concetti fondamentali nel diritto della crisi di impresa : pianificazione
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“CONCETTI FONDAMENTALI<br />
NEL DIRITTO DELLA CRISI DI<br />
IMPRESA: PIANIFICAZIONE”<br />
PROF. FABRZIO DI MARZIO
Università Telematica Pegaso<br />
Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
In<strong>di</strong>ce<br />
1 COMPONENTE AZIENDALE E COMPONENTE GIURIDICA NELLA GESTIONE DELLA CRISI<br />
D’IMPRESA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3<br />
2 BUSINESS RESTRUCTURING; ASSET RESTRUCTURING E DEBT RESTRUCTURING ---------------- 5<br />
3 OPERAZIONI DI RISANAMENTO E DI LIQUIDAZIONE --------------------------------------------------------- 7<br />
4 PIANIFICAZIONE AZIENDALE E DIRITTO POSITIVO DELLA CRISI D’IMPRESA ------------------- 10<br />
5 PIANIFICAZIONE AZIENDALE E FALLIMENTO ----------------------------------------------------------------- 14<br />
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16<br />
Attenzione! Questo materiale <strong>di</strong>dattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente<br />
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti <strong>della</strong> legge sul <strong><strong>di</strong>ritto</strong> d’autore<br />
(L. 22.04.1941/n. 633)<br />
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Università Telematica Pegaso<br />
Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
1 Componente aziendale e componente giuri<strong>di</strong>ca<br />
<strong>nel</strong>la gestione <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong><br />
La <strong>crisi</strong> economica ha rinvigorito la prassi delle operazioni <strong>di</strong> ristrutturazione, offrendo<br />
all’osservatore i materiali <strong>di</strong> una vasta esperienza. Sotto una prospettiva esclusivamente giuri<strong>di</strong>ca,<br />
quando non si concretizza in operazioni concordatarie, essa pare spiegarsi in operazioni contrattuali.<br />
Tutti queste soluzioni sono sempre incentrate sulla ristrutturazione del debito secondo criteri <strong>di</strong><br />
sostenibilità prospettica.<br />
Una recente definizione, elborata dall’OIC <strong>nel</strong>l’ambito dei principi contabili su ‘Ristrutturazione del<br />
debito e informativa <strong>di</strong> bilancio’, <strong>di</strong>chiara che «per ristrutturazione del debito s’intende<br />
un’operazione me<strong>di</strong>ante la quale il cre<strong>di</strong>tore (o un gruppo <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>tori), per ragioni economiche,<br />
effettua una concessione al debitore in considerazione delle <strong>di</strong>fficoltà finanziarie dello stesso,<br />
concessione che altrimenti non avrebbe concesso» ( 1 ).<br />
Sotto il profilo funzionale, lo scopo <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata evidenza <strong>della</strong> composizione del debito si<br />
inserisce in un più vasto or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> scopi, sintetizzabile <strong>nel</strong>la soluzione convenzionale <strong>della</strong> <strong>crisi</strong><br />
d’<strong>impresa</strong>. La realizzazione <strong>di</strong> tale complesso obbiettivo finale richiede solitamente molteplici<br />
operazioni <strong>di</strong> valenza operativa, economica, finanziaria e anche giuri<strong>di</strong>ca ( 2 ). Ma la complessità del<br />
momento genetico e del momento esecutivo delle soluzioni giuri<strong>di</strong>che per il superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong><br />
d’<strong>impresa</strong> <strong>di</strong>pende da una altra complessità: a essa sottostante e che essa stessa rivela. Questa è data<br />
dalla strategia aziendalistica <strong>di</strong> superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong>, la quale prima è stabilita in tutte le sue<br />
( 1 ) Una definizione <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to ristrutturato è <strong>nel</strong>la Circolare <strong>della</strong> Banca d’Italia 30 luglio 2008, n. 272, ‘Istruzioni per la<br />
compilazione <strong>della</strong> Matrice dei conti’, che si riferisce alle esposizioni ristrutturate come alle «esposizioni per cassa e<br />
‘fuori bilancio’ (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool <strong>di</strong> banche), a causa del<br />
deterioramento delle con<strong>di</strong>zioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a mo<strong>di</strong>fiche delle originarie con<strong>di</strong>zioni<br />
contrattuali (ad esempio, riscadenzamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che <strong>di</strong>ano luogo a una<br />
per<strong>di</strong>ta». Ma, per una ricostruzione dogmatica del fenomeno, cfr. G. FERRI JR., Ristrutturazione dei debiti e<br />
partecipazioni sociali, in Riv. <strong>di</strong>r. comm., 2006, I, 747, ove si pone in chiaro che oggetto <strong>di</strong> ristrutturazione non può che<br />
essere il complessivo finanziamento dell’attività d’<strong>impresa</strong>, mentre la sod<strong>di</strong>sfazione dei singoli cre<strong>di</strong>ti esprime il valore<br />
giuri<strong>di</strong>co <strong>della</strong> ristrutturazione dei debiti.<br />
( 2 ) Cfr. H.-F. MÜLLER, Der Verband in der Insolvenz, München, 2002, 261, che definisce la Sanierung come «Summe<br />
aller organisatorischen und finanziellen Massnahmen zur Überwindung einer ungünstigen wirtschaftlichen Situation».<br />
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vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti <strong>della</strong> legge sul <strong><strong>di</strong>ritto</strong> d’autore<br />
