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Di Fabrizio Ottaviani: Donne e destrieri, gioie e pensieri - Ardia.ch

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<strong>Donne</strong> e <strong>destrieri</strong>, <strong>gioie</strong> e <strong>pensieri</strong>La scuderia San Lucio in Val Colla e la gestione naturale del cavalloDI FABRIZIO OTTAVIANIUn uomo può credere nell'impossibile,ma non crederà mai nell'improbabile.(Oscar Wilde, Il declino della menzogna)Vi narro oggi la bella storia diuna coppia e dei loro amici, adue e a quattro zampe, e di unsogno <strong>ch</strong>e si sta avverando, trascetticismo e difficoltà. La racconto conpassione, ma an<strong>ch</strong>e con senso critico eironia, sperando di non scontentar nessuno.Anzi, sapendo di far arrabbiaretutti, soprattutto le donne. In questoA SINISTRA:PONY AL PASCOLO.breve viaggio mi accompagna un grandescrittore, Oscar Wilde, il padre (e an<strong>ch</strong>ela madre …) di tutte le citazioni, delquale mi sono ricordato in quest’occasionegrazie al nome di un cavallo.C’era una voltaC’era una volta un ragazzo, un po’ unatesta calda, <strong>ch</strong>e amava i cavalli e le avventure.Giunto a vent’anni decise <strong>ch</strong>e la vitanormale luganese era troppo noiosa epartì per le Ameri<strong>ch</strong>e. Dopo un decenniodi tragi<strong>ch</strong>e peripezie ritornò senza un soldoe senza una posizione e si ricordò <strong>ch</strong>egli piacevano i cavalli, meno le avventure;dopo altri tre lustri di assestamento, conmogli varie e lavori nell’ambiente equestre,trovò finalmente la sua strada in unpaesino sperduto di una nostra valle. Rilevatala scuderia già esistente dal precedenteproprietario, noto avventuriero locale<strong>ch</strong>e aveva avuto il pregio di osare lacostruzione di un centro ippico in quellazona, iniziò una nuova vita con la sua attualeconsorte, an<strong>ch</strong>e lei appassionata diequidi (come vengono definiti in burocratesei cavalli sul loro passaporto).E poi<strong>ch</strong>é questo periodo fa ormai partedell’attualità, lo racconto al presente. Stoparlandovi di Federico Frank, mio amicod’infanzia, e di Maja Streun, sua giovanesposa e contitolare della Scuderia San Lucioa Bogno. Lui è istruttore d’equitazionee di attac<strong>ch</strong>i, diplomato FSSE (la FederazioneSvizzera degli Sport Equestri), leiassistente istruttrice e la loro azienda sitrova in cima alla Val Colla, a quindici <strong>ch</strong>ilometrida Lugano, in una magnifica corniceprealpina ancora quasi incontaminata,lontana dal traffico e dal rumore. Il rovesciodella medaglia è <strong>ch</strong>e si raggiunge lascuderia dopo un estenuante viaggio <strong>ch</strong>emette a dura prova lo stomaco delle personesensibili e dei bambini: se voleste visitarlo,munitevi di pastiglie antinausea ecatino d’emergenza, e di molta pazienza.No, ovviamente esagero: è vero <strong>ch</strong>e Bognonon è proprio dietro l’angolo, ma dopo unpaio di volte ci si abitua e si apprezza ilfatto di salire a mille metri, tra la natura,in un mondo veramente speciale. Comeormai dappertutto, an<strong>ch</strong>e questa è la scuderiadelle donne, nel senso <strong>ch</strong>e sono piùS U UNA VETTA DELLA V AL C OLLA.


