La cultura dell'eccellenza nel DNA Diana Bracco - Monza Club
La cultura dell'eccellenza nel DNA Diana Bracco - Monza Club
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
<strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>cultura</strong><br />
dell’eccellenza <strong>nel</strong> <strong>DNA</strong><br />
Le imprese familiari sono dotate di “anima” e anche al vertice di aziende<br />
o istituzioni di grande rilevanza, non bisogna mai dimenticare di coltivare<br />
l’estetica della vita. Ritratto di una donna sorprendente<br />
di Francesca Barzaghi - foto di Bob Krieger e De Micheli<br />
40 N.52<br />
CM<br />
Presidente e Amministratore Delegato<br />
del Gruppo <strong>Bracco</strong>, Vicepresidente<br />
di Confindustria con delega per<br />
Ricerca&Innovazione e Progetto Speciale<br />
Expo 2015, fino al giugno 2009 Presidente<br />
di Assolombarda, e prima ancora Presidente<br />
di Federchimica. Oggi è anche Presidente<br />
di Expo 2015 Spa, Vicepresidente della<br />
Camera di Commercio di Milano, e Presidente<br />
della Fondazione Sodalitas per lo sviluppo<br />
dell’imprenditoria <strong>nel</strong> sociale. <strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong><br />
è laureata in chimica presso la facoltà<br />
dell’Università di Pavia; <strong>nel</strong> 2001 ha ricevuto,<br />
inoltre, la <strong>La</strong>urea Honoris Causa in Farmacia e<br />
<strong>nel</strong> 2004 in Medicina a Roma.<br />
Una donna di assoluto primo piano <strong>nel</strong><br />
panorama imprenditoriale italiano, a capo di<br />
una multinazionale della salute che fattura<br />
circa un miliardo di euro l’anno, di cui oltre<br />
il 65 per cento sui mercati esteri, e che ha<br />
oltre 2 mila 700 dipendenti in tutto il mondo.<br />
Una grande imprenditrice attiva anche sul<br />
fronte dell’impegno in ambito <strong>cultura</strong>le,<br />
sociale e civile. Un impegno culminato <strong>nel</strong>la<br />
recente creazione della Fondazione <strong>Bracco</strong>,<br />
e apprezzato dal mondo delle istituzioni che<br />
ne hanno confermato il valore attraverso<br />
importanti riconoscimenti, dal Cavalierato<br />
del lavoro, alla Medaglia d’oro del Comune<br />
di Milano fino alla massima onorificenza di<br />
Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della<br />
Repubblica Italiana concessa dal Presidente<br />
Ciampi <strong>nel</strong> 2004. Un curriculum unico <strong>nel</strong><br />
panorama nazionale che lascia immaginare,<br />
anche a chi non ha il piacere di conoscerla<br />
personalmente, il temperamento e il carattere di<br />
<strong>La</strong>dy <strong>Bracco</strong>.<br />
Per offrire un quadro preciso della sua<br />
persona servirebbe un libro intero e<br />
probabilmente ancora non basterebbe.<br />
Chiediamo, dunque, a lei chi è <strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong>.<br />
«Un’imprenditrice che crede <strong>nel</strong> suo Paese e<br />
<strong>nel</strong>la sua impresa. Convinta che l’Italia abbia<br />
le capacità e le risorse per reagire alle difficoltà<br />
del momento e per continuare a recitare un ruolo<br />
da protagonista <strong>nel</strong>l’economia internazionale,<br />
puntando su ricerca e innovazione.<br />
Orgogliosa del fatto che il Gruppo <strong>Bracco</strong>, di<br />
generazione in generazione, sia diventato una<br />
realtà internazionale che contribuisce con i<br />
suoi prodotti alla salute e alla qualità della vita<br />
delle persone. Pochi sanno, ad esempio, che<br />
una procedura diagnostica su tre <strong>nel</strong> mondo è ><br />
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CM 41
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
comunque mi appassionò e che poi mi è servita<br />
in tutti questi anni per capire l’importanza<br />
dell’innovazione scientifica e per dialogare con<br />
chi fa concretamente ricerca. Certamente, se<br />
potessi tornare indietro, chiederei a mio padre<br />
di lasciarmi fare molte più esperienze formative<br />
all’estero. È il consiglio che sto dando a tutti i<br />