(L. 22.04.1941/n. 633)<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
<strong>di</strong>rettrici e poi è attuata nei contratti o <strong>nel</strong>le procedure concorsuali necessari alla sua realizzazione<br />
( 3 ).<br />
( 3 ) Per le indagini aziendalistiche cfr., essenzialmente, GUATRI, Indagine sulle caratteristiche economiche delle<br />
«sistemazioni stragiu<strong>di</strong>ziali», in Riv. dott. comm., 1975, 1031; BELCREDI, Le ristrutturazioni stragiu<strong>di</strong>ziali delle aziende<br />
in <strong>crisi</strong> nei primi anni ’90, in AA.VV., Gli strumenti per la gestione delle <strong>crisi</strong> finanziarie in Italia, a cura <strong>di</strong> Caprio,<br />
Milano, 1997, 213; BERTOLI, op. cit., 93 ss., nonché i contributi raccolti in AA.VV., Banche e risanamento delle imperse<br />
in <strong>crisi</strong>, a cura <strong>di</strong> Forestieri, Milano, 1995; KRYSTEK, MOLDENHAUER, Handbuch Krisen- und<br />
Restrukturierungsmanagement, Stuttgard, 2007; CRONE, WERNER (Hrsg.), Handbuch modernes<br />
Sanierungsmanagement, München, 2007. Per indagini sulle concrete modalità operative cfr. INSITUT FÜR DIE<br />
STANDARDISIERUNG VON UNTERNEHMENSSANIERUNGEN (Hrsg.), Mindestanforderungen an Sanierungkonzepte (MaS),<br />
Heidelberg, 2008; Linee-guida per il finanziamento delle imprese in <strong>crisi</strong>, a cura dell’Università <strong>di</strong> Firenze, Assonime,<br />
CNDCEC, 2010.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
2 Business restructuring; Asset restructuring e Debt<br />
restructuring<br />
Se si osserva Se si osserva l’attività d’<strong>impresa</strong> organizzata strategicamente per il superamento<br />
<strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>nel</strong>la sua estensione effettiva emerge che le operazioni <strong>di</strong> ristrutturazione si articolano<br />
concettualmente intorno a tre <strong>fondamentali</strong> aree tematiche, che si concretizzano in apporti <strong>di</strong><br />
variabile importanza nei casi che si presentano: i) riassetto industriale, o <strong>della</strong> formula<br />
impren<strong>di</strong>toriale (Business restructuring); ii) interventi sul capitale investito (Asset restructurung) e<br />
iii) ristrutturazione <strong>della</strong> debitoria (Debt restructuring) ( 4 ).<br />
Per necessità pratica, le operazioni contrattuali o concorsuali <strong>di</strong> superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong><br />
non possono prescindere dalla coerente riorganizzazione dell’assetto aziendale (sotto il profilo<br />
finanziario, patrimoniale ed economico) alla quale deve razionalmente seguire la attuazione<br />
giuri<strong>di</strong>ca, generalmente culminante nei contratti sulla composizione del debito o <strong>nel</strong>la proposta <strong>di</strong><br />
concordato sottoposta ai cre<strong>di</strong>tori concorsuali ( 5 ).<br />
Se la composizione del debito costituisce attuazione <strong>di</strong> un segmento soltanto <strong>della</strong> strategia<br />
complessiva <strong>di</strong> superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> senza assorbirla per intero, non<strong>di</strong>meno assume<br />
importanza centrale. Come anticipato, la <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> assume rilievo giuri<strong>di</strong>co quando si<br />
accompagna all’insolvenza dell’impren<strong>di</strong>tore. Come <strong>di</strong>mostra la stessa definizione legale <strong>di</strong> stato <strong>di</strong><br />
insolvenza, quale impotenza a sod<strong>di</strong>sfare regolarmente le proprie obbligazioni, la strategia<br />
impren<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong>viene <strong>di</strong>rettamente rilevante <strong>nel</strong> <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> soprattutto sotto il<br />
profilo finanziario e non anche sotto il profilo operativo, pur essendo quest’ultimo inscin<strong>di</strong>bile dal<br />
primo. Benché la strategia d’<strong>impresa</strong> sia giuri<strong>di</strong>camente rilevante <strong>nel</strong>la sua interezza, essa è assunta<br />
dal <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>nel</strong>l’ottica e secondo lo schema <strong>della</strong> esecuzione del rapporto obbligatorio.<br />
( 4 ) La strategia complessiva <strong>di</strong> risanamento è naturalmente data dalla sinergia delle scelte strategiche ricadenti in una o<br />
più delle menzionate aree, secondo una combinazione che risulta variabile in rapporto alla tipologia <strong>di</strong> <strong>crisi</strong> da<br />
affrontare. Inoltre, mentre quasi sempre scelte <strong>di</strong> Business restructuring implicano azioni <strong>di</strong> Asset restructuring, queste<br />
ultime non richiedono necessariamente interventi <strong>di</strong> Business restructuring (cfr., esaustivamente, MOTTA, La<br />
<strong>di</strong>mensione economico-finanziaria <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>: alcune riflessioni, in AA.VV., Il nuovo <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong><br />
d’<strong>impresa</strong>, cit., 514 ss.).<br />
( 5 ) Cfr. BERTOLI, op.cit., 213 ss.; più recentemente, MOTTA, op.cit., 513 ss. Nella recente giurisprudenza, cfr. Trib.<br />
Roma 5 novembre 2009, in Corr. giur., 2010, 241.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
Potrebbe dunque affermarsi che <strong>nel</strong>la prospettiva giuri<strong>di</strong>ca Business restructuring e Asset<br />
restructurung rilevino non in se stesse ma in funzione <strong>della</strong> Debt restructuring. Tuttavia,<br />
