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Di Fabrizio Ottaviani: Cartoline. Le montagne antropomorfe - ardia.ch

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<strong>Le</strong> <strong>montagne</strong> <strong>antropomorfe</strong><br />

Eiger, Mön<strong>ch</strong> e Jungfrau nell’iconografia alpina<br />

48 VIVERE LA MONTAGNA<br />

Premessa<br />

In un’epoca elettronica e telematica, di messaggi, messaggini ed<br />

essemmesse, parlare di cartoline illustrate suona strano. Ma fino<br />

a po<strong>ch</strong>i anni fa quello era il sistema più classico e an<strong>ch</strong>e più<br />

simpatico e semplice per dare notizia di sé dalle vacanze e dai<br />

viaggi: prima della nascita della televisione, vedere un’immagine<br />

di un luogo valeva più di mille parole <strong>ch</strong>e lo descrivevano. Era una<br />

piacevole scoperta per <strong>ch</strong>i riceveva la cartolina e un vanto per <strong>ch</strong>i<br />

la spediva. Oggi riprendo apposta questo tema, limitandolo ad un<br />

settore specifico e molto ristretto, quello delle illustrazioni, in<br />

uso nella seconda parte dell’ottocento e all’inizio del novecento,<br />

DI FABRIZIO OTTAVIANI<br />

delle <strong>montagne</strong> rappresentate con sembianze umane. Questa arte<br />

si era sviluppata per dare un tocco di ironia, e an<strong>ch</strong>e di malizia,<br />

alla moda galoppante del turismo alpino. <strong>Le</strong> Alpi Bernesi andavano<br />

per la maggiore, e quindi le cartoline rappresentavano soprattutto<br />

la triade Eiger, Mön<strong>ch</strong> e Jungfrau. Il significato di questi<br />

nomi è nell’ordine Orco, Frate e Vergine, perciò era quasi scontato<br />

il compito dei pittori ingaggiati per pubblicizzare Interlaken,<br />

Wengen e Grindelwald, le località situate ai piedi dei tre colossi di<br />

pietra e neve. Alle motivazioni turistico-economi<strong>ch</strong>e si aggiun-<br />

I L FUTURO DELLA J UNGFRAU.


gevano a volte le polemi<strong>ch</strong>e sull’avanzare della civiltà, sulle<br />

magnifi<strong>ch</strong>e sorti e progressive 1 , come <strong>Le</strong>opardi <strong>ch</strong>iamava il progresso<br />

solo po<strong>ch</strong>i anni prima, e <strong>ch</strong>e si manifestava an<strong>ch</strong>e in quella<br />

regione sotto forma di invasione di turisti, di traffico, di impianti<br />

di risalita e soprattutto con il progetto di far giungere una linea<br />

ferroviaria fin sulla Jungfrau. D’altronde an<strong>ch</strong>e l’alpinismo stesso<br />

era nato progressivamente, con i cacciatori di camosci, i cercatori<br />

di cristalli e gli illustratori, come Whymper, il primo salitore del<br />

Cervino, inviati dagli editori e dai giornali per mostrare a tutti i<br />

segreti del mondo alpino.<br />

<strong>Cartoline</strong> turisti<strong>ch</strong>e e cartoline ecologiste<br />

Come abbiamo detto, vi sono due tipi di cartoline: quelle con uno<br />

scopo prettamente turistico e quelle <strong>ch</strong>e difendono un’idea di<br />

montagna integra e senza interventi eccessivi dell’uomo (mountain<br />

wilderness ante litteram!). Nelle prime, le tre <strong>montagne</strong><br />

bernesi sono raffigurate come due vec<strong>ch</strong>i, l’Eiger e il Mön<strong>ch</strong>,<br />

<strong>ch</strong>e corteggiano o insidiano la povera Jungfrau, <strong>ch</strong>e a volte si<br />

ritrae arrossendo pudicamente, a volte invece sorride lusingata.<br />

Permettetemi una citazione <strong>ch</strong>e non c’entra con le cartoline,<br />

ma <strong>ch</strong>e spiega questa indecisione. Scriveva Natalia Ginzburg<br />

1 Giacomo <strong>Le</strong>opardi, “La ginestra o il fiore del deserto”, verso 51<br />

2 Natalia Ginsburg, nel romanzo “È stato così”, Einaudi, 1947.<br />

“A una ragazza le fa tanto piacere pensare <strong>ch</strong>e forse un uomo è<br />

innamorato di lei, e allora an<strong>ch</strong>e se non è innamorata è un po’<br />

come se lo fosse e diventa molto più carina con gli oc<strong>ch</strong>i <strong>ch</strong>e<br />

splendono e il passo leggero e la voce più dolce” 2 . E proprio così<br />

si comportava la Jungfrau.<br />

VIVERE LA MONTAGNA 49


LE MONTAGNE ANTROPOMORFE<br />

50 VIVERE LA MONTAGNA<br />

Nell’altro tipo di cartoline i tre monti sono alleati contro il progresso<br />

rappresentato da orde di alpinisti <strong>ch</strong>e infestano i loro<br />

versanti, da aerei e dirigibili <strong>ch</strong>e li sorvolano, ma soprattutto, come<br />

detto, dalla costruzione della Jungfraubahn, il trenino <strong>ch</strong>e<br />

fora la base dell’Eiger, riappare in mezzo alla Nordwand, sbuca<br />

dall’altro lato affacciandosi sul ghiacciaio dell’Alets<strong>ch</strong> e giunge<br />

proprio allo Jungfraujo<strong>ch</strong>, ossia la sella tra il Mön<strong>ch</strong> e la Jungfrau.<br />

