Giovanni Paolo II beato - Missione Cattolica Italiana di Monaco

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Chiesa paura e della diffidenza. Il Cristo risorto scaccia la paura che, in fondo, è la principale sorgente del peccato e dell’orgoglio dell’uomo. Nella prima domenica di Quaresima viene proposto il racconto del peccato originale, preso dal libro della Genesi. Attraverso la perfidia e una consapevole menzogna il serpente semina la sfiducia nel cuore degli uomini e di conseguenza la paura e il sospetto che Dio non voglia affatto il bene nostro. Così descrive la Bibbia l’inizio di una rete di sfiducia, di paura e autosufficienza che si distende lungo la storia e che agisce nefasta nello stesso popolo di Dio. Il superamento della paura è un’essenziale condizione per l’annuncio del Vangelo. Di ciò Giovanni Paolo II era convito e ha vissuto in conseguenza. Contatto propone ai suoi lettori la lettera che l’arcivescovo Cardinale Reinhard Marx ha inviato a tutte le parrocchie della Diocesi di Monaco-Freising in occasione della Quaresima 2011. Il Cardinale ha commemorato la grande figura di Papa Giovanni Paolo II. 2. Cristo al centro del suo annuncio Al centro del suo annuncio c’era Cristo. Poiché Cristo è, da una parte, rivelazione di Dio, ma dall’altra anche fratello di tutti gli uomini, Egli diventa il principio dell’incontro con tutti gli uomini, senza distinzione di religione, colore di pelle o di origine. Professando la nostra fede in Gesù Cristo, non ci separiamo dagli altri, ma ci rendiamo aperti e vicini a tutti. Anche questa è un’indicazione per la Chiesa di oggi. La Chiesa non deve girare attorno a se stessa ma essere aperta a tutti gli uomini e al mondo intero. Essa vuole abbracciare tutti - tutta la creazione - perché Dio è Padre di tutti e Cristo fratello di tutti gli uomini. Carissimi fratelli e sorelle, All’inizio della Quaresima, desidero presentarvi un testimone della fede: Papa Giovanni Paolo II che il 1° maggio sarà dichiarato beato. Credo fermamente si possa trovare in lui un sostegno e un orientamento per la nostra ricerca di una via per la Chiesa del futuro. Credo anche che dalla sua vita ci venga una chiara testimonianza di cosa significhi essere segno dei tempi alla luce del vangelo. 4 1. “Non abbiate paura” Indimenticabile è rimasta la prima omelia di Giovanni Paolo II sulla piazza di San Pietro nel mese di ottobre 1968. Egli annunciava a tutti gli uomini: “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. E sappiamo dalla storia che seguì come queste parole abbiano cambiato il mondo, soprattutto nei Paesi allora ancora comunisti. A mio avviso, queste parole del Papa non sono orientate solo all’esterno, ma anche all’interno della Chiesa. Se noi siamo veramente uniti a Cristo e lo incontriamo nell’Eucarestia, la Chiesa non può essere il luogo della Contatto Marzo-Aprile 2011
3. Uomo del dialogo Per questa fede Giovanni Paolo II ha potuto essere allo stesso tempo uomo del dialogo e della missione. In tutta la storia della Chiesa non c’è nessuno che ha annunciato il Vangelo di fronte a così tante persone. Giovanni Paolo II si è sentito missionario, perché era convinto che Cristo dovesse essere annunciato in ogni parte del mondo. A partire da questa profonda convinzione era anche veramente capace di entrare in dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, con i rappresentanti di altre religioni, con i comunisti e gli atei, con gli artisti e con le persone alla ricerca di Dio, ma soprattutto con la gioventù di tutto il mondo, al di là dei confini di religioni e di culture. Condizioni essenziali del dialogo sono la stima per l’interlocutore, il prendere sul serio i suoi orientamenti di vita e di fede, la pazienza di ascoltare. Tutto ciò hanno potuto sperimentare moltissime persone, e anche io, in Giovanni Paolo II. Noi dovremmo sforzarci di essere una chiesa capace di dialogo e di missione! 4. Uomo di coraggio Giovanni Paolo II era un uomo di coraggio, batteva nuove strade, non si arrestava e per questo era capace di varcare limiti che sembravano apparentemente invalicabili. Immagini indimenticabili sono rimaste nella nostra memoria: gli incontri del Papa ad Assisi con i rappresentanti di tutte le religioni del mondo, la prima visita di un Papa in una sinagoga, la sua preghiera al Muro del Pianto e infine il grande “mea culpa” dell’Anno Santo 2000. Giovanni Paolo II non pensava minimamente di adattare la fede cattolica alla mentalità del mondo secolare, ma non intendeva nemmeno la tradizione come uno scrigno chiuso. È stato in grado - poiché era ancorato nella fede - di battere strade ancora sconosciute. Anche ciò è un indicazione per il cammino della Chiesa di oggi: fortemente ancorata alla grande tradizione spirituale e alla fede, ma anche coraggiosa e pronta ad avventurarsi su nuove strade. 5. Uomo di preghiera Giovanni Paolo II era un uomo di preghiera. Anche questo l’ho sperimentato personalmente. Una chiesa che non vivesse di preghiera perderebbe la bussola e sarebbe condannata alla deriva, della storia. Nella preghiera si sottolinea che Dio esiste e che lo possiamo incontrare: noi lo cerchiamo e Lui ci trova. Nella Santa Messa, nell’adorazione eucaristica, nella recita del Santo Rosario, sempre si avvertiva come Giovanni Paolo II si immedesimasse nel mistero di Dio. Per lui Maria, la Madre di Dio, era tutto, l’aiuto e la compagna di viaggio. E la di Chiesa oggi? Se non è una Chiesa orante, non avrà futuro. Se non sarà in grado di indicare agli uomini la forza vivificante della preghiera e dell’incontro con Dio, avrà perso il suo centro e tradito la sua missione. Solo una chiesa che vive di preghiera può intraprendere un vero cammino di rinnovamento. Carissimi fratelli e sorelle, attraverso la beatificazione di Giovanni Paolo II la Chiesa vuol dare testimonianza pubblica, che in questa persona si è resa visibile una vita secondo il Vangelo; tutto ciò che questo Papa ha mostrato all’esterno corrispondeva alla sua viva convinzione interiore; che la sua vita e il suo apostolato erano un’unica cosa. Durante questa Quaresima siamo tutti invitati a riprendere il cammino di una testimonianza personale. Il desiderio di aspirare alla santità non è pazzia ma corrisponde - di questo ne sono convinto - alla profonda nostalgia di vivere in modo più autentico, di rifiutare mezze misure e compromessi e camminare sulla via di Cristo per andare con lui e rimanere con lui. Vi benedico tutti su questa via attraverso la Quaresima fino alla Pasqua dove celebriamo la vita nuova. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Vostro Reinhard Kard. Marx Arcivescovo di Monaco e Freising Contatto Marzo-Aprile 2011 5
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