l’obbiettivo finale è dato non dalla semplice composizione del debito, bensì dalla stabile<br />
composizione del debito (dunque, dalla sua sostenibilità prospettica), necessaria scongiurare la<br />
revocatoria: ed è <strong>nel</strong>l’aggettivo che traspare l’importanza <strong>di</strong> Business restructuring e Asset<br />
restructuring.<br />
La centralità <strong>della</strong> composizione del debito non giustifica la svalutazione <strong>della</strong> reale complessità<br />
<strong>della</strong> strategia e <strong>della</strong> sua attuazione giuri<strong>di</strong>ca (infatti la con<strong>di</strong>visibilità del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> debt<br />
restructuring <strong>di</strong>pende dall’adeguatezza strategica delle scelte <strong>di</strong> ristrutturazione industriale<br />
ipotizzate). Illuminante, in tal senso, anche la critica rivolta alla prassi aziendale <strong>di</strong> trattare il<br />
fenomeno <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> attraverso la <strong>di</strong>stinta <strong>pianificazione</strong> degli aspetti industriali da un<br />
lato e degli aspetti finanziari dall’altro. L’artficiale scomposizione <strong>della</strong> soluzione <strong>nel</strong> piano<br />
industriale e <strong>nel</strong> piano finanziario (dovuta alle <strong>di</strong>verse professionalità richieste per la composizione<br />
<strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> essi e all’oggetto <strong>della</strong> interlocuzione con le banche, limitata al piano finanziario)<br />
mortifica la rilevante interconnessione che si instaura tra problematiche industriali e finanziarie ( 6 ).<br />
( 6 ) Cfr. BRUGGER, op.cit., 2309 ss.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
3 Operazioni <strong>di</strong> risanamento e <strong>di</strong> liquidazione<br />
Scopo oggettivo delle operazioni per il superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> può essere <strong>di</strong><br />
recuperare il perduto equilibrio finanziario (la solvenza dell’impren<strong>di</strong>tore) oppure <strong>di</strong> liquidare un<br />
patrimonio incapiente <strong>di</strong>stribuendo i sacrifici tra i cre<strong>di</strong>tori ( 7 ).<br />
Come anche emerge dall’osservazione fenomenologia, e dalla constatazione <strong>della</strong> netta prevalenza<br />
statistica delle operazioni <strong>di</strong> liquidazione rispetto alle operazioni <strong>di</strong> ristrutturazione, queste ultime<br />
manifestano complessità e <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gran lunga superiori ( 8 ).<br />
Nelle operazioni <strong>di</strong> ristrutturazione l’accordo (o il concordato) non è a esecuzione istantanea ma<br />
consta <strong>di</strong> un vincolo obbligatorio la cui esecuzione si protrae <strong>nel</strong> tempo. La composizione del debito<br />
(obbiettivo finale) si raggiunge con il recupero <strong>della</strong> capacità economica e finanziaria e alla<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>della</strong> prosecuzione dell’attività d’<strong>impresa</strong>. L’adempimento dell’impegno è reso<br />
concretamente possibile dalla generazione dei flussi <strong>di</strong> cassa derivanti dalla prosecuzione<br />
dell’attività ( 9 ).<br />
( 7 ) La ristrutturazione del debito è sovente concepita come scarsamente compatibile con la cessazione dell’<strong>impresa</strong> e la<br />
liquidazione dell’attività. Nella Circolare <strong>della</strong> Banca d’Italia 30 luglio 2008, n. 272 si precisa che non rientrano <strong>nel</strong>la<br />
nozione <strong>di</strong> ‘esposizione ristrutturata’ « le esposizioni nei confronti <strong>di</strong> imprese per le quali sia prevista la cessazione<br />
dell’attività (ad esempio, casi <strong>di</strong> liquidazione volontaria o situazioni similari)». Tuttavia, i principi contabili su<br />
‘Ristrutturazione del debito e informativa <strong>di</strong> bilancio’, per una espressa autolimitazione, non si applicano alle<br />
«operazioni <strong>di</strong> ristrutturazione del debito che hanno finalità liquidatoria dell’<strong>impresa</strong> debitrice» ( essendo la fattispecie<br />
<strong>di</strong>sciplinata dal principio contabile OIC 5, ‘Bilanci <strong>di</strong> liquidazione’). Il che induce a ritenere che già <strong>nel</strong>l’ottica<br />
aziendalistica ristrutturazione del debito e liquidazione dell’<strong>impresa</strong> non siano fenomeni incompatibili; e che dunque la<br />
ristrutturazione possa prevedere o anche esaurirsi in una strategia <strong>di</strong> liquidazione.<br />
( 8 ) Circa l’importante settore delle imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, e in materia <strong>di</strong> amministrazione straor<strong>di</strong>naria, il<br />
risultato emerge con schietta evidenza <strong>nel</strong>la ricerca empirica <strong>di</strong> DANOVI, MONTANARO, L’amministrazione<br />
straor<strong>di</strong>naria delle gran<strong>di</strong> imprese in stato <strong>di</strong> insolvenza; primi spunti <strong>di</strong> verifica empirica, in Giur. comm., 2010, I,<br />
245, 245 ss.<br />
( 9 ) Ogni azienda può essere interpretata come una combinazione <strong>di</strong> attività e passività - la cui somma algebrica<br />
determina il patrimonio netto - costruita secondo una determinata formula impren<strong>di</strong>toriale e idonea a generare<br />
componenti positivi e negativi <strong>di</strong> risultato che, a seconda <strong>della</strong> logica <strong>di</strong> analisi adottata, avranno: natura red<strong>di</strong>tuale (o<br />