di tutto bambine e signore a frequentarla.Ma di questo bizzarro fenomeno vi parleròal termine dell’articolo. Per ora milimito a citare un’altra frase di OscarWilde: “Le donne sono fatte per essereamate, non per essere capite”. Come icavalli, aggiungo io.La Scuderia San Lucio“Y. ti amo per sempre”. <strong>Di</strong>pinta a colorisui muri <strong>ch</strong>e contornano la strada <strong>ch</strong>eporta a Bogno, accanto ai commenti contrarial passaggio del rally di Lugano,questa scritta appare improvvisamentedietro le curve, ripetuta tre o quattro volte,in diversi punti del tragitto. Chi sarà lafortunata destinataria del messaggio? Oforse lei se ne vergogna ogni volta <strong>ch</strong>e citransita dinnanzi? Qualcuno me lo sa dire?Ho indagato in valle, ma l’omertà non hafatto trasparire nulla. Personalmentetemo <strong>ch</strong>e quell’amore “eterno” si sia giàvolatilizzato da tempo, ma l’annuncio rimaneindelebile nella storia della ValColla, come spensierata e ingenua speranzaper molti o monito terribile peraltri. Terminate queste considerazioniesistenziali, torniamo al nostro tema: aBogno ci attendono una ventina di box conaltrettanti cavalli (privati e di scuola, daipacifici Fran<strong>ch</strong>es-Montagnes a quelli più“insanguati” e vivaci), un maneggio coperto,dei paddock dove gli animali quotidianamentesi sgran<strong>ch</strong>iscono le zampe,dei pascoli tra i bos<strong>ch</strong>i vicini e un campoostacoli esterno in sabbia di quarantametri per quaranta, ossia con dimensionisufficienti per una struttura di montagna,an<strong>ch</strong>e se <strong>ch</strong>i è abituato alle scuderie dipianura si sentirebbe piuttosto limitatonegli spazi. Già <strong>ch</strong>e ci siamo, spariamosubito sulla tastiera del PC tutti i difettidel posto, così poi possiamo concentrarcia descriverne i pregi: come già detto, lastrada per arrivarci è infame, d’inverno sigela e non si vede il sole per molti mesi,quando cucinano mettono troppo aglionel sugo, non ci sono prati piani su cuigaloppare, le bambine <strong>ch</strong>iac<strong>ch</strong>ieranotroppo. Ecco, superati questi problemi, ilresto funziona alla grande.E cosa si fa di bello in una scuderia dimontagna? Beh, innanzi tutto si tratta diuna pensione per cavalli, dove i proprietariprivati alloggiano il loro quadrupede; èpoi una scuola d’equitazione, con bambinie adulti <strong>ch</strong>e possono iniziare a montare acavallo sotto la guida di Federico e Maja,dove si prosegue l’istruzione e ci si preparaper i brevetti e le licenze ufficiali disalto ostacoli e di addestramento; si organizzanopasseggiate, dai piccoli giretti diun’ora, ai trekking montani più impegnativi,di uno o più giorni; la componentesportiva prevede l’allenamento e la partecipazionea concorsi ippici di salto, didressage e di attac<strong>ch</strong>i (le carrozze). Per ibambini, anzi, in pratica per le bambine, siorganizzano week end e stage, dove legiovani trascorrono l’intera giornata fralezioni, gio<strong>ch</strong>i e cura dei cavalli, o corsi dipiù giorni, con la possibilità di pernottare.B IMBE E CAVALLI AL LAVORO.Infine c’è la parte di attività più impegnatasocialmente, con la collaborazione con laTarpan, un’associazione <strong>ch</strong>e si occupa fral’altro di terapia con cavalli per disabili.Ovviamente non è una scuderia specializzatain concorsi ippici di alto livello,né la natura montana del luogo permettelunghe galoppate in campagna, ma essaoffre un panorama di attività fra i piùampi a <strong>ch</strong>i desideri praticare l’equitazionenei suoi diversi aspetti. Tutto questoavviene in un clima caratteristico,con semplicità e con una tempistica elasticae rilassata, accompagnati dallagrande umanità e sensibilità dell’istruttore.Inoltre negli ultimi tempi Federicoe Maja si sono sempre di più convertitiall’idea di gestione naturale del cavallodomestico e ad un’equitazione più naturalepossibile, con tutta una serie di accorgimenti<strong>ch</strong>e solitamente fanno sorridereperplessi