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n. 2 - aprile - giugno 2005 - Associazione Nazionale Granatieri di ...

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA<br />

ANNO LVIII - N. 2 - APRILE - GIUGNO <strong>2005</strong> - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 – COMMA 20/C DELLA LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA<br />

Di noi tremò la nostra vecchia gloria.<br />

Tre secoli <strong>di</strong> fede e una vittoria<br />

G. D'Annunzio<br />

28° RADUNO<br />

NAZIONALE<br />

GRANATIERI<br />

DI SARDEGNA<br />

Jesi (AN), 17-18 settembre <strong>2005</strong>


LA LETTERA DAL DIRETTORE<br />

La copertina <strong>di</strong> questo numero riproduce il manifesto ufficiale del Raduno nazionale, che si terrà a Jesi nei giorni 17 e<br />

18 settembre del corrente anno. Ci sono tutte le premesse per ritenere che il Raduno <strong>di</strong> quest’ anno sarà un’ occasione<br />

d’incontro memorabile e possiamo garantire che il Comitato organizzatore, costituito dai <strong>di</strong>rigenti del Centro Regionale<br />

delle Marche, sta operando con un impegno veramente eccezionale per non deludere le <strong>di</strong>ffuse aspettative. All’interno<br />

sono presenti tutte le informazioni per facilitare la partecipazione al Raduno, informazioni che è possibile reperire anche<br />

sul frequentatissimo sito INTERNET, aperto proprio in occasione dell’adunata nazionale <strong>di</strong> Jesi.<br />

Nell’apertura, il Presidente nazionale parla della presenza dei <strong>Granatieri</strong> alla Parata militare del 2 <strong>giugno</strong> che, negli<br />

anni passati, è stata all’origine <strong>di</strong> molti nostri crucci, delle azioni che sono state messe in atto e dei risultati ottenuti per<br />

garantire l’attuale assetto or<strong>di</strong>nativo della nostra Brigata.<br />

Sempre nell’apertura, inoltre, viene reso il doveroso omaggio al generale Luigi Maria Reggiani, già Comandante del 1°<br />

reggimento <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna, venuto a mancare all’inizio dell’anno.<br />

Come previsto dal Piano e<strong>di</strong>toriale, ormai ampiamente consolidato, dopo argomenti che potremmo definire d’attualità,<br />

seguiranno alcuni articoli <strong>di</strong> contenuto storico, altri, infine, sull’attività dei <strong>Granatieri</strong> in armi e dell’<strong>Associazione</strong>. Per<br />

quest’ultima, in particolare, riveste grande interesse quella riferita all’apertura <strong>di</strong> nuove sezioni e al conseguente “reclutamento”<br />

<strong>di</strong> nuovi iscritti. E tutto, grazie a bravi granatieri come il piceno Bruni e il mantovano Bonini! I ranghi del<br />

nostro Sodalizio, come avevamo auspicato dalle pagine <strong>di</strong> questo perio<strong>di</strong>co, si stanno sensibilmente rafforzando anche<br />

sotto l’aspetto quantitativo. E anche i numeri, molto spesso, hanno la loro importanza!<br />

Come annunciato nel numero precedente, è in corso <strong>di</strong> realizzazione un fascicolo rievocativo della figura del compianto<br />

Fra’ Gianfranco Maria Chiti. L’impegno per metterlo insieme risulta abbastanza consistente, anche se le finalità che ci<br />

siamo posti non sono quelle <strong>di</strong> realizzare una biografia esaustiva della figura <strong>di</strong> questo grande personaggio ma solo,<br />

come detto, <strong>di</strong> rievocarne gli aspetti più salienti e anche ine<strong>di</strong>ti senza, peraltro, cadere in toni retorici e eccessivamente<br />

celebrativi.<br />

Il fascicolo, nel momento che sarà ultimato, vi verrà spe<strong>di</strong>to con il primo numero utile della rivista.<br />

Arrivederci a fine settembre: anzi, al 17 e 18 settembre a Jesi!<br />

Direttore responsabile: Antonino Torre<br />

Redazione:<br />

Clau<strong>di</strong>o Conti, Alba Maria Men<strong>di</strong>co,<br />

Guido Tamburini<br />

Segreteria: Feliciano <strong>di</strong> Felice, Corrado Trambusti<br />

–––––––––––––<br />

Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956<br />

Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.)<br />

n. 1599 del 10 ottobre 2001<br />

–––––––––––––<br />

Composizione: Topsygraph snc - Via Buccari, 3<br />

00195 Roma - Tel. 06/39746446 - info@topsy.it<br />

–––––––––––––<br />

Stampa: Arti grafiche Roma<br />

per conto <strong>di</strong> Grafiche Professionali - Roma - graf.professionali@libero.it<br />

–––––––––––––<br />

E<strong>di</strong>tore: ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA<br />

00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7<br />

Tel 06/7028289 - Fax. 06/7021752<br />

Presidente Onorario: On. Lino Fornale<br />

Presidente: Mario Buscemi<br />

Vice Presidente: Gianfranco Imperatori<br />

Segretario <strong>Nazionale</strong>: Antonio Lattanzio<br />

Comitato Centrale: Arsenio Rossoni, Guido Tamburini,<br />

Gian Paolo Torrini, Corrado Trambusti<br />

–––––––––––––<br />

CONDIZIONI DI CESSIONE DEL PERIODICO<br />

Una copia Euro 2,00<br />

Abbonamento or<strong>di</strong>nario Euro 5,00<br />

Abbonamento sostenitore Euro 15,00<br />

Abbonamento benemerito Euro 25,00<br />

Una copia arretrata Euro 2,50<br />

Gli abbonamenti possono essere sottoscritti anche me<strong>di</strong>ante il c/c<br />

postale n. 34577007 intestato alla Presidenza <strong>Nazionale</strong> ANGS<br />

avendo cura <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care nella causale: “sottoscrizione abbonamento”<br />

–––––––––––––<br />

Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non<br />

rispecchia necessariamente il pensiero dell'e<strong>di</strong>tore e del <strong>di</strong>rettore<br />

La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materiale<br />

che perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La redazione<br />

si riserva la facoltà <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.<br />

Chiuso in tipografia il 21 <strong>giugno</strong> <strong>2005</strong><br />

In copertina: Manifesto del Raduno <strong>di</strong> Jesi. M. Migozzi: “Allegoria del<br />

Granatiere in congedo”, olio su tavola - notizie a pagina 34<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

Benedetto Pierantoni:<br />

una favola moderna<br />

Clau<strong>di</strong>o Conti<br />

Attività<br />

associativa<br />

5<br />

25 <strong>aprile</strong>. Festa nazionale<br />

ma non completamente<br />

Antonino Torre<br />

Alamari<br />

con le stellette<br />

6<br />

9<br />

Festeggiato a Pietralata<br />

il 346° anno dei <strong>Granatieri</strong><br />

Guido Tamburini<br />

11<br />

Un ufficiale <strong>di</strong> sua maestà<br />

britannica tra i granatieri<br />

Paul Ganusko<br />

15<br />

24<br />

2 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


NOI SIAM GRANATIER…<br />

Mario Buscemi<br />

…superbi e fier! Possiamo cantarlo a<br />

piena gola questa volta. La presenza dei<br />

<strong>Granatieri</strong> alla parata militare del 2 <strong>giugno</strong><br />

è stata al <strong>di</strong> sopra delle più ottimistiche<br />

aspettative.<br />

Il colonnello Meinero, comandante del 1°<br />

reggimento, ha aperto lo sfilamento del<br />

sottosettore “le Forze Armate nella guerra<br />

<strong>di</strong> liberazione” scortato dalla ban<strong>di</strong>era<br />

colonnella e seguito da un reparto composito<br />

nel quale spiccavano gli alamari<br />

dei <strong>Granatieri</strong> con l’uniforme che indossavano<br />

quando si batterono eroicamente<br />

nella Difesa <strong>di</strong> Roma del settembre 1943.<br />

Poco dopo – con riferimento alle operazioni <strong>di</strong> pace<br />

dei giorni nostri – ecco risuonare da lontano i tamburi<br />

sui quali è riportata vistosamente la nostra data <strong>di</strong><br />

nascita: 1659 (qualcuno aveva cercato <strong>di</strong> contestare<br />

questa ormai consolidata primogenitura facendo riferimento<br />

ad una piccola unità <strong>di</strong> ventura al servizio dei<br />

Savoia nel 1300 e poi scomparsa. Ma è stato un tentativo<br />

<strong>di</strong> scarso successo ed il <strong>di</strong>scutibile riferimento era<br />

sfumato in un totale vuoto d’attenzione).<br />

Si ode poi avvicinarsi, alla tribuna presidenziale, il<br />

suono del nostro antico inno intonato dalla banda e<br />

appare la Ban<strong>di</strong>era che precede il nereggiare dei berrettoni<br />

<strong>di</strong> pelo: è la nostra in<strong>di</strong>scussa Grande Uniforme<br />

Speciale (da non confondersi con le uniformi storiche<br />

<strong>di</strong> cui attualmente si fa uso e abuso <strong>di</strong>ffuso<br />

n.d.r.).<br />

Sfila compatto un perfetto reparto che suscita entusiastici<br />

applausi.<br />

Un brivido ci percorre. Finalmente si sono ricordati<br />

che noi esistiamo!<br />

Ma non basta. Un ulteriore riconoscimento ci viene attribuito<br />

con il passaggio <strong>di</strong> <strong>Granatieri</strong> in tenuta da<br />

combattimento su autocarri leggeri VM90, quale<br />

espressione del <strong>di</strong>uturno impegno dei nostri reparti<br />

nell’operazione “Domino”, <strong>di</strong> sicurezza e vigilanza<br />

contro il terrorismo. Si tratta <strong>di</strong> un’attività poco nota e<br />

silenziosa, <strong>di</strong> cui ci si accorge - ad esempio - negli aeroporti<br />

<strong>di</strong> Roma ove sono sempre riconoscibili <strong>Granatieri</strong><br />

in servizio armato, con quanta fatica e quanti sacrifici!<br />

Questa nostra <strong>di</strong>ffusa presenza nello sfilamento ci impone<br />

<strong>di</strong> formulare il più grato apprezzamento allo Stato<br />

Maggiore dell’Esercito (che era stato, per il vero,<br />

oggetto <strong>di</strong> numerose sollecitazioni, tanto insistenti da<br />

poter apparire talvolta fasti<strong>di</strong>ose). Speriamo ora che<br />

quello che abbiamo visto possa ritornare prassi normale<br />

e rimanere immutato negli anni futuri, senza che<br />

sia più necessario insistere e “lavorare ai fianchi” i responsabili<br />

interessati.<br />

I <strong>Granatieri</strong> sono un patrimonio irrinunciabile della<br />

nazione e dell’Esercito ed è l’Esercito tutto che deve<br />

essere orgoglioso <strong>di</strong> noi.<br />

Ma, l’emozione che ha fatto vibrare finalmente i nostri<br />

cuori, la passione che ha scosso il nostro animo è anche<br />

frutto <strong>di</strong> un’altra recentissima battaglia combattuta<br />

e vinta.<br />

Sulla scia delle continue contrazioni e soppressioni <strong>di</strong><br />

unità cui il nostro Esercito è costretto a sottoporsi per<br />

carenza <strong>di</strong> risorse (o perché con le poche risorse <strong>di</strong>sponibili<br />

si vogliono sod<strong>di</strong>sfare altri interessi),<br />

si era infiltrata una voce allarmante,<br />

tanto allarmante da apparire incre<strong>di</strong>bile:<br />

la Brigata “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna”<br />

era destinata ad essere sciolta ed i suoi<br />

reggimenti sarebbero passati, in varie<br />

forme, alle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> altri Coman<strong>di</strong>.<br />

La prima Grande Unità dell’Esercito, costituita<br />

come Brigata “Guar<strong>di</strong>e” nel 1814<br />

per ampliamento del nostro antico reggimento<br />

e denominata poi “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong><br />

Sardegna” nel 1850, sarebbe scomparsa!<br />

Un volta accertato, a seguito <strong>di</strong> numerosi<br />

infruttuosi colloqui sostenuti ai massimi<br />

livelli militari, che l’intenzione stava ormai consolidandosi<br />

e che la decisione sarebbe stata formalizzata<br />

nel giro <strong>di</strong> pochi giorni, la notizia si è <strong>di</strong>ffusa come un<br />

vento <strong>di</strong> tempesta in tutta l’Italia.<br />

A questo punto, i <strong>Granatieri</strong> in congedo dell’<strong>Associazione</strong><br />

hanno avuto uno scatto d’orgoglio, superando<br />

la tra<strong>di</strong>zionale abitu<strong>di</strong>ne ad accettare qualsiasi sacrificio<br />

imposto dall’alto con rispettosa ubbi<strong>di</strong>enza, come<br />

è sempre stato loro costume <strong>di</strong> in<strong>di</strong>scussa fedeltà<br />

quando in servizio.<br />

Forti della facoltà d’espressione propria della nostra libera<br />

<strong>Associazione</strong>, hanno inviato un torrente <strong>di</strong> lettere,<br />

<strong>di</strong> telegrammi, <strong>di</strong> fax alle più alte Autorità Istituzionali<br />

dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica al<br />

Parlamento, al Governo.<br />

Centinaia <strong>di</strong> espressioni <strong>di</strong> stupito dolore, ansiose richieste<br />

<strong>di</strong> chiarimenti, accorati appelli al rispetto dei<br />

nostri sacri Valori tra<strong>di</strong>zionali hanno sommerso uffici,<br />

segreterie, <strong>di</strong>rezioni, coman<strong>di</strong>.<br />

Forse gli autori del <strong>di</strong>ssennato progetto (definito da un<br />

autorevole personaggio, con molta proprietà, “frutto<br />

<strong>di</strong> un’iniziativa <strong>di</strong> sprovveduti”) non immaginavano<br />

che così gran<strong>di</strong> fossero la forza morale e l’orgoglio dei<br />

<strong>Granatieri</strong>, che così profondo ed irriducibile fosse l’attaccamento<br />

ai loro bianchi Alamari, segno indelebile<br />

per tutta la vita.<br />

Così l’iniziativa è subito rientrata, anzi si è fatto <strong>di</strong>re<br />

che la stessa “risultava priva <strong>di</strong> qualsiasi fondamento”.<br />

Tanto è stato lo sconcerto <strong>di</strong> chi si è visto travolto da<br />

una così imponente reazione, al punto <strong>di</strong> non voler<br />

neanche ammettere che il programma era stato configurato<br />

e che stava per essere inopinatamente approvato<br />

in via definitiva.<br />

Meglio così.<br />

Senza voler ricorrere a paragoni impropri e nel dovuto<br />

rispetto delle proporzioni, per non apparire presuntuosi,<br />

questa prorompente spontanea presa <strong>di</strong> posizione<br />

ci fa comunque pensare in modo emblematico<br />

al 25 settembre 1943, quando i <strong>Granatieri</strong> del 3°, chiusi<br />

nei reticolati del campo <strong>di</strong> Wietzendorf, a fronte <strong>di</strong><br />

una proposta inaccettabile perché in contrasto con la<br />

pluricentenaria fedeltà al giuramento, seppero <strong>di</strong>re il<br />

loro fermissimo NO con il canto dell’antico, fati<strong>di</strong>co<br />

inno:”Noi siam Granatier, superbi e fier”.<br />

Possiamo ritenerci veramente appagati e fieri <strong>di</strong> noi,<br />

ma l’esperienza insegna che l’erba cattiva… tende<br />

sempre a ricrescere.<br />

Perciò resteremo vigili, con tanta passione nel cuore,<br />

come sempre.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 3


Ad<strong>di</strong>o Luigino!<br />

Il ricordo del Generale Reggiani, che fu Comandante del 1° Reggimento<br />

<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna, dalle parole <strong>di</strong> un suo collega<br />

Luigi Maria Reggiani, Granatiere e<br />

Generale <strong>di</strong> Corpo d’Armata, ci ha<br />

lasciato il 9 gennaio <strong>2005</strong> con<br />

grande dolore e cordoglio non solo<br />

della sua amata sposa Maria e dei<br />

suoi cari congiunti, ma anche <strong>di</strong><br />

quanti lo ebbero al loro fianco, alle<br />

proprie <strong>di</strong>pendenze o furono ai<br />

suoi or<strong>di</strong>ni fin da quando, terminato<br />

il 2° anno <strong>di</strong> Accademia nel<br />

1947, a quel tempo provvisoriamente<br />

a Lecce, era entrato nelle file<br />

del ricostituito 1° <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong><br />

stanza nella Capitale.<br />

Tempi per un certo verso “eroici”,<br />

quelli dell’ultimo scorcio degli anni<br />

quaranta: al 1° e 2° corso <strong>di</strong> Accademia<br />

nella città pugliese affluirono<br />

giovani, in massima parte<br />

delle classi da 1924 al 1926, provenienti<br />

ormai anche dal Nord appena<br />

liberato, ovvero dalle regioni<br />

maggiormente sottoposte alle sofferenze<br />

e traversie sia per i continui<br />

bombardamenti aerei, sia per la<br />

guerra tra opposti eserciti stranieri<br />

e sia, purtroppo, derivanti dalla<br />

guerra cosiddetta “civile” alla<br />

quale, per quei giovani, non fu facile<br />

sottrarsi.<br />

Ci voleva, per così <strong>di</strong>re, una buona<br />

dose <strong>di</strong> coraggio, <strong>di</strong> speranza nei<br />

destini della Patria ed una forte vocazione<br />

per la professione delle<br />

armi per decidere, allora, <strong>di</strong> abbracciarla.<br />

L’Esercito, ricostituito sulla<br />

base <strong>di</strong> quello “<strong>di</strong> Liberazione”,<br />

stava avviandosi verso un assetto rispondente<br />

alle nuove esigenze derivanti<br />

dalla “scelta occidentale”, così<br />

ardentemente propugnata da De<br />

Gasperi.<br />

Per quei giovani fu altrettanto una<br />

scelta basata sulla speranza e sulla<br />

fede in valori ben ra<strong>di</strong>cati nella loro<br />

formazione e nella loro coscienza.<br />

Quanto sopra, per delineare nel<br />

tempo le con<strong>di</strong>zioni in cui operarono<br />

i primi ufficiali del dopoguerra<br />

e evidenziare la figura <strong>di</strong> Luigino,<br />

così come lo chiamavamo nella Caserma<br />

“Nazario Sauro” in Prati indossando<br />

gli Alamari per tutti gli<br />

anni in cui servimmo l’Esercito, con<br />

uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> certo non esaltante,<br />

ma con tanto entusiasmo ed<br />

intenso impegno, addestrando tanti<br />

<strong>Granatieri</strong> nei 18 mesi <strong>di</strong> leva nel<br />

periodo della “guerra fredda”.<br />

Il veronese Luigino, figlio e nipote<br />

<strong>di</strong> due esimi e valorosi ufficiali della<br />

1^ e della 2^ Guerra Mon<strong>di</strong>ale, fu<br />

uno degli elementi <strong>di</strong> spicco, con i<br />

colleghi del suo corso: Coppola,<br />

Smecca e Bonamici, tra i subalterni<br />

del Reggimento; fanatico, in senso<br />

positivo, dell’addestramento, ma seguito<br />

ed amato dai suoi uomini e stimato<br />

dai superiori.<br />

Insieme abbiamo trascorso perio<strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>menticabili della carriera sviluppatasi<br />

pressoché parallelamente nei<br />

vari gra<strong>di</strong>. Abilitato alla “Cooperazione<br />

aereo-terrestre” al corso <strong>di</strong><br />

Guidonia, fu in seguito mio compagno<br />

al Corso Superiore <strong>di</strong> Stato<br />

Maggiore della Scuola <strong>di</strong> Guerra,<br />

dalla quale uscimmo “titolati” nel<br />

lontano 1961, trovandoci nuovamente<br />

al nostro “Primo” per completare<br />

il comando <strong>di</strong> compagnia<br />

fucilieri, in fraterna competizione<br />

nell’addestramento <strong>di</strong> 2° ciclo, protagonisti<br />

in numerose e impegnative<br />

esercitazioni a fuoco ai vari livelli<br />

e collaborando, entrambi, col<br />

Comando della Fanteria della Divisione.<br />

Svolse il comando <strong>di</strong> battaglione<br />

alla frontiera, nel 76° della “Mantova”<br />

e, dopo un periodo <strong>di</strong> impegno<br />

qualificato presso gli Organi<br />

Centrali e la Scuola <strong>di</strong> Fanteria <strong>di</strong><br />

Cesano, assunse nel 1973 il Comando<br />

<strong>di</strong> Reggimento in Pietralata,<br />

per poi essere impiegato nel Servizio<br />

<strong>di</strong> Stato Maggiore e nei gra<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

generale in importanti incarichi<br />

quali quelli <strong>di</strong> Presidente del Tribunale<br />

Militare dell’Italia Centrale e <strong>di</strong><br />

Comandante della Zona Militare <strong>di</strong><br />

Roma, fino al suo congedamento.<br />

Come uomo d’azione, più che burocrate<br />

da tavolino o per godersi -<br />

come si <strong>di</strong>ce - la pensione tranquillamente,<br />

non rassegnandosi alla<br />

quiescenza, dopo un periodo <strong>di</strong> docenza<br />

<strong>di</strong> Storia militare all’Università<br />

della Terza età, immessosi in<br />

politica attiva, con incarichi elettivi<br />

a favore dei pensionati (fu Assessore<br />

ai Servizi Sociali della Provincia<br />

<strong>di</strong> Roma), <strong>di</strong>venne membro del<br />

Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> lavoro per la<br />

Storia della Guerra <strong>di</strong> Liberazione e,<br />

in virtù della sua qualifica <strong>di</strong> “Volontario<br />

della Libertà”, Presidente della<br />

benemerita <strong>Associazione</strong> Garibal<strong>di</strong>ni.<br />

Affetto, negli ultimi due anni, da un<br />

male che ne debilitava il suo forte fisico,<br />

ma non il morale sempre alto,<br />

coraggiosamente e cristianamente,<br />

affrontava gli ultimi giorni <strong>di</strong> una<br />

vita tutta de<strong>di</strong>cata alla famiglia ed<br />

alle patrie istituzioni.<br />

Roberto <strong>di</strong> Nardo<br />

LE INSEGNE DELL’ASSOCIAZIONE VENGANO SIMBOLICAMENTE ABBRUNATE<br />

IN SEGNO DI LUTTO PER LA PERDITA DEL 79° COMANDANTE<br />

DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA<br />

4 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


PROTAGONISTI CON GLI ALAMARI<br />

Benedetto Pierantoni:<br />

una favola moderna<br />

E’ quella che potremmo raccontare narrando la vita<br />

del granatiere Benedetto Pierantoni, classe 1946, da<br />

Petriolo (MC), che il 1° maggio scorso, il Presidente<br />

Ciampi, con un suo Decreto, ha insignito della Stella al<br />

Merito del Lavoro, prestigiosa onorificenza che dà <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> fregiarsi del titolo e della medaglia <strong>di</strong> Maestro<br />

del Lavoro.<br />

C’era una volta... un ragazzino appena quattor<strong>di</strong>cenne<br />

<strong>di</strong> nome Benedetto che, per dare aiuto alla sua famiglia,<br />

va a lavorare in una piccola azienda <strong>di</strong> calzature creata<br />

in quei giorni da un altro ragazzo, Alberto, quasi suo<br />

coetaneo, <strong>di</strong>ciottenne.<br />

Siamo nel 1960: l’Italia è appena uscita dalla trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

una guerra perduta e da una lacerante, susseguente,<br />

lotta fratricida. Per un giovane <strong>di</strong> un paese del centrosud<br />

d’Italia l’alternativa alla <strong>di</strong>soccupazione è l’emigrazione.<br />

Un’intera generazione prende la via verso quei<br />

Paesi che affidano a lavoratori stranieri occupazioni remunerative,<br />

ma ad alto rischio: a Marcinelle, in Belgio,<br />

l’8 agosto 1956, 136 lavoratori italiani erano morti nelle<br />

viscere <strong>di</strong> una miniera <strong>di</strong> carbon fossile, sprovvisti delle<br />

maschere antigas che avrebbero certamente salvato la<br />

vita alla massima parte <strong>di</strong> loro.<br />

Ma, come spesso accade a noi italiani quando tocchiamo<br />

il fondo, si ridestò in tutti uno straor<strong>di</strong>nario impeto<br />

<strong>di</strong> solidarietà che vide, pur in un clima <strong>di</strong> contrapposizione<br />

ideologica, unirsi, nella rinascita del Paese,<br />

tutte le parti sociali. Gli operai del Nord sottoscrissero<br />

un Patto <strong>di</strong> solidarietà in favore dei conta<strong>di</strong>ni del Sud;<br />

dall’estero una generazione <strong>di</strong> nostri lavoratori emigrati,<br />

ripetendo quanto era avvenuto cinquant’anni<br />

prima, contribuì, con le sue rimesse al sostentamento<br />

delle famiglie rimaste in Italia.<br />

Alberto intuisce che per elevare il misero tenore <strong>di</strong> vita<br />

della sua gente non bastano le pur preziose rimesse degli<br />

emigranti, ma che occorre utilizzare al massimo le<br />

doti caratteristiche degli italiani in generale e dei marchigiani<br />

in particolare: la creatività e la tenacia nel lavoro.<br />

L’aver assunto fin dall’inizio Benedetto gli garantirà una<br />

terza dote: il fedele amore per la <strong>di</strong>tta, una fedeltà ed un<br />

amore che continuano da oltre quarantacinque anni.<br />

C’è una sola parentesi nella vita lavorativa <strong>di</strong> Pierantoni<br />

presso la “Aeffe Calzature” (Alberto Fermani Calzature<br />

n.d.r.): i quattor<strong>di</strong>ci mesi passati al IV meccanizzato <strong>di</strong><br />

Civitavecchia con Gianfranco Chiti comandante <strong>di</strong> battaglione<br />

e Michele Corrado comandante <strong>di</strong> compagnia:<br />

un servizio trascorso con la naturalezza e l’impegno <strong>di</strong><br />

chi già da anni ed anni compie un duro lavoro quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Al termine del suo servizio <strong>di</strong> leva Benedetto,<br />

per unanime giu<strong>di</strong>zio dei suoi comandanti, indossa i<br />

gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> Caporal Maggiore cosa questa non da tutti, a<br />

quei tempi.<br />

Oggi che oscure nubi si addensano sul panorama impren<strong>di</strong>toriale<br />

italiano quasi a ripetere la situazione creatasi<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra. Alberto e Benedetto,<br />

