La cultura dell'eccellenza nel DNA Diana Bracco - Monza Club
La cultura dell'eccellenza nel DNA Diana Bracco - Monza Club
La cultura dell'eccellenza nel DNA Diana Bracco - Monza Club
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
comunque mi appassionò e che poi mi è servita<br />
in tutti questi anni per capire l’importanza<br />
dell’innovazione scientifica e per dialogare con<br />
chi fa concretamente ricerca. Certamente, se<br />
potessi tornare indietro, chiederei a mio padre<br />
di lasciarmi fare molte più esperienze formative<br />
all’estero. È il consiglio che sto dando a tutti i<br />
miei giovani nipoti perché andare all’estero apre<br />
la mente».<br />
L’Italia deve imparare a riconoscere il valore<br />
del loro impegno e delle loro doti: l’intelligenza<br />
relazionale, il senso di appartenenza, la<br />
capacità di lavorare in team, l’intuizione, la<br />
determinazione, la concretezza. Con modestia,<br />
ma anche con orgoglio, dico che <strong>nel</strong> mio Gruppo<br />
le donne dirigenti sono quasi il 20 per cento, e<br />
quelle che lavorano <strong>nel</strong>la Ricerca e Sviluppo<br />
quasi il 50 per cento».<br />
eseguita con un nostro mezzo di contrasto. E<br />
orgogliosa anche del fatto che la nostra azienda,<br />
in oltre 80 anni di attività, ha dato lavoro di<br />
qualità a migliaia e migliaia di famiglie».<br />
Quali le caratteristiche del suo carattere<br />
che l’hanno portata a raggiungere tanti e<br />
importanti traguardi e soprattutto i principi<br />
cardine su cui ha impostato la sua vita, il suo<br />
lavoro, il suo engagement sui molti fronti<br />
«Sono una donna aperta ed esigente, sul<br />
lavoro come <strong>nel</strong>la vita, soprattutto con me<br />
stessa. Cresciuta in una famiglia di formazione<br />
asburgica, ho un fortissimo senso del dovere:<br />
credo <strong>nel</strong> rigore del lavoro e <strong>nel</strong>la costante<br />
attenzione alla qualità e all’innovazione, ma<br />
coltivo anche il valore della bellezza, che<br />
bisogna imparare a conoscere e ad amare. Da<br />
mio padre Fulvio ho imparato che non bisogna<br />
dimenticare mai di essere una persona completa.<br />
Nelle mie giornate e nei viaggi di lavoro<br />
mantengo sempre vive la mia curiosità e la mia<br />
passione per la <strong>cultura</strong>, per un libro, un concerto,<br />
una mostra. Sin da piccola sono cresciuta con un<br />
forte senso di responsabilità, trasmesso anche da<br />
mia madre, una donna straordinaria e di grande<br />
personalità. Una responsabilità che oggi, come<br />
imprenditrice, esercito verso i nostri dipendenti,<br />
“<br />
Credo <strong>nel</strong> rigore del lavoro<br />
e <strong>nel</strong>la costante attenzione<br />
alla qualità e all’innovazione,<br />
ma coltivo anche il valore<br />
della bellezza, che bisogna<br />
imparare a conoscere e amare<br />
verso i consumatori, verso l’ambiente e verso le<br />
comunità dove hanno sede le nostre fabbriche.<br />
E verso le nuove generazioni, a cui abbiamo il<br />
dovere di lasciare una società migliore».<br />
Se chiudendo gli occhi, potesse tornare agli<br />
anni della sua infanzia, come vedrebbe il<br />
suo futuro E oggi ancora cosa vede <strong>nel</strong> suo<br />
futuro<br />
«Ricordo che dopo il Liceo Classico al Parini<br />
di Milano avevo in mente di fare il medico,<br />
ma, poiché mio padre ci teneva, alla fine mi<br />
iscrissi a Chimica a Pavia; una materia che<br />
Il ministro<br />
Mariastella Gelmini,<br />
la Presidente di<br />
Confindustria<br />