miei giovani nipoti perché andare all’estero apre<br />
la mente».<br />
L’Italia deve imparare a riconoscere il valore<br />
del loro impegno e delle loro doti: l’intelligenza<br />
relazionale, il senso di appartenenza, la<br />
capacità di lavorare in team, l’intuizione, la<br />
determinazione, la concretezza. Con modestia,<br />
ma anche con orgoglio, dico che <strong>nel</strong> mio Gruppo<br />
le donne dirigenti sono quasi il 20 per cento, e<br />
quelle che lavorano <strong>nel</strong>la Ricerca e Sviluppo<br />
quasi il 50 per cento».<br />
eseguita con un nostro mezzo di contrasto. E<br />
orgogliosa anche del fatto che la nostra azienda,<br />
in oltre 80 anni di attività, ha dato lavoro di<br />
qualità a migliaia e migliaia di famiglie».<br />
Quali le caratteristiche del suo carattere<br />
che l’hanno portata a raggiungere tanti e<br />
importanti traguardi e soprattutto i principi<br />
cardine su cui ha impostato la sua vita, il suo<br />
lavoro, il suo engagement sui molti fronti<br />
«Sono una donna aperta ed esigente, sul<br />
lavoro come <strong>nel</strong>la vita, soprattutto con me<br />
stessa. Cresciuta in una famiglia di formazione<br />
asburgica, ho un fortissimo senso del dovere:<br />
credo <strong>nel</strong> rigore del lavoro e <strong>nel</strong>la costante<br />
attenzione alla qualità e all’innovazione, ma<br />
coltivo anche il valore della bellezza, che<br />
bisogna imparare a conoscere e ad amare. Da<br />
mio padre Fulvio ho imparato che non bisogna<br />
dimenticare mai di essere una persona completa.<br />
Nelle mie giornate e nei viaggi di lavoro<br />
mantengo sempre vive la mia curiosità e la mia<br />
passione per la <strong>cultura</strong>, per un libro, un concerto,<br />
una mostra. Sin da piccola sono cresciuta con un<br />
forte senso di responsabilità, trasmesso anche da<br />
mia madre, una donna straordinaria e di grande<br />
personalità. Una responsabilità che oggi, come<br />
imprenditrice, esercito verso i nostri dipendenti,<br />
“<br />
Credo <strong>nel</strong> rigore del lavoro<br />
e <strong>nel</strong>la costante attenzione<br />
alla qualità e all’innovazione,<br />
ma coltivo anche il valore<br />
della bellezza, che bisogna<br />
imparare a conoscere e amare<br />
verso i consumatori, verso l’ambiente e verso le<br />
comunità dove hanno sede le nostre fabbriche.<br />
E verso le nuove generazioni, a cui abbiamo il<br />
dovere di lasciare una società migliore».<br />
Se chiudendo gli occhi, potesse tornare agli<br />
anni della sua infanzia, come vedrebbe il<br />
suo futuro E oggi ancora cosa vede <strong>nel</strong> suo<br />
futuro<br />
«Ricordo che dopo il Liceo Classico al Parini<br />
di Milano avevo in mente di fare il medico,<br />
ma, poiché mio padre ci teneva, alla fine mi<br />
iscrissi a Chimica a Pavia; una materia che<br />
Il ministro<br />
Mariastella Gelmini,<br />
la Presidente di<br />
Confindustria<br />
Emma Marcegaglia<br />
e <strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong>,<br />
Vice Presidente di<br />
Confindustria per la<br />
Ricerca & Innovazione,<br />
alla Giornata della<br />
Ricerca & Innovazione di<br />
Confindustria del<br />
6 novembre 2009<br />
Dati i suoi molteplici impegni è difficile<br />
individuare l’esperienza che le ha dato<br />
maggior soddisfazione, o, al contrario, la sua<br />
delusione più grande<br />
«Di delusioni personali se ne provano tante,<br />
ma è inutile parlarne: dopo averne assaporato il<br />
gusto amaro, vanno accantonate, per guardare<br />
avanti con fiducia. Tra le esperienze più<br />
belle posso citare la gioia di essere riusciti<br />
ad acquisire, a metà degli Anni Novanta, la<br />
Divisione Diagnostica di un colosso statunitense<br />
come la Bristol-Myers Squibb. Una bella<br />
soddisfazione per un’azienda familiare italiana!<br />
Un’altra grande emozione è stata la mia elezione<br />
del 2005 a Presidente di Assolombarda, come<br />
prima donna <strong>nel</strong>la storia dell’Associazione,<br />
