Accumula, riposati, mangia, bevi, divertiti - Centri di Preparazione al ...
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█ L’EVANGELO NEL QUOTIDIANO<br />
<br />
ACCUMULA, RIPOSATI,<br />
MANGIA, BEVI, DIVERTITI… (Lc 12)<br />
GABRIELLA DEL SIGNORE *<br />
Roma<br />
Dov’è il nostro tesoro, lì è anche il nostro cuore<br />
……………………………………………………………………………….<br />
Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupi<strong>di</strong>gia<br />
……………………………………………………………………………….<br />
Il piccolo uomo ricco e superbo che parlava <strong>al</strong>la sua anima<br />
……………………………………………………………………………………..<br />
D<strong>al</strong>l’economia <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne <strong>al</strong>l’economia <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />
…………………………………………….<br />
Un uomo tra la folla<br />
……………………………………………………..<br />
Un giorno, un uomo della folla chiese a<br />
Gesù: «Maestro, dì a mio fratello che <strong>di</strong>vida<br />
con me l'ere<strong>di</strong>tà». Un problema antico ma<br />
anche assai moderno, ancora oggi l’ere<strong>di</strong>tà<br />
continua ad essere una delle spine nel fianco<br />
nella relazione tra parenti. Il legame <strong>di</strong> sangue<br />
infatti non limita, anzi acuisce le riven<strong>di</strong>cazioni<br />
<strong>di</strong> possesso.<br />
Poco prima <strong>di</strong> incontrare quest’uomo,<br />
Gesù aveva esortato la folla e i <strong>di</strong>scepoli<br />
affinché si tenessero lontani d<strong>al</strong> “lievito” della<br />
doppiezza, da quel m<strong>al</strong>e che cresce lievitando,<br />
<strong>al</strong>largando gli spazi, invadendo e mo<strong>di</strong>ficando<br />
le fin<strong>al</strong>ità delle nostre scelte. In seguito, aveva<br />
descritto il Padre come colui che si prende<br />
cura dei passeri “che si vendono per un soldo”<br />
(12,6), come colui che non <strong>di</strong>mentica i capelli<br />
del nostro capo, smarriti sulle giacche,<br />
intrecciati nei pettini (12,7).<br />
Tutta la creazione, e in modo particolare<br />
l’uomo, è costantemente “ricordata” da Dio:<br />
“Si <strong>di</strong>mentica forse una donna del suo<br />
bambino, così da non commuoversi per il<br />
figlio delle sue viscere Anche se queste donne<br />
……………………….<br />
*Biblista<br />
si <strong>di</strong>menticassero, io invece non ti<br />
<strong>di</strong>menticherò mai.” (Is 49,15)<br />
Il ricordo <strong>di</strong> Dio verso <strong>di</strong> noi è<br />
costante!<br />
Il suo pensiero verso <strong>di</strong> noi è<br />
“sempre”. Egli ci vuole bene.<br />
E noi ricor<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere<br />
costantemente “ricordati”<br />
Il nostro pensiero, se non sempre,<br />
<strong>al</strong>meno <strong>al</strong>le volte va a Dio<br />
È lui il nostro bene o per noi il bene è<br />
<strong>al</strong>trove da Lui<br />
Ciò che amiamo resta nel nostro cuore,<br />
nelle nostre occupazioni, ci ridesta e ci toglie il<br />
sonno. Che cos’è bene per noi A che cosa<br />
non siamo <strong>di</strong>sposti a rinunciare<br />
È essenzi<strong>al</strong>e saperlo perché lì dov’è il<br />
nostro “tesoro” è anche il nostro “cuore” (Lc.<br />
12, 34), la nostra anima, la nostra <strong>di</strong>gnità.<br />
L’uomo che interpellava Gesù che cosa<br />
amava grandemente Che cosa occupava il suo<br />
