Capo XIV - Delle Chiese e de' Beni del Monastero di ... - TSC

di farne l’uso, che avea progettato. Rimaser però ivi alcuni beni proprj del Monastero, e abbiamo
nello stesso anno MCCCXIII sotto i XXIX di Giugno uno stromento rogato dal Notajo Bertolino
Speziari nel Monastero di S. Croce di Sassoferrato alla presenza di Giovanni Abate del medesimo
Monastero, con cui il Vicario Generale dell’Ab. Niccolò rinnova a Tommaso del fu Merlo d’Assisi
l’investitura di un pezzo di terra nella Contea di Nocera nel distretto di Sassoferrato in un luogo
detto Corinaldo.
Ed eran di fatto necessarj cotali beni pel mantenimento delle Chiese, che in quella Terra, e in que’
contorni possedeva il Monastero. Tutte le veggiam nominate in uno stromento de’ IV di Febbrajo
del MCCCXLII, in cui Beltramino Vescovo di Bologna riceve un appello di Simon Panizza da
Bulgaro in nome di Simone Monaco e Sindaco del Monastero di Nonantola dalla sentenza di
scomunica, che Alessandro Vescovo di Nocera avea promulgata (non sappiamo per qual motivo,
ma probabilmente per contesa di giurisdizione) contro Andrea Rettor della Chiesa di S. Angelo di
Sassoferrato, Bernardo Rettor di quella di S. Damiano, Francesco di Bulcolo Rettor di quella di S.
Venanzio de Venatura, Gabriele Rettor di quella di S. Maria de Colle Guidutii, o, come altrove si
legge, Gaudicii, Girolamo Rettore di quella di S. Pietro di Giglione colla metà delle Chiese di S.
Maria de’ Corvi, di S. Lorenzo, e di S. Silvestro.
La primaria, e come matrice delle altre era quella di S. Angelo di Sassoferrato, della quale dopo la
general menzione fattane nella Bolla di Celestino III altra più non ne trovo fino al MCCCXV. Era in
quest’anno insorta una lite a cagione de’ Parrochiani di detta Chiesa tra ‘l Vescovo di Nocera, e
Giovanni Rettor della Chiesa di S. Pietro del Castello di Sassoferrato (la qual Chiesa per metà
dipendeva dal Vescovo) per una parte, e il detto Andrea, e il Sindico di Giovanni Abate del
Monastero di S. Croce de tripudio nella stessa terra (a cui l’altra metà della Chiesa medesima
apparteneva), per l’altra; ed essendone stato eletto arbitro e compromissario lo stesso Abate
Giovanni, l’Abate di Nonantola Niccolò de’ Baratti a’ XXIV di Maggio del detto anno approvò
questa scelta. Qual fosse l’oggetto di questa lite, in cui tanti aveano parte, ci è ignoto, e non sappiam
pure qual esito essa avesse. Forse quel Priore Andrea qui nominato è quel medesimo, contro cui
l’anno MCCCXLII, come abbiam poc’anzi veduto, il Vescovo di Nocera fulminò la scomunica.
Le altre Chiese nominate poc’anzi aveano per l’addietro avuto i propj loro Priori, o Rettori, come
dallo stromento sopraccitato del MCCCXLII è palese, e prima ancor di quest’Epoca nella Bolla di
Celestino III è espressamente indicata quella di S. Venanzio de Venatura, che ivi dicesi Castrum
Venatoris, e all’anno MCCCXCVII ne troviam Rettore un Monaco detto Francesco, a cui due anni
appresso l’Ab. Guglielmo sostituì un altro Monaco detto Matteo. Inoltre abbiamo sotto gli VIII di
Febbrajo del MCCCXVIII un decreto dell’Ab. Niccolò de’ Baratti, con cui avendo riguardo al
miglioramento fatto de’ beni della Chiesa di S. Damiano di Sassoferrato dal Rettor di essa Bernardo
da Sassoferrato, detto prima Angelo, lo nomina Rettore e Amministratore perpetuo di quella Chiesa;
e sotto i XVIII di Luglio del MCCCXXII la collazione fatta dal Vicario del medesimo Abate
Niccolò della Chiesa di S. Pietro di Giglione, e della metà di quella di S. Maria de filiis corvorum al
suddetto Francesco di Bulcolo Converso del Monastero di Valfabbrica; e sotto i XXIV di Maggio
dell’anno MCCCXXXIII la licenza data dall’Ab. Bernardo al suddetto Girolamo Rettore della
Chiesa medesima di S. Pietro e della metà di quella di S. Maria di affittare per cinque anni i beni
delle dette Chiese. Ma poscia, come la metà della Chiesa di S. Maria de’ Corvi, o de filiis
Corvorum, era stata già unita a quella di S. Pietro di Agilione, o Giglione, così queste ed altre furon
poscia unite a quella di S. Angelo di Sassoferrato 3 . Ciò accadde la prima volta nel MCCCLXVIII
nel qual anno agli XI di Luglio Giovanni Abate di S. Lucia di Roffeno, e Vicario Generale della
Badia di Nonantola, rimovendo dal Priorato di S. Angelo Giovanni da Sassoferrato suo Monaco, gli
sostituì un altro suo Monaco detto Francesco da Verona, e gli commise insieme l’amministrazione
delle Chiese di S. Lorenzo di Sassoferrato, e di S. Pietro di Giglione, le quali per la mancanza de’
Monaci, e per la tenuità delle rendite non aveano Priori; ma poco appresso, cioè a’ XXVI dello
stesso mese, nominò Priore di S. Pietro, e insieme di S. Venanzio de Venatura, quel medesimo
Giovanni da Sassoferrato, cui tolto avea il Priorato di S. Angelo; ed essendo poi stato richiamato al
Monastero di Nonantola il suddetto Andrea da Verona, allo stesso Giovanni a’ XXIX di Settembre