La sindrome della bocca che brucia - Recenti Progressi in Medicina
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G.A. Scard<strong>in</strong>a, T. Pisano, P. Mess<strong>in</strong>a: <strong>La</strong> <strong>s<strong>in</strong>drome</strong> <strong>della</strong> <strong>bocca</strong> <strong>che</strong> <strong>brucia</strong> 123<br />
Queste alterazioni sensoriali a stimoli fisici e la<br />
stessa iperalgesia spiegherebbero le manifestazioni<br />
cl<strong>in</strong>i<strong>che</strong> tipi<strong>che</strong> <strong>della</strong> BMS. <strong>La</strong> BMS risulta, per<br />
la maggior parte dei pazienti, un’affezione <strong>che</strong> perdura<br />
per alcuni anni; successivamente si assiste a<br />
una remissione spontanea e repent<strong>in</strong>a <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia<br />
urente. Si può ipotizzare <strong>che</strong> la scomparsa<br />
del dolore corrisponda a un aggravamento<br />
delle lesioni delle fibre nervose, con scomparsa dei<br />
fenomeni iperalgici 8 .<br />
evidenziate mediante anticorpi monoclonali antiβ-tubul<strong>in</strong>a<br />
per l’analisi del citos<strong>che</strong>letro, e mediante<br />
anticorpi anti-prote<strong>in</strong>a basica <strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a<br />
(MBP) e mediante anticorpi anti-prote<strong>in</strong>a 22<br />
<strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a periferica (PMP22). <strong>La</strong> PGP 9.5 è<br />
stata identificata <strong>in</strong> grosse quantità a livello <strong>della</strong><br />
gua<strong>in</strong>a del nervo, nel tessuto connettivo e nella<br />
parte centrale <strong>della</strong> papilla. Mediante tali metodi<strong>che</strong><br />
immunoistochimi<strong>che</strong>, è stato possibile evidenziare<br />
la densità delle fibre nervose (figura 1).<br />
Uno studio condotto da<br />
Norifumi Y. et al. ha valutato<br />
il ruolo dell’applicazione<br />
topica <strong>della</strong> capsaic<strong>in</strong>a<br />
<strong>in</strong> modelli neuropatici di<br />
ratto <strong>in</strong>dotti sperimentalmente<br />
9 . Si è potuto constatare<br />
<strong>che</strong> la capsaic<strong>in</strong>a applicata<br />
sulla cute del ratto<br />
era <strong>in</strong> grado di stimolare la<br />
produzione di sostanza P e<br />
di blu di Evans (<strong>in</strong>iettato<br />
per via endovenosa 10 m<strong>in</strong>uti<br />
prima dell’applicazione<br />
<strong>della</strong> capsaic<strong>in</strong>a). Inoltre,<br />
si è registrato <strong>che</strong> il<br />
quantitativo di blu di<br />
Evans extravasato era direttamente proporzionale<br />
alla concentrazione <strong>della</strong> capsaic<strong>in</strong>a topica applicata.<br />
È noto <strong>che</strong> la capsaic<strong>in</strong>a <strong>in</strong>izialmente <strong>in</strong>duce<br />
eccitazione dei neuroni nocicettivi con conseguente<br />
percezione di dolore e rilascio a livello<br />
locale di sostanza P, CGRP e istam<strong>in</strong>a. Con una<br />
prolungata esposizione alla capsaic<strong>in</strong>a, le term<strong>in</strong>azioni<br />
nervose nocicettivi com<strong>in</strong>ciano a diventare<br />
<strong>in</strong>sensibili alla capsaic<strong>in</strong>a stessa. Si è dimostrato<br />
<strong>che</strong> dopo l’applicazione di capsaic<strong>in</strong>a per un<br />
<strong>in</strong>tero giorno, il quantitativo di sostanza P e blu di<br />
Evans prodotto dalla stimolazione elettrica era<br />
m<strong>in</strong>ore. Da ciò si può concludere <strong>che</strong> l’applicazione<br />
di capsaic<strong>in</strong>a a livello topico può essere <strong>in</strong> grado<br />
di desensibilizzare i nocicettori e bloccare il<br />
processo dell’<strong>in</strong>fiammazione neurogenica mediante<br />
deplezione o consumo di neuropeptidi.<br />