S.E. il Prefetto d’Ancona, dottor Manichedda, già ufficiale dei granatieri,<br />

consegna l’attestato e la decorazione a Pierantoni, sotto lo sguardo<br />

incuriosito <strong>di</strong> Matteo, nipotino del neo Maestro.<br />

saldamente presenti nella fabbrica <strong>di</strong> Petriolo, conducono<br />

la loro quoti<strong>di</strong>ana battaglia contro la crisi. Superato<br />

il momento della scarsità degli or<strong>di</strong>nativi grazie alla<br />

solidarietà e al senso <strong>di</strong> responsabilità degli anziani lavoratori<br />

della <strong>di</strong>tta che, <strong>di</strong> fronte alla necessità <strong>di</strong> licenziamento<br />

dei più giovani colleghi, sceglievano la formula:<br />

guadagneremo meno, ma lavoreremo tutti, si<br />

sono messi in azione per recuperare la piena competitività<br />

sul mercato. Gli or<strong>di</strong>ni sono, così, arrivati copiosi e<br />

ora l’Aeffe li potrà evadere potendo contare su un organico<br />

completo, esperto ed entusiasta. Occorrerà,<br />

però, rispettare dei ferrei tempi <strong>di</strong> consegna e per fare<br />

ciò l’esperienza e la tenacia <strong>di</strong> Benedetto risulteranno<br />

ancora una volta, determinanti.<br />

La bella favola … continua.<br />

Clau<strong>di</strong>o Conti<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 5


25 <strong>aprile</strong>. Festa nazionale…<br />

ma non completamente<br />

Quest’anno, la celebrazione del 25<br />

<strong>aprile</strong>, in occasione del sessantesimo<br />

anniversario della fine della guerra<br />

civile e dell’occupazione tedesca dell’Italia,<br />

ha avuto una particolare enfasi<br />

e numerose sono state le iniziative per<br />

celebrarlo in tutta la nazione. Da più<br />

parti si era auspicato che la data non<br />

fosse considerata, come spesso era avvenuto<br />

negli anni passati, la celebrazione<br />

dei vincitori sui vinti. D’altro<br />

canto, sessanta anni sono un periodo<br />

storico in cui ben tre generazioni si<br />

sono succedute e le file dei <strong>di</strong>retti protagonisti<br />

<strong>di</strong> quei fatti, per motivi anagrafici,<br />

sono andate sensibilmente ad<br />

assottigliarsi. Anche il trascorrere <strong>di</strong><br />

tanto tempo si riteneva che avesse affievolito,<br />

quin<strong>di</strong>, quei motivi d’o<strong>di</strong>o e<br />

<strong>di</strong> rancore che tanti lutti e dolori provocarono<br />

a tutti gli italiani <strong>di</strong> quel<br />

tempo. E questo, senza voler minimamente<br />

cadere in una sorta <strong>di</strong> revisionismo<br />

che porti ad annullare le ragioni<br />

<strong>di</strong> certi fatti e alla completa equiparazione<br />

<strong>di</strong> tutte le parti in causa.<br />

Lo stesso Presidente Ciampi, con tutta<br />

la sua cre<strong>di</strong>bilità e autorevolezza, in<br />

parecchie occasioni aveva affermato<br />

che la data andava intesa non come<br />

una ricorrenza <strong>di</strong> una parte ma proprio<br />

come la festa <strong>di</strong> tutti gli italiani.<br />

Una vera e propria Festa <strong>Nazionale</strong>.<br />

Ma, l’accorata esortazione del Quirinale<br />

non è stata da tutti recepita: Paola<br />

Del Din, leggendaria Medaglia d’Oro<br />

della Resistenza (giovanissima si<br />

lanciò con il paracadute <strong>di</strong>etro le linee<br />

nemiche) è stata fischiata a U<strong>di</strong>ne<br />

da alcuni che sicuramente le rimproveravano<br />

la sua appartenenza ad<br />

una formazione d’ispirazione cattolica;<br />

i ministri Pisanu e Martino, il presidente<br />

Formigoni e il sindaco Albertini,<br />

hanno avuto la stessa sorte, e forse<br />

per motivi analoghi, nei loro interventi<br />

nella grande cerimonia <strong>di</strong> celebrazione<br />

svoltasi a Milano; a Torino, ricordare<br />

il valoroso Edgardo Sogno,<br />

Comandante partigiano non comunista<br />

e Medaglia d’Oro al Valor Militare,<br />

infine, è <strong>di</strong>venuto quasi una sorta <strong>di</strong><br />

attentato all’or<strong>di</strong>ne (o <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne) pubblico.<br />

E tutto, nonostante la corale e convinta<br />

partecipazione <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />

Ci auguriamo che certi episo<strong>di</strong>, dei<br />

quali abbiamo citato solo i più rilevanti,<br />

non siano solo frutto <strong>di</strong> un o<strong>di</strong>o<br />

sopito ma non estinto e che la ricorrenza,<br />

che ripetiamo deve essere festeggiata<br />

da tutti gli italiani, possa essere<br />

stata in parte strumentalizzata solo da<br />

alcuni, per motivi <strong>di</strong> bassa politica.<br />

Antonino Torre<br />

I numeri della guerra <strong>di</strong> liberazione (*)<br />

Nel periodo compreso fra l’ 8 settembre 1943 e il 25 <strong>aprile</strong> 1945, furono centinaia<br />

<strong>di</strong> migliaia gli italiani in armi che continuarono la guerra su fronti opposti<br />

LE FORMAZIONI PARTIGIANE<br />

Negli ultimi mesi del ’43, le prime “bande” partigiane raccolgono<br />

circa 10.000 uomini, per lo più sbandati dai reparti<br />

regolari dell’Esercito. Con la primavera dell’anno successivo,<br />

le formazioni partigiane acquistano maggiore consistenza.<br />

Il 40-50% degli effettivi sono inquadrati nelle Brigate<br />

che presero il nome da Garibal<strong>di</strong>, un 30% nelle Brigate<br />

Giustizia e Libertà, il resto è presente in formazioni d’ispirazione<br />

socialista e cattolica.<br />

I CADUTI<br />

Partigiani: 28.870<br />

Civili: 14.150<br />

Donne (cadute in comb.): 683<br />

Molti <strong>Granatieri</strong> erano presenti, a titolo personale, nelle<br />

formazioni partigiane<br />

LE FORZE ARMATE DEL SUD<br />

Dopo l’armistizio con gli Alleati, il governo Badoglio il 13<br />

ottobre del ’43 <strong>di</strong>chiara guerra alla Germania e il giorno 16<br />

dello stesso mese, ottiene il riconoscimento della qualifica<br />

Una formazione partigiana<br />

I COMBATTENTI: 185.639<br />

LE DONNE: 35.000<br />

dati risultanti dalla Commissione <strong>di</strong> riconoscimento qualifiche<br />

operante fino agli anni ‘90<br />

Il Principe Umberto con i fanti del C.L.I in uniforme inglese<br />

6 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


<strong>di</strong> stato cobelligerante. Le rinate Forze Armate italiane, dopo<br />

i fatti avvenuti imme<strong>di</strong>atamente dopo la <strong>di</strong>chiarazione<br />

dell’armistizio (Difesa <strong>di</strong> Roma dei <strong>Granatieri</strong>, Cefalonia),<br />

hanno con l’Esercito il battesimo <strong>di</strong> fuoco a Montelungo,<br />

nel <strong>di</strong>cembre 1943. L’Esercito risale poi la penisola a fianco<br />

delle truppe alleate, fino alla grande offensiva dell’<strong>aprile</strong><br />

del ‘45 quando passa da poche migliaia <strong>di</strong> effettivi a oltre<br />

500.000 uomini.<br />

ESERCITO: 400.000<br />

MARINA: 80.000<br />

AERONAUTICA: 35.000<br />

I CADUTI 87.000<br />

(<strong>di</strong> cui 42.000 nei campi <strong>di</strong> prigionia)<br />

I <strong>Granatieri</strong> erano presenti con due battaglioni nel Gruppo<br />

da Combattimento (<strong>di</strong>visione) “Friuli”<br />

ALTRE FORMAZIONI: 270.000<br />

LE AUSILIARIE: 5.500<br />

I <strong>Granatieri</strong> erano presenti con un battaglione inquadrato<br />

nella <strong>di</strong>visione Cacciatori degli Appenni<br />

I CADUTI<br />

Militari: 13.000<br />

Civili: 2.500<br />

(il numero dei Caduti è riferito solo a quelli in combattimento<br />

e non comprende quelli, stimati in oltre 15.000, che si sono<br />

avuti a guerra finita: V/d “Il sangue dei vinti” <strong>di</strong> Pansa).<br />

LE FORZE ARMATE DELLA R.S.I.<br />

Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana hanno la<br />

loro costituzione ufficiale il 28 ottobre 1943, dopo la liberazione<br />

del Duce, prigioniero al Gran Sasso, da parte dei<br />

Tedeschi.<br />

Le cifre degli effettivi fornite dagli storici non concordano,<br />

anche a causa della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> molti documenti avvenuta a<br />

seguito della <strong>di</strong>sfatta; esse oscillano, infatti, fra le 500 e le<br />

800 mila unità, includendo anche i lavoratori militarizzati e<br />

le <strong>di</strong>verse milizie (G.N.R., X MAS, ecc.).<br />

Anche per quanto riferito ai Caduti, ai giorni nostri la stima<br />

risulta ancora <strong>di</strong>fficile.<br />

ESERCITO: 300.000<br />

MARINA: 26.000<br />

AERONAUTICA: 79.000<br />

Il gagliardetto del battaglione “Lupo” della X^ MAS<br />

(*) I dati sono stati desunti dal quoti<strong>di</strong>ano “AVVENIRE” del 26 <strong>aprile</strong> <strong>2005</strong><br />

I papi della mia vita<br />

Non ho la pretesa <strong>di</strong> fare trattazioni<br />

minuziose e colte sui Papi che ho visto<br />

avvicendarsi nel corso della mia vita.<br />

Desidero solo ricordare particolari<br />

momenti <strong>di</strong> cui sono stata testimone e<br />

protagonista. Non sono pochi sette<br />

Papi!<br />

Sono nata quando sul soglio pontificio<br />

sedeva Papa Achille Ratti, cioè Pio XI.<br />

Fu il Papa dei Patti Lateranensi che furono<br />

firmati a Roma, nel Palazzo Laterano,<br />

l’11 febbraio 1929, fra il Car<strong>di</strong>nal<br />

Gasparri, in rappresentanza dello Stato<br />

Vaticano e Mussolini, Capo del Governo<br />

italiano.<br />

La notizia della morte <strong>di</strong> Pio XI l’appresi<br />

nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>nanzi alla Basilica<br />

<strong>di</strong> S.Giovanni mentre stavo passeggiando<br />

con una mia compagna <strong>di</strong><br />

scuola. Ne rimanemmo molto rattristate<br />

e ci chiedemmo se l’indomani la<br />

scuola sarebbe restata chiusa per lutto.<br />

Nel 1939, fu eletto il suo successore,<br />

Eugenio Pacelli, che prese il nome <strong>di</strong><br />

Pio XII e ci accompagnò per tutto il<br />

periodo della guerra 1940-1945.<br />

Ebbi il privilegio <strong>di</strong> partecipare ad una<br />

sua u<strong>di</strong>enza il 4 <strong>giugno</strong> del 1942, come<br />

annotai sulla mia agen<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />

quell’anno. Provai una grande emozione.<br />

Tutta la classe, con la nostra insegnante,<br />

professoressa Maria Bianchi,<br />

venne ricevuta in una grande sala.<br />

Credo che fosse la Sala Clementina.<br />

Ricevemmo la sua bene<strong>di</strong>zione, gli<br />

baciammo la mano e gli chiedemmo<br />

la bene<strong>di</strong>zione anche per i nostri famigliari<br />

ed i soldati che erano al fronte.<br />

La mia compagna Fabi gli mostrò<br />

ad<strong>di</strong>rittura la fotografia del suo fidanzato.<br />

Rammento anche la visita che questo<br />

Papa fece ai superstiti del tremendo<br />

bombardamento anglo-americano del<br />

quartiere <strong>di</strong> San Lorenzo, il 19 luglio<br />

1943. E i citta<strong>di</strong>ni si commossero al vederlo<br />

tra <strong>di</strong> loro. Non era frequente,<br />

allora, che il Papa uscisse dalle mura<br />

vaticane.<br />

Nel 1955, do<strong>di</strong>cimila <strong>Granatieri</strong><br />

dell’<strong>Associazione</strong>, furono ricevuti in<br />

u<strong>di</strong>enza da questo grande Papa. Ai<br />

<strong>Granatieri</strong> in armi, con le insegne abbrunate,<br />

spettò il compito <strong>di</strong> aprire il<br />

corteo funebre che riportò la salma da<br />

Castel Gandolfo alla Basilica <strong>di</strong> S. Pietro.<br />

A Papa Pacelli succedette il “Papa<br />

Buono”, Angelo Ronacalli, che era stato<br />

sottufficiale <strong>di</strong> Sanità nella Grande<br />

Guerra e che assunse il nome <strong>di</strong> Giovanni<br />

XXIII, già usato nella storia da<br />

uno degli “Antipapa”. Il Concilio Vaticano<br />

II, che egli promosse, dette un<br />

nuovo impulso ecumenico alla Chiesa<br />

anche se comportò qualche contestazione<br />

da parte <strong>di</strong> alcuni tra<strong>di</strong>zionalisti.<br />

Durante la sua malattia, fui incaricata<br />

dal <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un ufficio culturale religioso<br />

presso il quale lavoravo, <strong>di</strong><br />

consegnare personalmente alla Segreteria<br />

del Pontefice, una busta <strong>di</strong> cui<br />

ignoravo il contenuto. Fui ricevuta da<br />

Monsignor Loris Capovilla ed approfittando<br />

della sua cor<strong>di</strong>alità, mi permisi<br />

<strong>di</strong> domandare notizie sulla salute<br />

del Papa. Sorridendo il prelato mi <strong>di</strong>sse<br />

testualmente: . Fui <strong>di</strong>screta e non<br />

segue a pagina 8<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 7


segue da pagina 7<br />

approfittai dell’invito per sbirciare sulla<br />

“privacy” pontificia.<br />

Quando uscii dalla Segreteria, Monsignor<br />

Capovilla gentilmente mi accompagnò<br />

per un tratto. Pensando <strong>di</strong> farmi<br />

cosa gra<strong>di</strong>ta, mi dette qualche informazione<br />

su quei meravigliosi ambienti<br />

e mi precisò che quelle erano le<br />

cosiddette “Stanze <strong>di</strong> Raffaello”. Ci<br />

congedammo con una calorosa stretta<br />

<strong>di</strong> mano.<br />

Dopo poco tempo, andai a rendere<br />

l’ultimo saluto al Papa Buono nella<br />

Basilica <strong>di</strong> S.Pietro, dove le sue spoglie<br />

mortali erano state esposte.<br />

Al “Papa <strong>di</strong> transizione”, come fu definito<br />

da alcuni in ragione della sua età,<br />

seguì Giovanni Battista Montini, Papa<br />

Paolo VI.<br />

Anche da questo Papa ebbi occasione<br />

<strong>di</strong> andare in u<strong>di</strong>enza, insieme ad amici<br />

dell’<strong>Associazione</strong> “Car<strong>di</strong>nal Ferrari”<br />

<strong>di</strong> Milano. Con me vennero anche mio<br />

marito, la sua mamma e mio figlio.<br />

Ricordo la mia preoccupazione per<br />

procurarmi il velo <strong>di</strong> tulle nero, adatto<br />

alla circostanza, ma già in quegli anni<br />

si andava perdendo l’abitu<strong>di</strong>ne per le<br />

donne, <strong>di</strong> coprirsi il capo entrando in<br />

chiesa. Il successore <strong>di</strong> Paolo VI fu<br />

Albino Luciani che prese il nome <strong>di</strong><br />

Giovanni Paolo I, un Papa sorridente,<br />

giovane, semplice, che contrariamente<br />

alle aspettative, non dette ai fedeli<br />

nemmeno il tempo <strong>di</strong> conoscerlo e <strong>di</strong><br />

amarlo come meritava. Morì improvvisamente<br />

appena dopo un mese <strong>di</strong><br />

pontificato, lasciandoci increduli ed<br />

addolorati.<br />

E dopo <strong>di</strong> lui, ecco il Papa “venuto da<br />

lontano”. Il polacco Karol Wojtyla,<br />

che ha portato un soffio nuovo nella<br />

vita della Chiesa, facendosi tanto<br />

amare anche dai giovani ai quali ha<br />

prestato particolare attenzione. Di<br />

questo straor<strong>di</strong>nario Papa che ha fatto<br />

sentire la sua presenza ed il suo carisma<br />

in ogni parte del mondo, conservo<br />

più <strong>di</strong> un ricordo.<br />

La sua bene<strong>di</strong>zione nel 1980 a Castel<br />

Gandolfo dal Palazzo pontificio; l’u<strong>di</strong>enza<br />

in Vaticano con i ragazzi dell’Istituto<br />

Gaetano Giar<strong>di</strong>no. In tale<br />

occasione rimasi non solo commossa,<br />

ma anche meravigliata, sorpresa<br />

perché vedendolo uscire da una porta<br />

per venire verso la folla nel grande<br />

cortile, mi sembrò che fosse contornato<br />

da un grande alone aureo che<br />

faceva ancor più risaltare la sua figura<br />

nel manto rosso. Sorrideva bene<strong>di</strong>cente<br />

toccando le nostre mani e le<br />

nostre teste, mentre al mio fianco una<br />

ragazza che accompagnavo invocava:<br />

e gli mostrava<br />

un’immagine del Papa stesso.<br />

Quel giorno con noi c’era don Pietro<br />

Occelli, parroco della chiesa del<br />

Buon Pastore alla Magliana, noto a<br />

Roma per l’aiuto che dette ai nostri<br />

soldati, in particolare ai <strong>Granatieri</strong><br />

con i quali era rimasto particolarmente<br />

collegato, nei tragici giorni della<br />

<strong>di</strong>chiarazione dell’armistizio del ’43 e<br />

della Difesa <strong>di</strong> Roma contro i tedeschi.<br />

E <strong>di</strong> Papa Wojtyla ho ancora il ricordo<br />

della sua visita all’Ospedale Villa Albani<br />

<strong>di</strong> Anzio, quando <strong>di</strong> pomeriggio<br />

venne ad impartire la Comunione ai<br />

ragazzi <strong>di</strong>sabili tra i quali erano presenti<br />

anche alcuni miei alunni.<br />

E’ <strong>di</strong> recente la morte <strong>di</strong> Giovanni<br />

Paolo II, in<strong>di</strong>menticabile per il suo<br />

straor<strong>di</strong>nario pontificato, per la sua<br />

comunicativa e le sue sofferenze fisiche.<br />

Un timido, colto, sorridente Bavarese<br />

è stato chiamato, come lui ha detto,<br />

dai a ricoprire<br />

la Cattedra <strong>di</strong> Pietro. Joseph Reitzinger,<br />

ora Papa Benedetto XVI, si è già<br />

conquistato l’affetto, la considerazione,<br />

la simpatia <strong>di</strong> tutti i fedeli.<br />

Avrò la possibilità <strong>di</strong> andare in<br />

u<strong>di</strong>enza anche da Lui?<br />

Alba Maria Men<strong>di</strong>co<br />

L’ASSOCIAZIONE HA UN PROPRIO SITO INTERNET<br />

Potremmo <strong>di</strong>re: finalmente! L’allestimento è<br />

ancora in corso <strong>di</strong> completamento, ma il sito ufficiale<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Granatieri</strong>, già registra un<br />

<strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> contatti giornalieri (circa 30)<br />

da parte <strong>di</strong> “navigatori”.<br />

La presenza su Internet, che sta <strong>di</strong>venendo sempre<br />

<strong>di</strong> più un sistema <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa,<br />

è il giusto completamento all’attività <strong>di</strong> ammodernamento<br />

iniziata con il giornale per quanto riferito<br />

alla nuova veste e ai suoi contenuti.<br />

Il sito, realizzato dal bravo tenente colonnello<br />

Ceci, già comandante del I battaglione <strong>Granatieri</strong>,<br />

costituisce uno strumento d’ampia, <strong>di</strong>ffusa e<br />

rapida informazione che supera, ad<strong>di</strong>rittura, i<br />

confini nazionali. Ad esso, inoltre, potranno<br />

essere collegati, previa autorizzazione della<br />

Presidenza <strong>Nazionale</strong>, tutti i siti spontanei che<br />

sono stati realizzati precedentemente da alcune<br />

Sezioni. Il sito associativo, inoltre, sarà collegato,<br />

appena completato, a quello dell’Esercito.<br />

Il “link” per navigare attualmente sul nostro sito<br />

ufficiale è il seguente:<br />

http://<strong>di</strong>gilander.libero.it/angs.roma/index.html<br />

Chi volesse contattare il “WEBMASER” del sito, può farlo inviando una e-mail al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

angs.roma@libero.it<br />

8 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

L’esercito ha celebrato il 144° compleanno<br />

Ma le sue tra<strong>di</strong>zioni risalgono al 1659,<br />

data <strong>di</strong> fondazione del Reggimento “Guar<strong>di</strong>e”<br />

Nel settembre del 1860, la situazione interna<br />

della penisola consigliava al Re <strong>di</strong> Sardegna<br />

d’invadere le Marche e l’Umbria, territori<br />

allora facenti parte dello Stato Pontificio,<br />

per avvicinarsi alle province della<br />

Campania dove i volontari <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> erano<br />

giunti a Napoli.<br />

Iniziava così la prima guerra per l’unità nazionale<br />

che si concluse vittoriosamente<br />

con la conquista <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello, Perugina,<br />

Ancona e Mola <strong>di</strong> Gaeta.<br />

Per Vittorio Emanuele II e il suo ministro<br />

Cavour, i tempi erano maturi per mo<strong>di</strong>ficare<br />

sul piano descrittivo, oltre che territoriale,<br />

l’antico regno sabaudo. Il 17 marzo<br />

1861, infatti, cessava <strong>di</strong> esistere il Regno <strong>di</strong><br />

Sardegna che, da quel momento, si chiamò<br />

Regno d’Italia.<br />

Di conseguenza, il 4 maggio dello stesso<br />

anno, con Decreto del ministro Manfredo<br />

Fanti, già comandante supremo delle truppe<br />

piemontesi, veniva sciolta l’Armata Sarda<br />

per dar luogo all’Esercito Italiano il quale,<br />

nell’accezione comune del tempo, era comprensivo delle<br />

restanti Forze Armate.<br />

Il solo Esercito, nel corso degli anni, ha celebrato la sua costituzione<br />

nella data del 4 maggio 1861, mentre, ad esempio,<br />

i Carabinieri, ora Forza Armata autonoma, hanno mantenuto<br />

quella del 1834 ancora legata all’Armata Sarda. L’Esercito,<br />

comunque, in quanto alle proprie tra<strong>di</strong>zioni, le fa<br />

risalire al 18 <strong>aprile</strong> 1659, quando il Duca Carlo Emanuele<br />

II, costituì il Reggimento delle Guar<strong>di</strong>e – gli attuali <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna - prima milizia permanente al servizio dello<br />

Stato nella storia militare italiana.<br />

La ricorrenza che negli ultimi tre anni è stata ricordata a Palermo,<br />

Napoli e Roma, quest’anno è stata celebrata, con<br />

<strong>di</strong>fferenti manifestazioni nelle città <strong>di</strong> Milano e <strong>di</strong> Roma.<br />

Domenica passata, nel prestigioso teatro La Scala della capitale<br />

meneghina, si è tenuto uno spettacolo, presentato da<br />

Carlo Mirabella, che ha visto il concerto della Banda dell’Esercito,<br />

<strong>di</strong>retta dal maestro Fulvio Creux, intervallato dall’esibizione<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> quadri storici, realizzati da militari<br />

nelle antiche uniformi e dalla lettura, da parte dell’attore<br />

teatrale Giancarlo Dettori, <strong>di</strong> brani letterari<br />

legati alla storia d’Italia.<br />

A Roma, nel tardo pomeriggio <strong>di</strong> ieri, invece,<br />

ha avuto luogo la manifestazione più tipicamente<br />

militare. Nello Sta<strong>di</strong>o “Nando Martellini”<br />

alle Terme <strong>di</strong> Caracalla, gremito in ogni<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> posti, un lancio <strong>di</strong> precisione <strong>di</strong> cinque<br />

Paracadutisti della “Folgore”, che hanno<br />

portato a terra la ban<strong>di</strong>era tricolore, lo stendardo<br />

del Presidente, il vessillo con lo stemma<br />

aral<strong>di</strong>co dell’Esercito e la ban<strong>di</strong>era della<br />

NATO, ha aperto la celebrazione che ha visto<br />

la presenza del Capo dello Stato Ciampi, del<br />

Ministro della Difesa Martino e <strong>di</strong> numerose<br />

autorità civili e militari accolte, al loro arrivo,<br />

dal capo <strong>di</strong> Stato Maggiore dell’Esercito Giulio<br />

Fraticelli.<br />

Sul terreno, era schierata una Brigata <strong>di</strong> formazione,<br />

agli or<strong>di</strong>ni del generale dei grana-<br />

segue a pagina 10<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 9


tieri, Massimiliano Del Casale, composta <strong>di</strong><br />

circa 1.600 militari (uomini e donne) delle<br />

varie Armi e Specialità presenti nell’Esercito,<br />

compresi quelli dell’Aviazione, affiancati<br />

dalle rappresentanze militari d’alcune nazioni<br />

amiche e alleate. Completavano lo<br />

schieramento, la Banda e la Ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong><br />

guerra dell’Esercito italiano. Uno dei Reggimenti<br />

della brigata, proprio a ricordare le<br />

antiche origini, era formato in buona parte<br />

dai <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna in Grande Uniforme<br />

Speciale, comandati dal colonnello<br />

Massimo Meinero.<br />

Alle spalle dello schieramento <strong>di</strong> quello che<br />

potremmo definire l’Esercito del terzo millennio,<br />

a <strong>di</strong>mostrare la continuità delle tra<strong>di</strong>zioni,<br />

formazioni <strong>di</strong> militari nelle uniformi<br />

delle varie epoche; dalle Guar<strong>di</strong>e del<br />

1659, ai Fanti della Guerra <strong>di</strong> liberazione e<br />

ai militari delle prime missioni <strong>di</strong> pace.<br />

Numerosi anche i mezzi presenti, scelti sempre sotto l’ottica<br />

della modernità non <strong>di</strong>sgiunta dalla tra<strong>di</strong>zione. I Veicoli<br />

Tattici Leggeri multiruolo e i blindati leggeri “Puma” <strong>di</strong> recente<br />

concezione e <strong>di</strong> largo uso nelle operazioni in atto, infatti,<br />

erano affiancati ai vetusti FIAT 18 BL del 1915 e agli<br />

autocarri SPA 38R usati sui fronti della 2^ guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

