunità di auto<br />
impiego (Dade, Unheim 2007).<br />
Tuttavia, sul piano delle implicazioni transnazionali<br />
rilevabili nelle relazioni famigliari con i propri cari<br />
e nelle più ampie attività che co<strong>in</strong>volgono il tessuto<br />
associativo, religioso o politico, la maggiore <strong>in</strong>tegrazione<br />
nel paese di dest<strong>in</strong>azione non esclude una<br />
maggiore consapevolezza del proprio ruolo anche<br />
nei paesi di orig<strong>in</strong>e e può convivere con <strong>in</strong>iziative<br />
imprenditoriali che co<strong>in</strong>volgono i contesti di partenza,<br />
<strong>in</strong>fatti “le rimesse utilizzate a scopo produttivo<br />
possono avere rilevanti effetti moltiplicatori sulle<br />
economie locali” (Br<strong>in</strong>kerhoff e Westcott, 2006).<br />
Dal punto di vista della sostenibilità sul mercato di<br />
tali <strong>in</strong>iziative, <strong>in</strong> molti casi questi imprenditori sono<br />
capaci di cogliere opportunità e nicchie di mercato<br />
che altri soggetti, senza l’apporto di questi legami<br />
transnazionali, non riescono a cogliere, cambiando<br />
di fatto il “Migration dra<strong>in</strong> <strong>in</strong>to Ga<strong>in</strong>s” (ibidem).<br />
10) Comportamenti<br />
f<strong>in</strong>anziari e creditizi della<br />
società multietnica.<br />
Rapporto Unioncamere,<br />
CRIF, Nomisma, Adiconsum,<br />
Aprile 2007,<br />
pag. 7.<br />
11) “L’attività imprenditoriale<br />
riduce i rischi<br />
di abbandono, rientro<br />
ed autoemarg<strong>in</strong>azione<br />
(…), i costi dell’<strong>in</strong>tegrazione<br />
sono più contenuti,<br />
proprio <strong>in</strong> virtù della<br />
maggiore produttività<br />
attesa dei soggetti<br />
migranti.” (ibidem).
58<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Dati sull’imprenditoria <strong>and<strong>in</strong>a</strong><br />
Le imprese <strong>in</strong>dividuali con titolare di nazionalità<br />
extracomunitaria hanno registrato una crescita<br />
significativa: negli ultimi c<strong>in</strong>que anni le imprese<br />
<strong>in</strong>dividuali gestite e controllate da immigrati sono<br />
passate da circa 100 mila a oltre 220.000, con<br />
tassi di crescita sempre superiori al 10% annuo e,<br />
contestualmente, le imprese a titolare straniero costituiscono<br />
nel 2006 oltre il 34% del totale delle nuove<br />
imprese <strong>in</strong>dividuali nazionali. Nello sviluppo della<br />
relazione tra flusso migratorio e <strong>in</strong>serimento lavorativo<br />
si è <strong>in</strong>fatti assistito negli ultimi anni alla crescita<br />
d’importanza del b<strong>in</strong>omio migrante – impresa. Si<br />
tratta di un fenomeno <strong>in</strong> aumento, specialmente<br />
nell’ambito delle economie metropolitane basate sui<br />
servizi, a cui si somma la presenza di alcuni comparti<br />
manifatturieri ad elevata <strong>in</strong>tensità di lavoro.<br />
Il dato è particolarmente significativo soprattutto<br />
se confrontato con il tasso di crescita della base<br />
imprenditoriale complessiva nazionale che, nello<br />
stesso anno, è risultato pari all’1,21%, dato ancora<br />
<strong>in</strong>feriore a quello del 2005 (1,61%). L’imprenditoria<br />
immigrata ha avuto qu<strong>in</strong>di un importante ruolo di<br />
sostegno all’allargamento della base imprenditoriale<br />
nazionale, le cui d<strong>in</strong>amiche risultano <strong>in</strong>vece<br />
complessivamente molto più deboli.<br />
Imprese<br />
<strong>in</strong>dividuali<br />
con titolare<br />
di nazionalità<br />
extracomunitaria<br />
(2001 – 2006)<br />
Anno<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
Imprese<br />
105.541<br />
125.461<br />
146.571<br />
174.933<br />
