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<strong>Pensare</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Belinelli</strong><br />
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guardati in tv da una grande massa di persone sempre più “allenate” alla<br />
passività, e quindi sempre più grasse Oppure al contrario avremo un<br />
coinvolgimento allargato, un cortocircuito positivo in cui quello che si<br />
vede sullo schermo diventa stimolo per essere replicato nella quotidianità,<br />
in modo da vivere poi in maniera ancora più intensa e consapevole lo<br />
spettacolo sportivo visto in tv È il cosiddetto “demonstration effect”,<br />
studiato in ambito sportivo da Mike Weed, docente alla Canterbury<br />
Church University che da anni sottolinea come il potere d’ispirazione dello<br />
sport-spettacolo sia importante per riportare in attività le persone che<br />
hanno praticato sport e poi hanno abbandonato, anche se non per attirare<br />
i sedentari. Sul ruolo imitativo generato dai suoi atleti ha scommesso<br />
da anni l’NBA. L’idea di fondo è proprio quella che il basket visto in tv o sul<br />
computer possa portare i ragazzini a tirare e saltare nei campetti, che poi<br />
appunto diventeranno ancora più affezionati al prodotto televisivo. Non a<br />
caso in Cina ed India l’NBA ha finanziato la costruzione di vari playground,<br />
una strategia di business che potenzialmente può creare anche<br />
effetti positivi sulla salute pubblica. Sono scenari aperti, però è importante<br />
averli in mente, discuterne, decidere verso quali strategie orientarsi.<br />
LA POLITICA<br />
DEI CAMPETTI<br />
È su questo terreno che nasce dunque la “politica dei campetti”. Il basket,<br />
come abbiamo appena detto, ha un ruolo molto importante dentro questi<br />
scenari. Non solo quello delle palestre, dei club, dei campionati e delle<br />
federazioni, ma anche il basket dei playground, proprio come quello della<br />
scuola “Mameli” di San Giovanni in Persiceto. Negli Stati Uniti c’è un ritrovato<br />
interesse culturale per questi spazi, nonostante il loro passato<br />
socialmente ed urbanisticamente pericoloso. Il recente documentario<br />
“Doin’it in the park” di Bobbito Garcia sulla cultura del basket di strada<br />
newyorkese ce ne fornisce una grande traccia. Sono spazi pubblici e<br />
accessibili gratuitamente, a differenza di quasi tutta l’impiantistica sportiva<br />
esistente (in questo sono simili agli skate park, entrambi riferimenti<br />
della cultura urbana e delle industrie di abbigliamento sportivo). Sono<br />
spazi di aggregazione spontanea. Sono soprattutto spazi che esistono<br />
per far muovere i bambini ed i ragazzini, e che se non “abitati” dal movimento<br />
perdono la loro ragion d’essere. Recentemente, a seguito del referendum<br />
consultivo per l’indipendenza della Catalogna, di cui ospitava uno<br />
dei seggi, hanno fatto il giro del mondo le immagini della scuola di Barcellona<br />
con dei campetti da basket creati nel proprio cortile.