La manifestazione si è conclusa con la cerimonia del conferimento<br />

<strong>di</strong> onorificenze ad alcuni militari che si sono particolarmente<br />

<strong>di</strong>stinti in servizio nello scorso anno e gli interventi<br />

delle massime autorità militari, del ministro della<br />

Difesa e del Presidente della Repubblica Ciampi.<br />

ANTOR<br />

Da: IL CORRIERE LAZIALE del 4 maggio <strong>2005</strong><br />

INTENSA ATTIVITA’ PRESSO IL MUSEO STORICO<br />

Accuratamente catalogati tutti i cimeli esistenti<br />

e nominato il Consegnatario e il nuovo Direttore<br />

Il generale MOVM, Ugo Bignami, dall’alto del cielo degli Eroi dove sicuramente si trova, sarà veramente sod<strong>di</strong>sfatto nel<br />

vedere quanto sta accadendo presso il nostro Museo Storico – quel Museo che lui seppe mirabilmente realizzare negli anni<br />

’20 del secolo scorso, con il lavoro e i sol<strong>di</strong> dei <strong>Granatieri</strong> in congedo e che <strong>di</strong>resse finché fu <strong>di</strong> questo mondo.<br />

Una Commissione nominata dal generale Del Casale, infatti, con un’onerosa opera <strong>di</strong> catalogazione, ha verificato l’esistenza<br />

effettiva <strong>di</strong> tutti i cimeli che risultano in carico presso la storica sede <strong>di</strong> Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Con ciò<br />

viene chiusa definitivamente una situazione che, praticamente, si trascinava dal lontano 1986 quando, con un Decreto Legge,<br />

il Museo passò dalla figura giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Ente morale retto da un proprio Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione, a quella <strong>di</strong> Ente<br />

militare inquadrato nella Brigata <strong>Granatieri</strong>.<br />

In quel particolare momento storico, non ci fu un formale passaggio <strong>di</strong> consegne<br />

fra chi cedeva e chi subentrava e tutto fu affidato al solo buon cuore dei tanti<br />

custo<strong>di</strong> che si sono succeduti nel tempo. Solo dopo parecchi anni, un’altra<br />

commissione aveva provveduto a inventariare i beni che, questa volta, sono stati<br />

oggetto d’attenta verifica. I risultati del controllo effettuato hanno evidenziato<br />

come, anche nelle con<strong>di</strong>zioni abbastanza precarie derivanti dalla mancanza <strong>di</strong><br />

un consegnatario a incarico esclusivo, chi lo custo<strong>di</strong>va ha mantenuto perfettamente<br />

integro il patrimonio del Museo che, anzi, è risultato alquanto accresciuto<br />

da recenti donazioni.<br />

Al maggiore Massimo Siragusa, al capitano Daniele Quadrelli e al primo maresciallo<br />

Alfredo Intino, che costituivano la citata Commissione, vada il ringraziamento<br />

<strong>di</strong> tutti i granatieri, con e senza stellette, per aver operato, con precisione<br />

“teutonica”, in modo da consentire al primo Consegnatario ufficiale dal 1986 (in<br />

precedenza i materiali erano in carico al ReCosut), il maresciallo Fabrizio Delle<br />

Fratte, nominato nel mese <strong>di</strong> gennaio del corrente anno, <strong>di</strong> poter svolgere agevolmente<br />

e con cognizione <strong>di</strong> causa il suo compito <strong>di</strong> responsabile amministrativo<br />

<strong>di</strong> tutti i beni conservati. Quei beni che ricordano la storia pluricentenaria<br />

della Specialità.<br />

Un grazie particolare, inoltre, vada al generale Massimiliano Del Casale che ha<br />

avuto la sensibilità <strong>di</strong> far realizzare l’importante opera <strong>di</strong> catalogazione e verifica.<br />

Il Ten. Col. Bruno Camarota<br />

Ma non basta! Ora il Museo ha anche un nuovo Direttore ad incarico esclusivo. Si tratta del giovane tenente colonnello<br />

dei granatieri Bruno Camarota, assegnato <strong>di</strong> recente in sostituzione del colonnello Paolo Rota che, a sua volta, aveva preso<br />

il posto, operando anche come Vice comandante <strong>di</strong> Brigata, del generale Antonino Torre che, cessato dal servizio attivo,<br />

ha assunto la funzione <strong>di</strong> Curatore del Museo stesso, sulla base <strong>di</strong> una convenzione <strong>di</strong> collaborazione per la gestione,<br />

stipulata fra l’<strong>Associazione</strong> e la Brigata <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna.<br />

Ora che la squadra del Museo sembrerebbe veramente al completo (compresi, ovviamente, i marescialli Iannarone e Palumbo<br />

e gli impiegati Granata e Gizzi), ci sono tutte le premesse per fare un ulteriore salto <strong>di</strong> qualità e valorizzare maggiormente<br />

il prestigioso “Tempio dei <strong>Granatieri</strong>”, come veniva definito il Museo, dall’eroe del Cengio, il generale Ugo Bignami.<br />

ANTOR<br />

10 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Festeggiato a Pietralata<br />

il 346° anno dei <strong>Granatieri</strong><br />

Quest’anno, la fati<strong>di</strong>ca data del<br />

18 <strong>aprile</strong> è stata celebrata con<br />

un’enfasi particolare grazie,<br />

anche, all’entusiasmo e all’attaccamento<br />

alla Specialità ampiamente<br />

<strong>di</strong>mostrato dall’attuale<br />

Comandante <strong>di</strong> reggimento,<br />

colonnello Massimo<br />

Meinero, dal Comandante del<br />

battaglione, tenente colonnello<br />

Carlo Emiliani e, dall’alto<br />

delle sue responsabilità, dal<br />

Comandante della brigata, generale<br />

Massimiliano Del Casale.<br />

Tutti <strong>Granatieri</strong> DOC.<br />

La bella giornata è iniziata con<br />

lo schieramento del Reggimento<br />

e la “resa degli onori”<br />

che, nell’or<strong>di</strong>ne, è stata tributata<br />

al Medagliere dell’<strong>Associazione</strong>,<br />

alla Ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> Guerra<br />

del 1° Reggimento <strong>Granatieri</strong> e<br />

al Comandante della Brigata.<br />

E’ seguito, poi, il doveroso omaggio ai Caduti, presso il<br />

monumento lungo la cui scalinata, che ricorda gli episo<strong>di</strong><br />

più salienti della Storia del Corpo, era posizionato, per<br />

ogni gra<strong>di</strong>no, un granatiere nell’uniforme storica dell’epoca<br />

ricordata.<br />

Onori analoghi sono stati resi anche al busto bronzeo del<br />

fondatore, il duca Carlo Emanuele II <strong>di</strong> Savoia che ebbe, a<br />

soli 25 anni, la lungimiranza <strong>di</strong> “levare” quel Corpo che,<br />

nella storia d’Italia, si sarebbe coperto <strong>di</strong> gloria e al quale<br />

si sarebbero rifatte, oggi, le tra<strong>di</strong>zioni dell’intero Esercito<br />

Italiano.<br />

Ha preso quin<strong>di</strong> la parola il colonnello Meinero che, con<br />

la sua classica concretezza, dopo aver brevemente ricordato<br />

le glorie del passato, ha fatto un sintetico ma esauriente<br />

consuntivo dell’intensa attività svolta dal reggimento<br />

nel corso dell’anno e delle innovazioni or<strong>di</strong>native derivanti<br />

dalla sospensione del servizio <strong>di</strong> leva. Molto interessanti,<br />

inoltre, sono state le prospettive delineate per il futuro<br />

e le aspirazioni ipotizzate per mantenere il più antico<br />

Corpo dell’Esercito al passo con i tempi. Come è sempre<br />

stato, del resto, nei 346 anni <strong>di</strong> vita trascorsi con le ra<strong>di</strong>ci<br />

in un passato lontano ma, tenendo sempre <strong>di</strong> vista il presente!<br />

Il generale Mario Buscemi, subito dopo, ha fatto una breve<br />

allocuzione nella quale, fra l’altro, ha ringraziato la Brigata<br />

e il Reggimento per la vicinanza e la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrate<br />

in ogni occasione nei riguar<strong>di</strong> dell’<strong>Associazione</strong><br />

e della famiglia dei <strong>Granatieri</strong> in congedo.<br />

La lettura dei messaggi augurali pervenuti dal Capo <strong>di</strong> Stato<br />

Maggiore dell’Esercito, generale Giulio Fraticelli, e dai<br />

Comandanti delle Forze Operative Terrestri, delle Forze<br />

Operative <strong>di</strong> Difesa del Centro e della Capitale, rispettivamente,<br />

generali <strong>di</strong> C.A. D’Arrigo, Colaneri e Morea, hanno<br />

concluso la cerimonia militare.<br />

Bella nota <strong>di</strong> colore (Meinero ne<br />

pensa una più del <strong>di</strong>avolo!), il lancio<br />

<strong>di</strong> quattrocento palloncini rossi<br />

e bianchi recanti un messaggio<br />

<strong>di</strong> saluto, che sono saliti al cielo in<br />

una nuvola <strong>di</strong> fumo tricolore.<br />

Subito a seguire: l’aperitivo presso<br />

il Circolo Ufficiali e il pranzo <strong>di</strong><br />

corpo presso la mensa truppa.<br />

La giornata si è conclusa, nel primo<br />

pomeriggio, con un “concerto<br />

rievocativo” (altra invenzione <strong>di</strong><br />

Meinero!) tenuto dalla musica<br />

d’or<strong>di</strong>nanza dal titolo: che, come facilmente<br />

intuibile, è una sorta <strong>di</strong> Carosello<br />

<strong>di</strong> formato ridotto e più spe<strong>di</strong>tivo<br />

che, comunque, conserva per intero<br />

il fascino <strong>di</strong> quello tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Guido Tamburini<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>11


PARATA DEL 2 GIUGNO <strong>2005</strong><br />

Il 1° <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> nuovo in primo piano<br />

Roma, 2 <strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>. Dopo un anno<br />

trascorso in “purgatorio” per la bruciante<br />

esclusione subita nel 2004, grazie all’azione<br />

combinata dei vertici dell’ANGS in<br />

perfetta sinergia con gli Ufficiali dei <strong>Granatieri</strong><br />

che operano sparsi un po’ in tutti<br />

i settori e uffici degli stati maggiori e dei<br />

coman<strong>di</strong> delle Forze Armate, si è conseguito<br />

un eccezionale risultato: il 1° Reggimento<br />

“<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna” per la<br />

sfilata del 2 <strong>giugno</strong> è sceso in campo con<br />

più <strong>di</strong> 250 uomini e donne, per dare vita<br />

ad una delle più massicce partecipazioni<br />

dei Bianchi Alamari alle recenti tra<strong>di</strong>zionali<br />

parate per la festa della Repubblica.<br />

Per iniziare, ad accogliere il presidente<br />

Ciampi che si recava all’Altare della Patra<br />

per rendere omaggio al Milite ignoto,<br />

c’era un battaglione interforze comandato<br />

dal tenente colonnello Carlo Emiliani,<br />

comandante del battaglione granatieri<br />

“Assietta”, che era in piazza Venezia con<br />

la Ban<strong>di</strong>era del 1° Reggimento ed una<br />

compagnia <strong>di</strong> granatieri.<br />

Più volte la regia televisiva, alla ricerca <strong>di</strong><br />

immagini spettacolari che sottolineassero<br />

l’importanza della cerimonia, si è soffermata<br />

sul comandante del battaglione,<br />

sull’alfiere e la scorta ban<strong>di</strong>era - il ten.<br />

Pretolani ed i marescialli De Angelis e Pilone<br />

- il cap. Farese, il ten. Mancino e sui<br />

granatieri, per lo più tratti dalla 4 a compagnia<br />

fucilieri <strong>di</strong> stanza a Spoleto.<br />

Quando si è passati alla parata vera e<br />

propria, il primo dei granatieri a marciare<br />

su via dei Fori imperiali, in uno degli<br />

scenari storico-culturali più spettacolari<br />

del mondo, è stato proprio il colonnello<br />

Massimo Meinero, in grande uniforme<br />

speciale (GUS), seguito dall’aiutante<br />

maggiore in 1^ del reggimento, il capitano<br />

Galimi e dalla ban<strong>di</strong>era “colonnella”<br />

sorretta dal giovane tenente David. Il<br />

gruppo era posto alla testa del settore<br />

“Tra<strong>di</strong>zioni”. Apriva la sfilata <strong>di</strong> tale settore<br />

una compagnia che indossava l’uniforme<br />

grigio-verde in uso nell’Esercito<br />

italiano nel 1943-45. L’unità era guidata<br />

dal maresciallo dei granatieri Ippoliti e<br />

rappresentava, su sei righe, i <strong>Granatieri</strong> e<br />

i Lancieri <strong>di</strong> Montebello della <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />

Roma (8-10 settembre 1943); i Fanti e gli<br />

Artiglieri del 1° Raggruppamento motorizzato<br />

che combatterono a Mignano-<br />

Montelungo nel <strong>di</strong>cembre 1943; i Paracadutisti<br />

con le <strong>di</strong>vise del gruppo <strong>di</strong><br />

combattimento “Folgore” che completò<br />

la liberazione del nord d’Italia nell’<strong>aprile</strong><br />

del 1945.<br />

Nel settore de<strong>di</strong>cato alle “missioni <strong>di</strong> pace”<br />

ha fatto poi bella mostra <strong>di</strong> sé la Musica<br />

d’or<strong>di</strong>nanza del reggimento. I numeri<br />

rossi applicati ai quattro tamburi<br />

imperiali posti in testa alla banda a formare<br />

insieme il “1659”, anno della “Levata”,<br />

hanno colpito l’attenzione degli<br />

spettatori richiamando i 346 anni <strong>di</strong> vita<br />

della nostra Specialità. Dietro alla banda,<br />

condotta al successo dal maestro Morlungo,<br />

avanzava la compagnia con Ban<strong>di</strong>era<br />

del 1° <strong>Granatieri</strong>. Magnifici tutti, i<br />

granatieri del capitano Pirotti, con il<br />

gruppo ban<strong>di</strong>era formato dal capitano<br />

Marcelli, il tenenete Perilli ed i marescialli<br />

Ienco e Dionisi. In prima fila, i tenenti<br />

Laurano, Guzzarri e Provenza della<br />

compagnia <strong>di</strong> rappresentanza “Goito”,<br />

bellissimi con le loro impeccabili gran<strong>di</strong><br />

uniformi speciali. Il reparto <strong>Granatieri</strong> è<br />

stato inserito nel settore per ricordare<br />

che nel 2001 l’intero reggimento operò<br />

in Albania nell’ambito dell’operazione <strong>di</strong><br />

pace KFOR e per riaffermare che in questo<br />

momento sono presenti in Kosovo<br />

ben 50 tra ufficiali, sottufficiali e graduati<br />

in servizio permanente ed in ferma<br />

breve del reggimento, operanti all’interno<br />

del Comando della brigata multinazionale<br />

italo-tedesca.<br />

Il tutto a confermare, ove sussista ancora<br />

qualche dubbio, che i granatieri sono<br />

soldati professionisti, sempre pronti ad<br />

entrare in azione, là dove la Patria chiami<br />

e non sono solamente truppe da<br />

parata.<br />

Gli applausi scroscianti <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />

spettatori hanno accompagnato, per l’intero<br />

percorso, i granatieri che, con i loro<br />

cappelloni a pelo coperti dai fiori lanciati<br />

dalla folla, sono stati seguiti dagli<br />

sguar<strong>di</strong> ammirati e dai sorrisi delle tante<br />

belle ragazze assiepate nelle le tribune.<br />

In un successivo settore della parata, il<br />

Reggimento era ancora presente con<br />

una compagnia fucilieri montata su tre<br />

VM90 incaricata <strong>di</strong> mostrare le unità dell’Esercito<br />

impegnate nell’operazione<br />

“Domino”, quella missione che affianca i<br />

granatieri alle forze <strong>di</strong> polizia sul territorio<br />

nazionale nella lotta contro il terrorismo<br />

internazionale attraverso la vigilanza<br />

<strong>di</strong> obiettivi sensibili. Il cap. Zinna ed i<br />

suoi ragazzi indossavano, per l’occasione,<br />

la nuova tuta da combattimento detta<br />

“vegetata”, una uniforme migliorata<br />

nella foggia e nel tessuto e che presenta<br />

una mimetizzazione <strong>di</strong> nuova concezione<br />

che meglio si adatta all’ambiente continentale<br />

e che a breve sostituirà le attuali<br />

mimetiche.<br />

Il colonnello Meinero aveva dato precise<br />

istruzioni affinché i granatieri fossero riconoscibili<br />

anche in “vegetata” . Gli spallacci,<br />

infatti, avevano bene in vista le<br />

placche granatine dorate; in testa, il basco<br />

nero con la granata e al collo il fazzoletto<br />

bianco e rosso. Sulle fiancate dei<br />

mezzi dalla livrea mimetica, inoltre, era<br />

<strong>di</strong>segnata una granata sormontata dalle<br />

scritte “granatieri” e “1659”.<br />

Non tutti sanno, infine, che la compagnia<br />

delle Infermiere Volontarie della<br />

Croce Rossa, anche questo anno, come<br />

negli anni precedenti, è stata addestrata,<br />

per l’or<strong>di</strong>ne chiuso, dai granatieri. Questa<br />

volta è toccato al tenente Di Ianni e al<br />

12 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


caporale maggiore scelto De Cicco de<strong>di</strong>care<br />

tempo e energie per addestrare le<br />

crocerossine alla marcia.<br />

Anche le “sorelle” della Croce Rossa, che<br />

hanno marciato magnificamente, sono<br />

state “allenate” dai granatieri. Hanno così<br />

<strong>di</strong>mostrato, oltre alla loro innata eleganza<br />

e leggiadria, un perfetto stile militare<br />

<strong>di</strong> puro stampo “granatieresco”.<br />

Possiamo affermare che il 2 <strong>giugno</strong><br />

<strong>2005</strong>, per tutti i granatieri, alle armi o in<br />

congedo, potrà essere ricordato come<br />

una “grande giornata” della quale i protagonisti<br />

parleranno a lungo ... almeno<br />

fino alla parata del 2006 dove, sicuramente,<br />

sapranno certamente fare ancora<br />

meglio: “A me le Guar<strong>di</strong>e !”.<br />

emanuel<br />

CONTINUA L’ONDA ROSA TRA I GRANATIERI<br />

Dopo i due caporali VFB, il primo tenente me<strong>di</strong>co donna<br />

Roma, 10 maggio <strong>2005</strong>. Dopo l’arrivo nella Musica d’or<strong>di</strong>nanza<br />

<strong>di</strong> due caporali VFB donne, questa volta <strong>di</strong>amo la notizia<br />

dell’avvenuta assegnazione al 1° reggimento granatieri <strong>di</strong><br />

un ufficiale me<strong>di</strong>co donna: il tenente me<strong>di</strong>co Angela Cristal<strong>di</strong>.<br />

Il tenente me<strong>di</strong>co è <strong>di</strong> origini siciliane; ha conseguito la laurea<br />

in me<strong>di</strong>cina e chirurgia presso l’università <strong>di</strong> Catania ed ha un<br />

fratello ufficiale nei Carabinieri. Il ten. me<strong>di</strong>co Cristal<strong>di</strong> ha<br />

deciso <strong>di</strong> intraprendere la vita militare con l’intenzione <strong>di</strong> conseguire,<br />

durante i trenta mesi <strong>di</strong> ferma, il passaggio in servizio<br />

permanente. Si è imme<strong>di</strong>atamente inserita nella impegnativa e<br />

frenetica vita del reggimento. Ha imme<strong>di</strong>atamente iniziato a<br />

svolgere, nella sede <strong>di</strong> Spoleto, le attività professionali <strong>di</strong> sua<br />

competenza, compiendo le giornaliere visite me<strong>di</strong>che e partecipando<br />

alle giornate <strong>di</strong> addestramento in poligono a bordo<br />

dell’ambulanza. In conseguenza della ormai cronica carenza<br />

<strong>di</strong> ufficiali me<strong>di</strong>ci, da Spoleto spesso deve trasferirsi a Roma<br />

per assicurare l’assistenza sanitaria nella caserma “Gan<strong>di</strong>n”.<br />

Tra i primi atti compiuti dalla giovane subalterna, alla presenza<br />

<strong>di</strong> una delegazione <strong>di</strong> ufficiali del reggimento, il ten. Cristal<strong>di</strong><br />

ha prestato giuramento <strong>di</strong> fedeltà alla Repubblica Italiana d’innanzi<br />

alla Ban<strong>di</strong>era del 1° <strong>Granatieri</strong>, nelle mani del col.<br />

Meinero. Per nulla intimi<strong>di</strong>ta, la brillante tenente, nella sua<br />

impeccabile grande uniforme invernale, ha impugnato la sciabola<br />

e – con perfetto stile formale – ha eseguito con <strong>di</strong>sinvoltura<br />

i previsti movimenti. Il rituale del giuramento è stato<br />

rispettato in tutte le sue fasi fino alla pronuncia della formula.<br />

Senza alcuna esitazione nella voce, il me<strong>di</strong>co con gli Alamari<br />

ha pronunciato la sacra promessa che la legherà per sempre<br />

alla Patria.<br />

Il colonnello Meinero, in un breve <strong>di</strong>scorso, ha colto l’occasione<br />

per ricordare ai presenti le splen<strong>di</strong>de tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> valore<br />

espresse dal personale me<strong>di</strong>co effettivo ai granatieri.<br />

Dopo il giuramento, effettuato nell’ufficio del colonnello<br />

comandante, è seguito un sobrio rinfresco con il quale si sono<br />

bagnate le stellette della neo tenente.<br />

Alla giovane ufficiale, giunga un caloroso benvenuto da parte<br />

<strong>di</strong> tutta la famiglia dei granatieri con l’augurio cameratesco per<br />

un proficuo periodo <strong>di</strong> servizio fra le nostre fila a prelu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

un definitivo ed auspicato inserimento nella vita militare<br />

L’asterisco culturale del granatiere<br />

Il valore dei me<strong>di</strong>ci granatieri<br />

14 settembre 1860, Campagna d’In<strong>di</strong>pendenza dell’Italia Centrale. PRESA DI PERUGIA. Ambedue le Ban<strong>di</strong>ere dei<br />

reggimenti della brigata granatieri meritano la concessione da parte del re Vittorio Emanuele II° <strong>di</strong> Savoia <strong>di</strong> una medaglia<br />

d’argento al valore militare.<br />

Il 3 ottobre 1860, per determinazione si sua maestà il re, verrà concessa la “menzione onorevole” al Corpo sanitario del 1°<br />

reggimento <strong>Granatieri</strong> con la motivazione: “per essersi lodevolmente <strong>di</strong>portato alla presa <strong>di</strong> Perugia – 14 settembre 1860”.<br />

La citata “menzione onorevole” sarà successivamente trasformata, con il regio decreto del 8 <strong>di</strong>cembre 1887, in una medaglia<br />

<strong>di</strong> Bronzo al Valor Militare concessa alla Ban<strong>di</strong>era del 1° reggimento “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna”.<br />

Sottotenente me<strong>di</strong>co MOVM, granatiere Attilio Friggeri. Il 3 <strong>giugno</strong> 1942 durante il combattimento <strong>di</strong> Slebic in<br />

Slovenia, l’ufficiale me<strong>di</strong>co in servizio presso il 1° reggimento <strong>Granatieri</strong>, visto cadere l’ufficiale comandante <strong>di</strong> un plotone<br />

ed intuito che questo, rimasto senza guida avrebbe potuto compromettere l’azione che l’intera compagnia stava effettuando<br />

contro i partigiani titini, assunse <strong>di</strong> propria iniziativa il comando del reparto e, benché ferito mortalmente, ingiunse ai granatieri<br />

<strong>di</strong> non fermarsi a soccorrerlo. Alla sua memoria è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare, unico massimo<br />

riconoscimento in<strong>di</strong>viduale concesso ad un soldato effettivo ai reggimenti granatieri nell’intera campagna <strong>di</strong> jugoslavia.<br />

Il Policlinico militare <strong>di</strong> Roma (Celio) è intitolato al suo nome.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 13


Da Carlo Emanuele a Carlo Azeglio<br />

La fine <strong>di</strong> un’epoca e … l’inizio <strong>di</strong> una nuova sfida per i <strong>Granatieri</strong><br />