col voto unanime di tanti illustri imprenditori<br />
maschi. L’esperienza più bella, comunque, è<br />
sempre quella che deve ancora essere vissuta».<br />
Un modello di successo al femminile, tanto<br />
raro quanto esaltato <strong>nel</strong> nostro Paese,<br />
frutto di perseveranza, determinazione e<br />
di grande capacità, con il suo esempio ha<br />
dato dimostrazione di quanto una donna<br />
sappia, e per certi versi debba, ricoprire<br />
ruoli di altissimo livello al pari di qualsiasi<br />
uomo. Uno sprone, dunque per tutte quelle<br />
donne che, ancora oggi, vivono una realtà<br />
di disparità di genere molto accentuata e<br />
che hanno difficoltà, a parità di meriti, ad<br />
emergere contro il competitor maschile.<br />
Disparità contro la quale lei ha assunto<br />
un impegno specifico, come testimoniato<br />
dalla Carta per le Pari Opportunità e<br />
l’Uguaglianza sul <strong>La</strong>voro messa a punto dalla<br />
Fondazione Sodalitas di cui lei è Presidente.<br />
Come va favorito l’ingresso delle donne <strong>nel</strong><br />
mondo del lavoro<br />
«In tante aziende, purtroppo, le donne sono<br />
ancora poche. Per non parlare della politica,<br />
dove la situazione è addirittura vergognosa.<br />
Nel mese di febbraio ha presentato il suo<br />
nuovo progetto, la Fondazione <strong>Bracco</strong>, con la<br />
quale ha posto il focus su tre filoni di grande<br />
rilevanza, spaziando dal sociale alla <strong>cultura</strong> e<br />
infine promuovendo l’innovazione scientifica.<br />
Da dove nasce l’idea di dare vita a una nuova<br />
istituzione che si attivi congiuntamente su<br />
questi fronti e, soprattutto, perché sentiva<br />
la necessità di creare una nuova realtà di<br />
eccellenza<br />
«<strong>La</strong> Fondazione <strong>Bracco</strong> affonda le sue radici<br />
<strong>nel</strong> patrimonio dei valori maturati in oltre 80<br />
anni di storia della nostra Famiglia e della<br />
nostra Azienda. Ciò che rende uniche le imprese<br />
familiari è proprio il fatto che si fondano sulla<br />
volontà di un imprenditore che vuol costruire<br />
qualcosa che vada al di là del lavoro, un<br />
progetto di vita che racchiude al suo interno una<br />
storia vera e personale – quella appunto di una ><br />
Intervento della<br />
dottoressa <strong>Bracco</strong><br />
alla Giornata della<br />
Ricerca & Innovazione<br />
di Confindustria del 6<br />
novembre 2009 a Roma<br />
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famiglia. Proprio per questo mi sento di dire che<br />
le imprese familiari sono dotate di una qualità<br />
e di una linfa vitale che dà loro qualcosa in più:<br />
l’anima. <strong>La</strong> Fondazione <strong>Bracco</strong> vuole cercare di<br />
cogliere e custodire quest’anima».<br />
<strong>La</strong> Fondazione <strong>Bracco</strong> nasce con uno spirito<br />
d’internazionalità molto accentuato, anche se<br />
il progetto affonda le proprie radici <strong>nel</strong>la città<br />
di Milano, come testimoniato dalla presenza<br />
di una madrina d’eccezione quale il Sindaco<br />
Moratti. Qual è il suo legame con questa<br />
città, quali i pregi e quali le potenzialità<br />
che ancora non hanno trovato piena<br />
espressione<br />
«Con questa città ho un forte legame, perché ha<br />
accolto la mia famiglia, di origini istriane, e ci<br />
ha dato moltissimo: anche per questo sento un<br />
“dovere di restituzione”. Considero Milano una<br />
città dinamica e vitale, e non ho mai condiviso<br />
le analisi pessimistiche di alcuni osservatori.<br />
Certo, non mancano i problemi che affliggono<br />
tutte le metropoli, ma Milano e la Lombardia<br />
rimangono una delle regioni più forti d’Europa.<br />
Sono convinta che l’Expo del 2015 offrirà poi<br />
l’occasione giusta per permettere alla città di<br />
spiccare definitivamente il volo».<br />
<strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong> e Letizia Moratti: due<br />
donne preparate, colte, sicure di sé, due<br />
imprenditrici al potere. Due esempi di donne<br />
