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La morte di Vianello aveva qualche mese addietro diviso la celebre ...

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Voci dal Sud 28 AnnoVI° nr. 10 Otobre 2010<br />

www.sosed.eu<br />

Perle <strong>di</strong> B u r o c r a z i a<br />

Dopo 43 anni le viene comunicato che il<br />

padre l’ha <strong>di</strong>sconosciuta<br />

<strong>La</strong> Signora adesso dovrà cambiare cognome e chiedere nuovi documenti, ma essendo stata <strong>di</strong>sconosciuta quando<br />

<strong>aveva</strong> solo tre anni, tutti gli atti ufficiali del<strong>la</strong> sua vita vengono messi in <strong>di</strong>scussione, fra cui il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

ragioniera, concorsi, matrimonio, cresima posizione <strong>la</strong>vorativa ed assicurativa, assistenza me<strong>di</strong>ca, futura pensione<br />

e quanto altro costituisce “<strong>la</strong> vita burocratico-civile” <strong>di</strong> un citta<strong>di</strong>no italiano!<br />

Gazzetta del Sud<br />

TREVISO - passata <strong>di</strong> gomma su 43 anni <strong>di</strong> vita,<br />

che spazza via ricor<strong>di</strong> e un cognome che si credeva<br />

proprio, ma che non è.<br />

<strong>La</strong> rive<strong>la</strong>zione choc l’ha ricevuta una donna <strong>di</strong> 46<br />

anni, mi<strong>la</strong>nese ma residente da tempo in Veneto,<br />

Rossana Fanny Uva, scoprendo a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi<br />

mezzo secolo che il padre anagrafico l’<strong>aveva</strong> <strong>di</strong>sconosciuta.<br />

Ma soprattutto che con sentenza del Tribunale <strong>di</strong><br />

Trani, datata 2 maggio 1967, le veniva impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />

usare quel cognome che pensava da sempre suo.<br />

<strong>La</strong> vicenda kafkiana è rimasta dal 1967 ad oggi<br />

sepolta negli archivi del tribunale pugliese, al quale il<br />

genitore anagrafico del<strong>la</strong> donna, Carlo Uva, si era<br />

rivolto dopo <strong>la</strong> separazione dal<strong>la</strong> moglie per il<br />

<strong>di</strong>sconoscimento <strong>di</strong> paternità.<br />

Richiesta accolta nel maggio del ’67, ma mai comunicata<br />

all’interessata.<br />

Rossana Fanny, il cui papà biologico è un altro<br />

uomo, <strong>aveva</strong> allora tre anni.<br />

È passata una vita, nel<strong>la</strong> quale Rossana, nata a<br />

Mi<strong>la</strong>no, dove vive ancora l’anziana madre, ha cambiato<br />

città e regioni <strong>di</strong> residenza: da otto anni vive a<br />

Dosson <strong>di</strong> Casier (Treviso), in Veneto, dove <strong>la</strong>vora<br />

in una <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> mobili e coltiva i suoi interessi.<br />

Tra questi <strong>la</strong> scrittura, romanzi e poesie, tutti firmati<br />

ovviamente Rossana Fanny Uva.<br />

L’ultimo racconto, che presenterà ai primi <strong>di</strong> novembre,<br />

si intito<strong>la</strong> beffardamente «Rive<strong>la</strong>zioni inquietanti».<br />

A Trani ha ancora tre fratelli, figli del padre che<br />

l’ha <strong>di</strong>sconosciuta, che continua a frequentare.<br />

Per <strong>la</strong> signora Rossana <strong>la</strong> <strong>la</strong>ncetta del lentissimo<br />

orologio burocratico è tornata al presente pochi mesi<br />

fa, con <strong>la</strong> <strong>morte</strong> <strong>di</strong> Carlo Uva.<br />

Al tribunale <strong>di</strong> Trani si sono così “ricordati” <strong>di</strong><br />

dover avvisare il Comune <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no e dal capoluogo<br />

lombardo è arrivata <strong>la</strong> raccomandata al Comune<br />

<strong>di</strong> Casier.<br />

«Sarà cura dell’interessata – c’era scritto – richiedere<br />

il nuovo documento <strong>di</strong> identità presso il Comune<br />

<strong>di</strong> residenza».<br />

«In un momento come questo non ti senti più<br />

nessuno, non sei nè carne, nè pesce. A livello<br />

morale è devastante» commenta <strong>la</strong> donna.<br />

Rossana Fanny oggi cambierà <strong>la</strong> propria vita con<br />

tre foto, allegate al<strong>la</strong> richiesta del<strong>la</strong> carta d’identità<br />

col nuovo cognome, Paganelli (quello del<strong>la</strong> mamma).<br />

Ma annuncia un ricorso al Tribunale per danni<br />

morali e materiali.<br />

«Ho provato a contattare l’archivio del Tribunale<br />

<strong>di</strong> Trani – racconta Rossana – per avere delle<br />

spiegazioni e ricevere copia del<strong>la</strong> sentenza, che<br />

sto aspettando.<br />

Chi mi ha risposto ha detto che inviando al<br />

Comune <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no quelle vecchie carte <strong>aveva</strong><br />

fatto solo ciò che gli era stato chiesto.<br />

Io non c’ero 43 anni fa, ha aggiunto l’impiegato,<br />

ma neanch’io c’ero, ho replicato, avevo tre anni!<br />

Questa vicenda – spiega – comporta a livello<br />

pratico una montagna <strong>di</strong> problemi: devo cambiare<br />

<strong>la</strong> carta d’identità, <strong>la</strong> patente, <strong>la</strong> e-mail, ho<br />

un <strong>di</strong>ploma da ragioniera intestato con questo<br />

nome: sarà ancora valido E chi mi risarcirà<br />

delle spese che dovrò sostenere».<br />

<strong>La</strong> donna ha già contattato un avvocato per avviare<br />

un ricorso al Tribunale contro <strong>la</strong> sentenza del<br />

’67 e chiedere un risarcimento danni per l’enorme<br />

ritardo.<br />

«Sono intenzionata a scrivere al ministro del<strong>la</strong><br />

giustizia – aggiunge – qualcuno deve darmi delle<br />

risposte.<br />

A parte far sentire <strong>la</strong> mia voce, devo farmi sentire<br />

come persona, che ora non ha più un nome».

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