Gioachino Rossini L'inganno felice - Teatro La Fenice
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L’INGANNO FELICE – ATTO UNICO<br />
che in sé costante aduna<br />
il merto e la beltà! IV<br />
Ma quanto è mai tiranna<br />
la forza del destino<br />
se amare ci condanna<br />
chi vanto tal non ha.<br />
Ah più non vive oh dio<br />
quella che odiar dovrei:<br />
ma in rammentar di lei<br />
tormento amor mi dà. V<br />
(Né pon due lustri ancora cancellarti VI 5<br />
Isabella infedel da questo core!…<br />
Ah si pensi al dover.)<br />
(Compariscono Batone e Ormondo, che scendono)<br />
SCENA TERZA<br />
(BERTRANDO, ORMONDO, BATONE, soldati)<br />
BERTRANDO<br />
Ah si pensi al dover.)Ebben, che tenta<br />
il Duca mio vicino?<br />
ORMONDO<br />
il Duca mio vicino?Arma a gran possa.<br />
BATONE<br />
Ed a questa frontiera<br />
sembra che sien rivolti i suoi disegni.<br />
BERTRANDO<br />
E quivi occulta via cercar conviene<br />
per un’util sorpresa.<br />
BATONE<br />
per un’util sorpresa.In quelle rocce,<br />
che sono le miniere<br />
del ferro, questa strada<br />
forse che vi sarà. Detto mi venne,<br />
che un certo Tarabotto<br />
capo de’ minatori<br />
alberga qui d’intorno.<br />
Da lui si può saper.<br />
BERTRANDO<br />
Da lui si può saper.Di lui si cerchi.<br />
BATONE<br />
Chiamerò a questa casa. Olà…<br />
SCENA QUARTA<br />
(Detti, TARABOTTO)<br />
TARABOTTO (uscendo)<br />
Chiamerò a questa casa. Olà…Chi chiama?<br />
ORMONDO (accennandogli Bertrando)<br />
Il Duca tuo signor quest’è che vedi.<br />
TARABOTTO<br />
Che fortuna! M’umilio!…<br />
BERTRANDO<br />
Sapresti tu indicarmi<br />
ove soggiorna un certo Tarabotto<br />
capo de’ minatori?<br />
TARABOTTO<br />
Eccolo a’ suoi comandi.<br />
<strong>La</strong> sua picciola casa è quella là!<br />
Ivi con Nisa sua cara nipote<br />
vive poveramente,<br />
ma sempre allegramente.<br />
BERTRANDO<br />
ma sempre allegramente.Aver m’è d’uopo<br />
da te gran lumi. Seguimi<br />
in quelle rocce. Ormondo, tu frattanto,<br />
(Ormondo s’inchina e parte)<br />
e tu Batone, eseguirete quanto<br />
io v’imposi di già.<br />
(S’avvia alle cavità)<br />
IV «bontà!» (poi «beltà»).<br />
V Aggiunta: «Ma quanto è tiranna / la forza del fato / se amar ci condanna / chi merto non ha. // Non vive l’infida<br />
/ che odiare dovrei / ma amore per lei / tormento mi dà».».<br />
VI «cancellarmi».<br />
5 Recitativo. Nel seguito del Duca compaiono i cattivi, ben piazzati fra i suoi fedelissimi: Batone e, soprattutto,<br />
Ormondo. Per ora, tuttavia, non si discute del passato, ma della prossima impresa bellica del Duca (il quale, evidentemente,<br />
non ha sin qui mai dubitato di loro). Tarabotto, che ha appreso i loro nomi leggendo la lettera di<br />
Isabella, si mette peraltro in guardia. <strong>La</strong> sete spinge Batone, rimasto solo in scena, a rivolgersi alla nipote misteriosa<br />
di Tarabotto per un bicchier d’acqua: ne scaturisce la prima agnizione della vicenda, anche se lo sgherro ri-<br />
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