202.013<br />
227.524<br />
Tasso %<br />
di crescita<br />
24,1%<br />
18,8%<br />
16,8%<br />
19,3%<br />
13,6%<br />
12,6%<br />
Contributo al<br />
saldo annuale<br />
19,2%<br />
22,7%<br />
25,0%<br />
27,0%<br />
25,5%<br />
34,3%<br />
Fonte: Elaborazione su dati Unioncamere (2007)
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
59<br />
Se, dunque, i tassi di crescita delle imprese nazionali<br />
negli ultimi anni dimostrano una persistente debolezza<br />
del sistema e la difficoltà a sviluppare nuove<br />
<strong>in</strong>iziative, per contro i tassi di variazione della propensione<br />
ad <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> attività imprenditoriali della<br />
popolazione immigrata riflettono sia un consolidamento<br />
nei settori di tra<strong>in</strong>o tipici del tessuto produttivo<br />
italiano, sia una crescita <strong>in</strong> nuovi ambiti produttivi<br />
quali, soprattutto, quello dei servizi (tradizionale<br />
settore di impiego degli immigrati, sia dipendenti<br />
che autonomi). <strong>La</strong> comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> partecipa attivamente<br />
al tessuto imprenditoriale italiano: alla f<strong>in</strong>e<br />
del 2007, secondo i dati Unioncamere, il totale delle<br />
imprese con titolare migrante and<strong>in</strong>o era di 5417<br />
e, di queste, 1.710 sono guidare da donne. Infatti,<br />
alla crescita sostenuta delle imprese immigrate <strong>in</strong><br />
particolare nel settore dei servizi nelle maggiori aree<br />
metropolitane si collega una presenza femm<strong>in</strong>ile<br />
rilevante: nel 2007 la base imprenditoriale migrante<br />
ha registrato 3.647 nuove imprese con a direzione<br />
una donna (il 44% del saldo delle imprese). In totale,<br />
alla f<strong>in</strong>e del 2007 esistevano 43mila imprese<br />
a guida di donne immigrate.<br />
I T A L I A<br />
Paesi<br />
di orig<strong>in</strong>e<br />
Bolivia<br />
Colombia<br />
Ecuador<br />
Peru’<br />
Tot. and<strong>in</strong>i<br />
Tot. <strong>Italia</strong><br />
Imprese<br />
183<br />
852<br />
1.988<br />
2.394<br />
5.417<br />
225.407<br />
L O M B A R D I A<br />
Paesi<br />
di orig<strong>in</strong>e<br />
Bolivia<br />
Colombia<br />
Ecuador<br />
Peru’<br />
Tot. and<strong>in</strong>i<br />
Tot. <strong>Italia</strong><br />
Imprese di cui<br />
femm<strong>in</strong>ili<br />
183 183<br />
852 852<br />
1.988 1.988<br />
2.394 2.394<br />
5.417 5.417<br />
225.407 225.407<br />
Imprese<br />
a titolare<br />
and<strong>in</strong>o:<br />
la situazione<br />
italiana ed <strong>in</strong><br />
Lombardia<br />
Fonte: Elaborazione su dati Unioncamere (2007)
60<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Del saldo totale delle imprese, le imprese peruviane<br />
rappresentano il 56%, mentre se si considera il dato<br />
relativo alle imprese a guida femm<strong>in</strong>ile le percentuali<br />
dei gruppi nazionali risultano più omogenee:<br />
peruviane (39%), ecuadoriane (29%) e colombiane<br />
(28%). In l<strong>in</strong>ea con la distribuzione geografica dell’immigrazione<br />
proveniente dalla regione <strong>and<strong>in</strong>a</strong>,<br />
la Lombardia raccoglie circa la metà delle imprese<br />
and<strong>in</strong>e (44%), la Liguria il 14%, il <strong>La</strong>zio il 12% e il<br />
Piemonte il 6%.<br />
Imprese<br />
a titolare<br />
and<strong>in</strong>o:<br />
settori<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
8,6<br />
Attività<br />
manifatturiere<br />
27,7<br />
Costruzioni<br />
19,3<br />
Commercio<br />
Trasporti e magazz.<br />
23,3<br />
10,5 10,7<br />
Attiv. immobiliari<br />
e <strong>in</strong>formatica<br />
Altri settori<br />
Fonte: Elaborazione su dati Unioncamere (2007)<br />
