storia ed evoluzione del design industriale xx secolo - Maria Maltoni
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STORIA ED EVOLUZIONE DEL<br />
DESIGN INDUSTRIALE<br />
XX SECOLO
IL BAUHAUS<br />
Walter Gropius, allievo di Van de Velde e da<br />
questi chiamato a dirigere il Bauhaus di<br />
Weimar nel 1919, creò nel periodo che va sino al<br />
1928, prima a Weimar e poi a Dessau, quella<br />
che diventò ben presto la scuola-simbolo <strong>del</strong><br />
Movimento moderno, tanto in architettura che<br />
nelle arti visive.
Partendo da una impostazione spiccatamente<br />
sociale, che mirava a creare per il popolo<br />
un’arte capace di raggiungere col minimo<br />
costo il massimo risultato estetico, la lezione di<br />
Gropius si basava su una chiara accettazione<br />
<strong>del</strong>la macchina e <strong>del</strong>la necessità di fornire<br />
nuovi mo<strong>del</strong>li funzionali all’industria.<br />
E mirava, utopisticamente, a realizzare una<br />
fusione tra le diverse arti, attraverso<br />
l’integrazione <strong>del</strong>l’insegnamento artistico con<br />
quello scientifico e tecnico.
Basterebbero le realizzazioni di Marcel Breuer o le seggiole<br />
di Mies Van der Rohe<br />
o la maniglia di nichel di Gropius o l’automobile Adler per<br />
evidenziare l’importantissimo traguardo raggiunto da quei<br />
pionieri.
i famosi mobili di tubo d’acciaio cromato di Brauer<br />
Poltrona Vassily
Le s<strong>ed</strong>ie di Mies van der Rohe
Poltrona Barcelona 1928
Maniglia di nichel cromato di Gropius
Automobile Adler 1931
Questi primi oggetti metallici, insieme ad alcuni<br />
mobili creati dagli architetti di De Stijl (come la<br />
s<strong>ed</strong>ia Rietveld <strong>del</strong> 1917) costituiscono il punto di<br />
partenza <strong>del</strong> tentativo di coniugare arte e<br />
produzione meccanica.<br />
Sono oggetti totalmente sfrondati da ogni<br />
compiacimento decorativo, che invece appariva<br />
ancora nell’art nouveau.
Con la purificazione formale e la razionalizzazione<br />
tecnica compiuta da Gropius e dai suoi seguaci, il<br />
<strong>design</strong> iniziò ad essere inteso come lavoro sulla<br />
struttura <strong>del</strong>l’oggetto, addirittura sul suo significato, e<br />
non più come decorazione.
Dopo lo scioglimento <strong>del</strong>la scuola da parte dei nazisti,<br />
gran parte dei migliori architetti e <strong>design</strong>ers t<strong>ed</strong>eschi<br />
emigrarono negli Stati Uniti dove poterono riprendere<br />
l’insegnamento e far fiorire istituzioni come l’Institute of<br />
Design di Chicago, l’Illinois Institute of Technology (IIT),<br />
il Massachussets Institute of Technology (MIT).
USA<br />
Sarebbe però un errore cr<strong>ed</strong>ere che l’arrivo degli artefici<br />
<strong>del</strong> Bauhaus abbia trasformato di colpo quel mercato<br />
adattandolo al gusto e ai criteri europei.<br />
Gli Stati Uniti erano, già a partire dalla II metà <strong>del</strong> XIX<br />
<strong>secolo</strong>, una nazione altamente industrializzata che aveva<br />
dato importantissimi apporti all’architettura moderna e<br />
al disegno <strong>industriale</strong>.
Già negli anni tra le due guerre mondiali l’America aveva<br />
visto svilupparsi il fenomeno <strong>del</strong>lo styling: molti prodotti<br />
venivano presentati con un aspetto esteriore assai più curato<br />
che in Europa.<br />
Esistevano grandi studi di consulenza grafica a cui le ditte<br />
potevano rivolgersi.<br />
E’ da questi studi che uscirono ad esempio i primi frigoriferi,<br />
alcuni aerei, parecchie automobili, elettrodomestici di ogni<br />
tipo.