pensiero<br />
Mentre Gesù insegnava si erano<br />
radunate “migliaia <strong>di</strong> persone che si<br />
c<strong>al</strong>pestavano a vicenda” (Lc 12,1) e<br />
quest’uomo si era avvicinato a fatica<br />
scav<strong>al</strong>candole tutte. Quando fin<strong>al</strong>mente è<br />
riuscito a raggiungerlo ed è lì accanto a lui<br />
l’unica cosa che riesce a <strong>di</strong>re è: “dì a mio<br />
07. L’evangelo nel quoti<strong>di</strong>ano 4/2011 – <strong>Accumula</strong>, <strong>riposati</strong>, <strong>mangia</strong>, <strong>bevi</strong>, <strong><strong>di</strong>vertiti</strong>… Gabriella Del Signore 1
fratello che <strong>di</strong>vida con me l’ere<strong>di</strong>tà” (Lc<br />
12,13).<br />
Non aveva ascoltato <strong>al</strong>cuna delle parole<br />
<strong>di</strong> Gesù. La sua bramosia aveva invaso la sua<br />
coscienza, i suoi sensi e aveva impe<strong>di</strong>to<br />
l’ingresso <strong>di</strong> ogni <strong>al</strong>tro pensiero, <strong>di</strong> ogni Parola.<br />
Sentire ed ascoltare non sono la stessa<br />
cosa: “Fate attenzione dunque a come<br />
ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi<br />
non ha sarà tolto anche ciò che crede <strong>di</strong> avere»<br />
(Lc 8,18).<br />
Chi ascolta davvero cambia il mondo:<br />
“Ma a voi che ascoltate, io <strong>di</strong>co: Amate i vostri<br />
nemici, fate del bene a coloro che vi o<strong>di</strong>ano,<br />
bene<strong>di</strong>te coloro che vi m<strong>al</strong>e<strong>di</strong>cono, pregate per<br />
coloro che vi m<strong>al</strong>trattano.” (Lc 6,27)<br />
Dire ed essere non sono la stessa cosa:<br />
“Non chiunque mi <strong>di</strong>ce: Signore, Signore,<br />
entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la<br />
volontà del Padre mio che è nei cieli.”(Mt<br />
7,21).<br />
Ciò che impe<strong>di</strong>sce l’ascolto nel cuore <strong>di</strong><br />
quest’uomo è il dolore, la rabbia. Ma questo<br />
dolore ha coperto tutto, ha invaso tutto, è<br />
<strong>di</strong>ventato il desiderio sovrano della sua anima.<br />
Un desiderio che ha sbarrato la porta ad ogni<br />
<strong>al</strong>tro pensiero.<br />
Avvicinarsi così ad un passo d<strong>al</strong> Signore<br />
della vita e non avere <strong>al</strong>tro da <strong>di</strong>re, nessuna<br />
lacrima da versare per i propri peccati, nessun<br />
unguento da spargere, rivela un cuore cieco,<br />
smarrito, incapace <strong>di</strong> vedere se stesso.<br />
Guardatevi<br />
………………………………………………………………..<br />
«Guardatevi e tenetevi lontano da ogni<br />
cupi<strong>di</strong>gia » (Lc 12,15.).<br />
Difficile obbe<strong>di</strong>re a questo imperativo:<br />
«guardatevi»!<br />
Siamo esteriorizzati in tutto, ma<br />
soprattutto nella nostra coscienza. Non<br />
risie<strong>di</strong>amo quasi mai in noi stessi. Le poche<br />
volte che ci capita <strong>di</strong> guardarci dentro subito<br />
cerchiamo <strong>di</strong> sfuggire a noi stessi. Solo quando<br />
il dolore ci spoglia del tutto, solo <strong>al</strong>lora si<br />
affaccia <strong>al</strong>la nostra consapevolezza il “cuore <strong>di</strong><br />
noi stessi”.<br />
«Guardatevi ! ». È l’antico e temuto<br />
esame <strong>di</strong> coscienza che fa rabbrivi<strong>di</strong>re i più<br />