economica), quando l’analisi mira a ricostruire il risultato dell’attività sulla base <strong>della</strong> convenzione contabile del<br />
principio <strong>di</strong> competenza; natura finanziaria quando la logica <strong>di</strong> analisi mira a ricostruire e rappresentare i fenomeni<br />
gestionali intercorsi <strong>nel</strong>l’esercizio (o frazione dello stesso) sulla base del principio <strong>di</strong> cassa, ossia valutando l’effetto che<br />
i vari fenomeni aziendali hanno determinato in termini <strong>di</strong> entrate ed uscite monetarie (c.d. cash flow analysis). Ciò che<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
Recupero economico-finanziario e prosecuzione dell’attività si pongono quali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
eseguibilità del contratto (ne determinano il sinallagma funzionale) o del concordato. Per ulteriore<br />
conseguenza, il finalismo negoziale assume notevole complessità, essendo integrato non solo<br />
dall’obbiettivo finale (composizione del debito) ma anche da due obbiettivi strumentali (recupero<br />
finanziario e prosecuzione dell’attività). Tale finalismo resta inevitabilmente compromesso dal<br />
mancato perseguimento degli obbiettivi strumentali rispetto al primo e fondamentale: il perdurante<br />
squilibrio finanziario cagiona normalmente la cessazione dell’attività e la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong><br />
fallimento dell’impren<strong>di</strong>tore, ossia il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> liquidazione che l’accordo o il concordato<br />
tendevano a evitare.<br />
Diversamente, gli accor<strong>di</strong> e i concordati <strong>di</strong> liquidazione non richiedono il raggiungimento <strong>di</strong><br />
obbiettivi ulteriori rispetto alla composizione del debito, e non sono in alcun modo costruiti intorno<br />
alla acquisizione <strong>di</strong> utilità future <strong>di</strong> incerta verificazione e dunque <strong>di</strong> incerta ponderazione (come la<br />
riorganizzazione <strong>di</strong> flussi finanziari e il recupero <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività in misura sufficiente alle esigenze<br />
adempitive) ma restano fattualmente con<strong>di</strong>zionati soltanto dalla effettiva considerazione <strong>della</strong><br />
posizione <strong>di</strong> ogni singolo cre<strong>di</strong>tore dell’<strong>impresa</strong> in <strong>crisi</strong>. In particolare, per le soluzioni <strong>di</strong> natura<br />
contrattuale, la liquidazione convenuta del patrimonio deve realizzarsi in modo da sod<strong>di</strong>sfare tutti i<br />
cre<strong>di</strong>tori dell’<strong>impresa</strong> in <strong>crisi</strong>: alle con<strong>di</strong>zioni stabilite per chi le accetta; alle con<strong>di</strong>zioni originarie <strong>di</strong><br />
adempimento per chi resta estraneo all’accordo. La mancata sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> qualche cre<strong>di</strong>tore<br />
concretizza invece la possibilità <strong>della</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> fallimento: e dunque il mancato<br />
perseguimento, o la vanificazione, degli obbiettivi primari e tipici dell’accordo sulla <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>.<br />
Per esperienza pratica, questa schematizzazione non soffre eccezioni. Di solito, soprattutto quando<br />
la <strong>crisi</strong> ha concause <strong>di</strong> natura strategico-industriale, la ristrutturazione del debito si inserisce in un<br />
processo molto più complesso <strong>di</strong> riorganizzazione dell’attività d’<strong>impresa</strong> (c.d. turnaround), il cui<br />
conta soprattutto evidenziare è che l’interconnessione tra prosecuzione <strong>nel</strong>l’attività d’<strong>impresa</strong>, recupero <strong>della</strong> capacità<br />
economico-finanziaria e sostenibilità attuale e prospettica del debito (valutata ex ante ed ex post rispetto alla<br />
riqualificazione del debito ipotizzata), impone un’attenta valutazione <strong>della</strong> strategia <strong>di</strong> ristrutturazione dal punto <strong>di</strong> vista<br />
finanziario, al fine <strong>di</strong> valutare se i flussi finanziari in entrata e in uscita associati alle varie opzioni strategiche adottate<br />
<strong>nel</strong>l’ambito delle <strong>di</strong>verse aree <strong>di</strong> gestione <strong>nel</strong>l’orizzonte temporale considerato siano ragionevolmente idonei a produrre<br />
le con<strong>di</strong>zioni materiali <strong>di</strong> eseguibilità del contratto. Cfr., esaustivamente, BRUGGER, L’analisi <strong>della</strong> <strong>di</strong>namica<br />
finanziaria dell’<strong>impresa</strong>, Milano, 1980; ID., La gestione aziendale <strong>nel</strong>l’ottica finanziaria, in Finanza Marketing<br />
Produzione, 2/1983, 77 ss.; BREALEY, MYERS, SANDRI, Principi <strong>di</strong> finanza aziendale, trad. it., Milano, 1999 5 , (con<br />
riguardo alla <strong>pianificazione</strong>, v. 783 ss.). Cfr. anche, in una prospettiva operativa, MOTTA, Valore d’<strong>impresa</strong> e operazioni<br />
<strong>di</strong> acquisizione, in AA.VV., Manuale delle acquisizioni <strong>di</strong> imprese, a cura dello Stesso, Milano, 2003, 4 ss.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
obbiettivo è <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare stabilmente la formula impren<strong>di</strong>toriale ( 10 ); specie in simili evenienze<br />
può accadere che ristrutturazione e liquidazione si articolino in un <strong>di</strong>segno complessivo; inoltre, è<br />