Il 9 <strong>di</strong>cembre 2004 il 1° reggimento<br />

“<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna” ha accolto<br />

tra i suoi ranghi i Volontari del 12°<br />

blocco 2004: gli ultimi granatieri <strong>di</strong><br />

leva. Si è trattato <strong>di</strong> un fatto “storico”<br />

perché è innegabile che il Reggimento<br />

si è trovato a far da testimone all’ultimo<br />

atto <strong>di</strong> una trasformazione<br />

epocale per quanto riguarda la storia<br />

del nostro Esercito e dell’intera Italia;<br />

cambiamento già in atto da più <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>eci anni: il passaggio dalla coscrizione<br />

obbligatoria ai militari volontari<br />

<strong>di</strong> professione.<br />

Il reggimento, o meglio la specialità<br />

<strong>Granatieri</strong>, la più antica dell’Esercito,<br />

ha iniziato e concluso un ciclo che ha<br />

segnato indelebilmente la storia del<br />

Paese, dalle sue origini - il 18 <strong>aprile</strong><br />

del 1659 - fino ad oggi. È stato un<br />

percorso lento ma inesorabile che si<br />

è concluso con il 12° blocco VFA<br />

2004. Dal <strong>2005</strong> si è passati ad un<br />

esercito interamente composto <strong>di</strong> volontari.<br />

Il 1° Reggimento ha avuto la possibilità<br />

<strong>di</strong> incorporare nella prima decade<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2004 questi ragazzi,<br />

alcuni consapevoli della scelta fatta<br />

per consolidata tra<strong>di</strong>zione militare in<br />

famiglia, altri per trascorrere un anno<br />

che avrebbero dovuto comunque fare<br />

sotto le armi, altri ancora per “curiosità”<br />

e “spirito <strong>di</strong> avventura”. Io li<br />

ho visti tutti, sia quelli che ancora<br />

fanno parte del Reggimento sebbene<br />

inquadrati in altre Compagnie, sia<br />

quelli che, a vario titolo, hanno lasciato<br />

l’Esercito.<br />

Per i due mesi iniziali de<strong>di</strong>cati all’addestramento<br />

ho avuto il privilegio <strong>di</strong><br />

essere il loro comandante <strong>di</strong> compagnia.<br />

Durante questo periodo, l’obiettivo<br />

è stato quello <strong>di</strong> far crescere<br />

e maturare, sia sotto l’aspetto umano<br />

che prettamente militare questi ragazzi,<br />

alcuni <strong>di</strong> loro non ancora maggiorenni.<br />

Hanno fatto conoscenza dell’arma<br />

in<strong>di</strong>viduale in dotazione, effettuando<br />

le previste lezioni <strong>di</strong> tiro nei poligoni<br />

<strong>di</strong> Pian <strong>di</strong> Spille e Cesano; hanno ricevuto<br />

un addestramento basico al<br />

combattimento in<strong>di</strong>viduale e hanno<br />

effettuato anche l’addestramento formale<br />

in vista del loro giuramento effettuato<br />

il 4 febbraio <strong>2005</strong>. Fino a tal<br />

punto, lo scaglione si è mosso come<br />

un blocco monolitico, con gli stessi<br />

fini e le stesse meto<strong>di</strong>che addestrative.<br />

Il Giuramento ha segnato uno<br />

spartiacque tra coloro che sono rimasti<br />

nella 2 a compagnia fucilieri “Armenia”,<br />

che li aveva incorporati e<br />

“svezzati” alla vita militare, e quelli<br />

che, per profilo sanitario e precedenti<br />

<strong>di</strong> mestiere sono stati trasferiti nelle<br />

altre compagnie del Reggimento<br />

per ricoprire gli incarichi logisticoamministrativi<br />

e <strong>di</strong> supporto.<br />

I primi, gli operativi, hanno proseguito<br />

l’addestramento finalizzato allo<br />

svolgimento <strong>di</strong> esercitazioni a fuoco,<br />

a livello <strong>di</strong> squadra e plotone fucilieri,<br />

in ambiente <strong>di</strong>urno e notturno. Sono<br />

stati impiegati in attività <strong>di</strong> sorveglianza<br />

e vigilanza dei siti sensibili<br />

nell’ambito dell’operazione “Domino”.<br />

Nonostante si siano separati, i<br />

VFA del 12° blocco 04 continuano ad<br />

essere un gruppo coeso e granitico<br />

negli intenti e negli eccellenti risultati<br />

raggiunti fino ad ora. Grazie al loro<br />

impegno, il reggimento ha assolto<br />

egregiamente sia i compiti <strong>di</strong> rappresentanza<br />

(cerimonie come quelle per<br />

il Duca <strong>di</strong> San Pietro, il 144° anniversario<br />

della fondazione dell’Esercito,<br />

la Festa della Repubblica il 2<br />

<strong>giugno</strong>) e sia operativi (esercitazioni,<br />

operazione “Domino” e operazione<br />

“Santa Barbara”).<br />

Quasi tutti hanno presentato domanda<br />

per rimanere tra le fila dei <strong>Granatieri</strong><br />

come VFP1 (Volontario in Ferma<br />

Prefissata <strong>di</strong> 1 anno) e ciò è motivo<br />

<strong>di</strong> gratificazione per il nostro<br />

Reggimento, che trova in loro nuova<br />

linfa vitale per affrontare gli impegni<br />

futuri, sia dal punto <strong>di</strong> vista qualitativo<br />

sia quantitativo. In particolare, è<br />

rimarchevole l’impegno <strong>di</strong> ogni singolo<br />

granatiere che <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> avere<br />

acquisito nel suo intimo il senso <strong>di</strong><br />

appartenenza alla nostra Specialità.<br />

Loro sono stati i primi granatieri con<br />

i quali mi sono imbattuto come comandante<br />

<strong>di</strong> compagnia, quelli che<br />

ho forgiato personalmente insieme ai<br />

miei bravissimi collaboratori - tenenti,<br />

marescialli e graduati in servizio<br />

permanente - sono i granatieri “fatti<br />

in casa”, quelli che, ben motivati e<br />

saggiamente impiegati, mi hanno dato<br />

gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni e che potranno<br />

sicuramente contribuire ad incrementare<br />

il lustro del blasone del 1°<br />

Reggimento “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna”.<br />

Bravi <strong>Granatieri</strong> del 12° blocco VFA<br />

2004! Con voi il 9 <strong>di</strong>cembre <strong>2005</strong> la<br />

Leva cesserà <strong>di</strong> esistere perché sospesa<br />

a tempo indeterminato ma, come<br />

l’Araba Fenice, si spera che dalle<br />

sue ceneri nasca un moderno Esercito,<br />

combattivo e preparato, al passo<br />

con i tempi e all’altezza delle aspettative<br />

dei citta<strong>di</strong>ni italiani.<br />

gra. capitano Fabrizio Farese<br />

comandante della 2 cp. fucilieri<br />

“Armenia”<br />

14 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Un ufficiale <strong>di</strong> sua maestà britannica tra i granatieri<br />

L’Esercito inglese ritiene importante avere degli esperti conoscitori della lingua italiana<br />

“Perché Lei, un Ufficiale dell’artiglieria britannica, è qui in<br />

Italia con l’Esercito Italiano e tra i <strong>Granatieri</strong>?” mi domandarono<br />

molti Ufficiali italiani quando giunsi, all’inizio dell’anno<br />

<strong>2005</strong>, nella caserma “Med. d’Oro V.M. Gen. GANDIN”.<br />

“Sono qui per imparare l’italiano” risposi.<br />

Adesso, dopo sei mesi, credo <strong>di</strong> parlare e capire l’italiano abbastanza<br />

bene ed i <strong>Granatieri</strong> mi hanno aiutato veramente tanto<br />

a comprendere e capire la lingua italiana nonché la cultura<br />

<strong>di</strong> un paese così <strong>di</strong>fferente dal mio. Rimanendo tra le file dei<br />

<strong>Granatieri</strong>, ho appreso anche le abitu<strong>di</strong>ni ed i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> operare<br />

<strong>di</strong> un esercito europeo e della NATO <strong>di</strong>fferente dal mio.<br />

Ma che cosa ha fatto questo “strano Ufficiale” inglese durante<br />

i suoi sei mesi con i <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna?<br />

La risposta è abbastanza semplice: ha visto e fatto tante cose<br />

interessanti e <strong>di</strong>fferenti.<br />

Durante il mio primo periodo trascorso qui in Italia con i <strong>Granatieri</strong><br />

del 1° Reggimento,<br />

sono andato spesso al poligono<br />

partecipando all’addestramento<br />

con tutte<br />

le compagnie del battaglione.<br />

Per presenziare e<br />

partecipare attivamente alle<br />

<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> addestramento,<br />

mi sono immedesimato<br />

nella formazione<br />

culturale del Granatiere<br />

ed ho preso parte agli<br />

esercizi <strong>di</strong> tiro con tutte le<br />

armi in dotazione all’Esercito<br />

italiano e all’addestramento<br />

al combattimento<br />

tipico delle unità <strong>di</strong> fanteria.<br />

Poiché sono inglese, le<br />

con<strong>di</strong>zioni meteorologiche per me sono una cosa molto importante<br />

e devo <strong>di</strong>re che a gennaio era un po’ freddo (anche<br />

per un inglese), ma quando è arrivata la primavera per me è<br />

come se fosse arrivata l’estate ed è stato sempre un vero piacere<br />

andare al poligono!<br />

Le con<strong>di</strong>zioni climatiche sono state favorevoli. Mi piaceva<br />

molto durante l’addestramento poter godere del clima estivo,<br />

perché in Inghilterra, in tutti i nostri poligoni, abbiamo un tale<br />

microclima che piove praticamente sempre! Al poligono ho<br />

sparato con tutti i fucili e le pistole dell’Esercito italiano, ed è<br />

stato interessante confrontare le armi italiane con le quelle inglesi.<br />

Sono stato anche nella sede <strong>di</strong>staccata <strong>di</strong> Spoleto, nella verde<br />

Umbria, dove sono <strong>di</strong>slocate due compagnie del battaglione<br />

“Assietta” ed ho potuto visitare la città dove si svolge il “Festival<br />

dei due Mon<strong>di</strong>”, che purtroppo non potrò vedere perchè<br />

il mio periodo qui in Italia finisce a metà <strong>giugno</strong>.<br />

Poiché il 1° Reggimento <strong>Granatieri</strong>, quando libero dall’addestramento<br />

e dall’operazione “Domino”, è sempre impegnato<br />

con compiti <strong>di</strong> rappresentanza, ho avuto l’opportunità <strong>di</strong> vedere<br />

molte parate e cerimonie militari. Per esempio, ho assistito<br />

al cambio della Guar<strong>di</strong>a d’onore al palazzo del Quirinale,<br />

al cambio dell’Ispettore Logistico dell’Esercito, che era un Ufficiale<br />

dei <strong>Granatieri</strong>, e poi ad una cerimonia <strong>di</strong> giuramento<br />

degli ultimi soldati <strong>di</strong> leva (VFA del 12° blocco).<br />

Però, senza dubbio <strong>di</strong> smentita, credo che la cerimonia più<br />

spettacolare, alla quale ho avuto modo <strong>di</strong> presenziare, sia stata<br />

quella del 18 febbraio, ovvero le solenni onoranze funebri<br />

in memoria del Duca <strong>di</strong> San Pietro che si sono tenute nella basilica<br />

<strong>di</strong> Santa Maria degli Angeli. È stato veramente un grande<br />

piacere, nonché un onore, poter accompagnare i <strong>Granatieri</strong><br />

dalla caserma “Castro Pretorio” alla Basilica marciando lungo<br />

le strade <strong>di</strong> Roma. Forse qualche citta<strong>di</strong>no romano era un po’<br />

confuso nel vedere un soldato in <strong>di</strong>visa inglese tra le <strong>di</strong>vise dei<br />

<strong>Granatieri</strong> della capitale! Credo che non ci siano molti ufficiali<br />

inglesi che abbiano marciato per le strade <strong>di</strong> Roma con la <strong>di</strong>visa<br />

<strong>di</strong> rappresentanza! Infatti, quando sono giunto alla caserma<br />

Castro Pretorio, all’offerta <strong>di</strong> un passaggio in macchina per<br />

la Basilica <strong>di</strong> Santa Maria degli Angeli, ho preferito con<strong>di</strong>videre<br />

l’emozione, l’onore ed il prestigio dei miei amici <strong>Granatieri</strong><br />

accompagnandoli, non solo idealmente, per le strade della<br />

Capitale fino all’ingresso in Basilica. È stato veramente emozionante!<br />

Parlando dei <strong>Granatieri</strong>, non si può non parlare della storia ed<br />

ecco perché ho visitato il<br />

loro Museo e ho tradotto,<br />

nella mia lingua madre, la<br />

storia dei <strong>Granatieri</strong> (il testo<br />

è stato usato per il sito Intenet<br />

dell’<strong>Associazione</strong>,<br />

n.d.r.). Mentre facevo quest’ultimo<br />

lavoro, ho potuto<br />

capire più a fondo la lunga<br />

e trisecolare storia dei <strong>Granatieri</strong><br />

e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

conoscere meglio l’Italia <strong>di</strong><br />

oggi e la sua gente.<br />

Nell’ambito della Brigata<br />

<strong>Granatieri</strong>, inoltre, ho visitato,<br />

per ben due volte, i<br />

miei cugini artiglieri del 33°<br />

Reggimento “Acqui”. Una<br />

volta al poligono <strong>di</strong> Monte<br />

Romano per una scuola <strong>di</strong> tiro tenutasi nel mese <strong>di</strong> gennaio,<br />

quando lo scenario offerto dalle con<strong>di</strong>zioni climatiche era simile<br />

a quello Antartico. Infatti, una spessa coltre <strong>di</strong> neve copriva<br />

tutta la regione della Tuscia e la scuola tiro sembrava essere<br />

effettuata perlomeno in Bosnia! Un’altra volta, sono andato<br />

a visitare i miei cugini nella loro caserma a L’Aquila. Per<br />

me è stato molto importante imparare come l’artiglieria italiana<br />

opera sul campo <strong>di</strong> battaglia ed anche in caserma. Sono<br />

stato, infine, anche ai ver<strong>di</strong> “Lancieri <strong>di</strong> Montebello” ed ho<br />

avuto l’opportunità <strong>di</strong> “montare” sulla blindo Centauro ed anche<br />

<strong>di</strong> sparare un colpo con il cannone <strong>di</strong> bordo. Un mezzo<br />

veramente eccezionale !<br />

Al fine del mio tempo trascorso a Roma con i <strong>Granatieri</strong>, vorrei<br />

ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a comprendere<br />

la lingua italiana, assistendomi quoti<strong>di</strong>anamente e permettendomi<br />

<strong>di</strong> poter frequentare, con la massima libertà, i corsi <strong>di</strong><br />

lingua italiana da me prescelti. Un grazie anche a quelli che<br />

mi hanno illustrato ed elencato le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una Specialità<br />

così ra<strong>di</strong>cata nella storia dell’Italia e per ultimo, ma non perché<br />

è il meno importante, a tutti gli amici che mi hanno fatto<br />

comprendere la <strong>di</strong>fferenza che c’è tra una Pinta <strong>di</strong> Birra ed un<br />

Calice <strong>di</strong> Vino Rosso.<br />

A parte gli scherzi, voglio concludere affermando che per me<br />

i giorni trascorsi con i <strong>Granatieri</strong> e come Artigliere Granatiere,<br />

sono stati un’esperienza ottima che porterò per sempre con<br />

me ed infine auguro a tutti i <strong>Granatieri</strong>, <strong>di</strong> oggi, <strong>di</strong> ieri e <strong>di</strong> domani:<br />

buona fortuna!<br />

Capt. UK Paul Ganusko<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 15


IN QUALE REGIONE STAVANO I GRANATIERI DUE ANNI<br />

DOPO LA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA?<br />

Per rispondere al quesito posto nel<br />

titolo occorre fare un balzo in<strong>di</strong>etro<br />

<strong>di</strong> 142 anni e arrivare al 1863. La risposta<br />

da dare è: la Toscana. Sia il 1°<br />

Reggimento, sia il 2°, comandati rispettivamente<br />

dai Colonnelli Giovan<br />

Battista Dall’Aglio e Ignazio Adorni,<br />

infatti, si trovavano nel 1863 a presi<strong>di</strong>are<br />

alcune città <strong>di</strong> quella regione.<br />

Già dall’inizio <strong>di</strong> quell’anno, il 1°<br />

Reggimento “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna”<br />

era <strong>di</strong> guarnigione a Livorno, accasermato<br />

nei quartieri della Darsena e<br />

della Scala Santa. Era giunto nella città<br />

alla fine d’agosto del 1862, provenendo<br />

da Firenze, ove era stato <strong>di</strong><br />

stanza dal <strong>giugno</strong> del 1861 e aveva<br />

alloggiato nel Forte <strong>di</strong> San Giovanni<br />

Battista (Fortezza da Basso) e nei locali<br />

dei Conventi <strong>di</strong> Santa Croce e <strong>di</strong><br />

Santo Spirito. Il Deposito del Reggimento<br />

era a Pisa, nella Caserma <strong>di</strong><br />

San Martino, dove era stato trasferito<br />

da Milano nel mese <strong>di</strong> maggio del<br />

1861.<br />

Il 2° Reggimento <strong>Granatieri</strong>, invece,<br />

dall’agosto del 1862 si trovava <strong>di</strong><br />

guarnigione a Siena e vi rimase fino<br />

all’ottobre del 1863. Si trasferì successivamente<br />

a Terni, per far ritorno<br />

a Firenze nel settembre del 1864.<br />

Nel mese <strong>di</strong> <strong>aprile</strong> del 1863, arrivò a<br />

Livorno il 52° Reggimento <strong>di</strong> Fanteria<br />

per sostituire il 1° <strong>Granatieri</strong> che, a<br />

sua volta, ebbe come nuova destinazione<br />

la sede <strong>di</strong> Siena.<br />

C’è da tener presente, a tale proposito,<br />

che i reggenti del giovane Regno<br />

d’Italia cercavano <strong>di</strong> creare, con il<br />

continuo spostamento dei reparti militari,<br />

le premesse per una vera unificazione<br />

del territorio nazionale, materializzando,<br />

negli antichi Stati preunitari<br />

(la Toscana era in precedenza<br />

un Ducato), la presenza <strong>di</strong> quello che<br />

non era più l’Esercito da ritenere <strong>di</strong><br />

un singolo Stato, ma <strong>di</strong> tutta la Nazione<br />

italiana.<br />

Il 22 <strong>aprile</strong> del 1863, il 1° <strong>Granatieri</strong><br />

lasciò la sede <strong>di</strong> Livorno per trasferirsi<br />

a Firenze dove fu accantonato<br />

nel Convento <strong>di</strong> San Miniato al Monte.<br />

Il giorno 25 dello stesso mese, il<br />

reggimento partecipò ad una gran<strong>di</strong>osa<br />

rivista militare passata in rassegna<br />

da S.M. il Re Vittorio Emanuele<br />

II nella Piazza d’Armi delle Reali<br />

Cascine. In quell’occasione, ben otto<br />

reggimenti si schierarono su otto linee.<br />

Al 1° <strong>Granatieri</strong> poi, come previsto<br />

dalle <strong>di</strong>sposizioni dell’epoca,<br />

spettò il compito <strong>di</strong> rendere gli<br />

onori sfilando in colonna per<br />

compagnie. Lo fece con una tale<br />

perfezione da destare l’unanime<br />

ammirazione. Il Re, per<br />

esternare la sua sod<strong>di</strong>sfazione,<br />

concesse un soprassoldo<br />

alle truppe partecipanti <strong>di</strong> lire 2<br />

per ogni sottufficiale, lire 1,50<br />

per ogni caporale e lire 1 per i<br />

granatieri.<br />

Quelle cifre, che adesso<br />

potrebbero sembrare<br />

ri<strong>di</strong>cole, nel lontano<br />

1863, rappresentavano<br />

un premio veramente<br />

eccezionale!<br />

Il Reggimento, subito<br />

dopo, come<br />

sempre per “via<br />

or<strong>di</strong>naria” (cioè a<br />

pie<strong>di</strong>), si portò a<br />

Siena, sua nuova<br />

sede, dove alloggiò<br />

nella Chiesa<br />

<strong>di</strong> San Francesco,<br />

nel Convento<br />

dei Servi e <strong>di</strong> Vita<br />

Eterna e dove restò fino<br />

al mese <strong>di</strong> ottobre dello<br />

stesso anno.<br />

Il 1863, nel complesso,<br />

fu per i due reggimenti<br />

<strong>Granatieri</strong> un anno <strong>di</strong><br />

“normale amministrazione”,<br />

dopo le impegnative<br />

prove fornite<br />

nella presa <strong>di</strong> Mola <strong>di</strong><br />

Gaeta e nella lotta al<br />

Brigantaggio nel<br />

Meri<strong>di</strong>one della Penisola.<br />

Va ricordato, però,<br />

che ancora non<br />

era stata completata<br />

l’Unità d’Italia e<br />

che altri ancora più<br />

memorabili eventi stavano<br />

per compiersi –<br />

eventi che ancora una<br />

volta vedranno i <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna<br />

come protagonisti <strong>di</strong><br />

spicco.<br />

Tra. Co.<br />

1860<br />

Furiere Maggiore<br />

del 1° Reggimento<br />

<strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna<br />

16 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Un libro e una lettera<br />

Tivoli, 5 ottobre 1941. La festa dell’uva. Si riconoscono, da sinistra, gli ufficiali: Riva, Marchi, Petrucci, ufficiale <strong>di</strong> fanteria, Gervasoni, Tolazzi, Diletti, Tosoni, Tartaglia<br />

Consultavo il volume, e<strong>di</strong>to dalla Rivista<br />

Militare, prezioso dono <strong>di</strong> un gentile<br />

amico, dove è riportata la Storia<br />

dei <strong>Granatieri</strong>. Desideravo leggere le<br />

BRICIOLE DI STORIA<br />

Il 14 gennaio del corrente anno è<br />

deceduto il granatiere Cataldo<br />

Ciccolella, iscritto alla Sezione <strong>di</strong><br />

Napoli da qualche decennio, stimato<br />

ed amato da tutti per la sua<br />

gentilezza e la sua signorilità.<br />

Di lui mi piace ricordare un aneddoto:<br />

“Facendo parte del 3° btg.<br />

Speciale, imbarcato sul piroscafo<br />

“Crispi” per essere trasferito in<br />

Corsica, il 19 <strong>aprile</strong> 1943, la nave<br />

fu affondata. Nuotando in mezzo<br />

al groviglio formatosi, si trovò tra<br />

le mani un santino raffigurante la<br />

Madonna <strong>di</strong> Pompei, che la madre<br />

gli aveva messo addosso alla partenza.<br />

Per tutto il tempo trascorso<br />

in acqua e fino al salvataggio, il<br />

suo pensiero fu rivolto alla<br />

Madonna”.<br />

Sono sicuro che la Madonna lo<br />

guiderà anche nel nuovo cammino<br />

intrapreso.<br />

Beniamino Cesi<br />

vicende dell’Impresa Dannunziana <strong>di</strong><br />

Fiume, nel 1919, nella quale ebbero<br />

un ruolo da protagonisti i <strong>Granatieri</strong>.<br />

Continuando a sfogliare, sono arrivata<br />

alla Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale,<br />

quella del 1940/45. A pagina 965, mi<br />

sono trovata sotto gli occhi, nomi, parecchi<br />

nomi, a me già particolarmente<br />

noti.<br />

Sono andata subito a riprendere una<br />

lettera, caramente conservata, <strong>di</strong> una<br />

mia amica. Risale all’ottobre 1941 e vi<br />

sono elencati tutti gli amici granatieri<br />

che, nello stesso periodo, erano a Tivoli,<br />

la bella citta<strong>di</strong>na vicino a Roma.<br />

Ne avevo conosciuti anch’io in quel<br />

luminoso mattino <strong>di</strong> domenica 5 ottobre,<br />

dopo che erano stati passati in rivista<br />

dal Principe ere<strong>di</strong>tario Umberto<br />

<strong>di</strong> Savoia. Nessuno però sapeva in<br />

quei giorni che, <strong>di</strong> lì a poco, quei <strong>Granatieri</strong><br />

(appartenenti al IV battaglione<br />

c/c n.d.r.) sarebbero partiti per il fronte<br />

in Africa Settentrionale.<br />

Ho riletto con commozione e vivezza<br />

<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> quei nomi.<br />

I sottotenenti Tosoni e Tolazzi, che si<br />

guadagnarono la medaglia d’argento,<br />

Bruno Riva, ferito e <strong>di</strong>sperso. Di quest’ultimo<br />

mi parlò a lungo, qualche<br />

anno fa, in un raduno a Bagnacavallo,<br />

il vecchio reduce romagnolo, Antonio<br />

Ghinassi. Poi ho letto <strong>di</strong> Delfo Diletti,<br />

ferito all’addome, <strong>di</strong> Pitella dai “calzini<br />

rossi”, del napoletano D’Antona,<br />

soprannominato dalle mie amiche<br />

“Pippo Barzizza”, paragonandolo al<br />

<strong>di</strong>rettore d’orchestra dell’EIAR, perché<br />

amava la musica e suonava bene<br />

il pianoforte e la fisarmonica, e <strong>di</strong> Ludovico<br />

Tartaglia rivisto in una foto<br />

pubblicata nel precedente numero.<br />

Ed il padovano Franco Marchi, ritenuto<br />

il più bello e Mataloni e Petrucci<br />

che, salvatosi dall’Africa, rimase coinvolto<br />

a Roma, nell’ecci<strong>di</strong>o delle Fosse<br />

Ardeatine. Che malefico destino!<br />

Ho pensato, quanto ho pensato!<br />

Ritrovarmi fra le mani, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

oltre sessant’anni, un libro importante,<br />

forse un po’ insolito per una donna<br />

che non ha pretese <strong>di</strong> ricostruzioni<br />

storiche, ed una lettera antica, ma spiritosa,<br />

che sembra voglia far prevalere<br />

i ricor<strong>di</strong> belli e gai. E la mia amica,<br />

scherzosamente, concludeva: .<br />

Ma, non erano miei solo i <strong>Granatieri</strong><br />

menzionati. Gli Altri … tutti gli Altri,<br />

superstiti delle tragiche battaglie <strong>di</strong><br />

Bengasi, Tobruk, El Alamein, tutti<br />

quelli del deserto africano e delle mille<br />

battaglie <strong>di</strong> quella guerra, gli Altri<br />

… tutti gli Altri … dove sono ora?<br />

E’ passato tanto tempo! Eppure io<br />

sento ancora palpitare il loro giovane<br />

cuore.<br />

A. M. M.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 17


Bustina vecchia…<br />

… onor <strong>di</strong> capitano, si potrebbe <strong>di</strong>re parafrasando il noto motto riferito alla Ban<strong>di</strong>era, per affermare il grado d’importanza<br />

che questo copricapo seppe guadagnarsi nella sua non breve vita.<br />

Il “berretto a busta”, infatti, nato come copricapo da fatica e da riposo e destinato, quin<strong>di</strong>, a restare lontano dalle<br />

parate e dalle alte uniformi, è rimasto in servizio, nelle sue varie trasformazioni, per circa cento anni, finendo per<br />

<strong>di</strong>ventare uno degli elementi <strong>di</strong> riconoscimento del soldato, come ampiamente <strong>di</strong>mostrato dalle riuscite tavole del “marmittone”,<br />

del Corriere dei Piccoli <strong>di</strong> tanti anni fa.<br />

Vogliamo, perciò, rendere onore ad un berretto nato “umile”, ma che tanto seppe <strong>di</strong>stinguersi, con una rassegna il più<br />

possibile completa dei vari modelli che hanno segnato la sua storia, avvalendoci più delle foto, che <strong>di</strong> lunghi <strong>di</strong>scorsi.<br />