Nella ripartizione per settore delle imprese and<strong>in</strong>e,<br />
il maggior numero è <strong>in</strong>serito nei settori delle costruzioni<br />
e dei trasporti; soprattutto tra gli uom<strong>in</strong>i,<br />
<strong>in</strong>fatti, è <strong>in</strong> aumento la costituzione di imprese di<br />
costruzione, e <strong>in</strong> misura m<strong>in</strong>ore, nel settore manifatturiero.<br />
Riguardo alla componente femm<strong>in</strong>ile, sono<br />
le attività commerciali, <strong>in</strong> particolare nell’ambito<br />
dei “beni della nostalgia”, ad occupare la maggior<br />
parte delle imprenditrici.<br />
Significativi anche i settori dei servizi (call center,<br />
centri salute) ed il turismo – r<strong>in</strong>tracciabile nella componente<br />
‘Altri settori’ della tabella sottostante.
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
61<br />
In generale, benché emerga <strong>in</strong> misura maggiore<br />
analizzando la componente femm<strong>in</strong>ile, gli imprenditori<br />
migranti mostrano una forte propensione<br />
all’attività imprenditoriale che leghi la loro realtà<br />
d’orig<strong>in</strong>e con quella di dest<strong>in</strong>azione. Questa “<strong>in</strong>terconnessione”<br />
transnazionale è un argomento<br />
importante di riflessione che permette di verificare<br />
come la diaspora possa contribuire allo sviluppo<br />
del settore privato nei due paesi e come possiamo<br />
assisterli (Dade and Unheim, 2007).<br />
Altri servizi<br />
pubblici, sociali<br />
e personali 7%<br />
Attività<br />
immobiliare e<br />
<strong>in</strong>formatica 14%<br />
Altri settori<br />
17%<br />
Attività manifatturiere<br />
12%<br />
Commercio<br />
32%<br />
Imprese<br />
femm<strong>in</strong>ili<br />
a titolare<br />
and<strong>in</strong>o:<br />
donne (%)<br />
Trasporti e<br />
magazz<strong>in</strong>aggio 18%<br />
Fonte: Elaborazione su dati Unioncamere (2007)<br />
2006<br />
Presenza immigrati<br />
IDE<br />
Rimesse**<br />
Interscambio<br />
commerciale*<br />
Imprese partecipate<br />
Fatturato totale*<br />
Esportazioni*<br />
Importazioni*<br />
Bolivia Colombia Ecuador Perù<br />
4.800 17.640 68.880 66.506<br />
8 37 20 26<br />
160,1 183,2 289,7 69,3<br />
34.842 73.401 106.985 106.467<br />
- 312 122 221<br />
- 491 314 564<br />
Analisi delle<br />
potenzialità<br />
della comunità<br />
<strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />
* <strong>in</strong> milioni di € ** <strong>in</strong> migliaia di €<br />
Fonte: Elaborazione su dati ICE, ISTAT e UIC
62<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
Il secondo <strong>in</strong>tervento: sostegno all’imprenditoria<br />
immigrata transnazionale<br />
L’approccio transnazionale considera le migrazioni<br />
non più come un flusso esclusivamente unidirezionale<br />
ma come un movimento bidirezionale o pluridirezionale<br />
di persone, idee, beni e capitali, e allarga<br />
l’analisi dell’imprenditoria immigrata, prendendo<br />
<strong>in</strong> considerazione i network <strong>in</strong>ternazionali e non<br />
solo quelli presenti nel contesto d’<strong>in</strong>sediamento che<br />
caratterizzavano la letteratura sugli ethnic enclaves.<br />
Questa ottica bifocale caratterizza i nuovi studi che<br />
<strong>in</strong>dagano il modo <strong>in</strong> cui la diaspora contribuisce allo<br />
sviluppo del settore privato nei due paesi e come la<br />
si possa assistere <strong>in</strong> questa operazione (Dade and<br />
Unheim, 2007).<br />
Sono necessari anni, solitamente, prima che il<br />
progetto imprenditoriale si possa realizzare e molti<br />
avvertono il bisogno di formazione <strong>in</strong> alcune materie<br />
e di consulenze. Nell’ambito del programma<br />
