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la ricostruzione tra provvisorio e definitivo: il progetto case - Ogs

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GNGTS 2009<br />

TERREMOTO ABRUZZO<br />

• La definizione di un cronoprogramma seriale su gruppi di circa 30 piastre ritardati di circa 15 giorni<br />

l’uno dall’altro, con <strong>la</strong> conseguente previsione di consegnare abitazioni in 5 scaglioni di 2.400<br />

abitanti, con scadenze d<strong>il</strong>uite dal 30 Settembre al 30 Novembre.<br />

• La decisione di gestire l’intero <strong>progetto</strong> in modo diretto, senza ricorrere ad un general con<strong>tra</strong>ctor,<br />

ma piuttosto creando una struttura tecnica senza fine di lucro che rispondesse direttamente al<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> protezione civ<strong>il</strong>e. Si valutava che in questo modo sarebbe stato possib<strong>il</strong>e risparmiare<br />

somme r<strong>il</strong>evanti, essenzialmente spese generali ed ut<strong>il</strong>i del general con<strong>tra</strong>ctor, ed avere un<br />

più accurato controllo sui tempi e sul<strong>la</strong> qualità dell’opera.<br />

Nel<strong>la</strong> presentazione e nel <strong>la</strong>voro verrà presentato in dettaglio <strong>il</strong> <strong>progetto</strong> e <strong>la</strong> realizzazione dell’opera.<br />

INDAGINI MACROSISMICHE E LIVELLI DI AVVERTIBILITÀ IN CAMPANIA<br />

DEL TERREMOTO AQUILANO DEL 6 APRILE 2009<br />

S. Carlino, E. Cubellis, A. Marturano<br />

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Napoli, Osservatorio Vesuviano<br />

Nei giorni immediatamente successivi all’evento dell’Aqui<strong>la</strong> del 6.4.09 (ora locale 3:32); ML =<br />

5.8 sono stati effettuati r<strong>il</strong>ievi macrosismici nell’area epicen<strong>tra</strong>le. Paralle<strong>la</strong>mente è stata avviata<br />

un’indagine sui livelli di avvertib<strong>il</strong>ità dell’evento nel territorio campano, <strong>tra</strong>mite questionari inviati<br />

alle Scuole del<strong>la</strong> Regione. Il questionario è strutturato a risposta singo<strong>la</strong> e <strong>la</strong> sua tipologia è stata<br />

già sperimentata, con interessanti risultati, per eventi con epicentri in aree appenniniche (e.g.<br />

Postpischl et al., 1985) e nelle aree vulcaniche napoletane (e.g. Cubellis and Marturano, 2002,<br />

2009), rendendo possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong> valutazione del grado di avvertib<strong>il</strong>ità nelle zone di utenza delle singole<br />

Scuole, e permettendo di definire l’intero campo macrosismico di ogni terremoto con una buona<br />

definizione. Le indagini macrosismiche speditive hanno mos<strong>tra</strong>to che gli effetti più r<strong>il</strong>evanti del terremoto<br />

del 6 apr<strong>il</strong>e (≥ VIII grado MCS) si sono verificati in un’area di circa 200 km 2 con le zone<br />

più danneggiate distribuite a sud e a sud-est dell’Aqui<strong>la</strong> in accordo con <strong>la</strong> struttura sismogenetica.<br />

Si è inoltre r<strong>il</strong>evato in molte località una estrema eterogeneità dei danni evidenziando una forte<br />

componente di vulnerab<strong>il</strong>ità sismica associata ad effetti di amplificazione locale (Galli e Camassi<br />

2009). In partico<strong>la</strong>re, dal<strong>la</strong> distibuzione degli effetti, si nota che allontanandosi dall’area epicen<strong>tra</strong>le<br />

verso sud, i danneggiamenti sono contenuti entro ~20 km.<br />

Si ricorda che le indagini speditive, essendo mirate ad individuare le percentuali di danneggiamento,<br />

sono in grado di r<strong>il</strong>evare le intensità elevate (≥ VI MCS) ma non di definire le intensità inferiori.<br />

A tale scopo è generalmente ut<strong>il</strong>izzata un’indagine mediante questionari. Inoltre, per terremoti<br />

crostali come quello aqui<strong>la</strong>no, <strong>il</strong> tipo e <strong>la</strong> soglia di danneggiamento variano sensib<strong>il</strong>mente in<br />

distanza in funzione del<strong>la</strong> magnitudo dell’evento. Pertanto, a meno di numerose indagini effettuate<br />

per terremoti afferenti al<strong>la</strong> stessa area sismogenetica, <strong>la</strong> valutazione delle intensità attese per c<strong>la</strong>ssi<br />

di magnitudo è possib<strong>il</strong>e solo se si conosce l’intero campo macrosismico di un evento significativo<br />

derivante da un’indagine che si estende ai gradi inferiori. Ancora, per individuare comportamenti<br />

sistematici nel<strong>la</strong> risposta sismica, generalmente vengono condotte indagini nelle stesse aree per terremoti<br />

a diverso azimut e distanza. L’area campana si presta abbastanza bene per analisi di questo<br />

tipo per <strong>la</strong> presenza di attività sismica sia locale, tettonica e vulcanica, che esterna, essenzialmete<br />

appenninica e di avanpaese. Inoltre, è caratterizzata da ampie pianure costiere, apparati vulcanici,<br />

ed aree interne di catena, ed è stata oggetto di indagini macrosismiche sistematiche dal terremoto<br />

irpino del 1980 in poi ut<strong>il</strong>izzando sempre <strong>il</strong> questionario macrosismico come strumento di r<strong>il</strong>evazione.<br />

Per quanto riguarda <strong>il</strong> terremoto aqui<strong>la</strong>no 6.4.09, sono pervenute risposte da un centinaio di<br />

Scuole distribuite nel territorio campano, per un totale di alcune migliaia di questionari provenien-<br />

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