Luigi Barone<br />

La prima bustina<br />

del Regio<br />

Esercito Italiano,<br />

adottata nel<br />

1861 per la sola<br />

truppa, s’ispira<br />

ai modelli degli<br />

eserciti napoleonici.<br />

L’esemplare<br />

fotografato,<br />

originale ma<br />

vissuto, ha perso, oltre a parte del gallone <strong>di</strong> guarnizione, la<br />

piccola nappina rossa che pendeva sopra il fregio.<br />

Due bustine<br />

del modello<br />

introdotto con<br />

la “riforma Ricotti”<br />

nel 1871.<br />

Quella <strong>di</strong> destra<br />

presenta il<br />

fregio (da sottufficiale<br />

in<br />

quanto in filo<br />

d’argento) previsto<br />

in origine, costituito dallo “stellone” comune a tutta<br />

la Fanteria con al centro un <strong>di</strong>sco con il numero <strong>di</strong> reggimento<br />

o, per i soli <strong>Granatieri</strong>, la granata con il numero<br />

centrale. Quella <strong>di</strong> sinistra, reca il fregio a granata introdotto<br />

nel 1903, il bottone liscio verrà sostituito, nel 1909,<br />

con altro recante impressa la granata priva <strong>di</strong> numero (<strong>di</strong>stinzione<br />

all’epoca riservata ai <strong>Granatieri</strong> e concessa dal<br />

Re per i 250 anni del Corpo).<br />

Nel 1911, con l’introduzione del grigioverde, la seconda<br />

bustina sarà nuovamente mo<strong>di</strong>ficata con l’abolizione del<br />

frontino <strong>di</strong> cuoio e, sempre in panno blu, verrà riservata<br />

al solo uso in caserma.<br />

Due bustine<br />

con i caratteristici<br />

fregi in<br />

metallo introdotti<br />

nel 1927.<br />

Quella <strong>di</strong> destra,<br />

nel tipico<br />

panno bigio<br />

usato per l’uniforme<br />

da fatica,<br />

conserva<br />

la forma <strong>di</strong> quella della foto precedente. Quella <strong>di</strong> sinistra,<br />

invece, realizzata in panno grigioverde, ha già quasi<br />

la forma che sarà adottata nel 1931.<br />

Due esemplari<br />

<strong>di</strong> bustine da<br />

truppa introdotti<br />

nel 1931<br />

e utilizzate fino<br />

alla fine del<br />

secondo conflitto<br />

mon<strong>di</strong>ale.<br />

Quella <strong>di</strong><br />

destra, ha la tipica<br />

forma<br />

squadrata da “burba” e illustra l’uso del nuovo paraorecchie.<br />

Quella <strong>di</strong> sinistra presenta piccoli accorgimenti<br />

<strong>di</strong> sartoria (ovviamente vietati dai regolamenti) atti a<br />

migliorarne l’estetica.<br />

Altre due bustine<br />

da truppa<br />

del modello<br />

1931. Quella<br />

<strong>di</strong> destra, in<br />

buon panno e<br />

con fregio in<br />

canutiglia da<br />

ufficiale, reca<br />

il grado <strong>di</strong> maresciallo.<br />

Quella <strong>di</strong> sinistra, recante nella granata la croce del personale<br />

fuori-corpo, è rivestita dalla copertina usata durante<br />

le esercitazioni a partiti contrapposti.<br />

La riforma del<br />

1931 introdusse<br />

una novità<br />

assoluta: l’uso<br />

della bustina<br />

anche per gli<br />

ufficiali. Nella<br />

foto ve<strong>di</strong>amo<br />

due esemplari<br />

entrambi con<br />

il grado da<br />

maggiore. Quella <strong>di</strong> sinistra, personalizzata dagli aeratori,<br />

conserva il grado a gallone previsto dalla circolare<br />

istitutiva e mantenuto solo per pochi mesi. Quella <strong>di</strong> destra,<br />

<strong>di</strong> forma perfettamente regolamentare, presenta il<br />

grado a stella istituito in sostituzione <strong>di</strong> quello precedente.<br />

Tale bustina accompagnerà i militari italiani impegnati<br />

sui vari fronti della Seconda G.M. e continuerà<br />

ancora ad essere utilizzata fino al 1946<br />

18 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Poco dopo la<br />

sua adozione, la<br />

bustina per gli<br />

ufficiali viene<br />

migliorata <strong>di</strong>videndo<br />

il frontino<br />

in due parti:<br />

un sistema <strong>di</strong><br />

bottoni automatici<br />

consente <strong>di</strong><br />

abbassarlo a<br />

protezione dal sole, <strong>di</strong> coprirsi le orecchie e <strong>di</strong> mantenere, nel<br />

contempo, in evidenza il fregio (foto a sinistra). Con l’entrata in<br />

guerra, i fregi <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> cotone nero, per ragioni <strong>di</strong> mimetismo,<br />

come ci mostra la bustina <strong>di</strong> destra, appartenuta ad un colonnello<br />

comandante del 3° Reggimento.<br />

La bustina si<br />

evolve anche<br />

secondo le necessità<br />

delle varie<br />

zone <strong>di</strong> guerra.<br />

A sinistra,<br />

quella <strong>di</strong> un tenente<br />

colonnello<br />

del 10° Reggimento<br />

<strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Savoia, ci riporta<br />

al fronte africano; a destra quella <strong>di</strong> un ufficiale dello stesso<br />

grado del 3° Reggimento, ricorda il fronte greco-albanese e<br />

i climi fred<strong>di</strong> della montagna.<br />

Nel 1942 fu<br />

adottato un nuovo<br />

tipo <strong>di</strong> bustina<br />

con la visiera<br />

fissa. Originariamente<br />

prevista<br />

in color cachi<br />

per il fronte africano<br />

(a sinistra),<br />

venne impiegata<br />

anche nella versione<br />

grigio-verde (a destra), soprattutto dalle Forze Armate<br />

della R.S.I., forse per la sua somiglianza con l’analogo “bergmudze”<br />

dell’Esercito Tedesco.<br />

Nell’imme<strong>di</strong>ato<br />

dopoguerra,<br />

la bustina è influenzata,<br />

invece,<br />

dalla<br />

foggia <strong>di</strong> quella<br />

in uso dei<br />

nuovi alleati<br />

americani. La<br />

bustina <strong>di</strong> sinistra,<br />

appartenuta<br />

ad un entusiasta maggiore fuori-corpo imita, anche<br />

se fuori or<strong>di</strong>nanza, il bordo colorato che nell’Esercito<br />

USA in<strong>di</strong>cava l’Arma d’appartenenza. A destra, una bustina<br />

estiva del tutto regolamentare con i gra<strong>di</strong> da capitano.<br />

E’ del 1966,<br />

l’ultima (almeno<br />

per ora) bustina<br />

usata dall’Esercito<br />

Italiano<br />

- quasi<br />

un ritorno all’antico<br />

- con<br />

la sua visiera<br />

rigida sembra<br />

fissare il suo<br />

prossimo sostituto: il basco che sarà prima <strong>di</strong> colore cachi<br />

per poi <strong>di</strong>venire successivamente <strong>di</strong> panno nero. Anche<br />

lui ha avuto illustri predecessori… ma questa è un’altra<br />

storia.<br />

La Redazione, per la realizzazione della<br />

Rubrica delle Attività associative, si<br />

avvale dei testi, delle foto e delle informazioni<br />

che gli pervengono dai <strong>di</strong>rigenti<br />

periferici dell’<strong>Associazione</strong><br />

(Presidenti Regionali, Provinciali e <strong>di</strong><br />

Sezione o loro delegati).<br />

Per facilitare il compito dei redattori<br />

e ottenere un buon risultato nella<br />

pubblicazione delle notizie inviate,<br />

si prega <strong>di</strong> attenersi a queste semplici<br />

regole:<br />

Il testo non deve superare le <strong>di</strong>mensioni<br />

<strong>di</strong> una pagina dattiloscritta: è<br />

gra<strong>di</strong>to l’invio, se possibile, su <strong>di</strong>schetto.<br />

La Redazione, comunque, si riserva<br />

la possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarlo. Le foto<br />

occorre siano <strong>di</strong> buona qualità e preferibilmente<br />

<strong>di</strong> tipo “istantaneo” e<br />

non in “posa” a meno che il testo non<br />

lo richieda specificatamente.<br />

Testo e foto vanno inviate al seguente<br />

in<strong>di</strong>rizzo:<br />

gen. Antonino Torre<br />

Direttore de “IL GRANATIERE”<br />

P.zza S. Croce in Gerusalemme, 7<br />

00185 ROMA<br />

tel. - fax 06/7021752<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 19


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Il volume può essere richiesto a:<br />

Europa Libreria E<strong>di</strong>trice - via Sebastiano Veniero, 74/76<br />

00192 Roma - t el. 06/39722159 - fax 06/39722166<br />

www.libreriaeuropa.it - or<strong>di</strong>ni@ibreriaeuropa.it<br />

LETTO PER VOI DA ALBA MARIA<br />

Girolama Borella, Daniela Borgato, Roberto Marcato<br />

CHIEDO NOTIZIE O DI VITA O DI MORTE<br />

Lettere a don Giovanni Rossi cappellano militare della<br />

Grande Guerra<br />

E<strong>di</strong>to dal Museo Storico italiano della Guerra <strong>di</strong> Rovereto<br />

270 pagg., 16 euro<br />

All’origine <strong>di</strong> questo libro, pubblicato alla fine dello scorso<br />

anno, c’è un ritrovamento archivistico <strong>di</strong> rilievo: il carteggio<br />

epistolare <strong>di</strong> un cappellano militare della Grande<br />

Guerra, il veneto don Giovanni Rossi, decorato <strong>di</strong> Medaglia<br />

d’Argento al Valor Militare da Emanuele Filiberto <strong>di</strong><br />

Savoia duca d’Aosta. Il valoroso prete prestò servizio, durante<br />

il conflitto, nel 1° Reggimento <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna<br />

e poi, per tanti anni, fu parroco <strong>di</strong> Roncajette, frazione <strong>di</strong><br />

Ponte San Nicolò, dove lo ricorda un bel cippo onorato,<br />

con una cerimonia annuale, dai <strong>Granatieri</strong> veneti. Gli Autori<br />

hanno ricostruito, con grande attenzione e partecipazione,<br />

la figura <strong>di</strong> questo straor<strong>di</strong>nario cappellano militare,<br />

ancora oggi vivo<br />

nella memoria<br />

<strong>di</strong> tanti <strong>Granatieri</strong>,<br />

e le relazioni tenute<br />

con le famiglie<br />

dei soldati<br />

durante il periodo<br />

in cui, l’attenzione<br />

e la cura del<br />

suo ufficio, «non è<br />

buona parte del<br />

tempo libero del<br />

soldato, cioè il<br />

corpo e l’anima<br />

del militare da vivo;<br />

sono il corpo<br />

e l’anima del militare<br />

da morto».<br />

Per far ciò hanno<br />

stu<strong>di</strong>ato una grande<br />

quantità <strong>di</strong> documenti<br />

e lettere<br />

che restituiscono le ansie e le preoccupazioni delle famiglie<br />

per la sorte dei propri cari e che illuminano l’importante<br />

ruolo, istituzionale e umano, del clero come punto <strong>di</strong><br />

riferimento e tramite tra la Società e il Fronte. La pregevole<br />

opera comprende, oltre a una selezione <strong>di</strong> oltre 180 lettere,<br />

un ampio profilo biografico <strong>di</strong> don Giovanni Rossi,<br />

che si spinge agli anni successivi alla guerra, e un inserto<br />

fotografico. Il libro offre, nel complesso, uno spaccato veramente<br />

intenso della vita al fronte e della tragica realtà <strong>di</strong><br />

un conflitto che ha lasciato segni indelebili nella memoria<br />

della nostra società. Di particolare rilievo è inoltre l’ampia<br />

e penetrante introduzione scritta per il volume da Mario<br />

Isnenghi, Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia all’università <strong>di</strong> Venezia, che<br />

molti considerano il maggior storico della Grande Guerra<br />

per quanto riguarda gli aspetti culturali del conflitto e della<br />

società italiana del particolare momento in cui esso si<br />

svolse insanguinando l’Europa.<br />

Il libro può essere richiesto al Museo <strong>di</strong> Rovereto – Via<br />

Castelbarco, 7 38068 Rovereto – tel. 0464/438100 – Fax<br />

0464/423410. Per i soci ANGS, verrà ceduto al prezzo <strong>di</strong><br />

euro 11,20 maggiorato delle spese postali.<br />

Nel numero precedente è stata pubblicata la recensione<br />

del libro “La Casa degli Onesti” del generale<br />

Amos Spiazzi <strong>di</strong> Corte Regia.<br />

L’Autore, socio della Sezione <strong>di</strong> Verona, su nostra<br />

richiesta ci ha fatto sapere che, per i nostri lettori,<br />

è <strong>di</strong>sposto a cederlo, insieme ad un’altra importante<br />

sua opera dal titolo “Il mistero della Rosa<br />

dei Venti”, al prezzo scontato <strong>di</strong> euro 25,00 compresivo<br />

delle spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione.<br />

Chi fosse interessato all’acquisto, può contattare<br />

<strong>di</strong>rettamente l’Autore al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

generale Amos Spiazzi <strong>di</strong> Corte Regia,<br />

Viale Biondella, 10/A - 37131 Verona<br />

telefono 045/8402145<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 21


LETTERE AL DIRETTORE<br />

LO SPIRITO GRANATIERESCO SI<br />

TRAMANDA ANCHE ALLE FIGLIE<br />

Caro Direttore,<br />

tutti i vecchi <strong>Granatieri</strong> del 1° Reggimento<br />

sono sinceramente addolorati<br />

per la scomparsa del granatiere Aiutante<br />

Gino Caramel, avvenuta il 6 <strong>di</strong>cembre<br />

del 2004; molti <strong>di</strong> loro, venuti a conoscenza<br />

del triste evento, hanno partecipato,<br />

insieme a una rappresentanza<br />

in armi del Reggimento, al rito funebre<br />

<strong>di</strong> commiato.<br />

L’amata figlia, la gentile signora Daniela,<br />

in ringraziamento per la partecipazione<br />

al lutto che ha colpito la sua famiglia,<br />

mi ha fatto pervenire la bella lettera,<br />

in<strong>di</strong>rizzata a tutti i <strong>Granatieri</strong>, che ti<br />

prego <strong>di</strong> voler pubblicare sul nostro perio<strong>di</strong>co.<br />

Le espressioni in essa contenute<br />

sono l’elogio più bello <strong>di</strong> suo padre e<br />

<strong>di</strong>mostrano come i <strong>Granatieri</strong> siano capaci<br />

<strong>di</strong> trasmettere i propri valori spirituali<br />

e i sentimenti <strong>di</strong> amor <strong>di</strong> Patria anche<br />

ai figli!<br />

Ti saluto con stima e affetto.<br />

Duilio Benvenuti<br />

Carissimi,<br />

scrivo a Voi per ringraziarvi e per ringraziare,<br />

tramite Vostro, l’<strong>Associazione</strong><br />

e tutti i <strong>Granatieri</strong> che hanno così affettuosamente<br />

partecipato al doloroso<br />

evento che ha colpito la mia famiglia.<br />

Superato il primo momento <strong>di</strong> smarrimento,<br />

desidero esprimerVi l’intensa<br />

commozione provata quel giorno, in<br />

Chiesa, nell’incontrarVi per portare l’estremo<br />

saluto a mio padre. In queste<br />

circostanze le parole non sono in grado<br />

<strong>di</strong> comunicare adeguatamente<br />

emozioni e sentimenti, anzi rischiano,<br />

a volte, <strong>di</strong> scivolare nella retorica, tanto<br />

più se chi scrive è, come me, un familiare<br />

ancora troppo coinvolto in un<br />

dolore che non si vorrebbe provare<br />

mai; per questo riesco solo a <strong>di</strong>re, anche<br />

da parte <strong>di</strong> mia madre e della mia<br />

famiglia: .<br />

A me come figlia, a parte gli insegnamenti<br />

e la ricchezza interiore che la<br />

straor<strong>di</strong>naria umanità <strong>di</strong> mio padre<br />

ha lasciato per sempre nel mio cuore,<br />

resta il conforto <strong>di</strong> averlo visto andar<br />

via accompagnato dai “suoi” <strong>Granatieri</strong>,<br />

che per lui hanno rappresentato<br />

una ragione <strong>di</strong> vita e un vero “pezzo <strong>di</strong><br />

cuore”. Mi resta la consapevolezza che<br />

posso sempre essere fiera e orgogliosa <strong>di</strong><br />

lui per la stima dalla quale era circondato,<br />

mi resta la serenità derivante dalla<br />

certezza che, oltre ai suoi cari, tante<br />

altre persone gli hanno voluto bene e<br />

glielo hanno <strong>di</strong>mostrato nella dolorosa<br />

occasione della sua scomparsa.<br />

Rimane il ricordo delle persone che<br />

hanno voluto essergli vicino per l’ultima<br />

volta e <strong>di</strong> tutte quelle che non hanno<br />

potuto farlo, perché lo hanno preceduto<br />

nel lasciare questa Terra. Un pensiero<br />

particolare va a Padre Chiti, che<br />

ho conosciuto quand’ero adolescente e<br />

al quale ho sempre rivolto un pensiero<br />

nelle circostanze più importanti della<br />

mia vita (e della cui famiglia mi è rimasto<br />

un ricordo indelebile): la notizia<br />

della sua scomparsa ha indubbiamente<br />

causato un forte dolore a mio padre,<br />

indebolendo le sue ormai già scarse <strong>di</strong>fese,<br />

ma il fortissimo legame che li univa<br />

sono certa che non è stato spezzato<br />

né dal tempo, né dalle <strong>di</strong>stanze, né dalla<br />

morte e spero che entrambi si siano<br />

ritrovati insieme in un mondo più giusto<br />

e più sereno.<br />

Un ultimo pensiero per quei ragazzi in<br />

<strong>di</strong>visa che hanno scortato mio padre<br />

nell’ultimo viaggio, così giovani da poter<br />

essere tutti miei figli: la loro presenza<br />

ha suscitato in me una fortissima e<br />

indescrivibile ondata <strong>di</strong> emozione. A<br />

loro, e a tutti quelli che hanno scelto<br />

questo <strong>di</strong>fficile e rischioso mestiere, in<br />

un mondo ancora sconvolto da guerre,<br />

auguro con tutto il mio cuore un futuro<br />

<strong>di</strong> pace, perché non debbano mai<br />

assistere agli orrori né patire le sofferenze<br />

e le privazioni che derivano dai<br />

conflitti e che, purtroppo, hanno conosciuto,<br />

come mio padre, le generazioni<br />

che ci hanno preceduto; e, con la pace,<br />

auguro loro un’esistenza lunga e serena<br />

insieme alle loro famiglie e a tutti i<br />

propri cari.<br />

Mi rimane da <strong>di</strong>re solo un ultimo grazie,<br />

all’<strong>Associazione</strong>, ai <strong>Granatieri</strong>, alle<br />

persone che, fino all’ultimo, sono state<br />

vicino a mio padre; grazie, infine, a<br />

tutti quelli che, con il loro ricordo, continueranno<br />

a farlo vivere.<br />

Daniela Caramel<br />

Gino Caramel, nato a San Biagio <strong>di</strong><br />

Callalta (TV) il 16 maggio 1912, a 20<br />

anni si è arruolato volontario nel 55°<br />

reggimento <strong>di</strong> fanteria. Nell’ottobre<br />

del 1934 è stato trasferito nell’11°<br />

reggimento “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Savoia”<br />

partecipando, dal novembre 1936 al<br />

6 <strong>aprile</strong> 1941, ai vari cicli <strong>di</strong> attività<br />

<strong>di</strong> polizia coloniale e alle operazioni<br />

<strong>di</strong> guerra in Africa Orientale.<br />

Fatto prigioniero dagli inglesi ad<br />

Ad<strong>di</strong>s Abeba, ha trascorso la sua prigionia<br />

in Kenia e in Inghilterra. Rientrato<br />

in Italia nel febbraio 1946,<br />

dopo un brevissimo periodo <strong>di</strong> servizio<br />

presso il Distretto militare <strong>di</strong><br />

Treviso, il 25 settembre 1946 viene<br />

assegnato al 1° reggimento “<strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna” <strong>di</strong> stanza a Viterbo<br />

poi dal 1948 a Roma, rimanendovi<br />

in servizio nel 2° battaglione sino al<br />

16 maggio 1974, giorno del suo<br />

pensionamento.<br />

Riceviamo e pubblichiamo<br />

Egregio Direttore,<br />

quando, alla Scuola <strong>di</strong> Fanteria <strong>di</strong> Cesano,<br />

mi <strong>di</strong>ssero che sarei stato assegnato<br />

al 1° reggimento “<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong><br />

Sardegna”, rimasi alquanto sgomento<br />

perché, sebbene avessi avuto l’opportunità<br />

<strong>di</strong> vedere i possenti <strong>Granatieri</strong><br />

(definizione <strong>di</strong> Granatiere dal <strong>di</strong>zionario<br />

Zingarelli: “uomo molto alto e robusto”)<br />

durante una cerimonia <strong>di</strong><br />

cambio della Guar<strong>di</strong>a la Palazzo del<br />

Quirinale, alla quale presi parte come<br />

Allievo della Scuola <strong>di</strong> Fanteria, nel<br />

mio cuore c’erano altre aspettative.<br />

Ciò anche perché la voce che circolava<br />

alla Scuola vedeva tale unità relegata<br />

quasi unicamente ai soli servizi <strong>di</strong><br />

rappresentanza nella Capitale (testimonianze<br />

<strong>di</strong>rette <strong>di</strong> ex VFA che avevano<br />

prestato servizio nel Reggimento),<br />

senza prospettive <strong>di</strong> missioni all’estero<br />

22 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


e per un “possente” (195 cm <strong>di</strong> altezza<br />

per 92 kg <strong>di</strong> muscoli) VFB <strong>di</strong> fanteria<br />

mi sembrava non esser la giusta opportunità<br />

per una vita militare attiva<br />

ed operativamente pagante.<br />

Tuttavia, giunto al 1° reggimento, sono<br />

stato accolto da un ambiente molto<br />

familiare, anche se con i soliti problemi<br />

infrastrutturali che credo siano<br />

tipici <strong>di</strong> quasi tutte le vecchie caserme<br />

italiane. Una sorta <strong>di</strong> grande famiglia<br />

granatieresca in cui mi sono inserito<br />

molto bene. La noia non mi ha mai<br />

colpito, ogni giorno, condotto dai<br />

miei superiori, sono sempre stato impegnato<br />

in molteplici attività. Ho compreso<br />

che questa “famiglia” ha origini<br />

trisecolari, ho appreso che noi <strong>di</strong>scen<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong>rettamente da quei soldati<br />

che per volere del Duca Carlo Emanuele<br />

II costituirono il primo “reggimento<br />

<strong>di</strong> leva” e non più <strong>di</strong> mercenari<br />

e, da allora, fino ai nostri giorni, noi<br />

<strong>Granatieri</strong> abbiamo scritto la storia<br />

dell’Italia. In effetti, la stirpe dei granatieri<br />

oltrepassa la storia ed è proprio<br />

per questo che può avocarsi dei <strong>di</strong>ritti<br />

che gli altri soldati italiani non hanno,<br />

o almeno così mi era stato insegnato.<br />

Infatti, abbiamo l’onore <strong>di</strong> indossare i<br />

bianchi Alamari, ricevuti per la vittoria<br />

sui colli dell’Assietta, su tutte le uniformi<br />

(tranne che sulla tuta da cbt,<br />

mentre i carabinieri li portano anche<br />

lì, chissà perché ?) al posto delle mostrine<br />

o delle semplici stellette; <strong>di</strong> portare<br />

la placca granatina dorata quale<br />

onorificenza militare in virtù dell’alto<br />

valore <strong>di</strong>mostrato in occasione dei fatti<br />

d’arme in Sicilia; ed ultimo, ma non<br />

per importanza, la consolidata tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> schierarsi con in prima riga i<br />

più alti.<br />

Bene, ultimamente ho avuto l’onore<br />

ed il piacere <strong>di</strong> essere inquadrato nel<br />

plotone che, insieme ad altri delle altre<br />

Forze Armate e dei Corpi Armati<br />

dello Stato, ognuno con le loro tra<strong>di</strong>zioni<br />

ed uniformi, ha reso gli onori al<br />

Presidente della Repubblica in occasione<br />

delle celebrazioni per la Festa<br />

della Repubblica il 2 <strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>. Ho<br />

partecipato con vivo interesse ed orgoglio<br />

a tutte le prove, compresa<br />

quella notturna dove abbiamo ricevuto<br />

i complimenti da tutti. C’erano molti<br />

ufficiali dei granatieri che indossavano<br />

i nostri stessi Alamari. Erano ufficiali<br />

con molte decorazioni e onorificenze,<br />

a miei occhi dei granatieri più<br />

anziani e valorosi !<br />

Purtroppo però, il giorno della festa<br />

degli italiani è successo qualcosa che<br />

non ho compreso. Noi eravamo pronti<br />

a rendere gli onori alla gloriosa Ban<strong>di</strong>era<br />

del nostro reggimento per poi<br />

schierarci in piazza Venezia ma, improvvisamente,<br />

uno <strong>di</strong> quegli ufficiali<br />

dei granatieri del Comando militare<br />

della Capitale che <strong>di</strong>rigeva la cerimonia<br />

si è fortemente alterato, ha iniziato<br />

ad alzare la voce all’in<strong>di</strong>rizzo dei nostri<br />

comandanti in modo quasi indecente.<br />

Il baffuto tenente colonnello<br />

non voleva assolutamente che il plotone<br />

dei granatieri venisse schierato<br />

con i più alti in testa secondo la tra<strong>di</strong>zione<br />

della mia, anzi nostra perché<br />

dovrebbe essere pure la sua, trisecolare<br />

Specialità. Ed allora noi “….tutti alti<br />

e possenti …come figure <strong>di</strong> titani….”<br />

siamo stati costretti a rimescolare l’or<strong>di</strong>ne<br />

d’altezza per metterci come gli altri<br />

plotoni della altre Forze Armate,<br />

come i Marinai, gli Avieri ed i Carabinieri.<br />

Al termine della cerimonia, che si è<br />

svolta comunque nel migliore dei mo<strong>di</strong>,<br />

mi è rimasto un dubbio che mi ronzava<br />

in testa: “ma perché un granatiere<br />

ha mortificato davanti a tutti una<br />

tra<strong>di</strong>zione che doveva essere anche la<br />

sua ? Ho provato a chiedere ai miei superiori<br />

ma, sinceramente, devo <strong>di</strong>re<br />

che questa volta, ed è stata la prima,<br />

non ho ricevuto risposte esaurienti e<br />

logiche, ma solo parziali giustificazioni:<br />

“è una questione <strong>di</strong> omogeneità in<br />

ambito interforze”, “dobbiamo obbe<strong>di</strong>re<br />

agli or<strong>di</strong>ni”, “l’ufficiale che si è inquietato<br />

(ed è <strong>di</strong>re poco) lo ha fatto<br />

per ragioni <strong>di</strong> protocollo interforze”.<br />

Ma dopotutto, io, il più alto, sono 195<br />

cm ed il più basso del plotone, un mio<br />

amico, è 185 cm, non era una grande<br />

<strong>di</strong>fferenza ! E poi, perché si è granatieri<br />

solo quando si ha un tornaconto<br />

e non in ogni occasione ? perché, se<br />

non si ama la specialità, si continuano<br />

ad indossarne i segni <strong>di</strong>stintivi ? forse<br />

perché sono elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione<br />

fra le altre armi e corpi ? e, allora, perché<br />

non dobbiamo <strong>di</strong>stinguerci dagli<br />

altri ? perché dobbiamo assomigliare<br />

agli altri ?<br />

Alla fine una domanda sorge spontanea:<br />

“siamo veri <strong>Granatieri</strong> solo dentro<br />

alla nostra caserma ? Spero proprio<br />

che Lei, attraverso la bella rivista che<br />

<strong>di</strong>rige, possa trovare qualcuno, tra i<br />

generali e gli anziani della Specialità,<br />

che sappia dare una risposta ad un<br />

giovane granatiere che ancora ci crede<br />

nelle prerogative e nelle tra<strong>di</strong>zioni<br />

della Specialità !<br />

un C.le VFB dei <strong>Granatieri</strong><br />

Caro Granatiere, con<strong>di</strong>vido pienamente<br />

i tuoi crucci ma… anche questo<br />

è un segno dei tempi, come <strong>di</strong>rebbe<br />

il mio amico emanuel.<br />

LETTERA AL GENERALE FRANCESCO BAIARDI<br />

Anche tu, carissimo Francesco, ci hai lasciato. Te ne sei<br />

andato in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong> come – del resto – sei vissuto. Ricor<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> te il sorriso benevolo, la cortesia e il tratto signorile<br />