CeSPI SID si è allora cercato di dare una risposta<br />
a questo bisogno dedicando una parte del programma<br />
al sostegno dell’imprenditoria immigrata<br />
transnazionale.<br />
Con l’aiuto di sette soci di JPLA (Focal Po<strong>in</strong>t) sono<br />
stati <strong>in</strong>dividuati 75 imprenditori e proto-imprenditori<br />
<strong>in</strong> sette città italiane (Napoli, Roma, Firenze, Genova,<br />
Milano, Tor<strong>in</strong>o e Bergamo) dove la presenza<br />
della comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> fosse rilevante per poi procedere<br />
ad un’analisi dei bisogni formativi, economici<br />
e f<strong>in</strong>anziari degli imprenditori/proto-imprenditori e<br />
del<strong>in</strong>eare <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e un’offerta formativa per lo sviluppo<br />
di attività economiche transnazionali.<br />
I Focal Po<strong>in</strong>t, essendo parte della comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong>,<br />
hanno potuto reperire le <strong>in</strong>formazioni senza creare<br />
diffidenza negli <strong>in</strong>tervistati. Fungendo da tramite tra<br />
il team di ricerca e i candidati hanno saputo consigliare<br />
cambiamenti utili ai questionari sulla base
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
63<br />
delle impressioni degli <strong>in</strong>tervistati perché risultassero<br />
di più facile <strong>in</strong>terpretazione. Prima di avviare<br />
le <strong>in</strong>terviste, tramite un questionario strutturato, si<br />
è fatta attenzione perché i candidati da <strong>in</strong>tervistare<br />
potessero essere dei quattro paesi and<strong>in</strong>i e che si<br />
desse più spazio possibile alle donne imprenditrici.<br />
I criteri adottati per la scelta dei candidati hanno<br />
riguardato la solidità dell’idea imprenditoriale transnazionale<br />
e le relazioni commerciali e istituzionali<br />
preesistenti e che fossero utili allo scopo.<br />
Nel mese di novembre 2007 sono stati somm<strong>in</strong>istrati<br />
i questionari per la rilevazione dati nelle sette<br />
città italiane. I Focal Po<strong>in</strong>t hanno raccolto complessivamente<br />
sessantac<strong>in</strong>que <strong>in</strong>terviste ed il 55% del<br />
campione è rappresentato da donne imprenditrici.<br />
Tra i questionari, una dec<strong>in</strong>a descrivono progetti<br />
transnazionali che potrebbero avere un’ottima<br />
riuscita, coniugando <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>novazione e tecnica,<br />
e basandosi su di una conoscenza del settore e<br />
delle istituzioni del territorio che possono facilitare<br />
il percorso verso la messa <strong>in</strong> opera dei progetti; i<br />
restanti trenta del<strong>in</strong>eano progetti pur sempre positivi<br />
ed <strong>in</strong>teressanti tuttavia mancano di chiarezza <strong>in</strong> alcune<br />
parti della descrizione, i candidati non hanno<br />
ancora messo a fuoco i particolari dell’idea o sono<br />
<strong>in</strong> un momento di empasse dovuta alla mancanza<br />
di fondi o documentazione per portare a term<strong>in</strong>e<br />
l’avviamento o il rafforzamento dell’impresa.<br />
Gli imprenditori selezionati da CeSPI e SID hanno<br />
<strong>in</strong> comune una particolare attenzione a voler<br />
commercializzare prodotti “etici”, biologici e che<br />
rappresent<strong>in</strong>o la tradizione, che valorizz<strong>in</strong>o la<br />
propria cultura. Queste merci rispondono ad alcune<br />
caratteristiche di beni molto venduti nei paesi<br />
occidentali e <strong>in</strong> alcuni casi possono costituire delle<br />
nuove nicchie del lusso, rappresentando pertanto<br />
un mercato ricco di potenzialità.
