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Madrugada numero 78 - Associazione Macondo

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visione del mondo e della storia fondata sulla superiorità<br />

e la centralità di un popolo, di una cultura, rispetto alle<br />

altre. Una storia del mondo ridotta a quella dei popoli<br />

“più avanzati”, cancellando il ruolo degli altri. Inevitabile<br />

è la nascita della xenofobia e di pregiudizi razziali, che<br />

riducono esseri umani a cose, spogliàti della loro dignità,<br />

privati di affetti e di parole.<br />

Dei di cartapesta<br />

Oggi vincono e convincono quelli che non hanno tempo<br />

per occuparsi di vittime, di poveri, di esuberi, di quelle<br />

«pietre scartate» che nel Vangelo saranno le «pietre angolari»<br />

dell’edificio della salvezza. Sono quelli che girano lo sguardo<br />

da un’altra parte, quelli che fingono di non vedere l’orrore.<br />

Sono gli eroi di cartapesta del nostro immaginario e della<br />

nostra etica pubblica. «Sembra» - scrive Nichi Vendola in<br />

Lettera a don Tonino Bello a 17 anni dalla morte - «un universo<br />

capovolto con un dio seriale e mediatico, talvolta usato come<br />

un sedativo o magari un eccitante spirituale. L’economia<br />

appiccica prezzi e toglie valore alle persone, la mercificazione<br />

non ha senso del limite. Torna, come se la storia si fosse del<br />

tutto ammutolita, la ruvida antropologia dell’antisemitismo.<br />

Gli stranieri sono l’extra della nostra umanità, oltre che della<br />

nostra comunità: appunto, extra-comunitari. E i clandestini,<br />

figli di un altro dio, di nessun dio… Dov’è la Pasqua della<br />

responsabilità sociale e della convivialità culturale?».<br />

La Chiesa italiana sembra concentrarsi più sull’autodifesa<br />

che sull’annuncio profetico. Un annuncio che sappia incarnare<br />

un amore capace di giudizio storico, di passione<br />

civile, di condivisione radicale, di denuncia dei mali e delle<br />

ingiustizie, di allenare le coscienze alla ricerca del bene, del<br />

giusto e del bello e che oltrepassi il «demone dell’etica»,<br />

come lo chiama il teologo Pino Ruggieri: «Si deve ripartire<br />

dal Dio Padre di Gesù, che non smette mai di amare e “fa<br />

piovere sui campi del giusto e dell’ingiusto”, perché Dio<br />

non conosce divisione. Nell’etica si annida invece il germe<br />

della divisione quando nella concretezza della storia<br />

e dell’esistenza la tendenza al bene diventa prescrizione e<br />

legge, costringendo l’uomo dentro confini precisi, per cui<br />

chiunque sta fuori diventa nemico. L’umanità si divide<br />

allora in due campi avversi che lottano per il proprio dio<br />

contro l’altro dio fino allo “sterminio biblico”: questo è il<br />

carattere demoniaco dell’ethos».<br />

Occorre faticare con umiltà per costruire insieme agli<br />

altri uomini regole più umane di convivenza, di rispetto<br />

vicendevole. Il Dio di Gesù non è il principio del bene<br />

opposto al principio del male. Egli è magnanimo nei confronti<br />

del cammino etico dell’uomo perché il suo amore<br />

è prima di ogni legge. È questo un passaggio difficile per<br />

la Chiesa italiana, che, alla scelta di aiutare le persone a<br />

scoprire il Gesù dei Vangeli, preferisce dar credito alla linea<br />

di una nuova presenza pubblica e ritiene di evangelizzare<br />

promuovendo o vietando leggi civili, in modo che l’etica<br />

cattolica sia “religione civile” italiana.<br />

Autoritarismo e marketing<br />

> controcorrente<<br />

Il demone dell’etica<br />

Al rifiuto della profezia, al rischio di fomentare il clericalismo<br />

e il suo contrario, si aggiunge pure una specie di<br />

rivincita dell’autorità, che considera la ricerca teologica<br />

un proprio feudo e non un patrimonio delle comunità<br />

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