<strong>di</strong> una formazione famigliare e militare <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne.<br />

Friulano DOC, classe 1920, a soli quin<strong>di</strong>ci anni indossavi<br />

già la <strong>di</strong>visa <strong>di</strong> allievo della Scuola Militare <strong>di</strong> Milano;<br />

la <strong>di</strong>smettevi solo al termine <strong>di</strong> una lunga carriera militare<br />

che ti ha visto giovane accademista del corso “Carattere”<br />

e impegnato poi – in pace e in guerra – in importanti<br />

incarichi <strong>di</strong> responsabilità. I due amori, per gli Alamari e<br />

per la famiglia, sono da ad<strong>di</strong>tare alle giovani generazioni<br />

per l’alto esempio che hai saputo dare. Anche la tua sofferenza,<br />

in questi ultimi anni, la hai saputa vivere con<br />

grande <strong>di</strong>gnità, sorretto dalla fede e dalla tua amata Lina,<br />

che ti è stata al fianco fino all’ultimo momento. Per <strong>di</strong>rla<br />

con il nostro compianto Fra’ Gianfranco Maria, .<br />

Ciao Francesco, ti vogliamo ricordare così e desideriamo<br />

saperti in letizia con i tuoi vecchi amici e commilitoni …<br />

sempre con quel sorriso benevolo.<br />

Nicola Canarile<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 23


Attività associativa<br />

COMITATO CENTRALE<br />

Il Comitato Centrale, massimo organo esecutivo dell’<strong>Associazione</strong>, ha deliberato all’unanimità <strong>di</strong><br />

riunirsi con cadenza mensile. Analoga decisione è stata presa dal Collegio dei Probiviri, <strong>di</strong> recente<br />

incaricato della gestione del Fondo <strong>di</strong> Solidarietà. La decisione è stata adottata per garantire una<br />

maggiore aderenza alle molteplici attività dell’<strong>Associazione</strong> e per ottimizzare gli aspetti organizzativi.<br />

L’ultima riunione del Comitato Centrale si è tenuta, presso la sede della Presidenza nazionale,<br />

il 17 maggio <strong>2005</strong>.<br />

Nel corso della riunione si è parlato: del futuro della Brigata che, grazie anche alla corale protesta<br />

degli associati, non verrà più sciolta (per il momento); della Colonnella <strong>di</strong> Istria-Fiume-<br />

Dalmazia da recuperare e assegnare, in consegna fiduciaria, alla Sezione <strong>di</strong> Trieste; della situazione<br />

amministrativa. La prossima riunione si terrà il giorno 22 <strong>giugno</strong> p.v.<br />

GIORNATA DEL TESSERAMENTO A VERONA<br />

Il giorno 17 <strong>di</strong>cembre 2004, nella ridente località <strong>di</strong> Marcellise,<br />

si è svolto l’annuale appuntamento conviviale, occasione<br />

per i granatieri <strong>di</strong> Verona per passare una giornata<br />

assieme e per rinnovare l’adesione alla nostra <strong>Associazione</strong>.<br />

La giornata è iniziata con una Santa Messa, celebrata nella<br />

magnifica Pieve locale, per ricordare tutti i granatieri “andati<br />

avanti” in pace e in guerra. Un particolare ricordo è<br />

stato espresso, dal Presidente della Sezione <strong>di</strong> Verona, Roberto<br />

Pellegrini, per il conte Perez, Zenorini e Padre Chiti<br />

che era citta<strong>di</strong>no onorario <strong>di</strong> Villabartolomea.<br />

Al rito erano presenti le Colonnelle <strong>di</strong> Verona, Mantova,<br />

Brescia, Rovigo, Venezia, Cerea, Cologna Veneta, San Bonifacio,<br />

Sommacampagna e Villabartolomea accompagnate<br />

dalle rispettive rappresentanze, dai Presidenti provinciali:<br />

Toffanin, Bonini, Onofrio, Rossigni e Marian e dai<br />

Presidenti <strong>di</strong> Sezione: Zorzella, Borin, Franco, Alberini e<br />

Soardo. I più <strong>di</strong> 70 partecipanti, durante l’allegro incontro<br />

conviviale che ha seguito la Messa, sono stati raggiunti<br />

dalle telefonate augurali <strong>di</strong> Padre Defendente Bellotti e<br />

dei Presidenti del Veneto Paoiletti e del Piemonte Gallo.<br />

SEZIONE DI BONDENO: BRAVO MALAGUTTI!<br />

In data 5 febbraio <strong>2005</strong>, alla Presidenza <strong>Nazionale</strong> ANGS<br />

è giunta una lettera <strong>di</strong> poche righe, da parte del Presidente<br />

della Sezione <strong>di</strong> Bondeno (FE), granatiere Antonio<br />

Malagutti. Ad un esame superficiale <strong>di</strong> un poco attento<br />

redattore, lo scritto era stato giu<strong>di</strong>cato privo d’interesse<br />

per il giornale e messo agli atti. Ma così non era. E vi <strong>di</strong>ciamo<br />

perché.<br />

Oggetto della lettera era:<br />

“Elenco Tesseramento <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>2005</strong>”. Allegato allo<br />

scritto, un assegno bancario<br />

a copertura dei costi del tesseramento<br />

e <strong>di</strong> una sostanziosa<br />

“Offerta Volontaria”.<br />

Seguivano gli auguri per il<br />

nuovo anno e la firma del<br />

Presidente.<br />

Nella busta erano contenute,<br />

inoltre, le due belle foto<br />

che pubblichiamo e che <strong>di</strong>mostrano come a Bondeno i<br />

<strong>Granatieri</strong> siano concretamente presenti nel tessuto citta<strong>di</strong>no,<br />

se possono permettersi una strada a loro de<strong>di</strong>cata<br />

e un bel monumento nel giar<strong>di</strong>no comunale. Quin<strong>di</strong>: poche<br />

righe si, ma molti i contenuti!<br />

Il Presidente Malagutti, a nostro avviso, deve essere preso<br />

ad esempio. Non è da tutti, infatti, aver già raccolto all’inizio<br />

dell’anno (5 febbraio) le quote sociali ed essere in<br />

grado d’inviare, in forma chiara e or<strong>di</strong>nata, l’elenco degli<br />

iscritti della propria Sezione. Senza parlare poi dell’offerta<br />

volontaria! A questo punto, non possiamo che ripetere:<br />

Bravo Malagutti!!<br />

I GRANATIERI PICENI RICOMINCIANO … DA TRE<br />

Le date:<br />

Il 13 settembre 2004, il granatiere Giancarlo Bruni, a venticinque<br />

anni dallo scioglimento del Centro Provinciale <strong>di</strong><br />

Ascoli Piceno, rifonda la Sezione del capoluogo piceno<br />

24 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


coinvolgendo 46 nuovi iscritti.<br />

Il 30 <strong>aprile</strong> <strong>2005</strong>, proseguendo la sua eccezionale opera<br />

<strong>di</strong> proselitismo, Bruni convoca a San Benedetto del<br />

Tronto l’assemblea ricostituiva della locale Sezione. Nella<br />

sala, gentilmente concessa dalla Sezione Marinai d’Italia<br />

<strong>di</strong> S. Benedetto, prendono posto 29 nuovi granatieri<br />

in rappresentanza dei 33 che hanno sottoscritto la loro<br />

adesione. Di fatto, si ricostituisce il Centro Provinciale <strong>di</strong><br />

Ascoli Piceno<br />

Per me costituite una piacevole sorpresa e il fatto che<br />

siate qui riuniti mi riempie il cuore <strong>di</strong> gioia. Con la vostra<br />

nutrita e qualificata presenza, infatti, siete una risposta<br />

concreta a quanti ritenevano che il nostro sodalizio<br />

non avesse più avvenire e fosse ormai destinato a <strong>di</strong>venire<br />

una non meglio nota fondazione.<br />

In un momento in cui da più parti viene auspicato, magari<br />

solo a parole, un ritorno a quei valori <strong>di</strong> lealtà, <strong>di</strong> solidarietà<br />

e <strong>di</strong> amor <strong>di</strong> Patria, che sono alla base del vivere<br />

civile, è quanto mai opportuno che la nostra <strong>Associazione</strong>,<br />

depositaria proprio <strong>di</strong> quei valori, recepiti ed esaltati<br />

dalla comune militanza nel Corpo dei <strong>Granatieri</strong>, abbia<br />

anche in termini quantitativi il peso che si merita.<br />

L’intera comunità nazionale, oserei <strong>di</strong>re, mai come adesso,<br />

ha bisogno <strong>di</strong> noi. Grazie, quin<strong>di</strong>, al capitano Bruni,<br />

per aver creato quest’occasione d’incontro e grazie anche<br />

a voi che, numerosi, avete risposto al suo invito…>>.<br />

Parole semplici, chiare e calorose, venate da un leggero<br />

stupore, dettato forse dal non conoscere appieno la tenacia<br />

e la passione <strong>di</strong> Giancarlo Bruni.<br />

Per noi marchigiani, che da un anno e mezzo beneficiamo<br />

del suo impegno, Giancarlo non è più motivo <strong>di</strong> stupore:<br />

è una certezza, una bellissima certezza sulla quale<br />

fare affidamento per moltissimi anni a venire.<br />

(C.C.)<br />

11° RADUNO ANNUALE A SPINEA<br />

Il 14 maggio <strong>2005</strong>, Giancarlo Bruni piazza un altro colpo:<br />

facendo seguito ad una capillare opera <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione<br />

e <strong>di</strong> contatto <strong>di</strong> granatieri in congedo non iscritti<br />

all’A.N.G.S., convoca presso i locali della C.R.I. <strong>di</strong> Fermo,<br />

39 dei 71 granatieri che hanno aderito al suo invito<br />

<strong>di</strong> iscriversi all’<strong>Associazione</strong>. In un clima <strong>di</strong> forte entusiasmo<br />

e <strong>di</strong> precisi inten<strong>di</strong>menti viene ricostituita la Sezione<br />

<strong>di</strong> Fermo, città che si avvia a <strong>di</strong>venire il quinto capoluogo<br />

<strong>di</strong> provincia delle Marche. Sotto la presidenza<br />

del rifondatore Bruni, i granatieri piceni si costituiscono<br />

nel Centro Federato del Piceno, completo <strong>di</strong> cariche sociali<br />

e, … soprattutto, <strong>di</strong> voglia <strong>di</strong> partecipazione.<br />

La Cronaca:<br />

Nella cronaca <strong>di</strong> avvenimenti succedutisi nel tempo è<br />

buona norma partire dalla descrizione <strong>di</strong> quello svoltosi<br />

per ultimo. Le impressioni a caldo, infatti, meglio <strong>di</strong> ogni<br />

altra ponderata, successiva considerazione, favoriscono<br />

una descrizione più aderente alla realtà e alle emozioni<br />

suscitate dall’avvenimento stesso.<br />

E, a proposito dell’assemblea ricostituiva della Sezione e<br />

del Centro Federato del Piceno, tenutasi a Fermo il 14<br />

maggio scorso, all’indomani dell’avvenimento cui ha<br />

partecipato, riportiamo alcuni brani del <strong>di</strong>scorso pronunciato,<br />

per l’occasione, dal Direttore del nostro perio<strong>di</strong>co<br />

associativo, Antonino Torre, ai granatieri presenti:<br />


.<br />

Come da tra<strong>di</strong>zione, il raduno dei <strong>Granatieri</strong> ha visto snodarsi<br />

la sfilata con la banda citta<strong>di</strong>na; quin<strong>di</strong> l’alzaban<strong>di</strong>era<br />

davanti al monumento al Granatiere. La mattinata è<br />

poi proseguita con la Santa Messa celebrata in Chiesa, e<br />

non come previsto in piazza a causa del maltempo, dal<br />

granatiere Padre Denfendente Belotti<br />

Bruno Stevanato<br />

LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO<br />

RICORDATA ALLA FOCE DEL PIAVE<br />

Regionale del Veneto Giuseppe Paoletti, i Presidenti<br />

Provinciali Tofanin, Rosin e Ros, i granatieri Bacchin,<br />

Lorenzon, Bortoletto e tanti, tanti altri: circa 400 persone.<br />

La Santa Messa è stata officiata dal granatiere del 2° reggimento,<br />

Padre Defendente Belotti e dal Parroco <strong>di</strong><br />

Cortellazzo, Don Lionello Dalmolin.<br />

Subito dopo il rito religioso, la deposizione <strong>di</strong> una corona<br />

d’alloro al monumento ai Caduti, scortate da “ammiratissimi”<br />

<strong>Granatieri</strong> in Grande Uniforme inviati dal<br />

Reggimento, ha concretizzato il doveroso omaggio a chi ha<br />

speso la vita per la Patria. I quattro Sindaci presenti, con<br />

brevi ma toccanti <strong>di</strong>scorsi, hanno elogiato l’operato delle<br />

Sezioni ANGS del proprio territorio e hanno consegnato<br />

alcuni attestati <strong>di</strong> benemerenza a granatieri che si sono particolarmente<br />

<strong>di</strong>stinti. bnais<br />

Tutti i partecipanti, poi, hanno raggiunto la foce del fiume<br />

sacro all’Italia, il Piave, dove è stata deposta una corona<br />

d’alloro. Un pranzo conviviale <strong>di</strong> 250 commensali presso<br />

l’Hotel Palma, <strong>di</strong> Armando Pasqual, figlio <strong>di</strong> granatiere, ha<br />

concluso la bella manifestazione.<br />

RICORDATA LA BATTAGLIA DI GOITO<br />

Con la consueta, annuale, bella cerimonia, sono stati commemorati<br />

a Cortellazzo <strong>di</strong> Jesolo, l’87° anniversario della<br />

battaglia del Solstizio (15/6 – 6/7 1918) e il XX anniversario<br />

dell’inaugurazione del Monumento a tutti i <strong>Granatieri</strong><br />

Caduti e, in particolare, a quelli che caddero nel corso della<br />

Battaglia del Piave.<br />

Il Centro Provinciale <strong>di</strong> Venezia, presieduto dal granatiere,<br />

Cav. Lino Marian, ha raccolto intorno a sé il gonfalone citta<strong>di</strong>no,<br />

numerosi labari e ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> associazioni d’arma e<br />

24 Colonnelle <strong>di</strong> Sezioni <strong>di</strong> <strong>Granatieri</strong>, scortate da un buon<br />

numero <strong>di</strong> iscritti, tra i quali il Presidente del Centro<br />

Il Presidente provinciale Roberto Bonini non ha voluto<br />

rinunciare a commemorare, anche quest’anno, la<br />

battaglia <strong>di</strong> Goito. Senza il patrocinio del Comune, assente<br />

per motivi organizzativi, la Sezione <strong>di</strong> Mantova<br />

ha ricordato con una bella cerimonia, infatti, il 157°<br />

anniversario della battaglia che vide, come protagonisti<br />

<strong>di</strong> spicco, i reggimenti <strong>Granatieri</strong> che, all’epoca,<br />

costituivano la Guar<strong>di</strong>a dell’allora principe Vittorio<br />

Emanuele, destinato poco dopo a <strong>di</strong>ventare il primo<br />

Re d’Italia.<br />

La commemorazione, presso il noto monumento, realizzato<br />

con il sostanziale e determinante aiuto del<br />

compianto Stenio Contigliozzi, si è svolta alla presen-<br />

26 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


za del colonnello Massimo Meinero, comandante del<br />

1° reggimento <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna, il quale ha reso<br />

omaggio ai Caduti con la deposizione <strong>di</strong> una corona<br />

d’alloro. I <strong>Granatieri</strong> in congedo, presenti in buon numero,<br />

erano in rappresentanza, con le rispettive colonnelle,<br />

delle Sezioni <strong>di</strong> Modena, Verona, Mantova e<br />

<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> Castel Goffredo e Marmirolo, <strong>di</strong> recente<br />

ricostituzione. Uno dei granatieri presenti era il Reduce<br />

Gioacchino Motta, classe 1922, che con il Gruppo<br />

da Combattimento Friuli percorse con gli alleati tutta<br />

la penisola sino alla “Linea Gotica”.<br />

INCONTRO CONVIVIALE<br />

DEI GRANATIERI CAMPANI<br />

Festa grande al Circolo Canottieri Posillipo <strong>di</strong> Napoli, il<br />

12 febbraio scorso.<br />

Il granatiere dottor Beniamino Cesi, in una splen<strong>di</strong>da<br />

cornice aperta sul golfo <strong>di</strong> Napoli, ha voluto offrire ai<br />

<strong>Granatieri</strong> delle sezioni campane un momento <strong>di</strong> lieta<br />

convivialità. Egli, con l’affetto e la classe che lo hanno<br />

sempre contrad<strong>di</strong>stinto, ha brillantemente intrattenuto i<br />

suoi ospiti nel corso dell’incontro. Sul finire, con un <strong>di</strong>scorso<br />

dai toni paterni, più che granatiereschi, ha esortato<br />

i presenti a rimanere sempre uniti e a con<strong>di</strong>videre i valori<br />

<strong>di</strong> fedeltà, lealtà e amicizia, oltre a quello più alto dell’amore<br />

<strong>di</strong> Patria, oggi più che mai necessari.<br />

Come sempre avviene in questi incontri, non è mancato<br />

qualche momento <strong>di</strong> viva commozione che hanno fatto<br />

riflettere sul comune senso degli ideali che lega la famiglia<br />

dei bianchi Alamari. L’augurio <strong>di</strong> tutti è <strong>di</strong> avere sempre<br />

presenti nei propri ranghi esempi <strong>di</strong> alta moralità e <strong>di</strong><br />

saggezza, come il dottor Cesi, perché è solo da persone<br />

<strong>di</strong> tanta esperienza che si possono avere riferimenti sicuri<br />

per affrontare le <strong>di</strong>fficoltà della vita.<br />

Caro Beniamino, un grazie <strong>di</strong> cuore da parte nostra e <strong>di</strong><br />

tutti i <strong>Granatieri</strong> campani.<br />

IL 346° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO<br />

DEI GRANATIERI E’ STATO CELEBRATO IN MOLTE LOCALITA’<br />

ITALIANE A CURA DELLE LOCALI STRUTTURE ASSOCIATIVE<br />

SEZIONE DI CAGLIARI<br />

L’anniversario della costituzione del Corpo dei <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong><br />

Sardegna è stato celebrato nel capoluogo sardo con una serie<br />

<strong>di</strong> eventi che si sono svolti nei giorni 16, 17 e 19 <strong>aprile</strong> e<br />

sono stati organizzati con il patrocinio dell’amministrazione<br />

comunale. Nella mattinata del primo giorno, i <strong>Granatieri</strong><br />

hanno assicurato la Guar<strong>di</strong>a d’Onore al monumento sito in<br />

Piazza Martiri delle Guerre d’In<strong>di</strong>pendenza. Con l’occasione<br />

sono state suonate musiche reggimentali e si è avuta una raccolta<br />

<strong>di</strong> fon<strong>di</strong> destinati al restauro <strong>di</strong> monumenti d’interesse<br />

storico.<br />

La giornata si è chiusa con una Santa Messa celebrata nella<br />

Cattedrale in memoria dei Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre e <strong>di</strong> S.M.<br />

Umberto II che, da Principe <strong>di</strong> Piemonte, fu Presidente<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Granatieri</strong>. Il rito religioso è stato<br />

accompagnato dal Coro <strong>di</strong> Santa Cecilia <strong>di</strong>retto dal Maestro<br />

Pani. Nella giornata successiva è continuata l’attività in<br />

Piazza Martiri. Nella giornata <strong>di</strong> martedì 19 <strong>aprile</strong>, presso il<br />

Convitto <strong>Nazionale</strong> “Vittorio Emanuele”, già residenza del<br />

Duca <strong>di</strong> San Pietro, Giorgio Pellegrini, Assessore alla Cultura<br />

del Comune <strong>di</strong> Cagliari, ha tenuto un’interessante conferenza<br />

sul tema: “I <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna: ieri e oggi”.<br />

La serata si è conclusa con un’esibizione del Coro <strong>di</strong> Santa<br />

Cecilia che, nel suo repertorio, ha eseguito: l’ Hinnu Sardu,<br />

L’Inno dei <strong>Granatieri</strong> e l’Inno <strong>di</strong> Mameli.<br />

SEZIONE DI CIVITAVECCHIA<br />

Il 346° Anniversario della costituzione del Corpo dei <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna la Sezione <strong>di</strong> Civitavecchia lo ha ricordato<br />

con un atto concreto: il restauro del monumento al Grana-<br />

segue a pagina 28<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 27


segue da pagina 27<br />

tiere esistente sul lungomare della città in prossimità <strong>di</strong> quello<br />

de<strong>di</strong>cato a Garibal<strong>di</strong>.<br />

Lunedì 18 <strong>aprile</strong>, la giornata è iniziata con una Santa Messa<br />

celebrata da Padre Pietro nell’antica Chiesa del Ghetto per ricordare<br />

i Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre. La manifestazione si è<br />

spostata poi su Viale Garibal<strong>di</strong> dove è stato inaugurato il restauro<br />

del monumento che, per l’attacco del tempo, della<br />

brezza <strong>di</strong> mare e l’incuria, versava in uno stato <strong>di</strong> totale degrado.<br />

L’evento, che ha riscosso un notevole successo per la presenza<br />

<strong>di</strong> tanti <strong>Granatieri</strong> in congedo e <strong>di</strong> un folto numero <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni che hanno voluto prendere parte ad una celebrazione<br />

militare importante per il territorio, è stato presenziato<br />

dal Vice Sindaco Ernesto Tedesco, in rappresentanza dell’Amministrazione<br />

comunale, da numerose autorità locali civili<br />

e militari. Il Presidente della locale Sezione ANGS, generale<br />

Antonio Andriani, nella sua allocuzione, ha ricordato la<br />

Storia dei <strong>Granatieri</strong> e della loro presenza, con il IV battaglione<br />

meccanizzato e la compagnia c/c, nella città laziale.<br />

Alla manifestazione era presente il Presidente del CR Lazio,<br />

Gianfranco Sorbi.<br />

CENTRO REGIONALE EMILIA ROMAGNA<br />

Il tutto sotto l’impeccabile regia del granatiere Giovanni<br />

Bettini. Molto apprezzata è stata la presenza <strong>di</strong><br />

due <strong>Granatieri</strong> in Grande Uniforme Speciale, assicurata<br />

dal comandante Massimo Meinero.<br />

CENTRO REGIONALE DELLA LOMBARDIA<br />

Lo scorso 17 <strong>aprile</strong> hanno fatto veramente le cose in<br />

grande, ad Abiategrasso, per celebrare l’anniversario<br />

della costituzione del Corpo dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

C’erano schierate ben 14 Colonnelle <strong>di</strong> Sezione (Calcinate,<br />

Como, Leno, Legnano, Milano, Vigevano, Rho,<br />

Monza Brianza, Melzo, Lo<strong>di</strong>, Lumezzane, Brescia, Valle<br />

Trompia e Valli Bresciane, Bergamo) a fare da corona<br />

a quella del Centro Regionale della Lombar<strong>di</strong>a,<br />

tutte scortate dalle rispettive rappresentanze.<br />

Erano presenti, inoltre, il Sindaco della città, numerose<br />

Autorità civili, militari e religiose, rappresentanze<br />

delle Associazioni d’Arma e una gran folla <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> Abiategrasso per ricordare la particolare ricorrenza<br />

che è stata segnata, nel suo valore ideale, da un fatto<br />

concreto e <strong>di</strong> alto contenuto sociale: l’inaugurazione<br />

<strong>di</strong> un bellissimo Parco pubblico, nel quartiere Castelletto,<br />

intitolato ai <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna e alla memoria<br />

del loro compianto Presidente della locale sezione,<br />

Pietro Volpi.<br />

Anche quest’anno, il Presidente regionale Roberto Padovani<br />

ha voluto ricordare, con una cerimonia pubblica,<br />

la data della “levata” del duca Carlo Emanuele<br />

II cui si rifanno, per la loro origine, gli attuali <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Sardegna. L’occasione è stata propizia, inoltre,<br />

per commemorare, a cinque mesi dalla scomparsa,<br />

anche la figura del compianto Frà Gianfranco Maria<br />

Chiti.<br />

Nella prima mattinata <strong>di</strong> domenica 17 <strong>aprile</strong>, a Crevalcore,<br />

sono convenuti i <strong>Granatieri</strong> dell’Emilia e Romagna<br />

delle Sezioni <strong>di</strong>: Bologna, Modena, Ferrara,<br />

Ravenna, San Felice sul Panaro, Parma, Cesena, Lugo<br />

<strong>di</strong> Romagna e Pavullo – tutti con le rispettive Colonnelle<br />

- ed hanno assistito a una Messa celebrata da<br />

don Ivano che ha tracciato un breve profilo <strong>di</strong> Padre<br />

Chiti ricordandone, fra la commozione dei presenti,<br />

le alte doti umane e <strong>di</strong> comandante.<br />

I numerosi <strong>Granatieri</strong> presenti, al termine del rito religioso,<br />

si sono recati in corteo, aperto dal Vice Sindaco<br />

della citta<strong>di</strong>na, dottor Clau<strong>di</strong>o Broglia e dalla<br />