64<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
I candidati chiedono, oltre alla formazione una consulenza<br />
tecnica il più estesa possibile per risolvere<br />
le molte questioni che potrebbero sorgere durante<br />
il percorso imprenditoriale, a causa, generalmente,<br />
della complessità delle normative e della difficoltà<br />
ad affrontare le evenienze e le novità a livello fiscale,<br />
tecnologico etc. <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.<br />
I settori imprenditoriali scelti dai candidati sono il<br />
turismo, l’import/export (prodotti alimentari, artigianato,<br />
erbe curative) e la promozione culturale<br />
e valorizzazione dell’artigianato tipico and<strong>in</strong>o. I<br />
prodotti e servizi scelti per l’attività appartengono a<br />
tutte le categorie commerciali, vanno da quelli di uso<br />
comune a prodotti etnici, al mercato del lusso e a<br />
servizi più di nicchia come il turismo responsabile.<br />
Dato che tutti i progetti si riferiscono alle tre categorie<br />
sopra menzionate, ai f<strong>in</strong>i di massimizzare i<br />
risultati del corso si è proceduto alla creazione di<br />
cluster d’impresa differenziate per progetto imprenditoriale.<br />
L’ipotesi di organizzare per cluster<br />
anche la formazione potrebbe <strong>in</strong>fluire positivamente<br />
sull’<strong>in</strong>cidenza delle assenze <strong>in</strong> quanto ogni<br />
<strong>in</strong>contro non avrà temi di orientamento generici<br />
ma specifici ed att<strong>in</strong>enti all’idea imprenditoriale.<br />
Lo scambio di notizie ed idee tra persone che cercano<br />
di creare imprese simili potrebbe aiutare gli<br />
imprenditori a superare molte problematiche di<br />
ord<strong>in</strong>e pratico e a poter usufruire dell’appoggio di<br />
una rete di “colleghi” sparsi sul territorio italiano e<br />
con rapporti <strong>in</strong> quattro paesi and<strong>in</strong>i. <strong>La</strong> creazione di<br />
cluster può anche essere semplicemente un valido<br />
sostegno per coloro che hanno una idea ancora<br />
troppo vaga ma che con la consulenza di esperti,<br />
e l’apprendimento di tecniche e teoria nelle varie<br />
materie possono aggiungere tasselli al progetto e<br />
nel futuro partire già dalla conoscenza di una rete
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
65<br />
di imprenditori migranti, appartenenti alla propria<br />
comunità d’orig<strong>in</strong>e. I cluster settoriali permettono<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e di avere massa critica e di dare sostenibilità<br />
all’<strong>in</strong>iziativa imprenditoriale.<br />
Gli imprenditori selezionati saranno co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> un<br />
percorso di formazione e assistenza tecnica creato<br />
sulla base delle loro esigenze di rafforzamento imprenditoriale,<br />
<strong>in</strong> questo momento <strong>in</strong> fase di concertazione<br />
con alcune associazioni imprenditoriali.<br />
Erbe 7%<br />
Moda 7%<br />
Altro 5%<br />
Turismo<br />
33%<br />
Imprenditori<br />
selezionati:<br />
tipologia<br />
delle imprese<br />
Lusso 10%<br />
Alimentari 19%<br />
Artigianato 19%<br />
Considerazioni conclusive<br />
<strong>La</strong> ricerca condotta sulla comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />
ha fornito elementi che contribuiscono significativamente<br />
alla riflessione su alcuni temi card<strong>in</strong>e della<br />