vecchi ed è sconosciuto ai più giovani.<br />
«Guardatevi ! »<br />
Occorre prendere coscienza <strong>di</strong> sé. Non<br />
possiamo vivere in modo incosciente, svenuto,<br />
tramortito, semicomatoso rispetto <strong>al</strong>le nostre<br />
scelte.<br />
Non si compiono scelte sulla coscienza<br />
<strong>al</strong>trui!<br />
Occorre ritrovare il grido della propria<br />
coscienza, il grido dell’ “Abbà”, Padre. Questo<br />
grido lo abbiamo sommerso<br />
nell’inconsapevolezza e nella <strong>di</strong>ssipazione <strong>di</strong><br />
noi stessi, tuttavia questo grido esiste in noi.<br />
Occorre “guardarsi” con <strong>di</strong>scernimento<br />
per riuscire a tenere lontano da noi «ogni<br />
cupi<strong>di</strong>gia » perché la cupi<strong>di</strong>gia ci imprigiona e<br />
ci trascina continuamente verso <strong>di</strong> sé. La<br />
cupi<strong>di</strong>gia con<strong>di</strong>ziona le nostre scelte così che le<br />
nostre azioni scivolano via da sole, in modo<br />
consequenzi<strong>al</strong>e, innescate d<strong>al</strong>la prima scelta <strong>di</strong><br />
possesso, subor<strong>di</strong>nate ad essa, velocemente,<br />
senza darci il tempo <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utare se sono scelte<br />
oneste, coerenti, evangeliche. Un vortice, una<br />
spir<strong>al</strong>e senza uscita, senza consapevolezza.<br />
Prigionieri, privati della fatica e della<br />
gioia <strong>di</strong> scegliere, restiamo avvolti in<br />
un’esistenza senza regole ma regolata d<strong>al</strong><br />
dominio <strong>di</strong> una bramosia insaziabile che cresce<br />
come un idolo.<br />
«Guardatevi e tenetevi lontano da ogni<br />
cupi<strong>di</strong>gia ».<br />
Un uomo ricco<br />
……………………………………………………………….<br />
«La campagna <strong>di</strong> un uomo ricco aveva<br />
dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé:<br />
Che farò, poiché non ho dove riporre i miei<br />
raccolti E <strong>di</strong>sse: Farò così: demolirò i miei<br />
magazzini e ne costruirò <strong>di</strong> più gran<strong>di</strong> e vi<br />
raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi <strong>di</strong>rò<br />
a me stesso: “Anima mia, hai a <strong>di</strong>sposizione<br />
molti beni, per molti anni; <strong>riposati</strong>, <strong>mangia</strong>,<br />
<strong>bevi</strong> e datti <strong>al</strong>la gioia.” (Lc 12, 15-21).<br />
Un uomo ricco, ragionava tra sé,<br />
demoliva, e<strong>di</strong>ficava, parlava con la sua anima<br />
come se gli appartenesse e progettava il<br />
domani. Si comportava come tutti i ricchi, i<br />
potenti, gli ambiziosi, gli avi<strong>di</strong>, gli edonisti, i<br />
prestigiosi.<br />
07. L’evangelo nel quoti<strong>di</strong>ano 4/2011 – <strong>Accumula</strong>, <strong>riposati</strong>, <strong>mangia</strong>, <strong>bevi</strong>, <strong><strong>di</strong>vertiti</strong>… Gabriella Del Signore 2
È prerogativa degli uomini “vincenti”<br />
non avere ripensamenti, non entrare in <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo<br />
con le masse, non ascoltare le ragioni degli<br />
ultimi, dei sub<strong>al</strong>terni, dei poveri, degli umili,<br />
degli “sconfitti”. Sanno già tutto, non occorre<br />
loro null’<strong>al</strong>tro che se stessi e i mezzi per<br />