frequente l’intervento <strong>nel</strong>la operazione economica <strong>di</strong> soggetti terzi apportatori <strong>di</strong> finanza o <strong>di</strong><br />
collaborazione <strong>nel</strong>l’attività d’<strong>impresa</strong> riorientata. La liquidazione convenuta transita a volte per la<br />
riallocazione dell’azienda o <strong>di</strong> suoi rami sul mercato (sod<strong>di</strong>sfacendosi i cre<strong>di</strong>tori con il ricavato<br />
dell’operazione <strong>di</strong> cessione) e non <strong>di</strong> rado prevede l’intervento <strong>di</strong> terzi finanziatori interessati a<br />
vario titolo (specialmente, per appartenere al gruppo <strong>di</strong> imprese in cui si colloca quella insolvente).<br />
Tuttavia, in ogni caso la finalità complessiva <strong>della</strong> operazione è alternativamente rinvenibile o <strong>nel</strong>la<br />
ristrutturazione del debito o <strong>nel</strong>la liquidazione convenuta del patrimonio dell’impren<strong>di</strong>tore: sempre<br />
al fine del superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>.<br />
( 10 ) Sullo specifico argomento cfr., tra gli aziandalisti, GUATRI, Turnaround, cit., spec. 203 ss.; BERTOLI, op.cit., 173 ss.<br />
Sul concetto <strong>di</strong> ‘formula impren<strong>di</strong>toriale’ cfr. CODA, L’orientamento strategico dell’<strong>impresa</strong>, Torino, 1988, 72 ss.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
4 Pianificazione aziendale e <strong><strong>di</strong>ritto</strong> positivo <strong>della</strong><br />
<strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong><br />
La specifica strategia d’<strong>impresa</strong> avente a oggetto il superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> è descritta in un<br />
programma o piano, che ne rappresenta la formalizzazione quantitativa. In generale, il termine<br />
‘piano’ (o progetto o programma) designa una enunciazione dettagliata <strong>di</strong> ciò che si vuole fare,<br />
rispondente a una attuazione prevalentemente tecnica. Svolgere attività d’<strong>impresa</strong> implica, <strong>nel</strong>la<br />
pratica, un continuo esercizio <strong>di</strong> <strong>pianificazione</strong>: dalla situazione <strong>di</strong> start up (in cui alla nuova<br />
<strong>impresa</strong> può esser richiesta la redazione <strong>di</strong> un business plan per le più <strong>di</strong>verse finalità, come attrarre<br />
investitori specializzati oppure ottenere finanziamenti bancari) e per tutto l’arco dell’attività<br />
d’<strong>impresa</strong>: non solo in costanza <strong>di</strong> modello <strong>di</strong> business ma anche in tutti i casi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione del<br />
modello (con il lancio <strong>di</strong> nuovi prodotti o l’ingresso in nuovi mercati, o <strong>nel</strong>l’ipotesi <strong>di</strong> aggregazione<br />
aziendale o <strong>di</strong> altre operazioni straor<strong>di</strong>narie). In effetti l’attività d’<strong>impresa</strong>, poiché si svolge in un<br />
contesto d’incertezza, presuppone sempre una strategia, il cui livello <strong>di</strong> formalizzazione può variare<br />
sulla base delle <strong>di</strong>mensioni e delle caratteristiche organizzative ( 11 ).<br />
Dopo le riforme degli ultimi anni il ‘piano’ può legittimamente essere considerato non soltanto uno<br />
strumento <strong>della</strong> prassi, ma anche una figura del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> positivo d’<strong>impresa</strong>, che pure richiede in<br />
determinati casi atti e documenti che implicano una sottostante attività <strong>di</strong> <strong>pianificazione</strong> ( 12 ). Ma è<br />
proprio <strong>nel</strong> settore del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> sulla <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> (sia contrattuale che procedurale) che il piano<br />
aziendale assume un rilievo centrale.<br />
Le iniziali previsioni, costantemente riba<strong>di</strong>te, si annoverano <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>scipline <strong>della</strong> amministrazione<br />
straor<strong>di</strong>naria, dove sono previsti piani <strong>di</strong> ristrutturazione e <strong>di</strong> liquidazione che concernono o il<br />
superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> tramite ristrutturazione economica e finanziaria oppure la cessione dei<br />
complessi aziendali, e non – imme<strong>di</strong>atamente - la liquidazione in senso proprio e stretto dei beni e<br />
( 11 ) Come è stato efficacemente osservato «Non è neppure concepibile che un’iniziativa impren<strong>di</strong>toriale, se appena<br />
implica interessi <strong>di</strong> qualche rilevanza ed è proposta da soggetti dotati <strong>di</strong> ragionevolezza e <strong>di</strong> adeguate conoscenze,<br />
venga intrapresa senza stabilire alcuni obiettivi <strong>fondamentali</strong> (strategici) e senza tradurre in un ‘progetto’ (il tipico<br />
business plan) le vie e le modalità proposte per la loro realizzazione. Il collegamento strategia-<strong>pianificazione</strong> è, in linea<br />
<strong>di</strong> principio, naturale e irrinunciabile. Lo stesso si può <strong>di</strong>re ogni qualvolta, come spesso accade <strong>nel</strong> corso <strong>della</strong> vita <strong>di</strong><br />
un’<strong>impresa</strong>, il progetto impren<strong>di</strong>toriale sia assoggettato a rime<strong>di</strong>tazione e debba essere corretto, o semplicemente<br />
