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Einstein e la teoria elettrogravitazionale di Weyl

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L’allungamento 16 viene generato nel<strong>la</strong> reine Infinitesimalgeometrie dal<strong>la</strong><br />

connessione metrica A, 1-forma 17 <strong>la</strong> cui azione viene caratterizzata dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

∇g = A⊗g, sul<strong>la</strong> lunghezza quadra l 2 = g (X,X) da ∇l 2 = dl 2 = Al 2 in partico<strong>la</strong>re.<br />

Differenziando nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione del vettore Y possiamo scrivere<br />

∇ Y l 2 = dl 2 /dt = A(Y)l 2 , dove lo sca<strong>la</strong>re A(Y) è il valore <strong>di</strong> A al vettore Y, e<br />

naturalmente <strong>la</strong> derivata d/dt viene fatta lungo una curva (parametrizzata da t) il cui<br />

vettore tangente al punto in questione è Y. Semplificando otteniamo 2dl/dt = A(Y)l :<br />

<strong>la</strong> crescita infinitesimale del<strong>la</strong> lunghezza l nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Y viene generata dal<br />

fattore A(Y)/2.<br />

I pregiu<strong>di</strong>zi filosofici <strong>di</strong> <strong>Weyl</strong> praticamente impongono un allungamento generato<br />

da una 1-forma. <strong>Weyl</strong> parte dal proposito <strong>di</strong> mettere <strong>di</strong>rezione e lunghezza sullo stesso<br />

piano; e siccome <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione viene trasportata linearmente (nel piccolo) rispetto a se<br />

stessa e rispetto al<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> trasporto Y, anche <strong>la</strong> lunghezza dovrà esserlo. La<br />

rego<strong>la</strong> ∇g = A⊗g sembra quin<strong>di</strong> imposta dal<strong>la</strong> simmetria tra le due caratteristiche<br />

vettoriali pretesa a priori da <strong>Weyl</strong>.<br />

Se esatta <strong>la</strong> connessione metrica sarebbe il <strong>di</strong>fferenziale A = dλ <strong>di</strong> una funzione λ.<br />

Essendo nullo il quadrato d 2 del<strong>la</strong> derivata esterna d lo sarà anche il quadrirotore<br />

dA = d 2 λ, e pertanto una 1-forma esatta porterebbe sì ad allungamenti, ma ad<br />

allungamenti integrabili, in<strong>di</strong>pendenti dal percorso, dati dal fattore exp(Δλ), dove<br />

Δλ è <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza tra il valore finale <strong>di</strong> λ e quello iniziale. Il fattore exp(−λ) sarà <strong>la</strong><br />

controparte <strong>di</strong> dλ nel<strong>la</strong> <strong>teoria</strong> <strong>di</strong> <strong>Weyl</strong>, o meglio si è liberi <strong>di</strong> aggiungere al<strong>la</strong><br />

connessione metrica (che sia esatta o meno) il <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> una funzione μ, dando<br />

A + dμ, purché si compensi moltiplicando <strong>la</strong> metrica per il fattore <strong>di</strong> calibro exp(−μ).<br />

In quanto esatta <strong>la</strong> 1-forma dμ non contribuisce al quadrirotore <strong>di</strong> A, e perciò non<br />

compromette l’integrabilità caratteristica <strong>di</strong> questo caso irrotazionale.<br />

Una connessione metrica esatta, irrotazionale, <strong>la</strong>scerebbe pertanto intatta <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>fferenza fondamentale tra lunghezza e <strong>di</strong>rezione che <strong>Weyl</strong> voleva abolire: <strong>la</strong><br />

seconda rimarrebbe integrabile, mentre <strong>la</strong> prima, abbiamo visto, non lo è. Per generare<br />

un allungamento non integrabile serve quin<strong>di</strong> una connessione metrica non esatta, una<br />

cioè con quadrirotore dA non nullo. In questo caso l’allungamento viene dato<br />

dall’esponenziale dell’integrale <strong>di</strong> A, lungo il partico<strong>la</strong>re percorso spaziotemporale<br />

seguito: cambiando percorso cambia l’integrale. Rimane <strong>la</strong> solita libertà <strong>di</strong> calibro<br />

espressa in un termine esatto, cioè nel <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> una funzione μ, che in quanto<br />

irrotazionale non contribuisce al quadrirotore dA + d 2 μ = dA; aggiungendolo<br />

bisogna controbi<strong>la</strong>nciare moltiplicando <strong>la</strong> metrica per il fattore conforme exp(−μ),<br />

nonché l’allungamento totale per il fattore integrabile exp(−Δμ).<br />

A questo punto <strong>Weyl</strong> non poteva non notare quanto <strong>la</strong> Streckenkrümmung dA<br />

assomigliasse al<strong>la</strong> ‘vorticosità’ elettromagnetica F = dA, e passò al<strong>la</strong> fisica<br />

congetturando che l’integrabilità del<strong>la</strong> lunghezza veniva appunto impe<strong>di</strong>ta dal campo<br />

elettromagnetico F, quadrirotore dA del quadripotenziale elettromagnetico A. Senza<br />

16 Che naturalmente può essere positivo o anche negativo, nel qual caso <strong>di</strong>venta un raccorciamento.<br />

17 Una 1-forma colloca un covettore—oggetto che trasforma un vettore linearmente in un numero<br />

reale—in ogni punto dello spaziotempo.<br />

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