relazione esistente tra migrazioni e sviluppo.<br />
Rispetto al possibile ruolo dei migranti, una maggiore<br />
partecipazione di questi alla riflessione ed alle<br />
<strong>in</strong>iziative sullo sviluppo dà impulso all’adozione di<br />
una metodologia basata sull’approccio bottom up,<br />
di modo che siano gli stessi migranti a conoscere<br />
ed <strong>in</strong>teragire con la rete degli attori istituzionali e
66<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
12) Per una lettura<br />
critica dell’uso delle<br />
rimesse solidali per<br />
f<strong>in</strong>i di sviluppo si veda<br />
Herrera (2008) “Mentre<br />
il numero delle <strong>in</strong>iziative<br />
di co-sviluppo che<br />
impiegano le rimesse<br />
è cresciuto negli ultimi<br />
anni, questo sembra il<br />
risultato della condizionalità<br />
della cooperazione<br />
<strong>in</strong>ternazionale più<br />
che di progetti autonomi<br />
dei migranti stessi;<br />
i risultati di queste<br />
<strong>in</strong>iziative non sono stati<br />
delle migliori”.<br />
13) “Il market<strong>in</strong>g sociale<br />
svolto dalle associazioni<br />
può <strong>in</strong>fluenzare<br />
un gruppo target ad<br />
accettare, modificare o<br />
abbandonare un comportamento<br />
<strong>in</strong> modo<br />
volontario, al f<strong>in</strong>e di<br />
ottenere un vantaggio<br />
per i s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>dividui o<br />
la società nel suo complesso”<br />
(Kotler, 2002).<br />
della cooperazione. Allo stesso tempo, questa metodologia<br />
può favorire il senso di ownership delle<br />
risorse impiegate e dei progetti realizzati 12 creando<br />
un effetto moltiplicatore dell’impatto positivo per le<br />
attività di cooperazione <strong>in</strong>ternazionale.<br />
L’immigrazione <strong>and<strong>in</strong>a</strong>, stabilitasi <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> da oltre<br />
dieci anni, ha raggiunto un buon grado di <strong>in</strong>serimento<br />
nel tessuto socio-economico del nostro paese,<br />
è riuscita a mantenere un forte senso identitario<br />
ed ha promosso la creazione di associazioni di<br />
migranti. È divenuto dunque possibile co<strong>in</strong>volgerla<br />
attivamente per ideare e realizzare <strong>in</strong>iziative di carattere<br />
solidale dest<strong>in</strong>ate alla regione di provenienza<br />
dei migranti. In questa ottica, il programma Juntos<br />
por los Andes aiuta a comprendere a fondo i meccanismi<br />
<strong>in</strong>terni alla comunità e all’associazionismo<br />
and<strong>in</strong>o. Questi risultati sarebbero stati <strong>in</strong>sperati se<br />
l’<strong>in</strong>iziativa fosse nata sotto il solo impulso degli istituti<br />
di ricerca: la forza del programma risiede <strong>in</strong>fatti nel<br />
protagonismo e nella partecipazione della comunità<br />
migrante e degli attori del tessuto produttivo (le associazioni<br />
di categoria) e associativo (il consorzio)<br />
nella scelta delle tematiche prioritarie da affrontare<br />
e nella programmazione degli <strong>in</strong>terventi. Promuovere<br />
l’empowerment della comunità <strong>and<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />
significa dunque sostenere un vero network per il<br />
cambiamento sociale 13 , con l’obiettivo di <strong>in</strong>fluenzare<br />
decisioni politiche ed economiche migliorando la<br />