È stato condotto uno studio (<strong>La</strong>uria G. et al.,<br />
2004) sull’ <strong>in</strong>nervazione dell’epitelio <strong>della</strong> l<strong>in</strong>gua<br />
per accertare se il danno delle fibre nervose periferi<strong>che</strong><br />
sub-epiteliali sia alla base <strong>della</strong> patogenesi<br />
<strong>della</strong> BMS. Sono stati esam<strong>in</strong>ati 12 pazienti<br />
con BMS per un periodo di circa 6 mesi. È stata<br />
eseguita una biopsia superficiale nei due terzi<br />
anteriori <strong>della</strong> l<strong>in</strong>gua su pazienti con BMS e su<br />
nove soggetti controllo. Sono stati eseguiti studi<br />
immunoistochimici mediante marcatori citoplasmatici,<br />
citos<strong>che</strong>letrici, nell’ambito delle cellule<br />
di Schawann, e marcatori miel<strong>in</strong>ici per esam<strong>in</strong>are<br />
i cambiamenti patologici delle fibre nervose<br />
epiteliali. Le sezioni furono testate con anticorpi<br />
policlonali contro la PGP 9.5 (prote<strong>in</strong>-gene-product<br />
9.5) e furono visualizzate mediante microscopio<br />
ottico (40 X), con l’assistenza di una videocamera.<br />
Le fibre nervose epiteliali furono<br />
Figura 1. Normale <strong>in</strong>nervazione di una papilla fungiforme. Studio microscopico con anti-<br />
PGP9.5 (A) e anti-MBP (B); C= A e B sovrapposte 10 .<br />
I soggetti con BMS mostrarono una più bassa<br />
densità di fibre nervose epiteliali rispetto al gruppo<br />
controllo. Allo stesso modo la densità di <strong>in</strong>nervazione<br />
per papilla fu significativamente più bassa<br />
rispetto al gruppo controllo. Si è trovata, qu<strong>in</strong>di,<br />
una correlazione tra la riduzione <strong>della</strong> densità<br />
di <strong>in</strong>nervazione e la durata dei s<strong>in</strong>tomi. Nei pazienti<br />
con BMS, le gua<strong>in</strong>e epiteliali mostrarono diffusi<br />
cambiamenti morfologici, segni di degenerazione<br />
assonale, caratterizzati da alterata immunoreattività<br />
<strong>della</strong> PGP 9.5 e <strong>della</strong> β-tubul<strong>in</strong>a (figura<br />
2 nella pag<strong>in</strong>a seguente).<br />
Lo studio ha dimostrato con certezza <strong>che</strong> i pazienti<br />
con BMS hanno una neuropatia sensoriale trigem<strong>in</strong>ale<br />
delle piccole fibre <strong>che</strong> colpisce la l<strong>in</strong>gua,<br />
caratterizzata da una perdita rilevante di fibre nervose<br />
epiteliali e sub-papillari. Queste scoperte somigliano<br />
al quadro <strong>della</strong> “<strong>s<strong>in</strong>drome</strong> dei piedi <strong>brucia</strong>nti”<br />
associata alla perdita di fibre nervose epidermali.<br />
In modo analogo, i pazienti con BMS hanno mostrato<br />
una dim<strong>in</strong>uita densità delle fibre nervose<br />
amiel<strong>in</strong>i<strong>che</strong> all’<strong>in</strong>terno dell’epitelio, <strong>in</strong>sieme ad un<br />
diffuso scompiglio assonale <strong>che</strong> è stato dimostrato<br />
dagli studi immunoistochimici con marcatori citoplasmatici<br />
e citos<strong>che</strong>letrici.<br />
<strong>La</strong> distribuzione e la qualità dei s<strong>in</strong>tomi sensoriali<br />
<strong>che</strong> riguardano i due terzi anteriori <strong>della</strong> l<strong>in</strong>gua<br />
bilateralmente, con nessun difetto sensoriale<br />
cl<strong>in</strong>icamente evidente nella maggior parte dei pazienti,<br />
e il risparmio dei rimanenti territori <strong>in</strong>nervati<br />
dal nervo trigem<strong>in</strong>ale an<strong>che</strong> nei pazienti con<br />
la malattia a lungo term<strong>in</strong>e, suggerirebbero <strong>che</strong> la<br />
BMS sia causata da un’assonopatia primaria piuttosto<br />
<strong>che</strong> da una neuropatia. Comunque, non si può<br />
escludere la degenerazione di neuroni sensoriali di<br />
piccolo diametro.