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La morte di Vianello aveva qualche mese addietro diviso la celebre ...

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Voci dal Sud 31 Anno VI° nr. 10 Ottobre 2010<br />

www.sosed.eu<br />

Ca<strong>la</strong>bria: Arti & Mestieri (quasi) perduti<br />

... una ricerca storico-social-ambientale <strong>di</strong> Marina<br />

Crisafi per Ca<strong>la</strong>bria Ora<br />

I forgiali <strong>di</strong> Stilo e gli ombrel<strong>la</strong>i<br />

A Stilo, città del sole e d’arte, patria <strong>di</strong> Campanel<strong>la</strong>, situata ai pie<strong>di</strong> del<br />

Consolino, lungo <strong>la</strong> val<strong>la</strong>ta dello Sti<strong>la</strong>ro, una delle mete più affascinanti e<br />

ricche <strong>di</strong> storia del versante ionico reggino col suo gioiello bizantino<br />

del<strong>la</strong> Cattolica, oltre alle piacevolissime suggestioni paesaggistiche, storiche<br />

ed artistiche, un tempo, tra le rughe ed i vine<strong>di</strong> (n.d.r. strade e<br />

vicoletti), era usuale assistere al<strong>la</strong> magia dei gran<strong>di</strong> fuochi dove veniva<br />

forgiato a mano il ferro incandescente.<br />

Grazie al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> grossi giacimenti ferriferi e <strong>di</strong> rame nel monte<br />

Consolino e nel monte Stel<strong>la</strong>, che <strong>la</strong> resero per più <strong>di</strong> due secoli, dal ‘600<br />

all ‘800, uno dei più importanti centri siderurgici e metallurgici dell’intera<br />

peniso<strong>la</strong>.<br />

Stilo vantava, infatti, un fiorente artigianato del ferro battuto.<br />

Abili e numerosi erano i maestri forgiali stìlesi che model<strong>la</strong>vano col<br />

fuoco vivo utensili <strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano, attrezzi agricoli, strumenti da taglio,<br />

dei quali rimangono notevoli testimonianze nell’Eco-museo del<strong>la</strong><br />

Val<strong>la</strong>ta dello Sti<strong>la</strong>ro, ma anche vere e proprie opere d’arte che arricchiscono<br />

le architetture dei pa<strong>la</strong>zzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi centri storici del<strong>la</strong> provincia (n.d.r.:<br />

balconi, gazebi sopra terrazze, porta fiaccole, anelli per legare cavalli,<br />

ferri e decorazioni per portoni importanti dei pa<strong>la</strong>zzi nobiliari, inferriate<br />

<strong>di</strong> protezione alle finestre ecc.).-<br />

Oltre all’arte del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione dei metalli, ancora oggi praticata nel<br />

borgo in nome dell’antica tra<strong>di</strong>zione con <strong>la</strong> creazione su richiesta <strong>di</strong> balconi,<br />

cancelli e manufatti <strong>di</strong> vario genere, Stilo preserva tuttora altre forme<br />

estro se <strong>di</strong> artigianato come quelle del<strong>la</strong> scultura lignea e del<strong>la</strong> tessitura<br />

che vedono <strong>la</strong> produzione <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> altissimo pregio e stoffe<br />

realizzate al te<strong>la</strong>io dai <strong>di</strong>segni geometrici ispirati ad un gusto<br />

antico.<br />

Tutte queste vere e proprie “opere d’arte” possono essere ammirate<br />

durante le numerose fiere estive locali.<br />

Molto noti a Stilo sono, inoltre, gli impagliatori <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e ed i cestai,<br />

mentre un mestiere ormai definitivamente scomparso è quello<br />

dell’ombrel<strong>la</strong>io (n.d.r. chi farebbe più riparare un ombrello).<br />

Un mestiere quest’ultimo oggi totalmente sconosciuto ai più,<br />

soppiantato dal<strong>la</strong> produzione industriale, che ha annientato un’attività<br />

molto <strong>la</strong>boriosa che richiedeva tanta pazienza e che consisteva non solo<br />

nel costruire gli ombrelli, ma anche nel rattopparli o ripararli quando si<br />

rompevano, sistemandoli con grande maestria e conservandone l’originaria struttura, <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse e l’eleganza tipiche del<strong>la</strong><br />

manodopera artigianale.<br />

I pignatari <strong>di</strong> Polistena<br />

Oltre all’illustre arte del ferro battuto, <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> e moderna citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Polistena, situata al centro del<strong>la</strong> Piana reggina,<br />

vanta una lunga ed importante tra<strong>di</strong>zione artigianale legata al<strong>la</strong> ceramica, al legno, al<strong>la</strong> sartoria e al<strong>la</strong> tessitura.<br />

Molto <strong>di</strong>ffusa in passato era, tra l’altro, <strong>la</strong> cosiddetta produzione dei “pignatari”, i fabbricanti <strong>di</strong> pignati che realizzavano<br />

utensili in terracotta da usare per cucinare e mangiare (n.d.r.: rinomati anche i centri <strong>di</strong> Seminara e Pellegrina).<br />

Attraverso antiche tecniche ed infinita pazienza, dalle mani dei maestri vasai prendevano vita i “pignati”, a forma <strong>di</strong><br />

padel<strong>la</strong> con manico, le “furnacette” ed i caratteristici “cugnetti” che erano recipienti smaltati destinati a mantenere sotto<br />

sale con un pesante sasso dul tondo <strong>di</strong> legno che fungeva da coperchio e teneva costantemente pressato e strizzato il<br />

contenuto <strong>di</strong> me<strong>la</strong>nzane, alici ed altre conserve alimentari tipiche del<strong>la</strong> cucina ca<strong>la</strong>brese.<br />

Semplici, singo<strong>la</strong>ri ma comunque <strong>di</strong> grande impatto visivo, gli oggetti venivano creati in modo essenziale, verniciati e<br />

spesso decorati con motivi floreali, simbolismi rituali o immagini apotropaiche <strong>di</strong> derivazione magno-greca.<br />

Se <strong>la</strong> gloriosa storia del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione del ferro e dei tessuti, le famose “pezzare”, continua fiorente, ancora oggi,<br />

l’attività dei “pignatari” è, purtroppo, in via <strong>di</strong> estinzione, sebbene migliaia <strong>di</strong> attrezzi e <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> uso domestico<br />

appartenuti al<strong>la</strong> civiltà conta<strong>di</strong>na, espressione d una cultura ormai tramontata, siano tuttora conservati nel Museo civico<br />

citta<strong>di</strong>no.

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