consolidare se stessi. Possono ricattare,<br />
mancare <strong>di</strong> parola, tra<strong>di</strong>re, vendere, comprare,<br />
truffare, ingannare, possono tutto. Possono<br />
<strong>mangia</strong>re, bere, darsi <strong>al</strong>la gioia e programmare<br />
lunghissimi anni <strong>di</strong> solida permanenza del loro<br />
benessere.<br />
Ma…<br />
“Non abbiamo portato nulla in questo<br />
mondo e nulla possiamo portarne via” (1Tim<br />
6,7), “E quello che hai accumulato <strong>di</strong> chi<br />
sarà”(Lc 12,20).<br />
C’è un inciampo, un inevitabile<br />
inciampo che si frappone tra la nostra<br />
<strong>di</strong>sposizione “<strong>di</strong> molti beni, per molti anni” e<br />
noi.<br />
L’inevitabile inciampo sta nell’assoluta<br />
incapacità <strong>di</strong> conoscere il nostro futuro. Il<br />
futuro si affaccia sempre su una porta d<strong>al</strong><br />
contenuto oscuro. Nessuno <strong>di</strong> noi conosce il<br />
suo domani.<br />
«Chi <strong>di</strong> voi, per quanto si affanni, può<br />
aggiungere un’ora sola <strong>al</strong>la sua vita Se dunque<br />
non avete potere neanche per la più piccola<br />
cosa, perché vi affannate del resto”(Lc 12,25).<br />
Non abbiamo potere nemmeno per un ora<br />
della nostra vita, <strong>al</strong>lora perché corriamo ad<br />
aggiungere cose su cose Perché affoghiamo in<br />
una ansia <strong>di</strong> onnipotenza se siamo impotenti<br />
“Non datevi pensiero per la vostra vita,<br />
<strong>di</strong> quello che mangerete; né per il vostro<br />
corpo, come lo vestirete… Guardate i corvi:<br />
non seminano e non mietono, non hanno<br />
ripostiglio né granaio, e Dio li nutre.” (Lc 12,<br />
24).<br />
Occorre ricercare lo sguardo <strong>di</strong> Dio su<br />
<strong>di</strong> noi. Occorre avere occhi capaci <strong>di</strong> vedere il<br />
Regno <strong>di</strong> Dio chino su <strong>di</strong> noi. Soltanto sotto<br />
questo sguardo costante possiamo fin<strong>al</strong>mente<br />
lasciare scorrere la vita, in pace: “Non temere<br />
piccolo gregge il Padre ha donato il suo regno”<br />
(Lc 12,32).<br />
Riposati anima mia<br />
…………………………………………………………………<br />
Nella Bibbia il riposo è nel Signore e la<br />
celebrazione del riposo è il sabato.<br />
Per comandamento <strong>di</strong>vino in questo<br />
giorno devono riposare gli anim<strong>al</strong>i, la terra, i<br />
figli, gli stranieri, gli schiavi (cf. Es 20, 8-10). La<br />
festa del sabato è la celebrazione del giorno<br />
dell’uguaglianza, è la celebrazione<br />
dell’abbraccio del Padre con il creato. In<br />
questo giorno si celebra la comune <strong>di</strong>gnità, il<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> tutto il creato <strong>al</strong>la gioia. Il<br />
Sabato è il giorno dello spodestamento dei<br />
privilegi. In questo giorno il “riposo” è<br />
comandamento. In questo giorno si contempla<br />
il progetto <strong>di</strong> amore <strong>di</strong> Dio.<br />
Ma il ricco della parabola non sogna<br />
questo riposo. Egli sogna un riposo solitario. Il<br />
suo progetto <strong>di</strong> riposo non include nessuno, né<br />
gli uomini né Dio. È un riposo <strong>di</strong><br />
autocompiacimento.<br />
È il riposo dello stolto! “Stolto! Questa<br />
notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello<br />
