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CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

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lottizzazione derogava alle previsioni del Piano Regolatore Generale. E ad<strong>di</strong>rittura, l’iter<br />

amministrativo poteva contenere tavole urbanistiche mo<strong>di</strong>ficate rispetto alla realtà dei luoghi.<br />

12 ottobre - Finì sotto sequestro villa Turrisana, una delle ultime <strong>di</strong>more storiche della campagna<br />

<strong>di</strong> Trani, dove da alcuni mesi erano in corso lavori <strong>di</strong> demolizione: della struttura originaria, ormai,<br />

non rimaneva che solo la facciata. Per questo il gip del Tribunale <strong>di</strong> Trani ne <strong>di</strong>spose il sequestro<br />

che fu eseguito il pomeriggio del 12 ottobre dalla polizia municipale. Il proce<strong>di</strong>mento vedeva<br />

indagate quattro persone, a cominciare dal <strong>di</strong>rettore dei lavori e progettista, l’ingegnere Ugo Betti,<br />

attuale assessore all’Urbanistica del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Trani, che con<strong>di</strong>videva l’incarico con Angelo<br />

Antonio Iannelli; indagati anche la committente dei lavori, Erica Anna Raguseo, amministratrice<br />

della Gavetone srl e Leonardo Curci, titolare della Tecnogest, l’impresa esecutrice dei lavori.<br />

Nonostante il valore storico-ambientale dell’immobile, erano già state realizzate strutture in<br />

conglomerato cementizio armato in totale <strong>di</strong>fformità del progetto depositato al Genio civile. A<br />

portare a galla la vicenda fu la Legambiente <strong>di</strong> Trani, che presentò denuncia, con ampia<br />

documentazione fotografica allegata, nel giugno 2011.<br />

notte 18 – 19 ottobre - Ladri <strong>di</strong> uva in trasferta a Bisceglie: arrestati 4 terlizzesi. Si trattava del<br />

trentenne Michele Bressan, noto alle forze dell’or<strong>di</strong>ne, e <strong>di</strong> tre incensurati, tutti ventenni: F.B., D.B.<br />

e G.B.. Due <strong>di</strong> loro erano imparentati. Pareva che questa non fosse la prima volta della banda, in<br />

territorio biscegliese. Era da poco passata la mezzanotte. Una pattuglia delle Guar<strong>di</strong>e campestri<br />

perlustrava i terreni in contrada ‘La Padula’ in agro <strong>di</strong> Bisceglie. In un vigneto <strong>di</strong> un’impostante<br />

azienda agricola, i vigilantes avvistarono una Renault Clio, risultata poi <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Bressan.La<br />

circostanza li insospettì. Chiamarono i rinforzi, e, scovati i 4 giovani riuscirono a bloccarli. Allertati<br />

dalle guar<strong>di</strong>e i carabinieri della stazione <strong>di</strong> Bisceglie raggiunsero il fondo e constatarono la<br />

flagranza del reato. I ladri non erano andati troppo per il sottile e avevano strappato, più che<br />

raccolto, un quintale <strong>di</strong> uva ‘Italia’, che quasi certamente era destinata ad acquirenti compiacenti.<br />

Con l’accusa <strong>di</strong> furto aggravato finirono tutti e quattro in manette. L’uva, naturalmente, fu restituita<br />

al legittimo proprietario, il quale tuttavia denunciò un danno al tendone <strong>di</strong> circa 4mila euro.<br />

21 ottobre - Un villetta in tufo, a trecento metri da Castel del Monte, quasi finita ma senza uno<br />

straccio <strong>di</strong> autorizzazione. Anche perché è rigorosamente vietato costruire intorno a Castel del<br />

Monte, che ricade nella zona del parco nazionale dell’Alta Murgia, sottoposta a vincolo<br />

idrogeologico e paesaggistico. La sequestrarono la mattina del 21 ottobre gli agenti del corpo<br />

forestale dello Stato, che denunciarono anche il proprietario alla Procura per violazioni <strong>di</strong> tipo<br />

ambientale, paesaggistico ed e<strong>di</strong>lizio. Si trattava <strong>di</strong> un 30enne, che in realtà faceva da prestanome<br />

per le attività del padre. L’area era ufficialmente a<strong>di</strong>bita a pascolo e seminativo, ma <strong>di</strong> queste<br />

attività non c’era traccia. Era stato invece realizzato un muretto in calcestruzzo per delimitare la<br />

proprietà e la villetta era a buon punto. Realizzati i muri in tufo, mancavano intonaci e tetto. Ma i<br />

lavori erano fermi da un mese circa, probabilmente per problemi economici. Oltre alla denuncia<br />

penale, i forestali della stazione <strong>di</strong> Andria avrebbero provveduto ala segnalazione al <strong>Comune</strong> dal<br />

momento che i lavori non avevano alcun titolo autorizzativo e una benché minima previsione<br />

progettuale. Gli uffici comunali erano così obbligati ad emettere un’or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> abbattimento. Si<br />

trattava del quinto sequestro <strong>di</strong> immobile nell’area <strong>di</strong> Castel del Monte eseguito dagli agenti della<br />

forestale dall’inizio dell’anno. In tutti i casi si trattava <strong>di</strong> immobili realizzati ex novo, in zone<br />

vietate, probabilmente nella speranza <strong>di</strong> usufruire prima o poi <strong>di</strong> un condono.<br />

22 <strong>di</strong>cembre - Gli agenti della squadra Volanti del commissariato <strong>di</strong> Andria, trovarono un<br />

autocarro Om40 con cisterna, utilizzato quasi certamente per il trasporto dell’olio. Era nascosto in<br />

un uliveto <strong>di</strong> contrada ‘Coda <strong>di</strong> Volpe’, in agro <strong>di</strong> Andria ed era perfettamente funzionante,<br />

malgrado risultasse (dal telaio) demolito tempo ad<strong>di</strong>etro in provincia <strong>di</strong> Cosenza. Ritrovate, in altre<br />

zone, anche quattro auto rubate. Durante i controlli in frantoi e magazzini per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> olio, gli<br />

agenti in<strong>di</strong>viduarono un pregiu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> 53 anni, che utilizzava i propri dati anagrafici e partita Iva<br />

per vendere le olive raccolte da extracomunitari nelle campagne andriesi.

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