1.2ESSERE E DIVENIRE MISSION E IDENTITÀ GOVERNANCE E PRESENZA POLITICHE E VALORISTRATEGIE PER LO SVILUPPO“INTERVISTA A LUIGI AMATI > Responsabile area nord-ovest di <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>Ci può raccontare in breve la sua storia in <strong>Codess</strong><strong>Sociale</strong>…La mia esperienza in <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong> comincia nel2001. Provenivo da una cooperativa sociale torinese,di cui ero presidente, che si occupava di personesenza fissa dimora. Ho iniziato ad occuparmidei servizi che la cooperativa gestiva in Piemonte,successivamente ho aggiunto anche la responsabilitàdella gestione dei servizi della Lombardia. In seguitosono entrato anche a far parte del consiglio diamministrazione, avendo fatto già l’amministratore.Dopo sette anni di servizio in <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>, il bilancioprofessionale e personale è positivo: tra Lombardiae Piemonte abbiamo gestioni per più di dieci milioni dieuro, abbiamo introdotto nuovi servizi e ora, dopo lafusione con Master, ci sono circa 700 lavoratori tra Piemontee Lombardia.L’area nord ovest di <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>, ha cambiatovolto (e numeri) in pochi anni: cosa comporta gestireun’area così vasta e varia in termini di relazionicon i lavoratori, i soci e i committenti?L’obiettivo chiaro è di consolidare lo sviluppo raggiunto,creando un sistema di deleghe e responsabilità, potenziandola qualità delle risorse umane con cui si lavora.Nel <strong>2007</strong> si è realizzata la incorporazione dellaCooperativa Master in <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>. Comeè stato vissuto questo passaggio dai lavoratorie dagli stakeholders territoriali?Dalla fusione di Master con <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong> ci sono stativantaggi innanzitutto per i nuovi soci e socie della exMaster, che hanno raggiunto un consolidamento economicoe finanziario della propria “nuova” cooperativa.Mentre il resto della base sociale / lavorativa della <strong>Codess</strong><strong>Sociale</strong> ha visto svilupparsi e consolidarsi in brevissimotempo sia il know how della Cooperativa, sia la presenzain una regione importante come la Lombardia, conevidenti effetti positivi sull’occupazione futura di tutti.Dove sta andando, secondo Lei, la cooperazione socialein Italia e nelle aree geografiche in cui Lei opera?La cooperazione crea lavoro, e questo è un dato chesovente si sottovaluta al contrario del pubblico impiego,mentre la soglia di accesso del settore profit si è moltoalzata. Resta l’obiettivo di consolidare un sistema di impresacooperativa che possa dare ai propri soci e socieprospettive di lavoro oltre le scadenze degli appalti. Lavivacità del settore deve accompagnarsi a una maggioremanagerialità. I sistemi tariffari tra le regioni sono moltodiversi, e questo crea certamente delle difficoltà, oltrealla difficoltà generate da alcuni enti appaltanti orientatisempre di più, vista la scarsità di risorse, a considerarela cooperazione niente di più di un fornitore di servizi.Lombardia e Piemonte sono le aree economiche delpaese in cui è più forte la presenza della “grande impresa”.<strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong> pur essendo società non-profit,per molti aspetti, ha ormai i numeri e l’estensione dimolte grandi imprese di successo. Sono modelli imprenditorialiancora così distanti….?No profit non significa senza margine d’impresa, a voltequesta semplificazione ha portato e continua a portaredegli equivoci. Dare lavoro a quasi tremila persone,
non è uno scherzo per un’impresa privata. Ovvio quindiche se pur con le caratteristiche mutualistiche dellaforma cooperativa il modello imprenditoriale e gli strumentigestionali siano simili a quelli del settore profit.In molti dicono che la cooperazione sociale sarà prestocoinvolta dai processi di “dimagrimento” della spesapubblica e del welfare. Ritiene che ci siano già segnaliin tal senso, oppure la cooperazione sociale ha unapropria vitalità che non dipende dagli andamenti dellerisorse pubbliche?L’intero comparto viene danneggiato quando il committentepubblico cerca il risparmio a tutti i costi.Le cooperative che vivono con ricavi esclusivamentedal settore pubblico degli appalti rischierannodimagrimenti dovuti a fattori esogeni, indipendentidalla qualità di servizio erogato, come lariduzione delle spese della sanità degli enti locali, etc.La strada per continuare a lavorare è cercare di investirein gestioni di lungo termine in cui il clienteti paga comunque perché è soddisfatto del servizioe sceglie te anziché un altro gestore.Cosa Le dicono i lavoratori e gli enti committenti quandoLe parlano <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>?I committenti dell’area nord-ovest sono interessatialla qualità del servizio reso e ci valutano su questo.I lavoratori mi sembra che in ultima istanza cichiedano stabilità dell’occupazione e garanziadella retribuzione. Il loro giudizio su <strong>Codess</strong> <strong>Sociale</strong>è di una struttura solida e complessa, anchese a volte può sembrare non sempre snella. 24/25