Studio di Walter Teague
Lampada cobra
Paul Fuller 1948<br />
Wells Coates<br />
1932
Henry Dreyfus fu il <strong>design</strong>er di fiducia <strong>del</strong>la Bell Company<br />
(telefonia), ma si occupò di aerei, navi, estintori, trattori ecc….
Supercostellation G 1551
Charles Eames fu tra i più geniali <strong>design</strong>ers <strong>del</strong>la generazione<br />
successiva, notissimo per le s<strong>ed</strong>ie in compensato curvo e tubo<br />
d’acciaio, per le originali composizioni in plastica e legno.
Altri grandi <strong>design</strong>ers furono Eero Saarinen e Philip Johnson, che<br />
furono anche architetti e che prestarono la loro opera per la<br />
produzione di mobili sia in legno che in plastica realizzati in serie dalle<br />
ditte Knoll e Miller, i cui prodotti presto invasero anche i mercati<br />
europei.
Tulip armchair
Raymond Loewy si occupò di tantissimi prodotti …..
Si interessò anche <strong>del</strong>la linea di molte automobili e la sua Studebaker<br />
(1955) fu uno degli esempi di automobili più eleganti <strong>del</strong>la panoramica<br />
americana.
Infatti si manifestò, specie<br />
negli anni successivi alla<br />
guerra, una tendenza<br />
verso un tipo di macchina<br />
sempre più vistoso, dovuto<br />
alla richiesta <strong>del</strong><br />
consumatore americano<br />
che riversava<br />
sull’automobile gran parte<br />
<strong>del</strong>la sua volontà di<br />
affermazione e<br />
differenziazione sociale.
Negli USA le tendenze <strong>del</strong> <strong>design</strong><br />
rispecchiarono una esaltazione <strong>del</strong>lo styling e<br />
una carenza di autentiche novità formali che<br />
fossero anche novità estetiche, e qualcosa <strong>del</strong><br />
genere accadde anche negli altri Paesi<br />
altamente industrializzati.
GRAN BRETAGNA<br />
In Gran Bretagna, proprio a causa <strong>del</strong>la precocissima<br />
industrializzazione <strong>del</strong> paese, la richiesta <strong>del</strong> pubblico era più<br />
facilmente colmabile anche attraverso un prodotto che<br />
mantenesse le sue caratteristiche normali per un periodo<br />
assai lungo.<br />
Eppure anche la Gran Bretagna accolse l’indirizzo degli altri<br />
Paesi, forse proprio trascinata dall’Italia.<br />
Due mostre di disegno <strong>industriale</strong> che furono allestite a<br />
Londra nel 1955 e 1956 ebbero un inatteso successo.<br />
Poco dopo, visto che la domanda <strong>del</strong> pubblico si rivolgeva<br />
verso tipi di auto continentali, fu chiamato Pininfarina a<br />
disegnare le carrozzerie di alcune automobili <strong>del</strong>la Morris e<br />
<strong>del</strong>la Austin.
GERMANIA<br />
La Germania <strong>del</strong> dopoguerra ha dato esempi di<br />
rinnovamento solo negli anni 70.<br />
Comunque, grazie all’alto grado di industrializzazione<br />
<strong>del</strong> paese, esistono moltissimi esempi di prodotti<br />
industriali nei quali il disegno è sufficientemente<br />
accurato.
Apparecchio radio disegnato da<br />
Hans Gugelot per la Braun<br />
Orologio di Max Bill per Junghaus<br />
Posate di Hugo Pott
Il campo in cui la Germania ha offerto<br />
l’esperimento più notevole è quello didattico con<br />
la fondazione nel 1954 <strong>del</strong>la Scuola di ULM<br />
(scuola superiore per la formazione) dove fu<br />
chiamato come direttore lo svizzero Max Bill,<br />
scultore, grafico e saggista, che era stato uno dei<br />
più giovani allievi <strong>del</strong> Bauhaus.
