10.07.2015 Views

La difficoltà di amare ogni giorno - Centri di Preparazione al ...

La difficoltà di amare ogni giorno - Centri di Preparazione al ...

La difficoltà di amare ogni giorno - Centri di Preparazione al ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Per amarti <strong>ogni</strong> <strong>giorno</strong><strong>di</strong> Paola BassaniCommento inizi<strong>al</strong>e: più che pretendere <strong>di</strong> amarti <strong>ogni</strong> <strong>giorno</strong> vorrei essere capace <strong>di</strong> starti accantoanche quando non ti amo…Qu<strong>al</strong>e contesto?Qu<strong>al</strong>unque relazione non è asettica rispetto <strong>al</strong> contesto in cui si attua.Alcune caratteristiche del soci<strong>al</strong>e moderno in cui le relazioni famigliari si formano econ cui interagiscono:- cultura autoreferenzi<strong>al</strong>e mina <strong>al</strong>le ra<strong>di</strong>ci <strong>ogni</strong> tipo <strong>di</strong> relazione significativa (mitodell’autonomia, libertà primitiva, negazione della responsabilità).- mito dell’autonomia: verso l’in-<strong>di</strong>fferenza e la de-responsabilità- la produttività e la competitività: il tempo veloce.- il corpo oggetto (<strong>di</strong> successo, <strong>di</strong> sfida, <strong>di</strong> potere)- sperson<strong>al</strong>izzazione della sessu<strong>al</strong>ità (qu<strong>al</strong>e maschile, qu<strong>al</strong>e femminile oggi)Siamo oggi davanti ad una coppia nuova:- solo da qu<strong>al</strong>che decennio una relazione può durare 40-50 anni (nel 1915 l’etàme<strong>di</strong>a dei matrimoni in Europa si aggirava intorno ai 10/15 anni)- dagli anni ’40-’50 il matrimonio ha iniziato ad essere fondatosull’innamoramentoPrescindere da queste due importanti variabili significa negare la novità, ricca <strong>di</strong>rischi e opportunità, dell’esperienza <strong>di</strong> coppia che oggi possiamo vivere.Le relazioni sono vissute come luogo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione dei propri bis<strong>ogni</strong> person<strong>al</strong>i.Manca l’<strong>al</strong>lenamento <strong>al</strong>le relazioni significative e durature come luogo <strong>di</strong> crescita.<strong>La</strong> paura del legame è strettamente correlata <strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>fabetismo relazion<strong>al</strong>e e <strong>al</strong>imentaposizioni univoche e frettolose.Nei momenti <strong>di</strong> crisi emergono <strong>al</strong>l’interno della coppia stessa, le ideologie che hannoaccompagnato la coppia e la famiglia nella storia: la relazione oscilla tra “dovere” e/o“piacere”. Si ritrova nel “piccolo” (nella coppia e nell’in<strong>di</strong>viduo) ciò che troviamo nel“grande” (istituzione, ideologia).Il pendolo della concezione matrimoni<strong>al</strong>e ha oscillato d<strong>al</strong>l'utilità socio-istituzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong>benessere in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>e. A entrambe le concezioni va riconosciuto il pregio <strong>di</strong>evidenziare un aspetto irrinunciabile <strong>di</strong> <strong>ogni</strong> relazione amorosa: <strong>al</strong>la concezionetra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ricordare l'importanza per la società <strong>di</strong> poter contare su matrimonisicuri e stabili; <strong>al</strong>la concezione (post)moderna <strong>di</strong> richi<strong>amare</strong> il rispetto dovuto a <strong>ogni</strong>singolo membro della relazione familiare. Entrambe le concezioni, però,privilegiando l'una la società e l'<strong>al</strong>tra l'in<strong>di</strong>viduo, decentrano l'attenzione d<strong>al</strong> benedella relazione interperson<strong>al</strong>e.I fautori della «fine del matrimonio», come del resto anche i p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>ni del«matrimonio <strong>di</strong> un tempo», cadono nell'errore <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare che la storia del


