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I cattolici in politica sentinelle del bene comune - DIOCESI DI ...

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Quei semi gettati <strong>in</strong> Diocesidi Francesco OlivaCari lettori,dalla quarantaseiesimaSettimana sociale svoltasi ametà ottobre a Reggio Calabria,giunge, prima che un salutaresegnale di speranza, un <strong>in</strong>vito arimboccarci le maniche per essereprotagonisti positivi <strong>del</strong> nostrofuturo, per tracciare con le nostremani il dest<strong>in</strong>o <strong>del</strong>la Calabria,<strong>del</strong>le vite nostre e dei nostrifigli che ci sono o che verranno.“l’Abbraccio”, la Settimana socialela racconta dall’<strong>in</strong>terno grazie agliarticoli e alle foto realizzati da<strong>in</strong>ostri rappresentanti diocesaniall’appuntamento regg<strong>in</strong>o, che tral’altro ha confermato la grandeattenzione con cui la Chiesanazionale guarda alla Calabria, perla quale non les<strong>in</strong>a impegno <strong>in</strong>diversi settori e sotto varie forme.L’agenda di speranza tracciata daigiorni di riflessioni sullo Stretto,la decl<strong>in</strong>iamo nella nostra realtàdiocesana raccontando i numerosisegnali di speranza esistenti traSibaritide e Poll<strong>in</strong>o. A com<strong>in</strong>ciaredal Sem<strong>in</strong>ario diocesano che, dopoanni di chiusura e sopravvivenzadifficile, sta tornando a essere unpolmone vocazionale importanteper non dire fondamentale. Allostesso tempo, regalano tantasperanza le due suore che dasettimane vivono la loro “chiamata”negli stanzoni carichi di storia e difede <strong>del</strong> santuario <strong>del</strong>la Madonna<strong>del</strong>la catena.Come al solito ricche di notizie,appuntamenti e curiosità sonole quattro pag<strong>in</strong>e dedicate allealtrettante Vicarie foranee, cosìcome la rubrica “Vivavoce” e ilresto <strong>del</strong> giornale. Un foglio di<strong>in</strong>formazione che festeggia i treanni di vita e che oggi, come ieri, habisogno <strong>del</strong> vostro aiuto, <strong>del</strong> vostrosostegno, dei vostri consigli, deivostri abbonamenti.Un abbraccio.d.m.2novembre 2010 •«Spes messis <strong>in</strong> sem<strong>in</strong>e», la speranza <strong>del</strong>lamesse è nel seme. E’ la scritta che campeggianella cappella <strong>del</strong> nostro sem<strong>in</strong>ario diocesano.Sì, la speranza sta nel seme, nel seme <strong>del</strong>laParola. In quella scritta noi piccoli sem<strong>in</strong>aristidi un tempo passato <strong>in</strong>travedevamo il futuro<strong>del</strong>la nostra vocazione. Senza quel semela speranza di una Chiesa langue. Nellevocazioni religiose, sacerdotali e laicali sonola speranza ed ilfuturo <strong>del</strong>la nostraChiesa.Alcuni giornifa, nella chiesaCattedrale, nellaprofessione di fededi suor Cater<strong>in</strong>a e disuor Vittoria, sorelleM<strong>in</strong>ori <strong>del</strong>la Parola,riaffioravano segnidi speranza peruna Chiesa cheavverte l’urgenzadi nuovi percorsidi vita spirituale,per rilanciarsi neivasti orizzonti<strong>del</strong>la nuovaevangelizzazione.Su questa istanza diautentica religiositàil nostro Vescovo,religioso <strong>del</strong>laCongregazione deiServi <strong>del</strong> poveri,<strong>in</strong>vita a fondare ogniazione pastorale. Lasantità <strong>del</strong>la vita fagerm<strong>in</strong>are desideribelli e alti e rendecapaci di migliorarela qualità <strong>del</strong>lafede, come si leggenell’ultima lettera pastorale. Su questa l<strong>in</strong>eavanno ricercate le vere tracce di speranza. Lasantità non fa clamore, eppure è l’anima diogni opera bella e grande. E’ come il piccoloseme o il lievito che opera efficacementedall’<strong>in</strong>terno, trasc<strong>in</strong>a e trasforma ogni cosa.Evito di elencare le tante tracce di speranzapresenti nella nostra Chiesa. Sono tante,spesso impercettibili agli occhi distratti. IlSignore le ama e le conosce. Tra esse,certamente, vi sono le piccole azioniquotidiane di chi con amore e fede portaavanti la sua vita e le responsabilità <strong>del</strong> ruoloche riveste. La speranza di gente semplice,dalla fede radicata e spontanea, che, difronte alle difficoltà <strong>del</strong>la vita, alla sofferenza,alla povertà, alla disabilità fisica e moralenon smette di credere, di amare, va avanti,non perde la fiducia, è ancora capace di unsorriso. Le diverse <strong>in</strong>iziative caritative (Centrosan Domenico, Banco Alimentare, ProgettoGiona, Centri di ascolto, Osservatorio <strong>del</strong>lepovertà, Progetto Policoro, Casa La Rocca,Fondazione Rovitti e tutte le altre opere presenti<strong>in</strong> Diocesi) sono piccoli segni di una speranza,che trascende l’orizzonte terreno, nella misura<strong>in</strong> cui esprimono la fede e la carità <strong>del</strong>le nostrecomunità. Credo si possa parlare di un’agendadi speranza anche per la nostra terra perla presenza di chi sa <strong>in</strong>traprendere (perchépossiede ancora una riserva di capacità dilavoro e d’impresa), di chi s’impegna ad educare(adulti che non vengono meno alla vocazionea crescere come persone e ad accompagnarenell’avventura educativa i giovani e i piccoli), dichi è disposto ad <strong>in</strong>cludere le nuove presenze(quanta presenza di immigrati nella nostraterra, uom<strong>in</strong>i, donne e bamb<strong>in</strong>i che chiedonodi essere accolti ed amati!), di chi è capacedi slegare la mobilità sociale (abbattendo lebarriere che impediscono la crescita piena deigiovani), di gente desiderosa di completarela transizione istituzionale, di chi avverteuna nuova sp<strong>in</strong>ta alla partecipazione e alla<strong>in</strong>novazione <strong>politica</strong>. E’ questa gente, per lopiù anonima, ma animata da grande fede e dalvigore morale di una tradizione spirituale ancorasana, capofila di un percorso di speranza cheredime la nostra terra.

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