aggiornato» (GUATRI, SICCA, Strategie, leve del valore e valutazione delle aziende, Milano, 2000, 21 ss.).<br />
( 12 ) Si pensi all’art. 2501 bis c.c. in tema <strong>di</strong> fusione a seguito <strong>di</strong> acquisizione con indebitamento.<br />
Attenzione! Questo materiale <strong>di</strong>dattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente<br />
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti <strong>della</strong> legge sul <strong><strong>di</strong>ritto</strong> d’autore<br />
(L. 22.04.1941/n. 633)<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
delle attività (artt. 27 d.lgs. 8 luglio 1999, n. n. 270; 4 l. 18 febbraio 2004, n. 39). Di seguito si è<br />
trascorsi non solo alle esplicite <strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong> contratti (con la figura del ‘piano attesto’,<br />
art. 67, comma 3, lett. d) l. fall.) ma anche alle regole in tema <strong>di</strong> concordato: <strong>nel</strong> concordato<br />
preventivo è stabilita la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un piano da presentare <strong>nel</strong>la domanda del debitore (art.<br />
160 l. fall.); anche <strong>nel</strong> concordato fallimentare la domanda si fonda su <strong>di</strong> un piano (art. 124 l. fall.).<br />
Persino con riguardo al fallimento, è oggi sancita la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong><br />
liquidazione (art. 104 ter l. fall.).<br />
Più <strong>di</strong>ffusamente, può osservarsi che in tema <strong>di</strong> amministrazione straor<strong>di</strong>naria delle gran<strong>di</strong> imprese<br />
in <strong>crisi</strong> l’art. 27 d.lgs. 8 luglio 1999, n. 270 <strong>di</strong>spone che le imprese <strong>di</strong>chiarate insolventi a norma del<br />
precedente articolo 3 sono ammesse alla procedura <strong>di</strong> amministrazione straor<strong>di</strong>naria quando<br />
presentino concrete prospettive <strong>di</strong> recupero dell’equilibrio economico delle attività impren<strong>di</strong>toriali.<br />
Il generico riferimento al risanamento dell’<strong>impresa</strong> assume consistenza attraverso la in<strong>di</strong>cazione<br />
delle modalità alternativamente stabilite per tale risultato. Dispone infatti l’art. 27 in esame che la<br />
ristrutturazione può conseguirsi, in via alternativa, tramite la cessione dei complessi aziendali sulla<br />
base <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> prosecuzione dell’esercizio dell’<strong>impresa</strong> <strong>di</strong> durata non superiore ad un<br />
anno (c.d. “programma <strong>di</strong> cessione dei complessi aziendali”) o tramite la ristrutturazione economica<br />
e finanziaria dell’<strong>impresa</strong> sulla base <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> risanamento <strong>di</strong> durata non superiore a due<br />
anni (c.d. “programma <strong>di</strong> ristrutturazione”). Con riguardo al programma <strong>di</strong> cessione, a seguito del<br />
d.l 28 agosto 2008, n. 134 conv. in l. 27 ottobre 2008, n. 166, va aggiunto che per le società operanti<br />
nei servizi pubblici essenziali la cessione può riguardare complessi <strong>di</strong> beni e contratti sulla base <strong>di</strong><br />
un programma <strong>di</strong> prosecuzione dell’esercizio dell’<strong>impresa</strong> <strong>di</strong> durata non superiore ad un anno (c.d.<br />
“programma <strong>di</strong> cessione <strong>di</strong> complessi <strong>di</strong> beni o contratti”). Tali in<strong>di</strong>cazioni vanno completate con il<br />
richiamo al precedente articolo 1 che fissa, per l’obiettivo <strong>della</strong> conservazione del patrimonio<br />
produttivo, le possibili vie <strong>della</strong> prosecuzione, <strong>della</strong> riattivazione e <strong>della</strong> riconversione delle attività.<br />
Nel <strong><strong>di</strong>ritto</strong> contrattuale e nei concordati il piano assume un ruolo assorbente ( 13 ). In tale ambito la<br />
<strong>pianificazione</strong> rimane sottratta a ogni automatismo e a ogni predeterminazione che non valgano<br />
anche per l’esercizio dell’autonomia negoziale. Come quell’esercizio è libero, così è aperto alla<br />
libera determinazione dei privati la possibilità contenutistica del piano ( 14 ). Proprio l’ampiezza dello<br />
( 13 ) Di «centralità» del piano <strong>nel</strong>le soluzioni concordatarie <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> <strong>di</strong>scorre GUERRERA, Le soluzioni<br />
concordatarie, in AA.VV., Diritto fallimentare. Manuale breve, Milano, 2008, 133.<br />
( 14 ) Non accade lo stesso in altre fattispecie, come il fallimento: dove non soltanto la <strong>pianificazione</strong> è assoggettata a una<br />
finalità stringente e prestabilita <strong>nel</strong>la legge, data dalla liquidazione del patrimonio del debitore, ma deve anche seguire<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
spazio determinativo e la sottrazione a ogni vincolo <strong>di</strong> tipicità oltre che a qualsivoglia<br />
predeterminazione contenutistica sostanziano l’importanza del piano in questi contesti operativi,<br />
dove le possibilità <strong>di</strong> successo dell’operazione <strong>di</strong>pendono proprio dalla qualità e dalla efficienza<br />
<strong>della</strong> soluzione proposta <strong>nel</strong> piano. Come sempre accade, l’ampiezza <strong>della</strong> libertà è <strong>di</strong>rettamente<br />
proporzionale alla estensione del rischio. Perciò, a tutela <strong>di</strong> coloro che aderiscono alla<br />