matrimonio e della famiglia non è l'evolversi <strong>di</strong> un inesorabile destino futuro enemmeno il crist<strong>al</strong>lizzarsi <strong>di</strong> un immutabile modello passato, ma <strong>di</strong>pendeessenzi<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong>la scelta libera <strong>di</strong> uomini e donne che, pur dentro una rete <strong>di</strong>con<strong>di</strong>zioni e con<strong>di</strong>zionamenti, vivono nel presente. (da “Al <strong>di</strong> là dell’utile e delpiacevole <strong>di</strong> A. Fumag<strong>al</strong>li)V<strong>al</strong>e a questo riguardo l'osservazione <strong>di</strong> Bauman davanti <strong>al</strong>lo scenario o<strong>di</strong>erno dell'“amore liquido”: “<strong>La</strong> nostra consolazione, tuttavia (la sola consolazione possibile, maanche l'unica <strong>di</strong> cui il genere umano ha bisogno quando precipita in tempi bui), è ilfatto che "la storia esiste ancora e la si può ancora fare. Qu<strong>al</strong>e matrimonio e famigliaci saranno in futuro e, ancora più ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>mente, se ci saranno ancora il matrimonio ela famiglia sono domande che riguardano la responsabilità person<strong>al</strong>e e collettiva.Esse andrebbero meglio formulate chiedendosi: qu<strong>al</strong>e famiglia noi vogliamo perdomani, per l'inizio del XXI secolo?”.Piuttosto che mirare <strong>al</strong>la <strong>di</strong>sinvolta eliminazione della famiglia fondata sulmatrimonio in nome del benessere in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>e o perseguire la sua ostinata protezioneper sola utilità soci<strong>al</strong>e, il matrimonio dovrebbe essere concepito come “beneinterperson<strong>al</strong>e”.Ma questo è possibile unicamente se la “relazione” verrà riconosciuta come beneperson<strong>al</strong>e e soci<strong>al</strong>e.<strong>La</strong> sfida presente circa il matrimonio e la famiglia consiste nel rior<strong>di</strong>nare la gerarchiadei v<strong>al</strong>ori matrimoni<strong>al</strong>i, assegnando il primato <strong>al</strong>la relazione interperson<strong>al</strong>e piuttostoche <strong>al</strong>la società <strong>di</strong> appartenenza o ai singoli in<strong>di</strong>vidui. T<strong>al</strong>e primato non misconoscela v<strong>al</strong>enza soci<strong>al</strong>e della famiglia fondata sul matrimonio e nemmeno rinnega ilrispetto delle esigenze in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>i, ma stabilisce un or<strong>di</strong>ne tra i v<strong>al</strong>ori in gioco.<strong>La</strong> sfida presente: la cura del legame, <strong>di</strong>ffondere la cultura della relazione.Che cosa significa questo da un punto <strong>di</strong> vista psicologico?Il “noi” più importante dell’io e del tu.Perché? Cosa avviene <strong>di</strong> specifico e unico nel “noi”, nella coppia? (sempre da unpunto <strong>di</strong> vista psicologico)Di<strong>al</strong>ogo tra Socrate e DiotimaRiassumendo quin<strong>di</strong>, l’amore è desiderio <strong>di</strong> possedere il bene per sempre. –Verissimo, <strong>di</strong>ssi io. Poiché dunque l’amore è sempre questo, riprese lei, in qu<strong>al</strong>emodo e in qu<strong>al</strong>i azioni lo zelo e la tensione <strong>di</strong> coloro che lo perseguono possonoessere chiamati amore? Qu<strong>al</strong>e sarà mai questa azione? Lo sai? – Certo non sareisempre ammirato della tua sapienza, o Diotima, né verrei a scuola da te per imparareproprio queste cose, se le sapessi.