In alcune altre immagini vediamo solo la Jungfrau, sicuramente la<br />

più riprodotta dei tre, <strong>ch</strong>e giace disperata mentre le cordate la<br />

risalgono, oppure si batte contro gli invasori, risoffiandoli a valle,<br />

oppure ancora <strong>ch</strong>e ammicca dall’alto (con dei criteri di bellezza<br />

femminile <strong>ch</strong>e oggi lasciano un po’ perplessi) ai turisti <strong>ch</strong>e giungono<br />

dal fondovalle.<br />

Il sesso delle <strong>montagne</strong><br />

Non solo il Berner Oberland ha dato lo spunto ai pittori di <strong>montagne</strong><br />

di sbizzarrirsi con la loro immaginazione, an<strong>ch</strong>e altrove il<br />

mercato era fiorente. In questo mio articolo mostro solo una<br />

cartolina di un’altra regione, raffigurante il Piz Morterats<strong>ch</strong>, in<br />

Engadina, <strong>ch</strong>e cerca di attirare il suo vicino, il Piz Bernina, vestito<br />

da donna. Strano, due monti mas<strong>ch</strong>i! Una montagna trans o un’unione<br />

particolare, tanto di moda oggi? Niente di tutto ciò, ma un<br />

semplice problema di lingua: in tedesco si dice “die Bernina”, la<br />

Bernina, <strong>ch</strong>e infatti nella cartolina è rappresentata come una<br />

giovane sorridente, col velo bianco, <strong>ch</strong>e respinge le avances del<br />

vec<strong>ch</strong>io Morterats<strong>ch</strong>. Al proposito mi ricordo una discussione<br />

di tanti anni fa, proprio sulla vetta del Bernina, con una ragazza<br />

I TRE COLOSSI DELLE A LPI B ERNESI.


del luogo (dell’Engadina, non del Pizzo), con la quale a quel tempo<br />

salivo le <strong>montagne</strong> grigionesi, sul fatto se quel monte fosse<br />

femmina o mas<strong>ch</strong>io: la nostra controversia non ha mai trovato una<br />

soluzione: io argomentavo <strong>ch</strong>e il Bernina è il Pizzo più alto delle<br />

Alpi Centrali, domina tutte le altre vette, è il re di quella regione,<br />

e dunque è mas<strong>ch</strong>ile. <strong>Le</strong>i sosteneva <strong>ch</strong>e la grazia <strong>ch</strong>e contraddistingue<br />

quella montagna, il velo bianco <strong>ch</strong>e la ricopre, sono caratteristi<strong>ch</strong>e<br />

tipicamente femminili. Quindi ognuno é rimasto<br />

della propria idea, ma in compenso siamo rientrati sani e salvi a<br />

valle. E d’altra parte sono parec<strong>ch</strong>i i latini <strong>ch</strong>e sostengono <strong>ch</strong>e i<br />

nordalpini ragionino spesso al contrario: i tedes<strong>ch</strong>i, tra le loro<br />

svariate bizzarrie, hanno an<strong>ch</strong>e la stravagante regola grammaticale<br />

<strong>ch</strong>e vuole si dica die Sonne e der Mond, ossia la sole e il luno.<br />

E questo all’opposto non solo dell’italiano, ma an<strong>ch</strong>e delle altre<br />

lingue e culture più diffuse, <strong>ch</strong>e considerano il sole come il mas<strong>ch</strong>io<br />

per antonomasia, come l’energia <strong>ch</strong>e feconda la Terra,<br />

mentre la pallida luna ha per tutti delle connotazioni femminili.<br />

Già per i Greci Helios (Apollo per i romani) era il dio del sole e la<br />

dea Artemide (<strong>Di</strong>ana) rappresentava la luce lunare. E persino in<br />

Africa, secondo un’interpretazione popolare diffusa in Kenia, i<br />

crateri della superficie della luna suggeriscono i lineamenti di<br />

una donna, oltretutto un po’ tumefatti per le botte ricevute dal<br />

sole, suo marito. Ah, questi mas<strong>ch</strong>i violenti…<br />

IL B ERNINA E IL M ORTERATSCH.<br />

Polemi<strong>ch</strong>e linguisti<strong>ch</strong>e e sessiste a parte, concludo le mie considerazioni<br />

su questo lato dell’arte figurativa alpina ricordando <strong>ch</strong>e<br />

soprattutto da bambini si ammirano molto le rappresentazioni<br />

pittori<strong>ch</strong>e di luoghi sotto sembianze umane. Se ne percepiscono<br />

le atmosfere magi<strong>ch</strong>e e la fantasia vola lontano, confondendosi<br />

con la realtà. Purtroppo noi adulti abbiamo perso queste qualità,<br />

siamo concreti e razionali, e vediamo le <strong>montagne</strong> solo come un<br />

grande muc<strong>ch</strong>io di sassi … O no? ▲<br />

<strong>Le</strong> cartoline riprodotte sono state acquistate direttamente, oppure sono tratte dai libri di Daniel Anker “Jungfrau, Zauberberg der Männer”<br />

e “Piz Bernina, König der Ostalpen”, entrambi editi da AS Verlag.<br />

VIVERE LA MONTAGNA 51

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