Colonnella regionale, al monumento de<strong>di</strong>cato ai Caduti<br />

<strong>di</strong> tutte le guerre dove hanno reso omaggio con<br />

la deposizione <strong>di</strong> una corona d’alloro.<br />

Il Presidente Mario Bovati accanto alla stele che intitola il Parco ai<br />

<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna.<br />

Il Presidente Regionale Mario Bovati, nella sua applau<strong>di</strong>ta<br />

allocuzione, dopo il doveroso omaggio ai<br />

Caduti, ha sottolineato come i giovani <strong>Granatieri</strong> abbiano<br />

affrontato e affrontino le emergenze del tempo<br />

<strong>di</strong> pace: dagli interventi <strong>di</strong> soccorso alle popolazioni<br />

per pubbliche calamità a quelli <strong>di</strong> ristabilimento della<br />

pace fuori dei confini nazionali, con lo stesso spirito<br />

28 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Targa posta all’ingresso del Parco<br />

e con l’identica de<strong>di</strong>zione con la quale, gli antichi e<br />

anziani commilitoni servirono la Patria, nel corso della<br />

storia più che trasecolare della Specialità.<br />

Ha poi rivolto il suo ringraziamento, anche a nome<br />

del Presidente nazionale, >.<br />

E’ doveroso sottolineare,<br />

da parte nostra,<br />

che i <strong>Granatieri</strong><br />

<strong>di</strong> Abiategrasso,<br />

con il loro impegno e la loro inventiva, hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

come, pur nel rispetto delle antiche tra<strong>di</strong>zioni,<br />

si possa essere anche protagonisti del presente con<br />

realizzazioni concrete al servizio della comunità. E in<br />

questo devono essere presi ad esempio da tutti noi.<br />

Per ritornare alla cronaca della riuscita manifestazione,<br />

conclusasi con un incontro conviviale nella zona<br />

della fiera e con il contributo musicale <strong>di</strong> alcune bande<br />

citta<strong>di</strong>ne, è stata molto apprezzata da tutti i partecipanti<br />

la presenza <strong>di</strong> quattro <strong>Granatieri</strong> in Grande<br />

Uniforme Speciale, assicurata dal 1° Reggimento, che<br />

ha materializzato il profondo legame esistente fra i<br />

Reparti in armi e l’ANGS che raccoglie i <strong>Granatieri</strong> in<br />

congedo.<br />

CENTRO PROVINCIALE DI MANTOVA<br />

I <strong>Granatieri</strong> mantovani si sono uniti compatti al<br />

dolore che ha colpito la famiglia del loro commilitone<br />

Carlo Rasini, uno dei più attivi soci del sodalizio,<br />

sempre presente in tutte le manifestazioni associative.<br />

La famiglia del bravo granatiere ha subito la tragica<br />

scomparsa del figlio quarantaseienne Ernesto, che ha<br />

lasciato nei congiunti un vuoto <strong>di</strong>fficilmente colmabile.<br />

La Redazione, informata dal Presidente Bonini,<br />

esprime le più sentite condoglianze.<br />

CENTRO REGIONALE DELLA SARDEGNA<br />

I <strong>Granatieri</strong> della Sardegna, sotto la guida del<br />

Presidente Rodolfo Mori Ubal<strong>di</strong>ni, hanno da tempo<br />

ricominciato la loro attività con numerose manifestazioni<br />

svolte nell’ambito regionale. L’ultima, avutasi il<br />

26 <strong>aprile</strong> scorso, li ha visti come protagonisti durante<br />

un incontro culturale organizzato dall’<strong>Associazione</strong><br />

“Spazio Aperto” in un istituto scolastico, dove è stata<br />

presentata, con un filmato, alcune testimonianze<br />

<strong>di</strong>rette e un <strong>di</strong>battito finale, la storia del Corpo che<br />

riporta il nome dell’antico regno <strong>di</strong> Sardegna e che,<br />

fin dal 1659, ha segnato con la sua presenza e il suo<br />

valore la storia dell’Italia.<br />

Alla serata, hanno partecipato fra gli altri il sottosegretario<br />

alla Difesa, Salvatore Cicu e il maresciallo<br />

Marco Diana appartenente al 1° reggimento<br />

<strong>Granatieri</strong>, che da parecchio combatte la sua personale<br />

battaglia contro una malattia contratta durante<br />

una missione <strong>di</strong> pace all’estero. Dopo che il<br />

Presidente Mori Ubal<strong>di</strong>ni ha rievocato i 346 anni <strong>di</strong><br />

storia dei <strong>Granatieri</strong>, ha preso la parola il maresciallo<br />

Diana per ringraziare il suo Reggimento e l’Istituzione<br />

militare, rappresentata in quel contesto dall’onorevole<br />

Cicu, per la vicinanza <strong>di</strong>mostrata e per gli aiuti<br />

concreti ricevuti nella sua immane lotta contro il male<br />

che lo ha colpito. Il sottosegretario, nel suo <strong>di</strong>scorso<br />

ha sottolineato .<br />

Il Centro regionale sardo, inoltre, è stato presente alla<br />

IX e<strong>di</strong>zione della manifestazione, organizzata dal<br />

Comune <strong>di</strong> Cagliari, dal titolo: “Cagliari Monumenti<br />

aperti <strong>2005</strong>” che si è svolta nei giorni 28 e 29 maggio.<br />

I <strong>Granatieri</strong>, per l’occasione, hanno avuto in affidamento<br />

il Monumento ai Martiri delle Guerre<br />

d’In<strong>di</strong>pendenza che ricorda le battaglie <strong>di</strong> Goito,<br />

Custoza, San Martino, Solforino.<br />

CESARE DEGAN DECANO<br />

DEI PRESIDENTI DEL CENTRO FVG<br />

Per l’un<strong>di</strong>cesima volta è stato riconfermato alla guida<br />

della Sezione <strong>di</strong> Zoppola (PD), il Cav. Cesare Degan;<br />

oltre trent’anni d’operosità in favore dell’<strong>Associazione</strong><br />

ed in particolare della sua Sezione, sono stati ulteriormente<br />

premiati<br />

con la<br />

consegna, durante<br />

un recente<br />

convivio, <strong>di</strong><br />

una significativa<br />

targa da parte<br />

dei suoi granatieri.<br />

Anche il presidente<br />

regionale,<br />

Cav. Uff.<br />

Guido Vidoni,<br />

ha voluto sottolinerae<br />

nel suo<br />

intervento la<br />

de<strong>di</strong>zione e l’infaticabile<br />

lavoro<br />

svolto in tanti<br />

anni dal Presidente<br />

Degan,<br />

facendogli dono<br />

del prestigioso<br />

Il granatiere Degan riceve la targa e il libro<br />

dal Presidente del Centro regionale FVG,<br />

Guido Vidoni.<br />

libro sulla storia dei <strong>Granatieri</strong>. Il libro donato era<br />

corredato dalla seguente de<strong>di</strong>ca: .<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 29


LA SEZIONE DI ROMA<br />

ALLA TOMBA DI PADRE CHITI<br />

La tomba, che ospita a Pesaro i resti mortali <strong>di</strong> Padre Chiti,<br />

sta <strong>di</strong>ventando una meta <strong>di</strong> pellegrinaggio <strong>di</strong> numerose<br />

comitive provenienti da ogni parte d’Italia.<br />

Il giorno 6 maggio del corrente anno, alcuni commilitoni<br />

della 5^ compagnia “Roma” della RSI, fra i quali abbiamo<br />

riconosciuto Holzer e Coen, ed una rappresentanza della<br />

Sezione <strong>di</strong> Roma, hanno reso omaggio alla tomba <strong>di</strong> Frà<br />

Gianfranco, in occasione della ricorrenza della sua<br />

nascita avvenuta il 6 maggio del 1921.<br />

I <strong>Granatieri</strong> romani hanno voluto ricordare il compianto<br />

Padre Spirituale anche con la celebrazione <strong>di</strong> una Messa.<br />

Il successivo 25 maggio, infatti, presso la cappella delle<br />

Suore <strong>di</strong> Via Albergotti, Padre Fei, che era stato<br />

Cappellano <strong>di</strong> Chiti, ha celebrato la messa <strong>di</strong> suffragio<br />

che, per motivi contingenti, non si era potuta celebrare<br />

nella visita a Pesaro. Al rito religioso era presente la<br />

Colonnella della Sezione e numerosi granatieri.<br />

alpha beta<br />

RADUNO INTERPROVINCIALE<br />

A CASTELGOFFREDO<br />

La bella giornata associativa si è articolata in varie fasi. Iniziata<br />

con la Santa Messa in cui è stata benedetta la Colonnella<br />

della ricostituita Sezione, è proseguita con la sfilata dei<br />

numerosi partecipanti per le vie citta<strong>di</strong>ne, con l’omaggio al<br />

monumento dei Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre e a quello dei <strong>Granatieri</strong>,<br />

al sacello <strong>di</strong> Guglielmo Morè, valoroso granatiere castellano<br />

decorato <strong>di</strong> Medaglia d’Argento al Valor Militare caduto<br />

eroicamente sul Fronte Jugoslavo e alla tomba <strong>di</strong> Bruno<br />

Perani, personaggio eclettico che, reduce della seconda<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale, fondò nel 1955 la Sezione ANGS. L’occasione<br />

è stata propizia per porre un omaggio floreale anche<br />

sulla tomba del granatiere Angelo Mazzocchi recentemente<br />

scomparso.<br />

La figura <strong>di</strong> Bruno Perani, deceduto circa <strong>di</strong>eci anni fa, è stata<br />

costante e quasi palpabile per l’intera giornata. La ricordava,<br />

fra l’altro, dopo il<br />

saluto <strong>di</strong> ringraziamento<br />

del figlio Roberto, la presenza<br />

della figlia Milena,<br />

“madrina” della Colonnella<br />

sezionale, il monumento<br />

ai <strong>Granatieri</strong> da<br />

lui fatto realizzare con le<br />

pietre del Cengio, la<br />

Banda citta<strong>di</strong>na, anch’essa<br />

sua “creatura”.<br />

Alla riuscita cerimonia<br />

erano presenti i Sindaci<br />

<strong>di</strong> Castelgoffredo, pofessoressa<br />

Anna Cremonesi<br />

e <strong>di</strong> Castiglione delle Siviere,<br />

signor Fabrizio Paganella,<br />

il Comandante<br />

La nuova Colonnella rende omaggio<br />

alla tomba <strong>di</strong> Bruno Perani<br />

della locale Stazione Carabinieri,<br />

il generale<br />

Ratti dei Bersaglieri e<br />

varie delegazioni dell’associazionismo militare.<br />

L‘ANGS era ampiamente rappresentata dal Presidente del<br />

CR Lombar<strong>di</strong>a, architetto Mario Bovati, dal Presidente del<br />

CP <strong>di</strong> Brescia, Enrico Onofrio alla guida <strong>di</strong> due Sezioni della<br />

sua provincia, e da quello del CP <strong>di</strong> Crema, Giovanni Oldoni<br />

nonché dalle Sezioni <strong>di</strong>: Lumezzane, Valtrompia, Leno<br />

e Cerea con i Presidenti Francesco Maltosio e Osvaldo Zorzella.<br />

Molti, inoltre, erano i <strong>Granatieri</strong> che hanno partecipato<br />

a titolo personale.<br />

Al neo Presidente, Giuseppe Castrini e ai suoi vali<strong>di</strong> collaboratori:<br />

Achille Marinelli, Domenico Bonora, Angelo Cerini<br />

e Primo Rodella, l’onere e l’onore <strong>di</strong> continuare ad operare<br />

restando all’altezza <strong>di</strong> chi li ha preceduti.<br />

ANTOR<br />

La sfilata nelle vie citta<strong>di</strong>ne<br />

Il Presidente provinciale <strong>di</strong> Mantova, granatiere Roberto Bonini,<br />

come già fatto da altri <strong>di</strong>rigenti, ha raccolto l’invito, partito<br />

dalle pagine <strong>di</strong> questo giornale, ad intensificare l’azione<br />

<strong>di</strong> proselitismo per accrescere, anche sul piano quantitativo,<br />

i ranghi della nostra <strong>Associazione</strong>.<br />

E c’è riuscito pienamente!<br />

Dopo l’avvenuta ricostituzione della Sezione <strong>di</strong> Marmirolo,<br />

posta sotto la presidenza <strong>di</strong> Franco Moioli, infatti, nella giornata<br />

dell’8 maggio scorso, a Castelgoffredo in provincia <strong>di</strong><br />

Mantova, si è svolta la cerimonia per la ricostituzione della<br />

locale Sezione che raggruppa anche i granatieri <strong>di</strong> Castiglione<br />

delle Stiviere e dell’Alto Mantovano.<br />

I nuovi iscritti raggiungono complessivamente le venti<br />

unità.<br />

Il Direttivo della sezione <strong>di</strong> Marmirolo. (Foto Bonini) da sinistra:<br />

Davide Tonini (Segretario), Roberto Tonini (V. Presidente), Franco<br />

Moioli (Presidente), Enzo Gugolati (Alfiere) Clau<strong>di</strong>o Vallicella<br />

(Consigliere).<br />

30 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


MOSTRA RIEVOCATIVA A SUSA<br />

Tempera su tavola che raffigura un episo<strong>di</strong>o della Difesa <strong>di</strong> Roma.<br />

Giacomo Girar<strong>di</strong> e Giancarlo Sibille accanto ai giovani artisti che l’<br />

hanno realizzata.<br />

In occasione del 60° anniversario della Liberazione, su iniziativa<br />

del granatiere Sibille prof. Giancarlo, l’Amministrazione<br />

comunale della Città <strong>di</strong> Susa (TO) ha realizzato la mostra<br />

intitolata: .<br />

I numerosi visitatori, fra i quali particolarmente attenti e interessati<br />

i giovani delle locali scuole elementari, me<strong>di</strong>e e superiori,<br />

hanno avuto modo <strong>di</strong> ripercorrere, attraverso numerosi<br />

cimeli, fotografie e opere pittoriche realizzate da giovani<br />

studenti, quel periodo storico tanto <strong>di</strong>fficile e per certi<br />

versi doloroso della nostra storia patria. Particolarmente gra<strong>di</strong>ta,<br />

la visita della signora Stella Bolaffi, figlia del comandante<br />

partigiano “Laghi”, Giulio Bolaffi (noto e<strong>di</strong>tore e collezionista<br />

<strong>di</strong> francobolli). L’esposizione, ospitata nei locali<br />

dell’Azienda Turismo Locale2 “Montagnedoc”, è stata aperta<br />

dal 22 <strong>aprile</strong> al 3 maggio.<br />

Alla semplice ma significativa cerimonia <strong>di</strong> apertura, tenutasi<br />

venerdì 22 <strong>aprile</strong>, hanno raccontato le proprie personali<br />

esperienze: il granatiere cav. Giacomo Girar<strong>di</strong> reduce delle<br />

campagne <strong>di</strong> Grecia, Albania e Jugoslavia e combattente<br />

nella Difesa <strong>di</strong> Roma del settembre 1943 e successivamente<br />

con le squadre partigiane delle valli <strong>di</strong> Lanzo, nel torinese;<br />

due dei sopravvissuti a Cefalonia della Divisione Acqui, i cavalieri<br />

Michele Giai e Pasquale Nicco; il prof. Angelo Airnar<strong>di</strong><br />

componente del gruppo partigiano “Giustizia e Libertà” in<br />

Valle d’Aosta. Ha chiuso gli interventi il signor Quinto Parile,<br />

fratello del granatiere Eldo caduto il 9 settembre 1943 alla<br />

Difesa <strong>di</strong> Roma, che ha commosso i presenti con la lettura<br />

<strong>di</strong> una sua poesia in piemontese che ripercorre la storia<br />

d’Italia, dal risorgimento sino alla liberazione del 25 <strong>aprile</strong><br />

1945. Gli interventi dei testimoni sono stati introdotti dall’assessore<br />

alla cultura del Comune <strong>di</strong> Susa, prof. Antonita Fonzo,<br />

in rappresentanza del Sindaco. Rivolgendosi ai giovani<br />

presenti ha sottolineato come quei giorni, che possono sembrare<br />

tanto lontani, siano stati così importanti per la libertà<br />

<strong>di</strong> cui oggi possiamo godere. Il tema è stato poi ripreso nell’intervento<br />

della prof. Patrizia Borio, preside della scuola<br />

me<strong>di</strong>a statale “B. Giuliano”. Le classi terze <strong>di</strong> tale scuola, lì<br />

rappresentate da un buon numero <strong>di</strong> studenti, hanno contribuito,<br />

come in altre occasioni analoghe, all’allestimento<br />

della mostra, grazie anche al coor<strong>di</strong>namento e all’impegno<br />

dei docenti Paola Cordero, Marilena Feola, Clau<strong>di</strong>a Rosa<br />

Brusin e dell’infaticabile Giancarlo Sibille.<br />

Valter Costamagna<br />

I prossimi appuntamenti della Sezione <strong>di</strong> Torino sono quello della terza<br />

domenica <strong>di</strong> luglio al colle dell’Assietta e quello dell’11 settembre, all’Argiassera<br />

e a Foresto <strong>di</strong> Susa, dove saranno ricordati, con un’importante<br />

manifestazione, i martiri <strong>di</strong> Cefalonia ed i caduti nella Difesa <strong>di</strong> Roma.<br />

RINNOVI E CONFERME DELLE CARICHE ASSOCIATIVE<br />

CENTRI REGIONALI<br />

08.02.<strong>2005</strong> – Centro Regionale della Sardegna<br />

Presidente: Rodolfo MORI UBALDINI; Consiglieri: Antonio<br />

FUGALLO, Renzo CARTA, Giorgio CADDEO.<br />

CENTRI PROVINCIALI<br />

15.04.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale <strong>di</strong> Ascoli Piceno<br />

Presidente: Giancarlo BRUNI<br />

29.04.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale <strong>di</strong> Parma<br />

Presidente: Paolo SERVENTI<br />

SEZIONI<br />

09.10.2004 – Sezione <strong>di</strong> Ascoli Piceno<br />

Presidente: Giancarlo BRUNI; Vice Presidente: Giuseppe<br />

MARCOZZI; Consiglieri: Giulio RODILOSSI, Leone<br />

DE ANGELIS, Giuseppe PAOLETTI, Umberto GIANTO-<br />

MASSI.<br />

Marco INDUTI; Consiglieri: Pieralberto DOMIZI, Alberto<br />

SPINOZZI, Walter LEORINI, Federico COCCI, Antonio<br />

PICCIONI.<br />

16.04.<strong>2005</strong> – Sezione <strong>di</strong> Alba (CN)<br />

Presidente: Sebastiano GALLO; Vice Presidente: Luigi<br />

CHIARLO; Consiglieri: Renato PETEAN, Vittore GUI-<br />

DO; Segretario: Servasio GAIA.<br />

24.04.<strong>2005</strong> – Sezione <strong>di</strong> Castelfranco Veneto<br />

Presidente: B. SBRISSA; Vice Presidente: E. LANARO;<br />

Consiglieri: Andrea CALZAVARA, Ferruccio CAON, Luciano<br />

MARTIN; Segretario E. FRACCARO:<br />

08.05.<strong>2005</strong> – Sezione “A.Casati” – Monza<br />

Presidente: Carlo CIVATI; Vice Presidente Cesare ZA-<br />

NARDO; Consiglieri: Paolo ERBA, Antonuio GALBIATI;<br />

Segretario Francesco FARINA.<br />

26.03.<strong>2005</strong> – Sezione <strong>di</strong> Fontanabuona (GE)<br />

Presidente: Aldo PORCELLA; Vice Presidente: Silvio<br />

FOPPIANO; Consiglieri: Antonio CORDANO, Mario<br />

LAGOMARSINO; Segretario: Lino CRINO:<br />

15.04.<strong>2005</strong> – Sezione <strong>di</strong> San Benedetto del Tronto<br />

(AP)<br />

Presidente: Piergaetano CALABRESI; Vice Presidente:<br />

14.05.<strong>2005</strong> – Sezione <strong>di</strong> Fermo<br />

Presidente: Oscar Riccardo CARO; Vice Presidenti: Filippo<br />

RAMINI e Marcello LAICI; Consiglieri:Nazzareno<br />

MARSILI, Nazzareno STIZZA, Gianfranco BEATO, Gaetano<br />

ROSO, Marcello SGARIGLIA; Segretario: Massimo<br />

SILENZI.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 31


Ritrovarsi<br />

Questa volta la bella fotografia che pubblichiamo ci riporta agli anni ’60. La località dove è stata scattata è quella <strong>di</strong> Marana<br />

nel comune <strong>di</strong> Montereale (AQ) in occasione del Campo d’Arma annuale. In essa sono riconoscibili, fra i tanti granatieri<br />

ritratti, un “rambesco” sergente e un elegante e <strong>di</strong>sinvolto tenente. Si tratta, rispettivamente, <strong>di</strong> Corrado Trambusti<br />

e <strong>di</strong> Piero Masetti all’inizio delle rispettive carriere militari.<br />

Il buon Corrado spera che qualcuno altro si riconosca nella fotografia e lo contatti presso la Redazione del giornale.<br />

DELLA SERIE:<br />

VECCHI FUSTI<br />

Trieste 3 e 4 <strong>giugno</strong> 1961. La<br />

foto ritrae il poderoso gruppo<br />

dei <strong>Granatieri</strong> Abruzzesi che<br />

partecipò al Raduno <strong>Nazionale</strong><br />

dell’<strong>Associazione</strong>, sfilando a<br />

file <strong>di</strong> sei.<br />

Alla loro testa, un po’ più aitante<br />

e giovanile <strong>di</strong> quanto lo<br />

sia adesso, il Presidente regionale<br />

Giovanni Scarpelli.<br />

Ci aspettiamo che a quello <strong>di</strong><br />

Jesi <strong>di</strong> quest’anno siano altrettanti!<br />

RITROVARSI A SPINEA<br />

Proseguendo la sua infaticabile opera <strong>di</strong> “riaggregazione” <strong>di</strong><br />

commilitoni – granatieri degli scaglioni ’65 – anche quest’anno<br />

Bruno Stevanato ha organizzato a Spinea (VE), in occasione della<br />

festa patronale del 24 <strong>aprile</strong> che da <strong>di</strong>eci anni è abbinata alla<br />

Festa del Granatiere, la Rimpatriata del Quarantennio.<br />

Precisiamo che degli ufficiali della compagnia, Stevanato ricorda<br />

l’allora tenente Caminada e i sottotenenti Laurenti e Ceccuti..<br />

Stevanato e Ricotta si rivolgono a: Paggiaro, Masini, Colli, Montali,<br />

Arrici, Vatta, Spaggiari, Braci, Ruffolo, Pizzuto, Barberini, Tinelli,<br />

Betto, Chiampan, De Cesaro, Conti, Leotto, Turrin, Favaro,<br />

Viani, Ballarin, Lunari, Malin, De Parolis, i 2 gemelli D’Agostini,<br />

Genovese, Gesuato, Calamassi, Antonelli, Bonora, Mazzon,<br />

Franchin, Zanchetta, Nelli, Sacchetto, Modena, Boaretto, Russo,<br />

La Porta, Volic, Portinari, Trelle, Senigaglia, Fibbi, Sueri, Bianchi,<br />

Masarin, Ba<strong>di</strong>ali, Pistoleri, Bertarello, La Costa, Bonato e Marian.<br />

32 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


Brevi e liete<br />

ALBA MARIA IN VISITA IN ROMAGNA<br />

La nostra solerte redattrice, signora Alba Maria Men<strong>di</strong>co,<br />

non perde occasione <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la conoscenza dell’ambiente<br />

granatieresco allo scopo <strong>di</strong> meglio sopperire<br />

ai suoi compiti istituzionali. Nella foto la ve<strong>di</strong>amo, accanto<br />

al consorte Livio, pronta allo scatto fotografico, in<br />

un incontro conviviale, organizzato a Bagnacavallo dalla<br />

Sezione ANGS <strong>di</strong> Lugo.<br />

✩✩✩<br />

ONORIFICENZA AL REGISTA DEL CAROSELLO<br />

. Così recita la prima<br />

parte del brevetto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della<br />

Repubblica Italiana del 24 marzo <strong>2005</strong>, con il quale è stata<br />

concessa l’importante onorificenza per i meriti, praticamente,<br />

<strong>di</strong> tipo artistico-culturale derivanti dalla collaborazione<br />

alla organizzazione e alla regia <strong>di</strong> numerosi eventi<br />

spettacolari <strong>di</strong> tipo rievocativo (caroselli) che, . Al bravo Stefano, definito nel documento<br />

, vadano le nostre più sincere congratulazioni.<br />

✩✩✩<br />

FIORI D’ARANCIO PER GRANATIERI ANCHE DI MARE<br />

Il giorno 19 marzo <strong>2005</strong>, a Urgnano in provincia <strong>di</strong> Bergamo,<br />

si è coronato il singolare sogno d’amore fra la figlia<br />

<strong>di</strong> un Granatiere e un ex Comandante <strong>di</strong> “Nave<br />

Granatiere”.<br />

La gentile signorina Francesca Brugali, figlia del Presidente<br />

provinciale ANGS <strong>di</strong> Bergamo, Franco Brugali,<br />

infatti, si è unita in matrimonio con il Comandante <strong>di</strong><br />

Fregata (tenente colonnello) Francesco Fusco che ha<br />

comandato la famosa nave che riporta il nome della<br />

nostra Specialità.<br />

La cerimonia, officiata dall’Assistente Spirituale dei<br />

<strong>Granatieri</strong>, Padre Defendente Bellotti, ha avuto luogo<br />

nella parrocchiale <strong>di</strong> Urgnano e ha visto la partecipazione<br />

<strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> <strong>Granatieri</strong> e <strong>di</strong> Marinai..<br />

Nella foto possiamo riconoscere, a sinistra degli sposi,<br />

i granatieri: Martinelli, Armani e Bovati; a destra degli<br />

sposi, i granatieri: Padre Defendente, Brugali, Pelliccioli<br />

e Locatelli.<br />

Ci uniamo ai <strong>Granatieri</strong> lombar<strong>di</strong> nel formulare i più<br />

sinceri voti augurali alla giovane coppia formatasi sotto<br />

l’egida dei <strong>Granatieri</strong> (<strong>di</strong> terra e <strong>di</strong> mare).<br />

✩✩✩<br />

FIOCCO AZZURRO IN CASA PELLICANO’<br />

Lo scorso 10 marzo è nato<br />

a Roma, Stefano, figlio<br />

della gentile signora Oxsana<br />

e <strong>di</strong> Mauro Pellicanò.<br />

Il nonno Stefano, mitico<br />

regista del Carosello<br />

Storico, è stato Granatiere;<br />

il padre è Granatiere<br />

e il piccolo Stefano …<br />

chissà. Comunque, promette<br />

bene, dal momento<br />

che, a solo due mesi<br />

dalla nascita, già indossa<br />

la tutina destinata a bimbi<br />

<strong>di</strong> sei mesi.<br />

Ai felici genitori e al nonno<br />

vadano i più fervi<strong>di</strong> e<br />

sinceri voti augurali.<br />

✩✩✩<br />

GIOIA IN CASA CRISTALLI: E’ NATO IL QUARTO<br />

NIPOTE<br />

Il giorno 2 gennaio del corrente anno, a Milano, ha visto<br />

la luce Andrea Cristalli, figlio <strong>di</strong> Simonetta e del dottor<br />

