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Lettera a Tito Capitolo 1

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perfezione nel “cercare” e nell'“amare il vero e il bene” [Gaudium et spes, 15]. (CCC1705) In virtù della sua anima e delle sue potenze spirituali d'intelligenza e divolontà, l'uomo è dotato di libertà, “segno altissimo dell'immagine divina”[Gaudium et spes, 17]. (CCC 1706) Con la sua ragione l'uomo conosce la voce diDio che lo “chiama sempre […] a fare il bene e a fuggire il male” [Gaudium etspes, 16]. Ciascuno è tenuto a seguire questa legge che risuona nella coscienza eche trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo. L'esercizio della vitamorale attesta la dignità della persona. (CCC 1714) L'uomo, ferito nella proprianatura dal peccato originale, è soggetto all'errore ed incline al male nell'eserciziodella sua libertà. (CCC 1715) Chi crede in Cristo ha la vita nuova nello SpiritoSanto. La vita morale, cresciuta e maturata nella grazia, arriva a compimentonella gloria del cielo.(Tt 2, 9-10) Non rubino, ma dimostrino fedeltà[9] Esorta gli schiavi a esser sottomessi in tutto ai loro padroni; liaccontentino e non li contraddicano, [10] non rubino, ma dimostrinofedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostrosalvatore.(CCC 2455) La legge morale proibisce gli atti che, a scopi mercantili ototalitari, provocano l'asservimento di esseri umani, il loro acquisto, la lorovendita, il loro scambio, come fossero merci. (CCC 2460) Il valore primario dellavoro riguarda l'uomo stesso, il quale ne è l'autore e il destinatario. Mediante illavoro, l'uomo partecipa all'opera della creazione. Compiuto in unione con Cristo,il lavoro può essere redentivo. (CCC 2461) Il vero sviluppo è quello dell'uomo nellasua integralità. Si tratta di far crescere la capacità di ogni persona a rispondere allapropria vocazione, quindi alla chiamata di Dio [Giovanni Paolo II, Lett. enc.Centesimus annus, 29]. (CCC 2450) “Non rubare” (Dt 5,19). “Né ladri, né avari,[...] né rapaci erediteranno il Regno di Dio” (1Cor 6,10). (CCC 2451) Il settimocomandamento prescrive la pratica della giustizia e della carità nella gestione deibeni terreni e dei frutti del lavoro umano. (CCC 2452) I beni della creazione sonodestinati all'intero genere umano. Il diritto alla proprietà privata non abolisce ladestinazione universale dei beni. (CCC 2453) Il settimo comandamento proibisce ilfurto. Il furto consiste nell'usurpare il bene altrui, contro la volontà ragionevole delproprietario. (CCC 2454) Ogni modo di prendere ed usare ingiustamente i benialtrui è contrario al settimo comandamento. L'ingiustizia commessa esigeriparazione. La giustizia commutativa esige la restituzione di ciò che si è si è rubato.(CCC 2456) Il dominio accordato dal Creatore all'uomo sulle risorse minerali,vegetali e animali dell'universo, non può essere disgiunto dal rispetto degli obblighimorali, compresi quelli che riguardano le generazioni future. (CCC 2457) Glianimali sono affidati all'uomo, il quale dev'essere benevolo verso di essi. Possonoservire alla giusta soddisfazione dei suoi bisogni. (CCC 2458) La Chiesa dà ungiudizio in materia economica e sociale quando i diritti fondamentali dellapersona o la salvezza delle anime lo esigono. Essa si interessa del bene comunetemporale degli uomini in funzione del suo ordinamento al Bene supremo, ultimonostro fine. (CCC 2459) L'uomo stesso è l'autore, il centro e il fine di tutta la vitaeconomica e sociale. Il nodo decisivo della questione sociale è che i beni creati daDio per tutti, in effetti arrivino a tutti, secondo la giustizia e con l'aiuto della carità.

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