che hai preparato <strong>di</strong> chi sarà” (Lc 12,20).<br />
Questo piccolo uomo, ricco e superbo<br />
che <strong>di</strong><strong>al</strong>oga con la sua anima quasi fosse il <strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> se stesso è ammutolito d<strong>al</strong>la fine della sua<br />
vita! La morte è la chiave <strong>di</strong> lettura delle sue<br />
scelte. Ha pianificato, demolito, costruito,<br />
ragionato, ha sciupato l’esistenza in un inutile<br />
affanno, nell’inefficace percezione<br />
dell’esistenza: “Così è <strong>di</strong> chi accumula tesori<br />
per sé, e non arricchisce davanti a Dio» (Lc<br />
12,21).<br />
Avrebbe dovuto invece “leggere” la<br />
fecon<strong>di</strong>tà della terra che riempiva i suoi granai,<br />
come l’estrema opportunità che Dio gli offriva<br />
per mo<strong>di</strong>ficare la propria condotta. Avrebbe<br />
dovuto con<strong>di</strong>videre l’abbondanza del raccolto<br />
piuttosto che abbattere i granai, idoli della<br />
propria avarizia, per ricostruirne <strong>di</strong> più larghi.<br />
Il possesso è idolatria, il potere è<br />
idolatria, l’unico modo per sfuggire a questo<br />
“pericolo” è trasformare il possesso in dono e<br />
il potere in umile servizio.<br />
La Bibbia ci rivela chiaramente<br />
l’empietà <strong>di</strong> una economia che travolge i<br />
poveri, ci rivela, con chiarezza, la devastazione<br />
prodotta d<strong>al</strong>la cupi<strong>di</strong>gia nel cuore degli<br />
uomini.<br />
07. L’evangelo nel quoti<strong>di</strong>ano 4/2011 – <strong>Accumula</strong>, <strong>riposati</strong>, <strong>mangia</strong>, <strong>bevi</strong>, <strong><strong>di</strong>vertiti</strong>… Gabriella Del Signore 3
Dobbiamo proclamare nei fatti la<br />
Parola <strong>di</strong> Gesù e come Chiese, come credenti,<br />
come citta<strong>di</strong>ni, come uomini, donne, padri,<br />
madri, figli, sposi dobbiamo svelare la stoltezza<br />
della ricchezza che non con<strong>di</strong>vide, che non<br />
rende fratelli. Occorre porre in atto sistemi <strong>di</strong><br />
vita person<strong>al</strong>i, familiari e soci<strong>al</strong>i che non<br />
poggiano sull’economia della solitu<strong>di</strong>ne ma<br />
sull’economia della con<strong>di</strong>visione, un’economia<br />
che produce senza masticare la vita degli<br />
uomini.<br />
Non possiamo <strong>di</strong>rci credenti se poi il<br />
nostro modo <strong>di</strong> vivere è spesso l’espressione <strong>di</strong><br />
un ateismo <strong>di</strong> prassi.<br />
Dobbiamo fermarci prima <strong>di</strong> lasciare in<br />
ere<strong>di</strong>tà ai nostri figli le ansie che ci corrodono,<br />
il veleno che ci opprime, l’egoismo che ci<br />
rende omici<strong>di</strong>. Dobbiamo insegnare loro il<br />
coraggio <strong>di</strong> tendere le braccia verso Dio e<br />
verso i fratelli piuttosto che ripiegarle in un<br />
egoistico accumulo. Non c’è modo più grande<br />
<strong>di</strong> amarli che questo: donare loro la capacità <strong>di</strong><br />
donare.<br />
GABRIELLA DEL SIGNORE<br />
07. L’evangelo nel quoti<strong>di</strong>ano 4/2011 – <strong>Accumula</strong>, <strong>riposati</strong>, <strong>mangia</strong>, <strong>bevi</strong>, <strong><strong>di</strong>vertiti</strong>… Gabriella Del Signore 4