01.02.2015 Views

CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

34<br />

3 ottobre - Ancora un incen<strong>di</strong>o doloso. Ancora nella ‘Quatina’ l’area umida che si estende tra<br />

l’abitato <strong>di</strong> Torre San Gennaro e Lido Presepe, agro <strong>di</strong> Torchiarolo. Questa volta le fiamme<br />

lambirono un’abitazione. L’intervento dei vigili del fuoco <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si scongiurò però ogni pericolo.<br />

Ciononostante un altro consistente pezzo <strong>di</strong> vegetazione palustre andò <strong>di</strong>strutto, il canneto <strong>di</strong>vorato<br />

dalle fiamme. Appena il 19 settembre 2011 un altro incen<strong>di</strong>o doloso nella stessa zona. Si tratta <strong>di</strong><br />

un’area retrodunare con un invaso naturale, dove sosta la selvaggina migratoria e che da anni è<br />

oggetto <strong>di</strong> un intervento pubblico teso a conservare l’integrità e la sua funzionalità . Uno obiettivo<br />

che, evidentemente, qualcuno non con<strong>di</strong>vide e che magari ipotizza altri scopi più vantaggiosi<br />

economicamente. Più della metà della ‘Quatina’ fu nel corso <strong>di</strong> questi ultimi decenni soffocata da<br />

riversamenti abusivi da materiale <strong>di</strong> risulta da lavorazioni e<strong>di</strong>li e rifiuti <strong>di</strong> ogni genere. A metà degli<br />

anni ’80 l’area fu affidata in custo<strong>di</strong>a cautelare al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Torchiarolo. Fu così messo un freno<br />

agli scarichi abusivi. In quella zona fu poi realizzato l’impianto <strong>di</strong> sollevamento della rete fognaria<br />

asservita alla località balneare sud <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si. Gli incen<strong>di</strong> <strong>di</strong> origine dolosa ne stavano decretando<br />

in qualche modo la fine.<br />

4 ottobre - Un arresto a Francavilla Fontana per un abusivismo e<strong>di</strong>lizio: il quarto in quin<strong>di</strong>ci<br />

mesi (da giugno 2010 ad ottobre 2011). A finire <strong>di</strong>etro le sbarre un 39enne del luogo C.G.<br />

condannato a 2 mesi <strong>di</strong> carcere ed al pagamento <strong>di</strong> una multa <strong>di</strong> 10mila euro. I carabinieri della<br />

locale Stazione dettero esecuzione all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> carcerazione il 4 ottobre. L’uomo aveva effettuato<br />

degli interventi e<strong>di</strong>li in campagna in assenza dello specifico permesso a costruire. A fine maggio,<br />

sempre del 2011, i carabinieri <strong>di</strong>edero esecuzione alle espiazione <strong>di</strong> una pena detentiva domiciliare<br />

nei confronti <strong>di</strong> G.D.P., un 55enne anch’egli del posto. Per lui la pena inflitta era stata <strong>di</strong> sei mesi,<br />

oltre al pagamento <strong>di</strong> una multa <strong>di</strong> 900 euro. L’uomo aveva e<strong>di</strong>ficato delle opere e<strong>di</strong>lizie senza le<br />

prescritte autorizzazioni. Costruire abusivamente, dunque costava davvero caro. Ne sapeva qualcosa<br />

Angela Stecchini, bracciante agricola 28enne, mamma <strong>di</strong> due bambini, che nel giugno 2010 finì in<br />

carcere a seguito della condanna per abusivismo e<strong>di</strong>lizio (nel patteggiamento il giu<strong>di</strong>ce inflisse 2<br />

mesi <strong>di</strong> reclusione). Dopo una settimana <strong>di</strong> carcere la donna riuscì ad ottenere i domiciliari. Il 19<br />

<strong>di</strong>cembre, sempre del 2010, un’altra coppia finì agli arresti, per loro ai domiciliari, per aver<br />

costruito abusivamente una stanza sull’attico del proprio appartamento.<br />

5 ottobre - Sequestrato il 5 ottobre in contrada Martucci, in agro <strong>di</strong> Torre Santa Susanna, un<br />

mega impianto <strong>di</strong> tre megawatt del valore complessivo <strong>di</strong> 15milioni <strong>di</strong> euro. Nove le persone<br />

indagate a vario titolo: Cosimo e Saverio Caforio (padre e fglio), Latiano; Giovanni, Giuseppe e<br />

Maria Cavallo (fratelli), Latiano; Gabriella Greco, Manduria; Pietro De Fazio, Latiano; Giovanni<br />

Rubino, Latiano; Maurizio Petrosillo (<strong>di</strong>rettore dei lavori), Monopoli. Si trattava <strong>di</strong> proprietari dei<br />

terreni, impren<strong>di</strong>tori e professionisti che si erano resi responsabili, secondo le indagini, <strong>di</strong> numerose<br />

violazioni in concorso tra loro. I reati contestati, infatti, andavano dall’esecuzione <strong>di</strong> lavori in totale<br />

<strong>di</strong>fformità <strong>di</strong> quanto assentito, all’artificiosa sud<strong>di</strong>visione degli impianti per evitare le procedure<br />

previste dall’autorizzazione unica regionale. Tre le società implicate: Natura Energia srl, Elios srl e<br />

Febo srl. I carabinieri <strong>di</strong> Francavilla Fontana dettero esecuzione ad un decreto <strong>di</strong> sequestro<br />

preventivo <strong>di</strong>sposto d’urgenza dalla Procura <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si. I tre impianti fotovoltaici sottoposti a<br />

sequestro erano estesi su una superficie <strong>di</strong> 12 ettari. Con la sud<strong>di</strong>visione degli impianti in pratica si<br />

eludeva quanto previsto dalla normativa che <strong>di</strong>sciplina gli impianti superiori ad un megawatt. Gli<br />

indagati, in concorso tra loro e fino al settembre 2011, avevano così realizzato tre impianti<br />

fotovoltaici della potenza nominale inferiore <strong>di</strong> poco ad un megawatt ciascuno, realizzati su terreni<br />

congiunti. Anche se formalmente intestati a tre <strong>di</strong>stinte società, le stesse, tutte a responsabilità<br />

limitata, avevano sede legale allo stesso in<strong>di</strong>rizzo. I sigilli si resero necessari anche perché la messa<br />

in funzione dell’impianto era ormai imminente. Le linee elettriche erano state già pre<strong>di</strong>sposte e<br />

pronte per essere collegate alla rete nazionale. Si trattava del sesto sequestro in provincia <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si. Il primo il 21 marzo a San Donaci, con il sequestro <strong>di</strong> cinque impianti per una potenza<br />

complessiva <strong>di</strong> 5 megawatt. Il 21 aprile fu la volta <strong>di</strong> Tecnova, mentre il 6 giugno toccò a Mesagne.<br />

Il 23 luglio si registrò un altro sequestro in agro <strong>di</strong> Torre. I carabinieri, anche in quella circostanza,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!