numero uno nei loro settori. Qual è il legame<br />
che vi lega Un obiettivo comune che avete<br />
da subito condiviso<br />
«Letizia è una donna che ho sempre stimato<br />
molto. Una cosa che recentemente ci ha legate<br />
in modo particolare è l’Expo 2015. Ricordo<br />
con gioia e commozione il senso di comunione<br />
d’intenti che provammo a Parigi in occasione<br />
dell’assegnazione all’Italia dell’Esposizione<br />
Universale».<br />
Parlando di Milano, non si può omettere<br />
il capitolo Expo 2015: un appuntamento<br />
essenziale al quale tutto il Sistema Paese<br />
dovrà prepararsi con dovizia, ma al quale<br />
tutti guardano con occhio critico, o al<br />
contrario, come la panacea di tutti i mali.<br />
Quali le sfide principali da affrontare<br />
per essere realmente pronti quando si<br />
accenderanno i riflettori sull’Italia e in<br />
particolare su Milano<br />
«A Milano mancava un grande progetto<br />
unificante in grado di rilanciare il suo ruolo<br />
di città aperta, internazionale e innovativa.<br />
Ora grazie all’Expo la città ha davanti a<br />
sé un periodo di grande progettualità e di<br />
profondo cambiamento. L’assegnazione<br />
dell’Expo a Milano sta agendo sin da ora come<br />
uno straordinario acceleratore dei processi<br />
autorizzativi di moltissime opere che le<br />
imprese e i cittadini sollecitavano da anni, in<br />
particolare <strong>nel</strong> territorio lombardo. Ricordo<br />
lo straordinario lavoro che il Presidente della<br />
Regione Roberto Formigoni, insieme al Ministro<br />
Castelli, stanno portando avanti al Tavolo delle<br />
Infrastrutture, che ha permesso l’apertura dei<br />
cantieri di Brebemi e Pedemontana. Nelle mie<br />
intenzioni l’Esposizione deve diventare una<br />
grande vetrina delle nostre eccellenze e uno<br />
strumento per recuperare competitività. Turismo<br />
di qualità e <strong>cultura</strong> saranno le vere carte vincenti<br />
da giocare. L’Expo, infine, dovrà lasciare ai<br />
giovani una città più sostenibile, più aperta, più<br />
internazionale, più solidale».<br />
<strong>Monza</strong> e Brianza: una provincia ricca, con<br />
una tradizione di piccole e medie imprese<br />
che hanno dato prova di tenacia e qualità<br />
anche in periodo di crisi, ma soprattutto<br />
territorio con un bagaglio di offerta <strong>cultura</strong>le<br />
importante, che va dalle residenze reali al<br />
patrimonio di cascine, parchi e aree verdi che<br />
hanno fatto della Brianza uno dei polmoni<br />
verdi d’Europa. C’è la volontà di condividere<br />
con <strong>Monza</strong> il percorso di cambiamento<br />
e preparazione per l’Expo 2015 e quale,<br />
eventualmente, il ruolo ricoperto dalla<br />
neonata Provincia in quest’ottica<br />
«L’Expo è un evento nazionale e non soltanto<br />
milanese. Formigoni, Moratti, Lucio Stanca ed<br />
io siamo tutti impegnati <strong>nel</strong> mettere in rete le<br />
istituzioni di tutte le città italiane, le Camere di<br />
Commercio e l’intero sistema industriale. Sono<br />
certa, quindi, che <strong>Monza</strong> potrà e dovrà svolgere<br />
un ruolo importante sotto molti profili: da quello<br />
dell’accoglienza, per aumentare la ricettività del<br />
territorio milanese, a quello della <strong>cultura</strong>. Penso<br />
ad esempio alla Villa Reale, gioiello indiscusso<br />
dell’architettura asburgica, che potrà essere<br />
un’attrazione storica significativa durante il<br />
periodo dell’Esposizione Universale».<br />
Da sinistra,<br />
<strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong> con il<br />
Sindaco di Milano<br />
Letizia Moratti e il<br />
Maestro Lorin Maazel<br />
alla presentazione della<br />
Fondazione <strong>Bracco</strong><br />
avvenuta a Milano il 5<br />
febbraio 2010.<br />
Nella pagina a fianco,<br />
intervento di <strong>Diana</strong><br />
<strong>Bracco</strong> come Presidente<br />
di Expo spa al Forum<br />
internazionale di<br />
Milano sull’Expo<br />
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