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Il mondodomani. Oggi a scuola - Unicef

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obiettivi internazionali<br />

Istruzione universale:<br />

una questione di equità<br />

Investire nell'istruzione dei più svantaggiati di tutti i paesi del mondo non è soltanto una<br />

questione di giustizia, ma anche di efficacia. Abolire le tasse scolastiche, sostenere le<br />

famiglie povere e garantire acqua, servizi igienici e programmi di educazione igienica nelle<br />

scuole sono fattori determinanti per promuovere l'iscrizione scolastica e la frequenza,<br />

soprattutto delle bambine e favoriscono al tempo stesso lo sviluppo dell'intera società.<br />

«Le ragazze più povere delle comunità più bisognose<br />

sono il punto centrale di almeno sei degli Obiettivi di<br />

sviluppo del millennio. Sono loro la chiave per alleviare<br />

la povertà inter-generazionale. Quindi, se vogliamo<br />

abbassare i livelli di povertà dobbiamo investire su<br />

queste ragazze». È quanto sottolinea Judith Bruce,<br />

esperta di analisi e consulente del programma povertà,<br />

differenze di genere e giovani del Population<br />

Council di New York, un’organizzazione internazionale<br />

senza scopo di lucro che si propone di migliorare il<br />

benessere e la salute riproduttiva delle giovani generazioni.<br />

«La mortalità materna continua a essere alta, in particolare<br />

in quelle aree dove le ragazze hanno meno<br />

opportunità e scarsi rapporti sociali. Queste ragazze<br />

senza amici e relazioni sociali sono più soggette a<br />

subire ogni tipo di abuso: matrimoni forzati, abusi<br />

sessuali, sfruttamento lavorativo. Abbiamo emarginato<br />

le ragazze, ma abbiamo anche ostacolato le nostre<br />

possibilità di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del<br />

millennio, senza aver capito che sono loro il motore<br />

del cambiamento.<br />

L’elemento più importante è che l’infanzia delle<br />

ragazze è di due anni più breve di quella dei coetanei<br />

maschi. Intorno ai dieci anni, quando il corpo delle<br />

bambine comincia a cambiare, le loro opportunità sociali<br />

si riducono (la possibilità di andare a trovare gli<br />

amici, l’interesse delle famiglie alla loro istruzione, la<br />

gamma di aspirazioni, la libertà di giocare). D’altra<br />

parte, un maschio è ancora un bambino fino a quattordici<br />

anni. Quando diventa uomo ha più vantaggi e<br />

più scelte. La società decreta la fine dell’infanzia<br />

delle bambine molto prima dei bambini al punto che<br />

le femmine non fanno neanche in tempo a viverla.<br />

Questo fa una grande differenza».<br />

Per misurare il raggiungimento o il fallimento di alcune<br />

sfide globali la comunità internazionale si è dotata<br />

di Obiettivi di sviluppo del millennio e tra questi<br />

l’istruzione universale rappresenta uno dei traguardi<br />

fondamentali per un futuro sostenibile di tutta l’umanità.<br />

Mancano cinque anni al raggiungimento degli<br />

Obiettivi e come per, gli altri sette, anche il secondo,<br />

quello dell’istruzione universale può essere raggiunto,<br />

secondo l’UNICEF, solo se non verranno esclusi i<br />

bambini che vivono ai margini, quelli delle zone remote<br />

e impervie, geograficamente svantaggiate, e<br />

soprattutto se tanto ai bambini quanto alle bambine,<br />

verranno date le stesse opportunità di essere istruiti.<br />

La costruzione del testo<br />

Educazione, informazione, gioco, uso della propria lingua<br />

madre sono attività grazie alle quali un bambino<br />

costruisce il senso del sé e del mondo che lo circonda.<br />

Queste attività sono fondamentali a qualunque latitudine,<br />

poiché nessun essere umano sopravvive al di fuori<br />

di una cultura: l'uomo è, sempre di più, un animale culturale.<br />

L'importanza della cultura, del resto, è testimoniata<br />

dal fatto che i conflitti che insanguinano il mondo<br />

nella nostra epoca sono quasi tutti di natura etnica o religiosa,<br />

cioè culturale. I fattori culturali sono divenuti<br />

fondamentali quanto quelli economici per garantire la<br />

convivenza sociale o per distruggerla, e questa constatazione<br />

vale ovunque, dalla ricca Europa alla tormentata<br />

Africa. Per questo non c'è da stupirsi se oggi i diritti<br />

culturali sono considerati dei veri e propri diritti umani.<br />

La povertà è da sempre la principale causa dell'abbandono<br />

scolastico. Andare a <strong>scuola</strong> è considerato da<br />

molte famiglie un mancato guadagno, perché il bambino<br />

si sottrae a un'eventuale occupazione precoce. Gli<br />

strati più deboli della popolazione possono poi essere<br />

tagliati fuori dal diritto all'istruzione di base anche soltanto<br />

per il costo dei libri o dell’uniforme scolastica. Per<br />

questo la gratuità deve essere reale, e possibilmente si<br />

devono agevolare i bambini appartenenti alle fasce<br />

economiche svantaggiate.<br />

Chi manca all’appello?<br />

Secondo le ultime stime dell’UNICEF del 2008, oltre<br />

cento milioni di bambini in età scolare non frequentano<br />

la <strong>scuola</strong> e il 52% di questi mancati alunni erano femmine.<br />

I tassi più bassi si riscontrano nella regione più a<br />

sud dell’Africa subsahariana, dove solo il 65% dei bambini<br />

in età scolare frequenta effettivamente le lezioni.<br />

La disparità di ricchezza tra le famiglie è ampiamente<br />

diversificata nei paesi africani: in Liberia i bambini<br />

delle famiglie più ricche frequentano le scuole elementari<br />

3,5 volte in più rispetto ai bambini delle famiglie più<br />

povere, mentre nello Zimbabwe, le possibilità dei bambini<br />

ricchi di accedere all’istruzione sono appena superiori<br />

rispetto ai bambini più poveri. Anche le differenze<br />

tra le zone di residenza sono marcate. Nei dati disponibili<br />

dei 43 paesi, l’86% dei bambini che abitano nelle<br />

città frequenta le scuole elementari, in confronto al<br />

solo 72% dei bambini delle zone rurali. Le più ampie disparità<br />

sono presenti in Liberia e in Niger, dove i bambini<br />

che frequentano le elementari nelle città sono il doppio<br />

rispetto a quelli delle zone rurali.<br />

ı oggi a <strong>scuola</strong> - 04-10<br />

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