<strong>pianificazione</strong> – cre<strong>di</strong>tori ma anche terzi finanziatori e acquirenti <strong>di</strong> asset – il legislatore si<br />
preoccupa alquanto <strong>della</strong> efficienza e <strong>della</strong> soli<strong>di</strong>tà del piano: stabilendo regole che, salvaguardando<br />
la libertà determinativa dei privati, mirano tuttavia ad assicurare la veri<strong>di</strong>cità dei dati aziendali <strong>di</strong><br />
partenza e la ragionevolezza e fattibilità del programma medesimo ( 15 ). Anche a causa dell’elevato<br />
rischio connaturato a simili operazioni, un carattere del piano certamente non necessario - ma<br />
non<strong>di</strong>meno ricorrente - è la <strong>di</strong>mensione plurisoggettiva <strong>della</strong> sua elaborazione. Un carattere del<br />
piano teoricamente eventuale - ma sempre attuale in pratica - è <strong>nel</strong>la necessità che alcuni o tutti i<br />
suoi punti siano oggetto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Ciò accade quando <strong>nel</strong> piano siano coinvolti soggetti<br />
<strong>di</strong>versi dai redattori e <strong>di</strong> cui si chiede in qualche modo la partecipazione ( 16 ). In questi casi - e sono i<br />
casi considerati <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>sposizioni <strong>della</strong> legge ‘fallimentare’ - il piano, quale formalizzazione <strong>di</strong> una<br />
strategia <strong>di</strong> superamento <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>, costituisce il dato aziendale su cui si articola una<br />
complessa attività giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> matrice negoziale finalizzata a realizzare <strong>nel</strong> mondo del <strong><strong>di</strong>ritto</strong><br />
risultati corrispondenti a quella programmazione tecnica. E può fin d’ora anticiparsi: il piano (sulla<br />
<strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>) costituisce la ragione del contratto (anch’esso sulla <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong>) e del<br />
concordato.<br />
Se, inoltre, si pone mente al contesto in cui si svolge l’<strong>impresa</strong>, e cioè al mercato; se si riflette sulla<br />
<strong>di</strong>namica relazionale costitutiva del mercato stesso; se si considera che l’insolvenza commerciale<br />
assume una <strong>di</strong>mensione spiccatamente relazionale (pregiu<strong>di</strong>cando la relazione commerciale in<br />
essere, e cioè il rapporto obbligatorio in esecuzione) allora non solo si rimane ulteriormente<br />
persuasi che il piano sulla <strong>crisi</strong> dell’<strong>impresa</strong> è funzionale, oltre che a riposizionare strategicamente<br />
l’<strong>impresa</strong>, anche a ristrutturare o definire relazioni commerciali, ossia (e prevalentemente) rapporti<br />
regole conformative tuttora alquanto rigide (e così, per es., in tema <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te, da organizzarsi secondo criteri <strong>di</strong><br />
competitività).<br />
( 15 ) Cfr. le espressioni, varie ma sufficientemente assimilabili <strong>nel</strong> contenuto precettivo essenziale, degli artt. 67, comma<br />
3, lett. d); 161, comma 3, 182 bis, comma 1, l.fall.<br />
( 16 ) Cfr., sul punto, la ricostruzione <strong>di</strong> GALLETTI, I piani <strong>di</strong> risanamento e <strong>di</strong> ristrutturazione, in Riv. trim. <strong>di</strong>r. proc. civ.,<br />
2006, 1195 ss.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
obbligatori; ma si comprende anche come mai proprio il Debt restructuring sia oggetto <strong>di</strong> primaria<br />
considerazione <strong>nel</strong>la legge. Per questo decisivo profilo emerge che il piano, mentre può essere<br />
progettato dal debitore in solitu<strong>di</strong>ne, invece non può essere praticamente attuato che <strong>nel</strong>la<br />
con<strong>di</strong>visione degli obbiettivi perlomeno tra quel debitore e i suoi cre<strong>di</strong>tori (compresi <strong>nel</strong> gruppo<br />
anche gli obbligazionisti, gli investitori e i finanziatori). Se <strong>nel</strong> piano si prevede la ristrutturazione<br />
del debito o la liquidazione convenzionale del patrimonio, la praticabilità del piano stesso è<br />
con<strong>di</strong>zionata dalla adesione dei cre<strong>di</strong>tori interessati alle mo<strong>di</strong>ficazioni giuri<strong>di</strong>che <strong>di</strong> atti e rapporti<br />
richieste dal piano. Senza l’approvazione del piano da parte dei cre<strong>di</strong>tori le cui posizioni sono in<br />
esso ristrutturate - e dunque senza l’accordo <strong>di</strong> ciascun cre<strong>di</strong>tore sulla singola posizione per come<br />
ristrutturata <strong>nel</strong> piano stesso da attuarsi contrattualmente, e senza la con<strong>di</strong>visione del piano<br />
concordatario da parte dei cre<strong>di</strong>tori esprimenti le maggioranze richieste dalla legge perché la<br />
proposta del debitore <strong>di</strong>venga vincolante per i <strong>di</strong>ssenzienti - il programma <strong>di</strong> ristrutturazione non è<br />
realizzabile giacché il debitore resta obbligato alle con<strong>di</strong>zioni originarie e ostative alla<br />
ristrutturazione o liquidazione per come pianificata. Pertanto, una volta delineato, il piano deve<br />
essere presentato ai cre<strong>di</strong>tori; superato il vaglio dei cre<strong>di</strong>tori può cre<strong>di</strong>bilmente aprirsi ad altre<br />
partecipazioni, eventualmente in<strong>di</strong>spensabili: come quella degli apportatori <strong>di</strong> capitale <strong>di</strong> rischio <strong>nel</strong><br />