i cavalieri classici. In scuderia sipresta un’attenzione particolare non soloai cavalli, ma an<strong>ch</strong>e agli esseri umani,soprattutto al benessere di <strong>ch</strong>i è menofortunato o si trova in difficoltà e si privilegiaun ambiente molto familiare, avolte a discapito di qual<strong>ch</strong>e comodità,ma senza le pretese e gli eccessi di rivalitàed invidia (ehm, ehm, proprio senza…no, siamo donne…) <strong>ch</strong>e a volte si riscontranoaltrove. “Che strano, qui sisalutano tutti,” ha esclamato stupita unasignora in visita da una scuderia di pianura.Ovviamente <strong>ch</strong>i preferisce la possibilitàdi trovare il cavallo già pronto,pulito e sellato, <strong>ch</strong>i privilegia la precisionedegli orari e un ambiente più formaledove non ci si dia subito del tu,non deve scegliere Bogno. Federicostesso è antropologicamente diversoI BOX DEI CAVALLI.VIVERE LA MONTAGNA 17


IN MONTAGNA A CAVALLOlivello di capacità ed esperienza dei ragazziè ancora limitato, ciò <strong>ch</strong>e fa credere amolti tradizionalisti <strong>ch</strong>e gli eventualierrori derivino dalla sferratura e dall’assenzadi morso. In realtà quegli stessicavalli e quegli stessi cavalieri con il metodotradizionale avevano ancor più difficoltà,ma ciò è ovviamente difficile da farcomprendere a <strong>ch</strong>i, seppur in buona fede,è convinto <strong>ch</strong>e non sia necessario o siaaddirittura pericoloso intraprendere nuovevie più rispettose della natura dell’animale.Un altro problema <strong>ch</strong>e si potrebbeavvertire con quel tipo di gestione risiedenel fatto <strong>ch</strong>e se un cliente dovesse cambiarescuderia, non ne troverebbe facilmenteun’altra con la medesima filosofia,an<strong>ch</strong>e se l’interesse sta crescendo e lapratica si diffonde sempre di più.<strong>Donne</strong> e <strong>destrieri</strong>, <strong>gioie</strong> e <strong>pensieri</strong>Questo noto proverbio, più conosciutosotto una forma motoristica, dà il titolo all’articoloe introduce il discorso finale.Come vi dicevo, an<strong>ch</strong>e quella di Bogno è lascuderia delle donne. <strong>Di</strong>co an<strong>ch</strong>e, per<strong>ch</strong>éormai è dappertutto così: nelle scuoled’equitazione dei nostri giorni, per ognibambino <strong>ch</strong>e impara a montare ci sonoventi o più bambine. A parte i concorsi ippici,dove gli uomini si difendono ancoraalla grande, sono in maggioranza ragazzee mamme <strong>ch</strong>e frequentano le scuderie.I miei mas<strong>ch</strong>ietti hanno risposto sdegnatialla domanda per<strong>ch</strong>é non volessero piùcavalcare: “ma è uno sport da femmine!“Sono rimasto colpito e ho pensato <strong>ch</strong>equal<strong>ch</strong>e decennio fa non era così, noi eravamoun bel gruppo, an<strong>ch</strong>e di ragazzi, e cidivertivamo un mondo. O tempora, omores! Dunque an<strong>ch</strong>e a Bogno le donne lafanno da padrone. Ce ne sono di tutti i caratterie di tutte le età: molte mamme <strong>ch</strong>eaccompagnano le figliole, adolescenti congli umori mutevoli dell’età e ragazze… unpo’ più grandi, <strong>ch</strong>e però giocano alle giovani.Facendo il verso ad Oscar Wilde possodire <strong>ch</strong>e trentacinque anni è un'etàpiacevolissima e <strong>ch</strong>e la scuderia è pienadi donne sportive, <strong>ch</strong>e hanno trentacinqueanni …da lungo tempo. Ma vediamodi conoscerle meglio, le signore. <strong>Di</strong> Majavi ho già detto: fa da contrappasso a Federico,riportandolo sulla terra quando luiparte con l’inventiva e dimentica i tempi eT REKKING PREALPINO SENZA FERRI.gli orari <strong>ch</strong>e affliggono noi comuni mortali,inquadrando perfettamente l’organizzazionedella scuderia. Con lei troviamospesso la sua mamma e le sue sorelle, edi domenica an<strong>ch</strong>e la nonna, nobildonnaitalo-inglese, una vera regina madre. C’éla cliente mora e mediterranea, misteriosae indecisa sulle scelte della vita, c’è labionda nordica, spesso allegra e gentile, aparte