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PETROLIO FORMAZIONE RICERCA

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<strong>PETROLIO</strong><br />

Il petrolio è una miscela di idrocarburi (composti formati da Idrogeno e Carbonio), contenente piccole<br />

quantità di prodotti ossigenati, azotati e solforati, che si presenta come liquido oleoso e denso, di colore<br />

variabile tra il giallo-bruno e il nerastro, con fluorescenze verdi o azzurre e di odore caratteristico, che si<br />

trova negli strati profondi del sottosuolo.<br />

<strong>FORMAZIONE</strong><br />

Probabilmente alghe, plancton, organismi marini animali e vegetali, morendo, si sono deposti sul fondo di<br />

paludi, di golfi o mari interni, mescolandosi con i detriti di argilla e sabbia trasportati dai fiumi.<br />

Durante le diverse ere geologiche, questi sedimenti (Sapropel), in assenza di aria e per il lavoro di microbi e<br />

batteri anaerobi, hanno perso l'Ossigeno che contenevano, arricchendosi di Carbonio e Idrogeno.<br />

Per la deriva dei continenti, sono poi avvenuti enormi sconvolgimenti della crosta terrestre. Le spinte<br />

provenienti dall'interno della Terra hanno causato lo spostamento dei diversi strati rocciosi e, quelli che una<br />

volta erano i fondali marini, sono diventati terre emerse, o viceversa. Le enormi pressioni, unite al calore del<br />

sottosuolo, hanno prodotto la lentissima trasformazione in idrocarburi solidi (bitume), idrocarburi gassosi<br />

(metano) e in idrocarburi liquidi (petrolio).<br />

La maggior parte dei giacimenti è rimasta intrappolata nel sottosuolo, imbevendo le rocce sedimentarie,<br />

spesso a grande profondità, sia sulla terraferma sia sul fondo marino. Soltanto una parte è risalita in<br />

superficie spinta dall'acqua infiltratasi tra gli strati permeabili del sottosuolo.<br />

<strong>RICERCA</strong><br />

La ricerca dei giacimenti di petrolio viene fatta con tecnologie varie che richiedono competenze diversificate<br />

come la geologia, la chimica e la sismologia.<br />

Lo studio avviene inizialmente in superficie per individuare le possibili località sedi di giacimenti: ex fondali<br />

marini, rocce di tipo sedimentario. Si passa poi allo studio del sottosuolo per determinare la struttura e la<br />

forma delle rocce con il metodo magnetico o con quello gravimetrico che si basano sulla variazione del<br />

campo magnetico e di gravità dovuto ai diversi tipi di roccia.<br />

Si esegue poi un'analisi sismologica del terreno allo scopo di individuare formazioni rocciose impermeabili<br />

con una conformazione tale da poter costituire una trappola petrolifera.<br />

Questa analisi viene effettuata facendo esplodere delle cariche. Con opportuni apparecchi poi vengono<br />

analizzate le onde sismiche riflesse dagli strati sotterranei e tracciata una mappa del sottosuolo.<br />

Vengono successivamente creati dei pozzi stratigrafici per un'analisi in profondità del suolo dal quale si<br />

estraggono delle carote di terreno che sono analizzate per scoprirne le caratteristiche chimiche e soprattutto<br />

l'età dalla presenza di resti fossili.


ESTRAZIONE<br />

L'impianto di estrazione è costituito da una torre di trivellazione<br />

chiamata Derrick, un grande traliccio alto circa 27m che<br />

sostiene la trivella, una specie di grosso trapano che porta sulla<br />

estremità uno scalpello, detto sonda di trivellazione.<br />

Il movimento di trivellazione viene trasmesso da un potente<br />

motore a una piattaforma di rotazione con un foro quadro, che a<br />

sua volta fa girare la prima asta di trivellazione (Kelly). Le aste<br />

sono cave e lunghe 9m e, mentre penetrano nel terreno, ne<br />

vengono aggiunte di nuove. All'interno delle aste cave viene<br />

pompato uno speciale fluido, fango di circolazione, che serve a<br />

raffreddare la sonda e a trasportare alla superficie i detriti della<br />

lavorazione e cementare le pareti del foro.<br />

Una volta raggiunto il giacimento, il petrolio può essere estratto<br />

con pompe aspiranti; se invece la pressione all'interno del<br />

giacimento è più elevata di quella atmosferica, il petrolio sale<br />

spontaneamente.<br />

Una volta estratto, il greggio non può essere direttamente<br />

utilizzato e perciò viene trasferito mediante navi petroliere (con<br />

gravi rischi durante il trasporto) o con gli oleodotti (pipeline)<br />

nelle raffinerie dove subisce un trattamento di distillazione.<br />

RAFFINAZIONE<br />

La raffinazione avviene nella torre per la distillazione frazionata.<br />

Il petrolio greggio, passando attraverso un tubo a serpentina<br />

dentro un forno, viene riscaldato a circa 350°C in modo da<br />

provocare l'evaporazione dei diversi gruppi di idrocarburi che,<br />

risalendo attraverso i camini presenti nei diversi piani della torre,<br />

sono costretti a passare nell'acqua che è sul fondo,<br />

condensandosi e dando luogo alle varie frazioni che<br />

corrispondono ad altrettanti prodotti commerciali:<br />

- gas (metano, propano e butano) utilizzati per uso domestico e<br />

per autotrazione;<br />

- benzine, usate come carburante per autoveicoli, aerei e navi;<br />

- nafta, usata come carburante per i motori Diesel;<br />

- cherosene, usato per gli impianti domestici di riscaldamento,<br />

per l'illuminazione e come carburante per gli aerei a reazione;<br />

- gasolio, usato per gli impianti di riscaldamento e come<br />

combustibile per le centrali elettriche.<br />

Dal fondo della torre durante questa operazione esce il residuo<br />

da cui si ottengono gli oli lubrificanti, le paraffine e i bitumi<br />

impiegati come impermeabilizzanti e soprattutto nella<br />

produzione di asfalto per la copertura delle strade.<br />

Gli IMPIANTI TERMOELETTRICI , utilizzano come combustibile<br />

olio combustibile o gasolio. Comportano problemi di<br />

inquinamento e oltretutto le scorte sono in esaurimento.<br />

Pertanto, per ridurne il consumo, sono utilizzati miscelandoli al<br />

Carbone polverizzato.

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