Giacomo Cristalli. Il padre del bimbo, a sua volta, è<br />

figlio <strong>di</strong> un valoroso granatiere del 2° Reggimento che<br />

si definisce “tenente colonnello cpl. del fu Regio Esercito<br />

Italiano” e una delle “centomila Gavette <strong>di</strong> Ghiaccio”,<br />

definizione questa che ci riporta ai reduci del<br />

Fronte russo.<br />

Il piccolo Andrea, che alla nascita pesava Kg. 3,500 ed<br />

era lungo cm. 52 (misure da futuro granatiere!), si va ad<br />

aggiungere ai precedenti tre nipoti che sono la gioia dei<br />

nonni, in particolare della gentile Signora Bruna, moglie<br />

del simpatico e poliglotta “Vecchio Granatiere”,<br />

dottor Giordano Cristalli che ci ha segnalato il lieto<br />

evento.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 33


SGARZI DIVENTA NONNO<br />

, è stata la frase, come sempre<br />

piena d’ironia, con la quale il nostro illustre Maestro,<br />

granatiere Umberto Sgarzi, ha commentato, a un suo antico<br />

commilitone (uno dei “contubernali” v/d : Ritrovarsi<br />

1/<strong>2005</strong>), la notizia dell’evento che aveva allietato la<br />

sua famiglia.<br />

La figlia dell’artista, la gentile signora Lucia, infatti, nella<br />

prima quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> maggio, ha avuto un bellissimo maschietto<br />

che, <br />

riempirà <strong>di</strong> gioia le giornate dell’artista e della<br />

sua amata consorte. Ai felici nonni e genitori e al piccolo<br />

nato, i più fervi<strong>di</strong> voti augurali della Redazione e <strong>di</strong><br />

tutti gli associati.<br />

FIOCCO ROSA PER NOEMI<br />

✩✩✩<br />

ONORIFICENZA A ALESSANDRO BERETTA<br />

Il bravo granatiere, della Sezione “Alfonso Casati” <strong>di</strong><br />

Monza, il 15 maggio scorso ha ricevuto un altissimo riconoscimento:<br />

la qualifica <strong>di</strong> “Maestro del Commercio” che<br />

spetta a coloro che hanno esercitato per cinquanta anni<br />

la professione <strong>di</strong> commerciante. Il riconoscimento è<br />

stato suggellato con la consegna al neo-maestro dell’<br />

“Aquila <strong>di</strong> Diamante”. Ci uniamo alle felicitazioni<br />

espresse dai <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Monza e della Brianza attraverso<br />

le parole del loro Presidente Carlo Civati.<br />

La famiglia del maresciallo capo Gilio Maurizio Moglioni,<br />

in servizio presso il 1° reggimento <strong>Granatieri</strong>, è stata<br />

allietata dall’arrivo, avvenuto in data 13 maggio <strong>2005</strong>, <strong>di</strong><br />

una bella bambina alla quale è stato dato il nome <strong>di</strong><br />

Noemi. La redazione si unisce a tutti i <strong>Granatieri</strong> del reggimento,<br />

nel formulare i più fervi<strong>di</strong> voti augurali al padre<br />

e alla ancor più felice mamma, la gentile signora Letizia.<br />

NOTIZIE UTILI PER IL RADUNO NAZIONALE DI JESI<br />

Allo scopo <strong>di</strong> informare, con il dovuto anticipo, gli eventuali partecipanti al Raduno <strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> Jesi,<br />

qui <strong>di</strong> seguito vengono riportate le informazioni ritenute più utili e <strong>di</strong> maggiore interesse quali: il<br />

Programma delle manifestazioni e l’Elenco degli alberghi convenzionati con il Comitato organizzatore.<br />

Informazioni più dettagliate, come già detto in varie occasioni, possono essere reperite nel sito Internet<br />

de<strong>di</strong>cato al Raduno: www.jesi<strong>2005</strong>.com o contattando <strong>di</strong>rettamente il responsabile dell’organizzazione,<br />

il Presidente del Centro regionale Marche, granatiere Clau<strong>di</strong>o Conti al cellulare 338.7834182<br />

o per e-mail: cont.cla@tiscali.it.<br />

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI<br />

SABATO 17 SETTEMBRE<br />

ore 11,00 Omaggio ai Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre e alzaban<strong>di</strong>era<br />

<strong>di</strong> inizio Raduno presso il monumento ai<br />

Caduti.<br />

ore 11,20 Sfilamento della Musica d’or<strong>di</strong>nanza dei<br />

<strong>Granatieri</strong> da Viale Cavallotti al Palazzo<br />

Comunale.<br />

ore 11,45 Consegna del Medagliere al Sindaco <strong>di</strong> Jesi.<br />

ore 16,00 Piazza della Repubblica: Saluto ai partecipanti<br />

da parte delle Autorità citta<strong>di</strong>ne e del Presidente<br />

<strong>Nazionale</strong> A.N.G.S.<br />

ore 16,30 Piazza della Repubblica: Concerto della Musica<br />

d’or<strong>di</strong>nanza dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

ore 17,30 Cattedrale <strong>di</strong> San Settimio: Santa Messa.<br />

ore 18,30 Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria delle Grazie:<br />

Inaugurazione della Mostra.<br />

ore 21,30 Zona degli impianti sportivi: Carosello Storico<br />

dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

DOMENICA 18 SETTEMBRE<br />

ore 10,30 Viale Cavallotti: Ammassamento dei radunisti e<br />

rassegna da parte delle Autorità.<br />

ore 11,00 Da Viale Cavallotti a Piazza della Repubblica.<br />

Sfilata dei <strong>Granatieri</strong> in armi e in congedo, delle<br />

eventuali rappresentative straniere, dei<br />

Gonfaloni dei Comuni invitati e dei Gruppi<br />

Storici.<br />

ore 13,00 Zona industriale <strong>di</strong> Jesi: Convivio associativo.<br />

ore 17,00 Zona industriale <strong>di</strong> Jesi: Arrivederci al Raduno<br />

del 350° e ammaina Ban<strong>di</strong>era.<br />

Il programma deve considerarsi<br />

<strong>di</strong> massima. Eventuali variazioni<br />

che si dovessero verificare per motivi<br />

<strong>di</strong> forza maggiore verranno tempestivamente<br />

comunicate.<br />

34 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


ALBERGHI CONVENZIONATI<br />

Il Comitato Organizzatore ha provveduto a stipulare una convenzione con molti degli alberghi presenti<br />

nella zona del Raduno. I radunisti che volessero avvalersi delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> favore stabilite da tale convenzione,<br />

possono farlo attraverso l’Agenzia incaricata:<br />

VALDUE VIAGGI<br />

Tel. 0733.604026 FAX 0733.603204 e.mail: info@valdueviaggi.it<br />

Per l’eventuale scelta della sistemazione alberghiera, vengono elencati <strong>di</strong> seguito gli alberghi che hanno<br />

aderito alla convenzione, in<strong>di</strong>cando per ognuno: la classe alberghiera, il nome e la località, il numero <strong>di</strong><br />

letti <strong>di</strong>sponibili, la tariffa in euro per 1/2 pensione e quella per il solo pernottamento e prima colazione.<br />

HOTEL ✩ ✩ ✩ letti 1/2 Pensione Pernott.<br />

Acqua Parco Verdazzurro Cingoli 350 45,00 35,00<br />

Il Tetto delle Marche Cingoli 100 50,00 40,00<br />

Miramonti Cingoli 50 45,00 35,00<br />

Park Hotel Arcevia 50 50,00 40,00<br />

Settecolli Filottrano 55 58,00 48,00<br />

Pineta Fabriano 100 50,00 40,00<br />

Touring Falconara Marittima 140 50,00 40,00<br />

Europa Torrette <strong>di</strong> Ancona 70 50,00 40,00<br />

Express Holiday Inn Senigallia 80 50,00 40,00<br />

I Colli Macerata 90 50,00 40,00<br />

Residence Santa Cristina Porto Recanati 450 55,00 45,00<br />

HOTEL ✩ ✩ ✩ ✩ letti 1/2 Pensione Pernott.<br />

Gentile da Fabriano Fabriano 150 65,00 57,00<br />

Villa Quiete Villa Potenza (MC) 200 60,00 52,00<br />

Recina Villa Potenza (MC) 100 67,00 57,00<br />

Villa Verdefiore Appignano (MC) 40 60,00 52,00<br />

N O T E<br />

Alberghi:<br />

• I prezzi devono intendersi a notte per persona;<br />

• Supplemento camera singola E. 15,00 a notte;<br />

• Riduzione del 10% per il 3° e 4° letto;<br />

• Tutte le strutture alberghiere sopra in<strong>di</strong>cate sono <strong>di</strong>sponibili al<br />

prezzo convenzionato anche per due o più pernottamenti.<br />

Convivio associativo:<br />

La quota <strong>di</strong> partecipazione al pranzo <strong>di</strong> domenica comprende:<br />

- un ricco menu;<br />

- la partecipazione <strong>di</strong> tutti i <strong>Granatieri</strong> in armi (con il contributo<br />

dell’organizzazione);<br />

- lo spettacolo “Bianco – rosso show”;<br />

- omaggi e riconoscimenti a molti partecipanti;<br />

e … una lunghissima sorpresa.<br />

Il prezzo non è stato ancora fissato poiché mancano alcuni preventivi.<br />

L’organizzazione, però, s’impegna a non superare la<br />

somma <strong>di</strong> 30 euro cadauno.<br />

Confi<strong>di</strong>amo, comunque, <strong>di</strong> offrire un sensibile sconto!<br />

Il Posto Tappa verrà organizzato a Viale Cavallotti presso il Monumento ai Caduti.<br />

SFILERA’ CON NOI IL VESSILLO DI TORINO 2006<br />

Dobbiamo alla subalpina pertinacia dei granatieri piemontesi Ferro<br />

e Gallo se nello sfilamento <strong>di</strong> domenica 18 settembre, al seguito della<br />

nostra Ban<strong>di</strong>era, del Medagliere e delle Colonnelle associative, ci sarà<br />

anche il Vessillo delle Olimpia<strong>di</strong> Invernali <strong>di</strong> Torino 2006, a testimonianza<br />

della vitalità della nostra <strong>Associazione</strong>, presente nelle più belle<br />

e sane manifestazioni nazionali.<br />

Il nostro ringraziamento per la gra<strong>di</strong>ta autorizzazione all’utilizzo della<br />

Ban<strong>di</strong>era Olimpica Toroc, al Direttore dei rapporti con il Territorio <strong>di</strong><br />

Torino 2006, Roberto Daneo.<br />

Il servizio d’or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> assistenza del Raduno <strong>Nazionale</strong> sarà assicurato<br />

da <strong>Granatieri</strong> riservisti. Il Tenente Tiraboschi ha garantito una nutrita presenza <strong>di</strong> congedati VFA<br />

e VFB ai quali, trà l’altro, è consentito <strong>di</strong> sfilare in uniforme.<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 35


OFFERTE PER IL POTENZIAMENTO DEL GIORNALE:<br />

Gra. COPRENI Angelo Euro 450,00<br />

“ TAMBURINI Guido “ 110,50<br />

Sezione <strong>di</strong> GENOVA “ 100,00<br />

“ <strong>di</strong> TORINO (in memoria del Gra. Guerrino Casalegno) “ 25,00<br />

“ <strong>di</strong> SACILE (in memoria del Gra. Luigi Marin) “ 10,00<br />

Sig.ra VUKASINA Anna SUTTORA “ 15,00<br />

Serg. DI CARLO Mario (dall’Ohaio - U.S.A.) $ 50,00<br />

Gra. CARENZA Giuseppe (dal Canada) $ 20,00<br />

“ BACCHIA Nello (dall’Australia) Euro 15,00<br />

“ GROPPELLI Natale “ 50,00<br />

“ GIUNTA Liborio “ 10,00<br />

“ BOVATI Mario “ 10,00<br />

“ MORI Antonio “ 25,00<br />

“ SELLERI Giorgio (in memoria della moglie Carla Carati) “ 50,00<br />

“ FORMICOLA Carmine “ 68,00<br />

“ MALOSIO Francesco “ 20,00<br />

“ VALENTINI Gianni “ 11,00<br />

“ PANZUTI Vincenzo “ 10,00<br />

“ FALCONE Giuseppe “ 9,67<br />

“ GUERRI Metello “ 9,67<br />

“ COFANO Angelo Raffaele “ 4,67<br />

OFFERTE PER IL FONDO DI SOLIDARIETA’<br />

Sig.ra REPOSSI Rosa CERRI (in memoria del marito Gra. Giovanni Cerri) Euro 50,00<br />

Gra. SANTELLI Roberto “ 40,00<br />

“ OTTAVIANI Roberto “ 40,00<br />

“ BERGONZINI Gilberto “ 20,00<br />

“ PEREZZANI Eligio “ 10,00<br />

Dati forniti su <strong>di</strong>schetto dal Contabile della Presidenza nazionale<br />

Per eventuali offerte, si prega voler utilizzare il conto corrente postale n. 34577007<br />

in<strong>di</strong>cando la causale (Potenziamento giornale, Abbonamento, Fondo solidarietà)<br />

AVVISO DEL CENTRO REGIONALE ABRUZZO<br />

Nei giorni 24 e 25 del prossimo mese <strong>di</strong> settembre avrà luogo a Montesilvano (PE), Pescara e<br />

Chieti, il 37° Raduno nazionale dei reduci e rimpatriati d’Africa. Nell’ambito <strong>di</strong> tale raduno, il<br />

CR Abruzzo ha previsto particolari manifestazioni per ricordare i <strong>Granatieri</strong> Caduti sui fronti africani.<br />

Ciò a suggello del gemellaggio esistente fra l’<strong>Associazione</strong> <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna e l’<strong>Associazione</strong><br />

Reduci e Rimpatriati d’Africa (A.N.R.R.A.) che portò, circa <strong>di</strong>eci anni or sono, ad intitolare<br />

la Sezione <strong>di</strong> Chieti-Pescara dell’AN.R.R.A al tenente dei granatieri MOVM, Gioacchino<br />

Di Marzio.<br />

Sabato 24 settembre, in particolare, presso il Parco della Rimembranza del Cimitero comunale<br />

<strong>di</strong> Chieti, saranno scoperte quattro lapi<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cate ai Caduti in Africa Settentrionale e Orientale<br />

delle battaglie <strong>di</strong>: Amba Uork ed Amba Aradam ( 15-27/2/1936), <strong>di</strong> El Alamein (dal 23/10 al<br />

4/11/1942) e <strong>di</strong> Culquaber del marzo 1941, dove rifulse il valore dei Carabinieri Reali.<br />

Alla manifestazione parteciperanno rappresentanze dei <strong>Granatieri</strong> e dei Carabinieri in armi e in<br />

congedo, con le rispettive bande musicali. Le celebrazioni si concluderanno a Pescara con la sfilata<br />

<strong>di</strong> tutti i radunisti in Corso Umberto e la Santa Messa, celebrata in Piazza Salotto dall’Arcivescovo<br />

monsignor Cuccarese.<br />

Giovanni Scarpelli<br />

36 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE<br />

La rubrica “Sfileranno sempre con le nostre colonnelle” è finalizzata a ricordare i soli soci dell’<strong>Associazione</strong> che hanno<br />

lasciato questo mondo per ritornare alla casa del Padre. Si sottolinea: I SOLI SOCI.<br />

Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura<br />

del necrologio:<br />

Sezione d’appartenenza; Data <strong>di</strong> nascita e <strong>di</strong> morte; Motivi del decesso; Reparto <strong>Granatieri</strong> nel quale il defunto ha<br />

prestato servizio; Eventuali campagne <strong>di</strong> guerra e decorazioni ricevute; Eventuali cariche associative rivestite.<br />

E’ opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie<br />

riprese da giornali. Tutti i testi, comunque, non supereranno le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere<br />

a insindacabile giu<strong>di</strong>zio della Redazione.<br />

La Redazione, infine, sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è<br />

previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’<strong>Associazione</strong>.<br />

Giacomo Dagani Angelo Bivi Guerrino Casalegno Giovanni Cerri<br />

Narciso Boaretto<br />

GIACOMO DAGANI<br />

Sezione <strong>di</strong> Crema<br />

Nato il 23 ottobre del 1914, è venuto a<br />

mancare, all’età <strong>di</strong> 90 anni, il 13 <strong>aprile</strong><br />

del corrente anno dopo che la sua esistenza,<br />

a cavallo <strong>di</strong> due secoli, lo aveva<br />

reso testimone e protagonista della<br />

storia dei <strong>Granatieri</strong>. Al rito funebre<br />

hanno partecipato con grande dolore<br />

i suoi commilitoni della locale Sezione<br />

guidati dal Presidente Francesco Malosio.<br />

ANGELO BIVI<br />

Sezione <strong>di</strong> San Michele al Tagliamento<br />

Era uno <strong>di</strong> quattro fratelli, tutti <strong>Granatieri</strong><br />

e figli <strong>di</strong> Luigi, valoroso granatiere<br />

della 1^ guerra mon<strong>di</strong>ale, ferito ben<br />

due volte: sul Carso e sul Piave e al<br />

VISITE ALLA TOMBA DI PADRE CHITI<br />

quale la sorte gli riserbò <strong>di</strong> combattere<br />

anche nel territorio del proprio Comune<br />

che, per questo fatto, gli ha de<strong>di</strong>cato<br />

una via. Alla cerimonia funebre,<br />

oltre a quelli della locale Sezione,<br />

hanno partecipato anche i granatieri<br />

delle Sezioni <strong>di</strong>: Latisana, San Vito al<br />

Tagliamento, Portogruaro, Eraclea, Jesolo,<br />

Musile <strong>di</strong> Piave e i Presidenti<br />

provinciali <strong>di</strong> Venezia e Pordenone.<br />

GUERRINO CASALEGNO<br />

Sezione <strong>di</strong> Torino<br />

Appartenente alla classe 1915, era il<br />

Presidente onorario della Sezione. La<br />

sua militanza associativa risale, senza<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> interruzione, al 1939, data<br />

dell’iscrizione al sodalizio avvenuta<br />

subito dopo il servizio militare svolto,<br />

insieme al compianto avvocato Arri<br />

Le spoglie mortali <strong>di</strong> Padre Chiti riposano, per sua espressa<br />

volontà, nella tomba <strong>di</strong> famiglia sita nel Cimitero Comunale <strong>di</strong><br />

Pesaro.<br />

Il granatiere Franco Giorgini, già graduato del IV battaglione<br />

meccanizzato, è stato nominato “custode” della tomba per<br />

conto dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna.<br />

A lui si possono rivolgere gli eventuali visitatori contattandolo,<br />

con il dovuto anticipo, ai numeri telefonici:<br />

338/2633711 - 0721/52173.<br />

già presidente del CR Piemonte, nel<br />

grado <strong>di</strong> sottotenente. Egli, sempre<br />

presente finché ha potuto alle iniziative<br />

della Sezione del capoluogo piemontese,<br />

ha lasciato un grande vuoto<br />

nei commilitoni e nel Presidente Costamagna<br />

che vedeva in lui un solido<br />

punto <strong>di</strong> riferimento.<br />

GIOVANNI CERRI<br />

Sezione <strong>di</strong> Abbiategrasso<br />

Nato il 25 gennaio 1918, partecipò alla<br />

campagna <strong>di</strong> Grecia, orgoglioso reduce<br />

della Battaglia del Golico del ’40-<br />

’41, vinta grazie alla tenace volontà<br />

del 3° reggimento <strong>Granatieri</strong>. E’ mancato<br />

all’affetto dei suoi cari e dei commilitoni<br />

il giorno 5 marzo <strong>2005</strong>. I <strong>Granatieri</strong><br />

della Sezione gli hanno reso<br />

onore e con affetto si sono uniti al dolore<br />

della sua amata moglie.<br />

NARCISO BOARETTO<br />

Sezione <strong>di</strong> Ferrara<br />

Era un Granatiere della classe 1920 e<br />

militò nei ranghi della 21^ Divisione<br />

<strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong> Sardegna. Il giorno 2 luglio<br />

del 2004 è venuto a mancare all’affetto<br />

dei congiunti e degli amici. La<br />

comunicazione del suo decesso ci è<br />

stata comunicata solo in data 15 <strong>aprile</strong><br />

<strong>2005</strong> dalla figlia, signora Gabriella.<br />

segue a pagina 38<br />

<strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong> 37


SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE<br />

Luigi Marin Francesco Girar<strong>di</strong> Guido Tonin<br />

Guido Turcato<br />

LUIGI MARIN<br />

Sezione <strong>di</strong> Sacile<br />

Era nato il giorno 25 agosto 1932 ed è<br />

venuto a mancare, all’affetto dei congiunti<br />

e <strong>di</strong> quanti lo conobbero, il 10<br />

marzo <strong>2005</strong>.<br />

Persona laboriosa e molto attiva, era il<br />

Vice Presidente della locale Sezione<br />

della quale fu uno dei soci fondatori.<br />

Al rito funebre, svoltosi nella Chiesa <strong>di</strong><br />

Cavolano, erano presenti <strong>Granatieri</strong> <strong>di</strong><br />

varie sezioni con Alamari e Colonnella<br />

che si sono uniti al dolore della moglie<br />

e dei figli dello scomparso.<br />

FRANCESCO GIRARDI<br />

Sezione <strong>di</strong> Padova<br />

E’ venuto a mancare all’affetto dei<br />

suoi congiunti e dei commilitoni all’età<br />

<strong>di</strong> 55 anni. Il Presidente Paoletti si è<br />

fatto interprete <strong>di</strong> tutti i <strong>Granatieri</strong> della<br />

Sezione <strong>di</strong> Padova che conobbero e<br />

stimarono il caro Francesco, <strong>di</strong> esternare<br />

il proprio dolore per la grave per<strong>di</strong>ta.<br />

GUIDO TONIN<br />

Sezione <strong>di</strong> Portogruaro<br />

Apparteneva alla classe del 1921. Da<br />

parecchi anni era iscritto alla Sezione<br />

ANGS partecipando alle varie iniziative<br />

associative. Alle esequie, era presente<br />

la Colonnella sezionale accompagnata<br />

da una rappresentanza <strong>di</strong><br />

<strong>Granatieri</strong> che hanno così materializzato<br />

il dolore per la per<strong>di</strong>ta dello stimato<br />

commilitone.<br />

GUIDO TURCATO<br />

Sezione <strong>di</strong> Cittadella<br />

Nato il 14 novembre del 1923, era un<br />

Granatiere che potremmo definire<br />

della “Vecchia Guar<strong>di</strong>a” in quanto coinvolto,<br />

per motivi anagrafici, nelle vicende<br />

belliche che segnarono gli anni<br />

’40.<br />

Il Presidente, Gerardo Zaramella, ne<br />

ha comunicato la <strong>di</strong>partita, esternando<br />

il dolore che ha colpito i commilitoni<br />

della Sezione che hanno assicurato la<br />

loro presenza al rito funebre.<br />

PAOLO BAIOCCHI<br />

Sezione <strong>di</strong> Cesena<br />

Appartenente alla classe 1918, aveva<br />

partecipato, come molti suoi coetanei,<br />

alle Campagne <strong>di</strong> Albania, Grecia, e<br />

Jugolavia. Nel settembre del 1943, con<br />

il suo reggimento si trovava nella Capitale<br />

dove prese parte ai combattimenti<br />

per la Difesa <strong>di</strong> Roma durati per<br />

i tre giorni successivi alla comunicazione<br />

dell’armistizio. Fu sicuramente<br />

un valoroso combattente, ove si consideri<br />

il grado <strong>di</strong> sergente maggiore che<br />

gli fu conferito. E’ venuto a mancare<br />

nel mese d’agosto dello scorso anno e<br />

solo ora è stato possibile aver notizia<br />

del suo decesso.<br />

Senza foto<br />

FRANCESCO GIUBELLI<br />

Sezione <strong>di</strong> Crema<br />

Appartenente alla classe 1920, è scomparso<br />

per ritornare alla casa del Padre<br />

il 25 <strong>aprile</strong> del corrente anno. I commilitoni<br />

della Sezione gli hanno reso<br />

UN AMORE CHE SUPERA LA MORTE<br />

l’estremo saluto partecipando commossi,<br />

con la Colonnella e i baveri rossi,<br />

al rito funebre e hanno esternato il<br />

loro dolore ai congiunti del socio defunto.<br />

Senza foto<br />

OLINDO PICELLO<br />

Sezione <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco<br />

Era della classe 1914 ed è venuto a<br />

mancare all’affetto dei congiunti e dei<br />

commilitoni il giorno 11 <strong>aprile</strong> <strong>2005</strong>.<br />

In vita, è stato sempre orgoglioso degli<br />

Alamari indossati durante il servizio<br />

militare e lo ha <strong>di</strong>mostrato con la<br />

militanza nell’<strong>Associazione</strong>. I commilitoni<br />

partecipano al lutto della famiglia.<br />

Senza foto<br />

La Presidenza <strong>Nazionale</strong> dell’A.N.G.S.<br />

e la Redazione de: IL GRANATIERE si<br />

associano al dolore dei familiari ai<br />

quali rinnovano le più sentite condoglianze<br />

e l’invito a continuare, nel<br />

ricordo dei cari granatieri Scomparsi,<br />

ad essere vicini alle loro Sezioni.<br />

Così potremo definire quello che lega il<br />

granatiere Giorgio Selleri, della Sezione<br />

<strong>di</strong> Bologna, alla sua amata consorte,<br />

Carla Carati, venutagli a mancare tragicamente<br />

il 2 <strong>giugno</strong> dello scorso anno.<br />

L’amore fra i due era iniziato ancor<br />

prima del servizio militare <strong>di</strong> leva <strong>di</strong><br />

Giorgio, svolto nei <strong>Granatieri</strong> nel 1958,<br />

nella Caserma Nazario Sauro <strong>di</strong> Roma. A<br />

quell’epoca, infatti, era già fidanzato<br />

ufficialmente con la giovanissima Carla<br />

che era destinata a <strong>di</strong>venire . La foto ritrae i due<br />

fidanzati, a Bologna, nel corso <strong>di</strong> una breve licenza ottenuta da Giorgio.<br />

La pubblichiamo con viva commozione, sicuri <strong>di</strong> fare cosa gra<strong>di</strong>ta al bravo<br />

granatiere che <strong>di</strong>mostra come l’amore possa superare i limiti dettati dallo<br />

spazio, dal tempo e dalla morte.<br />

38 <strong>aprile</strong>-<strong>giugno</strong> <strong>2005</strong>


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