soggetto collettivo, dei terzi finanziatori dell’operazione, degli acquirenti dell’azienda o <strong>di</strong> suoi<br />
rami, e così via ( 17 ).<br />
( 17 ) Cfr. ROE, Corporate reorganization and Bankruptcy (legal and financial materials), New York, 2000, 38 ss.; 106<br />
ss.<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
5 Pianificazione aziendale e fallimento<br />
Anche <strong>nel</strong> fallimento rileva la <strong>pianificazione</strong>. Proprio in tale ultimo àmbito la novità si mostra<br />
effettiva. Nella relazione illustrativa si legge (sub art. 104 ter) che il programma <strong>di</strong> liquidazione<br />
rappresenta una novità assoluta, tesa a semplificare e razionalizzare la fase <strong>di</strong> liquidazione<br />
dell’attivo.<br />
Al contrario <strong>di</strong> quanto previsto <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>scipline sulla amministrazione straor<strong>di</strong>naria, <strong>nel</strong>la legge<br />
fallimentare il programma è espressamente definito <strong>di</strong> liquidazione.<br />
In tal senso, si apprezza certamente una novità. Che origina, tuttavia, una domanda generale <strong>di</strong><br />
portata teorica sulla compatibilità – e se affermata, in quali limiti - del concetto <strong>di</strong> ‘programma’<br />
(che implica una enunciazione su ciò che ci si propone <strong>di</strong> fare; un piano <strong>di</strong> lavoro) con quello <strong>di</strong><br />
‘liquidazione proce<strong>di</strong>mentale’ (che richiama piuttosto la proceduralità dell’azione giuris<strong>di</strong>zionale).<br />
Altro è la <strong>pianificazione</strong> in accor<strong>di</strong> e concordati (fatto aziendale connaturato agli stessi) altro è il<br />
programma <strong>di</strong> liquidazione fallimentare (che vale, alquanto modestamente, quale organizzazione<br />
<strong>della</strong> liquidazione) ( 18 ).<br />
Con la precisazione ora svolta, e riallacciandosi alle precedenti considerazioni <strong>di</strong> carattere generale,<br />
può concludersi che la <strong>pianificazione</strong> degli interventi sulla <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> ha assunto anche <strong>nel</strong><br />
nostro or<strong>di</strong>namento l’importanza già conseguita in altri or<strong>di</strong>namenti vicini.<br />
La pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> piani è facoltà usualmente concessa ai protagonisti <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> d’<strong>impresa</strong> <strong>nel</strong>le<br />
procedure <strong>di</strong> insolvenza vigenti in or<strong>di</strong>namenti affini: basti citare gli esempi tedesco e statunitense,<br />
maggiormente presi <strong>di</strong> mira dal legislatore in occasione <strong>della</strong> riforma. In particolare, circa<br />
l’or<strong>di</strong>namento tedesco, per comune opinione il piano <strong>di</strong> regolazione dell’insolvenza (Insolvenzplan)<br />
<strong>di</strong> cui ai §§ 217 ss. InsO costituisce il punto centrale <strong>della</strong> riforma, avendo la relativa <strong>di</strong>sciplina<br />
sostituito quella che precedentemente definiva i concordati, preventivo e fallimentare. ( 19 ).<br />
( 18 ) Sul tema cfr., in generale, il saggio <strong>di</strong> FIMMANÒ, ESPOSITO, La liquidazione dell’attivo fallimentare, Torino, 2006,<br />
spec. 204 ss., dove il programma <strong>di</strong> liquidazione è presentato come modalità razonalizzatrice del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
liquidazione efficiente alla conservazione del valore aziendale.<br />
( 19 ) Cfr. esemplificativamente, tra le opere de<strong>di</strong>cate, oltre a quelle già citate, HERZIG, Das Insolvenzplanverfahren,<br />
Frankfurt a.M., 2001; FISCHER, Die unternehmerischen Mitwirkungsrechte der Gläubiger in der Überwachungsphase<br />
des Insolvenzplans, Köln, 2002; FRANK, Die Überwachung der Planerfüllung, Köln, 2002; HESS, OBERMÜLLER,<br />
Insolvenzplan. Restschuldbefreiung und Verbraucherinsolvenz, Heidelberg, 2003 3 ; SMID,<br />
RATTUNDE, Der<br />
Insolvenzplan, Stuttgard, 2005 2 ; v. inoltre OBERMÜLLER, in OBERMÜLLER, HESS, InsO. Eine systematische Darstellung<br />
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Concetti <strong>fondamentali</strong> del <strong><strong>di</strong>ritto</strong> <strong>della</strong> <strong>crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>impresa</strong><br />
des neuen Insolvenzrechts, Heidelberg, 2003 4 , 47 ss.; EIDENMÜLLER, in KIRCHHOF, LWOWSKI, STÜRNER (Hrsg.),<br />
Münchener Kommentar. Insolvenzordnung, II, München, 2008, 1631 ss. Circa l’or<strong>di</strong>namento statunitense, il rinvio è<br />
alla notissima <strong>di</strong>sciplina del Chapter 11 del Bankruptcy Code, che ha suscitato decisiva influenza sugli altri or<strong>di</strong>namenti<br />
occidentali. Cfr., in generale, BLUMBERG, The Law of Corporate Groups. Bankruptcy Law, Boston, Toronto, 1985; più<br />
recentemente, BLUM, Bankruptcy and debtor/cre<strong>di</strong>tor, New York, 2006, 500 ss.; BAIRD, The elements of Bankruptcy,<br />
New York, 2006, 207 ss.; ROE, op.cit. Infine, sul plans de salvaguarde et de redressement secondo la <strong>di</strong>sciplina,<br />
rispettivamente, degli artt. L. 620-1 e 631-1 code comm. cfr., per tutti, ROUSSEL GALLE, Réforme du droit des<br />
enterprises en <strong>di</strong>fficulté, Paris, 2005, 220 ss.<br />
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Bibliografia<br />
Si rinvia alla bibliografia generale e alle note.<br />
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