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Gioachino Rossini L'inganno felice - Teatro La Fenice

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L’INGANNO FELICE – ATTO UNICO<br />

Una voce m’ha colpito 6<br />

dalla cima sino al fondo,<br />

e se un poco mi confondo<br />

mi dovete perdonar.<br />

(Nel fissarle gli occhi addosso<br />

di veder già lei mi pare<br />

che soletta e abbandonata<br />

ho lasciato in preda al mare.<br />

Mi si scalda omai la testa,<br />

freme intorno la tempesta,<br />

e il timor ed il sospetto<br />

or mi fanno vacillar.)<br />

È un casetto… un romanzetto…<br />

sono cose da risate…<br />

cara figlia, perdonate,<br />

or di più non so spiegar.<br />

(Parte dal piano)<br />

SCENA SESTA<br />

(ISABELLA, poi TARABOTTO ch’esce frettoloso dalla cavità)<br />

ISABELLA<br />

Egli restò indeciso. Ah mi conviene7 usar somme avvertenze. Mio consorte<br />

certo un momento o l’altro a questa parte…<br />

(Esce Tarabotto)<br />

TARABOTTO<br />

Signora, il Duca or or dalle miniere<br />

qua se ne vien. Veder brama un disegno,<br />

ch’io gli dissi che tengo,<br />

che contiene la pianta<br />

delle miniere e che gli è necessario<br />

per una militare operazione.<br />

6 [n. 3.] Aria Batone. Andante-Allegro vivace-Più lento – , Mi .<br />

Al basso non resta altro che minimizzare le proprie emozioni, ma difficilmente l’aria che intona può passare inosservata.<br />

Nell’introduzione in tempo lento, Batone vuol chiedere perdono alla donna per la sua impertinenza, ma<br />

sin dal piglio grandioso dell’incipit, lo spettatore capisce che l’aspetto di lei lo ha turbato profondamente, e ancor<br />

più lo intenderà nel prosieguo, in virtù di un canto di coloratura estremamente rifinito, dove la voce si spinge,<br />

con grande efficacia icastica,«dalla cima fino al fondo»:<br />

ESEMPIO 4 (n. 3, p. 99-100)<br />

<strong>Rossini</strong>, che scrive qui per un interprete d’eccezione come Filippo Galli, non impiega stilemi più tipici del genere<br />

(farsesco e) buffo in generale, come il canto sillabico, nemmeno quando passa al secondo tempo dell’aria, dominato<br />

da una scrittura che evolverà di lì a poco in quella delle grandi parti brillanti, come Asdrubale nella Pietra<br />

del paragone, ma anche di ruoli ‘nobili’ come Maometto II. Nella scelta operata in questa farsa, si può anche<br />

cogliere la volontà strategica di preparare la riscossa morale del personaggio, il quale sveste i panni del sicario<br />

ch’era stato dieci anni prima, e intende riparare ai suoi errori.<br />

7 Recitativo. Tarabotto espone il suo piano: dopo aver guadagnata la fiducia del Duca farà sì che sia Isabella stessa<br />

a presentargli una mappa della zona perché organizzi la sua strategia militare, in modo che lei possa confrontarsi<br />

direttamente col suo ex consorte. Il Duca naturalmente accetta, e così ha luogo la seconda agnizione<br />

dell’opera. Isabella non alza lo sguardo, mentre Tarabotto la incita a palesarsi, tuttavia basta il suono della sua<br />

voce per far trasalire Bertrando. Finalmente il Duca può vederla, e viene colto dall’emozione.<br />

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