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PARTE SECONDA - Ministero Dell'Interno

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Annuale 2007<br />

E’ stato, al riguardo, ulteriormente evidenziato il<br />

ruolo cardine di soggetti svolgenti funzioni di veri<br />

e propri brokers risultati in grado di coniugare<br />

domanda ed offerta in ragione delle profonde<br />

conoscenze delle dinamiche del narcotraffico e<br />

della credibilità propria delle organizzazioni da<br />

essi rappresentate.<br />

Tale capacità di ricercare intese e collaborazioni<br />

con associazioni criminali di provenienza e<br />

culture diverse ha permesso di stabilire in ambito<br />

internazionale ramificazioni sempre più estese:<br />

Francia, Germania, Russia, Spagna, Svizzera,<br />

Bulgaria, ex Jugoslavia, Bolivia, Stati Uniti,<br />

Canada e Australia sono i Paesi dove è provata<br />

la presenza di filiazioni di matrice mafiosa. I<br />

contatti in tali Paesi, mantenuti da soggetti<br />

riparati all’estero per sottrarsi alla giustizia,<br />

hanno consentito alla ‘ndrangheta di controllare<br />

vere e proprie holding inserite nei circuiti finanziari<br />

ed imprenditoriali internazionali, così come<br />

evidenziato da recenti acquisizioni investigative<br />

che hanno permesso di ricostruire flussi finanziari<br />

connessi con i narco-proventi delle organizzazioni<br />

calabresi.<br />

Dall’analisi delle attività coordinate da questa<br />

Direzione si rileva inoltre la tendenza della<br />

‘ndrangheta ad operare fuori della regione<br />

d’origine, testimoniata soprattutto dal fatto che<br />

mancano grossi sequestri sul territorio calabrese<br />

pur riscontrandosi un costante coinvolgimento dei<br />

clan calabresi nei numerosi sequestri operati sul<br />

territorio nazionale ed internazionale.<br />

E’ da evidenziarsi, infine, proprio nell’ottica<br />

di espansione geografica delle organizzazioni<br />

calabresi, la tendenza sempre più marcata della<br />

presenza di rappresentanti delle più importanti<br />

cosche della ‘ndrangheta anche nei paesi<br />

dell’Africa occidentale e in particolare nel Togo<br />

ed in Marocco, scelti come nuove piattaforme per<br />

l’Europa.<br />

camorra<br />

L’assenza di una struttura verticistica, a differenza<br />

di “cosa nostra” o recentemente della ‘ndrangheta,<br />

in grado di coordinare le attività dei numerosi<br />

clan, nonché di ricomporre eventuali conflitti con<br />

le tradizionali mediazioni, e l’estrema instabilità<br />

degli equilibri sul territorio, rimangono alcuni dei<br />

fattori che connotano la realtà campana anche nel<br />

narcotraffico.<br />

Il controllo del mercato della droga, un tempo<br />

assicurato dai pincipali clan consorziati del<br />

Sequestro di 127 kg. di cocaina in tubi metallici ancorati allo scafo di una nave<br />

quartiere napoletano di Secondigliano, ha infatti<br />

risentito del sostanziale indebolimento dei diversi<br />

gruppi camorristici facenti parte di una nota<br />

coalizione, fino a sfociare in una devastante guerra<br />

all’interno di un clan, tra i fedelissimi del boss e i<br />

cosiddetti “scissionisti”, capeggiati da ex esponenti<br />

di spicco dello stesso gruppo criminale entrati in<br />

rotta di collisione con la politica di gestione del<br />

clan, anche conosciuti come gli “spagnoli” a causa<br />

della loro assidua presenza in Spagna finalizzata<br />

all’organizzazione del traffico di stupefacenti ed<br />

alla gestione dei capitali illecitamente accumulati.<br />

Le organizzazioni camorristiche, a differenza della<br />

‘ndrangheta che opera prevalentemente al di<br />

fuori dei confini regionali, svolgono un’ampia fetta<br />

della propria attività, consistente nella fase dello<br />

spaccio delle sostanze stupefacenti, all’interno<br />

della Campania, non disdegnando alcune proiezioni<br />

sul versante Adriatico e nelle Marche, dove viene<br />

attuata la distribuzione locale della cocaina ed il<br />

riciclaggio del denaro attraverso l’investimento in<br />

attività economiche e commerciali.<br />

Le organizzazione campane, però, hanno raggiunto<br />

un qualificatissimo profilo anche sui mercati<br />

europei, gestiti dai narcotrafficanti sudamericani,<br />

con insediamenti camorristici in Paesi come<br />

la Spagna (in particolare in Costa del Sol),<br />

Bulgaria, Romania, Turchia, Albania, Olanda e,<br />

recentemente, Tunisia.<br />

Sono da registrare, inoltre, le sempre più<br />

frequenti sinergie tra le compagini camorristiche<br />

e quelle della ‘ndrangheta, essenzialmente legate<br />

all’approvvigionamento e gestione dei flussi nel<br />

narcotraffico.<br />

42<br />

Parte seconda

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