Saper diVino - Fedagri - Confcooperative

Saper diVino
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Historia vini
"Il vino è lo specchio
dell’uomo"
(Alceo, poeta lirico greco
del VII sec. a.C.)
Nella mitologia si racconta che Bacco,
figlio di Giove, chiese un giorno a
Sileno come fare una guerra senza
armi. Sileno consigliò di usare tamburi
e qualcosa che assomigliasse al sangue
e raccontò a Bacco di una pianta con
frutti, che, se strizzati, producevano un
liquido rosso. Quegli stessi frutti, se
mangiati, davano al corpo una forte
energia. Ed è per questo che la pianta
fu chiamata vite, mentre il termine
vino si pensa prenda origine dalla
parola sanscrita “vena” (amare) da cui
derivano anche i termini Venus e
Venere. Bacco, dopo aver conquistato
le Indie e l'Egitto, vi piantò la vite. Da
allora venne venerato come dio dell'uva
e della felicità.
Il succo di quella pianta ha accompagnato
l'uomo in tutte le sue epoche ed
è diventato, come scrisse Lucrezio, "la
forza sconvolgente che penetra l'uomo
e nelle vene sparge e distribuisce l'ardore".
La storia del vino è antichissima e inizia
in Oriente. La sua importanza è
testimoniata dal fatto che lo si ritrovi
non solo nei versi dei più celebri scrittori
(l'Iliade di Omero è ricca di citazioni:
a Itaca, Ulisse, nella sala del tesoro,
conservava oro e "vasi di vino vecchio,
dolce da bere" - Odissea II, v 340), ma
anche nella Bibbia, con Noè che appena
sceso dall'arca pianta una vigna e
beve il suo vino (cap.9).
La Vitis Vinifera, antenata delle attuali
viti, si sarebbe sviluppata intorno al
7500 a.C. Gli studiosi fanno risalire i
primi esperimenti di vinificazione al
neolitico (8000 a.C.) e le prime prove di
viticoltura all'età della pietra. Tutti i
popoli più importanti dell'antichità
furono maestri viticoltori. Dagli Egizi
(ne sono testimonianza i geroglifici,
dove sono rappresentate le tecniche di
produzione) ai Greci e ai Fenici. Fu proprio
grazie agli ellenici se il vino arrivò
in Europa e si diffuse in Italia, Francia e
Spagna, terre che ne divennero la
patria. Quando i Greci migrarono in
Italia la chiamarono Enotria, terra della
vite, poiché possedeva un terreno particolarmente
adatto a questa coltivazione.
I romani si distinsero nelle tecniche
di conservazione. Carlo Magno nel
suo "Capitolare" dettò le regole per la
vinificazione. Durante l'Impero si ebbe
il passaggio dalle anfore di terracotta a
barili e bottiglie di vetro e si incominciarono
ad enfatizzare i concetti di
annata e invecchiamento. Le popolazioni
barbare, che si stanziarono in territorio
romano, appresero la coltivazione
delle piante d'uva. Rotari Re longobardo
fissò, nel suo famoso editto, una
normativa in difesa della vite.
"Se uno toglie
da una vite non sua
più di tre grappoli
pagherà sei soldi"
(Dall’Editto di Rotari,
650 d.C. circa)