FRANCIA<br />
In Francia, nonostante l’alto grado di<br />
industrializzazione e l’interesse per i problemi <strong>del</strong><br />
disegno <strong>industriale</strong>, non si sono avute rilevanti<br />
novità strutturali e formali, se si eccettua certo<br />
disegno nel settore automobilistico.
Citroen DS 19 <strong>del</strong> 1955
Lampada Arà disegnata nel 1988 per la Flos<br />
Un caso che rasenta l’area<br />
<strong>del</strong> kitsch è il successo di<br />
Philippe Starck, uno dei<br />
più rappresentativi<br />
esponenti <strong>del</strong>l’estetica<br />
postmoderna.<br />
Nei suoi progetti si<br />
combinano uno studiato<br />
aspetto funzionale con una<br />
elevata dimensione<br />
metaforica, vicina<br />
all’estetica <strong>del</strong> giocattolo.
SCANDINAVIA<br />
La qualità e il prestigio <strong>del</strong> <strong>design</strong> scandinavo sono<br />
noti soprattutto grazie ai mobili e agli oggetti<br />
casalinghi sv<strong>ed</strong>esi, danesi e finlandesi.<br />
Molti di questi oggetti, anche se concepiti per la<br />
produzione in serie e realizzati secondo i metodi <strong>del</strong>la<br />
più rigorosa standardizzazione, conservano in parte<br />
una piacevolezza <strong>del</strong> materiale che ricorda i<br />
progenitori artigianali.<br />
Per purezza di linea e per assenza di sovrastrutture<br />
decorative molti di questi prodotti sono senz’altro tra<br />
i più «artistici» che oggi possa fornire l’industria<br />
moderna.
Finn Juhl, danese anni ‘50
The Egg di Arne Jacobsen
1955
Alvar Aalto Finlandia
Finlandia<br />
Tapio Wirkkala
D’altra parte vale anche la pena ricordare come dagli anni 80 la diffusione su<br />
larghissima scala di mobili standard prodotti nei paesi nordici attraverso catene<br />
produttivo-commerciali come quella <strong>del</strong>l’Ikea, hanno fatto molto discutere i<br />
teorici per l’abbassamento inevitabile <strong>del</strong> livello ideativo, neccessario a una<br />
produzione di basso costo.
GIAPPONE<br />
L’accusa spesso rivolta al Giappone di non avere<br />
un’autonomia stilistica nel prodotto <strong>industriale</strong><br />
moderno e di avere accettato i mo<strong>del</strong>li<br />
occidentali senza una vera invenzione formale<br />
non regge di fronte alla quantità di ottimi<br />
prodotti creati negli ultimi anni, in competizione<br />
economica coi mercati europei e americani e<br />
senza tuttavia aver rinunciato a mantenere una<br />
spiccata individualità stilistica, non solo nel<br />
settore più tradizionale <strong>del</strong>la casa e <strong>del</strong> mobile,<br />
ma persino in quello di certe suppellettili e di<br />
taluni elettrodomestici.
E’ ovvio che gli oggetti legati alle ultime scoperte<br />
tecniche (radio, tv, apparecchi fotografici,<br />
registratori, computers) non offrano, se<br />
paragonati a quelli occidentali, nessuna<br />
particolare novità espressiva.<br />
Ma se invece ci rivolgiamo al vasto settore un<br />
tempo artigianale e oggi ampiamente<br />
industrializzato, risultano evidenti alcune<br />
peculiarità nazionali.
Possiamo ricordare per la raffinatezza e la<br />
precisione <strong>del</strong> disegno, oltre che per la<br />
bontà esecutiva, i mobili di Sori Yanagi<br />
Sgabello Butterfly <strong>del</strong> 1955
Tavolo in ebano e vetro – 1944 di Isamu Noguchi che è anche scultore
Radio Nurse<br />
1937