Te lo <strong>di</strong>rò io, <strong>al</strong>lora: è la procreazione nel bello, secondo il corpo e secondo l’anima.– Un indovino ci vuole, per capirti. Io non intendo.– No, ma te lo <strong>di</strong>rò io con piú chiarezza, riprese. Tutti gli uomini, o Socrate, sonopregni nel corpo e nell’anima, e quando giungono ad una certa età, la nostra natura fasentire il desiderio <strong>di</strong> procreare. Non si può partorire nel brutto, ma nel bello, sí.L’unione dell’uomo e della donna è procreazione; questo è il fatto <strong>di</strong>vino, e nelvivente destinato a morire questo è immort<strong>al</strong>e: la gravidanza e la riproduzione. Ma èimpossibile che queste avvengano in ciò che è <strong>di</strong>sarmonico. E il brutto è <strong>di</strong>sarmonicoa tutto ciò che è <strong>di</strong>vino; il bello invece gli si accorda; cosí che Bellezza fa da Sorte(Moira) e da Levatrice (Ilitia) nella procreazione. Per questo quando la creaturagravida si accosta <strong>al</strong> bello <strong>di</strong>venta gaia e tutta lieta si espande, partorisce e procrea,ma quando si accosta <strong>al</strong> brutto, cupa e dolente si contrae, si attorciglia in se stessa e siritorce senza procreare, ma trattiene dentro il suo feto soffrendo. Di qui s’ingener<strong>al</strong>’impetuosa passione per il bello nell’essere gravido e già turgido, perché il bellolibera d<strong>al</strong>le atroci doglie chi lo possiede. E, a ben vedere, o Socrate, l’amore non èamore del bello, come pensi tu! – Ma <strong>di</strong> che cosa, <strong>al</strong>lora? – Di procreare e partorirenel bello. – E sia, <strong>di</strong>ssi.<strong>La</strong> matematica della relazione:1+1=3<strong>La</strong> coppia è il primo e fondament<strong>al</strong>e “<strong>al</strong>tro” da sé che i partner costruiscono: non è lasomma dei due, ma il loro primo figlio, concepito d<strong>al</strong> loro incontro e, in quanto t<strong>al</strong>e,portatore <strong>di</strong> bis<strong>ogni</strong> e potenzi<strong>al</strong>ità, che per fiorire necessita <strong>di</strong> cure, nutrimento e,come <strong>ogni</strong> figlio, <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che sana frustrazione.<strong>La</strong> coppia come spazio <strong>di</strong> incontro non “mio”, non “tuo”, ma “nostro”, “terra <strong>di</strong>nessuno”, luogo dove si concepisce un progetto, un’idea, qu<strong>al</strong>cosa che è “terzo”e chesupera e trascende entrambe le in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>ità.<strong>La</strong> coppia come “contenitore”costituito da due tensioni (<strong>al</strong>la coesione, <strong>al</strong>la<strong>di</strong>fferenziazione), capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare luogo privilegiato <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong>cambiamento, <strong>di</strong> creatività, <strong>di</strong> progettu<strong>al</strong>ità e <strong>di</strong> “trasmutazione” dei partner.Il respiro della coppia mantiene la coppia vit<strong>al</strong>e (flussi e riflussi del desiderio)- <strong>La</strong> coesione: stare con, vicinanza, appartenenza, sicurezza, intimità- <strong>La</strong> <strong>di</strong>fferenziazione: stare senza, lontananza, separazione, <strong>di</strong>fferenza- <strong>La</strong> generatività: creatività, fertilità, cambiamento, concepire il nuovo-<strong>La</strong> fertilità psicologica della coppia: la nascita del NON NATO.H. Dicks: il matrimonio, o una relazione significativa e duratura, come “relazioneterapeutica natur<strong>al</strong>e”da intendersi come il campo <strong>di</strong> manifestazione delle relazionioggettu<strong>al</strong>i irrisolte.


<strong>La</strong> relazione come tentativo <strong>di</strong> autoregolare lo stato interno per mezzo del rapportocon l’<strong>al</strong>tro; con una sorta <strong>di</strong> monitoraggio affettivo reciproco i partner sono in grado<strong>di</strong> mettersi reciprocamente in contatto.Il matrimonio come tentativo <strong>di</strong> risolvere, in senso propulsivo o in senso regressivo,le tematiche interne in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>i: uso dell’<strong>al</strong>tro, uso della reciprocità nella relazione,“incastro <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong> interni”.L’<strong>al</strong>tro può essere usato in modo “propulsivo” per conoscersi, per crescere, ma puòessere anche usato in modo “delirante”.E’ fondament<strong>al</strong>e interrogarsi sull’uso che ognuno fa della relazione.Rivisitazione dell’ingaggio inizi<strong>al</strong>e: è <strong>al</strong>l’insegna <strong>di</strong> un compito evolutivo legato aiprocessi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione/separazione e <strong>di</strong> monitoraggio affettivo reciproco?O è la messa in atto <strong>di</strong> una relazione regressiva e tranquillizzante?<strong>La</strong> crisi, la delusione<strong>La</strong> coppia <strong>di</strong>venta luogo <strong>di</strong> elaborazione evolutiva della delusione d<strong>al</strong> momento in cuiognuno ritira tutta la volontà <strong>di</strong> trasformazione che aveva riposto nell’<strong>al</strong>tro e riesce arimetterla in sé:- la fondament<strong>al</strong>e <strong>di</strong>stinzione tra ciò che è “mio” e ciò che è “tuo”- affrontare la re<strong>al</strong>tà della propria esperienza emotiva- affrontare la re<strong>al</strong>tà dell’esperienza del partner- con<strong>di</strong>visione: un raccontarsi <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro in<strong>di</strong>rizzato <strong>al</strong>la scoperta della propria e<strong>al</strong>trui identità.ConclusioniAmarti <strong>ogni</strong> <strong>giorno</strong> vuol <strong>di</strong>re:- imparare a <strong>di</strong>re non so cos’è l’amore- accettare <strong>di</strong> non conoscermi- accettare <strong>di</strong> non conoscerti- essere <strong>di</strong>sponibile a lasciarmi morire e a rinascere <strong>ogni</strong> <strong>giorno</strong>- guardarti nel letto <strong>ogni</strong> mattina e <strong>di</strong>re “chi sei tu?”

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!