condizione del gruppo di appartenenza.<br />
Le attività realizzate <strong>in</strong>vece a livello di ricerca-azione<br />
sui comportamenti economici dei migranti cercano<br />
di <strong>in</strong>dagare le potenzialità di questi per la moltiplicazione<br />
dell’impatto sullo sviluppo. Nell’ambito di<br />
tali pratiche, le rimesse sono un tema cruciale “nel<br />
quadro dei processi di transizione (situazione tipica<br />
dei PVS) nei quali si dovrebbero stimare le possibilità<br />
di realizzazione di programmi di sviluppo” (Zupi,<br />
2002). Le rimesse collettive promuovono l’<strong>in</strong>tegrazione<br />
dei migranti nel tessuto italiano tramite<br />
il co<strong>in</strong>volgimento nelle attività di fundrais<strong>in</strong>g delle
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
67<br />
associazioni, e nei paesi di orig<strong>in</strong>e, favoriscono<br />
il mantenimento dei rapporti tra migranti e non<br />
migranti, esprimendo la volontà degli espatriati di<br />
non recidere i legami con la comunità d’orig<strong>in</strong>e<br />
ma di sentire di farne parte e di volere collaborare<br />
al suo sviluppo <strong>in</strong> prima persona. Le rimesse<br />
imprenditoriali, parallelamente, promuovono un<br />
migliore <strong>in</strong>serimento nei contesti di dest<strong>in</strong>azione<br />
e favoriscono anche la visibilità degli imprenditori<br />
transnazionali nei confronti delle istituzioni dei paesi<br />
di orig<strong>in</strong>e.<br />
In un possibile scenario futuro sarebbe utile promuovere<br />
un partenariato pubblico-privato al f<strong>in</strong>e di<br />
co<strong>in</strong>volgere le istituzioni pubbliche nel supporto alle<br />
<strong>in</strong>iziative di solidarietà delle comunità dei migranti<br />
(rimesse collettive). Ciò favorirebbe gli effetti positivi<br />
delle rimesse, oltre che creare l’occasione positiva<br />
per pensare e predisporre, con l’apporto del sistema<br />
bancario, condizioni privilegiate per il trasferimento<br />
di risorse che possono avere un forte impatto per<br />
lo sviluppo dei paesi di orig<strong>in</strong>e. Naturalmente, non<br />
bisogna credere che le rimesse contribuiscano automaticamente<br />
agli <strong>in</strong>vestimenti ed alla crescita, dal<br />
momento che “il pieno sviluppo del potenziale delle<br />
rimesse richiede azioni concertate tra i maggiori<br />
soggetti, associazioni di migranti, settore privato e<br />
governi” (Bimal Ghosh, 2005).<br />
<strong>La</strong> ricerca-azione <strong>in</strong> atto mira a promuovere a vari<br />
livelli il protagonismo delle comunità migranti all’estero<br />
quali catalizzatori d’impegni e risorse per lo<br />
sviluppo che possono <strong>in</strong>cidere positivamente sulle<br />
relazioni tra paesi. Abbiamo richiamato le ragioni<br />
per le quali le <strong>in</strong>iziative promosse e realizzate con<br />
l’impulso e la partecipazione da parte dei migranti<br />
potrebbero avere maggiore impatto rispetto ai<br />
programmi nei quali questi non rivestono alcun<br />
ruolo. I migranti possono rappresentare, <strong>in</strong> ultima<br />
analisi, gli attori chiave di una nuova cooperazione<br />
<strong>in</strong>ternazionale.
68<br />
PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008<br />
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Camera di Commercio Firenze<br />
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Firenze