quando ha la luna o quando il suopurosangue la spaventa e allora lei sitrasforma in Mrs. Hyde; se ne è andata dapoco una signora del luogo, <strong>ch</strong>e era ilcontrario della precedente, cioè semprearrabbiata, a parte quando la sua giumentala calmava; ecco la proprietaria di unsauro e di un grigetto, ormai lì di casa, unavera istituzione, sempre disposta a daruna mano a tutti e a cucinare nei giorni difesta nella club house, e ancora una mammatanto dolce e votata all’esclusivo serviziodella bambina; ho conosciuto signoredalla simpatica cadenza svizzero-partenopea,altre <strong>ch</strong>e in fatto di <strong>ch</strong>iac<strong>ch</strong>ierefan concorrenza alle bimbe di cui si dirà,e altre giramondo, bionde e cortesi, <strong>ch</strong>issàcome arrivate fin lassù. Ma soprattuttoci sono loro, le donne del futuro, lebambine: nelle lunghe ore trascorse inscuderia, sciamano gioiose e garrule tra icavalli, <strong>ch</strong>e pazienti sopportano le lorocontinue coccole e attenzioni. Sono dueo tre, poi sono cinque, vanno e vengono,le fanciulle gridando su la piazzuola infrotta, qua e là saltando fanno un lieto rumore(non fate caso alle ultime righe, ciho messo un po’ di Leopardi), si alternanotra le lezioni, la preparazione e la curadegli animali, ne conto dieci (e si sentono),infine di colpo spariscono e poiricompaiono, vivendo felici questa lorobeata gioventù. E guai a riportarle a casa,quando ormai è ora di cena. Dunque dicevo,nelle scuderie soprattutto donne. Maper<strong>ch</strong>é mai? Molti studiosi si sono <strong>ch</strong>inatisul problema: c’è <strong>ch</strong>i parla di rapportoprivilegiato con l’animale grazie alla sensibilitàfemminile; <strong>ch</strong>i spiega il fatto con lapossibilità di dare e ricevere carezze ecoccole, in un mondo dove - loro dicono -noi uomini abbiamo perso questa capacità;altri semplificano il problema dicendo<strong>ch</strong>e le donne hanno più tempo di noida trascorrere in scuderia. Mah, forse civorrebbe il parere di uno studioso comeAlberoni, o quello di Eros Costantini, ilgiornalista <strong>ch</strong>e da noi più di ogni altro hasondato con ironia l’universo femminile.Ma per fortuna, ora <strong>ch</strong>e ci penso, a Bognoalmeno le cavalle non sono in maggioranza! E allora parliamo un po’ degli uominidella scuderia, <strong>ch</strong>e sono po<strong>ch</strong>i e ormaisottomessi al potere femminile: a parte ilpadrone di casa, c’è un ragazzo, <strong>ch</strong>e tienealto l’onore mas<strong>ch</strong>ile, ci sono uno scapolonee tre o quattro maturi padri, fra cui<strong>ch</strong>i vi scrive, alle prese con le proprie figliealla soglia dell’adolescenza. Noi peròci consoliamo dalla nostra crisi dei cinquant’anni,sfidando goffamente in sellagli acciac<strong>ch</strong>i dell’età, per<strong>ch</strong>é “per riacquistarela giovinezza, bisogna ripeterne lefollie“ e per<strong>ch</strong>é “gli uomini invec<strong>ch</strong>iano,ma non migliorano” (non ho bisogno didirvi di <strong>ch</strong>i sono le citazioni, vero? In ognicaso la prima è tratta dal romanzo “Il ritrattodi Dorian Gray”, proprio il nomedi un cavallo della scuderia, di cui scrivevoall’inizio). <strong>Di</strong>cevo di noi padri, crediamodi essere ancora dei maestri perle bimbe, <strong>ch</strong>e invece ormai si allontanano,quasi si vergognano di noi e diconofra loro: “poveri papà, sono convinti <strong>ch</strong>esiamo ancora bambine; lasciamoglielocredere, lasciamogli pure dire <strong>ch</strong>e fin<strong>ch</strong>ésiamo sempre in scuderia, non …”.Questo articolo è dedicato a Gringo, unmio vec<strong>ch</strong>io amico <strong>ch</strong>e ora non c’è più.Dopo avermi accompagnato per molti annidi sport e avventure, ha infine trascorsoi suoi ultimi anni di vita in una scuderiadove, an<strong>ch</strong>e lì, il cavallo viene al primoposto, sempre al pascolo, sferrato, coccolatoe sicuramente felice.▲20 VIVERE LA MONTAGNA

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