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Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini Gianfranco Fini nasce a Bologna il 3 gennaio del 1952. Ha tre figlie, Giuliana, Carolina e Martina. Laureato in psicologia, giornalista professionista, inizia il suo percorso politico nel Fronte della Gioventù, diventandone segretario nazionale nel 1978. E’ eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1983, ed è successivamente sempre riconfermato. E’ eletto parlamentare europeo nel 1989 e nel 1994. Nel 1987 Giorgio Almirante lo designa suo successore quale Segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, incarico che mantiene fino al 1990 e che assume nuovamente un anno più tardi. Nel 1993 si candida a sindaco di Roma, arrivando al ballottaggio. Nel 1994 nasce l’alleanza con Silvio Berlusconi che in quell’anno vince le elezioni politiche. Nel 1995, con il Congresso di Fiuggi, nasce Alleanza Nazionale e Fini viene eletto Presidente del partito. Dal 2001 al 2006 è Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel secondo e nel terzo Governo Berlusconi. Nel gennaio del 2002 è nominato rappresentante dell’Italia alla Convenzione europea per la redazione del progetto di Trattato costituzionale. Dal novembre del 2004 al maggio del 2006 ricopre l’incarico di Ministro degli Affari Esteri. Tra le sue principali iniziative legislative giunte alla definitiva approvazione delle Camere si ricordano la legge n. 189 del 2002, finalizzata al contrasto dell’immigrazione clandestina (cosiddetta legge Bossi-Fini), e la legge n. 49 del 2006 recante la modifica al Testo unico sugli stupefacenti contenente, in particolare, l’abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti (cosiddetta legge Fini- Giovanardi). Il 30 aprile del 2008 è eletto Presidente della Camera dei deputati.
Scannerizza il QR code con il tuo cellulare otterrai un link che ti permetterà di accedere al sito dedicato all’evento direttamente alla pagina dove troverai i contenuti integrali di questo articolo. La Relazione del Rettore di Giuliano Volpe Illustre Signor Presidente della Camera dei Deputati on. Gianfranco Fini Autorità civili, giudiziarie, militari e religiose, cari Colleghi Rettori delle Università italiane che numerosi avete amichevolmente accolto il mio invito, cari Colleghi, cari Collaboratori tecnici e amministrativi, cari Studenti, cari Cittadini, Signore e Signori, Un sincero grazie a tutti Voi per essere intervenuti ed in particolare all’on. Fini per aver accolto il nostro invito, nonostante i suoi tanti impegni in un momento assai delicato della storia del nostro Paese, che lo vede fortemente impegnato nel garantire la credibilità delle istituzioni repubblicane, il pieno rispetto della Costituzione e delle regole, la difesa della legalità, la laicità dello Stato, la solidarietà e l’accoglienza. Lo ringraziamo e gli manifestiamo la nostra stima per questo suo impegno istituzionale ed anche per le sue posizioni a difesa dell’Università e della ricerca, molto vicine a quelle espresse, anche in questi giorni, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È con la stessa emozione dello scorso anno e con ancor maggiore orgoglio che mi accingo a dare avvio alla Cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011. Orgoglio di appartenere ad una Università che, pur tra mille difficoltà, sta conseguendo numerosi risultati, grazie al lavoro e al contributo di tutti; degli studenti e delle loro famiglie, che hanno fiducia nel nostro giovane Ateneo come dimostrano i positivi dati delle iscrizioni; dei docenti impegnati e motivati, spesso costretti a svolgere funzioni anche molto diverse da quelle scientifiche e didattiche; del personale tecnico e amministrativo, compresi i tanti precari, che lavorano, tra mille difficoltà e con una dedizione che va ben oltre i doveri lavorativi. In particolare, voglio in apertura sottolineare lo straordinario senso di responsabilità dei nostri ricercatori, che pur colpiti da iniziative legislative che rischiano di trasformarli in una categoria ad esaurimento senza prospettive certe, pur pesantemente colpiti nelle loro retribuzioni già scandalosamente basse per effetto del taglio degli scatti stipendiali, e pur avendo sostenuto e continuando a sostenere con forza, e con il nostro pieno appoggio, le loro ragioni, hanno deciso di continuare a farsi carico anche della didattica, oltre che della ricerca fin troppo sacrificata, garantendo lo svolgimento dell’anno accademico. Mi preme, al tempo stesso, ringraziare gli studenti per l’alto senso di responsabilità che stanno dimostrando, anche accettando di subire alcuni disagi, avendo ben compreso che le proteste non si sono mai rivolte contro di loro ma sono semmai per loro. Infine voglio esprimere la mia ammirazione per i tanti precari della ricerca e dell’amministrazione, che collaborano con questa Università da numerosi anni e ai quali è diventato impossibile oggi offrire prospettive. Dico questo rivolgendo con sofferenza il pensiero a quel giovane dottorando, Norman Zarcone, che qualche settimana fa si è tolto la vita a Palermo, nella sede della sua Facoltà, sopraffatto dalla disperazione che solo la sottrazione del futuro può provocare. Una tragedia alla quale l’informazione ha dato scarsissimo spazio.
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