Emma Marcegaglia<br />
e <strong>Diana</strong> <strong>Bracco</strong>,<br />
Vice Presidente di<br />
Confindustria per la<br />
Ricerca & Innovazione,<br />
alla Giornata della<br />
Ricerca & Innovazione di<br />
Confindustria del<br />
6 novembre 2009<br />
Dati i suoi molteplici impegni è difficile<br />
individuare l’esperienza che le ha dato<br />
maggior soddisfazione, o, al contrario, la sua<br />
delusione più grande<br />
«Di delusioni personali se ne provano tante,<br />
ma è inutile parlarne: dopo averne assaporato il<br />
gusto amaro, vanno accantonate, per guardare<br />
avanti con fiducia. Tra le esperienze più<br />
belle posso citare la gioia di essere riusciti<br />
ad acquisire, a metà degli Anni Novanta, la<br />
Divisione Diagnostica di un colosso statunitense<br />
come la Bristol-Myers Squibb. Una bella<br />
soddisfazione per un’azienda familiare italiana!<br />
Un’altra grande emozione è stata la mia elezione<br />
del 2005 a Presidente di Assolombarda, come<br />
prima donna <strong>nel</strong>la storia dell’Associazione,<br />
col voto unanime di tanti illustri imprenditori<br />
maschi. L’esperienza più bella, comunque, è<br />
sempre quella che deve ancora essere vissuta».<br />
Un modello di successo al femminile, tanto<br />
raro quanto esaltato <strong>nel</strong> nostro Paese,<br />
frutto di perseveranza, determinazione e<br />
di grande capacità, con il suo esempio ha<br />
dato dimostrazione di quanto una donna<br />
sappia, e per certi versi debba, ricoprire<br />
ruoli di altissimo livello al pari di qualsiasi<br />
uomo. Uno sprone, dunque per tutte quelle<br />
donne che, ancora oggi, vivono una realtà<br />
di disparità di genere molto accentuata e<br />
che hanno difficoltà, a parità di meriti, ad<br />
emergere contro il competitor maschile.<br />
Disparità contro la quale lei ha assunto<br />
un impegno specifico, come testimoniato<br />
dalla Carta per le Pari Opportunità e<br />
l’Uguaglianza sul <strong>La</strong>voro messa a punto dalla<br />
Fondazione Sodalitas di cui lei è Presidente.<br />
Come va favorito l’ingresso delle donne <strong>nel</strong><br />
mondo del lavoro<br />
«In tante aziende, purtroppo, le donne sono<br />
ancora poche. Per non parlare della politica,<br />
dove la situazione è addirittura vergognosa.<br />
Nel mese di febbraio ha presentato il suo<br />
nuovo progetto, la Fondazione <strong>Bracco</strong>, con la<br />
quale ha posto il focus su tre filoni di grande<br />
rilevanza, spaziando dal sociale alla <strong>cultura</strong> e<br />
infine promuovendo l’innovazione scientifica.<br />
Da dove nasce l’idea di dare vita a una nuova<br />
istituzione che si attivi congiuntamente su<br />
questi fronti e, soprattutto, perché sentiva<br />
la necessità di creare una nuova realtà di<br />
eccellenza<br />
«<strong>La</strong> Fondazione <strong>Bracco</strong> affonda le sue radici<br />
<strong>nel</strong> patrimonio dei valori maturati in oltre 80<br />
anni di storia della nostra Famiglia e della<br />
nostra Azienda. Ciò che rende uniche le imprese<br />
familiari è proprio il fatto che si fondano sulla<br />
volontà di un imprenditore che vuol costruire<br />
qualcosa che vada al di là del lavoro, un<br />
progetto di vita che racchiude al suo interno una<br />
storia vera e personale – quella appunto di una ><br />
Intervento della<br />
dottoressa <strong>Bracco</strong><br />
alla Giornata della<br />
Ricerca & Innovazione<br />
di Confindustria del 6<br />
novembre 2009 a Roma<br />
42 N.52<br />
CM<br />
N.52<br />
CM 43